©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte panile si so no scoperte nuove avarie e nuovi slegamenti, specialmente nella parte più alta, che fanno temere seriamente della s ua ~ta bilità. Si è quindi stabilito di procede re senz'altro ad una nuova cerchiatura in ferro, la quale sarà collocata tra l'estradosso delle fi ll estre superi ori ed il tetto, che è la zona più pericolosa. La spesa si presume ascendere a L. 2500, somma che è stata già fornita in anticipazione alla Sovril~telldenza ai 1110\1l1menti di Rav enna, che dO\Tà eseguire i lavori . ROMA. - Museo' Nazionale Romano Tomba romana. - In seguito ad accordi 45sogno, la quale contin ua e co ntinuerà a illuminare in noi stessi 'i discepo li dell'anima sua, Sicchè, m e ntre c i accingiamo a dire di Lui, sentiamo il dovere di rendere omaggio prima alla sua mem ori a d'Uomo, poi a lI a sua memoria di Artista; non solo perch è la mirabile a rte sua conseg ue direttamente e logicamente, come un a consacrazione, dal suo ingegno e dal suo c uore, ma anche perchè, fra tanto basso inlperversare di odi e di invidie, il poter salutare, sia pure li cagion cii rimpianto, uno spirito che fu sì grande e si nobile, è cosa che innalza il va lore clelia vita e rico ncilia con l'umanità. intervenuti tra -la Sovrintendenza ai Musei e d agli Scavi deUa provincia di Roma e il Subeconomato dei Benefici Vacanti, si è provve.duto alla rimozione e al trasporto al Museo Nazionale Romano degl i avanzi epigrafici di una tomba romana rinvenuta a nni or sono nel territOlio di Magliano Romano, 1n te rren o di proprietà clelia Prebenda Parrocchiale cii San Giovanni cii Magliano. Gli avà nzi cOllsistono in due stipi ti di pietra local e, con iscrizione ripetuta eg'ua lmente in ambedue, (I in un architrave cleli a meclesima pi etra, con [rontoncino inciso ne l mezzo, e specchi quaclrang'o lari ai lati: l'a rchitettura manca d e ll a pa rte si ni stra. G li avanzi saranno ricongiunti e ria lzati nel giardino ciel Museo. ARRIGO BOITO Pareva ormai a tutti gli italiani che Arrigo Boito, superata l' infermità angosciosa d e ll'inverno scorso, non dovesse più morire. Il grande amore del quale uoi circonclava mo qu ella dolce ed austera figura d'uomo e d'artista aveva decretato al suo vecc hi o cuore il palpito di un a giovinezza perenne. Egli era e ntrat o nella coscienza nostra come un a indistruttibile esse nza di Bontà e di Bellezza, voluta da Dio a temperare di sè la parte 111en buona e men bella che è in tutti g li uomini. E anche oggi, dopo il brusco risveglio alla realtà dolorosa, non possiamo, quasi, persuaderci di tanta sciagura; forse perchè lo sentiamo vivere ancora entro di noi, non solo come artista, ma come eccitatore di forze 1110rali, come maestro di virtù immacolata, come guida di purità spirituale. Q ualcosa, infatti, di più profondo che non l'opera sua, qualcosa di più alto che non l'altissima espressione della sua poesia e della sua musica, Egli diffuse e lasciò fluttuare nell'atmosfera che noi respiriamo: la luce del suo La sua figBra fisica Ci è ancora dinnanzi: alta, sc hietta, elegante: la beli fronte spaziosa, irradiata da due piccoli vivacissimi occhi grigi che, d'oltre le lenti, sembravano voler scrutare la sincerità della commozione che ci teneva, quando avevamo la gioia di ascoltarlo. Il gesto sobrio e signorile pareva scandesse sovra U il ritmo di fiera grazia il fluire clelia parola precisa, lucida, efficace, il risonare della voce calda e pastosa_ Tuttavia, a volte, qualche scatto di sdegno, o una risata argentina, rompeva quell'equilibrio di pacate apparenze; ma erano i momenti in cui Egli sentiva insorgere in sè il ribell e spirito fustigatore di ogni ingiustizia, oppure risvegli arsi dalle lontananze della sua infanzia la candida e ingenua fr eschezza del bimbo. Fra la sua figura ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte - fisica e la s ua figura morale c'era lo stesso accordo che fra q uest'ultima e la s ua figura artisti ca. Poeta