Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - I gas perfetti e le loro leggi Un sistema termodinamico si può immaginare come un volume separato dall’ambiente circostante mediante una superficie, esso può essere sede di trasformazioni interne e scambi di materia e di energia con l'ambiente esterno. Lo stato di un sistema termodinamico è caratterizzato da PRESSIONE, VOLUME e TEMPERATURA. Esse sono collegate tra loro con leggi fisiche che regolano il passaggio da uno stato di equilibrio iniziale ad uno finale, cioè quando il sistema subisce una TRASFORMAZIONE. Nello studio della termodinamica ci si riferisce ad alcune trasformazioni fondamentali, ognuna con una propria legge specifica. 1) Legge di Gay-Lussac Vt=V0(1+αt) La pressione è mantenuta costante V0 =volume del gas a 0°C Vt = volume alla temperatura t generica in °C α = coeff. espansione = 0,0036608°C-1 (1/273) Si può esprimere anche come V1/V2=T1/T2 Con T1 e T2 temperature assolute e V1 e V2 i corrispondenti volumi 1 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Pt=P0 (1+α’t) 2) Legge di Charles Il volume rimane costante P0=pressione del gas a 0°C Pt= pressione del gas a t generica in °C α’=coeff. compressione = 0,0036608°C-1 (1/273) Si può esprimere anche come P1/P2=T1/T2 Con T1 e T2 temperature assolute e P1 e P2 le rispettive pressioni. P V = costante 3) Legge di Boyle La temperatura rimane costante In una certa quantità di gas mantenuta a temperatura costante, la pressione è inversamente proporzionale al volume occupato. In altre parole il loro prodotto è costante P1V1=P2V2 4) Equazione di stato dei gas Facciamo compiere al gas due trasformazioni, una di seguito all’altra come in figura, per portare il gas dallo stato A a quello C . La prima, da A a B, isobara e la seconda da B a C, isoterma espresse dalle seguenti equazioni : Vt=V0(1+αt) ; P·V=P0·Vt 2 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Sostituendo la prima nella seconda si ha: P · V = P0 ·V0 · (1 + α·t) Che si può anche scrivere nel seguente modo : ∙ ∙ = = ∙ ∙ 273 + ) 273 1 ∙ 273 ∙( P0 e V0 sono la pressione ed il volume a 0°C e per la legge di Boyle il loro prodotto è una costante e quindi anche P0V0 / 273 è costante. Se poniamo P0 = 1 atm e ricordiamo che 1 mole di qualsiasi gas alla temperatura di 0°C e alla pressione di 1 atm occupa un volume di 22,414 l allora sarà V0 = 22,414 l. Sostituendo tutti i dati nella precedente e chiamando R il risultato : = 273,15 = 1 ∙ 22,414 = 0.08206 273,15 ∙ ∙° Questo valore è detto costante universale dei gas Se la pressione P è espressa in Pascal e il volume in metri cubi R=8,314 J/mol°K Per i gas perfetti, l’equazione diventa: P·V=n·R·T dove n indica il numero di moli di gas, R la costante dei gas e p, V, T le variabili di stato dei gas : pressione, volume, temperatura. Un altro modo di esprimerla, mettendo in evidenza la massa m del gas, invece del numero di moli, è: P · V = m · R*· T dove R* vale: R* = cp-cv = 1005 – 717.85 = 287.15 J/Kg °K 3 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Si ricorda che per passare dalle moli a i grammi si moltiplica il numero di moli per il peso molecolare della sostanza. 