Marco Aime Internet: un luogo di scambio e condivisione?

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Marco Aime
Internet: un luogo di scambio e condivisione?
Incontro con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado
mercoledì 29 febbraio 2012 ore 11.00 - Piccolo Teatro Mauro Bolognini, Pistoia
Marco Aime, 1956, insegna Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di
Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Collabora con La Stampa
e Liberazione. È consulente al programma di Pistoia - Dialoghi sull’uomo dalla prima
edizione. Ha vinto il premio Chatwin.
Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); per
Bollati Boringhieri: Diario Dogon (2000), La casa di nessuno. I mercati in Africa occidentale
(2002), L’incontro mancato (2005), Gli specchi di Gulliver (2006), Timbuctu (2008), Il
diverso come icona del male, con E. Severino (2009), Gli uccelli della solitudine.
Solidarietà, gerarchie, e gruppi d’età a Timbuctu (2010); per Einaudi: Eccessi di culture
(2004), Il primo libro di antropologia (2008), Una bella differenza (2009), Il dono al tempo
di internet, con A. Cossetta (2010); La macchia della razza (Ponte alle Grazie, 2009). Ha
curato il Saggio sul dono di Marcel Mauss (Pbe, 2002).
Sull’argomento
Cosa spinge tante persone a dedicare una parte più o meno rilevante del loro tempo alla
condivisione dei loro saperi e delle loro esperienze?
Perché mettere a disposizione tutto ciò senza un apparente ritorno di tipo materiale,
almeno nell’immediato?
Internet è caratterizzata da un’architettura aperta, peculiarità che la rende simile alle più
recenti metafore usate per definire le culture: cantieri sempre aperti, dove i processi di
costruzione, di modifica, di sottrazione, di bricolage continuano incessantemente, in un
processo costante. In questo senso possiamo dire che la forma di organizzazione in rete
più simile al modello di cultura è il free software, che vive di apporti collettivi e si rimodella
grazie a ogni nuovo incontro, che risulta fondamentale all’esperienza umana, perché
stimola l’innovazione.
Le tecnologie hanno allargato il potenziale campo delle relazioni e i limiti comunitari,
pertanto sempre di più nella nostra società il dono attuale si presenta come dono a
estranei.
Abbiamo visto come il dono crei legami e abbia bisogno di relazioni. Nel dono «classico»
tali relazioni sono personali, vivono tra due o più individui che si conoscono, si incontrano,
si frequentano, intrattengono rapporti face to face. Oggi però il web consente di allargare a
dismisura la propria rete di contatti e di stabilire relazioni con un numero sempre più ampio
di persone, anche se in molti casi si tratta di rapporti «virtuali». Infatti, tramite forum, chat e
altre piattaforme informatiche è possibile dialogare, stabilire contatti, scambiare
informazioni a distanza, senza contatto fisico, e spesso senza una conoscenza diretta.
Addirittura in alcuni casi, come in quello dei software peer to peer, lo scambio avviene tra
perfetti sconosciuti, che in comune hanno però l’appartenenza alla stessa comunità online,
una comunità che si aggrega con l’unico obiettivo di condividere delle informazioni. Detto
in altri termini, non si sa a chi si dona, né da chi si riceve. Si sa però che esiste una sorta
di comunità, più o meno formalizzata, che fa le due cose in un flusso continuo di scambio
e di condivisione.
La Rete si presenta come terreno di ricerca e allo stesso tempo come oggetto di indagine,
in quanto costruisce lo spazio, seppure virtuale, in cui si attivano e si consolidano le
relazioni di scambio. Non si tratta però di un semplice spazio di azione, ma anche di un
mezzo, tecnologicamente avanzato, che consente di mettere in atto modalità relazionali
prima impossibili o comunque realizzabili in modo assai più ridotto e rallentato. Il web ha
aperto spazi nuovi e ha allargato a dismisura quelli già esistenti, velocizzando e
potenziando le comunicazioni, grazie alla trasmissione di file contenenti informazioni di
ogni tipo.
Collegarsi per condividere, da Wikipedia alla nascita di nuove comunità, passando anche
per Facebook.
Marco Aime, Anna Cossetta Il dono al tempo di internet (Einaudi, 2010).
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