allegato 2) Conferenza economica provinciale 2010

Documento a cura di:
NOMISMA S.p.A.
Società di Studi Economici
Strada Maggiore, 44
40125 Bologna
www.nomisma.it
Gruppo di lavoro Nomisma:
Luigi Scarola (coordinamento)
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Concetta Rau
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Segreteria Tecnica del Tavolo provinciale Economia e Occupzione:
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con la collaborazione di:
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Luca Antonellini
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Antonio Venturi
Arrigo Antonellini
Giovanni Sorrentino
Valeria Biggio
Gianfranco D'Attorre
Fabio Poggioli
Deborah Rondoni
Andrea Trolli
grafica: Matteo Contessi
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Sommario
Premessa........................................................................................................... 2
A.
Qualità, apertura e responsabilità: gli assi strategici della
Conferenza Economica della provincia di Ravenna ...................................... 7
A.1
Il porto e il sistema della mobilità e le reti immateriali .........................................................7
A.2
Le risorse umane e il mercato del lavoro ............................................................................11
A.3
Il sistema agroalimentare ......................................................................................................17
A.4
I sistemi economico-produttivi ..............................................................................................22
A.4.1
L’apertura internazionale ..............................................................................................23
A.4.2
Le specificità merceologiche ........................................................................................26
A.4.3
Il Tecnopolo e il sistema della conoscenza................................................................30
A.4.5
La Semplificazione Amministrativa..............................................................................32
A.5
La sostenibilità ambientale e la green economy ................................................................38
A.6
Il turismo e la cultura dell’ospitalità .....................................................................................45
B.
Allegati................................................................................................... 53
B.1
Gli step del percorso di partecipazione ..............................................................................54
B.2
Elenco dei Progetti strategici ..............................................................................................73
1
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
PREMESSA
La profonda recessione che ha coinvolto i paesi a economia avanzata tra il 2008 e il 2010 sta
inducendo i territori più lungimiranti a ripensare profondamente il proprio modello di sviluppo.
Sebbene quella in corso non sia certamente la prima crisi dal dopoguerra, probabilmente
rappresenta la più importante, avendo colpito alla base i fondamentali su cui si è costruita la
crescita economica degli ultimi trent’anni.
La finanziarizzazione dell’economia ha reso i tessuti economici così fragili da non riuscire a
reggere le tensioni recessive le quali si sono riverberate in maniera imponente sui principali
driver di sviluppo dei paesi avanzati. Siamo di fronte alla prima crisi globale che investe l’intero
sistema senza essere riconducibile, alla stregua delle precedenti, a precisi fattori generanti
come crisi da valuta, da materie prime o da situazioni complesse di un singolo Paese.
Così per la prima volta negli ultimi 30 anni il mondo ha registrato una crescita annua negativa
( –0,6% consuntivo 2009).
La recessione ha investito la quasi totalità dei paesi avanzati con comportamenti differenziati
per tra i paesi emergenti e in via di sviluppo. Mentre gli USA con una contrazione del 2,4% ha
registrato il risultato peggiore degli ultimi sessanta anni, le maggiori economie emergenti hanno
complessivamente retto meglio alla crisi. Ciò se da un lato ha evitato che i fenomeni recessivi
impattassero in maniera ancora più imponente, dall’altro ha prodotto importanti modifiche di
ordine geopolitico.
I Paesi emergenti dell’Asia, soprattutto Cina e India, seppur colpiti dalla crisi essenzialmente per
la riduzione della domanda estera, già nella metà del 2009 il ritmo di crescita del PIL si è
riportato sui livelli elevati degli ultimi anni chiudendo l’anno con +8,7%. Analoghe dinamiche ha
registrato l’India, dove il PIL è cresciuto nel 2009 del 6,4% un solo punto in meno rispetto
all’anno precedente1. Inoltre la previsione 2010 del Pil Usa a parità di potere di acquisto
ammonta a 14.840 mld di dollari, il PIL della Repubblica Popolare Cinese +HK a parità di potere
di acquisto a 10.151 mld di dollari, importo pari alla somma del PIL di Germania, Francia,
Regno Unito, Italia e Spagna2.
Così alcune aree geografiche - e al loro interno alcuni paesi - hanno visto modificarsi in maniera
sostanziale il proprio peso relativo nelle relazioni economiche internazionali.