3 moli di acqua (H2O 1x2+16=18 g/m) hanno una massa di 3x18 = 54 g. Le tre grandezze pressione volume e temperatura possono essere rappresentate su un diagramma nel quale in ascissa si riportano i volumi, in ordinata le pressioni e le isoterme sono rappresentate da iperboli. Sotto, un esempio di diagramma PV. 4 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - ESEMPI 1 - Calcolare il volume occupato a 30°C e 1,00 · 105 Pa da 1,50 moli di ossigeno O2. Si usa la relazione P·V=n·R·T Dove : T = t + 273 = 30 + 273 = 303 K 1 atm = 101325 Pa 1 atm : 101325 Pa = X : 1,00 · 105 Pa X = 0,9869 atm R = 0,08206 (P in atm, V in l e T °K) V = n · R · T / P = 1,50 · 0,08206 · 303 / 0,9869 = 37,8 dm3 Se la pressione P è espressa in Pascal il volume V in m3 e T in °K, R=8,314 J/mol°K. V = n · R · T / P = 1,50 · 8,314 · 303 / 1,00 · 105 = 0,0378 m3 = 37,8 dm3 2- Un gas che alla temperatura di 25°C e alla pressione di 1,50 atm occupa un volume di 15,0 dm3, viene riscaldato a 60°C. Determinare la pressione del gas sapendo che il suo volume finale è 15,5 dm3. P·V=n·R·T T = t + 273 = 25 + 273 = 298 K n = P · V / R · T = 1,50 · 15,0 /0,0821 · 298 = 0,919 mol T = t + 273 = 60 + 273 = 333 K Applicando nuovamente l'equazione generale dei gas P = n · R · T / V = 0,919 · 0,0821 · 333 / 15,5 = 1,62 atm 3- In una bombola da 25 L, alla pressione di 8 atm e alla temperatura di 15°C è contenuto del gas propano (C3H8). Determinare la pressione residua all'interno della bombola dopo che questa sono fuoriusciti 150 g di propano. P·V=n·R·T = 0.0821 ∙ ∙° numero di moli : n = (P · V) / (R · T) = (8,0 · 25,00) / (0,0821 · 288) = 8,46 mol massa molare : Mm = (12,011 · 3) + (1,008 · 8) = 44,097 g/mol 5 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano Moli corrispondenti a 150,0 g di gas : n (C3H8) = g / Mm = 150,0 / 44,097 = 3,40 mol Moli rimaste all'interno della bombola: nrimaste = niniziali - nerogate = 8,46 - 3,40 = 5,06 mol Possiamo ora determinare la pressione esercitata dal gas che resta all'interno della bombola applicando nuovamente l'equazione di stato dei gas perfetti: P V= n · R · T Da cui : P = (n · R · T) / V = (5,06 · 0,0821 · 288) / 25 = 4,78 atm 4- Calcolare quanti grammi di metano CH4 sono contenuti in un volume di 1,50 m3 alla pressione di 745 mmHg e a 20°C. P V= n · R · T = 8,314 ∙° p = (745 · 101325) / 760 = 99325 Pa Determiniamo la temperatura in Kelvin: T = t + 273 = 20 + 273 = 293 K Applichiamo l'equazione generale dei gas da cui si ricava : n = (P · V) / (R · T) n = (99325 · 1,50) / (8,314 · 293) = 61,16 mol massa molare del metano (CH4): Mm (CH4) = 12,011 + (1,008 · 4) = 16,043 g/mol Massa presente all'interno del recipiente: m (CH4) = n · Mm = 61,16 · 16,043 = 981,2 g 6 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - 1° principio della termodinamica Non è altro che il principio di conservazione dell’energia. ∆ U =Q – L Dove : U - energia interna del gas. Può aumentare o diminuire Q - Calore scambiato con l’esterno. (+ se fornito al sistema – se sottratto) L - lavoro scambiato con l’esterno. (+ se fornito dal sistema – se entrante nel sistema). Si può ad esempio fornire calore al sistema in modo da farlo espandere per fornire un lavoro. Se il calore fornito è maggiore del lavoro generato dal sistema, l’energia interna aumenta, in caso contrario diminuisce. Se lavoro e calore sono uguali l’energia interna non cambia. Esempio Si hanno 3 Kg di acqua alla temperatura