Modernità e comunicazione - Dipartimento di Comunicazione e

Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Giovanni Ciofalo
a.a. 2015-2016
Modernità e/è comunicazione
«Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi.
Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la
scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e
spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di
macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza
abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita
sarà violenta e tutto andrà perduto.»
(C. Chaplin, Il grande dittatore, 1940)
Il legame invisibile
Comunicazione
come fattore influente
sulla modernità
Modernità come
fattore influente sulla
comunicazione
Il legame invisibile
Il soggetto moderno da un
lato ha aumentato gli sforzi
scientifici e tecnologici per
potenziare le proprie
capacità comunicative,
dall’altro gli strumenti e i
significati prodotti hanno
influenzato il suo modo di
vivere
Il concetto di modernità
L’aggettivo moderno è la traduzione dal tardo latino dotto
modernum = attuale, recente
derivante a sua volta dall’avverbio
modum = ora, adesso
Indica ciò che è recente, presente:
moderno VS antico
«Non c’è mai stata
un’poca che non
si sia sentita a suo
modo moderna con la
lucida coscienza di
stare nel mezzo di
una crisi decisiva. Per
questo ogni epoca si
presenta
irrimediabilmente
moderna»
W. Benjamin, Parigi. Capitale del XIX secolo, 1986
Il concetto di modernità
Il termine modernità riassume in sé più valenze:
 percorso di sviluppo storico
 scenario sociale e culturale
 cambiamenti sul piano
collettivo e individuale
 innovazioni scientifiche o
tecnologiche avvenute nel
corso dei secoli
C’era una volta….la pre-modernità
I rapporti tra gli individui e la comunicazione prima
dell’avvento della modernità erano legati a tre aspetti
fondamentali:
 natura circoscritta dei flussi
comunicativi
 carattere meccanico delle
interazioni
 prevalenza della fonte sul
ricevente
C’era una volta….la pre-modernità
La natura circoscritta delle relazioni è dovuta alla
ristrettezza dei circuiti di scambio
 Oggettiva povertà delle tecnologie disponibili
 Scarsità di fonti comunicative autorevoli
Assenza del concetto di opinione pubblica:
potere concentrato nelle mani dei sovrani, dei sacerdoti e di
una cerchia ridotta di professionisti della scienza
C’era una volta….la pre-modernità
Il carattere automatico delle pratiche comunicative è
dato dalla forte rigidità della struttura sociale:
 Assenza della mobilità di ruoli e status
 Linearità dei processi, mancanza di feedback
 Prescrittività del messaggio
C’era una volta….la pre-modernità
La prevalenza della fonte deriva da una legittimazione a
priori della comunicazione:
 I messaggi vengono costruiti all’esterno
 assenza di forme di scambio e interpretazione del senso
 presupposta autorevolezza delle fonti
C’era una volta….la pre-modernità
Le uniche forme di aggregazione sono le riunioni nei
mercati, nelle piazze, nei villaggi, davanti ai totem religiosi,
originando forme di interazione circoscritte e legate alle
variabili spaziali e temporali del contesto che le accoglie
E. Rosengren, Introduzione allo studio della comunicazione, 2001
C’era una volta….la pre-modernità
Il Rinascimento e, in
particolare, l’avvento della
società di corte
rivoluzionano costumi,
mentalità, abitudini,
relazioni sociali e gli
equilibri di potere tra gli
individui e le istituzioni
nascenti
N. Elias, Il processo di civilizzazione, 1939
C’era una volta….la pre-modernità
La società di corte è il luogo nel
quale prende avvio il processo di
razionalizzazione da cui nasce il
mondo moderno.
L’aristocrazia si trasferisce a corte e il
potere centrale si consolida: nasce un
habitus più pacifico e addomesticato.
I cavalieri che vivono a corte
sviluppano un tipo di autocontrollo
che sostituisce all’aggressione fisica
strategie di studio dell’avversario e
introspezione psicologica.
