DISTURBI DI APPRENDIMENTO SCOLASTICO Dott.ssa Susanna Frasconi 1 FILM 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Cosa vuol dire “SPECIFICO”? 14 Le difficoltà d’apprendimento in età evolutiva sono suddivisibili in: e disturbi non specifici d’apprendimento (DNSA) disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) 15 Disturbi non specifici: DNSA Definizione I disturbi non specifici di apprendimento si riferiscono ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e competenze non limitata ad uno o più settori specifici delle competenze scolastiche, ma estesa a tutta l’esperienza scolastica 16 Disturbi specifici: DSA Definizione I disturbi specifici di apprendimento si riferiscono ad una specifica difficoltà nell’imparare a leggere, scrivere, fare di conto senza che altri settori dello sviluppo siano compromessi 17 Quante persone interessa? 18 Le difficoltà non specifiche di apprendimento (DNSA) riguardano il 10-20% della popolazione scolastica I disturbi specifici di apprendimento (DSA) (dislessia, disgrafia e disortografia, discalculia) si riferiscono al 2-5%. 19 Chi o cosa causa i DSA? 20 ???????? Si tratta di un problema neurobiologico, costituzionale (si nasce così), di connessione tra le cellule nervose. 21 Fattori di Rischio 1. due o più anestesie generali successive al parto, prima del quarto anno di vita 2. presenza di disturbo del linguaggio: il rischio di sviluppare dislessia nei bambini che avevano un disturbo di linguaggio sia a 5 che a 8 anni è risultato circa 6 volte superiore a quello del gruppo di controllo (Tomblin, 2000) 3. sesso maschile: è emersa un'incidenza maggiore di dislessia nei maschi rispetto alle femmine (circa 2,5 volte superiore) 4. storia genitoriale di alcolismo o di disturbo da uso di sostanze 5. familiarità: un genitore affetto da dislessia 6. esposizione in gravidanza alla cocaina 22 Quando si può dire che un bimbo ha un DSA? 23 La diagnosi di dislessia e disortografia non può essere formulata prima dell’inizio della III classe elementare. Quella di discalculia non prima della fine della III elementare. Tuttavia, già in I elementare possono essere rilevati, come fattori di rischio, degli indicatori precoci 24 Quali sono questi indicatori di rischio in età prescolare? 25 Di tipo linguistico 1. se non completa le frasi, utilizza parole non adeguate al contesto o le sostituisce, confonde, sostituisce, omette suoni o parti di parole, e ha un’espressione linguistica inadeguata 2. se ha scarsa abilità nell’utilizzo delle parole nei giochi linguistici, nelle rime, nelle storielle inventate, nell’invenzione di nomi per i personaggi (abilità metafonologiche) 26 Di tipo psicomotorio 1. difficoltà grafo-motorie, 2. difficoltà di orientamento e integrazione spazio-temporale, 3. difficoltà di coordinazione oculo-manuale e di coordinazione dinamica generale, dominanza laterale non adeguatamente acquisita, 4. difficoltà nella copia da modello o disordine nel foglio 27 27 5. difficoltà nella discriminazione memorizzazione visiva sequenziale, e 6. lentezza nelle varie attività 7. manualità fine inadeguata 8. goffaggine nel vestirsi, scarpe, riordinare allacciarsi le 9. difficoltà di orientamento nel tempo scuola, 10. difficoltà nell’esecuzione autonoma delle attività della giornata, difficoltà ad orientarsi nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani). 28 Cosa fare se alla Materna sono presenti insieme diversi di questi segni? Vedi anche Linee guida MIUR pag. 10-11 29 ………………………………… 30 Se persistenti nel tempo vanno segnalati ai genitori perché portino i bimbi presso i servizi sanitari dell’età evolutiva per un approfondimento ed una eventuale riabilitazione logopedica e/o psicomotorica. 31 NELL’ARCO DELLA 1° ELEMENTARE è opportuno che le insegnanti realizzino delle osservazioni sistematiche e periodiche delle competenze di letturascrittura-calcolo non solo con l’obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate ma anche per individuare eventuali difficoltà. 32 33 34 ………………………………………. 35 AL TERMINE DELLA 1° ELEMENTARE la scuola deve segnalare ai genitori i bambini che presentino una o più delle seguenti caratteristiche nella letto-scrittura: a) difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema-grafema; b) mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura; a) eccessiva lentezza nella lettura e scrittura; b) incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile; 36 Oppure che nella matematica non abbiano raggiunto una o più delle seguenti abilità : a) il riconoscimento di piccole quantità, b) la lettura e la scrittura dei numeri entro il dieci, c) il calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto. 37 ALLA FINE DELLA 2° ELEMENTARE: è necessario segnalare un bambino che: 1. Legge ancora per parole, 2. Compie errori fonologici in lettura e scrittura, 3. Non sa staccare correttamente le parole, 4. Non sa ripetere quello che ha letto. La segnalazione da parte degli insegnanti vede come primo interlocutore la famiglia per un successivo invio ai servizi sanitari per l’età evolutiva eventualmente mediato dal pediatra. 