Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa

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«La conoscenza è il mezzo, non il fine»
Lev Nikolaevich Tolstoj
e di
Allemandi & C.
€ 80,00
Guida per gli operatori economici
italiani nella Federazione Russa
La Guida, promossa dall’Ambasciata d’Italia a Mosca,
è stata realizzata grazie al generoso contributo di:
AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA
Guida per gli operatori
economici italiani
nella Federazione Russa
2012
Allemandi & C.
Il volume è stato realizzato da:
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AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA
Guida per gli operatori economici italiani
nella Federazione Russa
2012
UMBERTO ALLEMANDI & C.
TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK
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2-05-2012
COMITATO DI REDAZIONE
Ambasciata d’Italia a Mosca
Primo Consigliere Leonardo Bencini
Primo Segretario Carmelo Barbera
Addetto Finanziario - Banca d’Italia,
Dottor Andrea Zucchini
Consolato Generale d’Italia
a San Pietroburgo
Console Generale Luigi Estero
Dottor Francesco Cimellaro
Ufficio ICE - Mosca
Dottor Matteo Masini
Dottor Filippo Covino
Dottor Acilio Rizzello
Ufficio ICE - San Pietroburgo
Dottor Carlo Ferrari
Camera di Commercio italo-russa
Dottoressa Marisa Florio
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Promos
Ingegner Filippo Li Gotti
Dottor Andrea Guidetti
GIM-Unimpresa
Cav. Vittorio Torrembini
KPMG
Dottor Stefano Tonetti
Studio Legale Pavia e Ansaldo
Avvocato Vittorio Loi
Coordinamento redazionale
Carmelo Barbera
Traduzioni
Gabriella Andreassi, Mark Bernardini,
Sara Gri, Paolo Grusovin, Angelika
Kovaleva, Bernadette Labbate, Marina
Loshchakova, Manuela Mascali, Sara
Messali, Irene Patregnani, Alexej
Sivokhin, Natalia Stefanati,
Antonello Tavaris
La Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa è stata realizzata esclusivamente a scopo informativo: il contenuto è stato elaborato utilizzando prevalentemente fonti ufficiali o comunque accessibili al pubblico.
Le informazioni contenute nella guida non devono essere in alcun modo interpretate, direttamente o indirettamente, come un incentivo agli investimenti, ma solo come contributo informativo dedicato alle principali opportunità offerte dal mercato
della Federazione Russa.
Di conseguenza, l’Ambasciata d’Italia a Mosca e le istituzioni, enti e aziende che
hanno collaborato alla redazione del presente volume non possono in alcun modo
essere ritenuti responsabili per eventuali perdite scaturite dall’uso delle informazioni contenute nella guida da parte di terzi, nonché per le possibili conseguenze causate dalla eventuale imperfezione delle informazioni presentate.
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Sommario
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Prefazione del Ministro degli Affari Esteri
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA
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Prefazione del Ministro dello Sviluppo Economico
CORRADO PASSERA
15
Prefazione del Ministro dello Sviluppo Economico
della Federazione Russa
ELVIRA NABIULLINA
17
Prefazione del Ministro dell’Industria e del Commercio
della Federazione Russa
DENIS MANTUROV
19
Introduzione dell’Ambasciatore d’Italia a Mosca
ANTONIO ZANARDI LANDI
21
Schede su istituzioni, enti e aziende estensori della guida
21
26
29
31
AMBASCIATA D’ITALIA A MOSCA E UFFICI DIPENDENTI
ICE - UFFICIO DI MOSCA
CAMERA DI COMMERCIO ITALO-RUSSA
CONFINDUSTRIA (CONFEDERAZIONE GENERALE
DELL’INDUSTRIA ITALIANA)
GIM-UNIMPRESA
PROMOS
KPMG
PAVIA E ANSALDO
32
33
37
42
47
Dati generali sul Paese ed evoluzione del contesto economico
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ECONOMIA DELLA FEDERAZIONE RUSSA:
UN BREVE PROFILO STRUTTURALE
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EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA RUSSA NEL 2011 E PROSPETTIVE
FINANZE PUBBLICHE E PRIVATIZZAZIONI
LA RUSSIA NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
GLI INVESTIMENTI STRANIERI NELLA FEDERAZIONE
INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA CON L’ITALIA
LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE ITALO-RUSSA
IL MADE IN ITALY IN RUSSIA
65
Ingresso della Federazione Russa nel WTO:
aspetti operativi ed effetti per le imprese italiane
65
PROFILO TARIFFARIO DELLA RUSSIA PRECEDENTE
ALL’INGRESSO NEL WTO
POLITICA COMMERCIALE DELLA RUSSIA NELL’ULTIMO TRIENNIO
UNIONE DOGANALE RUSSIA-BIELORUSSIA-KAZAKISTAN
INGRESSO DELLA RUSSIA NEL WTO
POSIZIONAMENTO DELL’EXPORT DELL’ITALIA VERSO LA RUSSIA
PRECEDENTE ALL’INGRESSO NEL WTO
GLI EFFETTI DELL’INGRESSO DELLA RUSSIA NEL WTO
SULL’EXPORT DELL’ITALIA
CONCLUSIONI
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67
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75
76
80
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Zone Economiche Speciali (ZES) nella Federazione Russa
UN COMMENTO SULLE ZES E I PROGETTI SPECIALI
UN APPROFONDIMENTO: LE ZES DI TOGLIATTI E ALABUGA
PROGETTO «SKOLKOVO»
147
L’attività degli operatori economici italiani
nella Federazione Russa
147
LE IMPRESE ITALIANE NELLA FEDERAZIONE RUSSA
157
Censimento degli operatori italiani
173
Settori produttivi, con indicazioni su principali associazioni
e fiere di settore
173
177
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BENI STRUMENTALI
ARREDAMENTO
AGROALIMENTARE
EDILIZIA
MODA (ABBIGLIAMENTO / CALZATURE / ACCESSORI)
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233
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251
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Il settore bancario russo: descrizione generale, prospettive
di sviluppo, principali problematiche
LE BANCHE ITALIANE NELLA FEDERAZIONE RUSSA
Enti italiani al servizio dell’internazionalizzazione:
FINEST, SACE e SIMEST in Russia
FINEST
SACE
SIMEST
Le agenzie create dal Governo russo per favorire
gli investimenti produttivi
RUSSIAN DIRECT INVESTMENT FUND
NORTH CAUCASUS DEVELOPMENT CORPORATION
AGENCY FOR STRATEGIC INITIATIVE
VNESHECONOMBANK
267
Investire in Russia: guida fiscale e legale 2012
267
282
298
322
328
COSTITUIRE UNA SOCIETÀ IN RUSSIA
DIRITTO SOCIETARIO E DEL LAVORO
SISTEMA DI TASSAZIONE AZIENDALE E INDIVIDUALE
RENDICONTAZIONE FINANZIARIA
APPENDICI
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365
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383
391
La tutela della proprietà industriale e intellettuale
nella Federazion Russa
LEGISLAZIONE FONDAMENTALE
INTRODUZIONE
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
DEL SISTEMA DI TUTELA DELLA
PROPRIETÀ INTELLETTUALE NELLA FEDERAZIONE RUSSA
DITTA
INSEGNA
MARCHIO
DENOMINAZIONE DELL’ORIGINE DEI PRODOTTI
INVENZIONI E MODELLI INDUSTRIALI
KNOW-HOW
DIRITTO D’AUTORE
DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA
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402
407
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Gli enti territoriali russi: le opportunità di investimento
«regione per regione»
REPUBBLICA DI ADYGEJA (O ADIGHEZIA)
REPUBBLICA DELL’ALTAJ
REPUBBLICA DEL BASHKORTOSTAN
BURIAZIA (REPUBBLICA DEI BURIATI)
REPUBBLICA DEL DAGHESTAN
REPUBBLICA DI INGUSCEZIA
REPUBBLICA KABARDINO-BALKARIA
REPUBBLICA DEI CALMUCCHI (CALMUCCHIA)
REPUBBLICA DI KARACHAJ-CIRCASSIA
REPUBBLICA DI CARELIA
REPUBBLICA DEI KOMI
REPUBBLICA MARI EL
REPUBBLICA DI MORDOVIA
REPUBBLICA DI SAKHA-JACUZIA
REPUBBLICA DELL’OSSEZIA DEL NORD/ALANIA
REPUBBLICA DEL TATARSTAN
REPUBBLICA DI TUVA
REPUBBLICA DI UDMURTIJA
REPUBBLICA DI KHAKASSIA
REPUBBLICA DI CECENIA
REPUBBLICA CIUVASCIA
ALTAJ (REGIONE)
TRANSBAJKALIA
REGIONE DELLA KAMCHATKA
KRASNODAR
KRASNOJARSK
PERM’
PRIMORJE
STAVROPOL
KHABAROVSK
AMUR
ARKHANGELSK
ASTRAKHAN’
BELGOROD
BRJANSK
VLADIMIR
VOLGOGRAD
VOLOGDA
VORONEZH
IVANOVO
IRKUTSK
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KALININGRAD
KALUGA
KEMEROVO
KIROV
KOSTROMA
KURGAN
KURSK
LENINGRADO
LIPETSK
MAGADAN
MOSCA
MURMANSK
NIZHNIJ NOVGOROD
NOVGOROD
NOVOSIBIRSK
OMSK
ORENBURG
ORJOL
PENZA
PSKOV
ROSTOV
RJAZAN’
SAMARA
SARATOV
SAKHALIN
SVERDLOVSK
SMOLENSK
TAMBOV
TVER’
TOMSK
TULA
TJUMEN’
UL’JANOVSK
CHELJABINSK
JAROSLAVL’
CITTÀ DI MOSCA
SAN PIETROBURGO
REGIONE AUTONOMA DEGLI EBREI
DISTRETTO AUTONOMO DI NENETS
KHANTY MANSIJSK-JUGRA
DISTRETTO AUTONOMO DELLA CHUKOTKA
DISTRETTO AUTONOMO DI JAMALO NENETS
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ell’attuale difficile congiuntura economica e finanziaria internazionale, la strada dell’internazionalizzazione diviene sempre di più, per le
imprese italiane, una scelta obbligata. L’aumento sostenuto delle esportazioni sarà cruciale per far tornare a crescere l’economia italiana. Ed è ormai chiaro da alcuni anni che - al di là dei tradizionali mercati dove il Made in Italy
occupa una consolidata posizione di rilievo - i maggiori margini di sviluppo
e le più interessanti opportunità commerciali andranno ricercate nelle economie in rapida crescita. Fra queste, quella della Federazione Russa presenta
una serie di vantaggi comparati, fra cui significative prospettive di sviluppo
- legate, in particolare, allo sforzo di medio-lungo termine, intrapreso dal Governo, per la modernizzazione e la diversificazione dell’economia - e una classe media in espansione che apprezza in modo particolare le eccellenze della
produzione italiana. Del resto, le nostre imprese non hanno mancato di individuare già negli anni scorsi tali punti di forza, portandoci a essere il secondo esportatore verso la Russia fra i Paesi dell’UE. Vari nostri grandi gruppi
hanno inoltre realizzato, o stanno realizzando, importanti investimenti nella
Federazione: Enel, Eni, Fiat, Finmeccanica, Indesit, Pirelli, UniCredit, per
citarne solo i principali.