C’era una volta….la pre-modernità
Homo equalis
• spiccata idea del noi
• assenza di un forte
senso dell’io
Homo clausus
• distanza tra sé e gli altri
• sfera di azione
individuale separata
dalla collettività
C’era una svolta...la modernità
A partire dal
Settecento si verifica
una frattura
paradigmatica che
segna una netta
discontinuità con il
passato: l’avvento
della modernità
Il progetto della modernità
Il progetto della modernità nasce con gli
illuministi
Jürgen Habermas chiama
il progetto della modernità ciò
che si proponevano i grandi
pensatori illuministi nel XVIII
secolo:
“sviluppare una scienza obiettiva,
una morale e un diritto universali e
un’arte autonoma secondo le
rispettive logiche interne”
Il progetto della modernità
• Periodo collocabile tra
l’epoca rinascimentale e la
Rivoluzione francese (17801830)
• Nascita degli Stati nazionali
• Nascita della società
capitalistica: taylorismo,
fordismo
• Differenziazione e mobilità
sociale
Il progetto della modernità
Processo di urbanizzazione
Inserimento del concetto di massa
nel sistema politico nazionale
Secolarizzazione
Separazione di sfera pubblica/privata
Avvento dei mezzi di comunicazione
La modernità
Homo clausus
Homo economicus
L’individuo sviluppa il senso del Sé e
viene socializzato al metodo scientifico e
a un modo razionale di concepire il
rapporto con la realtà
L’individualismo
Prerogativa della cultura
moderna
controllo dell’uomo sulla
natura, intesa sia come
mondo circostante, sia come
mondo interiore, libero dalla
schiavitù del potere
metafisico e religioso
L. Dumont, Homo Æqualis I: genèse et épanouissement de l’idéologie économique, 1977
La Società
Il punto cruciale nel dibattito sulla
modernità è rappresentato dal
passaggio dalla società tradizionale
alla società moderna
Comunità e società
Gemeinschaft (comunità)
Gesellschaft (società)
F. Tönnies, Comunità e società, 1887
La Società
Nella società industriale domina la logica della
razionalità diretta allo scopo e della finalità che può
essere calcolata
Max Weber, Economia e società, (postuma, 1922)
La metropoli
Lo stile di vita urbano si fonda
sulla divisione del lavoro e sulla
razionalità astratta del denaro
Impersonalità e Soggettività
L’individuo cerca di attirare
l’attenzione degli altri in un
mondo spersonalizzato
G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito, 1903
La metropoli
Nella metropoli i vecchi legami
vengono recisi, crescono i contatti
interpersonali e casuali
Le tradizioni rituali della
dimensione comunitaria primitiva
sono venute a mancare e il
potere delle immagini va
assumendo una funzione
fantasmagorica
La Comunicazione
I mezzi di comunicazione incidono sulla modernità
modificando gli assetti sociali e incidendo sulla vita dei
singoli individui
A partire dalla metà del XIX secolo si verifica una
grande espansione delle reti di comunicazione e
informazione che progressivamente estendono la loro
ampiezza fino a raggiungere una dimensione globale
La Comunicazione
La Modernità è segnata dall’esperienza dell’interazione
mediata e dall’agire a distanza
I media esprimono il bisogno che venga restituita visibilità agli oggetti e ai
soggetti che occupano il proprio ambiente di vita: Esposizioni Universali,
fotografia, cinema, televisione, Rete.
Le immagini rappresentano le forme di riappropriazione
simbolica di una società nella quale si moltiplicano segni
e presenze
L’evoluzione dell’industria culturale coincide con la storia della
metropoli
“Dai viaggi in terre lontane ai viaggi nella propria
stanza e nella propria testa. Questa è anche la storia
dei media. Dalla fotografia che scopre il mondo delle
cose all’informazione audiovisiva; dallo straniero in
quanto eroe dell’immaginario ottocentesco all’ospite in
studio del set televisivo.
Dallo schermo al computer.
A ogni mutamento il soggetto si è trovato a disporre di
una artificialità dell’espressione che affondava le sue
radici nel mutamento stesso e cioè nei bisogni del
soggetto.”
A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e G. Montagano, La scena immateriale, 1994
La crisi del progetto della modernità
Modernità, società e comunicazione
Fra l’Ottocento e il Novecento si sviluppa la
Sociologia, che cerca di ripensare la nuova
società moderna in rapporto alla società
tradizionale
?
Nasce anche il “metadiscorso”
sulla comunicazione
La crisi del progetto della modernità
La crescita della razionalità
finalizzata – strumentale non
porta alla realizzazione
concreta della libertà
universale,
ma alla creazione di una
gabbia d’acciaio di
razionalità burocratica da cui
non si può fuggire
La crisi del progetto della modernità
Il controllo scientifico della natura prometteva la libertà
rispetto alla povertà, ai bisogni e all’arbitrarietà delle
calamità naturali
Il XX secolo – con i suoi campi di concentramento, due
guerre mondiali e l’esperienza di Hiroshima e Nagasaki – ha
certamente dissolto questo ottimismo
Horkheimer e Adorno in Dialettica dell’Illuminismo, alla luce
dell’esperienza della Germania di Hitler e della Russia di
Stalin, sostenevano che la logica che si nasconde dietro
alla razionalità dell’Illuminismo è una logica di dominio
e oppressione
D. Harvey, La crisi della modernità. Alle origini dei mutamenti culturali, 1997
La crisi del progetto della modernità
 Crisi e ripensamento del
paradigma positivista
 Consapevolezza della
natura fallace del metodo
scientifico razionale
 Centralità del relativismo
La crisi del progetto della modernità
Un universo relativo non è un universo fondato sul relativismo
assoluto ma sulla dialogicità e la pluralità.
E’ un “multiverso” che ci chiede di essere responsabili del nostro
punto di vista e delle nostre scelte, che reclama il riconoscimento
delle differenze.