38 E’ auspicabile, che i servizi sanitari possano realizzare la valutazione, in tempo per avviare tutti quegli interventi e tutte quelle procedure che siano utili a ridurre le difficoltà riscontrate, sebbene una diagnosi di dislessia-disortografia non possa essere formulata solo più tardi 39 Schema per la gestione dei DSA Scuola Famiglia Servizi Richiesta di valutazione Iter diagnostico Restituzione alla scuola Diagnosi documento di certificazione diagnostica Interventi di identificazione casi sospetti Attività di recupero didattico mirato Persistenti difficoltà Comunicazione della scuola alla famiglia Provvedimenti compensativi e dispensativi – Didattica e valutazione individualizzata e personalizzata Linee Guida MIUR 40 Che cosa sono i DSA? 41 DISLESSIA 42 43 Cosa non Funziona? Non riescono ad acquisire il necessario meccanismo automatico che permette di decifrare le lettere, le sillabe, le parole, le frasi, il messaggio scritto. Per cui lo fanno mettendoci molto tempo o facendo errori o tutte e due le cose 44 Meccanismi della lettura 45 Fasi di acquisizione della lettura/scrittura La parola viene trattata come un LOGO, riconosciuta per la sua configurazione visiva La parola viene analizzata lettera per lettera, (poi, sillaba per sillaba) apprendimento della corrispondenza grafema-fonema La parola viene analizzata secondo le regole ortografiche La parola viene trattata come un’unità dotata di significato 46 2 strategie: 1. detta dell’accesso indiretto (o via fonologica) che richiede l’analisi delle singole subunità che compongono la parola (lettere e sillabe) attraverso le regole di conversione grafema-fonema (es. /c/-/a/ si pronuncia /ka/), viene ricostruita la sequenza fonologica che consente la lettura ad alta voce della parole ed eventualmente il recupero del suo significato. 2. detta dell’accesso diretto (o via lessicale o visuospaziale), attraverso la quale il soggetto riconosce globalmente la parola e dopo averla riconosciuta la richiama dalla memoria lessicale, e arriva a pronunciarla 47 VIA FONOLOGICA INDIRETTA Suddivisione della parola Analisi delle subunità che compongono la parola (lettere e/o sillabe) scritta nei diversi grafemi che la compongono Regole conversione grafema-fonema Assegnazione ad ogni grafema del fonema corrispondente VIA VISIVA DIRETTA LESSICALE Analisi visuo-spaziale della parola Riconoscimento globale visivo dello stimolo Ricerca nella memoria Tanti riconoscitori quante sono le parole conosciute Richiamo della rappresentazione lessicale della parola Fusione 1. dei singoli fonemi in sillabe 2. delle sillabe in parole Ricostruzione catena fonologia eventuale richiamo della rappresentazione lessicale della parola Strategia linguistica Meccanismo di produzione delle parole Attivazione del corrispettivo fonologico della forma della parola Attivazione sistema articolatorio LETTURA DELLA PAROLA 48 Strategia percettiva Entrambe queste vie sono indispensabili alla lettura La via fonologica è necessaria per leggere stringhe di lettere che non formano delle parole oppure parole non conosciute dal soggetto e che quindi, per definizione, non possiedono un’entrata nel lessico mentale La via visiva invece è richiesta per leggere le parole irregolari es. il suono /gli/ di “glicine” non si pronuncia come nel pronome “gli” parole straniere parole omofone non omografe (“lago” rispetto a “l’ago”). 49 Cosa non Funziona Il modello a due vie non è accessibile in quanto solo una via di accesso è efficiente, mentre l’altra non è disponibile oppure non lo sono entrambe. I soggetti non riescono ad acquisire il necessario automatismo che permette di decodificare il messaggio scritto. 50 I processi automatizzati sono svolti stabilmente con un alto grado di velocità e accuratezza; sono realizzati inconsciamente e richiedono un minimo impegno attentivo. I processi non automatizzati sono, invece, svolti lentamente in maniera non accurata e richiadono un grande impegno attentivo. 51 Quali sono le caratteristiche dei diversi tipi di dislessia? 52 Dislessia con alterazione dei processi di codifica fonologica. Caratterizzata da difficoltà di ordine fonologico e nell’integrazione simbolo-suono. 