Ne è esplicita evidenza la recente affermazione del G20 che mentre nel luglio del 2008 era
stato respinto come forum centrale di concertazione per le politiche anticicliche, solo qualche
mese dopo, tra novembre e settembre 2009 si è riunito tre volte, sancendo infine la definitiva
sostituzione del G8 quale principale consiglio economico delle nazioni più sviluppate. La portata
di tali cambiamenti è palese. Basti pensare che mentre nel G8 gli USA rappresentavano poco
meno del 50% del PIL e il 35% degli abitanti, nel G20 ne rappresenta rispettivamente il 25% e il
15%3.
Una reazione di tale dimensioni in un momento di crisi globale è sufficiente a dare il senso di
quanto, in questo mutato contesto geo-economico, il centro propulsore della crescita degli
scambi internazionali sia, saldamente collocato in Asia. L’economia Cinese è in forte
trasformazione e comprenderne le potenzialità significa saper porre le condizioni per competere
nei prossimi anni4. Il sistema Italia non sembra intraprendere azioni concrete che creino solide
1
Banca d’Italia, Relazione annuale 2009
2
The Economist, The World in 2010, 2009
3
Nomisma, Rapporto Nomos & Khaos 2009-2010, Bologna, 2010
4
La rapida espansione dell’economia cinese nell’ultimo decennio ha tratto alimento soprattutto dall’accumulazione di
capitale e dalle esportazioni. Nel 2008 la quota dei consumi in rapporto al PIL superava di poco il 35 per cento, circa 10
2
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
reti commerciali con l’Asia. Il traffico di perfezionamento attivo tende a rimanere costante nel
tempo e come appare già evidente che le merci asiatiche tendano sempre di più a bypassare il
nostro Paese5. Questo perché ancora oggi, non troppo diversamente dal passato, l’economia
nazionale sconta un posizionamento competitivo debole rispetto ad altre piattaforme produttive
e perché il vantaggio comparato dei processi di internazionalizzazione non sembra essersi
modificato in maniera sostanziale nel tempo. L’indice di attrattività elaborato dalla Heriot Watt
University, ad esempio, dalla fine del degli anni Novanta ad oggi, registra una crescita di oltre il
30% per i paesi dell’est e dell’Asia, a fronte di una variazione nettamente più contenuta
nell’area mediterranea (+10%) e di una sostanziale stabilità nell’Europa continentale (+1%).
L’Italia stenta quindi ad agganciare il mutamento degli equilibri geo-economici mondiali
denunciando una sostanziale incapacità di interpretare e valorizzare la propria collocazione
geografica, oltre che economica. L’essere al centro del Mediterraneo offre, infatti, all’Italia una
straordinaria opportunità di sviluppo dei trasporti e della logistica, così come di fare avanzare
l’industria nazionale su sentieri di internazionalizzazione più compiuta.
In questo quadro la provincia di Ravenna, un territorio con una posizionato strategica di forte
rilievo per quanto riguarda il flusso dei traffici e che ha fatto della qualità della vita e della
coesione sociale i suoi punti di riferimento, si trova a dover riprogettare i propri bisogni e le
proprie traiettorie di crescita.
Tra il 1995 e il 2009 il sistema ravennate è cresciuto di più di quanto non abbia fatto il resto del
Paese o la stessa regione Emilia Romagna. Il Pil per abitante è aumentato annualmente (in
media) del 3,9%, lo 0,4% in più dell’insieme regionale e di quello nazionale6.
Tale evoluzione, così come avvenuto a livello regionale e nazionale, è decelerata nel tempo,
passando dal +5,6% annuale degli anni Novanta (+5,2% in regione, +4,7% in Italia), al +3,9%
del periodo 2001 - 2007 (+3,5% in regione e +3,6% in Italia).
Dal punto di vista del PIL pro-capite nel 2009, secondo l' Istituto Tagliacerne, il posizionamento
nelle graduatorie vedono Ravenna collocata al 29° posto con Pil procapite di quasi il 9%
inferiore alla media dell’Emilia Romagna, la quarta regione italiana per livelli di reddituali, anche
se , per contro, uno studio dell' Uffico studi di Confindustria, pubblicata all'inizio del 2010 dal
Sole 24 ore, .in base al cosiddetto BIL ( Benessere Interno Lordo ) calcolato attraverso 8 diversi
indicatori ha posizionato la provincia di Ravenna in modo assai più lusinghiero: al secondo
posto assoluto a livello nazionale.
