Comportamento Sismico di Edifici a Pannelli in Legno a Strati incrociati realizzati con connessioni di tipo innovativo M. Latour, G. Rizzano, G.Terrano , G. Torello Dipartimento di ingegneria civile – Università degli studi di Salerno Keywords: X-Lam , XL-stub, strutture in legno, pannelli a strati incrociati, test ciclici, analisi dinamiche non lineari, fattore di struttura. ABSTRACT Gli edifici prefabbricati a strati incrociati in legno stanno riscontrando un forte interesse nella comunità scientifica grazie ai notevoli vantaggi tecnici che ne derivano dal loro utilizzo, come la sostenibilità del materiale, la resistenza al fuoco e la rapidità di montaggio. Tuttavia, è ben noto che i pannelli in legno non sono in grado di dissipare una quantità significativa di energia durante un evento sismico. Infatti, in questo sistema la progettazione sismica è basata sulla capacità dissipativa degli elementi di connessione. In particolare le deformazioni plastiche sono concentrate nelle connessioni tra pannello-pannello e pannello fondazione, quindi la risposta anelastica dell’edificio dipende dalla capacità di sostenere ripetute escursioni in campo plastico delle stesse connessioni. In particolare, nel presente lavoro viene proposto un approccio innovativo sulla progettazione di edifici prefabbricati in legno con pannelli a strati incrociati. Più specificamente, si propone di sostituire i classici collegamenti hold-downs, che di solito presentano una limitata capacità di dissipazione, con collegamenti innovativi basati sull’impiego di angolari dissipativi. I nuovi collegamenti, chiamati XL-stubs, sfruttano il concetto di solito adottato per progettare i dispositivi isteretici metallici ADAS (Added Damping and Stiffness). In particolare, la forma rastremata della flangia consente una migliore diffusione delle deformazioni plastiche, da cui deriva un elevata capacità di dissipazione. Per caratterizzare la risposta forza-spostamento sotto carichi ciclici degli XL-stubs è stata effettuata un’estesa campagna sperimentale. Sulla base di tali analisi è stato possibile verificare , nel presente lavoro, l'efficacia dell'approccio proposto analizzando la risposta non lineare sotto carichi sismici di un edificio di tre piani dotato alternativamente di hold-downs e di XL-stubs . Infine, i comportamenti del sistema classico e innovativo sono stati confrontati in termini di fattore di struttura. 1 INTRODUZIONE Il Legno viene sempre più utilizzato come materiale strutturale anche in Europa. La sostenibilità e i vantaggi tecnici dei moderni edifici in legno sono legati al fatto che hanno tempi ridotti di realizzazione, elevata resistenza al fuoco e possono essere integrati in soluzioni energetiche efficienti. Tutte queste caratteristiche rendono gli edifici in legno adatti non solo per le nuove costruzioni, ma anche per i casi di emergenza, quali ad esempio la ricostruzione post-terremoto. Oltre a questi vantaggi, le strutture in legno possono esibire una buona risposta sismica derivante da una corretta progettazione degli elementi in legno e delle connessioni. Infatti, l'elevato rapporto resistenza/peso del legno riduce l'azione sismica orizzontale, mentre gli elementi di collegamento in acciaio dissipano l'energia sismica in ingresso attraverso la loro risposta inelastica . Tra i vari sistemi strutturali in legno quello a pannelli prefabbricati a strati incrociati si è rapidamente diffuso sul mercato italiano ed europeo che per lungo tempo è stato orientato su soluzioni strutturali in muratura o calcestruzzo, piuttosto che in materiali leggeri come acciaio o legno, che sono stati utilizzati principalmente per le costruzioni transitorie o per le coperture. La struttura degli edifici in legno è costituita dall'assemblaggio