«La conoscenza è il mezzo, non il fine» Lev Nikolaevich Tolstoj e di Allemandi & C. € 80,00 Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa La Guida, promossa dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, è stata realizzata grazie al generoso contributo di: AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa 2012 Allemandi & C. Il volume è stato realizzato da: [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 1 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 2 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 3 AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa 2012 UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK [email protected] 2-05-2012 COMITATO DI REDAZIONE Ambasciata d’Italia a Mosca Primo Consigliere Leonardo Bencini Primo Segretario Carmelo Barbera Addetto Finanziario - Banca d’Italia, Dottor Andrea Zucchini Consolato Generale d’Italia a San Pietroburgo Console Generale Luigi Estero Dottor Francesco Cimellaro Ufficio ICE - Mosca Dottor Matteo Masini Dottor Filippo Covino Dottor Acilio Rizzello Ufficio ICE - San Pietroburgo Dottor Carlo Ferrari Camera di Commercio italo-russa Dottoressa Marisa Florio 10:36 Pagina 4 Promos Ingegner Filippo Li Gotti Dottor Andrea Guidetti GIM-Unimpresa Cav. Vittorio Torrembini KPMG Dottor Stefano Tonetti Studio Legale Pavia e Ansaldo Avvocato Vittorio Loi Coordinamento redazionale Carmelo Barbera Traduzioni Gabriella Andreassi, Mark Bernardini, Sara Gri, Paolo Grusovin, Angelika Kovaleva, Bernadette Labbate, Marina Loshchakova, Manuela Mascali, Sara Messali, Irene Patregnani, Alexej Sivokhin, Natalia Stefanati, Antonello Tavaris La Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa è stata realizzata esclusivamente a scopo informativo: il contenuto è stato elaborato utilizzando prevalentemente fonti ufficiali o comunque accessibili al pubblico. Le informazioni contenute nella guida non devono essere in alcun modo interpretate, direttamente o indirettamente, come un incentivo agli investimenti, ma solo come contributo informativo dedicato alle principali opportunità offerte dal mercato della Federazione Russa. Di conseguenza, l’Ambasciata d’Italia a Mosca e le istituzioni, enti e aziende che hanno collaborato alla redazione del presente volume non possono in alcun modo essere ritenuti responsabili per eventuali perdite scaturite dall’uso delle informazioni contenute nella guida da parte di terzi, nonché per le possibili conseguenze causate dalla eventuale imperfezione delle informazioni presentate. [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 5 Sommario 11 Prefazione del Ministro degli Affari Esteri GIULIO TERZI DI SANT’AGATA 13 Prefazione del Ministro dello Sviluppo Economico CORRADO PASSERA 15 Prefazione del Ministro dello Sviluppo Economico della Federazione Russa ELVIRA NABIULLINA 17 Prefazione del Ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa DENIS MANTUROV 19 Introduzione dell’Ambasciatore d’Italia a Mosca ANTONIO ZANARDI LANDI 21 Schede su istituzioni, enti e aziende estensori della guida 21 26 29 31 AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA E UFFICI DIPENDENTI ICE - UFFICIO DI MOSCA CAMERA DI COMMERCIO ITALO-RUSSA CONFINDUSTRIA (CONFEDERAZIONE GENERALE DELL’INDUSTRIA ITALIANA) GIM-UNIMPRESA PROMOS KPMG PAVIA E ANSALDO 32 33 37 42 47 Dati generali sul Paese ed evoluzione del contesto economico 47 ECONOMIA DELLA FEDERAZIONE RUSSA: UN BREVE PROFILO STRUTTURALE [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 6 49 52 54 58 60 62 63 EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA RUSSA NEL 2011 E PROSPETTIVE FINANZE PUBBLICHE E PRIVATIZZAZIONI LA RUSSIA NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE GLI INVESTIMENTI STRANIERI NELLA FEDERAZIONE INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA CON L’ITALIA LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE ITALO-RUSSA IL MADE IN ITALY IN RUSSIA 65 Ingresso della Federazione Russa nel WTO: aspetti operativi ed effetti per le imprese italiane 65 PROFILO TARIFFARIO DELLA RUSSIA PRECEDENTE ALL’INGRESSO NEL WTO POLITICA COMMERCIALE DELLA RUSSIA NELL’ULTIMO TRIENNIO UNIONE DOGANALE RUSSIA-BIELORUSSIA-KAZAKISTAN INGRESSO DELLA RUSSIA NEL WTO POSIZIONAMENTO DELL’EXPORT DELL’ITALIA VERSO LA RUSSIA PRECEDENTE ALL’INGRESSO NEL WTO GLI EFFETTI DELL’INGRESSO DELLA RUSSIA NEL WTO SULL’EXPORT DELL’ITALIA CONCLUSIONI 66 67 69 75 76 80 117 127 130 135 Zone Economiche Speciali (ZES) nella Federazione Russa UN COMMENTO SULLE ZES E I PROGETTI SPECIALI UN APPROFONDIMENTO: LE ZES DI TOGLIATTI E ALABUGA PROGETTO «SKOLKOVO» 147 L’attività degli operatori economici italiani nella Federazione Russa 147 LE IMPRESE ITALIANE NELLA FEDERAZIONE RUSSA 157 Censimento degli operatori italiani 173 Settori produttivi, con indicazioni su principali associazioni e fiere di settore 173 177 185 196 204 BENI STRUMENTALI ARREDAMENTO AGROALIMENTARE EDILIZIA MODA (ABBIGLIAMENTO / CALZATURE / ACCESSORI) [email protected] 215 219 233 233 237 246 251 251 256 260 263 2-05-2012 10:36 Pagina 7 Il settore bancario russo: descrizione generale, prospettive di sviluppo, principali problematiche LE BANCHE ITALIANE NELLA FEDERAZIONE RUSSA Enti italiani al servizio dell’internazionalizzazione: FINEST, SACE e SIMEST in Russia FINEST SACE SIMEST Le agenzie create dal Governo russo per favorire gli investimenti produttivi RUSSIAN DIRECT INVESTMENT FUND NORTH CAUCASUS DEVELOPMENT CORPORATION AGENCY FOR STRATEGIC INITIATIVE VNESHECONOMBANK 267 Investire in Russia: guida fiscale e legale 2012 267 282 298 322 328 COSTITUIRE UNA SOCIETÀ IN RUSSIA DIRITTO SOCIETARIO E DEL LAVORO SISTEMA DI TASSAZIONE AZIENDALE E INDIVIDUALE RENDICONTAZIONE FINANZIARIA APPENDICI 337 338 339 342 344 347 349 360 365 379 383 391 La tutela della proprietà industriale e intellettuale nella Federazion Russa LEGISLAZIONE FONDAMENTALE INTRODUZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL SISTEMA DI TUTELA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE NELLA FEDERAZIONE RUSSA DITTA INSEGNA MARCHIO DENOMINAZIONE DELL’ORIGINE DEI PRODOTTI INVENZIONI E MODELLI INDUSTRIALI KNOW-HOW DIRITTO D’AUTORE DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA [email protected] 399 400 402 407 415 425 427 433 436 440 443 448 453 457 460 465 472 478 482 487 493 496 498 504 509 515 521 531 536 540 543 549 554 558 562 570 575 582 586 590 595 597 2-05-2012 10:36 Pagina 8 Gli enti territoriali russi: le opportunità di investimento «regione per regione» REPUBBLICA DI ADYGEJA (O ADIGHEZIA) REPUBBLICA DELL’ALTAJ REPUBBLICA DEL BASHKORTOSTAN BURIAZIA (REPUBBLICA DEI BURIATI) REPUBBLICA DEL DAGHESTAN REPUBBLICA DI INGUSCEZIA REPUBBLICA KABARDINO-BALKARIA REPUBBLICA DEI CALMUCCHI (CALMUCCHIA) REPUBBLICA DI KARACHAJ-CIRCASSIA REPUBBLICA DI CARELIA REPUBBLICA DEI KOMI REPUBBLICA MARI EL REPUBBLICA DI MORDOVIA REPUBBLICA DI SAKHA-JACUZIA REPUBBLICA DELL’OSSEZIA DEL NORD/ALANIA REPUBBLICA DEL TATARSTAN REPUBBLICA DI TUVA REPUBBLICA DI UDMURTIJA REPUBBLICA DI KHAKASSIA REPUBBLICA DI CECENIA REPUBBLICA CIUVASCIA ALTAJ (REGIONE) TRANSBAJKALIA REGIONE DELLA KAMCHATKA KRASNODAR KRASNOJARSK PERM’ PRIMORJE STAVROPOL KHABAROVSK AMUR ARKHANGELSK ASTRAKHAN’ BELGOROD BRJANSK VLADIMIR VOLGOGRAD VOLOGDA VORONEZH IVANOVO IRKUTSK [email protected] 604 610 615 626 632 639 646 649 655 660 665 669 674 676 680 686 690 692 696 700 704 710 715 724 727 730 738 742 746 751 756 762 765 771 774 782 785 795 801 806 809 813 2-05-2012 10:36 Pagina 9 KALININGRAD KALUGA KEMEROVO KIROV KOSTROMA KURGAN KURSK LENINGRADO LIPETSK MAGADAN MOSCA MURMANSK NIZHNIJ NOVGOROD NOVGOROD NOVOSIBIRSK OMSK ORENBURG ORJOL PENZA PSKOV ROSTOV RJAZAN’ SAMARA SARATOV SAKHALIN SVERDLOVSK SMOLENSK TAMBOV TVER’ TOMSK TULA TJUMEN’ UL’JANOVSK CHELJABINSK JAROSLAVL’ CITTÀ DI MOSCA SAN PIETROBURGO REGIONE AUTONOMA DEGLI EBREI DISTRETTO AUTONOMO DI NENETS KHANTY MANSIJSK-JUGRA DISTRETTO AUTONOMO DELLA CHUKOTKA DISTRETTO AUTONOMO DI JAMALO NENETS [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 10 [email protected] 2-05-2012 N 10:36 Pagina 11 ell’attuale difficile congiuntura economica e finanziaria internazionale, la strada dell’internazionalizzazione diviene sempre di più, per le imprese italiane, una scelta obbligata. L’aumento sostenuto delle esportazioni sarà cruciale per far tornare a crescere l’economia italiana. Ed è ormai chiaro da alcuni anni che - al di là dei tradizionali mercati dove il Made in Italy occupa una consolidata posizione di rilievo - i maggiori margini di sviluppo e le più interessanti opportunità commerciali andranno ricercate nelle economie in rapida