Tra il 2008 e il 2009 il PIL pro-capite provinciale ha registrato una flessione leggermente
superiore rispetto alla regione e al Paese in generale (-4,5% in provincia, -3,8% in regione e 3,3% in Italia), Dunque la recessione internazionale ha avuto un impatto notevole sul sistema
economico ravennate.
La crisi ha colpito in un momento di ristrutturazione e investimenti nel territorio. È necessario,
quindi, cercare, attraverso giuste azioni di “Politica industriale e territoriale”, di supportare,
anche definendone le direttrici future, il sistema economico per evitare che la complessa
situazione comprometta anche quelle imprese che possono avere tutte le prerogative per
competere con successo sui mercati internazionali.
punti percentuali in meno rispetto al 2000. Questa tendenza deriva, da un lato, dal peso decrescente del reddito
disponibile delle famiglie sul prodotto (sceso al 59 per cento nel 2007, dal 64 nel 2000) e, dall’altro, dal valore elevato e
crescente del loro risparmio (salito al 22,2 per cento del PIL, dal 17,5 nel 2000). In prospettiva, a meno di interventi
correttivi da parte delle autorità di governo, la carenza di servizi pubblici e di una rete di protezione sociale adeguata
tenderà a mantenere elevato il saggio di risparmio delle famiglie. Banca d’Italia, Relazione annuale 2009.
5
Nomisma, Venticinque anni di ricerche, Bologna, 2008
6
Elaborazioni Nomisma su dati Istituto Tagliacarne - Unioncamere.
3
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Se è vero, infatti, che il sistema ravennate (nel momento in cui si scrive7) sembra essere stato
colpito meno duramente, in termini di fatturato, ordinativi e produzione, di quanto non si possa
dire del resto della regione è altrettanto vero che vi è stato un ampio ricorso ad ammortizzatori
sociali. Le ore di cassa integrazione nel 2009 sono aumentate di oltre 10 volte rispetto al 2008
(9,5 volte in regione e 4,4 volte in Italia), con una prevalenza della metalmeccanica, tessile,
ceramica e chimica, confermata anche nel 20108. La crisi economico-finanziaria sta impattando
sulla parte più esposta e più debole della società: lavoratori precari, famiglie monoreddito,
giovani in cerca di prima occupazione, donne, ma anche lavoratori dipendenti e nuclei familiari
numerosi.
Questo lo si deve al fatto che per la sua natura innanzitutto finanziaria ha inciso soprattutto sul
tessuto più dinamico: quello impegnato a ristrutturare ed investire.
La sfida con la quale il territorio si trova a confrontarsi è quanto mai difficile: ridefinire i pilastri su
cui costruire una strategia di sviluppo per i prossimi anni per proseguire nel positivo processo di
sviluppo degli ultimi decenni.
Serve, da un lato, supportare quelle imprese che possono avere tutte le prerogative per
competere con successo sui mercati internazionali, dando loro quelle esternalità di sistema di
cui necessitano. Dall’altra rimodulare le politiche di welfare affinché dalla fase di urgenza si torni
ad una programmazione coerente anche con le esigenze del sistema economico e della
popolazione.
Si ritiene utile peraltro qui sottolineare che in seno ai gruppi di lavoro della Conferenza
Economica si è ritenuto utile mettere a cantiere un percorso aperto all’interno della comunità
che affronti in maniera incisiva il tema del welfare in termini compiuti e con tempistiche in grado
di assumere indirizzi strategici opportunamente ponderati.
Ciò è possibile solo attraverso un’azione coordinata in cui ciascuno dei diversi soggetti dello
sviluppo giochi il suo ruolo individuale, ma complementare agli altri. L’obiettivo comune che
deve motivare le diverse azioni è quello di far convergere i diversi tipi di risorse disponibili, da
quelle imprenditoriali a quelle finanziarie, umane, tecnologiche, verso l’esigenza di rafforzare le
dinamiche di uno sviluppo socio economico di alta qualità, duraturo nel tempo e
ambientalmente sostenibile.