di pannelli prefabbricati piani multistrato utilizzati per realizzare sia il sistema verticale resistente che quello orizzontale. I pannelli verticali sono collegati tra loro mediante 1 viti, chiodi e staffe angolari. Essi si comportano come elementi rigidi e la deformazione dell'intera struttura è concentrata nelle connessioni. Generalmente ogni pannello possiede alle estremità almeno un coppia di hold-down i quali prevengono la rotazione nel piano, ed una serie di angolari che invece assorbono le forze di taglio. Nonostante i vantaggi citati, allo stato attuale nelle norme italiane ed europee non esiste alcuna indicazione relativa alle regole di progettazione per i collegamenti ed al fattore di struttura (qfactor) per gli edifici a pannelli con strati incrociati. Recentemente un grande sforzo sperimentale dedicato a questo sistema strutturale è stato effettuato in Italia da Ceccotti e al. (2000) che hanno eseguito numerosi test su connessioni tipiche, sotto-assemblaggi strutturali e su un edificio di tre piani X-lam. Sulla base dei risultati ottenuti, Ceccotti et al. (2006) hanno effettuato una serie di analisi dinamiche non lineari dell’edificio testato, valutando il fattore di struttura che, con i classici dettagli di collegamento (hold-downs) è risultato pari a tre. Anche se il valore trovato si riferisce a un caso di studio, dimostra una capacità di dissipare energia degli edifici X-Lam inferiore a quella di altri sistemi strutturali. E' facile comprendere che, dal momento che gli elementi principalmente dedicati alla dissipazione di energia sono gli hold-downs, le ragioni di un valore contenuto del fattore di struttura possono essere ricercate nella loro risposta in presenza di carichi ciclici. Infatti, come già dimostrato in letteratura tecnica, gli hold-down sottoposti a carichi ciclici mostrano una risposta caratterizzata da un significativo “pinching”, che riduce significativamente la capacità di dissipare energia. In questo lavoro, gli autori presentano un nuovo tipo di collegamento dissipativo, denominato in seguito "XL-Stub", da applicare ad edifici prefabbricati in legno in sostituzione dei tipici hold-downs. In particolare, nei paragrafi seguenti, i risultati delle prove sperimentali monotone e cicliche effettuate presso l'Università di Salerno sugli XLStubs vengono confrontati con quelli delle prove cicliche degli hold-downs caratterizzati da pari resistenza. I risultati sperimentali dei collegamenti vengono inoltre impiegati per calibrare il modello analitico da implementare, in analisi dinamiche incrementali (IDA) applicate ad un edificio di 3 piani sottoposto a prove dinamiche nell'ambito del progetto SOFIE. Allo scopo di confrontare le prestazioni dell'edificio dotato di hold-downs o in alternativa di XL-stubs, nel seguito viene implementato il modello strutturale dell’edificio di 3 piani nel software "Seismo-Struct" (Seismosoft, 2011) calibrato sulla base delle prove sperimentali disponibili, effettuando, mediante analisi IDA, il confronto tra la soluzione classica con hold-down e quella innovativa con XL-Stubs in termini del fattore di struttura q. 2.COMPORTAMENTO CICLICO DEI COLLEGAMENTI TIPICI Figura 1. hold-downs , angolari, connessioni parete- parete Gli edifici prefabbricati in legno sono di solito costituiti dall’assemblaggio di pannelli in legno a strati incrociati, collegati tra loro mediante specifici elementi di fissaggio. I sistemi classici di collegamenti sono (figura 1): - hold-downs, che sono sottoposti prevalentemente a carichi di trazione per impedire il sollevamento delle pareti da fondazioni o pavimenti; - staffe angolari, che sono principalmente sottoposte a carichi di taglio per impedire lo scorrimento delle pareti; - giunti tra pannelli , che impediscono spostamenti relativi tra i pannelli delle pareti. Dal momento che, come evidenziato in precedenza, il comportamento sotto carichi ciclici delle connessioni influenza fortemente la risposta strutturale complessiva degli edifici prefabbricati in legno, sono presenti nelle letteratura tecnica diverse prove sperimentali su hold-down e angolari. 