crescita. Fra queste, quella della Federazione Russa presenta una serie di vantaggi comparati, fra cui significative prospettive di sviluppo - legate, in particolare, allo sforzo di medio-lungo termine, intrapreso dal Governo, per la modernizzazione e la diversificazione dell’economia - e una classe media in espansione che apprezza in modo particolare le eccellenze della produzione italiana. Del resto, le nostre imprese non hanno mancato di individuare già negli anni scorsi tali punti di forza, portandoci a essere il secondo esportatore verso la Russia fra i Paesi dell’UE. Vari nostri grandi gruppi hanno inoltre realizzato, o stanno realizzando, importanti investimenti nella Federazione: Enel, Eni, Fiat, Finmeccanica, Indesit, Pirelli, UniCredit, per citarne solo i principali. Al di là della naturale complementarietà dei sistemi economici italiano e russo - l’uno basato sull’esportazione di manufatti, il secondo su quella di materie prime - la Russia già da tempo rappresenta un punto di riferimento obbligato nelle strategie di internazionalizzazione non solo per i grandi gruppi sopra menzionati, ma anche per numerosissime imprese piccole e medie. Chi ha puntato su questo mercato con un approccio serio e di lungo periodo ha in genere avuto molto successo. Una volta superate talune vischiosità (amministrative, doganali, di regime di licenze ecc.), che talvolta rischiano di scoraggiare le aziende di minori dimensioni e dotate di minori mezzi umani e finanziari, il mercato russo offre interessantissime opportunità in svariati settori. L’imminente ingresso della Federazione Russa nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, inoltre, con la riduzione dei dazi doganali, l’eliminazione di barriere non tariffarie e l’apertura di vari servizi alla presenza straniera, costituirà un ulteriore incentivo per le nostre imprese a esportare o investire in Russia. A questo si aggiungano le opportunità che, in prospettiva, offrirà la crescente integrazione economica regionale fortemente voluta da 11 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 12 Mosca, con l’avvio nel corrente anno, sulla scia dell’Unione Doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan, dello Spazio Economico Comune fra questi tre Paesi, che dà vita a un mercato di quasi 170 milioni di consumatori. Il Ministero degli Esteri considera già da tempo il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane una priorità della politica estera del Paese, da perseguire tramite la capillare e sistematica azione dell’intera rete delle ambasciate e dei consolati. Nei suoi sforzi per penetrare questi nuovi mercati, il sistema produttivo italiano può contare su una solida presenza istituzionale in Russia a cui fare costante riferimento. Attorno all’Ambasciata d’Italia a Mosca e ai Consolati Generali di Mosca e San Pietroburgo, operano uffici dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane - dell’ENIT, della SACE nonché di vari altri enti quali la Camera di Commercio Italo-Russa, GIM-Unimpresa e Promos, tutti coinvolti nella realizzazione della presente Guida insieme a istituti di credito e studi legali che assistono le imprese italiane in questo mercato. Ritengo che il merito di questo volume sia appunto quello di riunire le diverse competenze e professionalità dei vari attori presenti sul territorio della Federazione, oltre alle informazioni che sono state fornite direttamente dalle autorità federali e dai governi delle regioni e delle repubbliche autonome, e che indicano i settori e i territori a maggior potenziale di sviluppo. L’auspicio nel pubblicare questa Guida è di fornire un utile strumento agli operatori, esportatori e investitori italiani che li possa aiutare in maniera concreta a compiere i primi passi nel mercato della Federazione Russa. GIULIO TERZI DI SANT’AGATA Ministro degli Affari Esteri 12 [email protected] 2-05-2012 L 10:36 Pagina 13 e previsioni di crescita dell’economia russa per i prossimi anni - intorno al 4% - confermano una dinamica tra le migliori al mondo e inferiore, fra le grandi economie, solo a Cina e India, e ben superiore a Stati Uniti, Giappone e Unione Europea. Tuttavia, secondo i dati disponibili, la capacità di soddisfare la domanda interna da parte dell’industria nazionale russa non raggiunge ancora oggi, nella maggior parte dei casi, la soglia del 50%, con percentuali ancora più basse per alcuni settori quali l’abbigliamento, le calzature e la pelletteria. Questa circostanza ha fatto sì che la Federazione Russa divenisse - soprattutto negli ultimi dodici anni, caratterizzati da uno sviluppo sostenuto dell’economia russa - uno dei principali mercati di sbocco per l’export italiano al di fuori dell’Unione Europea. Nel corso degli anni il grado di segmentazione del mercato russo si è ampliato: accanto alla domanda di beni di consumo di fascia alta, sostanzialmente inelastica al prezzo e sensibile alla novità e alla esclusività (interessata dunque all’alta gamma italiana), è cresciuta la domanda della nuova classe media che vive nei grandi centri urbani (oltre a Mosca e San Pietroburgo, Novosibirsk, Ekaterinburg, Krasnodar ecc.). Si tratta di una fascia di consumo che - secondo alcune stime - include circa 30-35 milioni di persone, che, sommate a quelle della fascia alta, costituisce un mercato per i beni di consumo di circa 45 milioni di persone, pari a un terzo della popolazione complessiva. Inoltre, i poli principali, sedi di grandi industrie integrate verticalmente e di riserve e giacimenti di materie prime, esprimono una domanda di macchinario e tecnologia di cui il sistema industriale russo continua ad avere bisogno, a fronte dei lenti progressi nella creazione di industrie nazionali. Il sistema produttivo italiano, pertanto, ha molto da offrire alla Russia. Le nostre esportazioni rispecchiano la struttura della domanda sopra delineata, dividendosi grosso modo per metà nelle «tre F» (Food, Fashion, Furniture) che caratterizzano e identificano il Made in Italy nell’immaginario collettivo, e per metà nella tecnologia (macchine per l’industria e l’agricoltura, alta tecnologia). In alcuni settori merceologici siamo di gran lunga il Paese leader: nell’arredamento e nelle calzature di alta qualità, nel vino, nelle attrezzature per la trasformazione alimentare, nelle macchine per imballaggio e per la ceramica ecc. 13 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 14 Con un interscambio complessivo che - secondo i dati di fonte russa - si è attestato nel 2011 sui 46 miliardi di dollari, ci confermiamo uno dei principali partner commerciali della Federazione, secondo in Europa solo alla Germania. Si tratta di dati che riflettono una naturale preferenza dei russi verso le nostre produzioni e che forniscono la migliore garanzia per un’ulteriore crescita futura. Si prevede che sia il consumatore che l’utilizzatore di beni strumentali in Russia continueranno a richiedere prodotti italiani perché, nella percezione comune, essi sono sinonimo di qualità. I rapporti economico-commerciali fra i due Paesi non si limitano a un intenso interscambio: rilevantissimi sono anche gli investimenti diretti effettuati da imprese italiane. Oltre alla consolidata presenza di numerosi grandi gruppi industriali e istituti di credito italiani (Cremonini, Danieli, Enel, Eni, Ferrero, Finmeccanica, Indesit, Banca Intesa, Unicredit, solo per citare i principali), altri si stanno affacciando o ritornando su questo mercato (Fiat, Pirelli). Tra le joint-venture più significative merita segnalare quelle tra Alenia e Suchoi per la costruzione del Superjet 100, tra Agusta-Westland e Russian helicopters per l’assemblaggio del modello AW 139, tra Enel ed Eni e Gazpromneft e Novatek per l’estrazione del gas dai campi dello Jamalo-Nenets. Si tratta di un quadro che mostra una costante evoluzione nella direzione di rapporti sempre più stretti fra le nostre due economie. Esistono tutti i presupposti per far sì che - grazie al lavoro comune di tutti i soggetti impegnati nell’internazionalizzazione e a un rapporto tra istituzioni e imprese improntato a vero spirito di sistema - tali relazioni possano essere ulteriormente intensificate nei prossimi anni; in quest’ottica, questa Guida rappresenta uno strumento particolarmente utile per tutte quelle imprese italiane, in particolare quelle piccole e medie, che vorranno avvicinarsi al mercato della Federazione Russa. CORRADO PASSERA Ministro dello Sviluppo Economico 14 [email protected] 2-05-2012 G 10:36 Pagina 15 entili lettori della Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa, l’Italia è per la Russia