Al di là della naturale complementarietà dei sistemi economici italiano e russo - l’uno basato sull’esportazione di manufatti, il secondo su quella di materie prime - la Russia già da tempo rappresenta un punto di riferimento obbligato nelle strategie di internazionalizzazione non solo per i grandi gruppi
sopra menzionati, ma anche per numerosissime imprese piccole e medie. Chi
ha puntato su questo mercato con un approccio serio e di lungo periodo ha
in genere avuto molto successo. Una volta superate talune vischiosità (amministrative, doganali, di regime di licenze ecc.), che talvolta rischiano di scoraggiare le aziende di minori dimensioni e dotate di minori mezzi umani e finanziari, il mercato russo offre interessantissime opportunità in svariati settori. L’imminente ingresso della Federazione Russa nell’Organizzazione
Mondiale del Commercio, inoltre, con la riduzione dei dazi doganali, l’eliminazione di barriere non tariffarie e l’apertura di vari servizi alla presenza
straniera, costituirà un ulteriore incentivo per le nostre imprese a esportare o
investire in Russia. A questo si aggiungano le opportunità che, in prospettiva, offrirà la crescente integrazione economica regionale fortemente voluta da
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Mosca, con l’avvio nel corrente anno, sulla scia dell’Unione Doganale tra
Russia, Bielorussia e Kazakhstan, dello Spazio Economico Comune fra questi tre Paesi, che dà vita a un mercato di quasi 170 milioni di consumatori.
Il Ministero degli Esteri considera già da tempo il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane una priorità della politica estera del Paese, da
perseguire tramite la capillare e sistematica azione dell’intera rete delle ambasciate e dei consolati. Nei suoi sforzi per penetrare questi nuovi mercati, il sistema produttivo italiano può contare su una solida presenza istituzionale in
Russia a cui fare costante riferimento. Attorno all’Ambasciata d’Italia a Mosca e ai Consolati Generali di Mosca e San Pietroburgo, operano uffici dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle
imprese italiane - dell’ENIT, della SACE nonché di vari altri enti quali la Camera di Commercio Italo-Russa, GIM-Unimpresa e Promos, tutti coinvolti nella realizzazione della presente Guida insieme a istituti di credito e studi
legali che assistono le imprese italiane in questo mercato. Ritengo che il merito di questo volume sia appunto quello di riunire le diverse competenze e
professionalità dei vari attori presenti sul territorio della Federazione, oltre alle informazioni che sono state fornite direttamente dalle autorità federali e dai
governi delle regioni e delle repubbliche autonome, e che indicano i settori e
i territori a maggior potenziale di sviluppo. L’auspicio nel pubblicare questa Guida è di fornire un utile strumento agli operatori, esportatori e investitori italiani che li possa aiutare in maniera concreta a compiere i primi passi nel
mercato della Federazione Russa.
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA
Ministro degli Affari Esteri
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e previsioni di crescita dell’economia russa per i prossimi anni - intorno al 4% - confermano una dinamica tra le migliori al mondo e inferiore, fra le grandi economie, solo a Cina e India, e ben superiore a Stati Uniti, Giappone e Unione Europea.
Tuttavia, secondo i dati disponibili, la capacità di soddisfare la domanda interna da parte dell’industria nazionale russa non raggiunge ancora oggi, nella maggior parte dei casi, la soglia del 50%, con percentuali ancora più basse per alcuni settori quali l’abbigliamento, le calzature e la pelletteria. Questa circostanza ha fatto sì che la Federazione Russa divenisse - soprattutto negli
ultimi dodici anni, caratterizzati da uno sviluppo sostenuto dell’economia
russa - uno dei principali mercati di sbocco per l’export italiano al di fuori
dell’Unione Europea.
Nel corso degli anni il grado di segmentazione del mercato russo si è ampliato: accanto alla domanda di beni di consumo di fascia alta, sostanzialmente
inelastica al prezzo e sensibile alla novità e alla esclusività (interessata dunque all’alta gamma italiana), è cresciuta la domanda della nuova classe media che vive nei grandi centri urbani (oltre a Mosca e San Pietroburgo, Novosibirsk, Ekaterinburg, Krasnodar ecc.). Si tratta di una fascia di consumo
che - secondo alcune stime - include circa 30-35 milioni di persone, che, sommate a quelle della fascia alta, costituisce un mercato per i beni di consumo
di circa 45 milioni di persone, pari a un terzo della popolazione complessiva. Inoltre, i poli principali, sedi di grandi industrie integrate verticalmente
e di riserve e giacimenti di materie prime, esprimono una domanda di macchinario e tecnologia di cui il sistema industriale russo continua ad avere bisogno, a fronte dei lenti progressi nella creazione di industrie nazionali.
Il sistema produttivo italiano, pertanto, ha molto da offrire alla Russia. Le
nostre esportazioni rispecchiano la struttura della domanda sopra delineata,
dividendosi grosso modo per metà nelle «tre F» (Food, Fashion, Furniture)
che caratterizzano e identificano il Made in Italy nell’immaginario collettivo, e per metà nella tecnologia (macchine per l’industria e l’agricoltura, alta
tecnologia). In alcuni settori merceologici siamo di gran lunga il Paese leader: nell’arredamento e nelle calzature di alta qualità, nel vino, nelle attrezzature per la trasformazione alimentare, nelle macchine per imballaggio e per
la ceramica ecc.
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Con un interscambio complessivo che - secondo i dati di fonte russa - si è attestato nel 2011 sui 46 miliardi di dollari, ci confermiamo uno dei principali partner commerciali della Federazione, secondo in Europa solo alla Germania. Si tratta di dati che riflettono una naturale preferenza dei russi verso
le nostre produzioni e che forniscono la migliore garanzia per un’ulteriore crescita futura. Si prevede che sia il consumatore che l’utilizzatore di beni strumentali in Russia continueranno a richiedere prodotti italiani perché, nella
percezione comune, essi sono sinonimo di qualità.
I rapporti economico-commerciali fra i due Paesi non si limitano a un intenso interscambio: rilevantissimi sono anche gli investimenti diretti effettuati da
imprese italiane. Oltre alla consolidata presenza di numerosi grandi gruppi
industriali e istituti di credito italiani (Cremonini, Danieli, Enel, Eni, Ferrero, Finmeccanica, Indesit, Banca Intesa, Unicredit, solo per citare i principali), altri si stanno affacciando o ritornando su questo mercato (Fiat, Pirelli). Tra le joint-venture più significative merita segnalare quelle tra Alenia
e Suchoi per la costruzione del Superjet 100, tra Agusta-Westland e Russian
helicopters per l’assemblaggio del modello AW 139, tra Enel ed Eni e Gazpromneft e Novatek per l’estrazione del gas dai campi dello Jamalo-Nenets.
Si tratta di un quadro che mostra una costante evoluzione nella direzione di
rapporti sempre più stretti fra le nostre due economie.