2 Hold-­‐down loded in tension 60 50 Force [kN] 40 30 20 10 0 -­‐10 -­‐20 0 5 10 15 20 25 30 35 Displacement [mm] Angle bracket loded in shear 40 30 20 ] 10 kN [ cer 0 Fo -­‐10 -­‐20 -­‐30 -­‐40 -­‐30 -­‐20 -­‐10 0 10 20 30 40 Displacement [mm] Figura 2. Cicli di isteresi di hold-down caricato a trazione e di una staffa angolare caricata a taglio. In particolare sono state eseguite da Gavric et al. (2011) prove cicliche di trazione su hold-downs tipo WHT540 con 12 chiodi, la cui geometria e spessore è molto simile a quella del hold-downs HTT22 originariamente utilizzati nel progetto SOFIE e prove su angolari BMF 90x116x48x3 mm con 4x60 chiodi anulari da 11 millimetri. I risultati delle prove cicliche evidenziano come tutti i collegamenti siano caratterizzati da significativi fenomeni di pinching (Fig.2). Infatti, sia l’hold-down che l'angolare mostrano una bassa capacità di dissipazione energetica, un significativo degrado di rigidezza e di resistenza. Tuttavia entrambi i collegamenti sembrano mostrare una significativa duttilità (24,5 mm per l’hold-down e 30 mm per l'angolare). Il comportamento dissipativo dell’hold down è legato essenzialmente al comportamento plastico dei chiodi di collegamento dell’hold down al legno, lasciando le parti metalliche dell’angolare in campo elastico. Ciò comporta il pronunciato fenomeno del pinching dovuto, principalmente all’ovalizzazione dei fori dei chiodi, a causa della concentrazione forze di contatto, per cui, all’ inversione del carico, i chiodi devono scorrere nei fori prima di entrare completamente in carico. 3. PROVA MONOTONA CICLICHE SU XL-STUBS E PROVE I dispositivi ADAS (Added Damping and Stiffness) sono comunemente utilizzati nelle tecniche di controllo passivo ai fini dell’assorbimento dell’energia sismica in ingresso mediante la loro applicazione su controventi a V rovescia. Ciò che rende questi dispositivi, ma più in generale tutti i dissipatori isteretici metallici, particolarmente idonei ad impieghi di questo tipo è la forma. Tipicamente gli smorzatori isteretici ADAS lavorano in doppia curvatura e sono concepiti con l’intento di sfruttare le caratteristiche dissipative dell’acciaio lungo tutta l’estensione del dispositivo conferendo al piatto metallico una forma opportuna. Gli XL-stubs sono basati sullo stesso principio dei dispositivi summenzionati, e sono stati sottoposti a prove di carico monotone e cicliche con ampiezza costante (15, 25 e 30 mm) e con ampiezza variabile, presso l'Università di Salerno. Essi rappresentano l'estensione agli angolari, del concetto dei T-stubs suggerito da Latour & Rizzano (2012), utilizzati principalmente per nodi trave colonna di strutture in acciaio a doppia curvatura. Pertanto gli XL-Stubs presentano la flangia con una forma “a clessidra” che ne consente il completo impegno plastico evitando la concentrazione delle deformazioni nella sezione di attacco flangia-anima e nella sezione del piatto in corrispondenza dei bulloni. Figura 3. Geometria degli XL-Stub Nel presente l’efficacia della progetto degli modo da avere uguale a quella et al. (2011). lavoro, al fine di verificare soluzione progettuale proposta, il XL-stubs è stato effettuato in una resistenza del collegamento del hold-downs testati da Gavric 3 In particolate, cinque coppie di XL-stubs sono stati collegati con otto bulloni M12 di classe 8.8 a un pannello di larice. A05-M 300 250 F [kN] 200 150 100 