uno dei principali partner economicocommerciali strategici, collocandosi al terzo posto nell’interscambio commerciale con i Paesi dell’Unione Europea e al quinto a livello mondiale. Nel 2011, l’interscambio è ammontato a 46 miliardi di dollari USA, crescendo del 22,6% rispetto al 2010 e riavvicinandosi dunque ai valori pre-crisi (53 miliardi). Ritengo, quindi, che il potenziale per un’ulteriore crescita non sia affatto esaurito. Nel 2011 gli investimenti italiani nell’economia russa hanno continuato ad aumentare, ammontando a circa 600 milioni di dollari, e segnando l’incremento più alto negli ultimi cinque anni. Al momento attuale, gli investimenti italiani cumulati sono pari a circa un miliardo di dollari USA, di cui la maggior parte nell’economia reale. Diverse imprese italiane partecipano a grandi progetti d’investimento in Russia. Alenia Aeronautica, ad esempio, prende parte alla creazione e allo sviluppo del Sukhoj-Superjet; Agusta Westland e la russa Vertolfity Rossii (Russian Helicopters) stanno creando un’impresa congiunta per l’assemblaggio di elicotteri; Merloni e Sest-Luve producono nella Zona Economica Speciale di Lipetsk; è stata avviata la produzione della Ferrero e della Inalca; Berlin-Chemi/Menarini sta costruendo uno stabilimento farmaceutico nella Regione di Kaluga. Quattro società italiane - Enel, Eni, Finmeccanica, UniCredit - sono membri del Consiglio Consultivo per gli Investitori Stranieri in Russia, presieduto dal Primo Ministro della Federazione Russa. Il Consiglio Consultivo valuta ed elabora proposte sui problemi legati al potenziale di attrazione per gli investimenti dell’economia russa. Il Governo della Federazione Russa sta operando profonde riforme strutturali, dirette alla creazione di un clima più favorevole agli investimenti. Nel solo periodo 2010-2011 abbiamo semplificato le procedure nel settore dell’edilizia e delle politiche migratorie, abbiamo ridotto notevolmente i costi per avviare nuovi progetti d’investimento nelle infrastrutture elettriche e nelle comunicazioni, abbiamo varato leggi mirate al miglioramento dell’amministrazione doganale e alla liberalizzazione dei controlli sugli investimenti stranieri e della legislazione penale in ambito economico, abbiamo avviato un meccanismo di rappresentanti per gli investimenti a livello federale e regionale, e molto altro. 15 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 16 La Russia ha concluso i negoziati per il suo ingresso nel WTO. L’appartenenza al WTO, unita alle misure prese per migliorare il clima d’investimenti, permetterà di sviluppare la qualità delle relazioni economico-commerciali italo-russe, e di migliorare i flussi d’investimento bilaterali. Adotteremo ulteriori misure per far crescere attivamente le relazioni economico-commerciali italo-russe e per creare condizioni favorevoli allo svolgimento dell’attività imprenditoriale nel territorio della Federazione Russa. Sono certa che la Guida darà ulteriore impulso allo sviluppo della collaborazione tra i nostri Paesi e faciliterà l’ingresso nel mercato russo per le imprese italiane. ELVIRA NABIULLINA Ministro dello Sviluppo Economico della Federazione Russa 16 [email protected] 2-05-2012 C 10:36 Pagina 17 ari lettori, sono lieto di darvi il mio saluto sulle pagine della Guida per gli operatori italiani nella Federazione Russa, chiamata a illustrare le possibilità di sviluppo del partenariato economico tra Russia e Italia. I nostri Paesi sono tradizionalmente legati da rapporti di amicizia, fiducia, apertura e rispetto. I legami commerciali ed economici tra la Russia e l’Italia sono già molto intensi, e stiamo continuando a sviluppare attivamente la collaborazione reciproca. I nostri progetti comuni si caratterizzano per l’elevato grado di cooperazione. Nel campo della produzione industriale, desidero indicare una serie di settori in cui abbiamo validi progetti ed ampie prospettive: si tratta dell’industria aeronautica ed elicotteristica, di quella metallurgica, automobilistica, meccanica e delle costruzioni navali. La collaborazione tra Russia e Italia nel progetto «Sukhoj Superjet 100» è un chiaro esempio del partenariato strategico tra i due Paesi. Il livello di integrazione reciproca è unico. Nell’ambito di questa attività imprenditoriale congiunta si sta sviluppando una validissima rete per la commercializzazione globale e per i servizi postvendita di assistenza tecnica. Grande importanza riveste indubbiamente, nell’ampliamento della collaborazione tra i nostri Paesi, anche il progetto per produrre in Russia gli elicotteri AgustaWestland. Il contributo che può giungere dai partner italiani è assai apprezzato, e comprende gli investimenti, la consegna di macchinari e apparecchiature di alta qualità, così come l’interazione nel campo dell’innovazione e l’apertura di imprese congiunte e centri di ricerca. Il Governo della Federazione Russa svolge un importante lavoro per sviluppare nel mercato russo condizioni favorevoli per le compagnie straniere. La realizzazione di consistenti progetti comuni presuppone un adeguato sostegno statale. In questo contesto è necessario notare, in special modo, l’attuale sforzo del Governo russo per fornire un articolato sostegno all’esportazione; in questo ambito, alla fine dell’anno scorso, è stata creata un’Agenzia per l’assicurazione dei crediti all’esportazione e agli investimenti, che sta adesso attivamente sviluppando un proprio portafoglio. In questo lavoro abbiamo utilizzato attivamente i risultati del dialogo con i nostri colleghi italiani e la loro esperienza nel settore. Allo scopo di allargare l’interazione su tutti i livelli, prima di tutto tra im17 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 18 prese, stiamo attivamente sviluppando una base normativo-giuridica relativa alla regolamentazione tecnica all’interno dello Spazio Economico Comune con Bielorussia e Kazakhistan. Apprezziamo molto l’esperienza della collaborazione italo-russa in questo settore come un importante elemento di progresso sulla strada dell’armonizzazione dei rispettivi standard tra Russia e Unione Europea. In conclusione, voglio esprimere la mia riconoscenza ai colleghi e ai rappresentanti degli ambienti imprenditoriali italiani per l’immutato interesse verso la Russia. Sono convinto che con sforzi comuni potremo portare le relazioni economico-commerciali a un livello ancora più alto. Voglio ringraziare l’Ambasciata d’Italia in Russia per il lavoro svolto nella preparazione della Guida e per il contributo allo sviluppo della collaborazione tra i nostri due Paesi. DENIS MANTUROV Ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa 18 [email protected] 2-05-2012 R 10:36 Pagina 19 ealizzare la Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa è stata un’impresa concettualmente semplice, ma ha comportato un’enorme mole di lavoro da parte del comitato di redazione (Ambasciata, ICE, Camera di Commercio Italo-Russa, Promos, GIM-Unimpresa, KPMG, Studio legale Pavia e Ansaldo) e in particolare dell’Ufficio Economico e Commerciale della nostra Rappresentanza diplomatica. Il lavoro di raccolta dati, traduzione e redazione ha comportato circa 1.000 ore di lavoro. Tengo a ringraziare qui, in modo particolare, il Consigliere Leonardo Bencini e il Dottor Carmelo Barbera per il lavoro speso e l’intelligenza impiegata nella ricerca e nell’«assemblaggio» dei contributi pervenuti da enti e imprese italiane, vari ministeri e agenzie russe, nonché dai governi degli 83 enti territoriali di cui si compone la Federazione Russa. A ogni presidente di repubblica autonoma e governatore di regione abbiamo indirizzato lettere personali illustrando le finalità e le caratteristiche della nostra Guida, intesa come strumento per rafforzare i legami italo-russi in campo economico e commerciale. Le risposte ricevute ci hanno offerto dati e informazioni preziose su quanto i governi locali fanno per attrarre e facilitare gli investimenti, informazioni che costituiscono forse la parte della Guida potenzialmente più utile per i nostri operatori. L’obiettivo che ci ha orientati e spinti alla creazione della presente Guida è triplice: fornire agli investitori ed esportatori italiani uno strumento di conoscenza e lavoro che possa aiutarli non tanto a fare ciò che altrimenti non sarebbero riusciti a fare, ma semplicemente a economizzare quel tempo che per l’imprenditore, come per tutti, è merce rara e preziosa. Abbiamo voluto aiutare i nostri operatori a trovare in uno stesso volume, tanto cartaceo quanto «virtuale» (sui siti dell’Ambasciata e dell’ICE, dove verrà continuamente aggiornato), una cospicua mole di informazioni, presentate e ordinate a seconda dei potenziali utilizzatori, che non possono non costituire la base cognitiva per avviare un progetto di investimento o risolvere un problema di importazione. In secondo luogo, abbiamo voluto esercitarci a lavorare insieme, confrontandoci, dandoci obiettivi e scadenze comuni, con l’obiettivo di consolidare le relazioni interne al «Sistema-Italia» nella Federazione Russa, per renderlo più articolato e interagente a beneficio degli operatori economici italiani. La Guida, quindi, non è che l’avvio di un modus operandi, nuovo nella sua ovvietà (ma sono proprio le cose ovvie quelle più difficili da ottenere). 