di 80 °C e con un mulinello si forniscono 25 kJ e contemporaneamente si sottraggono 62,7 kJ di calore. La variazione di energia interna dell’acqua è ∆ U = Q - L = -62,7 kJ + (-25 kJ) = -37.7 kJ L’energia interna è negativa perché si sottrae più energia di quanta se ne fornisce. Dalla nota relazione Q = m ·c · ∆T si può ricavare la variazione di temperatura dell’acqua sapendo che il suo calore specifico c vale 4,18 J/Kg°C ∆T=Q/(m·c) = -37.7 /(3 · 4,18)= -2.98 °C E pertanto la temperatura finale è Tf=80-2.98= 77.02 °C 7 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Lavoro e diagramma P-V In molte macchine viene compiuto lavoro da un gas che si espande contro un pistone mobile. Nella figura, un gas si espande e muove un pistone fornendo lavoro all’esterno pari al prodotto della forza esercitata sul pistone per lo spostamento dello stesso. L = F·s = p·A · (hf - hi) = p · ∆V In generale, se nessuna delle grandezze che caratterizzano lo stato del gas e che stanno cambiando durante l’espansione (p,V,T), rimane costante, si può rappresentare la trasformazione su un piano p-v mediante una linea come in figura. Sia A il punto di inizio della trasformazione e B quello di fine, entrambi caratterizzati dalle coordinate termodinamiche p, V, T. Le linee che passano dai punti A e B rappresentano punti a temperatura costante. L’area tratteggiata sotto la curva che rappresenta la trasformazione è il lavoro compiuto dal pistone in movimento. In termini matematici : = #$ #% !∙" 8 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Per un gas sono possibili 4 diversi tipi di trasformazioni : 1. v= costante – isometrica o isocora 2. p= costante – isobara 3. T= costante – isotermica 4. Senza scambio di calore con l’esterno - adiabatica 1- Isocora – a volume costante PAVA=RTA PBVB=RTB Dividendo membro a membro si ha: PAVA/ PBVB= RTA / RTB Da cui, essendo VA=VB si ha: PA / PB= TA / TB LAB = 0 QAB=cv (TB-TA) (massa unitaria) ∆ U =Q 2- Isobara – a pressione costante PAVA=RTA PBVB=RTB Dividendo membro a membro si ha: PAVA/ PBVB= RTA / RTB Da cui, essendo pA=pB si ha: VA/ VB= TA / TB LAB = p(VB-VA) QAB=cp (TB-TA) (massa unitaria) ∆ U = cp (TB-TA) - p(VB-VA) 9 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - 3- Isotermica – a temperatura costante PAVA=RTA PBVB=RTB Dividendo membro a membro si ha: PAVA/ PBVB= RTA / RTB Da cui, essendo TA=TB si ha: PAVA = PBVB &' #$ = #% !∙" Essendo per una isoterma P=RT/V (una mole), sostituendo si ottiene #$ &' = &' = !& #% & " = # ) #$ = !' % # [ ) ]#$% = ' # ( ) ' − ) &) = ) ' & ) #$ % Si ha inoltre che UB-UA=0 dato che non varia la temperatura Dalla ∆ U =Q – L si ha: QAB = PAVA log VB/VA 4- Adiabatica- senza scambio di calore Se il gas non scambia calore con l’esterno (trasformazione adiabatica) all’equazione di stato dei gas si aggiunge l’equazione: p ⋅V γ = costante dove γ = cp/cv rappresenta il rapporto tra il calore specifico a pressione costante cp e il calore specifico a volume costante cv. E’ uguale per gas della stessa specie. Si ha pertanto PAVAγ=PBVBγ 10 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - E genericamente PVγ=PAVAγ != da cui &' - ,% ∙#% #- = #$ #% &' !∙" = = !& &' Dalla ∆ U =Q – L = #% !& # . # 0-12 % / 6 & 3.45 # $ &' &' #$ = -02 ,% #% #% .35 !