50 0 0 10 20 30 40 50 δ [mm] Figura 4. Curva monotona e configurazione di prova con la macchina universale degli XL-stub La connessione dell’angolare al pannello di larice è stata progettata nel rispetto dell’ Euro codice 5, assumendo lo spessore del pannello di legno maggiore di 6 volte il diametro dei bulloni, la larghezza della piastra metallica funzione della diffusione degli sforzi a 30 ° dalla fila più esterna di bulloni e l'altezza è la massima compatibile con la macchina di prova (Schenck Hydropuls S56, massimo carico 630 kN, spostamento massimo di + / - 125 mm). Le cinque coppie di XL-stubs sono state sottoposte ad una prova di trazione monotona (A05-M), tre prove di trazione cicliche con ampiezza costante di mm 15, 25 e 30 (A01-C15, A02-C25, A03-C30) e una prova ciclica ad ampiezza variabile (A04-CV). Gli XLstubs sono stati collegati al supporto rigido inferiore che rappresenta l’elemento di vincolo alla base, con quattro bulloni M18 classe 8.8 (2 per L-stub). Figura 5. Modalità di rottura di una coppia di XL-stubs in prove cicliche di ampiezza costante. Le prove sono state condotte in controllo di spostamento, con frequenza pari a 0,01 Hz, per le prove cicliche ad ampiezza costante, a cui corrisponde una velocità variabile da 0,3 mm/s a 0,6 mm/s in funzione dell’ampiezza ciclica. Per le prove cicliche ad ampiezza variabile, condotte in accordo alle norme AISC 2005, è stata impiegata una velocità variabile da 0,5 mm/s a 0,9 mm/s mentre per le prove monotone è stata adottata una velocità costante pari a 0,025 mm/s. In Fig.4 è riportato l’allestimento delle prove con il risultato della prova monotona. Si osserva, nella fase incrudente un incremento della pendenza per valori elevati dello spostamento dovuto al maggior impegno della flangia Figura 6. Immagini delle termocamera degli XL-stubs fino al sesto ciclo a 25 mm di ampiezza. Il collasso del collegamento, per tutte le prove cicliche, è stato raggiunto come previsto, in corrispondenza dell’attacco flangia-anima bullonata al pannello (fig.5). In particolare, nella prova ad ampiezza costante di 30 mm si è notata una plasticizzazione pressoché contemporanea delle due sezioni opposte alla strizione. La rottura ha interessato progressivamente la larghezza e lo spessore della flangia in corrispondenza della saldatura, con perdita di resistenza, rigidità e capacità di dissipazione prima del collasso. La misurazione del calore della flangia degli XL-stubs mediante termocamera nei primi sei cicli della prova con ampiezza di 25 mm, conferma il completo impegno plastico della flangia stessa, come illustrato in fig. 6. Dai risultati ottenuti dalle prove cicliche e da quella monotona sugli XL-stubs, è stata costruita la curva di fatica di Wöhler (fig.7). La condizione di collasso convenzionale è stata fissata in corrispondenza di una riduzione del 50% della capacità di dissipare l'energia (Castiglioni e Calado, 1996). 4 Allo scopo di valutare, i benefici derivanti dall’impiego dei collegamenti dissipativi proposti, rispetto ai dispositivi di collegamento classici, hold-down, nel presente lavoro viene valutato il fattore di struttura. Nella valutazione del fattore di struttura, indipendentemente dal metodo che si adotta per determinarlo, è necessario disporre di: - una campagna di prove cicliche sugli elementi strutturali del sistema costruttivo volte per ricavare le informazioni necessarie per la calibrazione di opportuni modelli numerici; - un appropriato modello tridimensionale numerico in grado di simulare la risposta non lineare nel tempo di una struttura sottoposta ad un appropriato insieme di eventi sismici reali; - i risultati di prove su tavola vibrante su un edificio in scala reale per calibrare il modello numerico; - la definizione di