Esistono tutti i presupposti per far sì che - grazie al lavoro comune di tutti i
soggetti impegnati nell’internazionalizzazione e a un rapporto tra istituzioni
e imprese improntato a vero spirito di sistema - tali relazioni possano essere
ulteriormente intensificate nei prossimi anni; in quest’ottica, questa Guida rappresenta uno strumento particolarmente utile per tutte quelle imprese italiane, in particolare quelle piccole e medie, che vorranno avvicinarsi al mercato della Federazione Russa.
CORRADO PASSERA
Ministro dello Sviluppo Economico
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entili lettori della Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione
Russa, l’Italia è per la Russia uno dei principali partner economicocommerciali strategici, collocandosi al terzo posto nell’interscambio commerciale con i Paesi dell’Unione Europea e al quinto a livello mondiale. Nel
2011, l’interscambio è ammontato a 46 miliardi di dollari USA, crescendo
del 22,6% rispetto al 2010 e riavvicinandosi dunque ai valori pre-crisi (53
miliardi). Ritengo, quindi, che il potenziale per un’ulteriore crescita non sia
affatto esaurito. Nel 2011 gli investimenti italiani nell’economia russa hanno
continuato ad aumentare, ammontando a circa 600 milioni di dollari, e segnando l’incremento più alto negli ultimi cinque anni. Al momento attuale, gli investimenti italiani cumulati sono pari a circa un miliardo di dollari
USA, di cui la maggior parte nell’economia reale.
Diverse imprese italiane partecipano a grandi progetti d’investimento in Russia. Alenia Aeronautica, ad esempio, prende parte alla creazione e allo sviluppo del Sukhoj-Superjet; Agusta Westland e la russa Vertolfity Rossii
(Russian Helicopters) stanno creando un’impresa congiunta per l’assemblaggio di elicotteri; Merloni e Sest-Luve producono nella Zona Economica Speciale di Lipetsk; è stata avviata la produzione della Ferrero e della Inalca; Berlin-Chemi/Menarini sta costruendo uno stabilimento farmaceutico nella Regione di Kaluga. Quattro società italiane - Enel, Eni, Finmeccanica,
UniCredit - sono membri del Consiglio Consultivo per gli Investitori Stranieri in Russia, presieduto dal Primo Ministro della Federazione Russa. Il
Consiglio Consultivo valuta ed elabora proposte sui problemi legati al potenziale di attrazione per gli investimenti dell’economia russa.
Il Governo della Federazione Russa sta operando profonde riforme strutturali, dirette alla creazione di un clima più favorevole agli investimenti. Nel
solo periodo 2010-2011 abbiamo semplificato le procedure nel settore dell’edilizia e delle politiche migratorie, abbiamo ridotto notevolmente i costi
per avviare nuovi progetti d’investimento nelle infrastrutture elettriche e nelle comunicazioni, abbiamo varato leggi mirate al miglioramento dell’amministrazione doganale e alla liberalizzazione dei controlli sugli investimenti
stranieri e della legislazione penale in ambito economico, abbiamo avviato
un meccanismo di rappresentanti per gli investimenti a livello federale e regionale, e molto altro.
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La Russia ha concluso i negoziati per il suo ingresso nel WTO. L’appartenenza al WTO, unita alle misure prese per migliorare il clima d’investimenti, permetterà di sviluppare la qualità delle relazioni economico-commerciali italo-russe, e di migliorare i flussi d’investimento bilaterali.
Adotteremo ulteriori misure per far crescere attivamente le relazioni economico-commerciali italo-russe e per creare condizioni favorevoli allo svolgimento dell’attività imprenditoriale nel territorio della Federazione Russa.
Sono certa che la Guida darà ulteriore impulso allo sviluppo della collaborazione tra i nostri Paesi e faciliterà l’ingresso nel mercato russo per le imprese
italiane.
ELVIRA NABIULLINA
Ministro dello Sviluppo Economico della Federazione Russa
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ari lettori, sono lieto di darvi il mio saluto sulle pagine della Guida per
gli operatori italiani nella Federazione Russa, chiamata a illustrare le possibilità di sviluppo del partenariato economico tra Russia e Italia.
I nostri Paesi sono tradizionalmente legati da rapporti di amicizia, fiducia,
apertura e rispetto. I legami commerciali ed economici tra la Russia e l’Italia
sono già molto intensi, e stiamo continuando a sviluppare attivamente la collaborazione reciproca.
I nostri progetti comuni si caratterizzano per l’elevato grado di cooperazione.
Nel campo della produzione industriale, desidero indicare una serie di settori in cui abbiamo validi progetti ed ampie prospettive: si tratta dell’industria
aeronautica ed elicotteristica, di quella metallurgica, automobilistica, meccanica e delle costruzioni navali.
La collaborazione tra Russia e Italia nel progetto «Sukhoj Superjet 100» è un
chiaro esempio del partenariato strategico tra i due Paesi. Il livello di integrazione reciproca è unico. Nell’ambito di questa attività imprenditoriale congiunta si sta sviluppando una validissima rete per la commercializzazione
globale e per i servizi postvendita di assistenza tecnica. Grande importanza
riveste indubbiamente, nell’ampliamento della collaborazione tra i nostri Paesi, anche il progetto per produrre in Russia gli elicotteri AgustaWestland.
Il contributo che può giungere dai partner italiani è assai apprezzato, e comprende gli investimenti, la consegna di macchinari e apparecchiature di alta
qualità, così come l’interazione nel campo dell’innovazione e l’apertura di
imprese congiunte e centri di ricerca.
Il Governo della Federazione Russa svolge un importante lavoro per sviluppare nel mercato russo condizioni favorevoli per le compagnie straniere. La
realizzazione di consistenti progetti comuni presuppone un adeguato sostegno statale. In questo contesto è necessario notare, in special modo, l’attuale
sforzo del Governo russo per fornire un articolato sostegno all’esportazione;
in questo ambito, alla fine dell’anno scorso, è stata creata un’Agenzia per l’assicurazione dei crediti all’esportazione e agli investimenti, che sta adesso attivamente sviluppando un proprio portafoglio. In questo lavoro abbiamo utilizzato attivamente i risultati del dialogo con i nostri colleghi italiani e la loro esperienza nel settore.
Allo scopo di allargare l’interazione su tutti i livelli, prima di tutto tra im17
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prese, stiamo attivamente sviluppando una base normativo-giuridica relativa alla regolamentazione tecnica all’interno dello Spazio Economico Comune con Bielorussia e Kazakhistan. Apprezziamo molto l’esperienza della collaborazione italo-russa in questo settore come un importante elemento di progresso sulla strada dell’armonizzazione dei rispettivi standard tra Russia e
Unione Europea.
In conclusione, voglio esprimere la mia riconoscenza ai colleghi e ai rappresentanti degli ambienti imprenditoriali italiani per l’immutato interesse verso la Russia. Sono convinto che con sforzi comuni potremo portare le relazioni economico-commerciali a un livello ancora più alto.
Voglio ringraziare l’Ambasciata d’Italia in Russia per il lavoro svolto nella
preparazione della Guida e per il contributo allo sviluppo della collaborazione tra i nostri due Paesi.
DENIS MANTUROV
Ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa
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ealizzare la Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione Russa è
stata un’impresa concettualmente semplice, ma ha comportato un’enorme mole di lavoro da parte del comitato di redazione (Ambasciata, ICE, Camera di Commercio Italo-Russa, Promos, GIM-Unimpresa, KPMG, Studio
legale Pavia e Ansaldo) e in particolare dell’Ufficio Economico e Commerciale della nostra Rappresentanza diplomatica. Il lavoro di raccolta dati, traduzione e redazione ha comportato circa 1.000 ore di lavoro.
Tengo a ringraziare qui, in modo particolare, il Consigliere Leonardo Bencini e il Dottor Carmelo Barbera per il lavoro speso e l’intelligenza impiegata nella ricerca e nell’«assemblaggio» dei contributi pervenuti da enti e imprese italiane, vari ministeri e agenzie russe, nonché dai governi degli 83 enti territoriali di cui si compone la Federazione Russa. A ogni presidente di repubblica
autonoma e governatore di regione abbiamo indirizzato lettere personali illustrando le finalità e le caratteristiche della nostra Guida, intesa come strumento
per rafforzare i legami italo-russi in campo economico e commerciale. Le risposte ricevute ci hanno offerto dati e informazioni preziose su quanto i governi locali fanno per attrarre e facilitare gli investimenti, informazioni che costituiscono forse la parte della Guida potenzialmente più utile per i nostri operatori. L’obiettivo che ci ha orientati e spinti alla creazione della presente Guida è
triplice: fornire agli investitori ed esportatori italiani uno strumento di conoscenza e lavoro che possa aiutarli non tanto a fare ciò che altrimenti non sarebbero riusciti a fare, ma semplicemente a economizzare quel tempo che per l’imprenditore, come per tutti, è merce rara e preziosa. Abbiamo voluto aiutare i
nostri operatori a trovare in uno stesso volume, tanto cartaceo quanto «virtuale» (sui siti dell’Ambasciata e dell’ICE, dove verrà continuamente aggiornato),
una cospicua mole di informazioni, presentate e ordinate a seconda dei potenziali utilizzatori, che non possono non costituire la base cognitiva per avviare
un progetto di investimento o risolvere un problema di importazione.