53 1. Difficoltà a identificare i suoni che costituiscono una parola (cioè ad assegnare il suono giusto ad ogni grafema) 2. Difficoltà a realizzare la sintesi fonemica dopo aver identificato i singoli fonemi e la sintesi sillabica dopo aver identificato le singole sillabe CHE DETERMINANO IN PRATICA: 1. Lentezza nella transcodifica segno-suono (cioè nella conversione grafema-fonema) 2. Difficoltà con le parole sconosciute non-parole in quanto si può usare soltanto l’accesso diretto (lettura globale). 54 3. Lettura frettolosa e per niente accurata (tentano di leggere le parole utilizzando minimi indizi, di solito dalla prima o dall’ultima sillaba, non si correggono quando sbagliano e pronunciano, a volte, parole senza senso ) 4. La comprensione mantenuta inizialmente risulta 5. E’ accentuata la normale differenza tra la lettura di parole e quella di non-parole, di parole comuni e di parole a scarso uso 6. Sono presenti molti errori 55 Per la frequenza elevata di errori che compaiono immediatamente all’inizio dell’apprendimento della lettura e scrittura, vengono solitamente individuati, molto tempo prima dei dislessici visivi. 56 Dislessia legata a disfunzione delle abilità visuo-percettive. E’ caratterizzata da difficoltà a percepire ed a ricostruire la configurazione visuo-spaziale della parola scritta. 57 E’ sottesa da disturbi visuo-percettivi, cioè difficoltà: nel riconoscere le parole così come appaiono nella memoria visiva nell’orientamento spaziale (delle lettere es. d-b) 58 1. Lettura lenta ma relativamente accurata (tendono a sillabare tutte le parole come se le vedessero per la prima volta) 2. Comprensione compromessa precocemente 3. Difficoltà a recuperare il significato di parole omofone non omografe (es. la distinzione nel significato di lago rispetto a l’ago) 4. Nessuna differenza tra la lettura di parole e quella di non-parole, di parole comuni e di parole a scarso uso 59 Per queste caratteristiche non vengono segnalati precocemente dalle scuole. Può succedere, a volte, che ciò avvenga alla fine della quinta elementare oppure addirittura in prima media. 60 IN SINTESI 61 DISLESSIA FONOLOGICA 1. Caratterizzata dalla compromissione della via non lessicale, FONOLOGICA 2. il soggetto legge solo attraverso la via visiva diretta 3. quindi è in grado di leggere solo parole conosciute e recuperate dal lessico 62 mentale DISLESSIA VISUOSPAZIALE 1. Caratterizzata dalla compromissione della via visiva diretta 2. la lettura delle parole avviene attraverso la via fonologica 3. risulta più accurata ma lenta perché ogni parola viene letta come uno stimolo nuovo 63 Quali sono gli errori più frequenti nel leggere ? 64 1. difficoltà a distinguere lettere simili per il suono: (d-t, b-p, f-v, c-g); 2. scambio tra lettere con tratti visivi simili: (d-b, p-b-q, m-n, r-e); 3. inversione di lettere nell’ambito di una stessa sillaba: (lad per dal; id per di, li per il); 4. omissioni di lettere o sillabe nell’ambito della parola: (doni per domani); 5. sostituzione di intere parole: (auto al posto di aereo). 65 DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA 66 67 Cosa vuol dire difficoltà nella realizzazione grafica? Difficoltà nella riproduzione manuale delle lettere proprio come se fossero dei piccoli disegni. La conseguenza è che i bimbi disgrafici lo fanno con un tratto grafico “disarmonico, irregolare, disordinato, tremolante etc.” e con lentezza. 68 Cosa vuol dire difficoltà nei processi linguistici di transcodifica? 1. a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in lettere cioè nell’acquisizione dei processi fonologici (dall’analisi fonemica all’associazione del fonema al grafema) 2. a rispettare le regole ortografiche uso dell’h, le doppie, gli accenti, gli apostrofi… la conseguenza è che il bambino disortografico scrive facendo molti errori 69 Quali sono gli errori più frequenti nello scrivere? 70 1. Inserimento od omissione di sillabe e lettere 2. Scambio di grafemi (g-c f-v, r-l) 3. Errori ortografici (sh,sch,gh,gl) 4. Omissioni o aggiunte dell’h 5. Presenza di separazioni o fusioni illegali (in-sieme, lacqua, nonèvero, laradio) 6. Inversioni di sillabe e lettere, inversioni visuo-spaziali ed inversioni di lettere visivamente simili, scrittura speculare (il-li, d-b-p-q; da-ad) 71 DISCALCULIA 72 73 Cosa non Funziona? I bambini discalculici non riescono ad essere veloci ed accurati: 1. nel manipolare i numeri come contare avanti ed indietro, leggere e scrivere i numeri, ordinare i numeri in base alle dimensioni, dare giudizi di grandezza tra numeri (76 è più grande o più piccolo di 67?) o dire di due mucchietti di cose dove ce n’è di più 2. nel eseguire operazioni di calcolo come fare i calcoli a mente, anche molto semplici, automatizzare il meccanismo delle operazioni in colonna, imparare le tabelline, riconoscere i simboli 74 aritmetici (+ - x :) Quali sono i diversi tipi di discalculia? 