19 [email protected] 2-05-2012 10:36 Pagina 20 Abbiamo infine cercato di dare agli operatori la certezza che le istituzioni, gli enti e le imprese che hanno partecipato al lavoro intendono anche, e fortemente, porsi come elementi integranti di un «sistema» di sostegno all’operatore che decidesse di rivolgersi anche a uno solo di loro. Si tratta di un programma di attività che cresce attraverso il lavoro di ogni giorno, con il successo dell’«Anno della Cultura e della Lingua Italiana in Russia» del 2011, l’impegno nel programma di promozione delle «Eccellenze italiane» del 2012 e gli altri progetti comuni. Nel 2011, secondo i dati «Rosstat», l’export italiano nella Federazione Russa è cresciuto del 33%: l’obiettivo che ci prefiggiamo è fare del nostro meglio per aiutare i produttori italiani a fare di questo balzo in avanti la base per una crescita sempre più sostenuta e proficua. Con una buona dose di modestia intellettuale e consapevolezza dei nostri limiti, vogliamo essere partecipi del quid che può fare la differenza per le possibilità delle imprese italiane di affermarsi nella Federazione Russa. Qualcuno ci dirà che dalla figura del diplomatico puramente «politico» di un passato ormai remoto si vuole ora passare all’eccesso opposto, quello del diplomatico quasi esclusivamente dedicato alle attività di contenuto economico e di sostegno all’impresa. Non è così. La politica di oggi, come ampiamente dimostrato dalla storia recente, si fa sempre più attraverso gli investimenti, il commercio, gli scambi economici e una conoscenza approfondita del tessuto produttivo e del mercato dei Paesi di accreditamento. Anche con la Guida riteniamo di svolgere un’azione politica nel senso indicato da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del Paese. Questa Guida è il frutto di un lavoro collettivo e, come tale, aspira a essere quanto più esaustiva possibile; tuttavia, essa è comunque un work in progress, destinato a una costante integrazione e un continuo aggiornamento, non solo in vista delle future edizioni ma anche della sua «trasformazione» in un sito web. Saremo pertanto grati a tutti coloro che vorranno segnalarci aggiornamenti, precisazioni e suggerimenti utili a rendere questo lavoro sempre più completo e utile. ANTONIO ZANARDI LANDI Ambasciatore d’Italia a Mosca 20 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 47 Dati generali sul Paese ed evoluzione del contesto economico ELABORAZIONE A CURA DELL’AMBASCIATA D’ITALIA ECONOMIA DELLA FEDERAZIONE RUSSA: UN BREVE PROFILO STRUTTURALE Il cammino della Federazione Russa verso una moderna economia di mercato è stato lungo e complesso ed è, per diversi aspetti, ancora incompiuto. Negli anni novanta il Paese ha sofferto una lunga recessione che ne ha dimezzato il PIL e innescato un processo di drastica deindustrializzazione. Questo difficile periodo è culminato nella crisi finanziaria e nel default sul debito estero del 1998; in seguito, la svalutazione del rublo, la crescita dei prezzi delle materie prime (soprattutto gas e petrolio), il ripristino della piena capacità produttiva nel settore energetico, una serie di riforme strutturali e un accorto uso delle finanze pubbliche hanno permesso all’economia russa di crescere, nel periodo 2000-2008, a un tasso medio annuo del 7%, collocandola fra le principali economie emergenti1. Attualmente l’economia russa, con circa 1.700 miliardi di dollari, è la nona al mondo in valore nominale e, secondo talune stime, la sesta in termine di parità di potere d’acquisto (PPP, Purchasing Power Parity). La lunga fase di crescita ha consentito anche un significativo miglioramento dello standard di vita e della ricchezza della popolazione, con un dimezzamento della quota percentuale di popolazione che vive sotto il livello di povertà. Questa crescita ha consentito inoltre il rimborso anticipato dei debiti contratti con il «Club di Parigi» e l’accumulo di riserve in valuta che sono divenute le terze al mondo. La caduta dei prezzi delle materie prime e la crisi finanziaria globale nel 2008-2009 - con la conseguente contrazione del PIL russo del 7,9% - hanno evidenziato taluni elementi di debolezza del modello di sviluppo economico della Russia, fra cui: la scarsa diversificazione del tessuto produttivo, 47 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 48 strettamente dipendente dall’estrazione e dall’esportazione delle materie prime e pertanto fortemente esposto alle dinamiche della domanda internazionale e del prezzo degli idrocarburi2; un sistema produttivo e finanziario ancora in gran parte basato su grandi gruppi e banche controllati dallo Stato; l’inadeguatezza e obsolescenza della rete infrastrutturale (strade, autostrade, ferrovie, trasporto fluviale e aereo); i disequilibri (per fasce di popolazione e per regioni) nella distribuzione della ricchezza; la diffusa corruzione e le inefficienze dell’apparato statale. Il Governo russo è consapevole dell’esigenza di correggere questi limiti strutturali e dunque impegnato nella modernizzazione dell’economia, che significa in primo luogo diversificazione del tessuto produttivo e reindustrializzazione su basi competitive. La stessa lotta alla corruzione è una delle priorità del Governo e deve essere vista come parte di quello sforzo di modernizzazione e costruzione di un’amministrazione moderna basata sullo stato di diritto, condizione indispensabile per lo sviluppo di medio-lungo termine. La priorità - non solo del Governo federale ma anche di quello delle regioni e delle repubbliche autonome - è in questo momento la creazione del clima più propizio possibile per gli investimenti stranieri, con l’obiettivo di favorire trasferimenti di tecnologia tramite la costituzione di joint-venture e la realizzazione di progetti congiunti. La modernizzazione dell’economia russa presenta numerose opportunità per tutte quelle imprese straniere che sapranno coglierle: basti pensare ai grandi lavori necessari per l’ammodernamento della rete infrastrutturale. Il tessuto delle piccole e medie imprese (PMI) è ancora scarsamente sviluppato e concentrato essenzialmente nel settore commerciale e dell’artigianato mentre è poco diffuso nel comparto industriale. Limitate sono le politiche pubbliche di sostegno alle PMI così come gli strumenti finanziari a loro vantaggio. La presenza di un tessuto economico e produttivo non in grado di soddisfare adeguatamente la domanda interna, unitamente alla crescita dei consumi registratasi negli ultimi dieci anni, costituisce un terreno fertile per le imprese straniere che in questo Paese possono trovare ampio spazio per la vendita dei prodotti così come per la produzione degli stessi a costi tutto sommato ancora contenuti. 