Masserie storiche
Bari
e la sua provincia
Puglia
Vedute della campagna barese (foto L. Turi)
Uno scenario paesaggistico multiforme che lentamente degrada dalla Murgia petrosa sino alle coste adriatiche
accompagna l’orizzonte visivo di contadini e pastori che da secoli si avvicendano sotto il cielo della provincia
barese. Tra campi seminati, pascoli sterminati e nodosi uliveti, sbocciano i luoghi per eccellenza del vivere
rurale: masserie, casali, ‘casedde’, pagliare e trulli. Per le potenzialità agricole dei terreni e per la vicinanza
degli assi viari, queste strutture sono sorte con la duplice funzione di organismi produttivi e residenziali. Il
fenomeno esplode a partire dall’XI secolo. Fattori determinanti in tal senso furono la politica feudale dei
Normanni congiuntamente alla capillare presenza degli Ordini monastici, i Benedettini in particolare. Dalle
masserie regie di Età sveva, alla pratica della transumanza, le masserie di campo e di pecore giunsero alla
soglia dell’Età Moderna con specifica funzione di aziende agricole. Tra XVII-XVIII secolo, quasi precorrendo
i nostri tempi, i ricchi feudatari si trasferirono in campagna: le masserie, più o meno fortificate, diventarono
eleganti ville che echeggiano, nelle soluzioni e nelle decorazioni, i vezzi del barocco urbano.
LA PIETRA E L’ULIVO: GLI INSEDIAMENTI RURALI
Tracce millenarie di storia sopravvivono nell’aspro scenario murgiano
inciso da conformazioni carsiche sospese tra il rosso della terra argillosa,
il grigio delle taglienti rocce calcaree, il verde della odorosa macchia
spontanea. Il territorio dell’Alta Murgia, Parco Nazionale dal 2004, è un
pullulare di microcosmi in cui l’intervento dell’uomo ha inciso
profondamente e diversamente sulla trasformazione del paesaggio rurale.
Anche in questo lembo di Puglia, per eccellenza vocato alla pastorizia, si
diffusero grandi masserie di pecore e da campo costruite a supporto
dell’intenso sfruttamento cerealicolo-pastorale del territorio. Un ruolo
chiave in tal senso fu svolto dalla pratica della transumanza. Molte masserie
furono munite di mura di cinta, torri merlate e caditoie con funzione
difensiva. Tipiche forme architettoniche di questi organismi erano gli
jazzi, ovvero ampi recinti destinati all’allevamento.
Alta Murgia (foto M. Terlizzi)
Gravina. Masseria Pantano (foto R. Tanzella)
Lungo il tracciato del tratturo Melfi-Castellaneta, in parte coincidente
con il percorso della via Appia, sopravvivono ancora queste importanti
testimonianze dell’architettura contadina. Esempi illuminanti in tal senso
sono la Masseria Pantano a Gravina e la Masseria Jesce ad Altamura. La
prima conserva la singolare organizzazione degli spazi con lo jazzo sul
dislivello del pendio e la masseria a valle, la seconda costituisce un
esempio significativo di popolamento rurale. L’imponente struttura,
edificata presumibilmente nel XVI secolo e rimaneggiata nel XVII,
ingloba un insediamento rupestre con affreschi datati dal XIV al XVII
secolo.