La crisi del progetto della modernità
Dalla logica dell’aut-aut
alla logica dell’et-et
Il mondo esiste sempre in
relazione a un osservatore.
Werner Heisenberg
(5 dicembre 1901,
Würzburg – 1 febbraio
1976), )Monaco)
Non esiste un punto di vista
assoluto sull’universo ma
sempre e soltanto gli infiniti
punti di vista di osservatori
particolari
Albert Einstein
(14 marzo 1879,
Ulm - 18 aprile
1955,
Princeton))
Post- Modernità
Il termine “post – moderno”
viene introdotto nel 1930 da
Federico De Onis
Il testo di riferimento è:
“La condizione postmoderna”
di Jean-Francois Lyotard
L’ipotesi dominante di Lyotard
è che sia profondamente
mutata la condizione del
Sapere nelle società più
sviluppate
Il concetto di “tardo
modernità” viene elaborato
da Antony Giddens e
sviluppato all’interno del
volume “Le conseguenze
della Modernità”
Prendendo lo spunto da altri
autori, tra cui Beck, il
sociologo inglese punta ad
evidenziare la
radicalizzazione della crisi
della Modernità
Tardo Modernità
La società postmoderna
“L’oggetto di questo studio è la
condizione del sapere nelle società
più sviluppate. Abbiamo deciso di
chiamarla postmoderna. La
definizione è corrente nella
letteratura sociologica e critica del
continente americano. Essa
designa lo stato della cultura dopo
le trasformazioni subite dalle regole
dei giochi della scienza, della
letteratura e delle arti a partire dalla
fine del XIX secolo. Tali
trasformazioni saranno messe qui
in relazione con la crisi delle
narrazioni”
La società postmoderna
 Società aleatoria con infiniti conflitti
disseminati in ogni settore;
 Fine delle Grandi Narrazioni, di una
comprensione dell'esperienza storica
come svolgimento unitario e dotato di un
senso coerente
Il mondo postmoderno si emancipa
dall'idea di progresso cumulativo di
matrice illuminista e il progresso non
appare più certo, ma rientra nell'ordine
delle possibilità
La società tardomoderna
“In prima approssimazione possiamo semplicemente dire che il termine
modernità si riferisce a quei modi di vita o di organizzazione sociale
che affiorarono in Europa intorno al XVII secolo e che successivamente
estesero la loro influenza a quasi tutto il mondo. Molti sostengono che
con la fine del XX secolo sta per dischiudersi una nuova era ”
Non siamo usciti dalla modernità,
ne stiamo vivendo una radicalizzazione
A.Giddens, Le conseguenze della modernità, 1990
La società tardomoderna
Giddens utilizza uno schema a 3 tempi:
 prima fase della modernità: illuminista e illusa, convinta di poter
comprendere e governare
 seconda fase della modernità: realizzata e gradualmente in crisi,
perché profondamente basata sul “politeismo disincantato”, in cui
tutti possono aver ragione a seconda del loro punto di vista
 terza ed ultima fase: modernità radicale, basata sul ripensamento
degli stessi vincoli sociali che le prime forme di modernità avevano
fondato
Modernità liquida
Zygmunt Bauman esprime profonde perplessità nei confronti di
ogni tentativo di definire la modernità delle società
contemporanee
Modernità radicale
Beck elabora una teoria secondo cui la modernità non è stata
affatto superata, ma è andata incontro ad una crisi e ad una
rielaborazione
La Modernità liquida
La modernità è stata liquida da sempre: nonostante la
formazione di corpi solidi (istituzioni, reti sociali, comunità
ben definite), la modernità ha continuato letteralmente
a liquefare ciò che incontrava
“Fondere i corpi solidi”,
secondo Marx ed Engels
(Il Manifesto del Partito Comunista),
era l’obiettivo dello spirito moderno
nei confronti di una società
considerata stagnante
La Modernità liquida
“La proprietà caratteristica dei fluidi è il continuo ed
irreversibile mutamento di posizione di una parte della
materia rispetto ad un’altra”
I fluidi hanno un legame profondamente diverso rispetto
ai solidi: si tratta di relazioni spazio-temporali differenti
“La modernità solida è definita tale per la sua tendenza a
creare istituzioni durevoli e stabili che la porta a
privilegiare il legame spaziale e territoriale
all'effervescenza temporale” .
Z. Bauman, Modernità liquida, 2000
La Modernità radicale
Beck si interroga sui caratteri e
sulle conseguenze della modernità,
individuando nell'epoca
contemporanea i tratti di una
“seconda modernità”
La seconda modernità è in grado,
da un lato, di portare a
compimento alcuni dei processi
iniziati nella "prima modernità",
dall'altro di radicalizzare tali
processi fino a metterne in
discussione le premesse stesse
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Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000
Modernizzazione
Modernismo
Progetto della Modernità
Modernità eroica
Modernità liquida
Disagio della Modernità
Modernità in polvere
Modernità radicale
Modernità
Crisi della Modernità
Post- Modernità
Tardo Modernità