A tal fine è necessario rafforzare l’ambiente di operatività del territorio - le esternalità favorendo lo sviluppo di servizi di qualità, elevando il livello delle risorse umane, creando reti e
connessioni con le fonti di innovazione tecnologica, snellendo la burocrazia e rafforzando i
rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. È necessario che le imprese orientino i loro
obiettivi e le loro risorse umane e finanziarie in misura maggiore verso il lungo periodo e che si
aprano maggiormente alla costruzione di solide reti e alle relazioni esterne.
Lo sviluppo e la competitività della provincia di Ravenna deve tenere in considerazione l’enorme
patrimonio che deriva dalle specificità dei diversi territori per valorizzarne le proposte progettuali
specifiche, come quelle emerse dalle conferenze economiche del comprensorio Faentino e
della Bassa Romagna le cui elaborazioni vengono assunte come contributi fondamentali per la
conferenza provinciale.
La Conferenza Economica interviene anche su questi temi, cercando di identificare le giuste
azioni per evitare quel fenomeno di selezione avversa che rischia di penalizzare un virtuoso
sistema di impresa che ha diffuso benessere sul territorio. Le linee di azione della Conferenza
economica hanno dovuto rispondere a queste esigenza.
L’ambizione è quella di intercettare quei fattori di debolezza o di forza che la crisi ha contribuito
a mettere in evidenza e che in qualche modo possono definirsi elementi di novità rispetto ad
7
ottobre/novembre 2010
8
Regione Emilia Romagna, Rapporto sugli ammortizzatori sociali nella provincia di Ravenna, aprile 2010.
4
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
una realtà che si ritiene già nota9: se è vero che la fase acuta della recessione è superata,
sicuramente la ripresa non sarà uguale per tutti.
Qualità, apertura e responsabilità sono i tre requisiti su cui è incardinato il processo di
costruzione della Conferenza economica, laddove la declinazione per ambito tematico risulta
essere una semplificazione di un percorso che converge proprio nell’idea di fondo di innalzare
la qualità del vivere nel territorio.
Si ritiene utile sottolineare come le considerazioni riportate nel presente documento e nelle
schede progettuali allegate sono frutto di un articolato percorso teso a coniugare gli strumenti
dell’analisi economica con un serrato e articolato confronto con gli stakeholder locali che si è
sviluppato oltre che attraverso una serie di incontri face to face con gli Enti committenti e con
organizzazioni economiche e sociali e con aree territoriali in:
N. 1 Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione con numero 33
presenze
N. 2 Cicli di Tavoli Tematici, per un totale di 12 tavoli con complessive 375 presenze. I tavoli
attivati sono stati:
Sistema agroalimentare
Turismo
Porto e sistema della mobilità
Politiche di sostegno all’economia e la semplificazione
Qualità, sostenibilità e competitività dei sistemi industriali, green economy, energia e
nuove filiere
Economia della conoscenza, Tecnopoli, internazionalizzazione
Welfare, coesione e sanità
N. 2 Incontri di partenariato con numero 39 presenze
N. 3 Tavoli di confronto con le Parti economico- sociali con numero complessivo di 39
presenze
Sui vari ambiti strategici definiti, sarà, di seguito, tracciato il posizionamento di Ravenna nello
scenario delle relazioni nazionali e internazionali sia esplicite che latenti e si delineeranno alcuni
degli spazi di azione che si ritengono utili per il rafforzamento del sistema. Tali considerazioni
rappresentano la base che ha dato impulso alle schede progettuali che sono parte integrante
del presente rapporto.
Le linee strategiche e le azioni emerse sono riconducibili ai seguenti ambiti:
Porto e sistema della mobilità e reti immateriali
Azioni
o Interventi di potenziamento delle infrastrutture portuali
o Interventi di miglioramento dei collegamenti ferroviari e stradali
o Interventi per la diffusione della Banda Larga sull’intero territorio provinciale
Risorse umane e Mercato del lavoro
Azioni
o Innalzamento complessivo delle competenze
9
Sono numerosi gli studi e le analisi che hanno interessato l’economia ravennate e la sua industria in particolare.
A mero titolo esemplificativo, e quindi non esaustivo, si cita: Provincia di Ravenna, La provincia di Ravenna Popolazione, offerta di lavoro e sviluppo economico Ravenna, giugno 2010; Ervet, Posizionamento del sistema
territoriale provinciale per il perseguimento degli obiettivi della politica regionale unitaria – Ravenna, dicembre 2008;
Nomisma, studio sui fattori di competitività e sulle linee di sviluppo del territorio comunale di Ravenna, giugno 2005.
