Documento a cura di: NOMISMA S.p.A. Società di Studi Economici Strada Maggiore, 44 40125 Bologna www.nomisma.it Gruppo di lavoro Nomisma: Luigi Scarola (coordinamento) Massimiliano Bondi Alessandro Grandi Denis Pantini Maria Cristina Perrelli Branca Concetta Rau Marco Spinedi Segreteria Tecnica del Tavolo provinciale Economia e Occupzione: Alberto Rebucci (coordinamento) Paola Morigi Paolo Montanari Roberto Finetto Laura Lizzani Paola Alessandri Roberta Cuffiani Daniela Iaci Daniela Mengoni con la collaborazione di: Giovanni Casadei Monti Barbara Naldini Danilo Zoli Claudio Facchini Paola Bissi Guido Ceroni Luca Antonellini Stefania Mieti Antonio Venturi Arrigo Antonellini Giovanni Sorrentino Valeria Biggio Gianfranco D'Attorre Fabio Poggioli Deborah Rondoni Andrea Trolli grafica: Matteo Contessi Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Sommario Premessa........................................................................................................... 2 A. Qualità, apertura e responsabilità: gli assi strategici della Conferenza Economica della provincia di Ravenna ...................................... 7 A.1 Il porto e il sistema della mobilità e le reti immateriali .........................................................7 A.2 Le risorse umane e il mercato del lavoro ............................................................................11 A.3 Il sistema agroalimentare ......................................................................................................17 A.4 I sistemi economico-produttivi ..............................................................................................22 A.4.1 L’apertura internazionale ..............................................................................................23 A.4.2 Le specificità merceologiche ........................................................................................26 A.4.3 Il Tecnopolo e il sistema della conoscenza................................................................30 A.4.5 La Semplificazione Amministrativa..............................................................................32 A.5 La sostenibilità ambientale e la green economy ................................................................38 A.6 Il turismo e la cultura dell’ospitalità .....................................................................................45 B. Allegati................................................................................................... 53 B.1 Gli step del percorso di partecipazione ..............................................................................54 B.2 Elenco dei Progetti strategici ..............................................................................................73 1 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna PREMESSA La profonda recessione che ha coinvolto i paesi a economia avanzata tra il 2008 e il 2010 sta inducendo i territori più lungimiranti a ripensare profondamente il proprio modello di sviluppo. Sebbene quella in corso non sia certamente la prima crisi dal dopoguerra, probabilmente rappresenta la più importante, avendo colpito alla base i fondamentali su cui si è costruita la crescita economica degli ultimi trent’anni. La finanziarizzazione dell’economia ha reso i tessuti economici così fragili da non riuscire a reggere le tensioni recessive le quali si sono riverberate in maniera imponente sui principali driver di sviluppo dei paesi avanzati. Siamo di fronte alla prima crisi globale che investe l’intero sistema senza essere riconducibile, alla stregua delle precedenti, a precisi fattori generanti come crisi da valuta, da materie prime o da situazioni complesse di un singolo Paese. Così per la prima volta negli ultimi 30 anni il mondo ha registrato una crescita annua negativa ( –0,6% consuntivo 2009). La recessione ha investito la quasi totalità dei paesi avanzati con comportamenti differenziati per tra i paesi emergenti e in via di sviluppo. Mentre gli USA con una contrazione del 2,4% ha registrato il risultato peggiore degli ultimi sessanta anni, le maggiori economie emergenti hanno complessivamente retto meglio alla crisi. Ciò se da un lato ha evitato che i fenomeni recessivi impattassero in maniera ancora più imponente, dall’altro ha prodotto importanti modifiche di ordine geopolitico. I Paesi emergenti dell’Asia, soprattutto Cina e India, seppur colpiti dalla crisi essenzialmente per la riduzione della domanda estera, già nella metà del 2009 il ritmo di crescita del PIL si è riportato sui livelli elevati degli ultimi anni chiudendo l’anno con +8,7%. Analoghe dinamiche ha registrato l’India, dove il PIL è cresciuto nel 2009 del 6,4% un solo punto in meno rispetto all’anno precedente1. Inoltre la previsione 2010 del Pil Usa a parità di potere di acquisto ammonta a 14.840 mld di dollari, il PIL della Repubblica Popolare Cinese +HK a parità di potere di acquisto a 10.151 mld di dollari, importo pari alla somma del PIL di Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna2. Così alcune aree geografiche - e al loro interno alcuni paesi - hanno visto modificarsi in maniera sostanziale il proprio peso relativo nelle relazioni economiche internazionali. Ne è esplicita evidenza la recente affermazione del G20 che mentre nel luglio del 2008 era stato respinto come forum centrale di concertazione per le politiche anticicliche, solo qualche mese dopo, tra novembre e settembre 2009 si è riunito tre volte, sancendo infine la definitiva sostituzione del G8 quale principale consiglio economico delle nazioni più sviluppate. La portata di tali cambiamenti è palese. Basti pensare che mentre nel G8 gli USA rappresentavano poco meno del 50% del PIL e il 35% degli abitanti, nel G20 ne rappresenta rispettivamente il 25% e il 15%3. Una reazione di tale dimensioni in un momento di crisi globale è sufficiente a dare il senso di quanto, in questo mutato contesto geo-economico, il centro propulsore della crescita degli scambi internazionali sia, saldamente collocato in Asia. L’economia Cinese è in forte trasformazione e comprenderne le potenzialità significa saper porre le condizioni per competere nei prossimi anni4. Il sistema Italia non sembra intraprendere azioni concrete che creino solide 1 Banca d’Italia, Relazione annuale 2009 2 The Economist, The World in 2010, 2009 3 Nomisma, Rapporto Nomos & Khaos 2009-2010, Bologna, 2010 4 La rapida espansione dell’economia cinese nell’ultimo decennio ha tratto alimento soprattutto dall’accumulazione di capitale e dalle esportazioni. Nel 2008 la quota dei consumi in rapporto al PIL superava di poco il 35 per cento, circa 10 2 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna reti commerciali con l’Asia. Il traffico di perfezionamento attivo tende a rimanere costante nel tempo e come appare già evidente che le merci asiatiche tendano sempre di più a bypassare il nostro Paese5. Questo perché ancora oggi, non troppo diversamente dal passato, l’economia nazionale sconta un posizionamento competitivo debole rispetto ad altre piattaforme produttive e perché il vantaggio comparato dei processi di internazionalizzazione non sembra essersi modificato in maniera sostanziale nel tempo. L’indice di attrattività elaborato dalla Heriot Watt University, ad esempio, dalla fine del degli anni Novanta ad oggi, registra una crescita di oltre il 30% per i paesi dell’est e dell’Asia, a fronte di una variazione nettamente più contenuta nell’area mediterranea (+10%) e di una sostanziale stabilità nell’Europa continentale (+1%). L’Italia stenta quindi ad agganciare il mutamento degli equilibri geo-economici mondiali denunciando una sostanziale incapacità di interpretare e valorizzare la propria collocazione geografica, oltre che economica. L’essere al centro del Mediterraneo offre, infatti, all’Italia una straordinaria opportunità di sviluppo dei trasporti e della logistica, così come di fare avanzare l’industria nazionale su sentieri di internazionalizzazione più compiuta. In questo quadro la provincia di Ravenna, un territorio con una posizionato strategica di forte rilievo per quanto riguarda il flusso dei traffici e che ha fatto della qualità della vita e della coesione sociale i suoi punti di riferimento, si trova a dover riprogettare i propri bisogni e le proprie traiettorie di crescita. Tra il 1995 e il 2009 il sistema ravennate è cresciuto di più di quanto non abbia fatto il resto del Paese o la stessa regione Emilia Romagna. Il Pil per abitante è aumentato annualmente (in media) del 3,9%, lo 0,4% in più dell’insieme regionale e di quello nazionale6. Tale evoluzione, così come avvenuto a livello regionale e nazionale, è decelerata nel tempo, passando dal +5,6% annuale degli anni Novanta (+5,2% in regione, +4,7% in Italia), al +3,9% del periodo 2001 - 2007 (+3,5% in regione e +3,6% in Italia). Dal punto di vista del PIL pro-capite nel 2009, secondo l' Istituto Tagliacerne, il posizionamento nelle graduatorie vedono Ravenna collocata al 29° posto con Pil procapite di quasi il 9% inferiore alla media dell’Emilia Romagna, la quarta regione italiana per livelli di reddituali, anche se , per contro, uno studio dell' Uffico studi di Confindustria, pubblicata all'inizio del 2010 dal Sole 24 ore, .in base al cosiddetto BIL ( Benessere Interno Lordo ) calcolato attraverso 8 diversi indicatori ha posizionato la provincia di Ravenna in modo assai più lusinghiero: al secondo posto assoluto a livello nazionale. Tra il 2008 e il 2009 il PIL pro-capite provinciale ha registrato una flessione leggermente superiore rispetto alla regione e al Paese in generale (-4,5% in provincia, -3,8% in regione e 3,3% in Italia), Dunque la recessione internazionale ha avuto un impatto notevole sul sistema economico ravennate. La crisi ha colpito in un momento di ristrutturazione e investimenti nel territorio. È necessario, quindi, cercare, attraverso giuste azioni di “Politica industriale e territoriale”, di supportare, anche definendone le direttrici future, il sistema economico per evitare che la complessa situazione comprometta anche quelle imprese che possono avere tutte le prerogative per competere con successo sui mercati internazionali. punti percentuali in meno rispetto al 2000. Questa tendenza deriva, da un lato, dal peso decrescente del reddito disponibile delle famiglie sul prodotto (sceso al 59 per cento nel 2007, dal 64 nel 2000) e, dall’altro, dal valore elevato e crescente del loro risparmio (salito al 22,2 per cento del PIL, dal 17,5 nel 2000). In prospettiva, a meno di interventi correttivi da parte delle autorità di governo, la carenza di servizi pubblici e di una rete di protezione sociale adeguata tenderà a mantenere elevato il saggio di risparmio delle famiglie. Banca d’Italia, Relazione annuale 2009. 5 Nomisma, Venticinque anni di ricerche, Bologna, 2008 6 Elaborazioni Nomisma su dati Istituto Tagliacarne - Unioncamere. 3 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Se è vero, infatti, che il sistema ravennate (nel momento in cui si scrive7) sembra essere stato colpito meno duramente, in termini di fatturato, ordinativi e produzione, di quanto non si possa dire del resto della regione è altrettanto vero che vi è stato un ampio ricorso ad ammortizzatori sociali. Le ore di cassa integrazione nel 2009 sono aumentate di oltre 10 volte rispetto al 2008 (9,5 volte in regione e 4,4 volte in Italia), con una prevalenza della metalmeccanica, tessile, ceramica e chimica, confermata anche nel 20108. La crisi economico-finanziaria sta impattando sulla parte più esposta e più debole della società: lavoratori precari, famiglie monoreddito, giovani in cerca di prima occupazione, donne, ma anche lavoratori dipendenti e nuclei familiari numerosi. Questo lo si deve al fatto che per la sua natura innanzitutto finanziaria ha inciso soprattutto sul tessuto più dinamico: quello impegnato a ristrutturare ed investire. La sfida con la quale il territorio si trova a confrontarsi è quanto mai difficile: ridefinire i pilastri su cui costruire una strategia di sviluppo per i prossimi anni per proseguire nel positivo processo di sviluppo degli ultimi decenni. Serve, da un lato, supportare quelle imprese che possono avere tutte le prerogative per competere con successo sui mercati internazionali, dando loro quelle esternalità di sistema di cui necessitano. Dall’altra rimodulare le politiche di welfare affinché dalla fase di urgenza si torni ad una programmazione coerente anche con le esigenze del sistema economico e della popolazione. Si ritiene utile peraltro qui sottolineare che in seno ai gruppi di lavoro della Conferenza Economica si è ritenuto utile mettere a cantiere un percorso aperto all’interno della comunità che affronti in maniera incisiva il tema del welfare in termini compiuti e con tempistiche in grado di assumere indirizzi strategici opportunamente ponderati. Ciò è possibile solo attraverso un’azione coordinata in cui ciascuno dei diversi soggetti dello sviluppo giochi il suo ruolo individuale, ma complementare agli altri. L’obiettivo comune che deve motivare le diverse azioni è quello di far convergere i diversi tipi di risorse disponibili, da quelle imprenditoriali a quelle finanziarie, umane, tecnologiche, verso l’esigenza di rafforzare le dinamiche di uno sviluppo socio economico di alta qualità, duraturo nel tempo e ambientalmente sostenibile. A tal fine è necessario rafforzare l’ambiente di operatività del territorio - le esternalità favorendo lo sviluppo di servizi di qualità, elevando il livello delle risorse umane, creando reti e connessioni con le fonti di innovazione tecnologica, snellendo la burocrazia e rafforzando i rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. È necessario che le imprese orientino i loro obiettivi e le loro risorse umane e finanziarie in misura maggiore verso il lungo periodo e che si aprano maggiormente alla costruzione di solide reti e alle relazioni esterne. Lo sviluppo e la competitività della provincia di Ravenna deve tenere in considerazione l’enorme patrimonio che deriva dalle specificità dei diversi territori per valorizzarne le proposte progettuali specifiche, come quelle emerse dalle conferenze economiche del comprensorio Faentino e della Bassa Romagna le cui elaborazioni vengono assunte come contributi fondamentali per la conferenza provinciale. La Conferenza Economica interviene anche su questi temi, cercando di identificare le giuste azioni per evitare quel fenomeno di selezione avversa che rischia di penalizzare un virtuoso sistema di impresa che ha diffuso benessere sul territorio. Le linee di azione della Conferenza economica hanno dovuto rispondere a queste esigenza. L’ambizione è quella di intercettare quei fattori di debolezza o di forza che la crisi ha contribuito a mettere in evidenza e che in qualche modo possono definirsi elementi di novità rispetto ad 7 ottobre/novembre 2010 8 Regione Emilia Romagna, Rapporto sugli ammortizzatori sociali nella provincia di Ravenna, aprile 2010. 4 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna una realtà che si ritiene già nota9: se è vero che la fase acuta della recessione è superata, sicuramente la ripresa non sarà uguale per tutti. Qualità, apertura e responsabilità sono i tre requisiti su cui è incardinato il processo di costruzione della Conferenza economica, laddove la declinazione per ambito tematico risulta essere una semplificazione di un percorso che converge proprio nell’idea di fondo di innalzare la qualità del vivere nel territorio. Si ritiene utile sottolineare come le considerazioni riportate nel presente documento e nelle schede progettuali allegate sono frutto di un articolato percorso teso a coniugare gli strumenti dell’analisi economica con un serrato e articolato confronto con gli stakeholder locali che si è sviluppato oltre che attraverso una serie di incontri face to face con gli Enti committenti e con organizzazioni economiche e sociali e con aree territoriali in: N. 1 Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione con numero 33 presenze N. 2 Cicli di Tavoli Tematici, per un totale di 12 tavoli con complessive 375 presenze. I tavoli attivati sono stati: Sistema agroalimentare Turismo Porto e sistema della mobilità Politiche di sostegno all’economia e la semplificazione Qualità, sostenibilità e competitività dei sistemi industriali, green economy, energia e nuove filiere Economia della conoscenza, Tecnopoli, internazionalizzazione Welfare, coesione e sanità N. 2 Incontri di partenariato con numero 39 presenze N. 3 Tavoli di confronto con le Parti economico- sociali con numero complessivo di 39 presenze Sui vari ambiti strategici definiti, sarà, di seguito, tracciato il posizionamento di Ravenna nello scenario delle relazioni nazionali e internazionali sia esplicite che latenti e si delineeranno alcuni degli spazi di azione che si ritengono utili per il rafforzamento del sistema. Tali considerazioni rappresentano la base che ha dato impulso alle schede progettuali che sono parte integrante del presente rapporto. Le linee strategiche e le azioni emerse sono riconducibili ai seguenti ambiti: Porto e sistema della mobilità e reti immateriali Azioni o Interventi di potenziamento delle infrastrutture portuali o Interventi di miglioramento dei collegamenti ferroviari e stradali o Interventi per la diffusione della Banda Larga sull’intero territorio provinciale Risorse umane e Mercato del lavoro Azioni o Innalzamento complessivo delle competenze 9 Sono numerosi gli studi e le analisi che hanno interessato l’economia ravennate e la sua industria in particolare. A mero titolo esemplificativo, e quindi non esaustivo, si cita: Provincia di Ravenna, La provincia di Ravenna Popolazione, offerta di lavoro e sviluppo economico Ravenna, giugno 2010; Ervet, Posizionamento del sistema territoriale provinciale per il perseguimento degli obiettivi della politica regionale unitaria – Ravenna, dicembre 2008; Nomisma, studio sui fattori di competitività e sulle linee di sviluppo del territorio comunale di Ravenna, giugno 2005. 5 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna o o o Facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro delle fasce più deboli Interventi per elevare la sicurezza del lavoro Avvio del percorso per un nuovo welfare nella provincia di Ravenna Sistema agroalimentare Azioni o Valorizzazione delle produzioni provinciali e l’efficienza delle filiere o Stabilizzazione del reddito delle imprese agricole e la riduzione delle incertezze di mercato o Tutela del territorio e il rafforzamento competitivo del “Sistema Provincia” Sistema produttivo Azioni o Attrazione e Marketing territoriale o Potenziamento dei Tecnopoli o Rafforzamento dei processi di internazionalizzazione o Accesso al credito o Semplificazione Amministrativa Sostenibilità ambientale e Green Economy Azioni o Proseguire l’impegno per la sostenibilità dello sviluppo o Rafforzamento delle nuove filiere della green economy Turismo e la cultura dell’ospitalità Azioni o Ampliare il bacino di domanda turistica sul fronte internazionale o Ridurre la componente stagionale della domanda o Sviluppare una rete più estesa di servizi e ospitalità per il turista o Accrescere la qualificazione dell’offerta e del territorio 6 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna A. QUALITÀ, APERTURA E RESPONSABILITÀ: GLI ASSI STRATEGICI DELLA CONFERENZA ECONOMICA DELLA PROVINCIA DI R AVENNA A.1 IL PORTO E IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ E LE RETI IMMATERIALI Il governo della domanda di mobilità generata da una città che ospita sul proprio territorio un’importante infrastruttura portuale presenta notevoli elementi di complessità, accentuati dalla crescente necessità di conciliare lo sviluppo economico con il rispetto dei parametri ambientali in materia di inquinamento atmosferico ed acustico e la riduzione dell’incidentalità e della congestione. Tali elementi riguardano, in particolare, l’esigenza di separare il traffico di breve percorrenza generato dagli spostamenti dei residenti da quello, di media e lunga percorrenza, delle merci e dei passeggeri generato dalle attività portuali e l’esigenza di favorire un maggiore equilibrio modale a sostegno del trasporto su ferro e su acqua. Nel caso di Ravenna e del suo porto, la soluzione dei problemi della mobilità assume particolare urgenza, costituendo una condizione indispensabile ed improcrastinabile per favorire i programmi di espansione del porto specie nei settori dei contenitori, della cantieristica, della crocieristica e della nautica da diporto e di renderli compatibili con il mantenimento di adeguati livelli di qualità della vita, di attrattività turistica del territorio e di salvaguardia dell’ambiente. Per molti anni, si è ritenuto che il Mar Adriatico dovesse considerarsi fortemente penalizzato dalla propria posizione geografica (mare “chiuso”, troppo lontano dalle rotte delle grandi navi oceaniche e dai mercati ricchi ed in crescita dell’Europa occidentale) e, di conseguenza, che i porti che vi si affacciano non potessero godere di quelle significative prospettive di crescita di cui invece beneficiavano i porti della sponda tirrenica. A testimonianza di ciò, vi sono state in passato sia le forti differenze nelle performance di settori chiave come quello dei contenitori e del traffico Ro-Ro tra i porti del Nord Adriatico e quelli del Tirreno centro-settentrionale, sia i forti squilibri dei traffici fra imbarchi e sbarchi, come testimoniano gli stessi dati del porto di Ravenna. Negli anni seguenti alla caduta del muro di Berlino, il progressivo decollo delle maggiori economie dell’Europa Orientale, dalla Polonia all’Ungheria, alla Repubblica Ceca, alla Slovacchia ed alla Slovenia (ed il loro successivo ingresso nella UE), ha contribuito a modificare i futuri scenari economici e commerciali dei porti del Nord Adriatico, ed in particolare di quelli di Capodistria, Trieste, Venezia e Ravenna, attualmente riuniti nel NAPA (North Adriatic Ports Association), aprendo prospettive completamente nuove rispetto al passato. Per i porti del Nord Adriatico, i vantaggi legati alla propria posizione geografica non riguardano soltanto la vicinanza con il canale di Suez e con le rotte che attraversano il Mediterraneo da Est verso Ovest e viceversa (con riferimento ai traffici con la Cina, l’India e l’Estremo Oriente), ma anche e soprattutto la vicinanza con mercati emergenti che si sono dimostrati in questi anni di crisi particolarmente dinamici come l’Egitto, la Turchia, Cipro, la Siria ed i paesi del Golfo. Non casualmente, fra i principali porti/mercati con i quali Ravenna registra forti flussi di interscambio di merci vi sono in primo luogo proprio quelli turchi, egiziani, siriani, degli emirati arabi, ecc. A partire dal 2005-2006, alcune grandi compagnie marittime che operano su scala mondiale hanno cominciato a guardare ai porti adriatici come potenziali “gate” di ingresso per l’Europa orientale, in grado di ridurre fortemente i tempi di accesso al mercato per le merci rispetto sia ai porti del Tirreno in Italia, sia a quelli del Northern Range in Europa settentrionale, ormai fortemente congestionati. La grave crisi economica del 2008-09, ponendo una forte pressione sulla necessità di comprimere i costi ed i tempi del trasporto e di favorire una decisa razionalizzazione dell’organizzazione delle filiere logistiche, ha ulteriormente rafforzato questo processo, come 7 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna dimostrano i lusinghieri risultati del porto di Trieste ed i recenti successi nei collegamenti con l’Estremo Oriente di quello di Venezia. A riprova di ciò, sta l’importante novità rappresentata dalle recenti modifiche apportate a Bruxelles al tracciato del cosiddetto corridoio Adriatico – Baltico, che prevedono l’inserimento di Ravenna come nodo terminale meridionale. Il tracciato del corridoio parte da Gdansk in Polonia e si snoda fino a Bologna e Ravenna, attraversando la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Austria. La sua attuazione consentirebbe al porto romagnolo di proporsi con maggiore forza e in modo più integrato rispetto ad oggi non solo verso il bacino regionale ma anche in una dimensione più ampia da una parte almeno la Pianura Padana ed anche oltre le Alpi e dall' altra, sui mecati internazionali specializzati, all'interno del NAPA come " gate " di ingresso e di esportazione per le merci provenienti da/verso Medio oriente, Mediterraneo e Estremo oriente. Il recente avvio poi dello scalo crociere, fa intravedere ottime possibilità sul versante crocieristico con un indubbio beneficio soprattutto per l' economia turistica e i percorsi commerciali della provincia. In questo quadro si inserisce soprattutto il progressivo approfondimento dei fondali fino a 14,50 metri e il progetto del nuovo terminal contenitori previsto sulla penisola Trattaroli. Il confronto recentemente avviato tra l' Autorità Portuale, imprese e istituzioni dovrà portare a nelle prossime settimane le priorità di investimento sulla infrastruttura portuale alla luce delle risorse pubbliche effettivamente disponibili e dei piani di sviluppo commerciale e di investimento delle imprese. Un tale ruolo geo-strategico che aggrega funzioni turistiche, logistiche e di trasporto di spessore nazionale ed internazionale non potrebbe essere attuato in mancanza di un adeguato potenziamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie al servizio dei flussi in entrata ed in uscita dal nodo, in collegamento con le grandi direttrici stradali e ferroviarie di origine/destinazione delle merci e, per quanto riguarda i passeggeri, con la rete autostradale,con la stazione alta velocità/alta capacità di Bologna ed i principali aeroporti regionali a partire da quello di Bologna . Ciò detto, per un territorio fortemente orientato ad elevare la qualità di vita dei propri cittadini, l’accessibilità passa attraverso anche il rafforzamento di tutte quelle reti immateriali che consentono agevolare gli scambi di informazioni e di idee. Così come recentemente sottolineato dalla Commissione Europea nell’adozione delle misure complementari per favorire l'introduzione e l'adozione della banda larga veloce e ultraveloce nell'UE dello scorso 20 settembre 2010, l'accesso alla banda larga “potrebbe esercitare un effetto rivoluzionario nella vita quotidiana, analogo a quello generato dalla ferrovia oltre un secolo fa. Le connessioni ad alta velocità agevolano il lavoro da casa e durante gli spostamenti. Consentono di istituire nuovi servizi interattivi in linea in diversi settori, tra i quali l'educazione e la salute (ad esempio, la telediagnostica). Concorrono ad abbassare i costi delle PMI, rendendole più concorrenziali mediante l'accesso a servizi "cloud", come pure aprendo la via a una nuova era di servizi video digitali, controllati dagli utilizzatori e ad alta definizione”. Attraverso le nuove tecnologie nel campo delle telecomunicazioni, il territorio mira a favorire la crescita, la diversificazione e le innovazioni in tutto il territorio provinciale, eliminando progressivamente il digital divide. Il Rapporto Lepidaspa sul digital divide nella provincia di Ravenna identifica al 1 ottobre 2010 il 9,12% della popolazione in digital divide (35.542 abitanti). I territori comunali con oltre lo 0,5% di popolazione non servita da servizi ADSL sono: Bagnacavallo, Brisighella, Cervia, Conselice, Faenza e Ravenna. Obiettivo del territorio ravennate è l’abbattimento del divario infrastrutturale esistente e al miglioramento della competitività del sistema delle imprese e alla coesione sociale e regionale, sostenendo in via prioritaria gli investimenti necessari a garantire l’accesso alle connessioni a banda larga nei territori attualmente non raggiunti e promuovendo la connettività WI-FI nei contesti aggregativi e a forte fruizione turistica. A ciò si aggiunge la possibilità, per le aree rurali 8 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna di poter disporre di tale tipologia di infrastrutture può rappresentare un servizio aggiuntivo ed efficace nella valorizzazione delle produzioni locali, in particolare di quelle trasformate o comunque differenziate sulla base di collegamenti a valori territoriali. Le linee strategiche Interventi di potenziamento delle infrastrutture portuali Come previsto dal nuovo PRP (Piano Regolatore Portuale), gli interventi di potenziamento previsti nel settore dei contenitori rappresentano una delle condizioni essenziali per consentire al porto di Ravenna un sostanziale salto di qualità nel proprio posizionamento strategico nell’area del Mediterraneo, permettendogli di uscire da quella relativa marginalità in cui si è venuto a trovare finora e di competere ad armi pari con i principali porti del Nord Adriatico e del Tirreno. L’approfondimento dei fondali del Canale Candiano costituisce un elemento essenziale non soltanto per il futuro sviluppo del nuovo terminal container, ma anche per il mantenimento e l’ulteriore espansione dei livelli di traffico nei comparti strategici delle merci varie e delle materie prime solide e liquide, consentendo l’ingresso nel porto di navi di portata significativamente superiore ai limiti massimi attuali. Esso permette al porto di ampliare in modo sostanziale il proprio bacino di mercato, con riferimento, “lato mare”, ad aree di origine/destinazione delle merci che comprendono non soltanto il Mediterraneo orientale ed il Medio Oriente, ma anche l’Estremo Oriente e la Cina e, “lato terra”, oltre alle regioni italiane del nord/nord-est e del Corridoio Adriatico, anche importanti aree dell’Europa centro-meridionale ed orientale (in Germania ed Austria). In particolare, la realizzazione del nuovo terminal container consente: - l’aumento della capacità di movimentazione dei contenitori e delle merci secondo le esigenze di una domanda in rapida espansione; - un migliore posizionamento del terminal all’interno del porto (minore distanza dall’imbocco del canale rispetto al passato); - banchine di lunghezza adeguata per navi di grandi dimensioni; - maggiori spazi di rotazione delle navi (utilizzo del bacino di Largo Trattaroli); - Nuove e più razionali infrastrutture di collegamento ferroviario, considerate essenziali per garantire che una quota significativa del futuro traffico di contenitori sia movimentata su ferro. L’approfondimento dei fondali è prevista dal nuovo Piano Regolatore Portuale in due fasi: Una prima fase di completamento dell’approfondimento ad almeno -11,50 metri del canale Candiano fino al bacino San Vitale; Una seconda fase di ulteriore approfondimento del canale Candiano fino a Largo Trattaroli ed all’imbocco del canale Piombone a -14,50 metri. In considerazione dell’ingente impegno finanziario richiesto dall’investimento previsto, a fronte della scarsità delle risorse pubbliche disponibili, si è previsto che le modalità di realizzazione della seconda fase dell’approfondimento saranno definite sulla base di specifiche valutazioni tecnico-economiche dei costi e dei benefici, delle prospettive e degli scenari di mercato e delle dichiarazioni di impegno degli operatori portuali interessati e/o coinvolti nell’investimento. A tale scopo, l’Autorità Portuale ha aperto nel novembre 2010 un confronto diretto con il mondo produttivo e con le organizzazioni economiche e specificamente con le rappresentanze delle imprese, 9 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna per la definizione delle priorità. Interventi di miglioramento dei collegamenti ferroviari e stradali Gli interventi di miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari da e per il porto sono considerati indispensabili per consentire alla città di Ravenna di poter conciliare l’aumento del traffico portuale sia nel settore dei passeggeri che in quello delle merci con il rispetto dell’ambiente ed il mantenimento di un elevato standard di qualità della vita dei propri cittadini. In campo stradale, gli interventi prioritari riguardano il potenziamento e la messa in sicurezza del: 1) primo stralcio di realizzazione della E55-S.S. 309 “Romea” da Cesena fino al raccordo con la tratta autostradale Ferrara - Porto Garibaldi, per il quale si sta chiudendo la II conferenza dei servizi con il parere favorevole della regione Emilia Romagna sulla via; 2) corridoio di accesso all’area portuale da ovest ed in particolare lungo la direttrice dell’A14DIR; si fa riferimento in tal senso all’ammodernamento ed alla messa in sicurezza della S.S. 309DIR; 3) nuovo collegamento tra S.S. 67 e S.S.309DIR; 4) adeguamento della S.S.16 a partire dalla Tangenziale “Classicana” fino agli interventi programmati verso Ferrara. 