appropriati criteri di snervamento e di collasso della struttura. Figura 7. curva di fatica per gli XL-stub La stima del danno D per la prova ciclica ampiezza variabile è stata effettuata applicando la regola di Miner: D =∑ i ni nc (1) dove ni è il numero di cicli effettuati ad una data ampiezza e nc è il numero di cicli per cui il collegamento raggiunge il collasso (D = 1) alla stessa ampiezza, dedotto dalla curva di fatica. In Fig.8 è riportato la curva di danno cumulato corrispondente alla storia di carico ciclica ad ampiezza variabile. Si osserva che l’applicazione delle regola di Miner individua il collasso in corrispondenza del 56.mo ciclo in accordo alle prove sperimentali (fig.6) che hanno evidenziato al 58.mo ciclo una riduzione improvvisa della capacità portante e la completa frattura. In questo lavoro, partendo da prove cicliche sui collegamenti disponibili in letteratura e dagli studi condotti sui XL-stubs presso l'Università di Salerno, è stato implementato un modello numerico dell’edificio di tre piani testato su tavola vibrante nel progetto SOFIE e sono state effettuate analisi dinamiche incrementali non lineari (IDA) mediante il SeismoStruct, sottoponendo il modello a sei accelerogrammi naturali. Il fattore q è stato quindi calcolato valutando il seguente il rapporto: Damage curve 1.8 1.6 1.4 Damage 1.2 1 0.8 0.6 q = 0.4 0.2 0 0 10 20 30 40 50 Number of cycles [#] Figura 8. Curva del danno cumulato Infine, il confronto tra il comportamento ciclico degli XL-Stubs dissipativi e quello degli holddowns, normalmente utilizzati per edifici in legno X-LAM (Fig.2) mostra chiaramente come gli XLstubs esibiscono prestazioni decisamente migliori in termini di dissipazione di energia. 4. INFLUENZA DELLE CONNESSIONI NELLA RISPOSTA SISMICA DI EDIFICI PREFABBRICATI IN LEGNO 4.1. Metodo di analisi del fattore di struttura 60 αu αy (2) dove au è il moltiplicatore dell'accelerazione a cui corrisponde il collasso strutturale e ay è il moltiplicatore dell'accelerazione a cui corrisponde il superamento della soglia elastica dell'edificio. 4.2. Il modello numerico dell'edificio L'edificio analizzato nel presente lavoro è stato testato in scala reale su tavola vibrante nel luglio 2006 presso il laboratorio dell'Istituto Nazionale di Scienze della Terra e prevenzione delle catastrofi (NIED) a Tsukuba, Giappone, nell'ambito del progetto di ricerca SOFIE (Sistema Costruttivo Fiemme), patrocinato e condotto dall’istituto IVALSA del Consiglio 5 numerico evidenzia che i modelli impiegati sono in grado di cogliere adeguatamente sia i degradi di resistenza e di rigidezza, che il fenomeno di pinching. L-­‐stub loded in traction 100 Force [kN] 50 0 -­‐50 experimental -­‐100 numerical -­‐150 0 10 20 30 40 50 Displacement [mm] Angle bracket loded in tension 30 20 Force [kN] 10 0 -­‐10 experimental -­‐20 numerical -­‐30 0 5 10 15 20 25 30 35 Displacement [mm] Angle bracket loded in shear 40 30 Force [kN] 20 10 0 -­‐10 -­‐20 experimental -­‐30 numerical -­‐40 -­‐40 -­‐30 -­‐20 -­‐10 0 10 20 30 40 Displacement [mm] Screwed joint loded under in-­‐plane shear 10 8 6 4 Force [kN] Nazionale delle Ricerche (CNR) e finanziato dalla Provincia di Trento, Italia [Ceccotti et al. (2006)]. L'edificio di tre piani presenta dimensioni in pianta di circa 7 × 7 m, altezza di 10 m e tetto a due falde. Le pareti presentano uno spessore di 85 mm e sono realizzate con tre strati incrociati di pannelli in legno (X-lam) e connessi tramite viti-giunti con strisce in LVL. Sia gli hold-down che i collegamenti innovativi XL-stubs, sono stati inseriti nel modello, in accordo all’edificio reale, alle estremità delle pareti e vicino alle aperture, per collegare i pannelli con la fondazione e con i solai. Inoltre sono previste per ogni pannello