75 CLASSIFICAZIONE Deficit Selettivo del Sistema Dei Numeri Deficit Selettivo del Sistema Del Calcolo 76 Deficit Selettivo del Sistema Dei Numeri 1. Incapacità ad riconoscere la numerosità e/o a distinguere i mutamenti di numerosità 2. Incapacità a dare giudizi di stima 3. Impossibilità a processare piccole numerosità 4. Difficoltà nella Transcodificazione Incapacità comprendere (leggere) o a produrre (scrivere) numeri nei vari codici 77 Deficit Selettivo del Sistema Dei Numeri Principali errori di tipo sintattico 1. Errori nell’enumerare e nell’ordinare i numeri in base alle dimensioni (linea dei numeri) prima che venga interiorizzata la sequenza numerica: Non esegue correttamente la serie ( Es: 1,2,6,10..) Esegue la serie con pseudoassociazione di oggetti al contatore cioè salta o conta gli oggetti due volte 2. Mancato riconoscimento del valore posizionale delle cifre (Es:dico o scrivo “duecentocinquantasette” 527) 4. Mancato riconoscimento del valore posizionale dello 0 (Es: “duemilacinque” 2500) Possiamo definirli errori di transcodificazione 78 Deficit Selettivo del Sistema Del Calcolo 1. Confusione tra i simboli operazionali (es. 5-4=9) per difficoltà ne il riconoscimento dei simboli grafici, la capacità di riprodurli graficamente e organizzarli nello spazio 2. Difficoltà nel fare i calcoli a mente e scritti 3. Difficoltà selettive nel recupero delle procedure di calcolo (errori nell’incolonnamento, nell’uso del riporto o del prestito) 4. Deficit selettivo nel recupero dei fatti aritmetici con preservata capacità di applicazione delle regole per l’esecuzione delle operazioni a più cifre 79 Chi può fare e come si fa a fare la diagnosi di DSA? 80 Chi ? 81 ………………………………………. 82 83 84 Come? Linee guida 85 CONSENSUS CONFERENCE DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference Montecatini Terme, 22-23 settembre 2006 Milano, 26 gennaio 2007 Consensus Conference promossa da Associazione Italiana Dislessia 86 ENTE PROMOTORE: Associazione Italiana Dislessia (AID) COMITATO PROMOTORE (AID) Mario Marchiori (coordinatore); Roberto Iozzino; Enrico Savelli; Cristiano Termine;ClaudioTurello SOCIETÀ SCIENTIFICHE E ASSOCIAZIONI partecipanti alla sessione scientifica della Consensus Conference (Montecatini Terme): Associazione italiana pediatri (ACP) Associazione federativa nazionale ottici optometristi (AFNOO) Associazione italiana ortottisti assistenti in oftalmologia (AIOrAO) Associazione italiana per dell'apprendimento (AIRIPA) la ricerca e l'intervento nella psicopatologia Associazione italiana tecnici audiometristi (AITA) Associazione nazionale unitaria psicomotricisti italiani (ANUPI) Federazione logopedisti italiani (FLI) Società italiana di neuro-psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (SINPIA) Società scientifica logopedisti italiani (SSLI) Società Uditore: Società Italiana di Audiologia e Foniatria (SIAF) 87 88 2 TIPI DI DIAGNOSI 89 1. DIAGNOSI NOSOGRAFICA (x il certificato) 2. DIAGNOSI FUNZIONALE (x il trattamento) 90 DIAGNOSI NOSOGRAFICA 1. DI ESCLUSIONE (cioè definisce ciò che se presente fa escludere che sia DSA) 2. DI INCLUSIONE (cioè definisce ciò che permette di stabilire che è DSA) 91 CRITERI PER FARE DIAGNOSI DI DSA Assenza di disturbi psichiatrici importanti Assenza di disturbi sensoriali Assenza di disturbi neurologici Assenza di fattori esterni che possano interferire con 92 un’adeguata istruzione Particolare cautela andrà posta in presenza di situazioni etnico-culturali particolari, derivanti da immigrazione o adozione, nel senso di considerare attentamente il rischio sia dei falsi positivi (soggetti a cui viene diagnosticato un DSA meglio spiegabile con la condizione etnicoculturale), sia dei falsi negativi (soggetti ai quali, in virtù della loro condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un DSA). 93 CRITERI PER FARE DIAGNOSI DI DSA Compromissione del Calcolo Compromissione della Scrittura Compromissione della Lettura Efficienza intellettiva Assenza di disturbi psichiatrici importanti Assenza di disturbi sensoriali Assenza di disturbi neurologici Assenza di fattori esterni che possano interferire con 94 un’adeguata istruzione Efficienza Intellettiva il livello intellettivo deve essere nei limiti di norma, che significa un QI = > a 85 95 Quali sono i parametri numerici per definire patologica la compromissione di una abilità specifica? 