In secondo luogo, abbiamo voluto esercitarci a lavorare insieme, confrontandoci, dandoci obiettivi e scadenze comuni, con l’obiettivo di consolidare le
relazioni interne al «Sistema-Italia» nella Federazione Russa, per renderlo più
articolato e interagente a beneficio degli operatori economici italiani. La Guida, quindi, non è che l’avvio di un modus operandi, nuovo nella sua ovvietà (ma
sono proprio le cose ovvie quelle più difficili da ottenere).
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Abbiamo infine cercato di dare agli operatori la certezza che le istituzioni, gli
enti e le imprese che hanno partecipato al lavoro intendono anche, e fortemente, porsi come elementi integranti di un «sistema» di sostegno all’operatore che
decidesse di rivolgersi anche a uno solo di loro.
Si tratta di un programma di attività che cresce attraverso il lavoro di ogni
giorno, con il successo dell’«Anno della Cultura e della Lingua Italiana in
Russia» del 2011, l’impegno nel programma di promozione delle «Eccellenze italiane» del 2012 e gli altri progetti comuni.
Nel 2011, secondo i dati «Rosstat», l’export italiano nella Federazione Russa è cresciuto del 33%: l’obiettivo che ci prefiggiamo è fare del nostro meglio
per aiutare i produttori italiani a fare di questo balzo in avanti la base per una
crescita sempre più sostenuta e proficua. Con una buona dose di modestia
intellettuale e consapevolezza dei nostri limiti, vogliamo essere partecipi del
quid che può fare la differenza per le possibilità delle imprese italiane di affermarsi nella Federazione Russa.
Qualcuno ci dirà che dalla figura del diplomatico puramente «politico» di
un passato ormai remoto si vuole ora passare all’eccesso opposto, quello del
diplomatico quasi esclusivamente dedicato alle attività di contenuto economico e di sostegno all’impresa. Non è così. La politica di oggi, come ampiamente dimostrato dalla storia recente, si fa sempre più attraverso gli investimenti, il commercio, gli scambi economici e una conoscenza approfondita
del tessuto produttivo e del mercato dei Paesi di accreditamento. Anche con
la Guida riteniamo di svolgere un’azione politica nel senso indicato da tutti i
governi che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del Paese.
Questa Guida è il frutto di un lavoro collettivo e, come tale, aspira a essere
quanto più esaustiva possibile; tuttavia, essa è comunque un work in progress,
destinato a una costante integrazione e un continuo aggiornamento, non solo in vista delle future edizioni ma anche della sua «trasformazione» in un sito web. Saremo pertanto grati a tutti coloro che vorranno segnalarci aggiornamenti, precisazioni e suggerimenti utili a rendere questo lavoro sempre più
completo e utile.
ANTONIO ZANARDI LANDI
Ambasciatore d’Italia a Mosca
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Dati generali sul Paese ed evoluzione
del contesto economico
ELABORAZIONE A CURA DELL’AMBASCIATA D’ITALIA
ECONOMIA DELLA FEDERAZIONE RUSSA: UN BREVE PROFILO
STRUTTURALE
Il cammino della Federazione Russa verso una moderna economia di mercato è stato lungo e complesso ed è, per diversi aspetti, ancora incompiuto.
Negli anni novanta il Paese ha sofferto una lunga recessione che ne ha dimezzato il PIL e innescato un processo di drastica deindustrializzazione.
Questo difficile periodo è culminato nella crisi finanziaria e nel default sul
debito estero del 1998; in seguito, la svalutazione del rublo, la crescita dei
prezzi delle materie prime (soprattutto gas e petrolio), il ripristino della piena capacità produttiva nel settore energetico, una serie di riforme strutturali e un accorto uso delle finanze pubbliche hanno permesso all’economia
russa di crescere, nel periodo 2000-2008, a un tasso medio annuo del 7%,
collocandola fra le principali economie emergenti1.
Attualmente l’economia russa, con circa 1.700 miliardi di dollari, è la nona al mondo in valore nominale e, secondo talune stime, la sesta in termine
di parità di potere d’acquisto (PPP, Purchasing Power Parity). La lunga fase
di crescita ha consentito anche un significativo miglioramento dello standard di vita e della ricchezza della popolazione, con un dimezzamento della quota percentuale di popolazione che vive sotto il livello di povertà. Questa crescita ha consentito inoltre il rimborso anticipato dei debiti contratti
con il «Club di Parigi» e l’accumulo di riserve in valuta che sono divenute le terze al mondo.
La caduta dei prezzi delle materie prime e la crisi finanziaria globale nel
2008-2009 - con la conseguente contrazione del PIL russo del 7,9% - hanno evidenziato taluni elementi di debolezza del modello di sviluppo economico della Russia, fra cui: la scarsa diversificazione del tessuto produttivo,
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strettamente dipendente dall’estrazione e dall’esportazione delle materie prime e pertanto fortemente esposto alle dinamiche della domanda internazionale e del prezzo degli idrocarburi2; un sistema produttivo e finanziario ancora in gran parte basato su grandi gruppi e banche controllati dallo Stato;
l’inadeguatezza e obsolescenza della rete infrastrutturale (strade, autostrade, ferrovie, trasporto fluviale e aereo); i disequilibri (per fasce di popolazione e per regioni) nella distribuzione della ricchezza; la diffusa corruzione e le inefficienze dell’apparato statale. Il Governo russo è consapevole
dell’esigenza di correggere questi limiti strutturali e dunque impegnato nella modernizzazione dell’economia, che significa in primo luogo diversificazione del tessuto produttivo e reindustrializzazione su basi competitive.
La stessa lotta alla corruzione è una delle priorità del Governo e deve essere vista come parte di quello sforzo di modernizzazione e costruzione di
un’amministrazione moderna basata sullo stato di diritto, condizione indispensabile per lo sviluppo di medio-lungo termine. La priorità - non solo del Governo federale ma anche di quello delle regioni e delle repubbliche autonome - è in questo momento la creazione del clima più propizio
possibile per gli investimenti stranieri, con l’obiettivo di favorire trasferimenti di tecnologia tramite la costituzione di joint-venture e la realizzazione di progetti congiunti. La modernizzazione dell’economia russa presenta numerose opportunità per tutte quelle imprese straniere che sapranno coglierle: basti pensare ai grandi lavori necessari per l’ammodernamento della
rete infrastrutturale.
Il tessuto delle piccole e medie imprese (PMI) è ancora scarsamente sviluppato e concentrato essenzialmente nel settore commerciale e dell’artigianato mentre è poco diffuso nel comparto industriale. Limitate sono le politiche pubbliche di sostegno alle PMI così come gli strumenti finanziari a loro vantaggio. La presenza di un tessuto economico e produttivo non in
grado di soddisfare adeguatamente la domanda interna, unitamente alla crescita dei consumi registratasi negli ultimi dieci anni, costituisce un terreno
fertile per le imprese straniere che in questo Paese possono trovare ampio
spazio per la vendita dei prodotti così come per la produzione degli stessi a
costi tutto sommato ancora contenuti.
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EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA RUSSA NEL 2011 E PROSPETTIVE
Nonostante le criticità sopra indicate, peraltro comuni a molte altre economie
emergenti, tutti gli analisti concordano sul fatto che l’economia russa sia destinata a conseguire ritmi di crescita sostenuti anche nei prossimi anni grazie
non solo alle esportazioni ma anche alla domanda interna.
Il PIL della Russia nel 2011 ha conseguito un aumento in termini reali del 4,3%,
in linea con quello del 2010, grazie al positivo andamento delle esportazioni, alla sostenuta dinamica dei consumi e degli investimenti, nonché al forte recupero
della produzione agricola. La produzione industriale è invece cresciuta a un ritmo (+4,7%) decisamente inferiore rispetto a quello del 2010, per effetto di un
certo rallentamento verificatosi nella parte finale dell’anno nel comparto manifatturiero e in quello estrattivo. Quest’ultimo in particolare potrebbe aver risentito delle aspettative di una diminuzione della domanda internazionale di idrocarburi nella prima parte del 2012, mentre sul settore manifatturiero si è riflessa soprattutto la minore richiesta di autoveicoli, dopo che, nel giugno 2011, sono
terminati gli incentivi statali per l’acquisto di nuove auto. Del resto, proprio grazie a tali incentivi, la produzione di mezzi di trasporto ha registrato nel 2010 e nel
2011 tassi di crescita particolarmente ragguardevoli, dopo il crollo subito nel 2009.