e musicista ad un tempo, rarissi mo esempio che fa pensare all a geniale versatilità di certi grandi cinqu ecenti sti, non limitò alla musica ed alla p oesia il suo amore e la sua coltura, ma ebbe l'anim a aperta a tutte le riso na nze della Bellezza: un q uadro, un a statua, un pala zzo, un monumento, vi risvegliavano in te nse vibrazioni, come un a strofa od un cantQ~ A ta l naturale ricchezza di sensibilità si aggiungeva il fe rm o e gi usto convinci mento che l'a rti sta debba essere compiuto nello studi o e nella coltura: magnifico esempio a · quei musicisti d' ogni tempo che, co nvinti invece, dell'esclusivismo dell'arte lo ro, non si c ura rono mai cii spingere lo sguardo fu ori di sè stessi e perciò non ebbero ved uto quanto raggiare fosse _negl i orizzo nti lontani. Ma, in ·pratica, la infinita ricchezza inte ri ore E gli tradusse nelle due· arti preferite, la Musica e la Poesia: prima separatamente, poi L1 lle ncl ole nel cOllnubi o immortale del lJllefistofele. C~ll1e poeta, il Boito si prese ntò a l pub blico co n fl lib1'0 "dei versi e Re Orso. Sono i ca nti de' suoi vent'anni, ma che rivelaronò fin dal loro a pparire un temperamento poetico cii prim 'ordine. Se, giudi cati oggi, non tutti possono pi ace re all a critica, è indubitato che recano pur tutti quell'impeto lirico che fu proprio d e lla nat ura boiti ana e ancora spira no un a fresca frngranza eli spontane ità e ci i o ri g·in alità. Alcuni vog lio no classificare il Boito fra i r.om anti ci, per quella ingeg nosa bizzarria che è R e 01' SO e che sem bra collegarsi al roma nticismo, inteso nel suo sigliificato d'origine; altri lo classificano fra gli a nti -ro l~1 ant i ci, pe r lo spirito ca ri caturale che è appunto in Re Orso e per certe note di crudo verismo che sbucan fu ori a co ntrasto, qua e là, fra g li .a ltri s uoi canti. Ma quella del classificare è un a mania ormai vieta della critica nostra; e il Boito poeta è ..... il Boito; va le a dire che, pur a mm ette nd o oella sua poesia un certo ond eggiare fra lo scetticismo e la fede, fr a il reale e l'ideale - atteggia me nto psichico com un e agli spiriti giova nili de l te mpo - Egli è p ur sempre personale, sì nei concetti e sì nelle forme; anche in q ue1\'indugia rsi ch'Ei fa nell'antites i, a costo d i parere a rti fi cioso . Ec'. è si ncero. Il d ub bio e la fede furo no veram ente le forze co ntrasta nti e tormentose de ll a sua esiste nza e della sua arte: e forse in tale lotta, di cui Egli non ebbe mai fatto mostra se non nei suoi scritti primitivi, è la ragione del suo isolame nto volo ntario degli ul ti mi anni e anche d el sil e nzio da lui imposto sull'ultima opera del s uo poderoso ingegno. Il du.bbio e la fede: 46- questa, come tri buto di adorazione \'erso la d ivinità eterna della «eterna Bellezza» e q uello, come e ccesso di a utocritica intorno ai mezzi onde giungere a rapire e a fermare nell'attimo fuggente un raggio di quella « forma idea I purissima» che fu l'ansia contin ua della sua vita. Com unqu e, anche nel d ubbio, Poeta: e a nche nella musica, Poeta: come già nell'onda ritmica de' suoi Canti aveva riflessa la propria natura musicale, suscitando armonie de liziose. Anche là d.ove l'amore dei g iuochi di parole parve degenerare nell 'artificio, Egli obbedì non già a curi osi ci menti d i acrobatismi tecn ici ma ad un a legge ac ustica - mi si passi l'espressione - dell'anima sua, ~ un bisogno di creare della musica intorno a sè, anche con le parole. Tanto vero che dal ~a nto stacc.ato passò al libretto, riuscendo ad impr"imervi un 'orm a no· bilissima e itIusitata. Passò al li bretto forse perchè se ntiva le supreme ragioni de ll 'uni o ne fra la parola e la musica, e la necessità di un a integrazione musi ca le a quel tanto che la parola non basta a dire, di un'atmosfera più arm oniosa e diffusa entro cui il fantasma poetico possa piil libera mente spaziare. I suoi li b retti infatti, te nd ono già a ll a )TIusica, son quas i un a musi ca di pe r sè stessi: dalle prime cantate patriottiche agli ultimi s uoi poemi lirici, passa ndo per la serié g loriosa di Amleto, lIfefistofele, La Falce, U?t t?