96 CRITERI DI PATOLOGIA Compromissione del Calcolo Compromissione della Scrittura Compromissione della Lettura La compromissione dell’abilità specifica deve essere significativa, che significa: per la velocità: inf. a -2ds dai valori normativi attesi per l’età o la classe frequentata per l’accuratezza: uguale o inf. a 5° perc. 97 Numero di casi Valore medio Area di diagnosi del DSA -2 -1 0 +1 +2 Velocità di lettura (Sillabe per unità di tempo) Deviazione standard Numero di casi Valore medio Area di diagnosi del DSA 5° 10° 0 90° 95° Numero di errori Percentili 98 Compromissione lettura Valutazione lettura: parole, non parole, brano I parametri essenziali sono: 1. la velocità misurata come il tempo di lettura in sill/sec 2. la correttezza misurata come numero di errori nella lettura 99 N.B. La comprensione del testo non concorre alla formulazione della diagnosi di dislessia, anche se fornisce informazioni utili sull'efficienza del lettore 100 Compromissione scrittura Esame delle componenti disortografiche e disgrafiche Valutazione disortografia: Dettato parole, non parole, brano parametri: la correttezza misurata come numero di errori 101 Compromissione scrittura Valutazione disgrafia: 1. velocità della scrittura misurata come il numero di lettere al min 2. analisi qualitativa caratteristiche del grafico. delle segno 102 Dove inizia la brutta calligrafia e quando possiamo parlare di disgrafia? PARAMETRI • Lettere o parole mal allineate • spazio insufficiente tra le parole • curve acute di collegamento • irregolarità nei collegamenti (pause) • assenza di collegamenti • collisione di lettere • forma e dimensione delle lettere variabile • deformazioni di lettere • ripassature e correzioni 103 Compromissione calcolo Valutazione dell’abilità nel manipolare i numeri e nell’eseguire operazioni di calcolo : 1. la velocità misurata come il tempo 2. la correttezza misura come il numero di errori 104 L'efficienza nella risoluzione dei problemi aritmetici non concorre alla diagnosi di discalculia, ma appare correlato al livello dell’intelligenza. 105 CRITERI PER FARE DIAGNOSI DI DSA Compromissione del Calcolo Compromissione della Scrittura Compromissione della Lettura Efficienza intellettiva Assenza di disturbi psichiatrici importanti Assenza di disturbi sensoriali Assenza di disturbi neurologici Assenza di fattori esterni che possano interferire con 106 un’adeguata istruzione DIAGNOSI NOSOGRAFICA Certificazione diagnostica di 107 Certificazione diagnostica di DSA Non è (solo) la relazione di una valutazione neuropsicologica Deve contenere la diagnosi (il soggetto è affetto da ..., presenta un … , manifesta un … ,) I genitori ne consegnano una copia alla scuola, che intraprende le iniziative ad essa conseguenti (Didattica Personalizzata) E’ valida per tutta la vita Non necessita di rinnovamento ai cambi di scuola. 108 ATTENZIONE La certificazione diagnostica di DSA e’ un dato sensibile, quindi coperto da privacy. Pertanto non si può parlarne se non si è autorizzati dai genitori, i quali non sono obbligati a consegnare a scuola la dichiarazione dello specialista. Se non lo fanno, però, l’allievo non può essere considerato con Disturbo Specifico, ma solo affetto da difficoltà di apprendimento. 109 Percorso Didattico Personalizzato (PDP) Avvalendosi della certificazione diagnostica, la scuola redige il PERCORSO PERSONALIZZATO, dove vengono indicate le strategie da mettere in atto per rispondere alle esigenze specifiche dell’allievo. 110 111 112 DIAGNOSI FUNZIONALE Ha lo scopo di approfondire il profilo neuropsicologico del disturbo per impostare un corretto piano di trattamento avere indicazioni sulla possibile evoluzione del DSA. 113 FUNZIONI DA VALUTARE PER FARE UN PROFILO CORRETTO Attenzione Problemsolving Comprensione del testo Memoria Abilità linguistiche Capacità visuopercettive Competenze motorioprassiche 114 Questi processi si avvalgono di solito della collaborazione di diversi professionisti sanitari che, ciascuno per le proprie competenze, contribuisce alle fasi di valutazione. L’approccio interdisciplinare è la prassi clinica maggiormente consigliabile 115 Valutazione interdisciplinare Neuropsichiatra infantile Psicologo e/o neuropsicologo Logopedista Psicomotricista Pedagogista Ortottista 116 Evoluzione DSA 117 Leggerà sempre così? 118 Il DSA è un disturbo cronico, che si modifica in relazione all’età e alle richieste ambientali: si manifesta cioè con caratteristiche diverse nel corso dell’età evolutiva e delle fasi di apprendimento scolastico. La sua prevalenza appare maggiore nella scuola primaria e secondaria di primo grado. 