SUI PASCOLI DELL’ALTA MURGIA
La Murgia dei Trulli, fertile comprensorio geografico a cavallo delle province di Bari, Brindisi e
Taranto, si contraddistingue per una continuità
insediativa che, nei secoli, si è tradotta in una sapiente fusione delle tecniche costruttive “a secco”
con quelle più tradizionali. Queste campagne pullulano di masserie in cui il corpo principale su due
piani, talora fortificato, è solitamente attorniato
da trulli, “casedde” e pagliai, che costituiscono lo
snodo delle attività produttive. Ai trulli è spesso
aggregata la tipica casa “a pignon”, un edificio a
pianta rettangolare con tetto a due falde molto inclinate e ricoperte di chiancarelle. Questa tipologia di masseria conta significativi esempi dislocati
nel territorio, ancora oggi luoghi di grande amenità con le porte aperte al turismo rurale ed enogastronomico. Nelle campagne tra Noci e
Putignano si erge la Masseria Scaglione che assomma, in un alternarsi di chiancarelle e bianche
superfici, tutte queste tipologie edilizie. In territorio di Noci sono da ricordare la Masseria
Bonelli della fine del XVI secolo, oggi suggestiva
cornice per eventi, e la Masseria Le Monache,
così chiamata perché nel 1650 fu acquistata dalle
clarisse di Noci come masseria di pecore. Sulla
strada Noci-Alberobello si incontra la Masseria
San Giacomo, edificata con tutta probabilità nel
XVII secolo. Si tratta anche in questo caso di una
masseria del tipo a trulli in cui gli ambienti di servizio e le stalle sono coperti da tetti a chiancarelle
mentre l’abitazione vera e propria si presenta in
forma turrita. Interessante è l’annessa cappella
con dipinto murale seicentesco raffigurante la
Madonna del Suffragio tra San Giacomo e San
Carlo Borromeo. Ugualmente seicentesca è la
Masseria Malvisco di Alberobello, edificata tra
XVII e XVIII secolo come masseria di pecore e
da campo.
Murgia dei trulli, veduta (foto L. Turi)
Noci. Masseria Bonelli, veduta (foto Masseria Bonelli)
LA MURGIA DEI TRULLI
Nel territorio tra Noci e Putignano, immersa in uno scenario paesaggistico di grande
suggestione, la chiesetta di Santa Maria di Barsento rappresenta una significativa
testimonianza insediativa d’origine medievale. Secondo una tradizione seicentesca, la
chiesa sarebbe stata fondata nel 591 per volere di papa Gregorio Magno e, quindi, affidata ai monaci di S. Equizio con lo scopo di evangelizzare la popolazione. Gli studi
più recenti, sulla base di analisi e confronti tipologici, ne hanno posticipato la fondazione, collocando il monumento nell’alveo del romanico che trovò ampia fortuna tra
XI e XII secolo. Frutto di stratificati interventi, l’edificio presenta uno sviluppo longitudinale a tre navate voltate a botte e chiuse da tre absidi. La facciata è coronata da
un campaniletto a vela aggiunto in età moderna ed è preceduta da un protiro datato al
XIV-XV secolo. Tra gli edifici medievali pugliesi, questa piccola chiesa occupa un
posto di rilievo perché documenta in maniera efficace l’osmosi di tecniche costruttive tra l’edilizia civile e quella religiosa. La tipologia di volta ma ancor più il sistema
di chiancarelle come copertura degli spioventi del tetto rispecchia da vicino le stesse
soluzioni adottate nei trulli e, in generale,
nella tipica architettura rurale in pietra a
secco. Prossima alla chiesa è la cinquecentesca masseria fortificata I Monti, oggi un
rinomato complesso turistico ricettivo.