~a11to1tto, la Gioconda, Ero e Lealld?'o, P ier Ltt.igi Fa1~?/.ese, Otello, Falstajf, Ne1'(me, I1'a1-1t e Semira; - fantasia, idillio, d ramma, legge nd a, commed ia, tragedia - ha nn o tutti lfna nota vaga predo min ante che supera il bel verso, la bell a immagi ne, la forza d ell e situazioni drammatiche, la yarietà d egli argo menti e dei ca ratteri; ed è la 1I0ta di una poesia superio re che fluttu a in alto com e lIna in" isi bile e indefinibile 'essenza, che è ormai musica, ed alla musica anela per raggiung·ere la compiutezza nell'arte. Giuseppe Verdi sentì ta le esse nza s uperi ore d ell a poesia boitia na come suscitatrir.e di gra n- • di fant asmi, e se ntì la necessità di un a tale coll aborazio ne per consacrare un connu l~ che desse frutto di Bellezza. E i prodotti si videro e si vedra nno a ncora, pe rch è recano il s uggello della immortalità. Il connubio, poi, più perfetto della poesia e della musica, il Bòito raggiunse in sè stesso col Mefisto f ete, l'unica opera sua nota a tutt'oggi, ma tale da bastare alla sua gloria nel tempo; l'opera delle s ue lotte e del suo amore, quella che certo più che per un a sfid a ai due grandi che l'avevano preceduto nella scelta dell'argomento, Berlioz e Gounod Egli scrisse per le risonanze idea·li che il poema goetbia no aveva trovato nel suo temperamento. Ancora ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte 47 e sempre, il contrasto fra il reale e l'ideale, fr a "la lu ce e le ten ebr e, fra il Bene ed il Male, fra il dublJio e la fede, come nel Libro dei versi: ancora e sempre, irBoito di quei primi canti pieni di antitesi, il Boito che pènetra, come niun a ltri mai, nelle intime fonti del poema, ne coglie con l'anima irreqnieta le visioni più significative e le riporta al bel sole latino che le fa brillare di nova luce, pur se nza toglier lo ro il fascino misterioso originale. E _-l'opera nasce nella poesia, e si ri veste di note, e affronta il pubblico de ll a Scala e precipita: fors e per certe sue n ovità non comprese, forse per certe lungagginiche ingenerano noia, certo per il malanimo di ~lcuni «ele menti perversi che non hanno che la smania della dem olizione» come scriveva fieramente Filipp o -Filippi sulla P erseveraltza di qu el tempo (marzo r86 8). Ciò non ostante , iJ Boito si rivelava a soli venticinque anrli « un gra nde poeta musicista» e sette anni dopo il suo lIfefistofele, abbreviato di un atto, e opportunamente alleggerito e sfrondato tanto nel testo poetico, quanto nella parte musical e, vedeva risollevate trionfalmente le proprie sorti nelle memo rande rappresentazioni del Comunale di Bologna (ottobre r875). Ben lun gi dal voler tracciare una critica postuITia del capolavoro I)oitiano, non possiamo non constatare che a qualche inevitabile manchevolezza d'ordine tec ni cu, in erente all'età giovanile dell'Autore e anche ai tempi in cui Egli l'ebbe composto, suppliscono sublimi pregi ideali. Il P?'ologo, la Domenica di Pasqua, il Sabba ?'omalttico, il Sabba classico sono pagine di una bel lezza indistruttibil e, ove l' atmosfera assume i colori più svariati e l'a mpi ezza più sconfinata, e ove la dolente umanità di Margh e rita si leva di tra i fulgori e i terrori della inquieta visione, con la grazia e la mestizia di una primavera insidi ata e anzi tempo sfiorita. Ciò che v'ha di g rand e in quest'opera e farà sì ch'essa resti nella storia dell' arte, è la potenzialità ideale che tutta la pervade, attinta agli orizzonti del sogno con quella castitàd'anima coò cui il neofita si avvicina ad una comunione di pura Bellezza. Vedere, vedere al di rà delle stre-ttoje della tecnica e far propria la visione e m ettersel a dentro l'anima, si che anima e visione dive ngano una cosa sola immensa, trascendente i confini dell'umana natura e avvicinantesi a Dio, eCC0 ciò che form a l'Artista, degno