119 Cosa influenza l’evoluzione? Compliance ambientale Gravità disturbo Problemi emotivi Profilo Neuropsicolog. Tempestività interventi Livello cognitivo Numero aree colpite 120 Gravità del disturbo dislessia: 1. Velocità di lettura n° di sill/sec 2. Quantità errori 121 Gravità del disturbo Studi longitudinali e ricerche su esiti dei trattamenti dimostrano che: La quantità di errori nella lettura può raggiungere livelli di completa normalità per molti bambini dislessici La velocità può solo essere migliorata 122 Velocità di Lettura Sillabe/secondo Standardizzazione dalla 2° elementare alla 3° media Classe Brano Parole Non parole 2° El . 2.1 1.69 1.19 3° El . 3 2.18 1.38 4° El. 3.35 2.62 1.59 5° El. 3.8 3.1 1.93 I Med. 4.2 3.94 2.29 II Med. 4.92 4.44 2.6 III Med. 5.32 4.65 2.64 123 Progressione della velocità di lettura dalla 2° elementare alla 3° media 6 5 sill/sec 4 non dislessici 3 dislessici 2 1 0 2° E 3° E 4° E 5° E 1° M Classe 2° M 3° M 124 Esiti dislessia Dislessia compensata > 3 sill/sec Pochi errori Dislessia persistente con problemi in età adulta 125 Dislessia compensata (conseguenze funzionali) • Difficoltà di comprensione e di studio • Difficoltà con le lingue straniere • Difficoltà nelle prove a tempo • Affaticabilità, cefalee • Bassa autostima 126 Dislessia persistente (conseguenze funzionali) 1. Problemi psicologici reattivi 2. Disturbi di socializzazione 3. Rifiuto della scolarizzazione 127 RIASSUMENDO VELOCITA’ DI LETTURA SOPRA 2 SILL./SEC. POCHI ERRORI Nessun NEOLOGISMO “possono consentire la frequenza di una scuola superiore pur con un numero di ore di studio maggiore dei compagni con sviluppo tipico”. 128 Cosa influenza l’evoluzione Compliance ambientale Gravità disturbo Problemi psicologici Profilo Neuropsicolog. Tempestività interventi Livello cognitivo Numero aree colpite 129 PROFILO NEUROPSICOLOGICO Attenzione Problemsolving Comprensione del testo Memoria Abilità linguistiche Capacità visuopercettive Competenze motorioprassiche 130 PROBLEMI PSICOLOGICI 131 DSA e problemi psicologici 1. I problemi psicologici possono essere una conseguenza del DSA, in questo caso tendono a ridursi spontaneamente col miglioramento delle difficoltà scolastiche. 2. In altri casi il DSA sembra agire come fattore scatenante per la strutturazione di problemi psicologici già presenti, anche se in forma larvata; l’andamento dei due disturbi appare allora indipendente 132 DSA e problemi emotivi Samuel Orton (1879-1948) fu il primo ad osservare (intorno al 1925!!) che i problemi emotivi cominciano a manifestarsi quando l’insegnamento formale della lingua scritta provoca fallimenti e frustrazioni. Calo dell’autostima Ansia; Rabbia; Depressione; 133 VIVERE LA DISLESSIA reazioni immediate INTERNALIZZATI ESTERNALIZZATI • Depressione • Calo di Autostima • Aggressivita’ • Ritiro • Comportamenti disturbanti • Fuga 134 Evoluzione favorevole Buona compliance ambientale Lettura: > 2 sill/sec NO Problemi psicologici No Comprom. Neuropsicolog. Interventi tempestivi Liv. Cognit. sup. media Solo 1 area colpita 135 Evoluzione sfavorevole Scarsa compliance ambientale Lettura: =< 2 sill/sec Problemi psicologici importanti Compromissione Neuropsicolog. Interventi tardivi Liv. Cognit. inf. media Più aree colpite 136 Cosa fare prima e dopo la diagnosi? 137 1. Il trattamento riabilitativo deve essere intrapreso il prima possibile da operatori specializzati; 2. In seguito il DSA va affrontato con interventi più educativi a cura degli insegnanti, con supervisioni periodiche da parte del riabilitatore. 138 Tipologia prevalente nel tempo ... 139 Il lavoro di rieducazione infatti ha un suo periodo sensibile, chiamato anche finestra evolutiva, in cui ha la massima efficacia, che poi tende rapidamente a ridursi fino a scomparire. Tale lavoro va fatto nelle prime fasi di acquisizione, ma successivamente deve essere interrotto, anche se il bambino dislessico non ha raggiunto il livello degli altri, poiché non apporta benefici specifici e costituisce un inutile aggravio di lavoro. Va sostituito con un lavoro di addestramento agli ausili 140 1° FASE: rieducazione In questa fase inoltre, vanno distinti due momenti: 1. di “trattamento e stimolazione”. gestito e coordinato dallo specialista (logopedista, psicomotricista), in cui il bambino va trattato/stimolato proprio nelle funzioni carenti 2. di “agevolazione dell’apprendimento” è contemporaneo al primo, in cui il bambino , va agevolato (in quanto ha diritto a comprendere ed a farsi un bagaglio culturale) utilizzando una didattica personalizzata Nel secondo momento, non gli si chiederà di leggere per imparare, ma nel primo gli verranno proposti proprio degli esercizi specifici di lettura. 