Sabato, 9 agosto Concerto di chiusura ore 20:30 Chiesa Santa Maria Muriel Cantoreggi, violino Daria Zappa, violino Anna Reinhard, violino Hariolf Schlichtig, viola Patrick Demenga, violoncello Mirjana Reinhard, violoncello Annina Demenga, pianoforte Johannes Brahms (1833-1897) Trio per pianoforte in si maggiore, op. 8 n.1 I Allegro con brio II Scherzo - Allegro molto III Adagio IVAllegro Pausa Antonin Dvořák (1841-1904) Quintetto per pianoforte in la maggiore, op. 81 I Allegro, ma non tanto II Dumka: Andante con moto III Scherzo (Furiant) Molto vivace IVFinale: Allegro Samstag, 9. August Abschlusskonzert 20.30 Uhr Kirche Santa Maria Muriel Cantoreggi, Violine Daria Zappa, Violine Anna Reinhard, Violine Hariolf Schlichtig, Viola Patrick Demenga, Cello Mirjana Reinhard,Cello Annina Demenga, Klavier Johannes Brahms (1833-1897) Klaviertrio in H-Dur, Op. 8 Nr.1 I Allegro con brio II Scherzo - Allegro molto III Adagio IVAllegro Pause Antonin Dvořák (1841-1904) Klavierquintett in A-Dur, Op. 81 Nr.1 I Allegro, ma non tanto II Dumka: Andante con moto III Scherzo (Furiant) Molto vivace IVFinale: Allegro Johannes Brahms (1833-1897) Johannes Brahms (1833-1897) Trio per pianoforte in si maggiore, op. 8 n.1 Grazie all’incontro di Brahms con gli Schumann nel 1853, la sua fama di compositore crebbe moltissimo. I primi tentativi per comporre un trio per pianoforte risalgono proprio a quell’anno, dopodiché in poche settimane egli riuscì a completare l’opera. Quando però la casa editrice Simrock acquisì i diritti di edizione delle sue opere, egli operò nuove modifiche a questa composizione. “Non per mettere la parrucca al selvaggio, ma almeno per pettinargli un poco la capigliatura“, erano i suoi intenti. La prima stesura era più lunga di un terzo rispetto a quella rielaborata. La prima parte, in ambedue le versioni, inizia con il magnifico tema principale, forse il più geniale per le sue intuizioni melodiche, mai scritto da Brahms. Lo scherzo in due parti è composto in si bemolle con uno staccato frettoloso. Il trio invece è composto in un tranquillo tempo di valzer viennese. L’adagio è riproposto invece in un sensibile si maggiore, mentre la parte centrale risulta più mossa con una bella cantilena del violoncello. L’ultima parte in si minore ha un carattere profondo e oscuro, malgrado il ritmo. Klaviertrio in H-Dur, op. 8 Nr.1 Im Jahre 1853 fand die erste Begegnung mit dem Ehepaar Schumann statt, durch welche der Weg von Brahms als Komponist wesentlich mitgestaltet wurde. In diesem Jahr machte er die ersten Skizzen für ein Klaviertrio, das dann vermutlich in der kurzen Zeit von drei Wochen 1854 entstand. Als der Verlag Simrock die Rechte für das brahmssche Œuvre erwarb, war das für Brahms der Anlass, das Trio von Grund auf zu ändern. “Dem Wildling zwar keine Perücke aufsetzen, ihm aber ein wenig die Haare zu kämmen und zu ordnen“, war seine Absicht. Die Erstfassung ist um ein Drittel länger als die überarbeitete Fassung. Der erste Satz beginnt in beiden Fassungen mit dem herrlichen Hauptthema, der vielleicht genialsten melodischen Eingebung des frühen Brahms. Das zweiteilige Scherzo steht in h-Moll, gibt sich hastig im Staccato, das Trio gemächlich im wienerischen Walzertakt. Das Adagio steht wiederum in der Haupttonart H-Dur, ist besinnlich und verinnerlicht, während der Mittelteil mit einer elegischen Cellokantilene bewegter ist. In düsterem h-Moll steht der letzte Satz, tiefernst trotz des bewegten Dreiertaktes. Antonin Dvořák (1841-1904) Antonin Dvořák (1841-1904) Quintetto per pianoforte in la maggiore, op. 81 Così come capitò per Brahms, anche Dvořák rimaneggiò le sue prime composizioni tra gli anni 1887 e il 1889. E ciò successe anche al quintetto per pianoforti il la maggiore op. 5. L’intervento produsse un’opera basata esclusivamente sulla stessa tonalità. Si tratta di una composizione piena di atmosfera estiva che il compositore poté assaporare a Vysoká.“Si tratta di una delle composizioni più eseguite, poiché rappresenta l’esempio classico per la musica da camera: trovate melodie molto ricche, un tono esuberante, una forma magistrale, il pathos popolare e tardoromantico, gli influssi dalla Cecoslovacchia che sono evidenti nel titolo del movimento centrale”. (Karl Böhmer). In opposizione al tema malinconico del primo movimento, risalta la gioia di vivere del tema secondario proposto dal violino sotto forma di una melodia danzante. La Dumka, una danza popolare ungherese, si collega ad un sestetto d’archi in la maggiore op. 48 composta dieci anni prima. Lo scherzo furioso ripropone una danza cecoslovacca in un trio molto lirico. Il finale più sereno e chiaro conclude l’opera con un brillante fugato. Klavierquintett in A-Dur, op. 81 Nr.1 Wie auch Brahms mit seinem Klaviertrio H-Dur Op.8, überarbeitete Dvořák in den Jahren 1887 bis 1889 einige seiner frühen Kompositionen. Dabei nahm er sich auch das Klavierquintett A-Dur Op.5 vor. Die Beschäftigung mit dem Werk führte zur Komposition eines ganz neuen Quintetts in derselben Tonart. Das Opus 81 ist ein Werk gelöster Schaffensfreude und spiegelt auch die glückliche Atmosphäre der von Dvořák so geliebten Sommermonate in Vysoká.“ Es ist eines seiner meistgespielten Werke, denn es repräsentiert das Paradigma seiner Kammermusik: reiche melodische Erfindung, üppiger Klang, meisterliche Form, Volkstümlichkeit neben spätromantischem Pathos, tschechische Einflüsse, die sich in den Titeln der Mittelsätze niederschlagen. (Karl Böhmer) Dem melancholischen Hauptthema des ersten Satzes (Cello) steht die Lebensfreude widerspiegelnde Tanzmelodik des von der Violine angestimmten Nebenthemas gegenüber. Die Dumka, ein ukrainischer Volkstanz, knüpft an das zehn Jahre früher entstandene Streichsextett A-Dur Op. 48 an. Das Scherzo Furiant ist ein tschechischer Volkstanz im schnellen Dreiertakt mit einem lyrischen Trio-Einschub. Das heitere Finale mit seiner brillanten Fugato Durchführung beendet das Werk.