Storia della musica 2° parte L'intervento si è svolto di fronte ad un numero di soci/e imprecisato ( comunque inferiore a 20!) ed è riportato. in riassunto. quì sotto. Al termine, circa un ventina di minuti sono stati dedicati all'ascolto di alcune ouverture, note e meno note,da opere di G.Rossini. La 3^ ed ultima parte della lezione di cui sopra sarà interamente dedicata a Giuseppe Verdi STORIA DELLA MUSICA – 10^ LEZIONE : 2^ PARTE Prima di entrare nell'Italia della “ grande “ lirica ci troviamo di fronte ad un musicista, Nicolò Paganini (1782>1840), che non coltivò questo genere ma fu un impareggiabile virtuoso nel violino ed estimatore della chitarra. Egli fu e rimane il massimo rappresentante della scuola violinistica italiana, sulla scia dei predecessori Corelli e Tartini. Bellissimi i suoi “ Capricci “ op.1 per solo violino, strabiliante esempio del suo virtuosismo, i suoi Quartetti per musica da camera, composti da violino, viola,violoncello e chitarra ed i suoi 6 concerti per violino e orchestra. Stravagante, romantico e irrequieto libertino, ebbe un grande successo anche nella vita privata. Morì nel 1840 di faringite, lasciando il suo prezioso violino alla città natale di Genova. *************************** Nel 1800 musicale l'Italia non è più quella dei sinfonisti, perchè irrompe prepotente e la sovrasta quella del “ melodramma “ ( dramma musicato ) dei G. Rossini (1792>1868), dei V. Bellini (1801>1835), dei G.Donizetti (1797>1848) e, più avanti, dei G.Verdi (1813>1901) e dei G.Puccini (1858>1924). Sarebbe lungo e dispersivo trattare singolarmente vita e opere anche soltanto dei più popolari dei succitati artisti, sopratutto se ad essi, in questa parte della 10^ lezione, si dovessero aggiungere anche G.Verdi e G.Puccini. Riferisco prima sui primi tre, i cui nomi sono talmente noti che basta menzionare il titolo di una delle loro opere per richiamare alla mente brani o arie di essa universalmente divulgati e da molti...orecchiati. I primi anni della carriera di G.Rossini furono dedicati all'opera “ comica “, tra cui “ Il Signor Brushino”, “ La Gazza Ladra “ e l'arcinoto Figaro de “ Il Barbiere di Siviglia “, tutte precedute da bellsisime ouverture. Successivamente si dedicò all'opera “ seria “ ( Armida, Semiramide, La donna del Lago, Guglielmo Tell...). Sposò la cantante Isabella Colbran, con la quale si recò all'estero, fissando poi la propria dimora a Parigi dove, minato da ripetuti esaurimenti nervosi, morì nel 1868, lasciando anche dei capolavori di musica sacra, tra cui uno “ Stabat Mater “. Di G. Donizetti ricordiamo il trionfo alla Scala con “ Anna Bolena l' “ Elisir d' Amore!”, suo capolavoro comico, e quello serio della “ Lucia di Lamermoor “. Nel 1845 a Parigi, dove si era trasferito su invito di Rossini, fu colto da paralisi che, nel 1848, a Bergamo lo condussero a morte. V.Bellini esordì e trionfò alla Scala con “ Il Pirata “ e si parlò subito di un nuovo Rossini. Autore de “ I Puritani “ e de “ La Sonnambula “, le sue opere più note restano “ Norma “ e “ Turandot “, della quale l'aria “ nessun dorma “ costituisce ancor oggi uno dei cavalli di battaglia di tenori di fama mondiale, che si cimentano nella parte di Calaf, del quale L.Pavarotti fu impareggiabile interprete, con il suo acuto finale in crescendo “ all'alba vincerò! Vincerò! Vinceroooooo! “, seguito dall'interminabile applauso di un pubblico pressochè delirante. E' opportuno a questo punto accennare ad alcuni autori di quel movimento lirico parallelo che fu il “ tardo romanticismo “. Vi primeggiano Amilcare Ponchielli ( 1834>1886 ) ed Arrigo Boito ( 1842>1918 ): il primo ebbe un grande successo con “ La Gioconda “, su libretto di Boito, e con “ I Lituani “, con la quale debuttò a La Scala. Boito è sopratutto un librettista: suoi sono i libretti sui quali Verdi musicò due dei suoi grandi capolavori, quali “ Otello “ e “ Falstaff “, mentre “ Mefisofele” fu l'unica opera lirica che Boito riuscì a terminare. gb