141 2° FASE: ausili I DSA dopo la rieducazione specialistica, devono essere affrontati con un approccio più educativo. L’obiettivo di tale approccio è quello di mantenere agganciati i bambini con queste difficoltà ai contenuti di apprendimento, Devono in apprendere, leggere per studio. ogni caso trovare un modo per anche senza dover necessariamente conto proprio tutto il materiale di E’ necessario pertanto che qualcuno legga o scriva per loro. 142 Qual è il ruolo della scuola nei DSA? 143 1.Rilevazione -Invio 2.Gestione 144 Ruolo della scuola (Farci e Orrù, 2007) Rilevazione-Invio Gli insegnanti hanno la possibilità di rilevare le difficoltà di apprendimento, per la possibilità di prolungata osservazione del gruppo classe, della media dei comportamenti e degli scostamenti. 145 Cosa non fare Colpevolizzare attribuendo il la bambino difficoltà a disimpegno, scarsa applicazione o scarse capacità intellettive. 146 Gli insegnanti dovrebbero evitare di essere sviati dalla “categoria della pigrizia”. La pigrizia è la spia di un malessere da indagare 147 Il rischio più frequente è, infatti, che il bambino con DSA venga giudicato solo pigro o svogliato oppure “stupido” e provi un senso di frustrazione che lo porta a perdere la fiducia in se stesso e nelle sue capacità. 148 Cosa fare L'insegnante è in genere la prima persona ad accorgersi del problema. Se ha il dubbio di una dislessia deve suggerire alla famiglia di rivolgersi al più presto a specialisti. 149 L’invio L’invio ai servizi diagnostici è un’operazione tutt’altro che facile e indolore: La comunicazione ai genitori Il problema certificazione/sostegno Stigmatizzazione Processi di autosvalutazione Rifiuto dei genitori 150 L’invio • Evitare errori di comunicazione - approccio impositivo • Non anticipare la diagnosi… • La decisione di rivolgersi ai servizi diagnostici deve essere presa dal genitore • Il successo dell’invio è fondamentale per il futuro del bambino dislessico, a garanzia dei suoi diritti. 151 Ruolo della scuola: gestione dei DSA L’intervento della scuola deve mirare a realizzare le condizioni per consentire all’allievo con DSA di raggiungere gli obiettivi di apprendimento e di accedere ai significati del testo nel modo in cui le sue personali potenzialità glielo consentono. 152 Gestione dei DSA La Dislessia così come gli altri disturbi specifici di apprendimento non possono essere guariti; ma metodi adeguati di insegnamento possono favorire successi di apprendimento e limitare/alleviare molte delle difficoltà associate alla dislessia. 153 Gestione dei DSA L’insegnante è una figura chiave perché può fin da subito, quando ancora ha solo il sospetto di trovarsi di fronte un bambino con disturbi specifici di apprendimento, adottare modalità didattiche specifiche per ridurre l’impatto del problema e per facilitare il recupero. 154 La legge 170 e l’attuale normativa scolastica prevede che i soggetti con DSA possano usufruire nell’ambito della normale programmazione della classe di: strumenti compensativi misure dispensative all’interno di una Didattica Personalizzata 155 156 157 Strumenti Compensativi 1. LETTURA-SCRITTURA VICARIANTE etc 2. MEDIATORI DIDATTICI 158 Strumenti Vicarianti • Il registratore • I libri digitali • La sintesi vocale • La tavola pitagorica • La videoscrittura • La calcolatrice • Il libro parlato 159 160 Mediatori didattici Tabelle, schemi, mappe 161 Caratteristiche delle misure dispensative Sono misure che riguardano: − i tempi di realizzazione delle attività − la valutazione delle prestazioni dell’allievo. Hanno come finalità il opportunità ” tra gli alunni. creare “pari Incidono sulla quantità e non sulla qualità delle informazioni. 162 Tra le più importanti ricordiamo… Lettura ad alta voce I soggetti con D.S.A sono dispensati da : Scrittura sotto dettatura Uso del vocabolario Studio delle tabelline Studio di lingua straniera nella forma scritta Possono usufruire di : Tempi più lunghi per eseguire consegne Verifiche orali anziché scritte Interrogazioni programmate 163 Tali misure non generano imparzialità, ma al contrario mettono sullo stesso piano il dislessico con i suoi compagni; se non gli si concedesse più tempo sarebbe come organizzare una gara podistica unica per normali e disabili. 164 165 Quali sono i primi suggerimenti operativi per organizzare una Didattica Personalizzata? 166 In generale A. NO all’introduzione contemporanea di più sistemi ortografici. B. Separare bene i due momenti: “agevolazione all’apprendimento” “trattamento/stimolazione” far leggere di più (se non inserito in un contesto riabilitativo e solo nel periodo sensibile) non porta ad un miglioramento dell’abilità di lettura. C. Utilizzare compensi/dispense il loro utilizzo non riduce le possibilità di sviluppo della competenza. D. Limitare il più possibile la lettura a voce alta in classe e la scrittura veloce sotto dettatura. 