EVOLUZIONE DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI
(in miliardi di dollari)
2007
2008
2009
2010
2011
Prodotto Interno Lordo (nominale)
1.355
1.405
1.283
1.482
1.689*
Interscambio comm.le (dati cumulati)
552
735
469
625
821
- di cui esportazioni
352
468
302
397
516
- di cui importazioni
200
267
167
228
305
Saldo bilancia commerciale
152
201
135
169
211
-56,1
- 33,6
- 84,2*
499
Flusso di capitali entrata(+)/uscita(-)
RISERVE (oro e valuta)
81,7
-133,7
474
426
439
479
PIL (variazione reale)
8,5
5,2
-7,8
4,3
4,3*
- produzione industriale
6,8
0,6
-9,3
8,2
4,7
- investimenti fissi
21,1
9,1
-17,0
6,0
6,2*
- commercio al dettaglio
15,2
13,0
-5,5
6,3
7,2
3,3
10,8
1,2
-11,3
22,1
VARIAZIONE PERCENTUALE ANNUA
- produzione agricola
- costruzioni
18,2
12,8
-13,2
3,5
5,1
Indice di Borsa MICEX
11,5
-67,2
119,8
23,9
-16,9
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DATI A FINE MESE
Tasso ufficiale di rifinanziamento
10 %
13 %
Cambio euro /rublo
35,9
41,4
43,4
40,3
41,7
32,2
Cambio dollaro /rublo
8,75%
7,75%
8,0%
24,6
29,4
30,2
30,5
156,8
-
-
-
-
-
87,9
91,6
88,4
86,8
Fondo di riserva
-
137,1
60,5
25,4
25,2
Tasso di disoccupazione (criteri ILO)
6,1%
7,7%
8,2%
7,2%
6,1%
11,9%
13,3%
8,8%
8,8%
6,1%
Fondo di stab.ne prezzi del petrolio
Fondo di benessere nazionale
Inflazione cumulativa nel periodo
*stima
Fonte: Rosstat, Ministero dello sviluppo economico, BCR, MICEX.
La crescita economica si è riflessa anche sul tasso di disoccupazione, che alla
fine del 2011 si è collocato a un livello particolarmente basso: 6,1%. La situazione occupazionale nel Paese è però fortemente diversificata: se a Mosca, San
Pietroburgo e in pochi centri industriali la disoccupazione è poco più che frizionale, in altre aree del Paese può superare il 40% della popolazione.
Grazie anche all’aumento del reddito disponibile, nel 2011 le vendite al dettaglio hanno registrato una dinamica positiva (+7,2%) superiore a quella del
2010: tale andamento non ha registrato rallentamenti nemmeno nell’ultimo trimestre dell’anno, quando invece il peggioramento della situazione congiunturale in Europa si è riflesso pesantemente sui principali mercati azionari del Paese3. Non solo i consumi ma anche gli investimenti hanno sostenuto il PIL nel
2011, con una crescita pari al 6,2%, effetto anche della ripresa nel settore delle
costruzioni a uso sia abitativo che commerciale o industriale. Secondo la maggior parte degli analisti, la crescita economica nei prossimi anni sarà ancora sospinta dalla crescita dei consumi e degli investimenti, sia dei privati che dello
Stato e delle altre amministrazioni pubbliche. Un apprezzabile contributo alla crescita economica è pervenuto anche dall’agricoltura (+22,1%), la cui produzione è tornata ai livelli abituali degli scorsi anni, dopo che gli estesi incendi dell’estate 2010 avevano provocato la distruzione di quasi un terzo del raccolto estivo (con una perdita percentuale di PIL stimata in quasi mezzo punto).
La ripresa della produzione nel settore agricolo ha determinato anche lo sgonfiamento della «bolla» che si era generata nei prezzi dei generi alimentari, consentendo un forte abbassamento dell’inflazione al consumo, che a fine dicembre si è collocata al 6,1% ovvero il valore più basso degli ultimi dieci anni4.
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Fonte: Rosstat.
Dalla crisi dell’autunno 2008 si registra in Russia un deflusso di capitali che,
secondo le stime della Banca di Russia, è ammontato nel 2011 a 84,2 miliardi di dollari: va rilevato innanzi tutto che il deflusso è stato particolarmente intenso nell’ultimo trimestre del 2011 (-37,8 miliardi) e che tale circostanza è
probabilmente riconducibile ai timori che la recessione nei paesi dell’Eurozona possa ripercuotersi sulla Russia, come del resto era successo nel 2008-2009.
*stima.
Fonte: Bcr.
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FINANZE PUBBLICHE E PRIVATIZZAZIONI
Il bilancio federale nel 2011 si è chiuso con un avanzo di 416 miliardi di rubli (circa 10,6 miliardi di euro), pari cioè allo 0,8% del PIL: tale risultato è
migliore rispetto alle previsioni di inizio 2011, quando sia il Governo che i
principali analisti ipotizzavano un deficit pari all’1% del PIL, basandosi su
un prezzo medio del barile di petrolio - 75 dollari - decisamente al di sotto di
quello effettivamente verificatosi. Nell’anno le entrate sono state pari a 11.352
miliardi di rubli (21,1% del PIL) e hanno segnato una crescita del 36,7%,
notevolmente superiore a quella registrata nel 2010 (+13,2%); circa metà del
gettito fiscale è derivata dal comparto «oil and gas», conseguendo un aumento del 47,3% (cfr. tabella). La ripresa economica, inoltre, si è riflessa positivamente sul gettito derivante dagli altri comparti economici, che ha pure segnato una non trascurabile crescita (+27,7%).
In tale contesto, la spesa pubblica (10.935 miliardi di rubli, ovvero il 20,4%
del PIL) ha registrato invece un aumento dell’8,1%, in frenata rispetto al triennio precedente, nonostante le scadenze elettorali di dicembre (Duma) e di
marzo 2012 (presidenziali). Le menzionate dinamiche hanno consentito di
alimentare anche i due Fondi sovrani della Federazione, le cui consistenze si
erano invece fortemente erose nel biennio precedente: quello di Riserva è passato nell’anno da 775 a 811 miliardi di rubli, mentre quello di Benessere Nazionale è cresciuto da 2.695 a 2.794 miliardi di rubli.
Il quadro positivo delle finanze pubbliche russe - completato dal basso livello di debito pubblico che permane al di sotto del 10% del PIL - non è esente
da elementi di fragilità: secondo quanto ammesso a inizio 2012 dallo stesso
ministro delle finanze, Siluanov, il bilancio federale a fine anno sarà in pareggio solo se il prezzo del petrolio si manterrà al di sopra dei 110 dollari al
barile (solo cinque o sei anni fa il bilancio della Federazione Russa risultava
in pareggio già con un prezzo medio del petrolio di poco superiore ai 50 dollari al barile). Rimane inoltre il fatto che, senza il cospicuo apporto del comparto «oil and gas», il bilancio pubblico avrebbe registrato nell’anno un deficit pari al 9,7% del PIL mentre sia la Banca Centrale Russa che il FMI ritengono che sarebbe più sostenibile un «non-oil deficit» intorno al 5%.
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ANDAMENTO DEL BILANCIO FEDERALE (2008-2011)
in miliardi di rubli
variazioni % sull’anno precedente
2008
2009
2010
9.274,1
7.336,8
8.303,8
11.352,2
in % del PIL
22,3
18,8
18,7
21,1
- «oil & gas»
4.389,4
2.984,0
3.830,7
- non «oil & gas»
4.886,5
4.352,1
4.473,1
SPESE
7.566,6
9.636,8 10.115,6
ENTRATE
in % del PIL
- interessi
sul debito
2011*
2008
2009
2010
2011
19,2
-20,9
13,2
36,7
5.641,7
51,5
-32,0
28,4
47,3
5.710,5
0,1
-10,9
2,8
27,7
10.935,7
26,5
27,4
5,0
8,1
18,2
24,7
22,7
20,4
153,3
176,2
195,0
262,6
7,1
14,9
10,7
34,7
- spese diverse
dagli interessi
7.413,3
9.460,7
9.920,0
10.673,0
26,9
27,6
4,9
7,6
AVANZO (+) /
DISAVANZO (-)
1.707,5
-2.300,0
-1.811,8
416,5
4,1
-5,9
-4,1
0,8
-2.681,9
-5.284,0
-5.642,5
-5.710,5
-6,4
-13,5
-12,7
-9,7
in % del PIL
AVANZO (+) /
DISAVANZO (-)
non «oil & gas»
in % del PIL
*stima.
Fonte: Ministero delle Finanze.
Il miglioramento delle finanze pubbliche e le condizioni non ideali dei mercati nel 2011 hanno reso meno urgente l’attuazione dell’imponente progetto
di privatizzazioni presentato dal Governo russo nel 2010. Il progetto era già
stato più volte modificato nei tempi e modalità di realizzazione nonché nelle
quote e aziende oggetto di dismissione: in origine, ad esempio, era stata ipotizzata l’immissione sul mercato solo di pacchetti di minoranza, mentre poi
si è deciso di vendere anche alcune quote di controllo. Anche a causa di questi continui ripensamenti, molti analisti avevano iniziato a dubitare dell’effettiva volontà del Governo di procedere nella direzione annunciata e, a distanza di quasi due anni, bisogna dire che tali perplessità non erano del tutto
infondate: finora è stata privatizzata solo una quota di minoranza della banca VTB (Vneshtorgbank). Il dibattito sulle privatizzazioni comunque continua, e sarà una delle principali questioni di politica economica che affronterà il nuovo Presidente e il nuovo Governo.
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LA RUSSIA NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia si è gradualmente aperta al commercio internazionale. L’innalzamento del reddito disponibile e
l’espansione nella domanda interna degli ultimi dodici anni si sono tradotti
in un aumento delle importazioni di prodotti finiti, considerata l’incapacità
dell’industria nazionale di produrre beni di analoga qualità. L’apertura della Federazione Russa al commercio internazionale, e soprattutto l’attrazione
degli investimenti stranieri, sono fra le principali priorità del Governo russo.