Noci. Santa Maria di Barsento
SANTA MARIA DI BARSENTO
Fra XVI e XVIII secolo, secondo una pratica d’antica origine, alcune dimore
rurali diventano luoghi destinati all’ozio e allo svago di nobili e aristocratici
attratti dall’amenità del paesaggio. L’agro tra Conversano e Mola conserva dimore storiche di grande pregio. Un esempio è nella MasseriaSerradell’Isola,
una residenza di campagna immersa tra ulivi e vigneti, rimasta intatta negli arredi e nella sua fisionomia architettonica, oggi preziosa struttura ricettiva. Il
nucleo originario è il grande “lamione” della fine del XVII secolo, un tempo
adibito a frantoio. Testimonianze significative nel territorio di Conversano
sono riconducibili alla committenza dei Conti Acquaviva d’Aragona. La
Masseria Montepaolo della fine del XVI secolo è un’elegante struttura con
cappella e torre, oggi una cornice ideale per incantevoli eventi. Degno di nota
è il castello masseria Marchione, edificato tra il 1730-1740 dalla nobile fa-
Conversano. Masseria Montepaolo,
particolare della cappella (foto Masseria Montepaolo)
miglia come casino di caccia, in tempi recenti diventato location per raffinati
ricevimenti. Frutto di maestranze specializzate, probabilmente coordinate
dall’architetto Vincenzo Ruffo che fu allievo di Vanvitelli, l’intero edificio si
proietta scenograficamente nel verde. L’impianto rettangolare si dilata ritmicamente nello spazio per la presenza ai vertici di quattro torrioni circolari. Sul
prospetto principale si apre la scala a doppia rampa culminante nel loggiato a
tre arcate e comunicante con le terrazze aperte sulle torri. Affine per cronologia e scelte architettoniche, è la Villa di Don Cataldo o Castello delle
Fascine di Adelfia caratterizzato da un aspetto fortificato per la presenza di
due coppie di torrioni semicircolari addossate ai fianchi. Il prospetto è animato da uno scenografico scalone a tenaglia che conduce al loggiato del piano
nobile i cui ambienti conservano dipinti murali tratti dall’Orlando Furioso.
Mola di Bari. Masseria Serra dell’Isola (foto Masseria Serra dell’Isola)
Conversano. Castello Marchione, veduta
LE DIMORE ARISTOCRATICHE DI CAMPAGNA
Lungo la fascia costiera a sud di Bari, dove la campagna profuma di brezza marina e si tinge del
verde degli ulivi, le numerose masserie storiche documentano la secolare vivacità economica di
questi territori. La tipologia spazia dalla torre-masseria in cui è evidente l’adozione di soluzioni difensive alla masseria-villa, in cui la residenza rurale coniuga le esigenze produttive con la rappresentatività sociale. L’agro di Monopoli, ricca città portuale, costituisce un osservatorio privilegiato
per la ricchezza delle testimonianze. Al primo tipo afferiscono le masserie Garrappa e La Mantia.
Entrambe, riferibili al XVI-XVII secolo, presentano un impianto compatto a due piani con scalinata
esterna che immette al piano superiore. Le merlature, i beccatelli, le caditoie, nonché l’austerità
delle strutture sembrano richiamare i modelli dell’architettura militare perpetrati soprattutto nelle
Monopoli. Masseria Spina Grande
numerose torri costiere. Il tipo della masseria-torre sopravvive con gradevoli contaminazioni anche
nella candida Masseria Caramanna. La fabbrica principale con torre e ponte levatoio risale al 1659, un secolo dopo circa fu completata con la costruzione della cappella, della terrazza con balaustra e, soprattutto, della scenografica scala circolare a doppia rampa che, oggi, racchiude una palma svettante.
Non lontano dal mare è il complesso della Masseria Spina Grande e Spina Piccola, separate da una lama naturale. Spina Piccola è una solida torre di
difesa del XVI secolo edificata nei pressi di un insediamento rupestre, nel XVII secolo trasformato in frantoio. Spina Grande è un’elegante dimora signorile del XVIII secolo, oggi accogliente struttura ricettiva. Il raffinato prospetto in rosso pompeiano con loggiato a tre archi si apre su una scalinata a
doppia rampa con balaustrini. Sulla sinistra è l’elegante cappella con facciata tardo barocca.
Monopoli. Masseria Caramanna (foto L. Turi)
C
A
O
Margherita di Savoia
Barletta
Andria
Trani
A14
Molfetta
Giovinazzo
Ruvo
Bitonto
Spinazzola Cassano Murge
Bari
Mola di Bari
Polignano a Mare
Conversano
Monopoli
Acquaviva delle Fonti
Gravina
in Puglia
Fasano
Altamura
Putignano Alberobello
Gioia del Colle
Noci
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