due staffe angolari di collegamento dei pannelli, con la fondazione e con i solai. I due orizzontamenti sono realizzati con pannelli da 142 mm di spessore. Sui due Solai sono state poste masse aggiuntive per simulare il peso dei carichi permanenti ed il 30% dei carichi accidentali. Sul tetto, invece, non sono stati applicati carichi supplementari in accordo a quanto previsto dall'Eurocodice 8 e dalle NTC2008. La struttura simulata caratterizzata da una apertura di 2,55×2,55 m al piano terra, è stata già sottoposta ad analisi dinamiche non lineari nella configurazione con hold-down da Ceccotti et al.( 2006) Nel presente lavoro, il modello numerico è stato implementato nel software SeismoStruct, assumendo un comportamento rigido dei pannelli e degli orizzontamenti nel loro piano. Quindi, ogni pannello è stato modellato con un sistema di aste, costituito da un telaio perimetrale con controventi diagonali (Fig.9). 2 0 -­‐2 -­‐4 -­‐6 experimental -­‐8 numerical -­‐10 -­‐50 -­‐40 -­‐30 -­‐20 -­‐10 0 10 20 30 40 50 Displacement [mm] Figura 10. Curve isteretiche e numeriche dei collegamenti Figura 9. Foto destra - costruzione reale; Foto sinistra configurazione deformata del modello numerico. I collegamenti sono stati modellati con legami multilineari ciclici calibrati sia per hold-down che per gli XL-stubs, sui risultati delle prove sperimentali. I principali parametri dei modelli impiegati per l’hold-down, gli XL-stubs e gli angolari a taglio sono riportati nella Tab.4.1. Come si osserva in Fig.10, il confronto tra le curve cicliche sperimentali e quelle del modello Tabella 1. Parametri del modello ciclico multilineare dei collegamenti. Trilinear model parameters EI - Initial flexural rigidity PCP - Cracking Force (positive) PYP - Yield Force (positive) UYP - Yield Displacement kN/mm XLstub traction 18.33 angle bracket traction 4.93 shear 11.05 screwed joint shear 21.5 kN 11.29 1.38 0.59 9.64 kN 35.73 7.6 18.68 32.65 mm 2.94 2.89 11 7.56 6 (positive) UUP - Ultimate Displacement (positive) 3P - Post Yield Flexural Stiffness (positive) as ratio of EI PCN - Cracking Force (negative) PYN - Yield Force (negative) UYN - Yield Displacement (negative) UUN - Ultimate Displacement (negative) 3N - Post Yield Flexural Stiffness (negative) as ratio of EI HC - Stiffness degrading parameter HBD - Ductilitybased strength decay parameter HBE - Hysteretic energy-based strength decay parameter HS - Slip parameter t mm - 53 25 0.061 0.21 33 0.049 0SE test 10. 65 7.39 mod el 9.8 9 6.74 24 .1 0 diffe rence 7.1 % 8.8 % 7. 3 % 41 0.03388 Kobe 0.82g 1 N E 26 .0 0 2 N E 5 1. 5 0 4 9. 2 0 4. 5 % 3 N E 58 .9 0 1S E 3S E 29 .5 0 2 S E 56 .1 0 57 .4 0 27 .8 0 53 .3 0 60 .0 0 2. 5 % 5. 8 % 5. 0 % 3. 5 % 62 .2 0 kN -150 -40 -0.43 -6.69 kN -150 -8.1833 21.91 -11 -30.29 mm 40.001 8.1136 mm -100 -100 -33 -41 - 0.999 0.999 0.034 0.04056 - 2000 200 2000 2000 - 0.01 0.2 0.05 0.03 4.3. Valutazione del fattore di struttura q - 0.01 0.2 0.03 0.06 - 0.65 0.25 0.3 0.37 Per la valutazione del fattore di struttura è stato necessario, preliminarmente, definire le condizioni convenzionali corrispondenti al raggiungimento del limite elastico e del limite ultimo. Nel presente lavoro, il moltiplicatore dell’accelerogramma ay corrispondente al limite elastico dell’edificio è stato assunto nel caso di impiego di collegamenti hold-down pari a 0,35, in accordo a Ceccotti e al. (2002). Nel caso invece di impiego di collegamenti XL-stubs, il limite elastico dell’edificio è stato individuato controllando il raggiungimento della condizione seguente: -7.3 Al fine di simulare il vincolo unilaterale dato dalla fondazione e dal solaio nella direzione degli spostamenti verticali dei pannelli, sono state utilizzate per i collegamenti delle molle asimmetriche poste