5
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
o
o
o
Facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro delle fasce più deboli
Interventi per elevare la sicurezza del lavoro
Avvio del percorso per un nuovo welfare nella provincia di Ravenna
Sistema agroalimentare
Azioni
o Valorizzazione delle produzioni provinciali e l’efficienza delle filiere
o Stabilizzazione del reddito delle imprese agricole e la riduzione delle incertezze
di mercato
o Tutela del territorio e il rafforzamento competitivo del “Sistema Provincia”
Sistema produttivo
Azioni
o Attrazione e Marketing territoriale
o Potenziamento dei Tecnopoli
o Rafforzamento dei processi di internazionalizzazione
o Accesso al credito
o Semplificazione Amministrativa
Sostenibilità ambientale e Green Economy
Azioni
o Proseguire l’impegno per la sostenibilità dello sviluppo
o Rafforzamento delle nuove filiere della green economy
Turismo e la cultura dell’ospitalità
Azioni
o Ampliare il bacino di domanda turistica sul fronte internazionale
o Ridurre la componente stagionale della domanda
o Sviluppare una rete più estesa di servizi e ospitalità per il turista
o Accrescere la qualificazione dell’offerta e del territorio
6
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
A. QUALITÀ, APERTURA E RESPONSABILITÀ: GLI ASSI STRATEGICI DELLA
CONFERENZA ECONOMICA DELLA PROVINCIA DI R AVENNA
A.1
IL PORTO E IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ E LE RETI IMMATERIALI
Il governo della domanda di mobilità generata da una città che ospita sul proprio territorio
un’importante infrastruttura portuale presenta notevoli elementi di complessità, accentuati dalla
crescente necessità di conciliare lo sviluppo economico con il rispetto dei parametri ambientali
in materia di inquinamento atmosferico ed acustico e la riduzione dell’incidentalità e della
congestione. Tali elementi riguardano, in particolare, l’esigenza di separare il traffico di breve
percorrenza generato dagli spostamenti dei residenti da quello, di media e lunga percorrenza,
delle merci e dei passeggeri generato dalle attività portuali e l’esigenza di favorire un maggiore
equilibrio modale a sostegno del trasporto su ferro e su acqua.
Nel caso di Ravenna e del suo porto, la soluzione dei problemi della mobilità assume particolare
urgenza, costituendo una condizione indispensabile ed improcrastinabile per favorire i
programmi di espansione del porto specie nei settori dei contenitori, della cantieristica, della
crocieristica e della nautica da diporto e di renderli compatibili con il mantenimento di adeguati
livelli di qualità della vita, di attrattività turistica del territorio e di salvaguardia dell’ambiente.
Per molti anni, si è ritenuto che il Mar Adriatico dovesse considerarsi fortemente penalizzato
dalla propria posizione geografica (mare “chiuso”, troppo lontano dalle rotte delle grandi navi
oceaniche e dai mercati ricchi ed in crescita dell’Europa occidentale) e, di conseguenza, che i
porti che vi si affacciano non potessero godere di quelle significative prospettive di crescita di
cui invece beneficiavano i porti della sponda tirrenica. A testimonianza di ciò, vi sono state in
passato sia le forti differenze nelle performance di settori chiave come quello dei contenitori e
del traffico Ro-Ro tra i porti del Nord Adriatico e quelli del Tirreno centro-settentrionale, sia i forti
squilibri dei traffici fra imbarchi e sbarchi, come testimoniano gli stessi dati del porto di Ravenna.
Negli anni seguenti alla caduta del muro di Berlino, il progressivo decollo delle maggiori
economie dell’Europa Orientale, dalla Polonia all’Ungheria, alla Repubblica Ceca, alla
Slovacchia ed alla Slovenia (ed il loro successivo ingresso nella UE), ha contribuito a modificare
i futuri scenari economici e commerciali dei porti del Nord Adriatico, ed in particolare di quelli di
Capodistria, Trieste, Venezia e Ravenna, attualmente riuniti nel NAPA (North Adriatic Ports
Association), aprendo prospettive completamente nuove rispetto al passato.