167 Per l’apprendimento: 1. Presentare piccole quantità di lavoro (NO affollamento visivo). 2. Dividere il lavoro individuale in più parti nella giornata. 3. Utilizzare un lettore esterno (compagno/tutor, la stessa insegnante, computer). 4. Semplificare il testo: riducendo la complessità lessicale e sintattica mediante lettura delle parole chiave, delle frasi-chiave, delle sequenze principali, insegnando l’utilizzo dei dispositivi extratestuali: titolo, sommari, immagini in sequenza, domande stimolo. 5. Utilizzare libri di testo con ridotto utilizzo di parti solo scritte a favore di pagine ricche di immagini. 168 6. Modificare i testi utilizzando mediatori didattici quali mappe concettuali, tabelle e schemi. 7. Favorire la registrazione delle lezioni predisponendo scalette degli argomenti 8. Usare l’apprendimento mediato dai pari favorendo lavori di coppia e di gruppo, i contributi dei compagni infatti favoriscono le strategie di controllo e monitoraggio della comprensione, il coinvolgimento emotivo. 9. Assegnare un Tutor per favorire il suo apprendimento (lettura dei testi, spiegazioni orali, aiuti nella scrittura). 10. Concedere tempi più lunghi, per lo studio e l’esecuzione dei compiti o ridurne la lunghezza. 11. Dispensare, ove indispensabile, dallo studio della lingua straniera in forma scritta. 169 Per le verifiche: 1. Stabilire con il bambino come affrontare “i momenti critici”. 2. Chiarire verbalmente e semplificare il più possibile le richieste scritte. 3. Alleggerire la lettura individuale delle consegne dei compiti scolastici o di testi scritti in piccolo (compresi quelli dei problemi), usando ingrandimenti o lettura vicariante (es. leggere le domande delle verifiche). 4. Invece di dettare le consegne dare delle fotocopie scritte con il computer in caratteri non troppo piccoli e in modo graficamente ordinato. 5. Selezionare le parti fondamentali delle verifiche e chiedere eventualmente lo svolgimento solo di queste parti. 170 6. Programmare le interrogazioni per tempo su argomenti di studio ben definiti. 7. Utilizzare, se possibile, più verifiche orali che scritte. 8. Concedere tempi più lunghi per la prova scritta. 9. Ridurre la lunghezza del compito. 10. Permettere di recuperare le verifiche scritte con un’interrogazione orale sul medesimo argomento il giorno successivo. 11. Rallentare la velocità di dettatura ed eseguirla individualmente se finalizzata alla verifica della competenza ortografica. 12. Valutare il livello raggiunto tenendo conto dei punti di partenza dell’alunno. 171 13. Valutare prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma: non valutare l’ortografia nei compiti scritti (testi, verifiche, ecc.), ma solo con prove di dettato ortografico, infatti la valutazione ortografica deve essere sempre separata dagli aspetti ideativi del testo. 15. Contare il numero delle parole sbagliate, non il numero degli errori (analisi quantitativa). 16. Valutare la tipologia degli errori commessi (analisi qualitativa). 17. Non evidenziare le parole sbagliate, evidenziare le parole dopo la correzione. 18. Rendere partecipe l’alunno durante l’analisi degli errori. 172 Per il lavoro a casa: 1. Non appesantirlo con esercizi scritti, ad esempio rispondere alle domande o fare riassunti se per il vostro alunno dislessico non sono funzionali all’apprendimento. 2. Promuovere l’autonomia nello studio e nello svolgimento dei compiti riducendo la mole di lavoro e soprattutto se possibile non dare da fare a casa quello che non si è riusciti a fare a scuola. 3. Se si deve utilizzare un testo che è stato dettato in classe fornire una fotocopia. 4. Supplire la lettura con altre fonti di informazione ad esempio cassette video e audio registrate per i vari argomenti di studio, CD rom, giochi didattici da 173 tavolo. Consigli generali mirati più agli aspetti emotivi Comunicare serenamente con il bambino, dimostrargli comprensione, incoraggiarlo sempre. Concedergli molta attenzione e infondergli fiducia in se stesso e nelle sue capacità. Non confrontare i suoi risultati con quelli dei compagni. 174 Parlare alla classe e non nascondere il problema (es. chiedere ad ogni bimbo della classe di esporre ai compagni le proprie difficoltà). Spiegare alla classe il perché del diverso trattamento che gli viene riservato in varie occasioni. Mettere in evidenza le cose che riesce a fare bene e le altre capacità che possiede. Non metterlo in imbarazzo davanti alla classe, evitare definizioni come: lento, pigro, svogliato. 175 In conclusione 176 177 GRAZIE PER L’ATTENZIONE !!!! 183 184