5) realizzazione della nuova San Vitale sino al previsto Passante di Bologna; 6) Realizzazione della 4° corsia sulla A14 tra Bologna e Faenza con il nuovo casello autostradale a Solarolo/Castelbolognese/ Collena faentina connesso alla riqualificazione della stessa Via Emilia nel tratto Castelbolognese-Faenza. 7) Manutenzione e adeguamento dei collegamenti stradali in ambito portuale Tali interventi mirano a ridurre i tempi ed i costi di trasporto e le esternalità negative, legate all’inquinamento atmosferico ed acustico, alla congestione, all’incidentalità stradale, soprattutto lungo i corridoi di penetrazione in prossimità del nodo urbano e portuale, dove i flussi di traffico merci e passeggeri, legati alle attività turistiche, si sovrappongono a quelli di origine locale (determinati dai residenti del comune e della provincia). In campo ferroviario, il rilancio del mezzo su rotaia è strettamente correlato con la necessità di allargare il bacino di riferimento del porto di Ravenna oltre i confini provinciali e regionali, evitando che l’aumento di traffico generato dagli investimenti in programma all’interno del porto e/o che avrà origine dalla ripresa economica si scarichi esclusivamente sulle infrastrutture stradali urbane ed extra-urbane. Il potenziamento della capacità del nodo ferroviario di Ravenna si basa su alcuni importanti obiettivi: 1) consentire la formazione di treni più lunghi e pesanti direttamente all’interno del sedime portuale, riducendo al minimo i tempi ed i costi di manovra ed aumentando l’effettiva competitività del mezzo ferroviario rispetto a quello su gomma; 2) fluidificare il traffico ferroviario in uscita ed in entrata nel nodo portuale, favorendo la separazione tra treni merci e passeggeri ed eliminando, ove possibile, le interferenze con il traffico stradale; 3) creare le condizioni infrastrutturali per consentire la realizzazione di servizi ferroviari merci di lunga percorrenza che colleghino il porto di Ravenna con le principali piattaforme intermodali dell’Italia nord-orientale di Bologna, Parma, 10 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Verona e Padova, ed in particolare con i corridoi ferroviari Verona-Brennero e Bologna-Milano. In particolare, gli interventi riguardano: 1) il completamento della infrastruttura ferroviaria interna al porto e del collegamento alla rete nazionale; 2) la riqualificazione dell’area della stazione, completamento dello scalo merci a sinistra del canale Candiano e realizzazione delle opere di eliminazione delle interferenze con il traffico urbano; 3) il completamento dell’elettrificazione della tratta FER Ferrara – Suzzara; 4) il completamento del passante ferroviario della stazione di Ferrara; 5) la realizzazione della bretella di Faenza e potenziamento della linea Faenza Lavezzola. Nell’ottica del potenziamento del sistema ferroviario nella provincia di Ravenna ed al servizio del porto, si inserisce l’ipotesi, sostenuta dal governo della regione EmiliaRomagna, di favorire la costituzione di un nuovo soggetto imprenditoriale a scala quanto meno regionale, eventualmente con la partecipazione di partner privati, che si ponga l’obiettivo di svolgere servizi di trasporto ferroviario da e verso il bacino padano e, in prospettiva, anche oltre le Alpi. Va sottolineato come gli interventi descritti, sia che rientrino all’interno del sedime portuale, sia che riguardino la provincia di Ravenna nel suo insieme, vadano considerati come le diverse componenti di un unico progetto integrato, teso al rilancio economico e sociale del porto romagnolo e del suo hinterland. Il loro potenziale di sviluppo per il territorio provinciale e regionale potrebbe risultare molto significativo, a condizione che essi vengano realizzati in modo sistematico e coerente, nel rispetto dei tempi e dei costi programmati. Il fatto di considerarli come un progetto unitario rappresenta, inoltre, una condizione essenziale per poter ipotizzare l’eventuale partecipazione di risorse finanziarie private, oltre a quelle pubbliche di origine nazionale e/o regionale e locale. Interventi per la diffusione della Banda Larga Attraverso tali interventi, ci si pone l’obiettivo di favorire la crescita culturale e il rafforzamento e la diversificazione delle economie di tutte le aree provinciali. Ciò permette di ridurre l’esodo agricolo e soprattutto di mantenere un presidio del territorio in quelle aree con svantaggi competitivi e con maggiori problematiche idrogeologiche, con evidenti ripercussioni positive a vantaggio di tutta la collettività. L’intervento si articola su tre assi tra loro strettamente correlati 1) Copertura su tutto il territorio provinciale della Banda Larga; 2) Copertura WI-FI dei luoghi di aggregazione del territorio provinciale; 3) A.2 Estensione della Fibra Ottica. LE RISORSE UMANE E IL MERCATO DEL LAVORO La valorizzazione del capitale umano e la partecipazione delle persone al mercato del lavoro rappresentano due fra i principali fattori di coesione sociale e di sviluppo economico. Il riconoscimento della centralità delle risorse umane nei contesti organizzativi, quale vero motore dei processi di cambiamento e innovazione dovrebbe essere oramai patrimonio diffuso. Tuttavia i temi dell’accessibilità al mercato del lavoro e dell’innalzamento delle competenze e 11 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna della qualità del lavoro non sempre rivestono un ruolo centrale nel dibattito sulle azioni da mettere in campo per un reale recupero di competitività. Mai come in questo momento, di profonda trasformazione e di ripensamento e/o di rilancio dei tradizionali assetti socio-economici, diviene imprescindibile che la provincia di Ravenna, oltre a muoversi in coerenza con gli orientamenti comunitari e le direttive nazionali e regionali, continui a compiere gli opportuni sforzi per “ancorare la programmazione formativa e delle politiche del lavoro alla pianificazione strategica dello sviluppo del territorio attraverso, ad esempio, la concertazioni con le parti sociali per la definizione delle scelte più rilevanti”.10 Il sistema socio-demografico ed occupazionale, infatti, pur mostrando andamenti positivi, non sembra avere una struttura immune da rischi. Tanto è vero che i dati sul mercato del lavoro delineano un territorio che, nonostante una buona capacità di assorbimento della forza lavoro e un livello di dinamicità sufficiente a garantire un buon equilibrio occupazionale di genere, ha risentito pesantemente della crisi, soprattutto nelle sue fasce deboli e maggiormente esposte All’interno di uno scenario di crescita demografica si fa strada un progressivo invecchiamento della popolazione, una costante crescita dei flussi migratori, ma anche un preoccupante incremento potenziale dei differenziali di reddito, tutti elementi da monitorare in maniera attenta e costante. La dinamicità del tessuto economico locale, in tutte le sue componenti, ha determinato, un progressivo afflusso di popolazione da altri territori, contribuendo in tal modo a generare importanti flussi migratori in entrata. I numeri indicano un trend demografico crescente che, dal 2000 al 2010, presenta un saldo decisamente positivo: in provincia si guadagnano 38,9 mila residenti (+11,1%), in linea a quanto accade complessivamente a livello regionale, E’ grazie ai flussi migratori se la popolazione ravennate aumenta, dal momento che i tassi di natalità sono diminuiti del 27% negli ultimi 25 anni, al netto della popolazione immigrata11. Al primo Gennaio 2010 gli stranieri residenti in provincia di Ravenna sono 40.667 unità pari al 10,4% della popolazione totale, facendo posizionare il territorio ravennate al quarto posto nella graduatoria regionale. L’età media più giovane degli immigrati inizia a generare effetti sull’evoluzione del quadro demografico della provincia di Ravenna, pur non invertendone il trend di lungo periodo. Rispetto all’Emilia Romagna, Ravenna presenta, infatti, squilibri demografici e indici di vecchiaia superiori rispetto al panorama emiliano romagnolo. Seppur Il processo di senilizzazione della popolazione sembri rallentare a partire da inizio millennio, invertendo il trend di costante crescita che aveva avuto a partire dalla fine degli anni Ottanta, si mantiene nel 2010 ancora su valori elevati. Il processo di invecchiamento della popolazione colpisce con un crescente sbilanciamento verso gli ultra quarantenni, e ciò influenza inevitabilmente l’equilibrio demografico provinciale rispetto a coloro che potranno rendersi disponibili sul mercato del lavoro12. 10 “Intesa tra Provincia di Ravenna e Regione Emilia-Romagna sulle politiche della formazione e del lavoro”, Triennio 2007-2009. 11 A partire dal 2001 il tasso di immigrazione accelera in maniera consistente, raggiungendo l’apice nel 2004, e trainando il saldo migratorio totale (al netto delle cancellazioni per altre province). Nonostante il rallentamento del flusso di immigrazione verificatosi tra il 2004 e il 2005, questo ultimo si mantiene comunque elevato e superiore ai valori degli anni Ottanta e Novanta. 12 Analizzando le previsioni demografiche diffuse dalla Regione l’ipotesi più probabile lascia presagire un probabile incremento di residenti (+35.559 il saldo tra il 2010 e il 2024), nonché un processo di invecchiamento che sembra rallentare (l’indice di vecchiaia dovrebbe aumentare di solo 1 punto nello stesso periodo) così come l’erosione della popolazione in età attiva (15-64 anni). Questa ultima infatti tra il 2010 e il 2024 dovrebbe mantenersi stabile su una percentuale di circa il 64% rispetto alla popolazione totale. Nella peggiore delle ipotesi (scenario basso) si andrebbe invece incontro ad una più debole crescita di residenti pari al 4,4%, con un saldo positivo di +16.497 unità, determinata 12 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Sono dinamiche che devono indurre a profonde riflessioni sulle politiche sociali e del welfare da mettere in campo per assicurare che il territorio continui ad essere caratterizzato da quella qualità di vita che è strettamente connessa ai livelli di coesione sociale. Per quanto riguarda l’occupazione, nel triennio 2004-2006, la situazione del mercato del lavoro è stata caratterizzata da un aumento della forza lavoro (+7,13%) dovuto ad un incremento degli occupati (8,09%) e ad una riduzione delle persone in cerca di occupazione (-14,55%). In relazione agli indicatori analizzati i differenziali tra maschi e femmine risultano meno elevati nella provincia di Ravenna rispetto alla regione e al Paese nel suo complesso. Nel 2006 il tasso di occupazione totale (rapporto fra gli occupati e la corrispondente popolazione di 15-64 anni) risulta pari al 70,13%, valore più alto rispetto a quello nazionale (58,4%) e anche più elevato del livello regionale (69,4%). Il tasso di occupazione femminile si attesta al 65,3%, superando il valore della media nazionale (46,3%) e della regione Emilia Romagna (61,54%) e ponendosi al di sopra degli obiettivi posti dal Consiglio Europeo di Lisbona dell’Unione Europea13. Se questo è il quadro al 2006, derivante dall’analisi dei dati relativi al triennio precedente agli anni in cui si è assistito allo scoppio della crisi ed al dispiegarsi dei suoi effetti, la situazione a livello locale nel 2008 e 2009, si mostra certamente più critica, non discostandosi dalle tendenze più ampie che hanno caratterizzato il mercato del lavoro regionale e nazionale. Rispetto all’anno di apertura del triennio, il totale degli occupati registrano un decremento di 1.205 unità nel 2008 e di ben 5.119 nel 2009, a causa soprattutto della forte diminuzione della componente femminile (-3.566 nel 2008; - 4.279 nel 2009). Nel 2009, Il tasso di occupazione si attesta al 67,8% (1,5 punti percentuali in meno rispetto al 2008 e 4,1 punti in meno rispetto al 2007), Con il dispiegarsi degli effetti della crisi, la situazione a livello locale, si mostra certamente più critica per la componente femminile: il tasso di occupazione nell’arco dei tre anni considerati subisce una riduzione senz’altro più drastica pari a -5,5% (-4,2% tra il 2007 e il 2008; - 1,3% tra il 2008 e il 2009) rispetto a quella relativa all’occupazione maschile (-0,9 tra il 2007 e il 2008; -1,8% tra il 2008 e il 2009; -2,7 tra il 2007 e il 2009); tuttavia, nel 2009 si assiste ad una diminuzione della differenza di genere a causa del calo subito dal tasso di occupazione maschile, che mostrava ancora segni di tenuta nel 2008. Il tasso di disoccupazione (rapporto fra le persone in cerca di occupazione e le forze lavoro) registrato nel 2009 è pari al 5,3%. da un rallentamento della migratorietrà estera. Si associa un processo di senilizzazione che tornerebbe a manifestarsi in misura relativamente più evidente: l’indice di vecchiaia dal 2010 al 2024 dovrebbe aumentare di 23 punti. Infine, secondo l’ipotesi massima, si andrebbe verso una crescita della popolazione di 55.489 unità ed un deciso abbassamento dell’indice di vecchiaia della popolazione (-14,6 punti). In questa ipotesi non sembrerebbe fermarsi il processo di erosione della popolazione in età attiva: questa ultima sembra infatti ridursi, seppur lievemente (-0,4 punti) tra il 2010 e il 2024, anche per la progressiva stabilizzazione dei fenomeni migratori in entrata, che dovrebbero ridimensionarsi anche secondo l’ipotesi migliore. 13 Ricordiamo che il principale obiettivo posto a Lisbona è quello di far divenire l'Europa "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale". La strategia si basa su una serie di riforme strutturali negli ambiti dell'occupazione, dell'innovazione, delle riforme economiche, della coesione sociale e della sostenibilità ambientale. In relazione a questi ambiti sono stati stabiliti degli obiettivi settoriali necessari al soddisfacimento dell'obiettivo generale, che nel caso dell’occupazione sono: aumentare il tasso di occupazione globale dell'Unione europea al 70 % aumentare il tasso di occupazione femminile a più del 60 % A questi Il Consiglio europeo di Stoccolma (2001) ha aggiunto due obiettivi intermedi e un obiettivo supplementare: Raggiungimento entro il 2005 del 67% per il tasso di occupazione globale e del 57% per il tasso di occupazione delle donne; Raggiungimento entro il 2010 del 50% per il tasso di occupazione dei lavoratori anziani. 13 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Nei primi nove mesi del 2010 si registra una graduale inversione di tendenza che porta ad un lieve miglioramento dei dati dell'occupazione. Infatti già nel primo semestre 2010 la variazione tendenziale media dell'occupazione rispetto all' analogo periodo 2009 è stata pari al + 3,2%. A fronte di tali primi segnali positivi continuano a essere elevati i dati delle ore cassa integrazione straordinaria e in deroga autorizzate nel territorio provinciale come anche in aumento risultano i lavoratori in mobilità. Nonostante l’innegabile peso assunto dalla crisi, la provincia di Ravenna si colloca rispetto ai target comunitari di Lisbona in una situazione sostanzialmente positiva; ciò non esime, come accennato in precedenza, dal compito di continuare ad investire sugli obiettivi di Lisbona, attribuendo alle politiche del lavoro e della formazione un ruolo determinante nell’ambito delle più ampie strategie di sviluppo economico del territorio. Nell’ intesa tra la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna sulle politiche della formazione e del lavoro per il triennio 2007-2009 si legge che l’“obiettivo strategico è far sì che le risorse umane diventino il cardine portante delle politiche di sviluppo economico e di coesione sociale, accrescendo ulteriormente il livello qualitativo dell’offerta formativa, adeguandola alle sempre più complesse esigenze delle persone e del sistema economico-sociale, attraverso la differenziazione, la specializzazione e la personalizzazione delle opportunità formative, che dovranno essere sempre più flessibili e integrate con il mercato del lavoro, promuovendone una costante innovazione. L’obiettivo è quello della costruzione di un sistema formativo nel quale tutti, e per tutto l’arco della vita, trovino le opportunità per aggiornare i saperi e le competenze necessari per stare al passo con lo sviluppo della società della conoscenza, contrastando altresì i rischi di emarginazione e di esclusione. Parallelamente, le politiche del lavoro si configurano sempre più quali elementi di snodo per le strategie di sviluppo sociale e di sviluppo economico, in ragione delle loro capacità di intervenire sulla occupabilità delle persone e l’adattabilità delle stesse e con ciò sulla innovazione delle imprese e il miglioramento della produttività”. E’ certamente vero che le criticità connesse alla crisi hanno in parte determinato una ridefinizione delle priorità programmatiche, reindirizzando gli sforzi e le risorse dal perseguimento di obiettivi di medio–lungo periodo ad azioni finalizzate alla gestione delle emergenze occupazionali14, ma è altrettanto vero che diversi passi sono stati già compiuti dal territorio in direzione degli obiettivi concordati con la Regione. In particolare, con riferimento alla programmazione 2007-2009, sono state portate avanti tre principali linee di azioni: Potenziamento degli strumenti di sostegno all’inserimento lavorativo; Rafforzamento della presenza dei servizi nell’incontro domanda/offerta di lavoro al fine di divenire la “vetrina” delle offerte di lavoro del territorio; Sviluppo del lavoro di rete mediante il proseguimento e lo sviluppo delle relazioni già avviate con Associazioni di categoria e sindacati per rafforzare le attività di domanda/offerta di lavoro, grazie ai protocolli di intesa stipulati, con particolare riferimento al settore turistico15. Data la cornice strategica delineata e alla luce delle misure adottate per fronteggiare la crisi economica, risulta cruciale che il territorio riprenda le fila di un ragionamento di ampio respiro e si impegni ad individuare delle linee di indirizzo per intraprendere quel processo di rinnovamento sostenibile nel tempo che i cambiamenti strutturali del sistema socio-economico, nonché le trasformazioni derivanti della recente crisi, in questo momento impongono. Tutto ciò all’interno di una strategia generale che si basi su un concetto di pianificazione che supera i confini provinciali, prefigurando la logica di un sistema territoriale in una dimensione 14 Si veda a questo proposito l’ “Intesa fra la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Ravenna per la programmazione 2010 del sistema formativo e del lavoro in attuazione della delibera di G.R. n.1783/2009”. 15 Ibidem, p. 19. 14 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna geografica più ampia che sia capace di cogliere tutte quelle opportunità e le specificità che si configurano anche nella contiguità di altri territori.16 In questo senso la Conferenza Economica rappresenta solo un passo del percorso di rilancio e di ricollocazione competitiva del territorio. I mutamenti demografici, l’invecchiamento della popolazione, l’allungamento delle aspettative di vita, l’accorciamento della rete familiare, le nuove gerarchie sociali, le trasformazioni sociosanitarie17 sono tutti fattori che portano con sé nuovi e crescenti bisogni a cui bisognerà fornire delle risposte, anche a fronte della riduzione dei fondi e delle risorse disponibili. Accanto alla Conferenza sarà, quindi, necessario che la provincia continui a dare seguito, con finalità precise e tempistiche stabilite, ai suoi impegni di rinnovamento dell’intero sistema del welfare, allargandone il concetto ai temi dell’organizzazione urbana, delle politiche abitative, della mobilità, della sicurezza, dell’inclusione sociale, dell’integrazione etnica e culturale18, e perseguendo con forza l’obiettivo di rendere il territorio sempre più socialmente responsabile. Le linee strategiche Innalzamento delle competenze La Commissione europea nella sua strategia Europa 202019 ha indicato l’accessibilità al mercato del lavoro e l’innalzamento delle competenze e della qualità del lavoro quali fattori cruciali per uscire dall’attuale crisi e preparare l'economia dell'UE ad affrontare con solidità il prossimo decennio. Fra gli obiettivi che la Commissione pone spiccano, infatti, quelli improntati alla realizzazione di una “crescita intelligente” che promuova la conoscenza e l’innovazione come motori dello sviluppo futuro e di una ”crescita inclusiva”, capace di rafforzare la partecipazione delle persone mediante livelli di occupazione elevati, investire nelle competenze, combattere la povertà e modernizzare i mercati del lavoro, i metodi di formazione e i sistemi di protezione sociale per aiutare i cittadini a prepararsi ai cambiamenti e a gestirli, e costruire una società coesa20. Questa chiave di lettura dello sviluppo non è certamente nuova per la Provincia di Ravenna, il cui impegno in questo senso è innanzitutto evidente nel percorso intrapreso già da tempo e finalizzato all’affermazione dello sviluppo di un Territorio Socialmente Responsabile (TSR). Un territorio, cioè, in cui le scelte strategiche siano guidate dal principio di integrazione fra la dimensione economica, sociale, culturale e ambientale, in un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione di interessi trasversali. Un’attenta politica alla qualificazione e riqualificazione del capitale umano rappresenta un elemento imprescindibile per il soddisfacimento dei fabbisogni innovativi e per la ristrutturazione del sistema produttivo, fattori che costituiscono la base del futuro percorso di crescita della provincia. Infatti, nonostante l’organizzazione del territorio ed i legami delle imprese con il contesto ambientale siano stati un aspetto favorevole per lo sviluppo produttivo di questa area, oggi i cambiamenti di contesto fanno sì che tali fattori possano non essere sufficienti per rispondere con successo alle nuove sfide 16 Estratto dal Contributo unitario presentato da C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L, nell’ambito del percorso di preparazione alla Conferenza Economica. 17 Estratto dal Contributo presentato dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna nell’ambito del percorso di preparazione alla Conferenza Economica 18 Ibidem 19 COM (2010), “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, marzo 2010. 20 La terza priorità individuata dalla strategia è la “crescita sostenibile”, la promozione, cioè, di un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. 15 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna competitive. Si rende necessario, quindi, intraprendere azioni finalizzate al rafforzamento e all’ampliamento delle conoscenze e competenze mediante la valorizzazione dei luoghi di produzione delle conoscenze culturali e tecnico-scientifiche ed una più stretta integrazione tra tutti i soggetti istituzionali e sociali del territorio coinvolti. Vi è un problema per le imprese sia per la carenza di personale qualificato, soprattutto di personale tecnico, che per la mancanza di conoscenze tecnico scientifiche all’interno delle aziende. Questo tema è cruciale per rafforzare un maggiore dialogo tra le imprese e il territorio. La strategia per il territorio di Ravenna prevede una attenta politica sulla formazione delle risorse umane e sulla loro riqualificazione, in grado di rappresentare una risposta per i fabbisogni di crescita delle imprese. Ciò si traduce anche in un potenziamento dell’importante ruolo rivestito dall’Università e nell’attribuzione al Tecnopolo del compito di veicolare la strutturazione di collaborazioni continuative e durature fra i centri del sapere ed il tessuto imprenditoriale; nel rafforzamento delle professionalità tecniche, specializzate e linguistiche in ambito scolastico, ma anche in azioni di formazione rivolte alle persone occupate in , un' ottica di adattamento delle competenze in coerenza al fabbisogno di innovazioni ed evoluzioni espresse dal sistema produttivo. Facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro delle fasce più deboli Obiettivo da perseguire è quello di ideare strumenti formativi ed informativi e mettere in campo azioni a sostegno dell’occupabilità e/o del reinserimento delle fasce svantaggiate nella loro accezione più ampia. Il target di riferimento è rappresentato da tutti coloro che, direttamente o indirettamente, si trovano a subire gli effetti della crisi socio-economica: i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro o in fase di espulsione e i giovani precari. Interventi per elevare la sicurezza del lavoro. In termini generali, il concetto di territorio socialmente responsabile che tende a caratterizzare le linee di indirizzo dell’area ravennate, non può prescindere dalla costruzione di un quadro di regole etiche, al cui interno il capitolo della sicurezza sul lavoro assuma un valore fondante su cui elevare la cultura e la sensibilità collettiva, capace di promuovere azioni concrete sul versante della tutela della salute e della incolumità dei lavoratori nei luoghi di lavoro. I protocolli esistenti per l'area portuale e nell'ambito degli appalti pubblici, rappresentano un punto di partenza da implementarsi in tutti i settori produttivi, con la valorizzazione dei necessari percorsi formativi, aggiuntivi a quelli obbligatori. Il miglioramento delle condizioni di sicurezza vanno concepite come investimenti ed in tale logica va previsto un sistema premiante per tutte quelle imprese che rispettano le regole complessive in materia di lavoro. Avvio del percorso per un nuovo welfare nella provincia di Ravenna. Partendo dalla ricca esperienza ed elaborazione in materia di welfare sviluppata nella provincia di Ravenna, si ritiene opportuno proseguire il lavoro di confronto per addivenire ad un momento specifico di approfondimento nel 2011 al fine di giungere ad una strategia forte, chiara e ampiamente condivisa che consolidi e innovi la coesione sociale, punto di forza del territorio. 