Per i porti del Nord Adriatico, i vantaggi legati alla propria posizione geografica non riguardano
soltanto la vicinanza con il canale di Suez e con le rotte che attraversano il Mediterraneo da Est
verso Ovest e viceversa (con riferimento ai traffici con la Cina, l’India e l’Estremo Oriente), ma
anche e soprattutto la vicinanza con mercati emergenti che si sono dimostrati in questi anni di
crisi particolarmente dinamici come l’Egitto, la Turchia, Cipro, la Siria ed i paesi del Golfo. Non
casualmente, fra i principali porti/mercati con i quali Ravenna registra forti flussi di interscambio
di merci vi sono in primo luogo proprio quelli turchi, egiziani, siriani, degli emirati arabi, ecc.
A partire dal 2005-2006, alcune grandi compagnie marittime che operano su scala mondiale
hanno cominciato a guardare ai porti adriatici come potenziali “gate” di ingresso per l’Europa
orientale, in grado di ridurre fortemente i tempi di accesso al mercato per le merci rispetto sia ai
porti del Tirreno in Italia, sia a quelli del Northern Range in Europa settentrionale, ormai
fortemente congestionati.
La grave crisi economica del 2008-09, ponendo una forte pressione sulla necessità di
comprimere i costi ed i tempi del trasporto e di favorire una decisa razionalizzazione
dell’organizzazione delle filiere logistiche, ha ulteriormente rafforzato questo processo, come
7
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
dimostrano i lusinghieri risultati del porto di Trieste ed i recenti successi nei collegamenti con
l’Estremo Oriente di quello di Venezia.
A riprova di ciò, sta l’importante novità rappresentata dalle recenti modifiche apportate a
Bruxelles al tracciato del cosiddetto corridoio Adriatico – Baltico, che prevedono l’inserimento di
Ravenna come nodo terminale meridionale. Il tracciato del corridoio parte da Gdansk in Polonia
e si snoda fino a Bologna e Ravenna, attraversando la Repubblica Ceca, la Slovacchia e
l’Austria.
La sua attuazione consentirebbe al porto romagnolo di proporsi con maggiore forza e in modo
più integrato rispetto ad oggi non solo verso il bacino regionale ma anche in una dimensione più
ampia da una parte almeno la Pianura Padana ed anche oltre le Alpi e dall' altra, sui mecati
internazionali specializzati, all'interno del NAPA come " gate " di ingresso e di esportazione per
le merci provenienti da/verso Medio oriente, Mediterraneo e Estremo oriente. Il recente avvio
poi dello scalo crociere, fa intravedere ottime possibilità sul versante crocieristico con un
indubbio beneficio soprattutto per l' economia turistica e i percorsi commerciali della provincia.
In questo quadro si inserisce soprattutto il progressivo approfondimento dei fondali fino a 14,50 metri e il progetto del nuovo terminal contenitori previsto sulla penisola Trattaroli. Il
confronto recentemente avviato tra l' Autorità Portuale, imprese e istituzioni dovrà portare a
nelle prossime settimane le priorità di investimento sulla infrastruttura portuale alla luce delle
risorse pubbliche effettivamente disponibili e dei piani di sviluppo commerciale e di investimento
delle imprese.
Un tale ruolo geo-strategico che aggrega funzioni turistiche, logistiche e di trasporto di spessore
nazionale ed internazionale non potrebbe essere attuato in mancanza di un adeguato
potenziamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie al servizio dei flussi in entrata ed in
uscita dal nodo, in collegamento con le grandi direttrici stradali e ferroviarie di
origine/destinazione delle merci e, per quanto riguarda i passeggeri, con la rete
autostradale,con la stazione alta velocità/alta capacità di Bologna ed i principali aeroporti
regionali a partire da quello di Bologna .
Ciò detto, per un territorio fortemente orientato ad elevare la qualità di vita dei propri cittadini,
l’accessibilità passa attraverso anche il rafforzamento di tutte quelle reti immateriali che
consentono agevolare gli scambi di informazioni e di idee. Così come recentemente sottolineato
dalla Commissione Europea nell’adozione delle misure complementari per favorire
l'introduzione e l'adozione della banda larga veloce e ultraveloce nell'UE dello scorso 20
settembre 2010, l'accesso alla banda larga “potrebbe esercitare un effetto rivoluzionario nella
vita quotidiana, analogo a quello generato dalla ferrovia oltre un secolo fa. Le connessioni ad
alta velocità agevolano il lavoro da casa e durante gli spostamenti. Consentono di istituire nuovi
servizi interattivi in linea in diversi settori, tra i quali l'educazione e la salute (ad esempio, la
telediagnostica). Concorrono ad abbassare i costi delle PMI, rendendole più concorrenziali
mediante l'accesso a servizi "cloud", come pure aprendo la via a una nuova era di servizi video
digitali, controllati dagli utilizzatori e ad alta definizione”.