48 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 49 EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA RUSSA NEL 2011 E PROSPETTIVE Nonostante le criticità sopra indicate, peraltro comuni a molte altre economie emergenti, tutti gli analisti concordano sul fatto che l’economia russa sia destinata a conseguire ritmi di crescita sostenuti anche nei prossimi anni grazie non solo alle esportazioni ma anche alla domanda interna. Il PIL della Russia nel 2011 ha conseguito un aumento in termini reali del 4,3%, in linea con quello del 2010, grazie al positivo andamento delle esportazioni, alla sostenuta dinamica dei consumi e degli investimenti, nonché al forte recupero della produzione agricola. La produzione industriale è invece cresciuta a un ritmo (+4,7%) decisamente inferiore rispetto a quello del 2010, per effetto di un certo rallentamento verificatosi nella parte finale dell’anno nel comparto manifatturiero e in quello estrattivo. Quest’ultimo in particolare potrebbe aver risentito delle aspettative di una diminuzione della domanda internazionale di idrocarburi nella prima parte del 2012, mentre sul settore manifatturiero si è riflessa soprattutto la minore richiesta di autoveicoli, dopo che, nel giugno 2011, sono terminati gli incentivi statali per l’acquisto di nuove auto. Del resto, proprio grazie a tali incentivi, la produzione di mezzi di trasporto ha registrato nel 2010 e nel 2011 tassi di crescita particolarmente ragguardevoli, dopo il crollo subito nel 2009. EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI (in miliardi di dollari) 2007 2008 2009 2010 2011 Prodotto Interno Lordo (nominale) 1.355 1.405 1.283 1.482 1.689* Interscambio comm.le (dati cumulati) 552 735 469 625 821 - di cui esportazioni 352 468 302 397 516 - di cui importazioni 200 267 167 228 305 Saldo bilancia commerciale 152 201 135 169 211 -56,1 - 33,6 - 84,2* 499 Flusso di capitali entrata(+)/uscita(-) RISERVE (oro e valuta) 81,7 -133,7 474 426 439 479 PIL (variazione reale) 8,5 5,2 -7,8 4,3 4,3* - produzione industriale 6,8 0,6 -9,3 8,2 4,7 - investimenti fissi 21,1 9,1 -17,0 6,0 6,2* - commercio al dettaglio 15,2 13,0 -5,5 6,3 7,2 3,3 10,8 1,2 -11,3 22,1 VARIAZIONE PERCENTUALE ANNUA - produzione agricola - costruzioni 18,2 12,8 -13,2 3,5 5,1 Indice di Borsa MICEX 11,5 -67,2 119,8 23,9 -16,9 49 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 50 DATI A FINE MESE Tasso ufficiale di rifinanziamento 10 % 13 % Cambio euro /rublo 35,9 41,4 43,4 40,3 41,7 32,2 Cambio dollaro /rublo 8,75% 7,75% 8,0% 24,6 29,4 30,2 30,5 156,8 - - - - - 87,9 91,6 88,4 86,8 Fondo di riserva - 137,1 60,5 25,4 25,2 Tasso di disoccupazione (criteri ILO) 6,1% 7,7% 8,2% 7,2% 6,1% 11,9% 13,3% 8,8% 8,8% 6,1% Fondo di stab.ne prezzi del petrolio Fondo di benessere nazionale Inflazione cumulativa nel periodo *stima Fonte: Rosstat, Ministero dello sviluppo economico, BCR, MICEX. La crescita economica si è riflessa anche sul tasso di disoccupazione, che alla fine del 2011 si è collocato a un livello particolarmente basso: 6,1%. La situazione occupazionale nel Paese è però fortemente diversificata: se a Mosca, San Pietroburgo e in pochi centri industriali la disoccupazione è poco più che frizionale, in altre aree del Paese può superare il 40% della popolazione. Grazie anche all’aumento del reddito disponibile, nel 2011 le vendite al dettaglio hanno registrato una dinamica positiva (+7,2%) superiore a quella del 2010: tale andamento non ha registrato rallentamenti nemmeno nell’ultimo trimestre dell’anno, quando invece il peggioramento della situazione congiunturale in Europa si è riflesso pesantemente sui principali mercati azionari del Paese3. Non solo i consumi ma anche gli investimenti hanno sostenuto il PIL nel 2011, con una crescita pari al 6,2%, effetto anche della ripresa nel settore delle costruzioni a uso sia abitativo che commerciale o industriale. Secondo la maggior parte degli analisti, la crescita economica nei prossimi anni sarà ancora sospinta dalla crescita dei consumi e degli investimenti, sia dei privati che dello Stato e delle altre amministrazioni pubbliche. Un apprezzabile contributo alla crescita economica è pervenuto anche dall’agricoltura (+22,1%), la cui produzione è tornata ai livelli abituali degli scorsi anni, dopo che gli estesi incendi dell’estate 2010 avevano provocato la distruzione di quasi un terzo del raccolto estivo (con una perdita percentuale di PIL stimata in quasi mezzo punto). La ripresa della produzione nel settore agricolo ha determinato anche lo sgonfiamento della «bolla» che si era generata nei prezzi dei generi alimentari, consentendo un forte abbassamento dell’inflazione al consumo, che a fine dicembre si è collocata al 6,1% ovvero il valore più basso degli ultimi dieci anni4. 50 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 51 Fonte: Rosstat. Dalla crisi dell’autunno 2008 si registra in Russia un deflusso di capitali che, secondo le stime della Banca di Russia, è ammontato nel 2011 a 84,2 miliardi di dollari: va rilevato innanzi tutto che il deflusso è stato particolarmente intenso nell’ultimo trimestre del 2011 (-37,8 miliardi) e che tale circostanza è probabilmente riconducibile ai timori che la recessione nei paesi dell’Eurozona possa ripercuotersi sulla Russia, come del resto era successo nel 2008-2009. *stima. Fonte: Bcr. 51 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 52 FINANZE PUBBLICHE E PRIVATIZZAZIONI Il bilancio federale nel 2011 si è chiuso con un avanzo di 416 miliardi di rubli (circa 10,6 miliardi di euro), pari cioè allo 0,8% del PIL: tale risultato è migliore rispetto alle previsioni di inizio 2011, quando sia il Governo che i principali analisti ipotizzavano un deficit pari all’1% del PIL, basandosi su un prezzo medio del barile di petrolio - 75 dollari - decisamente al di sotto di quello effettivamente verificatosi. Nell’anno le entrate sono state pari a 11.352 miliardi di rubli (21,1% del PIL) e hanno segnato una crescita del 36,7%, notevolmente superiore a quella registrata nel 2010 (+13,2%); circa metà del gettito fiscale è derivata dal comparto «oil and gas», conseguendo un aumento del 47,3% (cfr. tabella). La ripresa economica, inoltre, si è riflessa positivamente sul gettito derivante dagli altri comparti economici, che ha pure segnato una non trascurabile crescita (+27,7%). In tale contesto, la spesa pubblica (10.935 miliardi di rubli, ovvero il 20,4% del PIL) ha registrato invece un aumento dell’8,1%, in frenata rispetto al triennio precedente, nonostante le scadenze elettorali di dicembre (Duma) e di marzo 2012 (presidenziali). Le menzionate dinamiche hanno consentito di alimentare anche i due Fondi sovrani della Federazione, le cui consistenze si erano invece fortemente erose nel biennio precedente: quello di Riserva è passato nell’anno da 775 a 811 miliardi di rubli, mentre quello di Benessere Nazionale è cresciuto da 2.695 a 2.794 miliardi di rubli. Il quadro positivo delle finanze pubbliche russe - completato dal basso livello di debito pubblico che permane al di sotto del 10% del PIL - non è esente da elementi di fragilità: secondo quanto ammesso a inizio 2012 dallo stesso ministro delle finanze, Siluanov, il bilancio federale a fine anno sarà in pareggio solo se il prezzo del petrolio si manterrà al di sopra dei 110 dollari al barile (solo cinque o sei anni fa il bilancio della Federazione Russa risultava in pareggio già con un prezzo medio del petrolio di poco superiore ai 50 dollari al barile). Rimane inoltre il fatto che, senza il cospicuo apporto del comparto «oil and gas», il bilancio pubblico avrebbe registrato nell’anno un deficit pari al 9,7% del PIL mentre sia la Banca Centrale Russa che il FMI ritengono che sarebbe più sostenibile un «non-oil deficit» intorno al 5%. 52 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 53 ANDAMENTO DEL BILANCIO FEDERALE (2008-2011) in miliardi di rubli variazioni % sull’anno precedente 2008 2009 2010 9.274,1 7.336,8 8.303,8 11.352,2 in % del PIL 22,3 18,8 18,7 21,1 - «oil & gas» 4.389,4 2.984,0 3.830,7 - non «oil & gas» 4.886,5 4.352,1 4.473,1 SPESE 7.566,6 9.636,8 10.115,6 ENTRATE in % del PIL - interessi sul debito 2011* 2008 2009 2010 2011 19,2 -20,9 13,2 36,7 5.641,7 51,5 -32,0 28,4 47,3 5.710,5 0,1 -10,9 2,8 27,7 10.935,7 26,5 27,4 5,0 8,1 18,2 24,7 22,7 20,4 153,3 176,2 195,0 262,6 7,1 14,9 10,7 34,7 - spese diverse dagli interessi 7.413,3 9.460,7 9.920,0 10.673,0 26,9 27,6 4,9 7,6 AVANZO (+) / DISAVANZO (-) 1.707,5 -2.300,0 -1.811,8 416,5 4,1 -5,9 -4,1 0,8 -2.681,9 -5.284,0 -5.642,5 -5.710,5 -6,4 -13,5 -12,7 -9,7 in % del PIL AVANZO (+) / DISAVANZO (-) non «oil & gas» in % del PIL *stima. Fonte: Ministero delle Finanze. Il miglioramento delle finanze pubbliche e le condizioni non ideali dei mercati nel 2011 hanno reso meno urgente l’attuazione dell’imponente progetto di privatizzazioni presentato dal Governo russo nel 2010. Il progetto era già stato più volte modificato nei tempi e modalità di realizzazione nonché nelle quote e aziende oggetto di dismissione: in origine, ad esempio, era stata ipotizzata l’immissione sul mercato solo di pacchetti di minoranza, mentre poi si è deciso di vendere anche alcune quote di controllo. Anche a causa di questi continui ripensamenti, molti analisti avevano iniziato a dubitare dell’effettiva volontà del Governo di procedere nella direzione annunciata e, a distanza di quasi due anni, bisogna dire che tali perplessità non erano del tutto infondate: finora è stata privatizzata solo una quota di minoranza della banca VTB (Vneshtorgbank). Il dibattito sulle privatizzazioni comunque continua, e sarà una delle principali questioni di politica economica che affronterà il nuovo Presidente e il nuovo Governo. 