& & ( 7−1 . & . = ∙" - ,% #% .35 (− .35 & .35 9 ' (− 3.45 ' 3.454.35 & !& & = 81 − 7−1 . = !& & = − 3.45 ' + #$ #% 1 . ∙" = 3.45 ) & + 3.45 ) & 3.45 & ∙ .35 ) & !& & (1 − 7−1 & .35 ' ) si ha: ∆ U = – L 11 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Cicli termodinamici Per compiere le trasformazioni con continuità, le macchine termiche devono lavorare in modo ciclico trasformando il calore (energia termica) in lavoro (energia meccanica). Nella figura accanto è rappresentato un ciclo formato da 4 trasformazioni termodinamiche. Da A a B il fluido viene compresso e pertanto assorbe lavoro rappresentato dall’area tratteggiata A-B-Va-Vb. Nel tratto BC viene fornito calore mediante una sorgente calda Nel tratto C-D il fluido fornisce lavoro espandendo, rappresentato dall’area C-D-Vb-Va. Del tratto DA viene sottratto calore mediante una sorgente fredda. Il lavoro fornito dal ciclo è pertanto rappresentato dall’area ABCD Il secondo principio del termodinamica, afferma che non è possibile trasformare integralmente in lavoro il calore assorbito da una sorgente calda senza che una parte di questo calore venga disperso nell’ambiente esterno, cioè nel termostato freddo: da qui il concetto di rendimento: L = Qassorbito - Qceduto il rendimento del ciclo è η=L/Qassorbito η = (Qassorbito - Qceduto) / Qassorbito η= 1-Qceduto/Qassorbito 12 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - CICLO OTTO E’ composto dalle seguenti trasformazioni : 0-1 aspirazione isobara 1-2 compressione adiabatica 2-3 combustione isocora 3-4 espansione adiabatica 4-1 raffreddamento isocora 1-0 scarico isobara Esempio di calcolo Supponiamo che il motore abbia le seguenti caratteristiche: Φ = 70 mm diametro pistone c = 75 corsa mm ρ= 8.5 = (V+V0)/V0 rapporto di compressione ω= 500 rad/s velocità angolare Ap= Φ2π/4 = 702 π/4 = 3950 mm2 area pistone V=Ap·c=3950·75 = 296250 mm3 cilindrata V0=V/(ρ-1) = 296.250 / (8.5-1) = 39500 mm3 volume al punto morto superiore Per procedere al calcolo della caratteristiche del ciclo è necessario determinare le coordinate termodinamiche dei punti caratteristici. 13 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - PUNTO 1 V1=V+V0 = 296.250 + 39.500= 337.750 mm3 P1 = 1 bar = 0,1 MPa La temperatura della miscela che entra nel cilindro attraversando condotti caldi si può stimare che vada dai 50 ai 60 °C. Per ottenere un numero intero si fissa: T1=56,85+273,15 = 330 °K PUNTO 2 V2=V0 = 39.500 mm3 Essendo una trasformazione adiabatica valgono le relazioni P1V1γ=P2V2γ da cui : : = 5 . 5( : : ) = + 5( ). = 5; . = 0,1 · 8,55,= = 2> Dato che cambiano tutte le coordinate termodinamiche, l’equazione del gas è: !5 : = !: !5 : 5 5 = !: 1 !5 ; 5 5 5 = = !: : : 2 1 ∙ 330 = 776° 0,1 8,5 PUNTO 3 V3=V0 = 39.500 mm3 Per il calcolo di T3 è necessario fare alcune considerazioni. - Il potere calorifico inferiore della benzina è 42700 kJ/kg. Perché occorrono 15,6 kg di aria per bruciare un kg di benzina è come se ogni kg di aria mescolata con la benzina possedesse =:? 