Attraverso le nuove tecnologie nel campo delle telecomunicazioni, il territorio mira a favorire la
crescita, la diversificazione e le innovazioni in tutto il territorio provinciale, eliminando
progressivamente il digital divide.
Il Rapporto Lepidaspa sul digital divide nella provincia di Ravenna identifica al 1 ottobre 2010 il
9,12% della popolazione in digital divide (35.542 abitanti). I territori comunali con oltre lo 0,5% di
popolazione non servita da servizi ADSL sono: Bagnacavallo, Brisighella, Cervia, Conselice,
Faenza e Ravenna.
Obiettivo del territorio ravennate è l’abbattimento del divario infrastrutturale esistente e al
miglioramento della competitività del sistema delle imprese e alla coesione sociale e regionale,
sostenendo in via prioritaria gli investimenti necessari a garantire l’accesso alle connessioni a
banda larga nei territori attualmente non raggiunti e promuovendo la connettività WI-FI nei
contesti aggregativi e a forte fruizione turistica. A ciò si aggiunge la possibilità, per le aree rurali
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RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
di poter disporre di tale tipologia di infrastrutture può rappresentare un servizio aggiuntivo ed
efficace nella valorizzazione delle produzioni locali, in particolare di quelle trasformate o
comunque differenziate sulla base di collegamenti a valori territoriali.
Le linee strategiche
Interventi di potenziamento delle infrastrutture portuali
Come previsto dal nuovo PRP (Piano Regolatore Portuale), gli interventi di
potenziamento previsti nel settore dei contenitori rappresentano una delle condizioni
essenziali per consentire al porto di Ravenna un sostanziale salto di qualità nel
proprio posizionamento strategico nell’area del Mediterraneo, permettendogli di
uscire da quella relativa marginalità in cui si è venuto a trovare finora e di competere
ad armi pari con i principali porti del Nord Adriatico e del Tirreno.
L’approfondimento dei fondali del Canale Candiano costituisce un elemento
essenziale non soltanto per il futuro sviluppo del nuovo terminal container, ma anche
per il mantenimento e l’ulteriore espansione dei livelli di traffico nei comparti strategici
delle merci varie e delle materie prime solide e liquide, consentendo l’ingresso nel
porto di navi di portata significativamente superiore ai limiti massimi attuali. Esso
permette al porto di ampliare in modo sostanziale il proprio bacino di mercato, con
riferimento, “lato mare”, ad aree di origine/destinazione delle merci che comprendono
non soltanto il Mediterraneo orientale ed il Medio Oriente, ma anche l’Estremo
Oriente e la Cina e, “lato terra”, oltre alle regioni italiane del nord/nord-est e del
Corridoio Adriatico, anche importanti aree dell’Europa centro-meridionale ed orientale
(in Germania ed Austria).
In particolare, la realizzazione del nuovo terminal container consente:
- l’aumento della capacità di movimentazione dei contenitori e delle merci secondo le
esigenze di una domanda in rapida espansione;
- un migliore posizionamento del terminal all’interno del porto (minore distanza
dall’imbocco del canale rispetto al passato);
- banchine di lunghezza adeguata per navi di grandi dimensioni;
- maggiori spazi di rotazione delle navi (utilizzo del bacino di Largo Trattaroli);
- Nuove e più razionali infrastrutture di collegamento ferroviario, considerate
essenziali per garantire che una quota significativa del futuro traffico di contenitori sia
movimentata su ferro.
L’approfondimento dei fondali è prevista dal nuovo Piano Regolatore Portuale in due
fasi:
Una prima fase di completamento dell’approfondimento ad almeno -11,50 metri del
canale Candiano fino al bacino San Vitale;
Una seconda fase di ulteriore approfondimento del canale Candiano fino a Largo
Trattaroli ed all’imbocco del canale Piombone a -14,50 metri.