Esse vengono perseguite tramite la conclusione del processo di piena integrazione nell’economia mondiale, iniziato venti anni fa, e la creazione di condizioni più propizie per investire nella Federazione Russa, soprattutto per le imprese straniere che possano trasferire tecnologia e contribuire alla creazione di
industrie nazionali, localizzando la produzione.
In questo quadro, particolare importanza riveste l’ingresso della Federazione
Russa nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) sulla base delle intese raggiunte nel 2011 prima con gli Stati Uniti e successivamente, con
più difficoltà, con l’Unione Europea, dopo diciotto anni di negoziati. La Federazione Russa dovrebbe formalmente accedere all’Organizzazione verso il
mese di giugno. Nell’ultimo anno la questione su cui è stato più difficile trovare un accordo è stato il settore automobilistico, alla luce della richiesta della Federazione Russa di mantenere l’attuale regime di assemblaggio industriale (che favorisce la produzione nazionale) fino al 2018. Nell’ottica del
Governo russo, l’ingresso nel WTO - che non mancherà di avere conseguenze per gli interessi costituiti di industrie e mercati protetti, di posizioni di rendita quali quelle delle dogane russe o dei distributori di prodotto importati sarà importante non solo per il recepimento di standard e regole comuni ma
ancor più per il segnale nel senso dell’apertura agli investimenti stranieri che
esso invierà.
L’ingresso nel WTO darà un’accelerazione anche al processo di adesione all’OCSE, la cui principale difficoltà risiede nel coordinamento fra le varie Amministrazioni interessate, soprattutto ai fini del recepimento degli standard
OCSE in materia ambientale. Particolare importanza è data anche all’adozione da parte russa della Convenzione OCSE contro la corruzione di pub54
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blici ufficiali stranieri; al riguardo, è stata adottata nel maggio scorso una legge sulla lotta alla corruzione fortemente voluta dal presidente Medvedev.
Particolarmente intense sono le relazioni con l’Unione Europea, principale
partner commerciale (con metà dell’interscambio totale della Federazione
Russa) nonché primo acquirente di gas e petrolio russo (intorno al 70% del
totale esportato). Il rapporto è asimmetrico: la Federazione Russa è solo il terzo partner dell’UE dopo Stati Uniti e Cina. Continuano i negoziati per la
conclusione di un Nuovo Accordo che aggiorni e sostituisca l’attuale Accordo di Partenariato e Cooperazione, includendo disposizioni in materia di
commercio e investimenti che vadano al di là degli obblighi WTO, anche in
vista di una futura istituzione di un’area di libero scambio. Il Dialogo UERussia nel settore energetico, iniziato nel 2000, è stato rafforzato nel 2011 con
tre intese: sul miglioramento di un meccanismo di «early warning»; sulla creazione di un Consiglio consultivo congiunto sul gas, e sulla preparazione di
una «roadmap» della cooperazione energetica fino al 2050. Ciò nonostante,
continuano ad aversi incomprensioni sull’applicazione del Terzo Pacchetto
Energetico, in particolare sull’obbligo di «unbundling» tra produzione e distribuzione del gas nei Paesi UE (che Mosca ritiene pregiudizievole per gli
interessi di Gazprom), e, più in generale, sulla politica energetica dell’UE.
Federazione Russa, Bielorussia e Kazakhstan procedono speditamente lungo il percorso dell’integrazione economica trilaterale. Dopo il completamento dell’Unione Doganale nel 2011, i tre Paesi hanno dato vita nel 2012 allo
Spazio Economico Comune. L’applicazione delle intese, peraltro, non sta
avvenendo in maniera uniforme, mentre continuano ad aversi problemi di
adeguamento della normativa e delle pratiche che, almeno in questa fase, non
hanno contribuito a rendere le procedure doganali più spedite. Queste dinamiche vanno viste sullo sfondo del più ampio progetto di integrazione economica regionale, concretizzato il 18 novembre 2011 dalla sottoscrizione, da
parte dei tre Presidenti, di una Dichiarazione sull’istituzione entro il 2015 di
una «Unione euro-asiatica» destinata a riassorbire gli attuali meccanismi, e
del Trattato istitutivo della Commissione Euro-asiatica che sostituisce la
Commissione dell’Unione Doganale. La nuova Organizzazione è aperta all’adesione di altri Stati, Kirghizistan e Tagikistan essendo - a temine - i potenziali candidati.
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Sfruttando anche la circostanza di essere l’unico Paese membro di G8, G20
e BRICS, la Federazione Russa punta a vedersi riconosciuto un peso crescente nella governance economica e finanziaria globale e a svolgere un ruolo propositivo nell’elaborazione di nuove regole da applicare all’economia mondiale e alla struttura e funzionamento delle organizzazioni multilaterali che
operano in questo settore, sostenendo un approccio contrario all’unilateralismo nelle relazioni internazionali. Ad esempio, Mosca si coordina strettamente con gli altri BRICS, in primo luogo in seno al FMI nell’ottica della diversificazione del paniere dei Diritti Speciali di Prelievo e, più in generale,
per accelerare il processo di riforma della governance del Fondo in modo tale che esso rifletta meglio il peso delle economie emergenti.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA PER PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI
Gen.-Dic. 2011
(mld di dollari)
Gen.-Dic.2011
Gen.-Dic.2010 (var.%)
Incidenza
% sul totale
Totale
Export
Import
Totale
Export
Import
Totale
TOTALE
821,3
516,0
305,3
31,2
30,0
33,4
100 %
Export
di cui:
Paesi non CSI
698,8
437,8
261,0
30,7
29,7
32,4
85,1%
84,8%
85,5%
di cui:U.E.
394,0
266,5
127,5
28,3
26,0
33,5
48,0%
51,6%
41,8%
di cui:
- Germania
71,8
34,2
37,7
37,2
33,2
41,1
8,7%
6,6%
12,3%
- Paesi Bassi
68,5
62,6
5,9
17,2
15,9
33,4
8,3%
12,1%
1,9%
- Italia
46,0
32,6
13,4
22,6
18,6
33,4
5,6%
6,3%
4,4%
- Polonia
28,0
21,3
6,7
35,0
43,1
14,2
3,4%
4,1%
2,2%
- Regno Unito
21,2
14,0
7,2
33,3
23,8
56,9
2,6%
2,7%
2,4%
- Finlandia
18,9
13,2
5,7
12,6
8,4
23,7
2,3%
2,6%
1,9%
- Francia
28,1
14,8
13,3
25,2
19,6
32,2
3,4%
2,9%
4,4%
Cina
83,5
35,2
48,3
40,8
73,4
23,9
10,2%
6,8%
15,8%
Turchia
31,8
25,4
6,4
26,3
25,2
31,0
3,9%
4,9%
2,1%
Giappone
29,7
14,7
15,0
28,7
14,6
46,2
3,6%
2,8%
4,9%
Corea del Sud
25,0
13,4
11,6
40,9
28,2
59,1
3,0%
2,6%
3,8%
Svizzera
14,6
11,6
3,0
31,1
33,4
22,9
1,8%
2,2%
1,0%
Stati Uniti
31,2
16,6
14,6
33,3
34,8
31,6
3,8%
3,2%
4,8%
Paesi CSI
100 %
Import
100 %
122,6
78,3
44,3
34,2
31,3
39,6
14,9%
15,2%
14,5%
di cui:
- Bielorussia
38,6
24,9
13,7
37,7
37,8
37,5
4,7%
4,8%
4,5%
- Kazakstan
19,8
12,9
6,9
30,6
20,7
54,2
2,4%
2,5%
2,3%
- Ucraina
50,6
30,5
20,1
36,1
31,8
43,2
6,2%
5,9%
6,6%
Fonte: Servizio Federale delle Dogane.
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Il settore degli scambi con l’estero aveva sofferto particolarmente della crisi
globale nel 2009 ma si era poi ripreso nel 2010 e la crescita è proseguita circa
agli stessi ritmi anche nel 2011: da un lato la ripresa della domanda globale
di idrocarburi e del relativo prezzo hanno impresso una forte spinta alle esportazioni mentre, dall’altro, le importazioni russe hanno beneficiato dell’aumento dei consumi e degli investimenti all’interno del Paese. Secondo dati di
fonte russa, nel 2011 l’interscambio commerciale con il resto del mondo è ammontato complessivamente a 821 miliardi di dollari, in crescita del 31,2% rispetto al 2010: da rilevare che sono stati ormai superati i livelli record del 2008,
quando l’interscambio aveva raggiunto 735 miliardi di dollari.
Nel 2011 le esportazioni della Russia sono cresciute del 30%, mentre le importazioni dal resto del mondo sono aumentate del 33,4% in termini nominali: il saldo positivo per la Russia è stato pari a 211 miliardi di dollari (168
miliardi nel 2010). La Federazione Russa continua a essere il primo esportatore al mondo non solo di gas ma anche di prodotti petroliferi grezzi, avendo ormai da tempo superato l’Arabia Saudita; nella struttura merceologica
delle esportazioni russe, la quota principale è rappresentata, infatti, dagli idrocarburi (69,5% del totale), seguiti nell’ordine dai metalli e prodotti derivati
dalla loro lavorazione (8,9%), dai prodotti dell’industria chimica (6%), dai
macchinari, dalle attrezzature e dai mezzi di trasporto (4,2%) e per il rimanente dal settore agroalimentare e da quello del legno. Le importazioni sono
composte maggiormente da macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto
(47,8%), alimentari e risorse dell’agricoltura (13,9%) e prodotti dell’industria chimica (14,9%).