di t al nome; ecco ciò che il Boito senti. P er questo alito che viene di ben lungi, dall e sfere imponde rabili ove l'uomo di pura fede aggiunge il conforto per la piccola vita te rrestre, per questo soffio che corre tra terra e cielo, come tlLl vento pregno di pòlline che fa con mille armo ni e tre molare le ajo le o fremere le boscaglie, l'o pera di Arrigo Boito non muore nè potrà morire mai . Del Ne?'one, poco o nulla si può dire . Esso fu il mistero della vita del Maestro per quarant'anni. Ognuno sa di quale discI'eto silenzio fos se circondata quest'opera, "ivendo l'Autore; oggi, dopo la sua morte, pur conoscenuo che essa è finita in quattro atti, non sappiamo se verrà publ.Jlicamente rappresentata oppure se rim arrà inedita, in omaggio a quel sacro mistero che il Boito aveva imposto sull'opera Stln. Qnel ch p. si può dire, è che il lilJretto, pubblicato già parecchi anni o r sono - non ostante le solite e oziose polemich e le quali ne seguirono la comparS<I, si impose come una splendida opera d'arte ; e anche oggi non si possono legge re senza profo nd a commozione que lle pag ine soffuse di così ri cco Iirismo e temprate a tanta efficacia drammatica! Ma l'attività di Arrigo Boito non si limitò alla creazione poetico-musicale. Egli e ra veramente l'accordo vivo e vibrante di ogni più pura energia: in lui , il filantropo integrava l'artista, e il cittadino integrava l'artista e l'uomo. La sua dirittura rifulse nelle pubbliche cariche, come la sua bontà profonda scaldò molte anime nella' vita. Egli fu sempre pronto a dare sè ' stesso per ogni causa che interessasse l'arte e gli artisti, o, comunque, il bene social e. Prese parte a molti congressi musicali (fra cui Parigi, Milano, Arezzo) e fu delegato govern ativo col Blaserna al Congresso di Vienna per l'adozione del « corista normale ». Diresse per un anno il Conservatorio di Parma in sostituzione di Franco Faccio, a cui era legato di fraterna amicizia: sostituzione che Egli, con un gesto dì grande bellezza morale, volle spontanea, perchè al Facci?, irrimediabilm ente e tragicamente infermo, venissero conser vati almeno gli onorari del p_osto. Giusto ed a ustero, compiè per incarico del Governo varie ispezioni al Conservatorio di Napoli; presiedette diverse Commissioni per la nomina di Direttori di Conservatorio e fu per lun ghi anni Presidente della Commissione Permane nte per l'Arte Musicale. In quest'ultimo coll egio Egli sedette con scrupolosa coscienza dell'impegno ass unto: la sua parola ca lda e sua dente avv in ceva e co nvinceva, cosicchè gli ordiname nti degli Istituti e le discipline musicali portano l'improl1.ta dell'alta e geniale sua collaborazione. Severo, ma sereno nei giud izi, ammirava i giovani le cui produzioni non fossero.inquinate dalle tendenze catastrofiche ultra-m od erne, li incoraggiava, li proteggeva e con l'ese mpio li arl1moniva a non patteggiare col volgo . Profondo conoscitore e fervido ammiratore di Bach, .ebbe pure il cu lto p er la polifonia pa- ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte lestriniana e per la musica pura italiana . Amò aneddoti lo dimostrano. Eccone un o p er tutti. il Ross ini de l Barbiere di Siviglia e de l Gu· A un giova ne maestro- che soll ecitava un g iug li elmo Tell: predilesse il Verdi del Rigoletto, dizio sul valore di una raccolta di ottanta arie dell a Traviata, dell'Aida, dell'Ote ll o e seglla· del Cava ll i da lui trascritte, scriveva pre ss'a tamellte del Fa lstaff. In queste due ultime poco cosÌ: « ho ri scontrato in essa la fluidità opere forse Egli sentiva riflessa una parte di del canto, la purezza dell'armonia, e quella sè, quella parte che, uscitagli fuor de ll'anima grazia negli a ndamenti tutta particolare dei come fiato a tepore di poesia, doveva trarre Maestri del settecento; ma ahim è! Chi mai il genio verdiano a fiorire nell 'ultima prima· ai di nostri si sentirà l'animo di far buon viso vera immortale. ad una sÌ co piosa e forzatamente monotona