16 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna A.3 IL SISTEMA AGROALIMENTARE Lo scenario attuale ed evolutivo con il quale si confronta l’agricoltura italiana e, di riflesso, quella ravennate è uno scenario di forti cambiamenti e di grandi sfide. Dopo anni di relativa tranquillità e stabilità dei mercati agricoli, l’Europa ha scoperto di essere vulnerabile sul fronte dell’approvvigionamento e della sicurezza alimentare. Secondo l’Onu la popolazione mondiale arriverà a superare entro il 2050 i 9 miliardi di persone: questo incremento si accompagnerà ad un aumento della domanda di energia, alimenti, acqua e, a meno di forti e coordinate politiche di efficienza e eco-sostenibilità, dello sfruttamento delle risorse naturali e delle emissioni inquinanti. La Fao infatti stima che, per soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione di oltre 9 miliardi di abitanti, la produzione alimentare deve aumentare di almeno il 70%. Come se non bastasse, i cambiamenti climatici in atto nel pianeta potrebbero rendere ulteriormente precario questo equilibrio, accentuandone le difficoltà nel percorso di stabilizzazione. È in questo quadro di significativi mutamenti macroeconomici ed ecologici che va considerato il ruolo futuro dell’agricoltura ravennate. Le attività agricole, infatti, rappresentano una risorsa strategica sia in termini di produzione di alimenti che di servizi ambientali. Questa duplice funzione presenta nel contempo una relazione sinergica ma anche di trade-off: produzione di beni alimentari, tutela del territorio e del paesaggio, conservazione della biodiversità, sequestro del carbonio, salvaguardia idrogeologica sono infatti tutte funzioni svolte dall’agricoltura nell’ambito di un sistema di obblighi e condizioni che, alla luce dei grandi mutamenti in atto nel pianeta e delle crescenti richieste avanzate dalla popolazione, diventeranno – per gli agricoltori – sempre più pressanti. La rilevanza degli effetti possibili è più facilmente desumibile se si considerano anche i cambiamenti già in atto nel mercato agroalimentare mondiale. Al sistema agricolo comunitario viene innanzitutto chiesto di garantire la sicurezza alimentare alla popolazione europea – in un quadro di regole ferree non riscontrabili in nessun altro paese al mondo – e di contribuire alla soddisfazione di quella mondiale. Una domanda che è destinata a crescere in termini quantitativi e a modificarsi dal punto di vista qualitativo in ragione sia dell’incremento della popolazione a livello planetario, sia del forte incremento della capacità di spesa di importanti fasce di consumatori nelle grandi economie dell’Asia e del Sud America. Si stima infatti che la cosiddetta classe media (popolazione con redditi annui fino a 30.000 dollari) di paesi come Cina e India sia destinata a raddoppiare da qui al 2020, arrivando rispettivamente a 1 miliardo e a 500 milioni di persone21. Ciò condurrà, tra le altre cose, ad un cambiamento nei modelli alimentari di tali paesi, oggi prevalentemente basati sul consumo diretto di derivati dei cereali e prodotti vegetali, verso un maggior consumo di carne. Le stime dei maggiori istituti previsionali mondiali22 mostrano una crescita del consumo pro-capite di carne - da inizio secolo al 2018 – che per Cina e Russia dovrebbe passare da 42 ad oltre 60 kg annui mentre per il Brasile dovrebbe addirittura superare i 90 kg, un livello superiore a quello medio dell’Unione Europea. Tali modifiche nei modelli alimentari provocheranno, di conseguenza e per questi paesi, rilevanti mutamenti nei consumi di cereali destinati all’alimentazione animale (come il mais) e pesanti impatti nella bilancia commerciale agricola, facendo di alcuni paesi oggi esportatori netti per questa coltura (come Cina e India) degli importatori netti. Gli effetti derivanti da tali pressioni nella domanda di derrate agricole si riverseranno inesorabilmente sui prezzi, alimentandone la volatilità e rendendola praticamente strutturale negli anni a venire, con pesanti risvolti sul sistema agricolo nazionale sprovvisto di strumenti di gestione del rischio e di meccanismi di tutela del reddito. Una volatilità 21 Fonte: Goldman Sachs. 22 Fonte: Fapri. 17 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna dei prezzi e della domanda che si contrappone sia ad un’offerta produttiva rigida che ad una minor elasticità dei costi dei fattori di produzione: due condizioni che continueranno a pesare in maniera negativa sulla redditività delle imprese agricole italiane. Questi rilevanti cambiamenti delineati a livello di scenario socioeconomico mondiale si accompagneranno, nel prossimo futuro, ad analoghi mutamenti nel quadro normativo europeo. La riforma della Politica Agricola Comune, il cui dibattito a livello politico è appena iniziato e che si concluderà entro il 2012 con l’emanazione di nuovi regolamenti, sarà contrassegnata dalla traduzione in atti normativi di quelle che sono le risposte che le istituzioni comunitarie intendono dare, attraverso l’attività agricola, alle nuove esigenze della popolazione nonché alle nuove sfide di sostenibilità sociale, economica ed ambientale che attendono il settore primario. In altre parole, nella consapevolezza del contributo attivo che l’agricoltore svolge nell’erogazione di servizi ambientali, gli verrà richiesto di operare nella condizione del difficile equilibrio esistente tra la produzione di beni alimentari (nelle quantità necessarie a sostenere l’incremento della popolazione) e la sostenibilità e preservazione delle risorse naturali. La sintesi di tale obiettivo congiunto si tradurrà, secondo quanto già emerso nel dibattito sulla riforma della PAC, in una rimodulazione del premio unico aziendale (aiuti diretti) attraverso la riparametrazione di tali pagamenti rispetto a criteri ambientali e di produzione di beni pubblici (esternalità positive). In altre parole, il riferimento a parametri storici verrà a cadere e il pagamento unico aziendale verrà attributo agli agricoltori sia in funzione delle superfici coltivate (flat rate) che di altre variabili collegate ad aspetti extra-produttivi. In tal modo, questa rimodulazione dei pagamenti diretti sarà “spalmata” su tutta la SAU italiana, andando così ad interessare anche aziende che fino ad oggi non hanno usufruito di tale sostegno (come quelle vitivinicole o ortofrutticole). Il sistema agroalimentare ravennate si contraddistingue per un’elevata specializzazione produttiva, strettamente correlata a determinate zone della provincia. Così, mentre nel comprensorio ravennate si può riscontrare una forte vocazionalità cerealicola e a seminativi, nelle aree occidentali e pedo-collinari della provincia sono le colture permanenti (frutta e vite) ad occupare la gran parte della SAU, facendo di Ravenna la prima provincia dell’Emilia Romagna per valore della produzione agricola da colture arboree. In provincia si concentra infatti un terzo dell’intera produzione frutticola e vitivinicola regionale, arrivando a rappresentare, nello specifico, la metà dell’intero raccolto di pesche e nettarine. Nel complesso, quasi l’80% del valore della produzione del settore primario si riferisce a produzioni vegetali (seminativi e colture arboree), mentre il rimanente 20% deriva da allevamenti zootecnici (e in particolare da carni suine, avicunicole e uova). La forte specializzazione del sistema agroalimentare provinciale ( e di una importante parte della Romagna ) su colture permanenti (frutta e vite) comporta la necessità per le imprese agricole e di trasformazione (rappresentate nel territorio provinciale in particolare dalle cooperative) di presidiare mercati di sbocco in grado di assorbire e valorizzare significativi volumi di produzione in tempi ragionevolmente brevi (alla luce della deperibilità di alcune colture come, ad esempio, pesche, nettarine o albicocche). Tale esigenza ha quindi condotto le imprese cooperative presenti in provincia ed operanti in tali settori ad intraprendere, negli anni, importanti percorsi di crescita dimensionale. Ciò ha portato ad avere, nel territorio provinciale o nelle aree strettamente limitrofe, le imprese cooperative vitivinicole e frutticole più grandi (in termini di fatturato) esistenti a livello nazionale (basti citare, a titolo di esempio Caviro, Agrintesa o il Gruppo Cevico) che rappreasentano un patrimonio importante nei nuovi contesti internazionali. D’altronde, non è solamente il mercato estero a richiedere alle imprese dimensioni competitive più sostenute. Si pensi infatti che, anche a livello nazionale, il 50% delle vendite di prodotti ortofrutticoli passa ormai dalla Grande Distribuzione Organizzata (in paesi come la Germania o il Regno Unito, tale percentuale cresce fino al 90%), il che significa – per poterne soddisfare la domanda - disporre di elevati volumi di prodotto e di idonea capacità organizzativa e commerciale. 18 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Sul fronte dell’internazionalizzazione, tali cooperative attualmente veicolano all’estero larga parte della produzione frutticola ottenuta sul territorio provinciale, soprattutto per alcune varietà (come nettarine o kiwi), mentre risultano maggiormente focalizzate sul mercato nazionale per quanto riguarda i vini. Ciò è facilmente desumibile dall’incidenza evidenziata dalle vendite oltre frontiera di tali produzioni sul totale dell’export agroalimentare ravennate. Su un valore complessivo di circa 424 milioni di euro (al 2009), l’export di produzioni frutticole (fresche e trasformate) pesa per circa la metà (47%), mentre quello di vino si attesta sul 16%. Occorre tuttavia sottolineare come queste produzioni si configurano come le voci più importanti nell’export agroalimentare ravennate, rappresentandone congiuntamente quasi i due terzi (63%). Da queste considerazioni si evince dunque come la gran parte delle produzioni agroalimentari ravennati dipenda, per la propria valorizzazione, da mercati di sbocco ampi e strutturati, relegando invece le altre produzioni locali (cerealicole o industriali ) alla vendita sul mercato regionale/nazionale attraverso contratti con l’industria di trasformazione (frumento duro e tenero, barbabietola, pomodoro da industria). Esiste poi un ulteriore aggregato di produzioni agroalimentari tipiche, contraddistinte da volumi di offerta ridotti e quindi con incidenze quantitativamente modeste sul valore complessivo provinciale ma qualitativamente importanti perché distintive e identitarie di un territorio, che possono trovare un’ulteriore valorizzazione - in quanto maggiormente “predisposti” a queste forme di commercializzazione - attraverso percorsi di vendita diretta o in sinergia con iniziative collegate alla promozione territoriale: si pensi, a tale proposito, ad alcune produzioni trasformate (lattiero-casearie o salumi), all’olio extravergine di oliva (sebbene questo prodotto contraddistinto dal marchio Dop e per quanto esigui i livelli di offerta, trovi veicolazione sia sui canali della GDO che, in quota parte, quelli esteri) o ad alcuni segmenti delle stesse produzioni vinicole. In linea di massima è evidente che tutte le produzioni agroalimentari ravennati possono godere dell’effetto sinergico determinato dalla promozione territoriale: oltre alle produzioni trasformate, ad esempio, anche frutta e ortaggi possono trovare beneficio in termini di valorizzazione se collegati ad iniziative territoriali o volte a ridurre i passaggi nella filiera di commercializzazione. E’ chiaro che, alla luce degli elevati quantitativi prodotti annualmente, lo sbocco per le produzioni vocate della provincia non può che essere rappresentato dal mercato nazionale e internazionale, con tutte le problematiche e i requisiti organizzativi necessari e conseguenti, ma vi può essere una sinergia positiva, per lo meno in termini di immagine globale, con una strategia di valorizzazione delle produzioni tipiche locali ravennati e romagnole. Al fine di comprendere come questa specializzazione produttiva possa continuare a configurarsi come un punto di forza per il sistema agroalimentare ravennate e romagnolo e contestualmente quali altri percorsi di valorizzazione possano essere intrapresi per rafforzare il ruolo delle altre produzioni locali o di altre attività complementari per il reddito delle imprese agricole, è necessario confrontare tale posizionamento competitivo del sistema provinciale con quelle che sono le opportunità e le minacce derivanti dallo scenario evolutivo in atto (già descritto precedentemente) e le criticità strutturali che lo connotano. Lo scenario futuro che attende il sistema agroalimentare nazionale e provinciale obbliga, quindi, le imprese agricole ed alimentari ad interrogarsi su quali percorsi di sviluppo occorra intraprendere per migliorare la propria competitività e recuperare/consolidare quella redditività che negli ultimi tempi è andata riducendosi - per motivi congiunturali e strutturali - e che rappresenta la conditio sine qua non per una sostenibilità di lungo periodo, sia delle imprese che del sistema agroalimentare provinciale considerato nel suo complesso e in tutte le sue accezioni (valenza economica, attivazione occupazionale, presidio ambientale, valorizzazione paesaggistica, tutela territoriale, produzione energetica, ecc.). Nell’intraprendere questo percorso, il supporto delle istituzioni locali, regionali e nazionali deve essere orientato a facilitare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle imprese nella consapevolezza dei propri margini di azione. E’ bene infatti ricordare come il settore agroalimentare sia soggetto, più di tutti gli altri comparti economici, ad una serie di norme e 19 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna regolamentazioni che influiscono in maniera diretta (o comunque significativa) sugli orientamenti produttivi delle imprese, sulla commercializzazione delle produzioni e su molti altri aspetti della gestione aziendale. Nello specifico, si tratta di un quadro normativo definito soprattutto a livello comunitario e in via sussidiaria a livello di singolo Stato membro. Alla luce di questo, una volta individuati in seno alla Conferenza Economica Provinciale gli obiettivi e le priorità delle azioni da mettere in campo per il sistema provinciale, gli ambiti e le modalità di intervento che ne discenderanno potranno trovare o una declinazione diretta ed operativa sul territorio o condurre ad una sollecitazione dell’intervento presso le istituzioni competenti di livello superiore (Regione o Governo). In merito a quest’ultimo aspetto, proprio il percorso sulla nuova PAC post-2013 citato in precedenza rappresenta un importante banco di prova per il Governo italiano nel definire la propria posizione nel dibattito politico che avverrà a livello europeo; la Conferenza Economica Provinciale può quindi rappresentare un momento in cui il territorio chiede e sollecita alle istituzioni una verifica dello stato di definizione della piattaforma italiana e della posizione negoziale sia per la riforma della Politica Agricola Comune che per le numerose modifiche normative che attengono più in generale il quadro di regolamentazione del settore. A tale proposito, vale la pena ricordare il decalogo delle istanze redatto in occasione del Macfrut 2010 e sottoscritto dalle Regioni ortofrutticole europee per una maggior competitività del settore a livello europeo. Un panel di interventi necessari per ridare slancio al comparto (dalla richiesta di una politica specifica a livello europeo all’esigenza di una maggior centralità del ruolo delle OP, dalla necessità di una maggior trasparenza nei rapporti con la GDO alla richiesta del riconoscimento di una maggior reciprocità per favorire le esportazioni) la cui effettiva attuazione può solamente avvenire attraverso una condivisione della rilevanza di tali azioni a partire dagli operatori e dalle istituzioni territoriali per poi arrivare ad una richiesta concertata da parte dei soggetti istituzionali preposti nelle opportune sedi nazionali e comunitarie. Le linee strategiche Valorizzazione delle produzioni provinciali e l’efficienza delle filiere La specializzazione produttiva del sistema agroalimentare ravennate identifica nelle catene della GDO e nei mercati internazionali i principali riferimenti per la commercializzazione dei propri prodotti, ai quali affiancare iniziative di valorizzazione delle produzioni locali attraverso interventi finalizzati a ridurre i passaggi nella filiera, a creare sinergie con il sistema locale (Commercio/Ristorazione) e a promuovere i valori tangibili ed intangibili espressi dal territorio. Alla luce di tali motivi e in considerazione delle criticità esistenti nelle relazioni di mercato tra le imprese provinciali e tali interlocutori commerciali, sia in Italia che all’estero, si ritiene prioritario ridare centralità al valore dei prodotti agricoli attraverso un recupero di efficienza e un consolidamento delle filiere tramite una maggiore programmazione delle produzioni e il rafforzamento dei rapporti associativi, favorendo la costituzione di reti di imprese per facilitare anche una maggior aggregazione delle produzioni e migliorare l’organizzazione commerciale nonchè supportando i processi di internazionalizzazione delle imprese e delle cooperative agroalimentari presenti sul territorio al fine di consolidare ed incrementarne la quota sui mercati esteri; Stabilizzazione del reddito delle imprese agricole e la riduzione delle incertezze di mercato La forte volatilità dei prezzi agricoli che ha assunto ormai caratteri strutturali ha portato ad una significativa riduzione della redditività delle imprese agricole minandone al contempo gli investimenti futuri in conseguenza dell’incertezza di mercato che ne deriva. Per tali motivi appare quanto mai fondamentale favorire lo sviluppo, attraverso la possibile collaborazione con gli istituti di credito ed assicurativi, di strumenti di gestione del rischio (come fondi mutualistici, assicurazioni sul reddito, ecc.) e la diffusione di contratti di coltivazione pluriennali o di accordi di filiera finalizzati ad una 20 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna programmazione produttiva, anche attraverso nuove modalità di partecipazione economica più interconnesse tra agricoltori e industrie di trasformazione; Tutela del territorio e il rafforzamento competitivo del “Sistema Provincia” Asset fondamentale per lo sviluppo e la continuità del sistema agroalimentare provinciale riguarda il “territorio” considerato nella sua accezione più ampia di insieme di fattori produttivi e sistema di servizi a supporto dell’attività di impresa. Al fine di una sua valorizzazione e tutela, le principali linee di intervento dovrebbero essere volte innanzitutto a garantire una pianificazione pubblica legata ad un corretto “consumo” del territorio tenendo conto sia delle esigenze di crescita dimensionale delle imprese agricole (evitando quindi l’ulteriore frammentazione dei corpi poderali) attraverso il recupero prioritario di aree produttive dismesse (nel caso di individuazione di nuove aree industriali/artigianali) nonché di uno sviluppo sostenibile delle attività agricole complementari (produzione di energia rinnovabile ad integrazione del reddito, non in sostituzione dell’attività produttiva) in grado di evitare lo snaturamento delle valenze paesaggistiche e la sottrazione di terreni fertili per la produzione alimentare a maggior valore aggiunto. Risulta poi importante sostenere, al fine di un presidio diretto, il mantenimento dell’attività agricola nelle aree più “difficili” (alta collina, ecc.) mediante l’attivazione di reti infrastrutturali tecnologiche (diffusione della banda larga) volte a fornire servizi essenziali alle imprese utili anche a favorire la vendita delle produzioni locali così come perseguire una maggior valorizzazione, tutela e gestione più efficiente della risorsa acqua, in particolare in un’ottica di un miglior equilibrio tra impatto paesaggistico ed esigenze dell’attività agricola. Lo sviluppo dell’asset “territorio e sistema Provincia” non può infine prescindere da un maggior sviluppo dell’innovazione – di prodotto e di processo -, al fine di migliorare la competitività delle coltivazioni più vocate, per la preservazione ambientale e la riduzione dei costi produttivi aziendali (ad esempio attraverso modalità di riutilizzo dei reflui e degli scarti organici per la fertilizzazione dei terreni) e da un miglioramento della qualità complessiva del lavoro in agricoltura (in termini di sicurezza, legalità, salvaguardia). 21 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna A.4 I SISTEMI ECONOMICO-PRODUTTIVI Per inquadrare correttamente lo scenario futuro che si prospetta per l’industria ravennate occorre nuovamente tenere presente, oltre al quadro macroeconomico internazionale, quella che è la realtà del Sistema Italia. Le ipotesi più recenti mostrano una debolezza del nostro Paese che (a prezzi costanti) vedrà il nostro Pil ritornare ai livelli pre-crisi solo nel 201523; peggio di quanto non si ipotizzi per le principali economie sviluppate. Per competitors come la Francia, la Germania gli Stati Uniti si prospetta infatti il rientro entro il 2011, per il Regno Unito entro il 2012 per la Spagna l’anno successivo24. Il ritmo della crescita sarà tuttavia modesto nelle aree più sviluppate del mondo, specie se comparato al forte dinamismo dei cosiddetti Paesi emergenti ( Cina e India, ma anche Brasile, Nord Africa ecc. ). Soprattutto per il nostro continente e per il nostro Paese in particolare. Tra il 2010 ed il 2015 l’economia mondiale crescerà ad un ritmo del 4,5% annuo, negli Stati Uniti del 2,7%, nell’Unione Europa del 2%, in linea col trend tedesco, sostenuta dal recupero inglese (+2,3%), ma gravata della bassa dinamica della Francia (+1,9%), della Spagna (+1,6%) e soprattutto dell’Italia (+1,2%). Lo scenario ravennate si colloca in questo quadro di crescita debole, prefigurando tassi di crescita che dopo un +1,4% ipotizzato per il 2010, dovrebbero stabilizzarsi sul +1,1% per il biennio 2011-1225, lievemente al di sopra della stima nazionale, che oscilla tra l’1,1-1,2%, ma lievemente al di sotto di quella media regionale (+1,3-1,6%). All’interno di questo quadro la manifattura e le costruzioni ravennati si connotano come due realtà profondamente diverse, tanto nella loro evoluzione storica quanto per le prospettive future che sembrano prefigurarsi. Entrambi comunque appaiono caratterizzati dalla presenza di un ristretto gruppo di imprese leader internazionalizzate e capaci di cogliere i primi sintomi della ripresa già in apertura del 201026, a cui si deve attribuire larga parte dei progressi maturati, e un’ampia rete di fornitura (con una forte presenza artigiana), caratterizzata da un mercato domestico prevalente e da una dinamica di crescita debole che inizia a mostrare difficoltà anche prima della crisi e che l’evoluzione dell’ultimo biennio ha amplificato27. Per l’industria in senso stretto, in particolare, si stima una variazione media migliore (+2,5%), che tuttavia nasconde un ‘rimbalzo’ del 2010 (+4%), seguito da valori che convergono verso la media dell’economia provinciale (+2,6% nel 2011 e +1% l’anno successivo). In ragione del modello produttivo attuale, l’impiego di lavoro dovrebbe diminuire ulteriormente: -2% in media d’anno la variazione delle unità di lavoro tra il 2010 ed il 2012, con un picco negativo all’inizio del periodo (-4%) e una crescita moderata (+0,4-0,6%) successivamente. In questo quadro il valore aggiunto del 2012 (1,92 miliardi di euro), risulterebbe leggermente inferiore a quello precrisi (2,04 miliardi nel 2008), ma con un minore utilizzo di lavoro, e quindi con un recupero di produttività. Diversamente per le costruzioni la crescita media si dovrebbe fermare al +0,8%, pur con un rimbalzo nel 2010 (+1,8%). L’impiego di manodopera dovrebbe continuare a crescere (+1,3%), con un’ulteriore contrazione della produttività. Il quadro pur non positivo è tuttavia più favorevole 23 IMF, World Economic Outlook, october 2010. 24 Ibidem. 25 Unioncamere Emilia-Romagna Prometeia, Scenari e previsioni per la provincia di Ravenna per il prossimo triennio. 20 settembre 2010. 26 CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010. 27 Ancora nel 2007 le aziende con meno di 4 milioni di euro erano appena 134 (Fonte Archivio Asia). Sulla dinamica si veda ad esempio: CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010. 22 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna rispetto a quello regionale in cui anche nel 2010 e 2011 si stimano ulteriori contrazioni di valore aggiunto (-2,8% e -0,8%)28. Sebbene il Sistema Ravenna attraverso più impiego di manodopera e più produttività abbia sostenuto un’evoluzione del valore aggiunto su livelli più elevati dei contesti di raffronto29, il sistema risulta ancora fortemente esposto alle dinamiche recessive. Così, a fronte di un notevole sforzo di riposizionamento e investimenti del sistema produttivo, la crisi dei mercati mondiali ha impattato duramente sui livelli occupazionali e sulle performance di sviluppo. Il tessuto ravennate registra delle difficoltà competitive, che fino ad ora frenano un posizionamento che le consenta di giocare un ruolo da leader nei nuovi scenari internazionali. Da qui la strategicità di una profonda riflessione che porti alla messa in campo di tutte quelle azioni utili a salvaguardare un sistema produttivo di assoluto interesse e al contempo inserire elementi innovativi che consentano di elevare la qualità del territorio ( in un sistema integrato con l’a Romagna e con l’intera Regione ) e la propria propensione all’apertura internazionale. Gli elementi su cui agire sono diversi e vanno da una importante specificità merceologica e da una presenza di un numero cospicuo di medie imprese (44 nel 2007, comunque stabilmente oltre le 40 unità dal 2001)30 attive, alle potenzialità del Tecnopolo e ad interessanti fenomeni di gruppi di impresa31 ad una forte vocazione all’export. A ciò è da aggiungersi la volontà che tutte le parti coinvolte nel processo della Conferenza Economica hanno manifestato nell’intervenire con azioni mirate alla semplificazione amministrativa32 che, se attuata, può agevolare la competitività e l’innovazione dell’intero sistema. A.4.1 L’APERTURA INTERNAZIONALE I processi di mondializzazione hanno generato un’intensificazione dei traffici commerciali che negli ultimi 30 anni ha decisamente condizionato le performance di crescita dei singoli Paesi e dei singoli contesti locali. Basti pensare che, a livello mondiale, in 20 anni si è passati da scambi di merci per un valore di 5.625.000 di miliardi di dollari del 1999 a 12.490.000 miliardi di dollari nel 2009. Attualmente l’internazionalizzazione per le imprese non rappresenta solo un’opportunità, ma una condizione necessaria per un percorso di sviluppo e di crescita. I governi dei Paesi industrializzati sono sempre più consapevoli che l’apertura all’estero dei sistemi economici rappresenta un fondamentale fattore di sviluppo, sia in termini di aumento dei volumi di fatturato e profitto, che di innovazione, consentendo accesso a nuove idee. Posto che la dinamicità di un territorio si misura su una moltitudine di parametri, la capacità delle proprie imprese di entrare e rafforzarsi nei mercati esteri è sicuramente uno degli elementi maggiormente caratterizzanti. In questo contesto l’Italia dimostra forti difficoltà competitive, stentando ad identificare una posizione che le consenta di giocare un ruolo da leader nei nuovi scenari. Gli effetti più evidenti sono la progressiva erosione di quote di mercato internazionali. Se il nostro Paese sino a qualche anno fa vantava livelli di apertura internazionale di rilievo, contribuendo all’export mondiale per il 4,1% nel 1999, tale percentuale è scesa al 3,2% nel 2009. I segnali di questa difficoltà sono molteplici e si sono accentuati con la crisi economicofinanziaria, così come le interpretazioni delle cause. A seconda dell’ottica da cui si osservano i 28 Unioncamere Emilia-Romagna Prometeia, Scenario Emilia-Romagna: previsione macroeconomica a medio termine. 