Nel 2011 l’Unione Europea si è confermata il principale partner commerciale della Federazione Russa (48% sul totale dell’interscambio), con Germania (8,7% del totale), Olanda (8,3%) e Italia (5,66% del totale) nelle prime
tre posizioni. Seguono i Paesi CSI per un totale del 14,9% del volume complessivo, la Cina (10,2%), la Turchia, gli Stati Uniti e il Giappone. L’Italia si colloca al quarto posto dopo i Paesi Bassi, la Cina e la Germania come
Paese cliente, mentre occupa la settima posizione come Paese fornitore, preceduta da Cina, Germania, Ucraina, Giappone, Stati Uniti e Bielorussia.
Occorre rilevare la difformità tra i dati di fonte russa (Servizio delle Dogane
e Rosstat) e quelli di fonte italiana ed europea (Istat ed EuroStat), dovuti a
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una serie di motivi fra cui le frequenti triangolazioni e, in particolare, il cosiddetto «effetto Rotterdam», in virtù del quale le importazioni dalla Federazione Russa (ma anche, in alcuni casi, le esportazioni verso la Federazione
Russa) vengono registrate in ingresso nei Paesi Bassi anche se la destinazione
finale è un altro Paese UE o un Paese terzo (ciò comporta, ovviamente, una
sovrastima dell’interscambio dei Paesi Bassi).
GLI INVESTIMENTI STRANIERI NELLA FEDERAZIONE
Le autorità sono impegnate a migliorare il clima degli investimenti nel Paese, puntando a rimuovere gli ostacoli di diversa natura (legislativi, tariffari,
amministrativi, giurisdizionali e burocratici) che costituiscono fattori di incertezza per gli investitori esteri (fra questi, le incertezze del quadro giuridico, complicato da frequenti cambiamenti legislativi e dalla difficoltà dell’apparato amministrativo ad applicarli, e i limiti del sistema giudiziario).
Esiste già un meccanismo di consultazione con grandi gruppi stranieri, il «Foreign Investors Advisory Council» (FIAC), presieduto dal Primo Ministro
(con il Ministro dello Sviluppo Economico come Vice Presidente), del quale fanno parte 42 imprese (di cui quattro italiane: Enel, Eni, Finmeccanica,
Unicredit) e che si compone di gruppi di lavoro settoriali che formulano pareri sulle proposte di legge rilevanti per le attività delle imprese straniere.
Da alcuni anni esiste tra Italia e Federazione Russa la figura del «Tutor», ovvero un’istanza governativa per prevenire e, ove necessario, cercare di risolvere i contenziosi economico-commerciali, particolarmente in quei casi in cui
sia coinvolto un partner dell’altro Paese, evitando, ove possibile, il ricorso allo strumento giudiziario. In alcuni casi l’azione del «Tutor» si è dimostrata
efficace e ha portato a soluzioni positive dei contenziosi.
Fra le misure adottate per favorire le imprese straniere, si segnala la legge che
semplifica le procedure per l’ottenimento dei visti e dei permessi di soggiorno per i dipendenti stranieri «altamente qualificati», di interesse di numerosissime imprese europee e italiane. È stata inoltre emendata la legge in materia di investimenti stranieri nei settori cosiddetti strategici (difesa, energia ecc.)
che semplifica le procedure per l’autorizzazione all’acquisto da parte di im58
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prese straniere di quote di partecipazione in imprese russe.
Fra le altre misure adottate, si segnala la costituzione di un Fondo («Russian
Direct Investment Fund») attraverso il quale il Governo russo conta di attrarre investimenti stranieri (vedi sezione sul RDIF). Un altro (ambizioso)
obiettivo del Governo russo è la trasformazione di Mosca in un centro finanziario internazionale, che faccia da punto di riferimento per l’aerea CIS (in
competizione con altri possibili centri quali Instanbul per quanto riguarda i
Paesi dell’Asia Centrale). È stato dunque creato un apposito gruppo di lavoro a cui sono stati invitati a farne parte una ventina di istituti creditizi fra
cui Unicredit.
Nel quadro del processo di modernizzazione del Paese e dell’attenzione dedicata allo sviluppo delle aree produttive periferiche, e al fine di attrarre investimenti dall’estero, sono state create e sviluppate delle Zone Economiche Speciali (ZES). A livello federale esistono quattro tipi di zone: industriali e produttive (Lipetsk, Tatarstan, Samara, Sverdlovsk); tecnologiche e per
l’innovazione (aree di Mosca: Zelenograd e Dubna; Tomsk; San Pietroburgo); aeroportuali (Ul’janovsk) e portuali (Khabarovsk e Murmansk), oltre
a 13 zone turistiche e ricreative. A queste devono aggiungersi le numerose
Zone Economiche Speciali stabilite dalle Regioni (fra cui si segnala in particolare, per l’elevato potenziale di sviluppo, quelle delle Regioni di Sverdlovsk e Ul’janovsk).
Emblematico dello sforzo di modernizzazione e apertura alle imprese straniere è anche il progetto del centro di innovazione di Skolkovo, che sorgerà alle porte di Mosca. Oltre ad aver concluso con alcuni grandi gruppi stranieri
(Boeing, Cisco, Intel, Microsoft, Nokia, Siemens ecc.) intese per svolgere attività di ricerca, la Fondazione Skolkovo, guidata dal magnate Vekselberg,
ha già avuto numerosi incontri con il mondo imprenditoriale e accademico
italiano per sviluppare progetti congiunti. Le aree prioritarie individuate dal
Governo russo nelle quali indirizzare la ricerca sono la farmaceutica, l’energia nucleare, lo spazio, l’informatica e l’efficienza energetica.
Dalla dissoluzione dell’URSS a oggi, il volume complessivo delle risorse estere investite nella Federazione Russa a livello cumulato è di poco superiore ai
300 miliardi di dollari, di cui solo un terzo è riconducibile a Investimenti Diretti Esteri (IDE). I dati di fonte russa possono essere fuorvianti per due moti59
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vi: essi registrano capitali russi reimportati (è il caso, ad esempio, delle imprese russe registrate a Cipro, che collocano quel Paese al primo posto fra gli investitori) e investimenti effettuati da zone «off-shore» o comunque con regimi fiscali favorevoli; non registrano investimenti diretti realizzati tramite jointventure o imprese di diritto russo, anche se controllate da gruppi stranieri. Nel
caso specifico dell’Italia, questo fenomeno riguarda aziende che hanno effettuato o stanno effettuando ingenti investimenti (Enel, Eni, Ferrero, Fiat, Indesit, Pirelli, Unicredit per citarne le maggiori).
INTERSCAMBIO COMMERCIALE DELLA RUSSIA CON L’ITALIA
La Federazione Russa e l’Italia presentano forte complementarità sotto il profilo dell’interscambio commerciale: da un lato noi acquistiamo materie prime, dall’altro i russi acquistano da noi manufatti che non vengono prodotti
in Russia ovvero che vengono prodotti ma sono di qualità inferiore.
La positiva evoluzione dei rapporti commerciali tra Italia e Russia, negli ultimi anni ha subito una battuta di arresto nel 2009, quando la crisi economica mondiale ha comportato una seria contrazione del commercio internazionale. La crescita economica registrata nei due paesi nel 2010 ha favorito la ripresa dei flussi commerciali: secondo dati Istat, nel 2011 l’interscambio è
aumentato del 21,4% rispetto allo stesso periodo del 2010, attestandosi a 27,4
miliardi di euro (cfr. tabella), valore che si colloca al di sopra del livello record raggiunto nel 2008 (26,6 miliardi di euro). La positiva dinamica delle
relazioni commerciali bilaterali è testimoniata anche dalla crescita della quota della Russia sul totale dell’interscambio con i Paesi extra UE, che è pari
ora al 7,8%, a fronte del 7,3% di dicembre 2010.
