Sparta e Atene unite grazie alla lealtà
Durante una tregua sacra concessa per partecipare ai giochi olimpici
senza pericolo, Sparta e Atene si riunirono ad Olimpia, dimora del dio
Zeus.
Quell’anno però fu un anno diverso dagli altri, perché le due grandi città
capirono il vero significato del giocare onestamente.
Pippo e Peppa, rappresentanti di Sparta e Atene, diedero inizio alle
attività: Pippo, rappresentante di Sparta, era alto, robusto e moro, amava
la guerra e il combattimento; Peppa, rappresentante di Atene, era magra,
saggia e bionda, adorava l’arte, la musica, la scrittura e l’eleganza.
I due diedero inizio ai giochi sacri.
Dopo il competitivo “tiro del giavellotto”, “il pugilato” e il famoso “salto in
alto” arrivò la cosiddetta “corsa dei carri”, il gioco più atteso dagli
spettatori, che avrebbe deciso il vincitore di tutta la competizione
olimpica e alla quale parteciparono anche Pippo e Peppa.
Durante la gara i tifosi cominciarono a discutere animatamente:
gli Ateniesi affermavano che gli Spartani avevano avvelenato uno dei loro
cavalli ottenendo così una vittoria tanto facile e immediata quanto sleale,
gli Spartani invece negavano, dicendo che erano incapaci di compiere simili
atti e che erano i loro avversari, semmai, che non riuscivano ad accettare
sconfitte evidenti come questa.
Spettatori, concorrenti, giudici e tifosi si ribellarono al presunto inganno
e, inveendo l’uno contro l'altro, iniziarono a insultarsi e lanciarsi oggetti di
ogni genere.
Ad un tratto, però, Pippo e Peppa si osservarono con attenzione,
sospesero le ostilità e si resero conto che le tensioni e i litigi tra loro
erano legati al fatto di avere da sempre gusti differenti, opposti. Si
recarono insieme dai giudici e decisero di sospendere ufficialmente le
ostilità.
Si rivolsero con enfasi all’arena e, dopo averla calmata, la intrattennero
con un lungo discorso sulla vera amicizia e sul valore del tifo appassionato,
scevro da cattiverie e sospetti, e sopratutto su come si tifa con vera
passione, senza offendere o insultare l'avversario e l'altro tifoso.
Gli Spartani si commossero al punto di confessare.
Gli Ateniesi, Pippo e Peppa, i giudici e tutti gli spettatori apprezzarono
molto il bel gesto.
Ci fu improvvisamente un silenzio assoluto, ognuno rifletteva su ciò che
era stato detto.
Pippo e Peppa, in rappresentanza delle due città rivali, proposero alleanza
tra le due civiltà greche e tutti accettarono festeggiando con grande
esultanza.
Da questo particolare evento Sparta e Atene impararono a giocare e a
tifare onestamente, amichevolmente, con lealtà e partecipazione,
riconoscendo il vero significato del gioco e del tifo!
Autori SILVIA MONTESUELLI, LUCIA PAPAGNA,
YVONNE SAMMATRICE, SOHAILA YOUSEFF
Classe IO
S.M.S. Luini-Falcone - plesso via Garofani