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Pubblicato il 23 Marzo 2016
L'opera di Arrigo Boito ha incontrato il favore incondizionato del pubblico del Teatro Verdi
Mefistofele un trionfo pisano
servizio di Mario Del Fante
PISA - Il ventiseienne Arrigo Boito, poeta, letterato, musicista, punta di diamante della scapigliatura,
era approdato alla composizione dell’opera, dopo aver tratto il libretto dal Faust di Wolfgang Goethe
musicando le due parti del poema a differenza di Charles Gounod che aveva attinto solo alla prima
parte, incentrata sui personaggi di Faust e Margherita .
A Boito interessava il poema di Goethe in quanto opera filosofica, massima espressione del confronto
fra Bene e Male, per comporre un’opera che avrebbe indicato le nuove vie che la musica avrebbe
dovuto seguire nell’avvenire. Gli scapigliati sostenevano Wagner, mentre Verdi era considerato
vecchio e superato. (poi sappiamo come andò a finire, quando dopo anni di silenzio, vennero
rappresentati Otello e Falstaff , due capolavori dell’ultimo Verdi su libretti dello stesso Arrigo Boito!)
C’era una grande attesa a Milano per la prima di Mefistofele, la nuova opera, di cui tanto si era parlato e scritto, che, diretta
dall’autore, andò in scena al Teatro alla Scala l’8 Marzo 1868, preceduta da cinquantasei giorni di prove. Dopo l’inizio
applaudito si passò poi ai fischi che decretarono un completo insuccesso, tanto che l’opera venne ritirata e da allora, per
alcuni anni , Arrigo Boito si sarebbe firmato con l’anagramma di Tobia Gorrio. Le ragioni dell’insuccesso furono molteplici, fra
queste l’eccessiva lunghezza - ben cinque ore e mezza oltre all’inesperienza di Boito come direttore, la non perfetta forma di
alcuni interpreti, ma soprattutto le molte novità non sempre sorrette dall’invenzione musicale. L’opera fu accantonata e
ripresentata il 4 Ottobre 1875 nella “progressista” Bologna, ridotta a tre ore e mezza, riveduta e riscritta in molte parti, con
maggiore spazio alla vicenda d’amore di Faust e Margherita, dando alle fiamme la prima versione. Questa volta fu un
successo che consentì al Mefistofele di entrare a far parte del grande repertorio dell’opera italiana.
A distanza di oltre quarant’anni dall’ultima rappresentazione, il teatro Verdi di Pisa ha ripresentato l'opera di Boito, che è
andata in scena Venerdi 18 marzo 2016, con grande successo. Il capolavoro boitiano è un’opera monumentale che richiede
un notevole impegno organizzativo e grandi risorse, comunque molto più di quanto viene richiesto dalla normale
programmazione; e va dato atto ai dirigenti del teatro di aver affrontato e risolto eccellentemente quanto i grandi Enti teatrali
raramente sono capaci di affrontare.
Tutte le componenti dello spettacolo hanno contribuito al successo: dalla sfida iniziale fra Dio e Satana e il patto fra
Mefistofele e Faust, all’amore fra Faust e Margherita e poi nella reincarnazione di questa, dopo la morte in carcere, con Elena,
fino alla conclusione con la salvezza dell’anima di Faust e alla sconfitta del Male.
La buona compagnia di canto ha avuto in Giacomo Prestia un autorevole protagonista, (pur non avendo una voce di basso
profondo come richiede Mefistofele). Bravo il tenore Antonello Palombi che ha cantato il ruolo di Faust con eleganza,
morbidezza e varietà di fraseggio. Anche Valeria Sepe (Margherita) è stata particolarmente applaudita nella scena del carcere.
Bene anche Elisabetta Farris (Elena), Sandra Buongrazio (Marta), Sergio Dos Santos (Wagner e Nereo); Moon Jin Kim
(Pantalis).
Di grande effetto l’impegno corale che ha visto la partecipazione di più cori: quello Toscano diretto da Marco Bargagna, quello
dell’Università di Pisa e del Laboratorio lirico San Nicola diretto da Stefano Barandoni e i Pueri cantores di San Nicola e
Santa Lucia diretti da Emma Zanesi. Il M° Francesco Pasqualetti ha diretto con molta cura tutte le componenti e l’Orchestra
della Toscana. Hanno contribuito al successo le molte scene di Biagio Fersini su ideazione di Enrico Stinchelli che era
anche il buon regista di questo grandioso spettacolo, e le luci di Michele Della Mea. Come abbiamo detto, il pubblico ha
rivolto grandi applausi a tutti i protagonisti . Si replica il 9 e 10 Aprile al Teatro il Giglio di Lucca e il 29 e 30 Ottobre al Teatro
Sociale di Rovigo.
Crediti fotografici: Massimo D'Amato per il Teatro Verdi di Pisa
Nella miniatura in alto: il direttore Francesco Pasqualetti
Nella sequenza al centro: il tenore Antonello Palombi (Faust); il soprano Valeria Sepe (Margherita); il basso Giacomo Prestia (Mefistifele); il Coro
In basso: foto d'assieme sulle scene di Biagio Fersini
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