20 settembre 2010. 29 Provincia di Ravenna, giugno 2010, op cit.. 30 Fonte: Unioncamere – Mediobanca. 31 Nomisma, anno 2005, op.cit. 32 Pur essendo il tema di interesse trasversale, verrà inserito nel presente paragrafo per agevolarne la lettura.. 23 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna fenomeni, i deficit competitivi vengono identificati con la bassa produttività del lavoro - che cresce meno che altrove - con il ritardo tecnologico, dovuto ad un posizionamento su produzioni mature, ad una dimensione di impresa contenuta o con la mancanza di chiare politiche industriali a sostegno di un moderno sistema di impresa. La Regione Emilia Romagna nella definizione delle politiche a sostegno della competitività delle imprese ritiene, correttamente, che la promozione dell’internazionalizzazione debba essere uno dei pilastri della politica di sviluppo del sistema produttivo regionale, fondamentale anche per superare la difficile congiuntura economica. BOX - La politica regionale a sostegno dei processi di internazionalizzazione La politica regionale a sostegno dei processi di internazionalizzazione viene realizzata secondo le linee guida del Programma Triennale per le Attività Produttive (PTAPI) e attraverso la convenzione tra Ministero del Commercio con l’Estero (ora Ministero dello Sviluppo Economico), Regione Emilia-Romagna, ICE, SACE e SIMEST con cui è stato istituito lo Sportello Regionale per l’internazionalizzazione (SPRINT -ER), che opera con Unioncamere Emilia-Romagna con il coinvolgimento delle 9 Camere di Commercio della Regione (presso cui sono attivi gli Sportelli locali dello SPRINT). L’intervento in attuazione del PTAPI si articola in diverse azioni attuate attraverso i seguenti strumenti: La Misura 5.1, utilizzata per il cofinanziamento dei progetti promozionali e progetti di internazionalizzazione del sistema fieristico regionale, realizzati in collaborazione con l’ICE, il sistema fieristico, il sistema camerale o le associazioni imprenditoriali; nel quinquennio 2005-2009 sono stati realizzati 151 progetti che hanno mobilitato oltre 30 Ml. di euro (9,1 Ml di euro finanziati dalla Regione Emilia-Romagna). Le Misure 5.2 C e D, utilizzate per erogare contributi a favore di progetti di promozione all’estero delle piccole e medie imprese in forma aggregata; nel quinquennio 2005-2009 sono stati realizzati 331 progetti, con un investimento superiore a 34 Ml. di euro. La Misura 5.3 centrata su azioni di diplomazia economica, attraverso accordi con amministrazioni pubbliche estere (Regioni, Provincia, Grandi Municipalità), la partecipazione a missioni istituzionali promosse dal Governo italiano e l’accoglienza di delegazioni istituzionali estere. Lo SPRINT–ER realizza attività promozionali, informativa e formativa, che nel 2009 ha visto l’organizzazione di 194 eventi, di cui 70 nei mercati cosiddetti BRICST. Le linee ed orientamenti dell’Azione promozionale nel triennio 2011-2013, approvate il 29 Settembre 2010 dal Comitato per l’Export e l’internazionalizzazione, si basano su alcuni specifici elementi, tra cui: - Focalizzazione dell’azione promozionale sui BRICST attraverso azioni settoriali; - Ricerca della massima integrazione con tutti i partner regionali nella programmazione e realizzazione di azioni promozionali nei Paesi/settori definiti - Realizzazione di grandi eventi promozionali che considerino lo sviluppo e la valorizzazione di tutte le componenti regionali (economica, culturale, istituzionale, ricerca) - Definizioni di contributi per l’internazionalizzazione in forma aggregata sui target Paesi/settori definiti - Supporto alle imprese individuali attraverso servizi offerti da società di consulenza appositamente selezionate dalla Regione (con gara) e da ICE (attraverso le risorse in Accordo di Programma) - Integrazione sui servizi con particolare attenzione a quelli bancari, logistici, grande distribuzione, servizi collettivi per le imprese della meccanica - Focalizzazione degli interventi a sostegno dell’internazionalizzazione del sistema fieristico regionale verso i paesi target nelle principali fiere internazionali in regione. I target Paesi/filiere proposti per il 2011-2013 comprendono: Brasile: meccanica strumentale (in particolare agricola e impiantistica alimentare), moda, 24 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Turchia: meccanica strumentale (in particolare packaging, alimentare, costruzioni, energia) Russia: Made in Italy India: meccanica strumentale (in particolare agricola e per l’alimentare) e settore fieristico Cina: moda, meccanica (in particolare macchine utensili, auto motive, robotica), ricerca e sviluppo. L’economia della provincia di Ravenna sempre negli ultimi 10 anni è stata caratterizzata da una forte vocazione all’apertura internazionale. Basti considerare che solo tra il 2002 al 2008 il valore dell’export ravennate è cresciuto di oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro specie verso alcune aree a partire dai Paesi dell’ Est europeo. Tuttavia la crisi economico-finanziaria ha causato una brusca frenata della crescita, con una riduzione nel 2009 del valore delle merci esportate pari al 20,6% rispetto all’anno precedente, flessione che si sta sostanzialmente recuperando ( già per l' 85% rispetto al picco del 2008 ) nel corso del 2010 con andamenti positivi e superiori alla media nazionale e regionale ( + 12,6 % nel primo trimestre e + 30% nel secondo contro una media regionale rispettivamente del 4,2% e del 19,3 % e nazionale del 7,2% e del 17,5%.. La ridotta dimensione, l’organizzazione poco strutturata e la complessità dei mercati internazionali fa sì però che una parte delle aziende ravennate, pur avendo potenziali produttivi interessanti, non abbiano talvolta la massa critica per sviluppare individualmente il presidio dei mercati internazionali. Altre imprese che hanno una capacità di penetrazione sui mercati internazionali, hanno difficoltà a incrementare le loro quote sui mercati che già presidiano e/o sviluppare il commercio internazionale verso nuovi Paesi o aree geografiche, più promettenti e meno colpiti dalla crisi. La contrazione del 2009, seppur fenomeno generalizzato e in parte invertito nel corso del 2010, deve far riflettere sul posizionamento internazionale del territorio. Una prima analisi relativa ai primi sei mesi del 2010 per settore merceologico indica che quasi un quarto del valore delle esportazioni della provincia di Ravenna è costituito da sostanze e prodotti chimici. Quote importanti vengono esportate anche dai settori dei metalli e prodotti in metallo (16,8%) e macchinari e apparecchi, sia elettrici (12,7%) che non (14,8%). Di particolare significato anche le esportazioni del settore agro-alimentare, che rappresentano il 10,2% del totale. Riguardo la destinazione delle merci esportate, il confronto tra le aree di destinazione del 2001 e quelle dei primi sei mesi del 2010 fornisce alcune indicazioni rilevanti. Innanzitutto, il mercato di riferimento per le merci prodotte a Ravenna era e resta l’Unione europea, che assorbiva nel 2001 il 63,1% delle esportazioni provinciali a fronte del 61,9% registrato nel 2010. A fronte di questo dato che resta immutato, si registrano alcuni cambiamenti notevoli. Per prima cosa, cresce il peso dei mercati africani (7,0% nel 2001, 10,1% nel 2010) e di quelli asiatici (5,1% nel 2001, 10,5% nel 2010), indicazione importante nello sviluppo di strategie commerciali future. Si riduce invece enormemente il peso del mercato americano, verso il quale nel 2001 era diretto il 9,3% delle merci esportate, percentuale che si riduce al 3,5% nel 2010. Rispetto al 2001 restano invariati anche i primi due partner commerciali della provincia: Germania e Francia che assorbono da sole quasi un terzo delle esportazioni provinciali. Cambia, però, il terzo Paese di destinazione che nel 2001 era il Regno Unito, nel 2009 e 2010 è il Kazakistan dovuti essenzialmente ai grandi impianti petroliferi dell’ENI. Scompaiono dai primi dieci paesi di destinazione gli Stati Uniti. Salgono, nella graduatoria, Russia, Polonia, Turchia, Congo e Tunisia. Proprio sui Bric si è concentrata l’azione dei servizi all’internazionalizzazione regionali, accumulando competenze utili verso le quali far convergere il sistema provinciale, che oggi vanta esperienze significative su paesi prossimi, ma fatica a coinvolgere un numero significativo di soggetti imprenditoriali capaci di aggredire i mercati più complessi. 25 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna La provincia di Ravenna con il suo sistema di soggetti che opera a sostegno dei processi internazionalizzazione (dalla Camera di Commercio, alla Provincia, alle associazioni categoria e ai consorzi export) ritiene necessario garantire una maggiore incisività anche considerazione della necessità di operare in mercati sempre più complessi e mutevoli, in cui competizione è sempre più aggressiva. di di in la Uno dei principali riferimenti delle imprese per il sostegno all’internazionalizzazione l’Eurosportello di Ravenna che opera da diversi anni in stretta collaborazione con organizzazioni imprenditoriali, i consorzi export provinciali, il sistema regionale delle Camere Commercio, lo Sprint, l’ICE, la rete nazionale ed europea Enterprise Europe Network e Camere di Commercio Italiane all'estero. è le di le L’Eurosportello ha sviluppato un articolato sistema di servizi con la finalità specifica di sostenere i processi di internazionalizzazione tra cui: informazioni su Paesi, settori e mercati; informazioni sull’interscambio regione/provincia con un Paese d’interesse, ricerca di partner, informazioni commerciali su imprese di tutto il mondo, informazioni su finanziamenti all’internazionalizzazione, servizio di assistenza a distanza su tematiche internazionali, servizio di diffusione delle opportunità d’affari provenienti dall’estero. Positivo, sia pure ovviamente limitato, è anche il ruolo svolto dalla Camera di Commercio ItaloBosniaca con sede a Ravenna che ha favorito prime relazioni economiche e commerciali fra le imprese della provincia e della regione e imprese o istituzioni della Bosnia Erzegovina. Inoltre vengono promossi specifici progetti promozionali definiti in un Programma di attività che seleziona specifici target settori/Paesi. Nel 2010 sono stati realizzati numerosi eventi in tale direzione tra cui il Nautic Italy- NauticaMed Word 2010 ( settima edizione dell’evento) rivolto al settore nautico, progetti mirati al settore alimentare e al vitivinicolo (Deliziando e Progetti Tavolo Enogastronomia e Promozione del territorio) e Progetto Agrifood), progetti di filiera in specifici mercati (Progetto Turchia Meridionale sulla filiera agroalimentare e dell’edilizia/ sistema casa) progetti plurisettoriali (Progetto Libano e Desk all’estero). A.4.2 LE SPECIFICITÀ MERCEOLOGICHE Anche attraverso un’osservazione delle dinamiche più recenti, Ravenna conferma chiaramente un connotato strutturale che si ricollega alla dualità tra il sistema industriale in senso stretto e le costruzioni. Quest’ultimo comparto in particolare nel 2008 ha generato il 6,4% del valore aggiunto provinciale, in linea con il peso che riveste a livello nazionale e regionale (6,2%) e anche in molte aree dell’ Europa occidentale. Emergono però alcuni segnali di maggiore staticità del sistema delle costruzione ravennate che matura una crescita media annua (tra il 2001 ed il 2007) del 3,1%, un dato positivo, ma un po’ inferiore al +3,9% regionale e al +6,5% registrato dallo stesso comparto nel periodo 1995-2001. Il settore non sembra quindi aver colto appieno l’accelerazione del ciclo settoriale, ma soprattutto denota una crescita sostenuta da un crescente contributo del fattore lavoro, piuttosto che da recuperi di produttività, diversamente da quanto si osserva in regione. Fino al 2007 le unità di lavoro impiegate crescevano infatti del 3,1% annuo, in linea con il trend del valore aggiunto, tendenza che si è tradotta in una produttività stazionaria sui livelli del 2001, quando in regione il settore marcava una crescita del fattore lavoro del 2,9% con un incremento netto annuo della produttività dell’1%. Per le costruzioni si rischia pertanto un’erosione del vantaggio competitivo rispetto al quadro regionale, sebbene resti confermato il divario positivo rispetto al sistema nazionale. Il costo del lavoro per unità di prodotto nel 2007 è infatti inferiore a quello regionale del 3,6% (era l’11,2% nel 2001), e superiore dell’1% a quello che il settore registra a livello nazionale. Tale vantaggio si deve soprattutto ad una remunerazione più contenuto da quella che il settore alloca in Emilia Romagna (-3,4%), sebbene in progressivo avvicinamento (era del 5,1% inferiore nel 2001); pur rimanendo stabilmente ben superiore alla media nazionale di settore (+12% circa). Come si 26 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna osserverà in parte anche per la manifattura, sono stati perciò i contenuti redditi da lavoro dipendente quelli che hanno maggiormente assicurato il divario competitivo a livello regionale. Nel corso del decennio scorso infatti hanno oscillato tra il 4% e l’8% in meno rispetto alla media regionale (superando comunque stabilmente del 10% circa la media italiana di settore), mentre quelli da lavoro autonomo/impresa ancora nel 2007 erano del 6% superiori alla media regionale, seppure in linea con la media nazionale. Grazie al contenimento della remunerazione l’impiego di lavoro è riuscito quindi ad aumentare significativamente e contribuire alla crescita della produttività più di quanto non abbia fatto il capitale, legato probabilmente ad una moderata innovazione strumentale. Ravenna in questo non differisce dagli altri contesti di confronto, fatto che evidenzia la diversità delle costruzioni rispetto ad altri comparti dell’industria. Su questa evoluzione hanno verosimilmente inciso le riforme della normativa sul lavoro e la progressiva esternalizzazione di lavoratori. Così si spiegherebbe anche la moltiplicazione di imprese di costruzioni superiore al trend occupazionale (a Ravenna, rispettivamente +29,8% rispetto al +20,2% tra il 2001 ed il 2007) e il cambiamento di mix nella domanda di professioni. Recentemente la richiesta si concentrata infatti sul personale di vendita (+46% tra il 2004 ed il 2007) a fronte di una caduta delle assunzioni previste per personale non qualificato e tecnici. La presenza di grandi player (4 gli operatori tra le prime 100 aziende della provincia nel 200833), soprattutto di natura cooperativa, negli ultimi anni non sembra quindi avere modificato di fatto il modello competitivo locale rispetto a quello di settore, ma contribuisce però a spiegare alcune dinamiche recenti e di prospettiva. La presenza di grandi operatori sembra spiegare il maggiore contributo delle costruzione del valore provinciale prodotto, e aiuta a comprendere come l’evoluzione congiunturale (dal 2008 a metà 2010) mostri performance di fatturato migliori rispetto alla media nazionale ed in linea con quella regionale, nonché i più marcati segni (sia pure iniziali e da consolidare) di uscita dalla crisi34. Emerge pertanto come i grandi operatori riescano a cogliere meglio le occasioni che il mercato, soprattutto a livello internazionale, offre, mentre le imprese più piccole, più focalizzate sui mercati di prossimità, soffrano la debolezza della domanda in edilizia, la riduzione degli investimenti pubblici locali in opere pubbliche dovute al crescente peso del taglio ai traferimenti agli EELL e al Patto di Stabilità, così come nelle piccole opere. La sfida pertanto è quella di favorire l’uscita dei soggetti imprenditoriali più piccoli dal contesto locale, favorendo una maggiore integrazione di filiera e sostenendo azioni di supporto alla internazionalizzazione. La qualificazione del settore potrebbe in parte venire attraverso il sistema degli appalti pubblici, fronte sul quale le istituzioni sono sensibili e attive da tempo. Diversa la situazione per quanto attiene il sistema industriale in senso stretto. Sebbene poco formalizzato nelle statistiche relative35, il progresso tecnologico acquisito anche negli ultimi anni dalle imprese manifatturiere ravennate ha impedito, pur con tutte le indiscutibili difficoltà, il declino del sistema. Ciò induce ad una profonda riflessione sull’importante ruolo che il manifatturiero riveste sul territorio e soprattutto sul ruolo che dovrà continuare a rivestire. È necessario continuare a puntare su un sistema industriale fortemente dinamico che attraverso una rete articolata di specializzazioni produttive e di un progressivo rafforzamento della filiere, ha già segnato un percorso su cui continuare ad investire. È necessario che il sistema industriale sappia far leva su quei fattori di contaminazione che possano elevarne la qualità del fare produzione e del fare lavoro. Più innovazione, più nuove tecnologie e soprattutto maggiore 33 Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat 34 CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010; CCIA di Ravenna, Ravenna Industria -Nota congiunturale, 2° Trimestre 2010. 35 I brevetti depositati all’EPO nel 2007 sono 5,6 ogni mille addetti a Ravenna, 6,2 in Italia, 9,4 in Emilia Romagna. Confermando il quadro il ritardo richiamato anche nei di riferimento per la programmazione economica (Ervet, Posizionamento del sistema territoriale provinciale per il perseguimento degli obiettivi della politica regionale unitaria – Ravenna, dicembre 2008). 27 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna permeabilità settoriale divengono fattori imprescindibili. Ravenna non può rinunciare al suo manifatturiero, non può rinunciare a quella parte del sistema economico che ne ha da una parte generato il benessere e dall’altra portata ad essere una delle province di riferimento per importanti comparti del Paese. È necessario, altresì, che il sistema di imprese sappia innovarsi che i propri imprenditori comprendano la portata della sfida che si trovano ad affrontare ed è altresì necessario che gli attori istituzionali comprendano che mettere nelle condizioni il sistema di competere è un’urgenza, quanto una necessità. L’analisi delle dinamiche di crescita (tenendo presente la flessione del Sistema Paese) dimostra che il sistema Ravenna sia progredito più dell’industria emiliano-romagnola, con una crescita annua della produttività dell’1,5%, lo 0,5% in più della regione e l’1,1% in più dell’aggregato nazionale. E questo aumentando anche in maniera più marcata le unità di lavoro impiegate: rispettivamente +0,9% in provincia, +0,4% in regione +0,1% in Italia. Più impiego di manodopera e più produttività hanno, quindi, sostenuto un’evoluzione del valore aggiunto su livelli più elevati dei contesti di raffronto36. Se ciò è vero in termini aggregati, i settori di specializzazione, dalla metalmeccanica al ceramico, dalla modo alla chimica, alla cantieristica navale, vivono realtà molto variegate e altrettanto distinte opportunità di ripresa e crescita futura. Per la metalmeccanica, dopo il lungo ciclo positivo molta parte della criticità del 2009 e 2010 si deve alla caduta degli investimenti che ha connotato il biennio a livello mondiale. Come evidenziano anche le evoluzioni in atto a livello nazionale, ad essere colpiti sono stati soprattutto settori che producono beni di investimento, situazione strettamente connessa (prima) alla stretta creditizia (poi) alla debolezza dei consumi. Ravenna in questo quindi risulta allineata rispetto alla criticità del quadro complessivo. Lo stesso dicasi per le lavorazioni meccaniche, condizionate dalla minore attività economica complessiva. Ciò non toglie che, soprattutto per quelle imprese che operano in regime di subfornitura, diventi sempre più dirimente la capacità di sviluppare delle competenze specifiche (di unicità) e di allargare anche geograficamente il loro bacino di riferimento. Come testimonia anche il dato congiunturale, le aziende subfornitrici (più frequentemente di tipo artigiano), non riescono ancora a cogliere le nuove opportunità offerta dal mercato, perché ‘drenate’ dai loro committenti che più di ieri tendono ad internalizzare attività che prima venivano cedute all’esterno perché ritenute meno strategiche. Senza una ripresa solida (che come si è detto sembra tutt’altro che probabile) difficilmente si vedrà espandere in maniera sensibile il mercato locale, con il rischio che per una parte significativa del sistema della fornitura verranno meno le condizioni per restare in attività e di conseguenza con una perdita di professionalità che il sistema non si può permettere: pena una perdita di competitività netta. Data la varietà di applicazioni che la metalmeccanica può coprire i fattori trasversali su cui fare leva sono senza dubbio la spinta internazionalizzazione ed alla partecipazione di filiere-reti di imprese, questione che richiede ‘dosi’ di informatizzazione che sovente il settore è riluttante ad introdurre se non ‘imposte’ dai committenti. Per la ceramica, la moda e la chimica esistono invece caratteri “peculiari” nel Sistema Paese (in particolare costo del lavoro, costo dell’energia, assenza di politiche di settore), che ne rendono più complessa la ripresa del ciclo e attenuano le prospettive di una crescita durevole. Rispetto a questi settori gli interventi che il contesto locale può attivare possono sicuramente aiutare le imprese, ma avranno un’incisività relativa senza una nuova cornice normativa su scala più ampia. Il settore delle ceramiche ravennate, ad esempio, oggi vede 10 aziende in situazione di crisi manifesta, con circa 340 persone coinvolte, ma già da prima dell’ultimo biennio accusava una minore dinamicità che partiva dalle sue aziende leader. La prima azienda per dimensione del 36 Provincia di Ravenna, giugno 2010, op cit.; 28 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna fatturato, era 31° nella graduatoria provinciale nel 2003, 50° cinque anni dopo; sempre nel 2003 erano 5 le aziende ceramiche nella top 100 provinciale, nel 2008 oltre alla predetta si segnalava solo un’altra realtà e questo nonostante gli investimenti pubblici ad esempio in tema di sostegno alla ricerca e all’innovazione (dall’ ISTEC-CNR e dell'Agenzia Polo Ceramico al Parco Torricelli). Indicazioni forti in questo senso vengono anche dal più grande distretto ceramico nazionale, quello di Sassuolo, e in generale dal sistema ceramico nazionale, dove dal 1995 tendono infatti a diminuire le aziende attive e dal 2001 così come l’occupazione generata37, seppure con più manifeste difficoltà nel 2009 (1.769 unità, -6,71%). L’emergere ed il consolidarsi di Paesi concorrenti e l’allontanarsi di mercati di riferimento, sempre più relegati all’Oriente, prossimo o estremo, sta spostando l’asse produttivo fuori dell’Italia. Anche i grandi player nazionali, oramai radicati produttivamente su scala mondiale, sono spinti a riorganizzarsi per abbattere il punto di equilibrio, così che gli elevati costi di produzione concorrono senza dubbio ad accelerare questo processo. Sul fronte nazionale si osserva così una riorganizzazione delle attività che tendono ad essere riportate nel cuore del distretto ceramico (Modena e Reggio Emilia), con qualche effetto positivo sul contoterzismo nel resto della regione (Ravenna compresa), in un processo che sta accorciando (ad oggi) soprattutto le relazioni col resto d’Italia, in un quadro però delocalizzazione crescente. Rispetto a questo quadro sembrano più immuni quelle attività che dalla realizzazione del prodotto finale si sono spostate sull’impiantistica, su cui le competenze sedimentate nel nostro Paese costituiscono ancora un fattore di competitività rilevante o addirittura su segmenti fortemente innovativi legaqti alla green economy ( es. tegole o piastrelle fotovoltaiche ). Anche per la moda il quadro nazionale mostra una progressiva fragilità che affonda le sue radici dagli anni Novanta, pur risultando più marcato nel decennio in corso38, e negli ultimi anni in particolare. Posto uguale a 100 il livello di produzione del 2005, nel 2007 era ancora pari a 97, nel 2008 era scesa a 85 e nel 2009 crollata a 67. Per questo settore l’Asia in generale, e la Cina in particolare, sono diventati i riferimenti sia come mercato di sbocco che come piattaforme produttive. Appare quindi improbabile che il settore moda ritrovi la portata che ha avuto storicamente. Il Made in Italy rappresenta però ancora un valore percepito dal mercato che, a prescindere dalla questione puntuale dell’etichettatura, offre chance competitive di rilievo. È il caso delle grandi maison, ma anche di quanti hanno superato l’anonimato accostando ad un prodotto di qualità una visibilità sul mercato. Una politica di marchio efficace e la presenza diretta sul punto vendita attraverso l’uso del retail monomarca sono due passaggi fondamentali per recuperare competitività anche operando dal nostro Paese. La ‘lezione’ che viene dal fast fashion, anche nella nostra regione, testimonia infatti come si possa concorrere con il resto del mondo mantenendo una parte consistente attività (anche di produzione) in Italia. Si tratta infatti di un segmento che ha acquistato un crescente gradimento e sul quale sono attivi molti operatori sono insediati nella nostra regione (da Terranova-Rinascimento, a Imperial e Annarita N a Germano Zama, ecc.), dalla quale non tendono a muoversi grazie alla rete di fornitura e di servizi che hanno attivato, grazie a cui possono settimanalmente rinnovare le loro collezioni. Allungando le filiere oltre confine vorrebbe infatti significare perdere di prontezza, fattore cruciale per questo sistema di fare moda. Attenzione particolare richiede anche il settore della chimica i cui livelli produttivi erano cresciuti a livello nazionale dell’8% tra il 2005 ed 2007, per tornare sui livelli del 2005 l’anno successivo, e crollare del 23% nel 200939 (con un arretramento del 30% per la chimica di base). Ciò si è 37 Confindustria ceramica, 30° Indagine Statistica sull’Industria Italiana Piastrelle di Ceramica, Anno 2009. 38 Nomisma-Scuola Superiore S. Anna Pisa, Analisi e ricerca sulla riorganizzazione dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali, 2006. 