53 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 54 LA RUSSIA NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia si è gradualmente aperta al commercio internazionale. L’innalzamento del reddito disponibile e l’espansione nella domanda interna degli ultimi dodici anni si sono tradotti in un aumento delle importazioni di prodotti finiti, considerata l’incapacità dell’industria nazionale di produrre beni di analoga qualità. L’apertura della Federazione Russa al commercio internazionale, e soprattutto l’attrazione degli investimenti stranieri, sono fra le principali priorità del Governo russo. Esse vengono perseguite tramite la conclusione del processo di piena integrazione nell’economia mondiale, iniziato venti anni fa, e la creazione di condizioni più propizie per investire nella Federazione Russa, soprattutto per le imprese straniere che possano trasferire tecnologia e contribuire alla creazione di industrie nazionali, localizzando la produzione. In questo quadro, particolare importanza riveste l’ingresso della Federazione Russa nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) sulla base delle intese raggiunte nel 2011 prima con gli Stati Uniti e successivamente, con più difficoltà, con l’Unione Europea, dopo diciotto anni di negoziati. La Federazione Russa dovrebbe formalmente accedere all’Organizzazione verso il mese di giugno. Nell’ultimo anno la questione su cui è stato più difficile trovare un accordo è stato il settore automobilistico, alla luce della richiesta della Federazione Russa di mantenere l’attuale regime di assemblaggio industriale (che favorisce la produzione nazionale) fino al 2018. Nell’ottica del Governo russo, l’ingresso nel WTO - che non mancherà di avere conseguenze per gli interessi costituiti di industrie e mercati protetti, di posizioni di rendita quali quelle delle dogane russe o dei distributori di prodotto importati sarà importante non solo per il recepimento di standard e regole comuni ma ancor più per il segnale nel senso dell’apertura agli investimenti stranieri che esso invierà. L’ingresso nel WTO darà un’accelerazione anche al processo di adesione all’OCSE, la cui principale difficoltà risiede nel coordinamento fra le varie Amministrazioni interessate, soprattutto ai fini del recepimento degli standard OCSE in materia ambientale. Particolare importanza è data anche all’adozione da parte russa della Convenzione OCSE contro la corruzione di pub54 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 55 blici ufficiali stranieri; al riguardo, è stata adottata nel maggio scorso una legge sulla lotta alla corruzione fortemente voluta dal presidente Medvedev. Particolarmente intense sono le relazioni con l’Unione Europea, principale partner commerciale (con metà dell’interscambio totale della Federazione Russa) nonché primo acquirente di gas e petrolio russo (intorno al 70% del totale esportato). Il rapporto è asimmetrico: la Federazione Russa è solo il terzo partner dell’UE dopo Stati Uniti e Cina. Continuano i negoziati per la conclusione di un Nuovo Accordo che aggiorni e sostituisca l’attuale Accordo di Partenariato e Cooperazione, includendo disposizioni in materia di commercio e investimenti che vadano al di là degli obblighi WTO, anche in vista di una futura istituzione di un’area di libero scambio. Il Dialogo UERussia nel settore energetico, iniziato nel 2000, è stato rafforzato nel 2011 con tre intese: sul miglioramento di un meccanismo di «early warning»; sulla creazione di un Consiglio consultivo congiunto sul gas, e sulla preparazione di una «roadmap» della cooperazione energetica fino al 2050. Ciò nonostante, continuano ad aversi incomprensioni sull’applicazione del Terzo Pacchetto Energetico, in particolare sull’obbligo di «unbundling» tra produzione e distribuzione del gas nei Paesi UE (che Mosca ritiene pregiudizievole per gli interessi di Gazprom), e, più in generale, sulla politica energetica dell’UE. Federazione Russa, Bielorussia e Kazakhstan procedono speditamente lungo il percorso dell’integrazione economica trilaterale. Dopo il completamento dell’Unione Doganale nel 2011, i tre Paesi hanno dato vita nel 2012 allo Spazio Economico Comune. L’applicazione delle intese, peraltro, non sta avvenendo in maniera uniforme, mentre continuano ad aversi problemi di adeguamento della normativa e delle pratiche che, almeno in questa fase, non hanno contribuito a rendere le procedure doganali più spedite. Queste dinamiche vanno viste sullo sfondo del più ampio progetto di integrazione economica regionale, concretizzato il 18 novembre 2011 dalla sottoscrizione, da parte dei tre Presidenti, di una Dichiarazione sull’istituzione entro il 2015 di una «Unione euro-asiatica» destinata a riassorbire gli attuali meccanismi, e del Trattato istitutivo della Commissione Euro-asiatica che sostituisce la Commissione dell’Unione Doganale. La nuova Organizzazione è aperta all’adesione di altri Stati, Kirghizistan e Tagikistan essendo - a temine - i potenziali candidati. 55 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 56 Sfruttando anche la circostanza di essere l’unico Paese membro di G8, G20 e BRICS, la Federazione Russa punta a vedersi riconosciuto un peso crescente nella governance economica e finanziaria globale e a svolgere un ruolo propositivo nell’elaborazione di nuove regole da applicare all’economia mondiale e alla struttura e funzionamento delle organizzazioni multilaterali che operano in questo settore, sostenendo un approccio contrario all’unilateralismo nelle relazioni internazionali. Ad esempio, Mosca si coordina strettamente con gli altri BRICS, in primo luogo in seno al FMI nell’ottica della diversificazione del paniere dei Diritti Speciali di Prelievo e, più in generale, per accelerare il processo di riforma della governance del Fondo in modo tale che esso rifletta meglio il peso delle economie emergenti. INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA PER PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI Gen.-Dic. 2011 (mld di dollari) Gen.-Dic.2011 Gen.-Dic.2010 (var.%) Incidenza % sul totale Totale Export Import Totale Export Import Totale TOTALE 821,3 516,0 305,3 31,2 30,0 33,4 100 % Export di cui: Paesi non CSI 698,8 437,8 261,0 30,7 29,7 32,4 85,1% 84,8% 85,5% di cui:U.E. 394,0 266,5 127,5 28,3 26,0 33,5 48,0% 51,6% 41,8% di cui: - Germania 71,8 34,2 37,7 37,2 33,2 41,1 8,7% 6,6% 12,3% - Paesi Bassi 68,5 62,6 5,9 17,2 15,9 33,4 8,3% 12,1% 1,9% - Italia 46,0 32,6 13,4 22,6 18,6 33,4 5,6% 6,3% 4,4% - Polonia 28,0 21,3 6,7 35,0 43,1 14,2 3,4% 4,1% 2,2% - Regno Unito 21,2 14,0 7,2 33,3 23,8 56,9 2,6% 2,7% 2,4% - Finlandia 18,9 13,2 5,7 12,6 8,4 23,7 2,3% 2,6% 1,9% - Francia 28,1 14,8 13,3 25,2 19,6 32,2 3,4% 2,9% 4,4% Cina 83,5 35,2 48,3 40,8 73,4 23,9 10,2% 6,8% 15,8% Turchia 31,8 25,4 6,4 26,3 25,2 31,0 3,9% 4,9% 2,1% Giappone 29,7 14,7 15,0 28,7 14,6 46,2 3,6% 2,8% 4,9% Corea del Sud 25,0 13,4 11,6 40,9 28,2 59,1 3,0% 2,6% 3,8% Svizzera 14,6 11,6 3,0 31,1 33,4 22,9 1,8% 2,2% 1,0% Stati Uniti 31,2 16,6 14,6 33,3 34,8 31,6 3,8% 3,2% 4,8% Paesi CSI 100 % Import 100 % 122,6 78,3 44,3 34,2 31,3 39,6 14,9% 15,2% 14,5% di cui: - Bielorussia 38,6 24,9 13,7 37,7 37,8 37,5 4,7% 4,8% 4,5% - Kazakstan 19,8 12,9 6,9 30,6 20,7 54,2 2,4% 2,5% 2,3% - Ucraina 50,6 30,5 20,1 36,1 31,8 43,2 6,2% 5,9% 6,6% Fonte: Servizio Federale delle Dogane. 56 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 57 Il settore degli scambi con l’estero aveva sofferto particolarmente della crisi globale nel 2009 ma si era poi ripreso nel 2010 e la crescita è proseguita circa agli stessi ritmi anche nel 2011: da un lato la ripresa della domanda globale di idrocarburi e del relativo prezzo hanno impresso una forte spinta alle esportazioni mentre, dall’altro, le importazioni russe hanno beneficiato dell’aumento dei consumi e degli investimenti all’interno del Paese. Secondo dati di fonte russa, nel 2011 l’interscambio commerciale con il resto del mondo è ammontato complessivamente a 821 miliardi di dollari, in crescita del 31,2% rispetto al 2010: da rilevare che sono stati ormai superati i livelli record del 2008, quando l’interscambio aveva raggiunto 735 miliardi di dollari. Nel 2011 le esportazioni della Russia sono cresciute del 30%, mentre le importazioni dal resto del mondo sono aumentate del 33,4% in termini nominali: il saldo positivo per la Russia è stato pari a 211 miliardi di dollari (168 miliardi nel 2010). La Federazione Russa continua a essere il primo esportatore al mondo non solo di gas ma anche di prodotti petroliferi grezzi, avendo ormai da tempo superato l’Arabia Saudita; nella struttura merceologica delle esportazioni russe, la quota principale