5@,A45 - = 2572B /B) Il calore specifico Cv della miscela non può ritenersi costante a causa della notevole variazione della temperatura. Una relazione che consente di determinare il suo valore in funzione della temperatura è Cv=0,665+3,4· 10-4 ·Tm dove Tm è la temperatura media che si può assumere a 1000 °K Cv=0,665+3,4· 10-4 ·1000=1.005 kJ/kg °K pertanto considerando una massa unitaria di miscela la variazione di temperatura vale ∆T=2572 / 1.005 = 2559 °K 14 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - T3=T2+ ∆T = 776 + 3674 = 3335 °K Pertanto Essendo inoltre una trasformazione isocora : !D = D : !D = !: D : 3335 ∙ 2 = 8.59> 776 ∙ !: = PUNTO 4 La trasformazione è adiabatica P4V4γ=P3V3γ = = = D( = 8.59 · ( D . = ) = D( 1 . ) ; 1 5,= ) = 0,430> 8,5 Inoltre != = = != !D = D D = != ; !D = D = = = !D D D 0,43 8,5 ∙ 3335 = 1419° 8.59 A lato il grafico del ciclo descritto, rappresentato sul piano PV 15 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - CALCOLO DEL RENDIMENTO TERMICO Chiamiamo Q1 il calore entrante nel ciclo e Q2 quello uscente. Il calore utilizzato dal ciclo è la differenza fra queste quantità e pertanto il rendimento del ciclo è F= G5 − G: G5 Q1 = Q2-3 = cv (T3-T1) = 1.005 (4450-330) kJ/Kg Q2 = Q4-1 = cv (T4-T1) = 1.005 (1879-330) kJ/kg F= 4450 − 1879 = 0.624 4450 − 330 CALCOLO DEL LAVORO Il lavoro sotteso dall’adiabatica 3-4 si calcola come visto in precedenza con : 5 = #H #I !" = !D D D J1 − ( ).35 K 7−1 = 8.59 ∙ 39.5 1 J1 − ( )5.=535 K = 483.4 1.41 − 1 8.5 Quello sotteso dall’adiabatica 1-2 : = #L #2 !" = !5 5 5 J1 − ( ).35 K 7−1 : 0.1 ∙ 337.75 [1 − (8.5)5.=535 ] = −115 1.41 − 1 Il lavoro del ciclo è dato dalla somma algebrica dei due lavori calcolati : L=483.4-115=368.4 J CALCOLO DELLA POTENZA Considerato che il ciclo otto si realizza con due giri della manovella , il tempo impiegato a svolgere l’intero ciclo è = 2 ∙ 2M = 0.025N 500 e quindi O= 368.42 = 14737P 0.025 Questa potenza va moltiplicata per il numero di cilindri. 16 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - CONSIDERAZIONI SUL CALCOLO DEL RENDIMENTO Consideriamo le adiabatiche 1-2 e 3-4 e per ognuno da essa scriviamo le seguenti equazioni: !5 ∙ . 5 = !: ∙ . : !D ∙ . D = != ∙ . = ,2 ∙#2 Q2 ,I ∙#I QI = = ,L ∙#L QL ,H ∙#H QH Da cui : !5 = !: !D = != . !5 : . ; !: 5 . !D = . ; != D = : 5 −→ = D −→ 5 : = D = . : . 5 . = . D = : 5 = D 5 : = D = −→ 5 = −→ D = : = .35 : .35 5 .35 = .35 D Dato che V2=V3=V0 e che V1=V4, sostituendo si ottiene : 5 : = .35 D .35 = 5 = 5 = = .35 5 .35 D : Il rendimento del ciclo si può pertanto esprimere in altro modo secondo i passagi che seguono: G5 − G: G: TU ( F= = 1− =1− TU ( G5 G5 − D− = 5) :) =1− F = 1− 5 =( ).35 = ;.35 5( :( = 5 D : − 1) − 1) : Considerato poi che come dimostrato 5 : = .35 : .35 5 + Si ottiene infine F = 1 − ;53. A dimostrazione del fatto che il rendimento di questo ciclo dipende dal rapporto di compressione. F = 1 − 8.5535.=5 = 0.58 17 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - CICLO REALE O INDICATO Il ciclo studiato non può essere realizzato e praticamente assume la forma prendendo illustrata il accanto nome di ciclo indicato o reale. Le cause l’andamento che del modificano ciclo reale rispetto a quello teorico sono : 1 - durante l’aspirazione la pressione nel cilindro è inferiore atmosferica a e quella durante l’espulsione dei gas combusti è maggiore . Questo a cause delle resistenze che incontra il fluido per entrare ed uscire dalla camera di combustione; 2 le curve che rappresentano le adiabatiche di compressione ed espansione sono in realtà delle politropiche . In particolare durante la compressione l’indice all’esponente è < γ e durante l’espansione è >γ; 3 la combustione è imperfetta perché non è istantanea e non è completa. L’accensione scatta prima del punto 2; 4 lo scarico è anticipato. Inizia prima del punto 4: 5 durante la combustione si dissociano il CO2 e si forma acqua. Il tutto con assorbimento di calore necessario a queste reazioni chimiche. 