39 Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat. 29 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna tradotto per Ravenna ciò si è tradotto in 7 casi di crisi e 289 lavoratori in cassa integrazione40. Il distretto chimico ravennate ha rappresentato per anni e pur in mancanza di una chiara politica industriale nazionale rappresenta tutt’ora un polo di eccellenza. Il settore chimico attraverso le potenzialità della multisettorialità in grado di attivare, ha permesso in questi anni di affrontare la crisi meglio di altri territori e nel contempo sulla base di percorsi concordati con le istituzioni locali ha migliorato progressivamente i livelli di eco-compatibilità. Il comparto chimico ravennate è, infatti, una delle realtà più consolidate e fondanti dell’economia locale e rappresenta ancora oggi un forte motore occupazionale anche dal punto di vista qualitativo, considerata l’alta professionalità richiesta e gli importanti investimenti in ricerca ed innovazione effettuati. Il settore a Ravenna è riuscito ad assorbire gli effetti della crisi meglio di altri comparti industriali in ragione delle dimensioni medio-grandi delle aziende e soprattutto delle attività di investimento tecnologico per l’ottimizzazione dei processi produttivi. Il settore è fortemente radicato anche attraverso la fitta rete di piccole e medie imprese che forniscono beni e servizi. E’ fondamentale sostenere questo settore, non solo per l’economia del territorio locale, garantendo la realizzazione dei nuovi progetti in corso in condizioni di semplificazione amministrativa che ne consentano anche lo sviluppo anche nei prossimi anni, rafforzando al contempo i percorsi di sostenibilità ambientale e di innovazione di processo e di prodotto. Il polo chimico ravennate e le sue aziende insediate rappresentano a tutt’oggi un asset strategico per lo sviluppo economico del territorio. Anche un altro settore di punta del ravennate, quello della cantieristica navale, è coinvolto in una fase controversa. La presenza di un sistema di operatori importanti e di una vasta rete di fornitura sul territorio ravennate colloca a pieno titolo la provincia in un polo nazionale di primaria importanza come è quello romagnolo41. Con l’espansione di player di standing internazionale come Ferretti o i cantieri Del Pardo tutto il polo romagnolo ha avuto beneficio. Dopo anni di crescita impetuosa, il settore appare però fortemente colpito dalla crisi internazionale. Gli ordinativi sono scesi del 49% nel 2008 e del 64% nel 200942, la produzione è tornata sui livelli del 2005 (-11% nel 2009)43 e sembra via via ridursi nel 2010, segno che i contratti firmati non si stanno traducendo in lavorazioni. Le prospettive per il futuro sono incerte: nonostante il buon esito degli incentivi governativi, molta parte delle opportunità di sviluppo sarà comunque legata alla solidità della ripresa internazionale, di cui si stentano a vedere i segnali, se non si guarda a mercati molto distanti. Come insegna l’esperienza recente, questi mercati possono essere serviti efficacemente dall’Italia e dai nostri territori: le competenze e le imprese per farlo ci sono. Anche in questo caso la carta dell’alta innovazione e dell’internazionalizzazione è fondamentale, unita anche a maggiori e più moderni servizi per il settore. Se Ravenna vorrà infatti consolidare il suo sistema della cantieristica dovrà proporre fattori localizzativi innovativi, che vadano oltre all’offerta di cantieri di cui c’è sovrabbondanza per effetto della ristrutturazione dei grandi gruppi, unendo servizi mirati che neppure i più recenti poli nautici hanno messo in campo. Il progetto della cittadella della nautica comprensivo del Tecnopolo della nautica , aggiornato rispetto al nuovo quadro, rappresenta un’opportunità coerente con questa esigenza. A.4.3 IL TECNOPOLO E IL SISTEMA DELLA CONOSCENZA Ravenna è certamente un territorio che può vantare numerosi punti di forza, tra cui: l’esistenza di diverse strutture di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico (CNR, Enea, Terre Naldi, Azienda Sperimentale Marani ecc. ), e di centri per l’innovazione (Centuria-Rit, APC – Agenzia 40 Regione Emilia Romagna, aprile 2010, op. cit. 41 Nomisma, giugno 2005, op. cit. 42 Assonave, Situazione del mercato mondiale al 30 giugno 2010, Lettera-Notiziario n. 2 – 2010. 43 Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat. 30 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Polo Ceramico, NEREA – Network per il restauro Avanzato); la presenza crescente dell’Università; l’elevato tasso di scolarizzazione (il confronto tra la popolazione residente e i frequentanti gli istituti di istruzione nell’a.s. 07/08 evidenzia un tasso di scolarizzazione che per i ragazzi fino ai 16 anni si mantiene nell’ordine del 95,7%); un tasso di laureati superiore al dato nazionale (2008- laureati su popolazione di 15 anni e oltre; 11,3% Ravenna; 10,7% ER). Anche in funzione delle politiche attuate a livello regionale, il territorio di Ravenna vuole seguire un modello di sviluppo che vada nella direzione degli obiettivi che erano stati tracciati dall'Unione Europea nella strategia di Lisbona per il 2010 e che proseguono con la strategia “Europa 2020”. Tuttavia l’analisi propedeutica alla Conferenza ha evidenziato la presenza di alcuni fattori di debolezza, su cui è necessario intervenire: la presenza di un’industria manifatturiera concentrata su produzioni a medio basso contenuto tecnologico; una quota a Ravenna degli addetti impiegati in attività di R&S al di sotto della media regionale; un numero di brevetti inferiore al dato regionale (nel 2008 ultima nella classifica regionale); sporadicità dei rapporti fra il sistema delle imprese e i centri di ricerca. La conseguenza è anche una minaccia di contrazione di alcuni settori di specializzazione, in particolare per quelle fortemente esposte alla competizione internazionale e un “migrazione” delle professioni altamente qualificate. Un nuovo rapporto tra il sistema della ricerca, il trasferimento tecnologico e il sistema produttivo diventa indispensabile per la competitività delle imprese, che supportate dalle istituzioni pubbliche, educative e finanziarie devono implementare strategie che tengano conto delle modifiche strutturali e dei cambiamenti del quadro competitivo internazionale, ed in particolare: - spostarsi su fasce di mercato a maggior valore aggiunto e puntare sempre di più sulla qualità; - puntare sull’innovazione tecnologica. Solo se si attuano strategie finalizzate ad elevare l’innovazione dei prodotti, dei processi dell’organizzazione aziendale e commerciale si riescono a incrementare le quote di mercato e la produttività dell’impresa. Per questo devono essere potenziate le collaborazioni con le strutture di servizi e di trasferimento tecnologico, devono essere sfruttate le occasioni offerte dalle azioni comunitarie, dove assume sempre maggiore rilevanza il trasferimento dei risultati della ricerca alle piccole e medie imprese; - esprimere una domanda collettiva delle esigenze di impresa. Le imprese molto spesso focalizzano i loro fabbisogni a problemi specifici e contingenti della loro attività. L’aggregazione tra imprese e l’individuazione di problemi comuni potrebbe orientare meglio l’offerta alle reali necessità di queste imprese e fornire priorità più stringenti per l’azione delle politiche pubbliche. L’intervento sui Tecnopoli, inseriti nella Rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna apre un nuovo scenario in questa direzione, facilitando l’accesso delle imprese all’innovazione tecnologica. Il programma dei Tecnopoli, in attuazione dell’Asse 1 del Programma operativo regionale Fesr 2007-2013, è sostenuto da un accordo quadro tra la Regione, le istituzioni Locali, le Università e gli Enti di ricerca, basato sul lavoro in rete, sullo sviluppo di strumenti per la condivisione e la promozione di competenze e attrezzature scientifiche, e sul coinvolgimento delle imprese. Sono 10 i Tecnopoli previsti sul territorio regionale, nei quali si insedieranno i Laboratori di ricerca industriale, i Centri per l’innovazione, gli incubatori per le nuove imprese tecnologiche, strutture per il trasferimento tecnologico, sedi di ricerca delle imprese. Le istituzioni scientifiche coinvolte sono l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Ferrara, l’Università di Parma, le sedi di Piacenza del Politecnico e della Cattolica di Milano, il Cnr, l’Enea, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e altri organismi di ricerca. E poi per gli Enti locali, in particolare le Province, i Comuni capoluogo e i Comuni che ospiteranno laboratori e infrastrutture della rete. 31 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Il Tecnopolo della provincia di Ravenna si articolerà nelle due sedi di Ravenna e Faenza e avrà nella Bassa Romagna una antenna finalizzata a rafforzare le relazioni tra il sistema regionale della ricerca e le imprese di quell’ area territoriale. Per Ravenna nel 2011 si avvierà presso la sede provvisoria del centro ricerche di Marina di Ravenna la sede del Tecnopolo centrato sulla ricerca nel campo della nautica e dell' energia ( in particolare biomasse, idrogeno, sequestro CO2 ) , attività che verranno gestite dall' Università di Bologna tramite appositi CIRI e, per la parte relativa all'idrogeno e al sequestro della CO2 in collaborazione con il CNR. In stretta connessione con il progetto della Cittadella della Nautica la Provincia di Ravenna, la CCIAA di Ravenna e il Comune di Ravenna opereranno dal 2011 per realizzare, in termini modulari e funzionali, d'intesa con la Regione e gli Enti di ricerca, la sede definitiva e l' Autorità Portuale si attiverà non appena realizzate le necessarie bonifiche per realizzare il "bacino attrezzato" per la nautica. A Faenza nel 2011 si avvierà presso la sede apposita nell'incubatore del Parco Torricelli il segmento del Tecnopolo centrato sui nuovi materiali a cura dello specifico CIRI costituito dall' Università di Bologna che si affiancherà e collaborerà con le strutture esistenti da anni nel polo di ricerca faentino che vede la presenza di importanti attività del CNR, ENEA e Agenzia Polo Ceramico e di Centuria Rit oltre che il centro di ricerca per l' agricoltura di Tebano. Il Tecnopolo provinciale e l’ antenna della Bassa Romagna dovranno lavorare, in modo integrato, su tutto il territorio provinciale, cercando di rispondere alle esigenze di innovazione delle imprese di tutte le aree del territorio (area ravennate, faentina e Unione Bassa Romagna; quest’ultima realtà territoriale ha avanzato, d'intesa con un gruppo di imprese e con le associazioni imprenditoriali, una interessante proposta innovativa di sviluppo di attività di ricerca di materiali innovativi in ambito sanitario a scopo preventivo e di tutela della salute e che ha avviato rapporti con Centuria Rit per dar vita ad una specifica "antenna" per il recepimento di progetti di ricerca e il trasferimento tecnologico) e in stretto raccordo con la rete regionali dei Tecnopoli e più in generale dell' alta tecnologia coordinati da Regione e ASTER. A.4.5 LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA I rapporti con la Pubblica Amministrazione per quanto riguarda autorizzazioni aziendali, per ampliamenti produttivi e nuovi impianti industriali sono considerati un elemento cruciale per le imprese su cui queste spesso esprimono un crescente malcontento. La rilevanza di questo problema sta soprattutto nel confronto competitivo con paesi stranieri. In una concorrenza senza più protezioni istituzionali, bisogna operare a parità di condizioni. Un Paese deve quindi porsi l’obiettivo di fare in modo che questo vincolo non sia talmente restrittivo per le imprese locali da determinare svantaggi competitivi difficilmente recuperabili, o una irreparabile spaccatura tra il mondo produttivo e il resto della società. Oggi, alla luce della difficile situazione economica, la riduzione degli oneri burocratici a carico del sistema produttivo diventano un percorso obbligato perché è una delle leve per sostenere la competitività delle imprese, soprattutto delle imprese di piccole dimensioni (che sopportano i maggiori oneri) con costi limitati per la Pubblica Amministrazione. L’Italia sembra soffrire di parecchi vincoli in tema di “ambiente per le imprese”: la posizione competitiva del Paese sulla base della graduatoria stilata dalla World Bank nell’indagine Doing Business 2010, che analizza il contesto del business secondo diversi indicatori pone per il 2010 l’Italia al 78° posto della classifica su 183 totali. L’Italia perde 4 posizioni rispetto all’anno precedente ed all’ultimo posto tra i Paesi industriali dell’OCSE. I fattori che risultano maggiormente critici sono: il rispetto dei contratti commerciali (156° posizione), il pagamento delle tasse (136° posizione), la rigidità del mercato del lavoro (99° posizione), la registrazione la proprietà (98° posizione), l’ottenimento di una licenza (85° posizione) e l’avviamento di un’impresa (75° posizione). 32 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Inoltre secondo il Rapporto 2010 della Promo PA Fondazione il costo per gli adempimenti burocratici, in media, è pari ad oltre 14 mila euro, impiegando risorse interne e consulenti esterni, con un incremento del 3% rispetto al 2009. Il tema della semplificazione amministrativa è un tema solo parzialmente locale perché è strettamente connesso con la normativa nazionale e regionale, numerosa e spesso molto complessa, anche se negli ultimi anni è in atto uno sforzo nella direzione della semplificazione. A livello nazionale, solo per ricordare i provvedimenti più recenti vanno citati quelli relativi alla semplificazione e al riordino della disciplina degli Sportelli unici per le attività produttive (Legge 133/2008 e i regolamenti di attuazione, e il DPR 160/2010) così come le modifiche ai procedimenti amministrativi al fine di semplificarli e accelerare i tempi per le autorizzazioni44. A livello regionale su questo tema c’è sempre stata una forte attenzione, sia nella semplificazione delle normative di competenza regionale, che per attivare strumenti a supporto degli Enti locali per il funzionamento degli Sportelli Unici45 . Le analisi infatti evidenziano delle buone performance di questa regione nel contesto nazionale: nella recente ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato tra le prime dieci province italiane che hanno un contesto più adatto alle attività produttive, cinque sono province dell’Emilia Romagna. Ravenna, secondo questa ricerca, è al 1° posto tra le province italiane per la qualità dei servizi necessari per aprire e gestire un’impresa (es. possibilità pagamenti on line, tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione). In realtà anche nell’ultimo rapporto di monitoraggio dei SUAP realizzato nel 2005 dalla Regione, Ravenna risulta una provincia dinamica, in particolare: - tra le provincie dell’Emilia Romagna solo dietro a Reggio Emilia in termini di percentuale di personale addetto al SUAP; - in 4° posizione tra le province (dopo Rimini, Reggio Emilia, Parma) per la diffusione nei SUAP della dotazione di interfacce on line con gli utenti -è una delle province (insieme e Rimini, Reggio Emilia, Parma e Ferrara) in cui tutti i SUAP hanno stipulato intese con gli enti terzi. 44 Nella manovra finanziaria approvata a Luglio del 2010 -L. 30/7/2010, n.122- in cui sono state apportate modifiche alla disciplina della conferenza di servizi e in cui è stato integralmente sostituito l’art. 19 della L. 241 del 1990 “Dichiarazione di inizio attività” con “Segnalazione certificata di inizio attività”, che consente l’avvio immediato degli interventi e 60 giorni di tempo da parte degli uffici comunali per effettuare i controlli, stabilendo la reclusione da 1 a 3 anni per chi ha dichiarato il falso 45 Per esempio Legge regionale comunitaria per il 2010 -Lr. 4/2010- che definisce lo SUAP come unico punto di accesso per tutti i soggetti che avviano ed esercitano attività produttive, disciplina lo SUAP telematico e stabilisce che la rete dei SUAP è sia coordinata dalla Regione mediante un apposito “Tavolo di coordinamento”; portale della Regione Emilia Romagna “si-impresa” realizzato nell’ottica di semplificare e velocizzare l’acquisizione delle informazioni necessarie per lo svolgimento delle pratiche burocratiche. 33 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Le linee strategiche Attrazione e Marketing territoriale È necessario scongiurare il processo di deindustrializzazione, puntando sull’innovazione tecnologica, sulla qualità del lavoro e dell’ambiente, su un sistema fondato sulla convenienza all’insediamento produttivo. A tal fine la strategia che si intende implementare prevede di intervenire contemporaneamente su più fronti: è necessario da una parte che le imprese esistenti siano tempestive nell’individuazione dei mutamenti sempre più frequenti del mercato e questo richiede un ambiente favorevole alle loro esigenze, ma anche stimolare la nascita e il rafforzamento di attività con alte potenzialità di sviluppo. La strategia che si vuole implementare, anche attraverso una politica di marketing territoriale concentrata su specifici “settori” in cui Ravenna presenta fattori attrattivi rispetto alle tendenziali disponibilità esterne all’investimento, avrà una logica selettiva che punta a promuovere e attrarre investimenti: definendo il posizionamento di Ravenna all’interno della strategia di marketing territoriale della Regione, nei settori strategici per lo sviluppo provinciale e in grado di garantire stabili prospettive occupazionali, valide opportunità di integrazione con i sistemi produttivi locali e con il sistema della ricerca (Tecnopoli e Università). Tra i progetti emersi come particolarmente strategici rientrano quello relativo al sostegno delle filiere tecnologiche delle rinnovabili, quello per la promozione della cittadella della nautica, riconvertendo l’area ex Sarom, l’intervento sulla Darsena Città, su Faenza Torricelli e sul Centro Intermodale di Lugo. Potenziamento dei Tecnopoli I Tecnopoli provinciali integrati nell’ambito del sistema regionale dell’Alta Tecnologia possono fornire alle imprese nuove opportunità per accrescere la propensione ad innovare. La strategia che si intende implementare è quella di dotare i Tecnopoli della provincia di Ravenna, di una governance che, al di là delle specifiche e autonome competenze degli Enti Locali sulle strutture e dell' Università e dei centri di ricerca sulle attività di ricerca, sia in grado di coinvolgere attivamente tutti gli attori interessati (Centri di Ricerca, Enti Locali e Imprese) e capace di: - Sviluppare da subito e in prospettiva programmi di R&S costituendo partenariati con soggetti imprenditoriali in modo da promuovere filiere di ricerca-sviluppo produzione su attività con alte potenzialità. A tal fine è necessario superare l’atteggiamento (certamente frequente negli imprenditori di prima e seconda generazione) di tipo fortemente individualistico delle imprese che si sono abituate a non aspettarsi dal territorio particolari impulsi innovativi e hanno seguito fino ad ora processi di crescita prevalentemente per via interna; - Garantire la massima diffusione dei servizi erogabili dai Tecnopoli riferendosi anche a quella parte delle imprese che per le ridotte dimensioni e la difficoltà di aggregarsi faticano a effettuare investimenti in ricerca e innovazione, ma che inseriti in un processo virtuoso con sostegno pubblico presentano potenzialità di innovazione. Questa parte dell’economia locale va seguita attentamente perché rimane incapace di difendersi sulla base della sola azione individuale di fronte ai grandi mutamenti di scenario; 34 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna - Diventare punti di riferimento anche per imprese extra provinciali; - Garantire la continuità delle attività individuando e attraendo ulteriori possibili finanziamenti, pubblici e privati, nazionali ed europei, oltre ai fondi già previsti dalla Regione Emilia-Romagna; - Promuovere e organizzare nel territorio l’incontro tra domanda e offerta di RST, facilitando l’accesso delle imprese all’innovazione, anche sviluppando reti stabili di collaborazione con i Tecnopoli localizzati in altre province e, più in generale con le eccellenze del sistema della ricerca. Rafforzamento dei processi di internazionalizzazione La strategia a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese che questa provincia intende attuare sarà rivolta a rafforzare il circuito virtuoso tra azione degli enti a supporto dell’internazionalizzazione, risorse finanziarie ed esigenze delle imprese, focalizzando l’azione su alcuni aspetti: - Indirizzare le attività di supporto all’export a presentano potenzialità sui mercati internazionali settori/imprese che - Favorire aggregazioni di filiera per superare uno dei maggiori vincoli ai processi di internazionalizzazione, che è rappresentato dalla dimensione d’impresa - Rafforzare l’approccio di sistema tra i diversi attori provinciali che operano a sostegno dell’internazionalizzazione definendo in maniera integrata e chiara le strategie, gli indirizzi e i servizi per l’internazionalizzazione mirati e selezionati sulla base dei target Paese /settori definiti dall’Eurosportello e dalle Associazioni di categoria - Coordinarsi su un ambito territoriale più allargato, intensificando i rapporti di collaborazione con il sistema camerale regionale e lo Sportello regionale per l’internazionalizzazione (Sprint), in modo che le imprese ravennati riescano a sfruttare il più possibile gli strumenti a sostegno dei processi di internazionalizzazione (strumenti promozionali, finanziari e assicurativi) e le misure messe a disposizione della Regione nell’ambito del Piano Triennale delle Attività produttive Accesso al credito Agevolare l’accesso al credito è fondamentale in particolare per le aziende di minori dimensioni si trovano in difficoltà a reperire risorse finanziarie in grado di supportarle in questo difficile momento di congiuntura economica. I Confidi per il sistema imprenditoriale di questa provincia rappresentano un elemento importante, tanto che la Provincia di Ravenna, la Camera di Commercio e altre istituzioni locali hanno destinato in questi anni un sostegno finanziario ai Confidi, attraverso una convenzione del 2007 di durata triennale, prorogata fino al 2010. Secondo le indicazioni emerse dal tavolo vi è volontà di proseguire tale intervento attraverso la stipula di una nuova convenzione. I Consorzi fidi possono rappresentare un valido strumento, ma è necessario assicurarsi che le risorse pubbliche destinate a supportarne l’azione promuovano realmente un rafforzamento delle capacità competitive delle imprese. Alcune analisi a livello nazionale hanno osservato che nel periodo di crisi economico-finanziaria, a fronte di un’aumentata incidenza del credito garantito dai Confidi spesso è corrisposta una perdita di qualità del 35 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna credito stesso. Valutare l’efficacia dei finanziamenti erogati ai confidi diviene quindi di forte strategicità nell’ottica di ottimizzazione dell’impiego delle risorse pubbliche. Si ritiene inoltre quanto mai opportuno rinnovare anche per il 2011 l’ accordo del Tavolo Provinciale dell’ Economia con gli istituti di credito lavorando per ampliare alcune aree di intervento ad esempio per favorire da un lato il microcredito e dall’ altro un impegno più diretto dei principali istituti di credito a supporto dei più importanti progetti territoriali delineati da questa conferenza economica ( es. cittadella della nautica, tecnopoli ecc. ). Semplificazione Amministrativa Uno degli elementi critici evidenziati dal mondo imprenditoriale risiede nel rapporto con la Pubblica Amministrazione. Si segnalano problematiche che non si riferiscono solo al livello locale: i tempi di risposta e la numerosità delle pratiche sono infatti gli elementi che rendono critica la relazione fra imprese e amministrazione. Si tratta di problemi evidenziati in generale in tutto il paese e che attengono alla necessità delle imprese di risposte rapide ai mutamenti che vengono imposti dal mercato e ai costi della gestione dei rapporti con la burocrazia che la numerosità elevata delle procedure comporta, ma che può trovare una parziale risposta anche nei cambiamenti organizzativi che si possono implementare a livello locale, in particolare rafforzando l’operatività e l’efficienza degli Sportelli Unici alle Attività produttive. Il processo di semplificazione che si è avviato recentemente a livello nazionale vede un rapporto nuovo tra Pubblica Amministrazione e impresa, con il passaggio da un forte ruolo autorizzativo da parte delle Pubbliche Amministrazioni ad un ruolo di controllo. Questo passaggio per avere un impatto positivo sul sistema produttivo, necessita di molta chiarezza nelle normative e nei regolamenti, perché diversamente accresce il rischio di contenziosi tra privati e Pubblica Amministrazione e/o rischia di allungare i tempi. Questa è una problematica evidenziata anche dagli imprenditori che operano in questa provincia, che anche se da un lato riconoscono la dinamicità della loro provincia, dall’altro si sentono penalizzati dal forte GAP nazionale nel confronto competitivo con i Paesi stranieri. In particolare ciò che chiedono agli Enti locali è di proseguire nell’azione già intrapresa per adeguare i Suap provinciali esistenti ai requisiti previsti dall'art. 38 L. 133/2008 e al DPR 160/2010, concludendo il processo che porterà ad una gestione dei procedimenti in forma telematica e adeguando l’organizzazione dei SUAP affinché diventi unico referente per tutti i procedimenti autorizzatori relativi ad impianti produttivi di beni e di servizi e per l'esercizio di attività di impresa, e di utilizzare l’opportunità di tali cambiamenti per avvicinare le imprese alla Pubblica Amministrazione e la Pubblica Amministrazione alle imprese dando, in questo modo, un sostegno permanente alla competitività delle imprese. A tal fine è necessario dare concreta e tempestiva attuazione all’Accordo provinciale sui SUAP, definendo azioni concrete che in tempi brevi e certi siano in grado di rimuovere: - alcune disomogeneità di applicazione delle regole e delle procedure (in termini di interpretazione più o meno rigida delle norme) fra diverse aree della provincia, soggette a diverse amministrazioni e con il resto 36 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna della regione; - le interpretazioni diverse e contraddittorie sulla stessa norma tra uffici ed Enti diversi, se non addirittura norme contraddittorie, anche nello stesso territorio; - i tempi di risposta troppo lunghi o a volte incerti. La strategia che si vuole mettere in atto in questo territorio è quindi quella di utilizzare il quadro normativo e regolatorio esistente e lavorare sui procedimenti che da esso scaturiscono per creare un contesto di regole certe che sia in grado di rispondere al fabbisogno delle imprese anche in termini di tempi celeri, attraverso un percorso che coinvolge i diversi soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nel processo di semplificazione. 