in parallelo. Le masse sono state concentrate nei nodi della struttura ed è stato utilizzato uno smorzamento del 5%. Per valutare l'affidabilità del modello numerico, è stato preliminarmente applicato al modello lo stesso accelerogramma utilizzato nella prova su tavola vibrante nel progetto SOFIE, ovvero l’accelerogramma di _Kobe 0,82g. In Tab. 4.2 vengono confrontati i risultati delle prove su tavola vibrante con quello forniti dal modello implementato nel presente lavoro, in termini di spostamento orizzontali di piano e spostamenti verticali in corrispondenza degli hold-down. Si osserva che le differenze sono in tutti i casi molto contenute, con un valore massimo del 7,3% per gli spostamenti in direzione orizzontale e del 8,8% in direzione verticale. Tabella 2. confronto tra i risultati sperimentali ed il modello analitico. Max displacemen 0N E z-direction (mm) x-direction (mm) Le differenze tra gli spostamenti orizzontali del modello numerico e quelli registrati nelle prove sperimentali non supera 7,3%, mentre per il sollevamento degli hold-down la differenza non supera 8,8%. Fmax > Fy ,lim = αu αy (3) dove Fmax è la forza che agisce sul XL-stub più sollecitato e Fy,lim è la forza che ne determina lo snervamento definito, in accordo all’ Eurocodice 3, in corrispondenza dei 2/3 della resistenza plastica. La resistenza plastica dell'elemento è stata convenzionalmente determinata intersecando la curva monotona forzaspostamento con una retta di pendenza pari a 1/ 3, della rigidezza iniziale. In particolare, sulla base delle curve sperimentali, è stato trovato per gli XL-stubs un limite elastico pari al 34,6 kN. Il moltiplicatore dell’ accelerazione au è stato valutato in corrispondenza del collasso del XLstub o hold-down più sollecitato. Tuttavia, data la casualità della storia di carico, per determinare il livello di danno raggiunto, utilizzando la regola di Miner, è stato applicato il 7 metodo di conteggio dei cicli "rainflow" , procedendo con le seguenti fasi: Newhall, E-W, 19.98s) 1. riarrangiamento della storia di carico a partire dalla massima escursione plastica verificatasi durante l'intera storia di carico; 2. accoppiamento del massimo assoluto con il minimo assoluto per formare il ciclo di massima ampiezza; 3. accoppiamento di tutti i punti di massimo relativo con i punti più vicini di minimo relativo al fine di determinare i cicli di ampiezza minore. C C C E A E D C D I G G H F a 5 8 C A G B H a) 25 D O B 50 Con gli stessi accelerogrammi sono stati valutati da (Ceccotti et al., 2006) i valori dei relativi fattori di struttura q. La condizione di collasso dell'edificio con hold-down è stata assunta in corrispondenza del raggiungimento di un sollevamento dell’ l’hold-down maggiormente caricato pari a 25,5 mm, che corrisponde al massimo spostamento osservato nei test su tavola vibrante nel progetto SOFIE. Invece, per quanto riguarda l’edificio con XLstubs, avendo determinato la curva di fatica del XL-stubs, la condizione di collasso dell’edificio è stata assunta in corrispondenza del raggiungimento di un livello di danno pari a 1 nel XL-stub più sollecitato. Il confronto tra la risposta dell’ edificio con holddown e di quello con XL-stub mostra che l'applicazione c) di quest’ultimi ad edifici prefabbricati in legno fornisce un significativo incremento del fattore di struttura. In particolare, il valore del fattore q calcolato per l’edificio a tre piani con XL-stub non è inferiore a 4,50 e significativamente superiore al valore minimo di 2,5 riscontrato nel caso dell’edificio con holddown. Inoltre, il valore minimo di 4,5 trovato per l’edificio con XL-stub risulta 1,5 volte superiore al valore di 3 raccomandato da (Ceccotti et al., 2007) per le strutture con pannelli in legno multistrato, che