18 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - DIAGRAMMA DELLA DISTRIBUZIONE Nel ciclo ideale si è supposto che l'apertura e la chiusura delle valvole avvenisse istantaneamente in corrispondenza dei punti morti; in realtà, le valvole si aprono e si chiudono quando il pistone è piuttosto lontano dai punti morti con lo scopo di far entrare nei cilindri la massima quantità possibile di miscela aria-benzina, portando così al massimo il rendimento volumetrico del motore, dal quale dipende la potenza erogabile. Il rendimento volumetrico di un motore è il rapporto fra il volume di miscela aria e benzina che riesce ad entrare nei cilindri e il volume della cilindrata. Il rapporto volumetrico è sempre minore di 1 perché sia la miscela aria-benzina, sia i gas della combustione, come tutti i fluidi, hanno una certa viscosità e una certa inerzia, e quindi vengono frenati nei condotti di aspirazione e di scarico. La figura mostra il diagramma della distribuzione, che, pur potendo variare leggermente da motore a motore in funzione delle caratteristiche specifiche, può essere ritenuto valido per tutti i motori a combustione interna. Si nota che : 1- l'apertura della valvola di aspirazione viene anticipata rispetto al PMS di circa 12°. Il tempo che essa impiega ad aprirsi è relativamente lungo. Affinché la valvola sia completamente aperta nel momento conveniente per più ottenere il massimo riempimento del cilindro (vale a dire quando il pistone raggiunge la velocità più elevata), è necessario che l'inizio dell'alzata avvenga prima del PMS, quando in pratica è ancora in atto la fase di scarico. Nei motori veloci l'anticipo deve essere maggiore che in quelli lenti; 19 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - 2 la chiusura della valvola di aspirazione viene posticipata rispetto al PMI di circa 55° per la stessa ragione per cui si inizia l'apertura con anticipo rispetto al PMS e, soprattutto, serve a sfruttare l'inerzia del fluido in moto nel condotto d'immissione. Durante la corsa d'aspirazione, infatti, il fluido assume una velocità elevata e, per inerzia, riesce a entrare nel cilindro anche quando il pistone ha già iniziato la corsa di compressione. È quindi conveniente prolungare l'apertura della valvola di aspirazione anche durante la prima parte di questa fase. Quanto maggiore è la velocità di rotazione del motore, tanto maggiore è l'energia cinetica del gas e quindi maggiore è il ritardo da dare alla chiusura della valvola, rispetto al PMI; 3 l'apertura della valvola di scarico rispetto al PMI viene anticipata di circa 60°. Serve per abbassare la pressione dei gas combusti a un valore prossimo a quello atmosferico, facilitando in questo modo la fase di scarico e riducendo il lavoro passivo che il pistone dovrebbe compiere per espellerli. Tutto questo fortunatamente non riduce in modo sensibile il lavoro d'espansione (perdita del lavoro