37 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna A.5 LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E LA GREEN ECONOMY In questi anni si è assistito certamente ad una crescita di sensibilità sul tema dei cambiamenti climatici, che stanno avvenendo molto più velocemente del previsto e che, secondo gli scenari descritti nei rapporti dell’Onu redatti dagli esperti internazionali dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), possono causare conseguenze gravissime a causa del riscaldamento globale ed in crescita causato dalle emissioni di CO2. A livello internazionale si è posta l’urgenza di intraprendere al più presto misure di adattamento per reagire a impatti che sono ormai inevitabili e misure di mitigazione dei cambiamenti climatici al fine di alleviare ed evitare i maggiori futuri rischi. Un passaggio determinante per contrastare i cambiamenti climatici è stato rappresentato dalla stipula del Protocollo di Kyoto in cui si stabilisce che i 38 paesi più industrializzati abbiano precisi obblighi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di altri cinque gas serra (metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo). Complessivamente le emissioni delle varie nazioni, nel periodo 2008-2012, dovranno essere ridotte del 5% rispetto ai valori dell'anno di riferimento, fissato al 1990 per anidride carbonica, metano e perossido di azoto, e al 1995 per gli altri gas, seppur gli obblighi di riduzione non siano omogenei per tutti i paesi (per i paesi dell'Unione Europea l'obbiettivo è una riduzione dell'8% suddivisa in maniera diversa tra i vari paesi membri, per l'Italia l’obbligo è del 7,5). Attualmente i paesi firmatari del protocollo sono 192. La green economy include numerosi settori di attività, anche molto diversi tra loro; rientrano tra questi le produzioni tecnologiche volte ad affrontare in termini innovativi e con l’obiettivo della sostenibilità problematiche fortemente attuali quali: i rifiuti, le energie rinnovabili, il risparmio energetico, il risparmio, la tutela e l’uso razionale le risorse idriche e più in generale settori che impattano sulle risorse naturali e su quelle ambientali. In questi anni, di fronte all’ aggravarsi dei problemi degli equilibri ecologici su scala mondiale di cui i mutamenti climatici sono solo il segnale più evidente, vi è stata, come accennato, una crescita di sensibilità su questi temi con un primo importante impegno (destinato peraltro a rafforzarsi nei prossimi decenni ) delle istituzioni ( e in particolare dell’ Unione Europea con la strategia del 20-20-20 ma anche con le molteplici direttive innovative in campo ambientale ) nel ricercare strategie di sviluppo del sistema economico in grado di coniugare la sostenibilità ambientale con lo sviluppo economico. In particolare la Regione Emilia Romagna nei suoi documenti di programmazione non solo punta sulla sostenibilità ambientale a lungo termine come condizione per la crescita economica e sociale, ma individua nelle nuove risorse energetiche e nel patrimonio ambientale nuovi importanti opportunità per lo sviluppo economico. A livello europeo, l’impegno vincolante per l’Italia al 2020 è del 17% di energia prodotta da rinnovabili sui consumi lordi finali e nel recentissimo Piano d’azione nazionale sulle rinnovabili, presentato dal Governo Italiano a Giugno 2010, in attuazione della direttiva 2009/28/CE, in cui vengono definite le strategie per rispettare gli impegni comunitari, si assume che i consumi finali lordi del nostro paese al 2020 arriveranno ad un valore pari a circa 131,2 Mtep, prevedendo quindi un rilevante sforzo sull’efficienza energetica46. Il risparmio energetico è una priorità di grande rilevanza, non solo per gli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese, ma anche per ricadute che possono generare in termini economici 46 Infatti tale stima è a ribasso rispetto a quelli che lo studio Primes aggiornato al 2009 (preso a riferimento dalla Commissione Europea), tenendo conto dell’effetto della crisi economica e delle misure di contenimento dei consumi programmate all’atto della sua pubblicazione, indica per l’Italia un consumo finale lordo pari a 145,6 Mtep. 38 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna (risparmi sulla bolletta elettrica e come stimolo per nuove tecnologie innovative) e di salubrità dell’ambiente lavorativo, urbano e domestico. In Italia, ad esempio circa il 40% dei consumi di energia totale e il 35% delle emissioni di CO2, sono imputabili agli edifici, sia di proprietà pubblica, che privata; è quindi necessario, o meglio auspicabile, intervenire non solo relativamente agli edifici di nuova costruzione, ma anche al patrimonio immobiliare esistente con interventi specifici di riqualificazione energetica, che possono offrire opportunità molto importanti per il settore delle costruzioni complessivamente inteso. Come dimostra l’Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi comunali promosso dal Cresme e Legambiente, in collaborazione con Saie Energia, uno strumento certamente importante per promuovere le innovazioni nell’energia e nella sostenibilità in edilizia oltre al mantenimento di incentivi nazionali, è quello dei regolamenti edilizi comunali, che possono rappresentare un fattore di traino per l’adozione di interventi sia nelle nuove costruzioni che nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. Oltre ai documenti di programmazione, condizionano fortemente lo sviluppo delle rinnovabili le norme nazionali, che definiscono il sistema di incentivazione delle diverse fonti e/o impianti e le regole generali per le autorizzazioni, ma anche la politica regionale è un tassello importante per capire il contesto in cui opera Ravenna; pertanto è importante richiamare il quadro di programmazione e le politiche che vengono attuate a livello regionale.47 BOX - La politica regionale a sostegno delle rinnovabili e del risparmio energetico La Regione Emilia Romagna ha approvato il Piano Energetico regionale (PER, previsto dalla legge regionale n. 26 del 2004 ) nel 2007, dove si delinea una strategia che punta su alcuni segmenti fondamentali, tra cui il recepimento degli obiettivi di risparmio energetico, uso efficiente dell’energia e valorizzazione delle fonti rinnovabili. Le finalità della politica energetica regionale inserite nel PER mirano a: Promuovere azioni di risparmio energetico in tutti i settori, a partire dall’edilizia. Sostenere la qualificazione energetica nell’industria ed energetico-ambientale nel turismo. Assicurare lo sviluppo delle rinnovabili, compatibile con l’ambiente, promuovendo in particolare la generazione diffusa attraverso piccoli impianti di produzione di energia in tutti i settori. Contribuire allo sviluppo di mezzi di trasporto collettivi, alla diffusione dei mezzi ad alta efficienza e ridotte emissioni nel trasporto pubblico locale e nel trasporto merci. Sostenere lo sviluppo di filiere produttive nei settori delle rinnovabili e del risparmio energetico, promuovendo la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico. Inoltre in un’ottica di adesione volontaria e concorso agli obiettivi nazionale di tutela ambientale il PER assume come obiettivo strategico la riduzione del 6,5% delle emissioni climalteranti registrate nel 1990, con un impegno di diminuire di circa 1 milioni di tonnellate all’anno le proprie emissioni di Co2. Il PER si pone anche obiettivi in un orizzonte che va oltre il 2010, prevedendo per quanto concerne il risparmio energetico e l’uso efficiente delle risorse di ridurre nei primi 10 anni l’indice di intensità energetica di 1,5 punti percentuali all’anno e di aumentare in egual misura il contributo delle fonti rinnovabili ai consumi elettrici finali, coordinando gli strumenti pubblici di intervento e creando i presupposti normativi e regolamentari. Il Piano Energetico Regionale è un documento importante perché oltre ad indicare gli obiettivi regionali di politica energetica, rappresenta il principale documento di programmazione economico-finanziaria ai fini della individuazione delle linee regionali di intervento, che viene attuato attraverso i piani triennali e annuali d’intervento. Il Piano Triennale di attuazione del PER 2008-2010 prevede sette assi di intervento, con oltre 140 milioni di euro di risorse finanziarie. Nello specifico, l’asse 1 è relativo alla promozione del risparmio energetico ed uso razionale dell’energia e nei sistemi urbani, l’asse 2 è sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’asse 3 è relativo ad interventi per il risparmio energetico e la qualificazione dei sistemi energetici nelle imprese e negli 47 La politica regionale sarà anche molto rilevante in considerazione del fatto che gli obblighi nazionali saranno presto suddivisi a livello regionale (il cosiddetto “burden sharing” ) che doveva essere emanato entro maggio 2009, ma che non ha ancora visto la luce. 39 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna insediamenti produttivi, l’asse 4 è sulla razionalizzazione energetica dei trasporti locali, l’asse 5 è relativo ai contributi a favore dell’impresa agricola e forestale, gli ultimi due assi riguardano rispettivamente la ricerca e il trasferimento tecnologico e l’informazione, l’orientamento e la sensibilizzazione. Attualmente la Regione sta definendo le nuove linee del Piano triennale 2011-2013, attivando un percorso condiviso e partecipato. Sul tema del risparmio energetico, inoltre la Regione Emilia Romagna ha approvato in questi anni alcuni rilevanti provvedimenti di regolazione. Tra questi vanno certamente citate la deliberazione dell’Assemblea legislativa 4 marzo 2008, n. 156 con la quale è stato approvato l’”Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici”, che danno attuazione alle direttive comunitarie 2002/91 CE sul rendimento energetico e a quella 2006/32/CE concernente l’efficienza degli usi finali dell’energia. Tale delibera, coerentemente con quanto previsto dal Piano Energetico regionale, rafforza i requisiti prestazionali relativi agli edifici fissati dal legislatore nazionale in particolare per quanto concerne il comportamento energetico degli edifici in regime estivo e il ruolo delle fonti rinnovabili per la copertura dei consumi di energia primaria e le successive modifiche approvata con la DGR 1362 del 20/09/2010 di aggiornamento della parte seconda – allegati della Deliberazione 156/08. La disciplina regionale, recependo la normativa nazionale, prevede singoli allegati relativi a: disposizioni in materia di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli impianti; requisiti minimi di prestazione energetica attestato di qualificazione energetica degli edifici procedura di certificazione degli edifici attestato di certificazione energetica metodologie per la determinazione della prestazione energetica degli edifici sistema di classificazione della prestazione energetica degli edifici rapporto di controllo tecnico per impianto termico di potenza maggiore. La provincia di Ravenna ha seguito gli ambiti di indirizzo regionali, adottando provvedimenti in diverse direzioni, sia sotto il profilo della programmazione, che sulla promozione di importanti progetti. La Provincia ha infatti adottato il Piano d’azione per l’Energia e lo sviluppo sostenibile che è ora in fase di approvazione definitiva; il Comune di Ravenna ha un Piano Energetico Comunale approvato e il Comune di Lugo sta avviando i lavori per la redazione del Piano Energetico per conto dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Tra i progetti importanti sul risparmio energetico, la qualificazione energetica e lo sviluppo delle rinnovabili vanno indicati: - quelli sulla qualificazione energetica negli edifici pubblici (bando regionale); si tratta di un importante progetto approvato a giugno del 2010, che coinvolge 18 Enti pubblici per ridurre il consumo e utilizzare fonti rinnovabili con il massimo coinvolgimento dei Comuni, per un importo di un milione e 421 euro erogati a fondo perduto dalla Regione e capaci di attivare investimenti per complessivi 6.700.000 euro da parte degli enti locali e produrre un risparmio di 720 TEP/anno. - i progetti sulle Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA), che è una linea strategica inserita dalla Regione anche nella nuova programmazione dei fondi strutturali (2007-2013); nella provincia di Ravenna sono stati ammessi a finanziamento 3 progetti di “Qualificazione energetico - ambientale e sviluppo sostenibile”, con finalità di innalzamento della dotazione energetico - ambientale delle aree produttive ecologicamente attrezzate per un importo complessivo di 7 milioni di euro, che riguardano le aree di Bagnacavallo – Via Navaglio, di Ravenna Bassette e di Lugo – Centro Merci. - progetti sperimentali promossi dalla Provincia di Ravenna, tra cui: il progetto Wi.Co (Wind of the Cost) promosso dalla Provincia di Ravenna e finanziato con 224 mila euro attraverso il Programma europeo interregionale Power. Il programma prevede che 3 regioni costiere europee, tra cui l’Emilia Romagna sviluppino metodologie comuni per verificare le potenzialità di applicazioni microeoliche diffuse lungo le coste; il progetto “For Biogas – Sperimentazione per la valorizzazione energetico – agronomica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e dei 40 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna fanghi urbani di depurazione” con il coordinamento della Provincia di Ravenna (che ha contribuito finanziariamente con 53 mila euro) insieme ad altri partner importanti quali l’Università di Bologna, il CIRSA (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali) ed Hera. Inoltre è stata firmata l’Intesa tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna e Comune di Ravenna per il Tecnopolo nel campo dell’energia, inserito nella rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna, con il finanziamento di specifici programmi, tra i quali: Programma di ricerca industriale “tecnologie a idrogeno per i primi mercati”; Programma di ricerca industriale “Flessibilità combustibili e da carbonizzazione” e uno sulla biomassa. Gli investimenti in ricerca rappresentano un elemento importante in quanto, oltre al doveroso rispetto degli impegni ambientali, le rinnovabili possono rappresentare un’opportunità di sviluppo industriale. La Commissione Europea nelle diverse comunicazioni ha sempre evidenziato l’opportunità di rafforzare gli investimenti in questo settore, in particolare a favore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Oggi in Italia l’industria manifatturiera di tecnologie per le rinnovabili è ancora poco sviluppata (il 70% degli investimenti è stato destinato all’importazione di sistemi e apparati tecnologici per la realizzazione di impianti), mentre una sua maggiore espansione sarebbe certamente un elemento positivo per l’economia nel suo complesso e anche per promuovere la crescita delle rinnovabili stesse. Gli esempi di paesi virtuosi che hanno favorito lo sviluppo tecnologico e l’innovazione in questo settore anche in Europa sono numerose; la Danimarca, la Spagna e la Germania, che hanno eccellenze nell’industria dei generatori elettrici dell’eolico così come la stessa Germania, Spagna ma anche Regno Unito, Svezia e Portogallo nel fotovoltaico. Dalle ricognizioni sulle iniziative industriali condotte da NE Nomisma Energia qualcosa si sta muovendo anche nel nostro Paese. Tra le esperienze significative va segnalata l’esperienza del Veneto con il distretto industriale del fotovoltaico di Carmignano di Brenta (che impiega ormai circa 1.000 occupati) e quello della power generation e dell’eolico in Puglia tra Bari e Taranto (con un indotto complessivo di circa 1.500 addetti e con la costituzione del Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica "La Nuova Energia"), ma iniziative interessanti si stanno sviluppando anche nel Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Una recente analisi dello Iefe Bocconi ha stimato, in una prospettiva di alto sfruttamento delle opportunità se l’industria puntasse a valorizzare la filiera produttiva delle tecnologie rinnovabili, il solo mercato italiano potrebbe generare un fatturato medio annuo di 8 miliardi e 175.000 occupati al 2020 di cui , per entrambi solo il 30% sarebbe coperto da imprese straniere. Per quanto riguarda lo sviluppo delle rinnovabili, l’analisi dei dati indica Ravenna tra le provincie che negli ultimi anni si è mostrata più dinamica; dalle stime effettuate dall’Assessorato dell’Ambiente della Provincia risulta pari circa al 24.3 % di energia da FER (attuale) sui consumi finali energetici del 2006 (ovvero ai consumi attribuiti ai settori dell’agricoltura, industria, civile, trasporti) e 9.2 % di energia da FER (attuale) sul consumo interno lordo totale (considerando anche tutta l’energia spesa per la trasformazione in energia elettrica)48. Per quanto riguarda il fotovoltaico, Ravenna è la 4° provincia dell’Emilia Romagna sia in termini di impianti, che di potenza installata e la prima in regione nel rapporto tra abitanti e numero di impianti installati (un impianto ogni 350 abitanti). A giugno 2010 Ravenna aveva 831 impianti con una potenza pari a 11.329 kWp, preceduta da Bologna (1261 impianti e 29.108 kWp di potenza installata), Modena (1337 impianti e 14.078 kWp di potenza installata), Forlì Cesena (927 impianti e 13.030 kWp di potenza installata); inoltre risulta in quarta posizione tra le province in termini di incentivi ottenuti dal conto energia, con una quota pari al 10% (corrispondente a 3.109.000 €), dopo Bologna (28% con 8.413.000 €), Modena (15% con 4.419.000 €) e Forlì Cesena (12% con 3.505.000 €); ed è la 3° provincia in termini di 48 Va evidenziato che il 17% dei consumi lordi finali di energia da fonti rinnovabili è l’obiettivo vincolante al 2020 dell’Italia, ma non è stato ancora definito dal Governo il cosiddetto burden sharing, cioè la ripartizione a livello regionale del vincolo nazionale, che era atteso per maggio 2009. 41 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna incremento percentuale della potenza installata dal dicembre 2009 a giugno 2010 (+40,4% , preceduta da Parma +54,8% e Rimini +45,8%). Inoltre sono stati ammessi a finanziamento 17 progetti di qualificazione energetico ambientale e sviluppo sostenibile delle pmi e sono in fase di realizzazione due progetti industriali di produzione di biodiesel (un primo impianto è già in funzione e produce 198.000 ton/anno di biodiesel, mentre per un secondo impianto e' in corso l'iter autorizzativo). Per avere un quadro più completo sulla green economy vanno poi considerati alcuni dati significativi relativi ad altri ambiti, ed in particolare: - sui rifiuti la Provincia di Ravenna ha raggiunto risultati significativi dal punto di vista della raccolta differenziata: oltre il 50% nel 2009 quota superire rispetto al 47,4% della media regionale e oltre gli obiettivi di legge. Inoltre la Provincia ha un Piano dei Rifiuti aggiornato, con impianti di trattamento diversificati, sufficienti rispetto alle esigenze, che prevedono anche il recupero di materia e di energia, e che garantiscono l’autosufficienza alla provincia nella gestione dei propri rifiuti; - sull' acqua la provincia di Ravenna ha un piano aggiornato basato sulla corretta gestione del ciclo integrato della risorsa idrica e ha sviluppato importanti interventi per il risparmio idrico e la salvaguardia della qualità idrica. L’impegno pluriennale della provincia di Ravenna per la tutela del Mare Adriatico è stato particolarmente significativo. - la Provincia di Ravenna d’intesa con la Regione Emilia-Romagna e con altre Province limitrofe ha promosso in questi anni la politica dei Parchi e delle Aree protette con la costituzione e gestione del Parco Regionale del Delta del Po e del Parco della Vena del Gesso. Questi costituiscono non solo importanti riserve di biodiversità ma laboratori per uno sviluppo sostenibile e di qualità in molti campi, dalla gestione delle zone umide, allo sviluppo di produzioni tipiche e biologiche fino alle forme di turismo naturalistico - la provincia di Ravenna è interessata in vaste zone ai fenomeni della subsidenza e dell’ erosione costiera che costituiscono certamente una seria minaccia per il proprio territorio e per aree strategiche come le spiagge ma anche in questo campo le azioni strategiche per contrastare tali fenomeni possono essere occasioni per lo sviluppo di nuove attività produttive e per l’ applicazione di tecnologie innovative. 42 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Le linee strategiche Proseguire l’impegno per la sostenibilità dello sviluppo Il rafforzamento dello sviluppo delle rinnovabili e il sostegno alla loro diffusione con regole di tutela del territorio potrà rappresentare un’opportunità soprattutto in alcuni settori; un esempio in tale direzione è lo sviluppo di filiere bioenergetiche, quali ad esempio energia da biomassa legate a scarti o residui di lavorazione, che possono rappresentare un’ottima integrazione al reddito agricolo. Inoltre la strategia che si intende mettere in atto in questa provincia prevede la realizzazione di importanti progetti sullo sviluppo delle rinnovabili, come quello del Green Port, sperimentando la realizzazione di una rete di energia intelligente che preveda anche lo sviluppo di energie rinnovabili: mini-eolico nelle zone più favorevoli ( moli foranei), fotovoltaico sui tetti di edifici, aziende e magazzini e nei parcheggi, impianti di cogenerazione con teleriscaldamento e utilizzo di biomasse. Tali interventi potrebbero estendersi anche ai Centri intermodali merci di Lugo e Faenza. Pare realistico qualora fosse predisposto un progetto organico poter ottenere finanziamenti significativi legati a un progetto speciale nell’ambito del nuovo piano energetico regionale. Il massimo sforzo a sostegno della diffusione delle rinnovabili, tuttavia deve garantire la tutela dei paesaggi di valore e delle zone agricole di pregio. Oggi, dopo circa sette anni di attesa, il Governo ha emanato le linee guida per il procedimento per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi (di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387), la cui assenza aveva creato molti contenziosi tra le Regioni e il Governo, escludendo la possibilità per le Regioni di programmare un corretto inserimento degli impianti di produzione da fonte rinnovabile. La recente approvazione di tali linee guida rappresenta quindi per la Regione Emilia-Romagna un’occasione per promuovere uno sviluppo regolamentato delle rinnovabili come del resto previsto dalla nuova delibera in materia. La strategia della provincia di Ravenna consiste nel proseguire, in accordo con la Regione, l’azione già intrapresa di una mappatura dei territori, e un’indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti a tutela delle zone agricole di pregio. Per contro vanno rafforzate le agevolazioni alla diffusione delle energie rinnovabili nelle aree e modalità idonee (a partire dai tetti degli edifici per fotovoltaico e solare termico). La strategia che verrà portata avanti nella provincia di Ravenna sarà quella di proseguire il lavoro del tavolo tecnico finalizzato ad identificare i meccanismi virtuosi da inserire nei regolamenti edilizi, in modo da raggiungere i massimi risultati sulla promozione del risparmio energetico, sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’impiego di tecnologie bioclimatiche. Inoltre gli Enti pubblici ravennati possono avere un ruolo attivo nel risparmio energetico per quanto riguarda il patrimonio immobiliare pubblico, in cui si possono prevedere diversi interventi, che vanno dalla realizzazione di check up energetici con conseguente programma di interventi per migliorarne l’efficienza energetica e promuovere il ricorso a fonti rinnovabili (da attuarsi anche attraverso il meccanismo del finanziamento tramite terzi applicato dalle ESCO) alla promozione di quartieri sostenibili che abbiano al centro il tema del risparmio energetico, mutuando le esperienze di successo che sono state realizzate anche in Italia, quali ad esempio Bolzano – Quartiere CasaNova; Torino Quartiere Via Arquata; Senigallia – Quartiere Villa Aosta; Bergamo Villaggio del Futuro. Per favorire tali politiche degli Enti Locali sarebbe importante rivedere profondamente la struttura del Patto di Stabilità che oggi frena anche questi investimenti che in realtà producono un risparmio strutturale per gli Enti Pubblici. Un importante ambito per sostenere politiche di efficienza energetica e creare un “effetto traino” sul mercato dei prodotti ambientalmente sostenibili è la promozione da 43 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna parte della Pubblica Amministrazione della politica del GPP ("Green Public Procurement = Acquisti Verdi), che si manifesta attraverso l’individuazione di una serie di requisiti volti a ridurre l’impatto ambientale dei beni e servizi utilizzati dalla P. A. lungo l’intero ciclo di vita (produzione, uso, smaltimento). Tale politica si può rendere operativa ad esempio, inserendo criteri premianti nelle procedure di selezione dei fornitori, attraverso la richiesta di criteri inerenti le certificazioni di prodotto, che riflettono l’impegno delle aziende nelle politiche di impatto ambientale49. Rafforzamento delle nuove filiere della green economy La provincia di Ravenna può perseguire l’obiettivo di sviluppare le filiere della green economy considerando alcuni elementi di vantaggio: risorse e competenze già presenti in altri settori (chimica, energia, meccanica, automazione, componenti per impianti) e la presenza di imprese che hanno rilevanti progetti su questo settore. Inoltre la scelta di investire in ricerca industriale è un elemento obbligato essendo le tecnologie che sfruttano le fonti energetiche rinnovabili (specie quelle di nuova generazione ormai prossime allo sfruttamento industriale) e il risparmio energetico tecnologie all’avanguardia che necessitano sempre di ricerca e innovazione per ridurre i costi di impianto e migliorarne le prestazioni; il Tecnopolo sull’energia può rappresentare quindi un elemento determinante per supportare le imprese su progetti innovativi, soprattutto se si assicura una “governance” in grado di garantire una stretta interazione con le imprese e con le reti di ricerca e innovazione a livello nazionale e internazionale. Anche il settore della mobilità sostenibile rappresenta per questo territorio uno dei filoni più interessanti e innovativi su cui si può lavorare, anche grazie al nuovo Tecnopolo ad esempio nell’ambito di applicazione delle tecnologie a idrogeno ai mezzi di mobilità terrestre e navale. In particolare se le sperimentazioni in corso confermeranno i primi dati positivi si può pensare di estendere gradualmente l’ esperienza dei bus a idro-metano a tutta la flotta che opera nell’ ambito urbano. 49 Un esempio in Italia di politiche di GPP viene dalla Provincia di Torino che con il supporto tecnico di ARPA Piemonte ha realizzato le “Linee guida per l’integrazione dei requisiti ambientali negli acquisti per 10 categorie di prodotti” da utilizzare negli appalti pubblici, elaborate nell’ambito del progetto APE. Nelle linee guida emanate si trova anche un’applicazione per l’individuazione dei requisiti ambientali nella progettazione, ristrutturazione e costruzione. Le possibilità di integrare considerazioni ambientali negli appalti sono state definite con l’emanazione delle direttive sul tema, recepite in Italia con il D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 – “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”- All’ Art.2 è stato introdotto il concetto che “il principio di economicità può essere subordinato […] ai criteri, previsti nel bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. La strategia che intende portare avanti la provincia di Ravenna è quella di applicazione di queste politiche definendo indicatori e realizzando linee guida per l’integrazione dei requisiti ambientali da utilizzare negli appalti pubblici (http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/agenda21/pdf/linee_guida_ape/edifici.pdf ). 44 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna A.6 IL TURISMO E LA CULTURA DELL’OSPITALITÀ L’Italia rappresenta una delle ‘top five’ destination mondiali (quarta per livelli di spesa e quinta per numero di visitatori), ma la sua posizione è da tempo messa in discussione dall’emerge e dal consolidarsi di nuove mete. È un processo che non riguarda solo il nostro Paese, anche se tra le maggiori mete è senza dubbio quella che accusa maggiormente. Anche Francia e Germania stanno infatti soffrendo quello che è uno spostamento della domanda turistica verso mete nuove, oggi sempre più accessibili anche a costi ridotti. Sul fronte opposto stanno avanzando a ritmi relativamente più accelerati aree come l’Asia (sud in particolare), il Medio Oriente, il Nord Africa50. Il nostro Paese, colpito da una forte crisi dei consumi e da una domanda estera sempre più diretta verso nuove aree del mondo, è tornato sui livelli di domanda del 200551. All’interno di questo contesto Ravenna ( e in generale le province costiere dell’ EmiliaRomagna) si differenzia in maniera sostanziale. La provincia costituisce una meta turistica consolidata con un elevato grado di attrattività anche nella fase di crisi internazionale avviatasi nel 2008. In quell’anno la provincia si attestava infatti al 13° posto della graduatoria nazionale per numero di notti vendute ed 11° come numero di letti disponibili52. Rispetto al 2008, l’anno successivo nonostante la crisi vede aumentare la domanda sia in termini di arrivi, che raggiungono gli 1,33 milioni, sia di presenze, che superano i 7,2 milioni raggiungendo un risultato record in assoluto per il territorio. Si tratta prevalentemente di turismo nazionale, soprattutto di prossimità, visto che circa sei pernottamenti su dieci (59% nel 2009) è riconducibile a turisti che hanno origine all’interno dei confini regionali così come da Lombardia, Veneto e Toscana53. I dati dei primi 10 mesi del 2010 pur registrando una lieve flessione di arrivi e presenze non modificano sostanzialmente tale quadro anche se rafforzano le preoccupazioni per la flessione della redditività delle imprese del settore. La componente nazionale, inoltre, è quella che nel tempo (e nell’ultimo biennio) è cresciuta maggiormente, visto che dal 1995 ad oggi è pressoché raddoppiata, a fronte di una dinamica sostanzialmente piatta della componente estera. Lo sviluppo del sistema aeroportuale regionale, e delle compagnie low cost in particolare, sembra avere avuto un ruolo importante nella sostituzione del turismo tedesco con altro di provenienza nordica (Benelux e Scandinavia), anglosassone ed esteuropea, ma non sembra avere aumentato il bacino nel suo complesso. È tuttavia da evidenziare che la politica aeroportuale regionale offre a Ravenna tre aeroporti di riferimento in regione (Rimini, Forlì, Bologna), operati però talvolta su tratte non sempre strumentali per il turismo di incoming e con un’elevata componente di aleatorietà, fatto che rende difficile spesso pianificare interventi coordinati tra compagnie aeree, autorità portuali ed istituzioni locali. Inoltre permangono difficoltà di collegamento tra questi aeroporti e le mete più importanti del turismo provinciale. Essenziale per la tenuta della domanda estera è la presenza di mete balneari (fortemente organizzate congiuntamente a mete vocate al ‘plein air’), lo sviluppo della segmento città d’arte e l’integrazione con tutti gli altri tipi di risorse turistiche offerte dall’intero territorio. È infatti la crescita di Ravenna città uno degli elementi di novità più rilevanti del decennio. La ‘crescita’ della Città d’Arte ha ancora notevoli spazi di potenzialità nell’effetto leva di attrazione del turismo straniero, che nel 2009 rappresenta appena il 18,3% della domanda (circa il 30% nel 50 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Il WTTC. 51 Istat, Rapporto annuale: La situazione del Paese nel 2009, maggio 2010. 