produzione? Ness un o, o p ochi di certo! l o Ammirò anche Wagner, non senza mo lte non posso perciò se no n mandarle i miei mariserve, come appare dalle sue lettere a Calinconici 1'attegTame?tti! » millo Bell aigue; g li contestò talora la siucerità Caro e dolce uomo, scomparso pur tr oppo e paragonò il sistema de l leitmotif a quello da l l'no ndo senza aver potuto salu tare q uesta di certi m ercata nti che, pe r aguzzare il desideaurora di vittoria che fiammegg'ia sul cielo! rio del compratore e ricavarne ll1ag'gior frutto, Egli che amava ta nto la Patria, sì da aver esibiscono la lo ro merce a piccol e dos i. dato ad Essa i primi palpiti d e ll 'arte sua, Egli Contrariato più da ll o spirito d(ssol v itore delche nel 1866 ebbe indossata la ca micia garile prerogative de ll 'arte italiana, che non dalle baldin a per la campagna nel T iro lo, o h non coscienti o incoscienti arditezz e di cui son maaveva certo cessato di palpitare allsiosamente teriate le modernissim e produ ziç:> ni, dep lorava con tutti i veri italiani e coi popo li oppress i, in la tende nza a sopprim ere l'elemento essenqnest'u ltima g uerra di li berazione! La morte ziale de ll a musica: il sc1ttimento. Non era un purtroppo lo colse prima a ncòra de ll ::t nostra form alista, m a le deformazion i e le stravaga nze lo irritavano. Noi lo ricordiamo quando, co..!!.. riscossa su l Piave ; cosÌ que ll ~ meravig'liosa ::tnima canora chiu se il cicl o de ll e sue meloclie voce fatta aspra da ll a collera, si scagli ava conentro una p al'e ntesi d'armi, fra la giovinezza tro i filibustieri dell 'a rte, flage ll a ndoli' a sangue pugn<lce e la vecc hiezza aspettante . Ma c1'01coll' impeto de ll'offesa coscienza. tre g li spazi, se è vero che gli spi riti sopravSenza essersi mai dato apertamente alla criviva no e che gli E letti acquistino la conoscenza tica, senza aver mai dettato alcull t rattato d'edei rivelati misteri, l'anima d i Arrigo Boito esu lstetica, il Boito esercita va ugualmente un a influenza enorme negli ambie nti musicali. Ba- . terà per !'Italia e 'per l'U manità, p erò che potrà vedere più innanzi di noi, negli immancastava avvicinarlo, o anch e soltanto vederlo, bil i destini della Giustizia. per sentire il fascino dell a sua in corru ttibi lità A ll a memoria de lI 'u omo che amò I 'llomo, artistica ed uma na, e sentirsi avvolti in un de l cittadino che amò il suo paese e te nn e clima di purità e di poesia. fede ai suoi doveri, dell'artista che d eli ziò il L'austera devozione all'Arte e il grande r.imondo co' suoi num e ri e co' suoi canti, alla spetto agli inviolabili diritti di essa, lo indume m oria di Colui che fu n emico di ogni comceva no a non svelare i favori de ll a sua Musa, piacente condiscendenza, di ogn'i transazione se non, per vera eccezione, a qualche privilevergognosa, di ogni basso lenocinio d'arte, al giato, intimo e fidato amico. Maestro di dignità e di fermezza, al « cuor de i A tal proposito, chi scrive questi cenni ricuori » che noi piangiamo, pur sentendolo ricorda d i essersi t rov"to un a sera a pranzo da vivere nella parte meno ind egna di noi meun pubblicista di Napo li, col Boito e col pittore Mancini, nell'occasione di un'ispezione a . desimi, non possiamo rendere che un omaggio : cercare di plasmare sul suo mod e ll o la nostra quel Regio Conservatorio. Pregato dall a gracoscie nz a d' uo mini e d'artisti. E sa r à il tributo ziosissi m a signora che lo ospitava a dare ai migliore dell a nostra ammirazione ed il n'lagpresenti la gioja di gustare due 1Iote de l Nerone, gior bene che possiamo atti ngere all a sua ereil Boito, con aria di premurosa condiscendenza dità. appressatos i e r imanendo ritto davanti al pianoforte, toccò due tasti esclamando: «ecco Ottobre 1918. due note che ci sono sic uramente nel mio M. ENRICO BossI. Nerone! » L 'arguzia gli era fedele compagna: infiniti Redatlo;'e "espollsabile : L VIGI P ARP AGLIO LO. Roma , 19 19 - Tipografia Editrice Ro mana, via della Frez1.a.57-61. •