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ANDAMENTO DELL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-RUSSIA (2008 – 2011)
2008
2009
2010*
2011
mln €
var. %
mln €
var. %
mln €
Interscambio
26.557
9,9%
18.574
-30,1%
22.539
- di cui export
10.468
9,5%
6.432
-38,6%
7.906
- di cui import
16.089
10,1%
12.142
-24,5%
14.633
Saldo
- 5.621
-6.727
-8.728
- 5.710
mln €
var. %
21,3% 27.356
21,4%
22,9%
9.314
17,8%
20,5% 18.042
23,3%
var. %
Export dell’Italia verso la Russia (settori economici più rilevanti)
2008
2009
2010
quota %
quota % mln €
quota % mln €
2011
Macchinari ed apparecchi
30,9%
26,0%
2.094
26,4%
2.597
27,9%
Prodotti tessili e dell’abbigliamento
quota %
15,8%
16,7%
1.123
14,2%
1.303
14,0%
Prodotti delle altre attività manifatturiere
9,7%
10,9%
715
9,0%
780
8,4%
Articoli in pelle e simili
7,5%
7,4%
551
7,0%
662
7,1%
Sostanze e prodotti chimici
5,1%
5,1%
412
5,2%
448
4,8%
Metalli di base e prodotti in metallo
7,0%
7,5%
580
7,3%
637
6,8%
Apparecchi elettrici
6,2%
6,5%
578
7,3%
623
6,7%
Import dell’Italia dalla Russia (settori economici più rilevanti)
2008
2009
2010
2011
quota %
quota % mln €
quota % mln €
quota %
Prodotti dell’estrazione di minerali
da cave e miniere
71,6%
77,6%
8.487
64,9% 12.944
Metalli di base e prodotti in metallo
13,2%
7,3%
1.531
11,7%
1.404
7,8%
Coke e prodotti petroliferi raffinati
10,0%
10,7%
1.949
14,9%
2.488
13,8%
71,7%
Interscambio con i Paesi extra Unione Europea: incidenza percentuale della Russia
2008
mln €
2009
inc.%
mln €
2010
inc.%
mln €
2011
inc.%
mln €
inc.%
Interscambio
325.072 8,2%
250.409 7,4%
309.983 7,3%
352.321 7,8%
- di cui export
151.805 6,9%
123.669 5,2%
143.957 5,5%
165.367 5,6%
- di cui import
173.267 9,3%
126.740 9,6%
166.025 8,8%
186.954 9,7%
* I dati del 2010 sono stati recentemente revisionati dall’ISTAT. Fonte: Istat
La ripresa economica in Russia sta comportando un costante incremento dei
consumi interni, specie di prodotti di qualità elevata; in assenza di significative produzioni nazionali di tali beni, la crescita della domanda si traduce
quasi esclusivamente in un aumento delle importazioni dall’estero. Di tali
circostanze ha ovviamente beneficiato anche l’Italia, considerato che nel 2011
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le nostre esportazioni in Russia - complessivamente pari a 9,3 miliardi di euro - hanno segnato una crescita (+17,8%) superiore a quella complessiva delle nostre esportazioni verso l’insieme dei Paesi extra UE (+14,9%).
I settori trainanti dell’export italiano in Russia si confermano quello delle
macchine e apparecchi meccanici - che da solo rappresenta quasi un terzo del
totale e ha conseguito un aumento del 24,2% - e quello alimentare che, pur
rappresentando solo il 5,1% del totale, ha segnato una crescita del 23,3%; positive anche le dinamiche del settore tessile, che registra un incremento del
17,5% confermandosi il secondo settore per importanza, e di quello degli articoli in pelle e cuoio, che avendo registrato uno sviluppo del 20,1% si ragguaglia al 7,1% del totale. Per quanto riguarda invece le importazioni italiane dalla Russia (18 miliardi di euro) si registra una crescita del 23,3%, quasi interamente riconducibile alla maggiore domanda di minerali energetici
che continuano a rappresentare la quota preponderante del totale (71,7%).
Tale dinamica, che appare ascrivibile anche al fatto che gli eventi in Nord
Africa e Medio Oriente hanno reso necessario un aumento delle forniture dalla Russia, ha subito un evidente battuta di arresto nella parte finale dell’anno
a causa della ripresa delle forniture di gas dalla Libia e della sostituzione di
gas russo con gas dalla Norvegia.
LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE ITALO-RUSSA
La cooperazione istituzionale tra Italia e Federazione Russa avviene nel seno dei
periodici Vertici, ai quali partecipano regolarmente anche i Ministri economici (Comunicazioni, Energia, Finanze, Sviluppo Economico ecc.) e di un organismo ad hoc, il Consiglio italo-russo per la Cooperazione Economica, Industriale e Finanziaria, istituito dal Trattato bilaterale di Amicizia e Cooperazione del 1994. Il Consiglio - oggi copresieduto dal Ministro degli Esteri da parte
italiana e dal Primo Vice Primo Ministro da parte russa - si riunisce ogni anno,
alternativamente in Italia e in Russia, e rappresenta il massimo foro istituzionale di riferimento e di coordinamento delle relazioni economiche bilaterali.
I lavori del Consiglio sono in genere preceduti, nel corso dell’anno, dalle riunioni dei Gruppi di lavoro tematici bilaterali:
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- cooperazione nel settore dello spazio
- cooperazione nel settore agricolo
- cooperazione economica e finanziaria
- Task Force per le PMI e i distretti industriali
- Gruppo di lavoro per il partenariato per la modernizzazione
- cooperazione nel campo dell’industria e delle alte tecnologie
- cooperazione nel settore del turismo
- Comitato imprenditoriale.
IL MADE IN ITALY IN RUSSIA
La percezione del Made in Italy presso il pubblico russo è legata prevalentemente a beni di consumo nel settore agroalimentare, nella moda e nel design.
Meno conosciute, ma altrettanto apprezzate dagli addetti ai lavori, sono le nostre eccellenze in altri campi - macchinari, tecnologia, beni industriali intermedi - che riguardano circa il 50% delle nostre esportazioni. In questi settori l’Italia ha conquistato importanti quote di mercato (nei settori dei macchinari per la lavorazione del legno, della plastica, del materiale di imballaggio
per prodotti alimentari, delle macchine per l’agricoltura ecc.), collocandosi
saldamente al secondo posto, dopo la Germania
La nostra posizione nel settore dei beni strumentali e di consumo beneficia
del favore con il quale i consumatori russi guardano al Made in Italy, sinonimo di qualità, soffrendo del crescente ingresso nella Federazione Russa di
merce contraffatta. La nostra presenza commerciale, inoltre, permane ancora eccessivamente concentrata a Mosca e San Pietroburgo, apparendo opportuno puntare di più alla penetrazione commerciale nel resto della Russia, in
particolare in quelle città la cui economia cresce a tassi elevati (Ekaterinburg,
Kazan’, Novossibirsk, Samara, Tomsk, Vladivostok ecc.). Un limite all’incremento della penetrazione commerciale di prodotti italiani è rappresentato dall’assenza di imprese italiane nella grande distribuzione commerciale,
dove invece sono molto attive numerose società straniere (francesi, svedesi, tedesche e turche).
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I COLLEGAMENTI AEREI
Vettore
Tratta
ALITALIA (AZ)
Mosca – Milano, Roma, Torino
San Pietroburgo – Roma, Milano
AIR ONE (gruppo C.A.I.)
San Pietroburgo – Venezia
BLUE PANORAMA
Mosca – Palermo, Catania
BLUE PANORAMA
S.Pietroburgo – Palermo
WIND JET
Mosca – Verona, Torino, Palermo, Catania, Pisa, Bergamo
Rimini – Mosca
S.Pietroburgo – Verona, Catania, Pisa, Bergamo
Rimini – San Pietroburgo
Rimini – Rostov (eliminato Samara-Forlì)
URAL AIRLINES
Ekaterinburg – Roma
AEROFLOT (SU)
Mosca – Milano, Roma, Venezia Torino in c/s con AZ (Bologna richiesta
per la stagione summer 2012 ma non ancora attivata)
ROSSIA(Rossiya) (ex Pulkovo)
S.Pietroburgo – Roma, Milano, Venezia Napoli e Rimini
(autorizzate fino al 15 maggio 2012)
VIM Airlines
Fino al 15 maggio: Mosca, Palermo, Rimini, Napoli, Genova, Venezia,
Catania, Treviso, Ronchi dei legionari
AIR Bridge Cargo
Mosca Malpensa
Fonte: Enac
1
3
Nel 2001 Goldman Sachs coniò il termine BRIC
per indicare le principali quattro economie emergenti: Brasile, Cina, India, Russia. Negli anni il
concetto di BRIC ha preso sempre più sostanza,
dando vita a un meccanismo di consultazione intergovernativa fra i quattro paesi interessati a cui si
è aggiunto, nel 2010, il Sudafrica, portando a modificare la denominazione in BRICS.
2
La variazione delle quotazioni dei prodotti energetici sui mercati internazionali, ad esempio, hanno ripercussioni immediate sugli indici di borsa,
essendo circa il 50% della capitalizzazione rappresentato proprio da aziende del comparto estrattivo. L’importanza degli idrocarburi per l’economia russa si evince anche dal fatto che le stime sul
prezzo del petrolio rappresentano il principale parametro di riferimento per la predisposizione del
budget federale.
Nell’anno, infatti, l’indice Micex ha registrato
una flessione pari al 16,9%, quasi integralmente
ascrivibile proprio agli ultimi tre mesi.
4
I prezzi dei generi alimentari sono aumentati nell’anno solo del 3,9%, a fronte di un dato pari al
+12,9% nel 2010; piuttosto sostenuta è stata invece la dinamica delle tariffe amministrate che nell’anno sono aumentate (+8,7%) circa agli stessi
ritmi del 2010, mentre i prezzi dei beni non alimentari sono addirittura cresciuti a un ritmo superiore rispetto all’anno precedente (rispettivamente: +6,7% e +5%). Nella parte finale del
2011 l’inflazione ha beneficiato altresì di una cospicua decelerazione degli aggregati monetari, favorita anche dal deflusso di capitali: a dicembre il
tasso annuo di crescita di M2 si attestava infatti a
+9,7% a fronte del +31,1% riscontrato a dicembre 2010.
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