è rappresentata, infatti, dagli idrocarburi (69,5% del totale), seguiti nell’ordine dai metalli e prodotti derivati dalla loro lavorazione (8,9%), dai prodotti dell’industria chimica (6%), dai macchinari, dalle attrezzature e dai mezzi di trasporto (4,2%) e per il rimanente dal settore agroalimentare e da quello del legno. Le importazioni sono composte maggiormente da macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (47,8%), alimentari e risorse dell’agricoltura (13,9%) e prodotti dell’industria chimica (14,9%). Nel 2011 l’Unione Europea si è confermata il principale partner commerciale della Federazione Russa (48% sul totale dell’interscambio), con Germania (8,7% del totale), Olanda (8,3%) e Italia (5,66% del totale) nelle prime tre posizioni. Seguono i Paesi CSI per un totale del 14,9% del volume complessivo, la Cina (10,2%), la Turchia, gli Stati Uniti e il Giappone. L’Italia si colloca al quarto posto dopo i Paesi Bassi, la Cina e la Germania come Paese cliente, mentre occupa la settima posizione come Paese fornitore, preceduta da Cina, Germania, Ucraina, Giappone, Stati Uniti e Bielorussia. Occorre rilevare la difformità tra i dati di fonte russa (Servizio delle Dogane e Rosstat) e quelli di fonte italiana ed europea (Istat ed EuroStat), dovuti a 57 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 58 una serie di motivi fra cui le frequenti triangolazioni e, in particolare, il cosiddetto «effetto Rotterdam», in virtù del quale le importazioni dalla Federazione Russa (ma anche, in alcuni casi, le esportazioni verso la Federazione Russa) vengono registrate in ingresso nei Paesi Bassi anche se la destinazione finale è un altro Paese UE o un Paese terzo (ciò comporta, ovviamente, una sovrastima dell’interscambio dei Paesi Bassi). GLI INVESTIMENTI STRANIERI NELLA FEDERAZIONE Le autorità sono impegnate a migliorare il clima degli investimenti nel Paese, puntando a rimuovere gli ostacoli di diversa natura (legislativi, tariffari, amministrativi, giurisdizionali e burocratici) che costituiscono fattori di incertezza per gli investitori esteri (fra questi, le incertezze del quadro giuridico, complicato da frequenti cambiamenti legislativi e dalla difficoltà dell’apparato amministrativo ad applicarli, e i limiti del sistema giudiziario). Esiste già un meccanismo di consultazione con grandi gruppi stranieri, il «Foreign Investors Advisory Council» (FIAC), presieduto dal Primo Ministro (con il Ministro dello Sviluppo Economico come Vice Presidente), del quale fanno parte 42 imprese (di cui quattro italiane: Enel, Eni, Finmeccanica, Unicredit) e che si compone di gruppi di lavoro settoriali che formulano pareri sulle proposte di legge rilevanti per le attività delle imprese straniere. Da alcuni anni esiste tra Italia e Federazione Russa la figura del «Tutor», ovvero un’istanza governativa per prevenire e, ove necessario, cercare di risolvere i contenziosi economico-commerciali, particolarmente in quei casi in cui sia coinvolto un partner dell’altro Paese, evitando, ove possibile, il ricorso allo strumento giudiziario. In alcuni casi l’azione del «Tutor» si è dimostrata efficace e ha portato a soluzioni positive dei contenziosi. Fra le misure adottate per favorire le imprese straniere, si segnala la legge che semplifica le procedure per l’ottenimento dei visti e dei permessi di soggiorno per i dipendenti stranieri «altamente qualificati», di interesse di numerosissime imprese europee e italiane. È stata inoltre emendata la legge in materia di investimenti stranieri nei settori cosiddetti strategici (difesa, energia ecc.) che semplifica le procedure per l’autorizzazione all’acquisto da parte di im58 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 59 prese straniere di quote di partecipazione in imprese russe. Fra le altre misure adottate, si segnala la costituzione di un Fondo («Russian Direct Investment Fund») attraverso il quale il Governo russo conta di attrarre investimenti stranieri (vedi sezione sul RDIF). Un altro (ambizioso) obiettivo del Governo russo è la trasformazione di Mosca in un centro finanziario internazionale, che faccia da punto di riferimento per l’aerea CIS (in competizione con altri possibili centri quali Instanbul per quanto riguarda i Paesi dell’Asia Centrale). È stato dunque creato un apposito gruppo di lavoro a cui sono stati invitati a farne parte una ventina di istituti creditizi fra cui Unicredit. Nel quadro del processo di modernizzazione del Paese e dell’attenzione dedicata allo sviluppo delle aree produttive periferiche, e al fine di attrarre investimenti dall’estero, sono state create e sviluppate delle Zone Economiche Speciali (ZES). A livello federale esistono quattro tipi di zone: industriali e produttive (Lipetsk, Tatarstan, Samara, Sverdlovsk); tecnologiche e per l’innovazione (aree di Mosca: Zelenograd e Dubna; Tomsk; San Pietroburgo); aeroportuali (Ul’janovsk) e portuali (Khabarovsk e Murmansk), oltre a 13 zone turistiche e ricreative. A queste devono aggiungersi le numerose Zone Economiche Speciali stabilite dalle Regioni (fra cui si segnala in particolare, per l’elevato potenziale di sviluppo, quelle delle Regioni di Sverdlovsk e Ul’janovsk). Emblematico dello sforzo di modernizzazione e apertura alle imprese straniere è anche il progetto del centro di innovazione di Skolkovo, che sorgerà alle porte di Mosca. Oltre ad aver concluso con alcuni grandi gruppi stranieri (Boeing, Cisco, Intel, Microsoft, Nokia, Siemens ecc.) intese per svolgere attività di ricerca, la Fondazione Skolkovo, guidata dal magnate Vekselberg, ha già avuto numerosi incontri con il mondo imprenditoriale e accademico italiano per sviluppare progetti congiunti. Le aree prioritarie individuate dal Governo russo nelle quali indirizzare la ricerca sono la farmaceutica, l’energia nucleare, lo spazio, l’informatica e l’efficienza energetica. Dalla dissoluzione dell’URSS a oggi, il volume complessivo delle risorse estere investite nella Federazione Russa a livello cumulato è di poco superiore ai 300 miliardi di dollari, di cui solo un terzo è riconducibile a Investimenti Diretti Esteri (IDE). I dati di fonte russa possono essere fuorvianti per due moti59 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 60 vi: essi registrano capitali russi reimportati (è il caso, ad esempio, delle imprese russe registrate a Cipro, che collocano quel Paese al primo posto fra gli investitori) e investimenti effettuati da zone «off-shore» o comunque con regimi fiscali favorevoli; non registrano investimenti diretti realizzati tramite jointventure o imprese di diritto russo, anche se controllate da gruppi stranieri. Nel caso specifico dell’Italia, questo fenomeno riguarda aziende che hanno effettuato o stanno effettuando ingenti investimenti (Enel, Eni, Ferrero, Fiat, Indesit, Pirelli, Unicredit per citarne le maggiori). INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA CON L’ITALIA La Federazione Russa e l’Italia presentano forte complementarità sotto il profilo dell’interscambio commerciale: da un lato noi acquistiamo materie prime, dall’altro i russi acquistano da noi manufatti che non vengono prodotti in Russia ovvero che vengono prodotti ma sono di qualità inferiore. La positiva evoluzione dei rapporti commerciali tra Italia e Russia, negli ultimi anni ha subito una battuta di arresto nel 2009, quando la crisi economica mondiale ha comportato una seria contrazione del commercio internazionale. La crescita economica registrata nei due paesi nel 2010 ha favorito la ripresa dei flussi commerciali: secondo dati Istat, nel 2011 l’interscambio è aumentato del 21,4% rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi a 27,4 miliardi di euro (cfr. tabella), valore che si colloca al di sopra del livello record raggiunto nel 2008 (26,6 miliardi di euro). La positiva dinamica delle relazioni commerciali bilaterali è testimoniata anche dalla crescita della quota della Russia sul totale dell’interscambio con i Paesi extra UE, che è pari ora al 7,8%, a fronte del 7,3% di dicembre 2010. 