impiegano hold-downs. E A 40 H b) F b c Figura 11. Rainflow metodo di conteggio: a) storia temporale casuale, b) riarragamento della storia di carico (CF), c) altri cicli (ED, GH, AB) B F 5. CONCLUSIONI Le analisi dinamiche incrementali sono state condotte per valori crescenti del moltiplicatore (a) dell’ accelerogramma con un passo di 0,2 g fino alla determinazione di ay e poi con un passo di 0,05g fino alla individuazione di au. In Tab.4.3 sono riportati i risultati delle IDA condotte per gli edifici con entrambe le tipologie di collegamento sottoposti a 6 accelerogrammi storici coincidenti con quelli impiegati in (Ceccotti e al. 2006). Tabella 3. Risultati delle analisi Earthquake El Centro (19/5/40, Imperial Valley, N-S, 40.0s) Kobe (16/1/95, JMA, N-S, 48.0s) Kocaeli (17/8/99, Yapi Kredi, N-S, 85.80s) Loma Prieta (18/10/89, Corralitos, E-W, 39.98s) Nocera Umbra (27/7/97, Nocera, E-W, 13.7s) Northridge (17/1/94, building with XL-stubs q αy αu 0. 50 0. 45 0. 45 0. 55 0. 45 0. 2. 25 2. 10 2. 20 2. 70 3. 00 2. 4. 50 4. 67 4. 89 4. 91 6. 67 6. building with hold-downs q αy αu 0.3 5 0.3 5 0.3 5 0.3 5 0.3 5 0.3 1.2 0 1.1 5 1.4 3 1.0 5 1.6 0 0.8 3.43 3.20 4.09 3.00 4.57 Gli edifici prefabbricati in legno multistrato sono caratterizzati da una limitata capacità di dissipare energia in quanto le zone dissipative sono rappresentate dai soli elementi che collegano i pannelli alla fondazione o i pannello ai solai. In questo lavoro, è stato sviluppato un programma sperimentale finalizzato alla messa a punto di elementi innovativi di collegamento denominati XL-stubs, in grado di incrementare in modo significativo la capacità di dissipazione di energia della struttura. Partendo dai risultati sperimentali sul collegamento XL-stub è stato calibrato un accurato modello del comportamento isteretico dei XL-stubs. Tale modello è stato impiegato in analisi dinamiche incrementali di un edificio a tre piani finalizzate alla valutazione del fattore di struttura q. I risultati delle analisi condotte, considerando sei accelerogrammi naturali, mostrano un valore minimo del fattore q dell’edificio esaminato con XL-stubs pari a 4,5, significativamente maggiore 2.51 8 rispetto a quello ottenuto utilizzando elementi di collegamento hold-downs. I risultati ottenuti sebbene limitati al caso dell’edificio di tre piani investigato nel progetto SOFIE, sono incoraggianti, per cui nel prosieguo della ricerca l’analisi sarà ampliata considerando una più estesa tipologia di edifici in legno con pannelli multistrato. RIFERIMENTI Gavric, I., Ceccotti, A. and Fragiacomo, M. (2011). Experimental cyclic tests on cross-laminated timber panels and typical connections. XVI Anidis Conference “L’Ingegneria Sismica in Italia”. Proceedings on cdrom. Ceccotti, A., Follesa, Karacabeyli, E. (2000). 3D Seismic Analysis of Multi-Storey Wood Frame Construction. 6th World Conference on timber Engineering. Whisler Resort, British Columbia, Canada. Ceccotti, A., Follesa, M., Kawai, N.Lauriola, M.P., Minowa C., Sandhaas, C., Yasumura, M. (2006). Which Seismic Behaviour Factor for Multi-Storey Buildings made of Cross-Laminated Wooden Panels?, Proceedings of 39th CIB W18 Meeting, paper n.39-154, Firenze 2006 Latour, M., & Rizzano, G. (2012). Experimental Behavior and Mechanical Modeling of Dissipative T-Stub Connections. Journal of Structural Engineering, 138(2), 170-182. Pozza, L., Scotta, R. (2011). Valutazione numerica del comportamento sismico e del fattore di struttura “q” di edifici in legno con pareti XLam. XIV Anidis Conference - L’Ingegneria Sismica in Italia. Proceedings on cd-rom. (in Italian). Seismosoft (2007). SeismoStruct. A computer program for static and dynamic nonlinear analysis of framed structurs. Retrieved from seismosoft.com 9