52 Istat, Capacità e movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2008. 53 Provincia di Ravenna - Servizio Turismo, Rapporto annuale sul movimento turistico, Anno 2009. 45 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna centro storico di Ravenna)54. Soprattutto in relazione alla domanda a lungo raggio (America, Asia, Oceania) che genera poco più di 71 mila presenze, appena l’1-2% del totale, ma ben il 36% delle quali nel solo centro storico di Ravenna. Il capoluogo è infatti caratterizzato da un’ampia e variegata dotazione di asset di rilievo mondiale (in particolare di beni appartenenti al Patrimonio Unesco) la cui disponibilità integra e rafforza gli asset balneari ed è allo stesso tempo rafforzata dalla presenza di attrattori con caratteristiche di unicità disseminati per la provincia (Parco del Delta del Po; Parco Regionale della Vena del Gesso, Giardino delle Erbe officinali, Oasi di Punta Alberete, Pinete, Zone di interesse naturalistico della Bassa Romagna e di Russi ecc.)55. Il ruolo di meta turistica è avvallato da un denso calendario di eventi culturali ed enogastronomici che pone la provincia di Ravenna al quarto posto per numero di spettacoli in rapporto alla popolazione (dopo Forlì-Cesena, Trieste e Pescara) e al 17° per valore assoluto (16.102 nel 2007)56. Allo stesso tempo l’attrattività di Ravenna è alimentata da un’articolata presenza di dotazioni a valenza turistica: dalla ricettività diversificata, all’offerta ristorativa, dal sistema degli stabilimenti balneari alla rete commerciale (dove spiccano Ravenna e Milano Marittima, ma ad esempio anche il grande mercato settimanale su area pubblica a Lugo ) ed alle infrastrutture e servizi per il diportismo (Marinara); per la crocieristica e la traghettistica (grazie al ruolo del porto); sino ai parchi tematici (Mirabilandia). Alle tante luci del sistema fanno da contraltare alcune ombre. Tra queste spicca l’insufficiente capacità di integrare i diversi attrattori, che incide negativamente anche sulla possibilità di ampliare la stagione turistica. Città d’arte e mare, i due attrattori strategici, determinano infatti modeste ricadute per i territori interni verso cui si dirige meno del 6% della domanda turistica provinciale. Ciò è in buona misura dovuto alla diversa connotazione dei ‘turismi’ presenti, che vede la Bassa Romagna più legata a chi viaggia per affari, mentre l’Area Terre di Faenza più attiva nel turismo verde ed enogastronomico e sul termalismo. Gli effetti non mancano neppure sul legame tra prodotto turistico e prodotti tipici che appare ancora poco sviluppato. La modesta integrazione si rileva anche nei servizi al turista, dove si segnala ad esempio l’assenza di un centro unico di prenotazione, e dove i circuiti di bigliettazione per il museale/monumentale appaiono parziali. L’ avvio della CARD turistica provinciale è nata per superare tale limite e rappresenta una sperimentazione comunque positiva ma sarebbe importante che anche i beni dell’ Opera di Religione entrassero a pieno titolo in questo circuito unitario . Le ragioni di questo risultato sono molteplici a partire dall’individualismo degli operatori, inclini a preservare una clientela storicamente composta da viaggiatori individuali. Da qui la scarsa propensione a lavorare con i tour operator e la preferenza per il turismo individuale piuttosto che per quello collettivo, su quello nazionale piuttosto che verso i mercati internazionali. Si tratta quindi di un limite della strategia perseguita piuttosto che della dimensione strutturale, che con 36 camere per albergo si colloca al di sopra della media nazionale (32 camere) e di molte mete primarie del nostro paese (in primis, Firenze, Rimini, Torino, Trento, Bolzano), al pari di Napoli e dietro solo a Milano, Roma e Venezia57. 54 A tal fine si veda anche Istat Movimento alberghiero: Pasqua e Ferragosto 2010; Provincia di Ravenna, Linee strategiche e modalità procedurali per la realizzazione degli interventi del Programma Turistico di Promozione Locale (P.T.P.L.) Anno 2010 e 2011. 55 Per una disamina puntuale si rimanda ad esempio Programma di Valorizzazione e Promozione Territoriale della provincia di Ravenna (Linee guida per l’attuazione dell’Attività IVI.I. “Interventi di valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale” – Delib. G.R. n. 64 del 21/01/2008), Ravenna, febbraio 2009. 56 Istat, Statistiche culturali, Anno 2007. 57 Istat, Capacità e movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2008. 46 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Il sistema della promozione turistica regionale ha perfezionato i propri strumenti anche rispetto all’ultima Conferenza economica provinciale. I risultati appaiono apprezzabili in relazione al mercato interno, sul quale si sta concentrando lo sforzo58. Appaiono meno efficaci sul fronte estero, dove la provincia di Ravenna ( insieme alla Romagna e all’ area ferrarese ) potrebbe ambire ad un profilo più elevato. L’onerosità dello sforzo di aggredire e presidiare mercati esteri, tuttavia, richiede una stretta integrazione strategica ed economica dei vari soggetti che la LR 7/98 titola sul fronte della promo-commercializzazione turistica, che non si è verificata compiutamente in questi anni, anche per diversità di obiettivi dei diversi soggetti. Dal punto di vista infrastrutturale si osserva poi, nel complesso, un deficit che si concentra nei periodi di maggiore afflusso (week-end estivi), con reti stradali e ferroviarie inadeguate a sostenere volumi di traffico generati ad oggi, nonostante i progressi derivati dal completamento della terza corsia della A14. Vanno inoltre segnalati i non agevoli collegamenti con gli aeroporti dell'area, soprattutto facendo ricorso a mezzi pubblici. Non v’è dubbio che proprio sulla mobilità collettiva, anche interna all’area costiera, permanga un limite che rafforza l’esigenza per il turista di muoversi con mezzi propri, nonostante si rilevino miglioramenti anche sul fronte ferroviario, grazie al fatto che collegamenti ( purtroppo non ottimali in quantità e qualità ) con la stazione di Bologna consentono di fruire dell’alta velocità nata negli ultimi anni. La sollecitazione a cui è sottoposta la rete infrastrutturale e la conseguente limitata accessibilità che si riscontra nei momenti di picco deriva senza dubbio da una eccessiva concentrazione della domanda nei week end e da una stagionalità ancora fortemente legata al periodo estivo, e questo nonostante gli importanti progressi concretizzati dell’ultimo decennio. Gli sforzi realizzati per ridurre la stagionalità mostrano infatti risultati di rilievo, considerando comunque che la provincia di Ravenna è ancora oggi in prevalenza una meta balneare. Sui fattori limitanti lo sviluppo turistico ravennate sembra pesare una disomogenea consapevolezza dell’importanza di questo comparto nell’economia locale. Ancora oggi emerge la percezione di un comparto “ industriale “ ritenuto strategico solo in alcune parti del territorio (nel cervese in particolare), mentre in altre è percepito come un’importante ‘integratore’ del comparto industriale o agricolo, finanche un pura opportunità ancora di là da venire. All’interno di questo quadro il sistema della politiche in atto riveste un’opportunità di crescita e qualificazione del sistema, perché intervengono su un’ampia gamma di aspetti che vanno dal miglioramento degli strumenti di informazione al turista (come la realizzazione del nuovo portale del tipo web 2.0, il completamento della rete di servizi di accoglienza che deve consentire ovunque anche il servizio di prenotazione ), alla qualificazione delle strutture e dei servizi (come le azioni di qualificazione delle figure chiave, ecc.), alla destagionalizzazione della domanda (come l’iniziativa Mare di qualità ma anche attraverso il rafforzamento del segmento benessere delle terme della provincia ), alla riqualificazione e valorizzazione degli ambiti urbani (come i centri della Bassa Romagna, di Faenza, il lungomare di Cervia e dei lidi sud ravennati)59. Tra occasioni di crescita rientrano a pieno titolo la realizzazione del Museo e del Parco archeologico di Classe, che per estensione sarebbe il primo sito del Nord Italia, così come la candidatura a Capitale Europea della Cultura (2019) e la successiva ricorrenza della morte di Dante Alighieri (2021). Alla stessa stregua va inteso l’ avvio previsto fin dal 2011 del nuovo Terminl Crociere a Porto Corsini, il completamento del progetto del distretto nautico che, in raccordo col completamento della Marinara, farebbe di Ravenna un polo di rilievo almeno nazionale. 58 Piano APT Servizi, “Proposte esecutive relative ai progetti di marketing e promozione”, anno 2010. 59 Per un rassegna puntuale si rimanda a: Regione Emilia Romagna, CCIAA di Ravenna, Provincia di Ravenna Il contributo del sistema territoriale della provincia di Ravenna all’attuazione della politica regionale unitaria, 7 aprile 2009; Provincia di Ravenna, Programma di Valorizzazione e Promozione Territoriale della provincia di Ravenna, op. cit.; Provincia di Ravenna, Linee strategiche e modalità procedurali per la realizzazione degli interventi del Programma Turistico di Promozione Locale (P.T.P.L.), op.cit. 47 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Un’ulteriore occasione deriva dal riavviato processo di valorizzazione della Darsena di Città, e dalle opportunità di insediamento di funzioni connesse al comparto turistico, inteso nel senso più ampio: non solo in termini di ricettività, quindi, quanto piuttosto come spazio in cui sviluppare o potenziare eventuali attrattori territoriali (culturali, espostivi, ristorazione tipica, pub per i giovani ecc.). Dato il respiro, anche finanziario, di queste opportunità appare evidente come il coinvolgimento dei privati sia quanto mai necessario se si vogliono ottenere dei risultati soddisfacenti. Il territorio ha già sperimentato questa modalità operativa, rispetto alla quale si aprono tuttavia ulteriori potenzialità, a partire dal co-marketing (si pensi a ‘Riccione’ il progetto che univa Riccione alla commercializzazione della Citroen C1 o il progetto che unisce Siena al vettore low cost Ryan air). In questi termini appare da approfondire anche l’opportunità di una parziale riforma del sistema della promozione turistica regionale nel momento in cui, con l’attuazione degli STL, individua uno strumento che può migliorare l’integrazione delle azioni pubbliche e private, intervenendo su una scala territoriale consona ad operare su più turismi. Questo passo porterebbe quindi benefici allo sviluppo di mete complesse, tipologia a cui ambisce correttamente la provincia di Ravenna in un contesto che tende a riunire l’intera Romagna ela stessa provincia di Ferrara in un unico grande sistema turistico di importanza europea60. Per poter accrescere la domanda fuori dalla stagione strettamente balneare, un’opportunità concreta potrebbe venire da alcuni segmenti specifici, quali la crocieristica (che già nei primi mesi del 2011 dovrebbe produrre un forte incremento), il cicloturismo e il turismo naturalistico, e sportivo in ragione di importanti sinergie che esisterebbero con il ferrarese, il forlivese ed il riminese, contando nel caso ravennate su ulteriori attrazioni (verde-naturalistico, enogastronomico, termale/benessere). La provincia di Ravenna detiene quindi rilevanti punti di forza e potenzialità dal lato dell’offerta che se opportunamente valorizzate mostrano di ben intercettare le esigenze di un turismo sempre più sofisticato ed esigente, che mostra di apprezzare le destinazioni integrate. Sul fronte della domanda, una grande potenzialità sembra essere riconducibile alle aree dell’Est europeo, in ragione delle prospettive di crescita economica di quelle zone, dove il crescita del Pil pro capite (tra il 2010 ed 2015) dovrebbe crescere annualmente del 4,9% contro il +3,4% dell’Unione Europea61. Per aumentare la visibilità su mercati esteri, particolare importanza riveste il web come mezzo di promozione turistica. L’elevato ritorno per ammontare investito che scaturisce dalle azioni via web lo si deve all’ampio ricorso che i turisti fanno rispetto a questo strumento, sia come mezzo informativo che organizzativo della propria vacanza. Il fatto che a livello regionale e provinciale la strategia di promozione dia sempre più spazio a questo strumento, ed in prospettiva al cosiddetto web 2.062, rappresenta una opportunità anche per il perfezionamento del ruolo promozionale della provincia di Ravenna all’interno del contesto istituzionale emilianoromagnolo. Ma un analogo impegno verso l’uso di internet dovrà essere profuso anche dagli operatori privati dove tutt’ora si registrano livelli assai disomogenei di impiego degli strumenti informatici. In uno scenario in cui il sistema infrastrutturale denota congestionamenti nei momenti di picco della domanda, rappresentando un possibile deterrente per una parte non marginale della domanda, alimentare la domanda, specie nei week end dei periodi di alta stagione, potrebbe rappresentare un paradosso se non si interviene sulla accessibilità del territorio. Il 60 Programma Turistico di Promozione Locale (P.T.P.L.) Anno 2011. 61 Elaborazioni Nomisma su dati IMF (World Economic and Financial Surveys, World Economic Outlook Database— WEO Groups and Aggregates Information, October 2010. 62 Piano APT Servizi, “Proposte esecutive relative ai progetti di marketing e promozione”, anno 2010. 48 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna potenziamento dei collegamenti ferroviari con Bologna e quindi con la rete dell'alta velocità costituisce un primo tassello utile a dirottare una parte della domanda sulla ferrovia, così come ad agevolare l’accesso di chi utilizza l’aereo per avvicinarsi a Ravenna. Parimenti rilevante è il completamento del sistema della mobilità su ferro, che oltre all’accesso, contempli uno strumento dedicato al trasporto locale. In questo senso la realizzazione del Sistema Rapido di Costa da Ravenna a Cattolica costituisce una straordinaria occasione per la diversificazione del modello di mobilità, oggi incentrato quasi esclusivamente sull’auto. Interessanti appaiono anche le potenzialità dal punto di vista della mobilità turistica della tratta Ravenna-Faenza-BrisighellaFirenze. Lo scenario futuro del turismo ravennate non è scevro di rischi, derivanti da un contesto non facile e da fattori su cui il territorio difficilmente può incidere. Tra questi in primo luogo il possibile perdurare del quadro economico debole, nonché la conseguente riduzione o stagnazione reddito medio, che influenza negativamente la capacità di spesa del turista specie italiano. In questo contesto la concorrenza delle diverse mete si fa sempre più accesa, facendo emergere nuove destinazioni che, anche in ragione dei costi, tendono a spiazzare le realtà consolidate. Nell’area del Mediterraneo i flussi sembrano così spostarsi verso est, interessando prima l’Adriatico (Slovenia e Croazia soprattutto), poi la Grecia e oggi (e in futuro) la Turchia, Cipro e Israele63. Un’ulteriore elemento che può compromettere il disegno di riposizionamento del sistema turistico ravennate risiede nelle difficoltà di finanza pubblica, già evidenti in questi ultimi anni ed in prospettiva ancora più cogenti. La mancanza di fondi per gli investimenti programmati (a partire dal DUP e dalle iniziative di promozione) può infatti bloccare o prorogare la realizzazione di alcune tra le maggiori opportunità delineate, compromettendone l’efficacia rispetto alle esigenze del sistema. In questo quadro diventa sempre più importante focalizzare l’impegno di spesa verso quei progetti che si ritengono improcrastinabili scaglionando in tempi successivi quelli di minore urgenza. Infine una considerazione sull’asset forse più prezioso per una meta ancora fortemente vocata al balneare. Il territorio ravennate è inserito in un sistema costiero connotato da oltre 100 km di spiagge, un bene prezioso che nel corso dell’ultimo ha conosciuto scelte territoriali che hanno compromesso l’unitarietà del sistema favorendo manifestazioni erosive diffuse, rafforzate da un fenomeno di subsidenza (più evidente nel ravennate e nel ferrarese) e dall’ingressione marina legata anche al fenomeno del graduale innalzamento dei livelli dei mari effetto dei cambiamenti climatici globali. Gli interventi a difesa del litorale si sono moltiplicati negli anni, soprattutto grazie a Regione ed Enti Locali, finalizzati a preservare l’insieme delle attività turistiche costiere oltre che a ricostituire il sistema di costa. La natura persistente degli elementi che hanno generato il disequilibrio, rende l’erosione una minaccia costante per il sistema turistico ravennate che richiede risposte in un’ottica integrata, di scala regionale e nazionale. Le linee strategiche Ampliare il bacino di domanda turistica sul fronte internazionale Il sistema turistico ravennate appare troppo squilibrato verso una domanda di prossimità i cui comportamenti sono oramai consolidati (soprattutto nel segmento balneare) e che potrebbero risultare compromessi dalla difficile condizione reddituale che si profila anche per i prossimi anni e dal progressivo aumento delle aree turistiche concorrenti. 63 WTO, Tourism 2020 Vision: Europe, Vol. 4. 49 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Appare pertanto necessario anche cogliendo in tutto il territorio provinciale eromagnolo la grande occasione della candidatura a capitale eruropea della cultura per il 2019, ampliare il bacino di domanda, a partire del recupero di quote di turismo dell’area di lingua tedesca e dall’Est Europa che già conosce la provincia di Ravenna ed è potenzialmente interessato (per distanza, servizi e costi) al turismo balneare della costa romagnola. In quest’ottica le strategie si riconducono principalmente ai seguenti ambiti: - Realizzazione di grandi eventi, quali, l’avvio del nuovo Terminal Crociere nel 2011, il Festival Europeo di Musica Giovanile nel Maggio 2012, l’apertura del Parco Archeologico di Classe, (prevista nel 2013) la Candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 , la ricorrenza del Sesto centenario dantesco, che consentirebbero al territorio di accrescere il proprio “spessore turistico”, nonché acquisire nuova visibilità e nuove risorse. - riorganizzazione del sistema per la promozione turistica regionale, da realizzare attraverso una maggiore integrazione tra i soggetti coinvolti (Regione, APT regionale, Province e Unioni di prodotto), il consolidamento del ruolo degli STL ed, in particolare di quello che riunisce le quattro province costiere dell’Emilia-Romagna che consentirebbe di valorizzare in forma integrata le molte offerte presenti nei territori interessati (mare, Appennino, parchi, città d’arte, ecc.) ed, infine, mediante il potenziamento degli strumenti di comunicazione/promozione (a partire dal web attraverso la finalizzazione del Portale territoriale, ed un ricorso più incisivo del web 2.0-) ma anche la CARD turistica provinciale . Questi ultimi, in particolare, dovrebbero essere ideati e/o perfezionati nell’intento di conferire maggiore peso all’attrazione dei turisti stranieri e a quella di target mirati, rispetto ai quali sarebbe inoltre opportuno studiare pacchetti turistici dedicati, ad integrazione dell’offerta già esistente. - Rafforzamento della domanda organizzata e dei servizi dedicati agli stranieri (in particolare crocieristica, turismo culturale, turismo sportivo), intesi come target prioritari su cui incidere. Ridurre la componente stagionale della domanda Nonostante i progressi fatti negli anni la domanda appare ancora troppo concentrata nei mesi estivi e nei week end in particolare. Risulta, dunque, necessario mettere in campo azioni che consentano di slegare maggiormente il turismo provinciale dalle tradizionali dinamiche stagionali, ampliando il periodo turistico a vantaggio delle imprese del settore ma anche della stabilità e qualità professionale dei lavoratori, elemento su cui si dovrà fortemente investire nei prossimi anni. In particolare, si punterà prioritariamente: - ad una maggiore integrazione costa-entroterra-collina, perseguibile anche attraverso una più marcata connessione fra eventi e la valorizzazione dell’insieme del patrimonio culturale e museale, dei prodotti tipici nei luoghi del turista con la promozione di prodotti mirati (natura, landscape&living, trekking, bicicletta e mountain bike, enogastronomia, tipicità, ecc.); - al potenziamento di segmenti di interesse soggetti ad una domanda crescente, quali, i prodotti “verdi” (a partire dal Parco del Delta -raccordati alla costa e alle città d’arte UNESCO di Ravenna e Ferrara- e dal Parco della Vena del Gesso -natura e landscape&living-) e il segmento terme, relax e benessere, nonchè il segmento culturale in generale e in particolare l’archeologico (anche in vista della costituzione del nuovo Museo e Parco archeologico); 50 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna - all’incentivazione dell’integrazione su scala romagnola di alcune forme di turismo (a partire dallo sport come cicloturismo, sport di spiaggia e mare, golf) anche attraverso un più stretto coordinamento che può derivare dal consolidamento degli STL; - al potenziamento dell’offerta di eventi in bassa stagione (intrattenimento, culturale e museale), tramite la valorizzazione di diversi asset anche al di fuori dalla stagionalità specifica (favorendo la diversificazione dei redditi di spiaggia: non solo balneare, ma anche sportivo e culturale). Ciò consentirebbe inoltre di consolidare anche l’offerta di pacchetti turistici che incentivino le visite durante la settimana (in estate) e in bassa stagione (come il periodo Natale-Capodanno per il quale possono giocare un ruolo fondamentale i percorsi commerciali nei centri storici, l’enogastronomia e le terme ) e costituirebbe uno degli elementi su cui basare gli interventi di rafforzamento della domanda organizzata nazionale (sociale, golden age, sport, cultura, verde ed enogastronomia). Sviluppare una rete più estesa di servizi e ospitalità per il turista Nonostante il territorio rappresenti ormai una meta consolidata e goda di un’ articolata presenza di dotazioni a valenza turistica, ad oggi risultano ancora carenti alcuni servizi tipici delle mete turistiche più avanzate, sebbene l’area abbia già cominciato ad attrezzarsi in questa direzione. In un’ottica di consolidamento e rafforzamento del sistema di iniziative già intraprese a riguardo, sarebbe opportuno mirare: - al completamento del percorso di riorganizzazione dei servizi turistici di base dei Comuni (in attuazione della normativa regionale); - alla messa in rete di tutte le istituzioni che gestiscono beni di interesse culturale, ambientale e turistico a livello provinciale ed al coinvolgimento di un ampio sistema di operatori privati, in primo luogo tramite la verifica ed il potenziamento dell’esperienza della Ravenna Visit Card; - al miglioramento del sistema della mobilità, sia locale attraverso la realizzazione del Trasporto Rapido di Costa ed il potenziamento del TPL, sia in termini di connessioni (su gomma e rotaia), in primo luogo con il sistema degli aeroporti di riferimento (Rimini, Forlì, Bologna) in relazione alle quali emerge la necessità di definire delle rotte ottimali, ed in secondo luogo via mare (crociere e traghetti). Accrescere la qualificazione dell’offerta e del territorio Il sistema dell’offerta si è evoluto in questi anni, per qualità e articolazione, anche grazie all’azione del decisore pubblico. Lo stesso dicasi per l’assetto territoriale, grazie alle azioni di riqualificazione e tutela attuate. Tuttavia restano ancora importanti ambiti sui intervenire, quali: - Il contrasto all’erosione costiera e il conferimento di continuità alle azioni intraprese negli anni col fine di preservare le attività impiantate e garantire la tutela della costa, beni primari per una meta prevalentemente balneare come la provincia di Ravenna; - Il rafforzamento delle azioni che favoriscono la cultura turistica in un territorio che ancora percepisce poco questa vocazione, da realizzare anche tramite l’incentivazione della formazione professionale e della qualificazione degli operatori e dei lavoratori. Ciò costituirà senza dubbio, seppur indirettamente, un passo in avanti verso la necessaria ulteriore qualificazione delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere (in particolare gli alloggi turistici); 51 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna - l’aumento della sicurezza, intesa nella duplice ottica di sicurezza percepita sul territorio, di tutela e regolarità del lavoro anche in questo settore. di rafforzato impegno contro ogni forma di abusivismo. - Semplificazione del quadro delle regole e maggiore speditezza degli iter burocratici, al fine di favorire una maggiore innovazione imprenditoriale, a cui si accompagni un contemporaneo utilizzo di premialità per incentivare comportamenti virtuosi/innovativi in considerazione delle difficoltà di finanza pubblica e dell’ esigenza anche nel settore turistico di migliorare i livelli di eco-sostenibilità. 52 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna B. Allegati 53 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna B.1 GLI STEP DEL PERCORSO DI PARTECIPAZIONE GLI STEP DEL PERCORSO DI PARTECIPAZIONE La partecipazione attiva degli attori locali ha caratterizzato l’intero processo di preparazione della Conferenza Economica. I momenti di confronto diretto sono stati molti e articolati e sono stati rappresentati, oltre che da una serie di incontri face to face, da: 1 Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione 2 Cicli di Tavoli Tematici 2 Incontri di partenariato con gli Enti Pubblici committenti 3 Tavoli di confronto con le Parti economico-sociali e con la Bassa Romagna Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione Il Tavolo si è tenuto il 22 Luglio 2010 e sono state registrate 33 presenze. In occasione dell’incontro sono stati illustrati i recenti mutamenti del contesto socio-economico in cui la Conferenza Economica 2010 si inserisce ed è stato dato avvio alle attività di ascolto. L’obiettivo è stato quello di descrivere l’intero processo di preparazione alla Conferenza, con un particolare focus sulla spiegazione degli step di ascolto previsti e delle tempistiche ipotizzate. Di seguito si riportano gli attori coinvolti: NOME COGNOME ENTE Amaducci Antonello Antonio Roberto Piazza Ravaglioli COMUNE DI CERVIA CONFARTIGIANATO CONFCOMMERCIO Antonio Sangiorgi FEDERAZIONE PROVINCIALE COLTIVATORI DIRETTI Antonio Antonio Antonio Daniele Fabio Francesco Germano Giovanni Giovanni Giovanni Giuseppe Cinosi Penso Pugliese Rondinelli Baleani Frieri Savorani Malpezzi Borghi Tampieri Morgagni CISL FONDAZIONE FLAMINIA UIL RAVENNA CONFARTIGIANATO UIL RAVENNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE DI FAENZA COMUNE DI FAENZA COMUNE DI RIOLO TERME ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI AGCI 54 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna NOME Giuseppe Guido Laura Marco Massimo Matteo Maura Maurizio Monica Paola Raffaele Roberto Roberto Roberto Sergio Sergio Valeriano Viscardo COGNOME Parrello Ceroni Sughi Chimenti Martoni Casadio Masotti Gasperoni Visentin Bissi Cortesi Lucchi Murganti Neri Pistocchi Modaresi Solaroli Baldi ENTE AUTORITA' PORTUALE AUTORITA' PORTUALE COMUNE DI LUGLI CONFINDUSTRIA RAVENNA CGIL COMUNE DI RAVENNA CGIL CNA COMUNE DI FAENZA COMUNE DI RAVENNA COMUNE DI LUGO CONFESERCENTI CONFCOOPERATIVE UIL ASSOCIAZIONE AGRICOLTORI UIL RAVENNA LEGA PROV. COOPERATIVE COMUNITA' MONTANA Tavoli tematici Gli incontri si sono tenuti secondo il seguente calendario: 1o Ciclo: 6,7,8 settembre 2010 con un numero complessivo di 227 presenze 2 o Ciclo: 15,16,17 novembre 2010 con un numero complessivo di 148 presenze I 12 tavoli attivati sono stati incentrati sulle seguenti tematiche: Sistema agroalimentare Turismo Porto e sistema della mobilità Politiche di sostegno all’economia e la semplificazione Qualità, sostenibilità e competitività dei sistemi industriali, green economy, energia e nuove filiere Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Welfare, coesione e sanità. Tutti i tavoli tematici sono stati organizzati secondo una medesima struttura metodologica, predisponendo un quadro di presentazione delle “questioni emerse” in riferimento ad ogni specifico ambito. In particolare, i tavoli del 1o Ciclo hanno preso avvio dall’illustrazione di una matrice SWOT (punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce) tramite la quale sono state fornite alcune chiavi di lettura delle diverse tematiche, che hanno permesso di agevolare lo svolgimento del momento partecipativo. L’obiettivo dei tavoli è stato quello di arrivare a definire per ciascun tematismo le priorità di intervento prioritarie. 