60 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 61 ANDAMENTO DELL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-RUSSIA (2008 – 2011) 2008 2009 2010* 2011 mln € var. % mln € var. % mln € Interscambio 26.557 9,9% 18.574 -30,1% 22.539 - di cui export 10.468 9,5% 6.432 -38,6% 7.906 - di cui import 16.089 10,1% 12.142 -24,5% 14.633 Saldo - 5.621 -6.727 -8.728 - 5.710 mln € var. % 21,3% 27.356 21,4% 22,9% 9.314 17,8% 20,5% 18.042 23,3% var. % Export dell’Italia verso la Russia (settori economici più rilevanti) 2008 2009 2010 quota % quota % mln € quota % mln € 2011 Macchinari ed apparecchi 30,9% 26,0% 2.094 26,4% 2.597 27,9% Prodotti tessili e dell’abbigliamento quota % 15,8% 16,7% 1.123 14,2% 1.303 14,0% Prodotti delle altre attività manifatturiere 9,7% 10,9% 715 9,0% 780 8,4% Articoli in pelle e simili 7,5% 7,4% 551 7,0% 662 7,1% Sostanze e prodotti chimici 5,1% 5,1% 412 5,2% 448 4,8% Metalli di base e prodotti in metallo 7,0% 7,5% 580 7,3% 637 6,8% Apparecchi elettrici 6,2% 6,5% 578 7,3% 623 6,7% Import dell’Italia dalla Russia (settori economici più rilevanti) 2008 2009 2010 2011 quota % quota % mln € quota % mln € quota % Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 71,6% 77,6% 8.487 64,9% 12.944 Metalli di base e prodotti in metallo 13,2% 7,3% 1.531 11,7% 1.404 7,8% Coke e prodotti petroliferi raffinati 10,0% 10,7% 1.949 14,9% 2.488 13,8% 71,7% Interscambio con i Paesi extra Unione Europea: incidenza percentuale della Russia 2008 mln € 2009 inc.% mln € 2010 inc.% mln € 2011 inc.% mln € inc.% Interscambio 325.072 8,2% 250.409 7,4% 309.983 7,3% 352.321 7,8% - di cui export 151.805 6,9% 123.669 5,2% 143.957 5,5% 165.367 5,6% - di cui import 173.267 9,3% 126.740 9,6% 166.025 8,8% 186.954 9,7% * I dati del 2010 sono stati recentemente revisionati dall’ISTAT. Fonte: Istat La ripresa economica in Russia sta comportando un costante incremento dei consumi interni, specie di prodotti di qualità elevata; in assenza di significative produzioni nazionali di tali beni, la crescita della domanda si traduce quasi esclusivamente in un aumento delle importazioni dall’estero. Di tali circostanze ha ovviamente beneficiato anche l’Italia, considerato che nel 2011 61 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 62 le nostre esportazioni in Russia - complessivamente pari a 9,3 miliardi di euro - hanno segnato una crescita (+17,8%) superiore a quella complessiva delle nostre esportazioni verso l’insieme dei Paesi extra UE (+14,9%). I settori trainanti dell’export italiano in Russia si confermano quello delle macchine e apparecchi meccanici - che da solo rappresenta quasi un terzo del totale e ha conseguito un aumento del 24,2% - e quello alimentare che, pur rappresentando solo il 5,1% del totale, ha segnato una crescita del 23,3%; positive anche le dinamiche del settore tessile, che registra un incremento del 17,5% confermandosi il secondo settore per importanza, e di quello degli articoli in pelle e cuoio, che avendo registrato uno sviluppo del 20,1% si ragguaglia al 7,1% del totale. Per quanto riguarda invece le importazioni italiane dalla Russia (18 miliardi di euro) si registra una crescita del 23,3%, quasi interamente riconducibile alla maggiore domanda di minerali energetici che continuano a rappresentare la quota preponderante del totale (71,7%). Tale dinamica, che appare ascrivibile anche al fatto che gli eventi in Nord Africa e Medio Oriente hanno reso necessario un aumento delle forniture dalla Russia, ha subito un evidente battuta di arresto nella parte finale dell’anno a causa della ripresa delle forniture di gas dalla Libia e della sostituzione di gas russo con gas dalla Norvegia. LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE ITALO-RUSSA La cooperazione istituzionale tra Italia e Federazione Russa avviene nel seno dei periodici Vertici, ai quali partecipano regolarmente anche i Ministri economici (Comunicazioni, Energia, Finanze, Sviluppo Economico ecc.) e di un organismo ad hoc, il Consiglio italo-russo per la Cooperazione Economica, Industriale e Finanziaria, istituito dal Trattato bilaterale di Amicizia e Cooperazione del 1994. Il Consiglio - oggi copresieduto dal Ministro degli Esteri da parte italiana e dal Primo Vice Primo Ministro da parte russa - si riunisce ogni anno, alternativamente in Italia e in Russia, e rappresenta il massimo foro istituzionale di riferimento e di coordinamento delle relazioni economiche bilaterali. I lavori del Consiglio sono in genere preceduti, nel corso dell’anno, dalle riunioni dei Gruppi di lavoro tematici bilaterali: 62 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 63 - cooperazione nel settore dello spazio - cooperazione nel settore agricolo - cooperazione economica e finanziaria - Task Force per le PMI e i distretti industriali - Gruppo di lavoro per il partenariato per la modernizzazione - cooperazione nel campo dell’industria e delle alte tecnologie - cooperazione nel settore del turismo - Comitato imprenditoriale. IL MADE IN ITALY IN RUSSIA La percezione del Made in Italy presso il pubblico russo è legata prevalentemente a beni di consumo nel settore agroalimentare, nella moda e nel design. Meno conosciute, ma altrettanto apprezzate dagli addetti ai lavori, sono le nostre eccellenze in altri campi - macchinari, tecnologia, beni industriali intermedi - che riguardano circa il 50% delle nostre esportazioni. In questi settori l’Italia ha conquistato importanti quote di mercato (nei settori dei macchinari per la lavorazione del legno, della plastica, del materiale di imballaggio per prodotti alimentari, delle macchine per l’agricoltura ecc.), collocandosi saldamente al secondo posto, dopo la Germania La nostra posizione nel settore dei beni strumentali e di consumo beneficia del favore con il quale i consumatori russi guardano al Made in Italy, sinonimo di qualità, soffrendo del crescente ingresso nella Federazione Russa di merce contraffatta. La nostra presenza commerciale, inoltre, permane ancora eccessivamente concentrata a Mosca e San Pietroburgo, apparendo opportuno puntare di più alla penetrazione commerciale nel resto della Russia, in particolare in quelle città la cui economia cresce a tassi elevati (Ekaterinburg, Kazan’, Novossibirsk, Samara, Tomsk, Vladivostok ecc.). Un limite all’incremento della penetrazione commerciale di prodotti italiani è rappresentato dall’assenza di imprese italiane nella grande distribuzione commerciale, dove invece sono molto attive numerose società straniere (francesi, svedesi, tedesche e turche). 63 [email protected] 2-05-2012 10:37 Pagina 64 I COLLEGAMENTI AEREI Vettore Tratta ALITALIA (AZ) Mosca – Milano, Roma, Torino San Pietroburgo – Roma, Milano AIR ONE (gruppo C.A.I.) San Pietroburgo – Venezia BLUE PANORAMA Mosca – Palermo, Catania BLUE PANORAMA S.Pietroburgo – Palermo WIND JET Mosca – Verona, Torino, Palermo, Catania, Pisa, Bergamo Rimini – Mosca S.Pietroburgo – Verona, Catania, Pisa, Bergamo Rimini – San Pietroburgo Rimini – Rostov (eliminato Samara-Forlì) URAL AIRLINES Ekaterinburg – Roma AEROFLOT (SU) Mosca – Milano, Roma, Venezia Torino in c/s con AZ (Bologna richiesta per la stagione summer 2012 ma non ancora attivata) ROSSIA(Rossiya) (ex Pulkovo) S.Pietroburgo – Roma, Milano, Venezia Napoli e Rimini (autorizzate fino al 15 maggio 2012) VIM Airlines Fino al 15 maggio: Mosca, Palermo, Rimini, Napoli, Genova, Venezia, Catania, Treviso, Ronchi dei legionari AIR Bridge Cargo Mosca Malpensa Fonte: Enac 1 3 Nel 2001 Goldman Sachs coniò il termine BRIC per indicare le principali quattro economie emergenti: Brasile, Cina, India, Russia. Negli anni il concetto di BRIC ha preso sempre più sostanza, dando vita a un meccanismo di consultazione intergovernativa fra i quattro paesi interessati a cui si è aggiunto, nel 2010, il Sudafrica, portando a modificare la denominazione in BRICS. 2 La variazione delle quotazioni dei prodotti energetici sui mercati internazionali, ad esempio, hanno ripercussioni immediate sugli indici di borsa, essendo circa il 50% della capitalizzazione rappresentato proprio da aziende del comparto estrattivo. L’importanza degli idrocarburi per l’economia russa si evince anche dal fatto che le stime sul prezzo del petrolio rappresentano il principale parametro di riferimento per la predisposizione del budget federale. Nell’anno, infatti, l’indice Micex ha registrato una flessione pari al 16,9%, quasi integralmente ascrivibile proprio agli ultimi tre mesi. 4 I prezzi dei generi alimentari sono aumentati nell’anno solo del 3,9%, a fronte di un dato pari al +12,9% nel 2010; piuttosto sostenuta è stata invece la dinamica delle tariffe amministrate che nell’anno sono aumentate (+8,7%) circa agli stessi ritmi del 2010, mentre i prezzi dei beni non alimentari sono addirittura cresciuti a un ritmo superiore rispetto all’anno precedente (rispettivamente: +6,7% e +5%). Nella parte finale del 2011 l’inflazione ha beneficiato altresì di una cospicua decelerazione degli aggregati monetari, favorita anche dal deflusso di capitali: a dicembre il tasso annuo di crescita di M2 si attestava infatti a +9,7% a fronte del +31,1% riscontrato a dicembre 2010. 64