utile rappresentata dall’area C), poiché quando lo stantuffo si avvicina al PMI agisce sull'albero a gomiti con un braccio di leva piccolo che tende ad annullarsi; 4 la chiusura della valvola di scarico rispetto al PMS viene posticipata di circa 10° contemporaneamente all'anticipo di 12° nell'apertura della valvola di aspirazione in modo da consentire la completa espulsione dei gas di scarico residui, che, se rimanessero nel cilindro, diluirebbero la miscela aria/benzina entrante. Inoltre se la velocità dei gas di scarico è elevata, si crea nel cilindro un'ulteriore depressione che richiama l'entrata della miscela stessa. L'intervallo di rotazione in cui le valvole sono entrambe aperte viene chiamato angolo di lavaggio. 20 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - RENDIMENTI Come visto nella fase di calcolo il rendimento termico ideale è dato dal rapporto tra il calore utilizzato del ciclo e quello totale fornito dal combustibile e è stato espresso da : FVW = G5 − G: X = G5 G5 E’ definito rendimento termico indicato il rapporto fra il lavoro fornito dal ciclo indicato e quello invece fornito dal ciclo teorico FV = Y Z T[T [\"[T Y Z T[T ] Z[T = V X E’ definito rendimento meccanico il rapporto fra il lavoro che giunge all’albero motore ed il lavoro indicato F^ = Y Z _ `]Z Y Z [\"[T Z] = ^ V Il rendimento totale è dato dal prodotto fra i rendimenti sopra definiti: FQ = FVW ∙ FV ∙ F^ = ^ G5 CONSUMO SPECIFICO ab = ]N T `cN [`[ ]`ZcT[ = Y Z _ `]Z Z] Il calore Q1 fornito al ciclo è dato da : d ^ Q1=Pci x Pc Dove Pci è il potere calorifico inferiore del combustibile e Pc il peso del combustibile stesso, pertanto il rendimento totale può essere espresso come : FQ = dV ^ ∙ d Dove Pc=Lm x Cs e pertanto FQ = dV ^ ∙ ab ∙ ^ = 1 dV ∙ ab 21 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - POTENZA IN FUNZIONE DELLA PRESSIONE MEDIA Se si divide l’area del ciclo indicato per la cilindrata V si ottiene l’ordinata media del ciclo che rappresenta la pressione media indicata !^V = V La forza media sul pistone è : Fmi = pmi·A Il lavoro corrispondente è : Li = pmi·A·c = pmi·V Il tempo impiegato a compiere il lavoro e cioè per compiere un ciclo completo dipende dal tipo di motore Per un motore a 4 tempi : t=4 π /ω Per cui la potenza è : [= (per un motore a 2 tempi : t=2 π /ω) eV X = !^V ∙ ∙ f =g introducendo infine il rendimento meccanico si ricava da questa la potenza meccanica: Pm=ηm Pi e la pressione media effettiva pm=ηm pmi Da quanto esposto si può esprimere la potenza meccanica nel seguente modo : ^ = !^ ∙ ∙h 4M Ricordando che la potenza meccanica è data da Pm=Mt ·ω si può esprimere la pressione media con : !^ = 4M ∙ >X 22 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - CURVE CARATTERISTICHE DEL MOTORE 23 Cenni di termodinamica – Allievi meccanici del corso serale - a cura del Prof. Nuciforo Gaetano - Altri Cicli CICLO DIESEL Il ciclo Diesel a differenza del ciclo Otto, l'accensione della miscela non avviene candela attraverso bensì una attraverso un procedimento di compressione. L’accensione avviene è al spontanea termine ed della compressione 1-2. Dato che la velocità di combustione del gasolio è più lenta di quella della benzina l’ingresso del calore avviene lungo l’isobara 2-3 con il pistone già in fase di discesa. 24