55 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Nei tavoli del 2o Ciclo si è proceduto alla presentazione delle principali evidenze emerse in occasione del primo ciclo di tavoli, condivise e sistematizzate a seguire con i partecipanti al percorso, nonché alla descrizione di possibili idee progettuali, che hanno rappresentato l’oggetto dell’attività di ascolto. L’obiettivo dei tavoli è stato quello di discutere e convalidare le proposte progettuali, recependo le osservazioni e le integrazioni dei partecipanti, e raccogliendo spunti per l’elaborazione di eventuali nuove progettualità. Di seguito si riportano gli attori coinvolti: 1o CICLO Alberto COGNOME Mazzoni Alessandra Folli Alice Dall'Ara Andrea Antonio Antonio Benedetta Daniele Danilo Dante Davide Fabrizio Francesca Franco Gabriele Gilberto Giovanni Pazzi Sangiorgi Venturi Ceccarelli Saporetti Zoli Uttini Ceccato Rusticali Piombini Spada Ancelotti Minguzzi Tampieri Giuseppe Morgagni Ilario Leonardo Libero Mario Maurizio Maurizio Patrizia Pietro Pietro Sergio Stefano Andrea Antonio Barbara Carlo Cesare Rasini Guerrini Asioli Giunta Marani Filipucci Alberici Pasini Pasini Modanesi Patrizi Corsini Cinosi Naldini Sama Brusi ENTE CONFARTIGIANATO CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI FAENZA, UTTMATF CONFCOOPERATIVE COLDIRETTI PROVINCIA DI RAVENNA CONFAPI CISL CCIAA CONFAPI CONFINDUSTRIA CIA CONFESERCENTI UNIONE COMUNI COLLINA BANCA MPS CCIAA CONFINDUSTRIA AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE DELTA 2000 COMUNE DI SOLAROLO PROVINCIA DI RAVENNA CGIL COMUNE DI FAENZA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE DI RAVENNA LEGACOOP LEGACOOP UIL LEGACOOP COMUNE RAVENNA CISL CCIAA UIL CONFCOMMERCIO TAVOLO TEMATICO Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo 56 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO Franco Giancarlo Gianluigi Giovanni Giovanni Ivo Libero Marco Maria Grazia COGNOME Spada Gattelli Casalegno Morini Zoli Zama Asioli Chimenti Marini Marina Pascoli Massimo Maurizio Maurizio Nevio Pier Nicola Roberta Roberto Sergio Stefano Tania Terenzio Vincenzo Alberto Andrea Andrea Andrea Antonio Claudio Daniela Isola Gasperoni Filipucci Salimbeni Ferri Penso Gallamini Baldini Patrizia Berardi Medri Boldrini Mutti Alessi De Murtas Bardi Cinosi Casadio Magnani Daniele Sansavini Danilo Gianluca Giannantonio Gino Gino Giovanni Giuseppe Guido Leonello Morini Gasperoni Mingozzi Maioli Maioli Borghi Fabbri Ceroni Sciacca Lilia Pellizzari Luca Mario Antonellini Turchi Marzio Maraldi ENTE UNIONE COMUNI COLLINA CONFARTIGIANATO CONFINDUSTRIA COMUNE CASTELBOLOGNESE COMUNE SOLAROLO COLDIRETTI PROVINCIA RAVENNA CONFINDUSTRIA COMUNE RAVENNA AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE COMUNE FAENZA CNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE CERVIA CONFCOOPERATIVE CONFESERCENTI CONFAPI CGIL LEGACOOP PROVINCIA RAVENNA CCIAA UNICREDIT BANCA COMUNE RAVENNA CNA CONFARTIGIANATO FONDAZIONE ITL CISL PROVINCIA RAVENNA FONDAZIONE ITL AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE CGIL CONFESERCENTI COMUNE RAVENNA FER FER UNIONE COMUNI COLLINA UNICREDIT BANCA AUTORITÀ PORTUALE CONFINDUSTRIA ARISSA - IST. SCOLASTICHE STATALI PROV. RAVENNA AUTORITÀ PORTUALE CONFCOMMERCIO ASSOCIAZIONE AGENTI MARITTIMI RACCOMANDATARI E MEDIATORI MARITTIMI TAVOLO TEMATICO Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità 57 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO Massimo Maurio Mauro Mauro Mirna Monica Nicola Nicola Norberto Oriella Oscar Pier Luigi Pierdomenico Piernicola Renzo COGNOME Martoni Testa Basurto Venturi Testi Cesari Pasi Pasi Bezzi Mingozzi Manzelli Fallacara Laghi Ferri Righini ENTE TAVOLO TEMATICO Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Riccardo Martini Roberto Roberto Rudy Sergio Stefano Finetto Buonafede Gatta Modanesi Silvestroni CGIL CIA CONFAPI UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA PROVINCIA RAVENNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE LUGO COMUNE DI LUGO CCIAA COMUNE SOLAROLO PROVINCIA RAVENNA COMUNE FAENZA AMBRA - AGENZIA DELLA MOBILITÀ CONFCOOPERATIVE CONFAPI ASSOCIAZIONE RAVENNATE SPEDIZIONIERI INTERNAZIONALI CCIAA COMUNE CERVIA LEGACOOP UIL CONFINDUSTRIA Ada Assirelli CGIL Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Alberto Rebucci PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Alberto Rebucci PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Angelo Forigatti CIA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Angelo Gentile CONFCOOPERATIVE Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Angelo Galli UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Antonello Piazza CONFARTIGIANATO Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Carlo Sama UIL Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Ciervo Gianfranco UNIFIDI EMILIA ROMAGNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Cinzia Valbonesi CONFINDUSTRIA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Claudio Facchini COMUNE DI FAENZA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Claudio Casadio PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Damiano Giacometti COMUNE DI CASTELBOLOGNESE Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità 58 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE TAVOLO TEMATICO Daniela Mengoni PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Ettore Pezzi COLDIRETTI Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Filippa Lombardi CISL Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Franco Toschi CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Gianni Ferrondi BANCA POPOLARE RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Giorgio Farneti CONFINDUSTRIA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Lorenzo Cottignoli LEGACOOP Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Luigia Lucci CONFIDI ROMAGNA E FERRARA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Marco Mordenti UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Massimo Martoni CGIL Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Massimo Mazzavillani CNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Matteo Casadio COMUNE DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Maurizio Rossi COMUNE DI CERVIA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Maurizio Nati UNIONE COMUNI COLLINA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Micaela Utili CONFAPI Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Paola Morigi CCIAA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Paola Bissi COMUNE DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Patrizia Masetti AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Pietro Roncuzzi CREDITO COOP. RAVENNATE E IMOLESE Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Roberta Romboli PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Roberto Amaducci COMUNE DI CERVIA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Roberto Manzoni CONFESERCENTI Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Sergio Pistocchi CONFAGRICOLTURA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Vincenzo Boldrini UNICREDIT BANCA Politiche di sostegno all'economia e semplificazione Adraino Alba Antonella Pederzoli Dal Forno Piazza COLDIRETTI CNA CONFARTIGIANATO Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità 59 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE Antonio Antonio Cesare Cinzia Daniela Emanuela Eno Enzo Giancarlo Giorgio Grazia M. Grazia Massimo Massimo Oriella Paola Paolo Paolo Cinosi Buzzi Bertini Ghirardelli Poggiali Giangrandi Quargnolo Montanari Marchi Graziani Fabbri Cortesi Tassinari Caroli Mingozzi Morigi Valenti Palmarini CISL CONFCOOPERATIVE CONFINDUSTRIA PROVINCIA RAVENNA COMUNE CERVIA PROVINCIA RAVENNA AUSL RAVENNA UNICREDIT BANCA CGIL CCIAA PROVINCIA RAVENNA LEGACOOP CNA CONSORZIO FARE COMUNITÀ COMUNE SOLAROLO CCIAA PROVINCIA RAVENNA UIL AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE COMUNE RAVENNA COMUNE FAENZA - UFF. PIANO TECNICO UNIBOS ARCI PROVINCIA RAVENNA CONFINDUSTRIA CONSULTA VOLONTARIATO CERVIA CONFCOMMERCIO UNIONE COMUNI COLLINA ACLI CONSULTA VOLONTARIATO RAVENNA Patrizia Masetti Pericle Stoppa Pierangelo Unbosi Roberta Silva Silvano Silvia Tiziana Vilma Walter Cappelli Bassani Verlicchi Berlati Montuschi Lama Rasta Alessandro Zampagna CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO Alessandro Battaglia CNA Andrea Bardi FONDAZIONE ITL Andrea Mengozzi PROVINCIA DI RAVENNA Antonio Ravaglioli CONFCOMMERCIO Antonio Amadei UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA TAVOLO TEMATICO Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Coesione, welfare, sanità Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere 60 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE Claudio Mingazzini ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI FAENZA, UTTMATF Daniele Saporetti CISL Elena Strada ARISSA - IST. SCOLASTICHE STATALI PROV. RAVENNA Ettore Pezzi COLDIRETTI Fabio Balzani UIL Francesco R. Frieri UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Germano Savorani COMUNE DI FAENZA Giovanni Pausini CONFCOOPERATIVE Giovanni Monti LEGACOOP Giovanni Andrea Farina CCIAA Giovanni Andrea Casadei Monti CCIAA Giuseppe Morgagni AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE Giuseppe Fabbri UNICREDIT BANCA Marco Chimenti CONFINDUSTRIA Matteo Casadio COMUNE DI RAVENNA Maurizio Nati UNIONE COMUNI COLLINA Mauro Testa CIA Mauro Basurto CONFAPI Milco Cassani CGIL TAVOLO TEMATICO Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere 61 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE Natalino Giambi COMUNE DI CERVIA Paolo Montanari PROVINCIA DI RAVENNA Paolo Giunchi S.TE.P.RA. SC A RL Renzo Fabbri CGIL Tiziano Samorè CONFARTIGIANATO Tomaso Tarozzi CONFINDUSTRIA Aida Bellolsi CNR - ISTEC Alessandro Zamagna CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO Alessandro Heltai CONFINDUSTRIA Alfredo liverani UNIBO Andrea Farina CONFINDUSTRIA Andrea Trolli PROVINCIA DI RAVENNA Andrea Contin UNIBO Antonio Penso FONDAZIONE FLAMINIA Barbara Ciani CNR - ISTEC Benedetta Ceccarelli CONFAPI Cesare Bertini CONFINDUSTRIA Claudio Mingazzini ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI FAENZA, UTTMATF Daniela Toschi CNA TAVOLO TEMATICO Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Sistemi industriali, green economy, energie e nuove filiere Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione 62 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE Fabio Balzani UIL Filippa Lombardi CISL Giacomo Melandri CONFESERCENTI Giancarlo Pizzutilo BANCA MPS Gianni Berton AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE Giovanna Lobietti PROVINCIA DI RAVENNA Giovanni Casadei Monti CCIAA Giuseppe Benini COLDIRETTI Giuseppe Fabbri UNICREDIT BANCA Luciano Tarozzi CONFARTIGIANATO Matteo Casadio COMUNE DI RAVENNA Maurizio Rossi COMUNE DI CERVIA Mauro Testa CIA Mirco Bagnari UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Monica Visentin COMUNE DI FAENZA Natalino Gigante CCIAA Paola Bissi COMUNE DI RAVENNA Paolo Zoli ARISSA - IST. SCOLASTICHE STATALI PROV. RAVENNA Paolo Valenti PROVINCIA DI RAVENNA TAVOLO TEMATICO Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione 63 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o CICLO COGNOME ENTE Pier Nicola Ferri CONFCOOPERATIVE Riccardo Rivalta COMUNE DI SOLAROLO Roberto Amaducci COMUNE DI CERVIA Viscardo Baldi UNIONE COMUNI COLLINA NOME COGNOME Alberto Benetti Alessandr Folli a Alice Dall'Ara Andrea Antonio Antonio Danilo Davide Enrico Enzo Fabrizio Franco Gabiele Giacomo Gilberto Libero Mario Maurizio Michele Patrizia Roberto Roberto Sergio Silvano Stefano Andrea Antonio Carlo Cesare Cinzia Filippo Giancarlo Pazzi Sangiorgi Venturi Zoli Ceccato Gambi ?? Montanari Rusticali Spada Ancelotti Costantini Minguzzi Asioli Giunta Filipucci Casadei Alberici Savini Foschi Modanesi Parrini Patrizi Corsini Cinosi Sama Brusi Folli Donati Gattelli 2O CICLO ENTE COPAGRI CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI FAENZA, UTTMATF CONFCOOPERATIVE COLDIRETTI PROVINCIA DI RAVENNA CCIAA CONFINDUSTRIA CONFAGRICOLTURA UNICREDIT BANCA CIA UNIONE COMUNI COLLINA BANCA MPS CONFESERCENTI CCIAA PROVINCIA DI RAVENNA CGIL UNIONE COMUNI BASSA COMUNE DI CERVIA COMUNE DI RAVENNA COMUNE DI FAENZA CONFAGRICOLTURA UIL COMUNE DI CASTELBOLOGNESE LEGACOOP COMUNE RAVENNA CISL UIL CONFCOMMERCIO CGIL CONFESERCENTI CONFARTIGIANATO TAVOLO TEMATICO Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione TAVOLO TEMATICO Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo 64 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 2O CICLO ENTE TAVOLO TEMATICO NOME Gianluigi Giovanni Maria Grazia COGNOME Casalegno Morini CONFINDUSTRIA COMUNE CASTELBOLOGNESE Turismo Turismo Marini COMUNE RAVENNA Turismo Marina Pascoli Maurizio Maurizio Nevio Nicola Pier Nicola Raffaella Sergio Valeriano Vanessa Vincenzo Alba Alessandr a Antonio Antonio Cesare Cinzia Elena Emanuela Enzo Laura Massimo Massimo Nevio Paolo Paolo Gasperoni Filipucci Salimbeni Pelliccioni AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE CNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE CERVIA CIA Ferri CONFCOOPERATIVE Costa Baldini Solaroli Ghinassi Boldrini Dal Forno UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA CGIL LEGACOOP PROVINCIA RAVENNA UNICREDIT BANCA CNA Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Coesione, Welfare, Sanità Graziani PROVINCIA RAVENNA Coesione, Welfare, Sanità Cinosi Buzzi Bertini Ghirardelli Zannoni Giangrandi Montanari Rossi Tassinari Caroli Chiarini Valenti Palmarini Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Patrizia Masetti Pericle Pierino Roberto Silva Silvano Stefania Tiziana Valerio Vilma Alberto Andrea Andrea Antonio Stoppa Liverani Finetto Bassani Verlicchi Mieti Montuschi Cellini Lama Mutti De Murtas Bardi Cinosi CISL CONFCOOPERATIVE CONFINDUSTRIA PROVINCIA RAVENNA LEGACOOP PROVINCIA RAVENNA UNICREDIT BANCA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA CNA CONSORZIO FARE COMUNITÀ PORTE APERTE PROVINCIA RAVENNA UIL AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE COMUNE RAVENNA CIA CCIAA PROVINCIA RAVENNA CONFINDUSTRIA PROVINCIA RAVENNA CONFCOMMERCIO PORTE APERTE UNIONE COMUNI COLLINA COMUNE RAVENNA CONFARTIGIANATO FONDAZIONE ITL CISL Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Turismo Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Coesione, Welfare, Sanità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità 65 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 2O CICLO ENTE CONFCOOPERATIVE FONDAZIONE ITL CGIL ASSOCIAZIONE RAVENNATE SPEDIZIONIERI INTERNAZIONALI Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Mingozzi COMUNE RAVENNA Porto e sistema della mobilità Maioli Borghi Ceroni Balfiore Sciacca Antonellini Petrosino Turchi Martoni Testa Venturi Bezzi Manzelli Finetto Buonafede Gatta Modanesi Piccinini FER UNIONE COMUNI COLLINA AUTORITÀ PORTUALE COMUNE CASTELBOLOGNESE CONFINDUSTRIA AUTORITÀ PORTUALE CNA CONFCOMMERCIO CGIL CIA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA CCIAA COMUNE CERVIA LEGACOOP UIL UIL TRASPORTI Andrea Mengozzi PROVINCIA DI RAVENNA Daniele Saporetti CISL Ettore Pezzi COLDIRETTI Germano Savorani COMUNE DI FAENZA Giovanni Pausini CONFCOOPERATIVE Giovanni Monti LEGACOOP Giovanni Casadei Monti CCIAA Luca Della Godenza COMUNE DI CASTELBOLOGNESE Mauro Testa CIA Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Porto e sistema della mobilità Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive NOME Cesare Daniela Danilo COGNOME Bagnari Mignani Morini Fabrizio Lorenzetti Giannant onio Gino Giovanni Guido Ignazio Leonello Luca Mario Mario Massimo Mauro Mauro Norberto Oscar Roberto Roberto Rudy Sergio Silvia TAVOLO TEMATICO Porto e sistema della mobilità 66 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna NOME 2O CICLO ENTE COGNOME Mauro Basurto CONFAPI Milco Cassani CGIL Natalino Giambi COMUNE DI CERVIA Paola Bissi COMUNE DI RAVENNA Paolo Giunchi S.TE.P.RA. S.C. a.r.l. Renzo Fabbri CGIL Sergio Sangiorgi ENEA - LABORATORI DI RICERCA FAENZA - UTTMATF Alessandr Zampagna o CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO Alessandr Heltai o CONFINDUSTRIA Alida Bellosi CNR-ISTEC Barbara Ciani CNE-ISTEC Cesare Bertini CONFINDUSTRIA Claudio Mingazzini ENEA - LABORATORI DI RICERCA FAENZA - UTTMATF Daniela Toschi CNA Daniela Mignani FONDAZIONE ITL Fabio Balzani UIL Giacomo Melandri CONFESERCENTI Giovanna Lobietti Giovanni PROVINCIA DI RAVENNA Casadei Monti CCIAA TAVOLO TEMATICO Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Sistemi industriali, Green economy, energia e nuove filiere produttive Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione 67 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna NOME 2O CICLO ENTE COGNOME TAVOLO TEMATICO Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Massimo Martoni CENTURIA RIT - AGENZIA POLO CERAMICO Mauro Testa CIA Mirco Bagnari UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Paolo Zoli ARISSA - IST. SCOLASTICHE STATALI PROV. RAVENNA Riccardo Rivalta COMUNE DI SOLAROLO Roberto Amaducci COMUNE DI CERVIA Stefania Mieti PROVINCIA DI RAVENNA Angelo Formigatti CIA Angelo Gentile CONFCOOPERATIVE Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Angelo Galli UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Antonello Piazza CONFARTIGIANATO Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Barbara Nadini CCIAA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Carlo Sama UIL Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Cinzia Valbonesi CONFINDUSTRIA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Damiano Giacometti COMUNE DI CASTELBOLOGNESE Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Ettore Pezzi COLDIRETTI Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Filippa Lombardi CISL Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Franco Toschi CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Giancarlo Melandri CONFESERCENTI Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Gianfranc Ciervo o UNIFIDI EMILIA ROMAGNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Giorgio Farneti CONFINDUSTRIA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Lugia Lucci CONFIDI ROMAGNA E FERRARA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Massimo Martoni CGIL Politiche di sostegno all'economia, semplificazione 68 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna NOME 2O CICLO ENTE COGNOME TAVOLO TEMATICO Massimo Mazzavillani CNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Matteo Casadio COMUNE DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Maurizio Rossi COMUNE DI CERVIA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Mauro Basurto CONFAPI Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Monica Visentin COMUNE DI FAENZA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Paola Bissi COMUNE DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Patrizia Masetti AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE COOPERATIVE ITALIANE Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Pietro Roncuzzi CREDITO COOP. RAVENNATE E IMOLESE Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Riccardo Cristofori BANCA POPOLARE DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Roberta Romboli PROVINCIA DI RAVENNA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Roberto Amaducci COMUNE DI CERVIA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Sergio Pistocchi CONFAGRICOLTURA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Vincenzo Boldrini UNICREDIT BANCA Politiche di sostegno all'economia, semplificazione Incontri di partenariato Gli incontri si sono tenuti secondo il seguente calendario: 1° incontro: 30 giugno 2010 con un numero di 16 presenze 2° incontro: 29 settembre con un numero di 23 presenze Durante il 1° incontro, avvenuto ad avvio del processo, sono state approfondite le finalità della Conferenza, e si è discusso dell’articolazione del relativo processo di preparazione, con la condivisione dei principali aspetti delle attività da sviluppare e delle ipotesi di tempistica rispetto ai momenti partecipativi. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di raccogliere le aspettative e i desiderata degli enti promotori circa il metodo, i contenuti e le tempistiche del processo di definizione della Conferenza economica. Durante il 2° incontro sono state discusse ed approfondite ulteriormente le priorità di intervento emerse in occasione del 1° ciclo dei tavoli tematici, con una riflessione congiunta circa una prima definizione delle linee di intervento, anche in vista della successiva condivisione con l’insieme allargato di attori invitati a partecipare al 2° ciclo di tavoli tematici L’obiettivo dell’incontro è stato quello di consolidare il confronto relativo all’articolazione della strategia e avviare la delineazione delle conseguenti linee progettuali. Di seguito si riportano gli attori coinvolti: 69 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna 1o INCONTRO NOME COGNOME Alberto Antonio Claudio Daniela Emanuela Germano Gianni Giovanni Rebucci Venturi Casadio Mengoli Giangrandi Savorani Bessi Casadei Monti Libero Asioli Monica Nadia Paola Paola Paolo Paolo Stefania Visentin Simoni Bissi Alessandri Valenti Montanari Mieti ENTE PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA COMUNE DI FAENZA PROVINCIA DI RAVENNA CCIAA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA - ASS, ATRICOLTURA E TURISMO COMUNE DI FAENZA PROVINCIA DI RAVENNA COMUNE DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA 2o INCONTRO NOME Alberto Andrea Antonio Daniela Danilo Emanuela Giannantonio Gianni Giovanni Grazia Guido M. Grazia Matteo Norberto Oscar Paola Paola Paolo Roberto Silvia Stefania Tania COGNOME Rebucci Mengozzi Venturi Mengoli Zoli Giangrandi Mingozzi Bessi Casadei Monti Fabbri Ceroni Marini Casadio Bezzi Manzelli Bissi Morigi Montanari Finetto Bassani Mieti Berardi ENTE PROVINCIA RAVENNA PROVINCIA RAVENNA PROVINCIA RAVENNA PROVINCIA RAVENNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA COMUNE RAVENNA PROVINCIA RAVENNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA AUTORITÀ PORTUALE RAVENNA COMUNE RAVENNA COMUNE DI RAVENNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA COMUNE RAVENNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA CCIAA PROVINCIA RAVENNA PROVINCIA RAVENNA PROVINCIA RAVENNA Tavoli di confronto con le Parti economico-sociali I tavoli si sono tenuti secondo il seguente calendario: 70 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna Incontro con il Tavolo delle Imprese: 3 novembre 2010 con un numero di 20 presenze Incontro con i Rappresentanti della Bassa Romagna: 3 novembre 2010 con un numero di 19 presenze Incontro con i Sindacati: 28 novembre 2010 con un numero di 13 presenze I tavoli hanno costituito un momento di confronto circa specifici aspetti delle linee strategiche in fase di elaborazione in vista della Conferenza, al fine di valutarne l’opportunità e la fattibilità. L’obiettivo dei tavoli è stato quello di attivare percorsi di approfondimento grazie al diretto coinvolgimento di selezionati stakeholder del territorio. Di seguito si riportano gli attori coinvolti: TAVOLO BASSA ROMAGNA NOME COGNOME Andrea Claudio Giancarlo Giorgio Giovanni Linda Luciano Luciano Maria Teresa Maurizio Mauro Mirco Nicola Raffaella Riccardo Roberto Roberto Silvano Stefano Gorini Facchini Gieri Piombini Savorani Errani Tarozzi Facchini Ronchi Filipucci Venturi Bagnari Leo Costa Graziani Massari Finetto Verlicchi Foli ENTE UNIONE BASSA ROMAGNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA UIL BASSA ROMAGNA UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA AGCI COMUNE DI MASSALOMBARDA CONFARTIGIANATO LUGO CONFCOMMERCIO ASCOM LUGO CISL ZONA DI LUGO UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA COMUNE DI ALFONSINE COMUNE DI FUSIGNANO CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI COMUNE DI BAGNACAVALLO COMUNE DI ALFONSINE CNA CAMERA DI COMMERCIO CONFINDUSTRIA COMUNE DI COTIGNOLA TAVOLO IMPRESE NOME Alberto Andrea Antonio Antonio Daniele Enrico Fabrizio Germano Giovanni Giovanni COGNOME Benetti Paia Sangiorgi Ravaglioli Rondinelli Gambi Rusticali Savorani Monti Tampieri ENTE COPAGRI CONFCOOPERATIVE COLDIRETTI CONFCOMMERCIO CONFARTIGIANATO CONFAGRICOLTURA CIA COMUNE DI FAENZA LEGACOOPERARATIVE CONFINDUSTRIA 71 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna TAVOLO IMPRESE NOME Giuseppe Giuseppe Guido Matteo Maurizio Natalino Raffaele Roberto Roberto Tiziano COGNOME Morgagni Parrello Ceroni Casadio Gasperoni Gigante Gordini Ramina Manzoni Samorè ENTE AGCI RA-FE AUTORITA' PORTUALE AP. RAVENNA COMUNE DI RAVENNA CNA CCIAA CONFCOOPERATIVE CONFESERCENTI CONFESERCENTI CONFARTIGIANATO TAVOLO SINDACATI COGNOME Alberto Antonio Claudio Guido Laura Matteo Maura Paola Paola Paolo Paolo Roberto Rebucci Cinosi Casadio Ceroni Lizzani Casadio Masotti Alessandri Bissi Montanari Valenti Neri ENTE PROVINCIA DI RAVENNA CISL PROVINCIA DI RAVENNA AUT. PORTUALE DI RAVENNA CAMERA DI COMMERCIO COMUNE DI RAVENNA CGIL PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA PROVINCIA DI RAVENNA UIL 72 RAPPORTO DI SINTESI Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna B.2 ELENCO DEI PROGETTI STRATEGICI Elenco delle schede progetto Scheda 1 MISURE DI SEMPLIFICAZIONE VOLTE A RIDURRE I TEMPI AMMINISTRATIVI CHE GRAVANO SULLE IMPRESE E RAFFORZARE L’OPERATIVITÀ DEI NUOVI SUAP TELEMATICI Scheda 2 INVESTIRE NELLA CONOSCENZA E NELLE RISORSE UMANE, NEL LAVORO E NELL' OCCUPAZIONE PER UN TERRITORIO CON UNO SVILUPPO DI ALTA QUALITA' COMPETITIVO E COESO Scheda 3 SERVIZI A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE Scheda 4 AZIONI MIRATE DI MARKETING TERRITORIALE PER L’ATTRAZIONE DI INVESTIMENTI NELLA PROVINCIA DI RAVENNA Scheda 5 AVVIO, GOVERNANCE E SVILUPPO DEL TECNOPOLO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA NELL' AMBITO DELLA RETE DELL' ALTA TECNOLOGIA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Scheda 6 SVILUPPO DELLA GREEN ECONOMY Scheda 7 SOSTEGNO ALLA NASCITA DELLA CITTADELLA DELLA NAUTICA Scheda 8 MIGLIORAMENTO DEI COLLEGAMENTI FERROVIARI E STRADALI DEL PORTO DI RAVENNA CON LE GRANDI DIRETTRICI NAZIONALI ED EUROPEE Scheda 9 INTERVENTI DI POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE PORTUALI RAVENNA – BANCHINE, FONDALI E NUOVO TERMINAL CONTAINER Scheda 10 SVILUPPO ED EFFICIENTAMENTO DEL SISTEMA DEI TRASPORTI DELLE MERCI NELLA PROVINCIA DI RAVENNA: STRUTTURAZIONE E PERCORSO ATTUATIVO Scheda 11 ESTENSIONE DELLA BANDA LARGA E DEI SISTEMI TELEMATICI SULL'INTERO TERRITORIO PROVINCIALE Scheda 12 CIRCUITI LOCALI DI VALORIZZAZIONE AGROALIMENTARE Scheda 13 STRUMENTI A SOSTEGNO DELLA GESTIONE DEL RISCHIO D’IMPRESA NELLE AZIENDE AGRICOLE E ALIMENTARI Scheda 14 PROGETTO DI OSPITALITÀ Scheda 15 UN NUOVO WELFARE PER LA COESIONE SOCIALE, IL BENESSERE E LA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO La numerazione delle schede risponde ad una mera esigenza di identificazione e, pertanto, non è indicativa delle priorità. Per il dettaglio delle Schede, si rimanda all’apposito volume. 73 RAPPORTO DI SINTESI DI