In considerazione dell’ingente impegno finanziario richiesto dall’investimento previsto,
a fronte della scarsità delle risorse pubbliche disponibili, si è previsto che le modalità
di realizzazione della seconda fase dell’approfondimento saranno definite sulla base
di specifiche valutazioni tecnico-economiche dei costi e dei benefici, delle prospettive
e degli scenari di mercato e delle dichiarazioni di impegno degli operatori portuali
interessati e/o coinvolti nell’investimento. A tale scopo, l’Autorità Portuale ha aperto
nel novembre 2010 un confronto diretto con il mondo produttivo e con le
organizzazioni economiche e specificamente con le rappresentanze delle imprese,
9
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
per la definizione delle priorità.
Interventi di miglioramento dei collegamenti ferroviari e stradali
Gli interventi di miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari da e per il porto
sono considerati indispensabili per consentire alla città di Ravenna di poter conciliare
l’aumento del traffico portuale sia nel settore dei passeggeri che in quello delle merci
con il rispetto dell’ambiente ed il mantenimento di un elevato standard di qualità della
vita dei propri cittadini.
In campo stradale, gli interventi prioritari riguardano il potenziamento e la messa in
sicurezza del:
1) primo stralcio di realizzazione della E55-S.S. 309 “Romea” da Cesena fino al
raccordo con la tratta autostradale Ferrara - Porto Garibaldi, per il quale si
sta chiudendo la II conferenza dei servizi con il parere favorevole della
regione Emilia Romagna sulla via;
2) corridoio di accesso all’area portuale da ovest ed in particolare lungo la
direttrice dell’A14DIR; si fa riferimento in tal senso all’ammodernamento ed
alla messa in sicurezza della S.S. 309DIR;
3) nuovo collegamento tra S.S. 67 e S.S.309DIR;
4) adeguamento della S.S.16 a partire dalla Tangenziale “Classicana” fino agli
interventi programmati verso Ferrara.
5)
realizzazione della nuova San Vitale sino al previsto Passante di Bologna;
6) Realizzazione della 4° corsia sulla A14 tra Bologna e Faenza con il nuovo casello
autostradale a Solarolo/Castelbolognese/ Collena faentina connesso alla
riqualificazione della stessa Via Emilia nel tratto Castelbolognese-Faenza.
7)
Manutenzione e adeguamento dei collegamenti stradali in ambito portuale
Tali interventi mirano a ridurre i tempi ed i costi di trasporto e le esternalità negative,
legate all’inquinamento atmosferico ed acustico, alla congestione, all’incidentalità
stradale, soprattutto lungo i corridoi di penetrazione in prossimità del nodo urbano e
portuale, dove i flussi di traffico merci e passeggeri, legati alle attività turistiche, si
sovrappongono a quelli di origine locale (determinati dai residenti del comune e della
provincia).
In campo ferroviario, il rilancio del mezzo su rotaia è strettamente correlato con la
necessità di allargare il bacino di riferimento del porto di Ravenna oltre i confini
provinciali e regionali, evitando che l’aumento di traffico generato dagli investimenti in
programma all’interno del porto e/o che avrà origine dalla ripresa economica si
scarichi esclusivamente sulle infrastrutture stradali urbane ed extra-urbane.
Il potenziamento della capacità del nodo ferroviario di Ravenna si basa su alcuni
importanti obiettivi:
1) consentire la formazione di treni più lunghi e pesanti direttamente all’interno
del sedime portuale, riducendo al minimo i tempi ed i costi di manovra ed
aumentando l’effettiva competitività del mezzo ferroviario rispetto a quello su
gomma;
2) fluidificare il traffico ferroviario in uscita ed in entrata nel nodo portuale,
favorendo la separazione tra treni merci e passeggeri ed eliminando, ove
possibile, le interferenze con il traffico stradale;
3) creare le condizioni infrastrutturali per consentire la realizzazione di servizi
ferroviari merci di lunga percorrenza che colleghino il porto di Ravenna con le
principali piattaforme intermodali dell’Italia nord-orientale di Bologna, Parma,
10
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Verona e Padova, ed in particolare con i corridoi ferroviari Verona-Brennero e
Bologna-Milano.
In particolare, gli interventi riguardano:
1) il completamento della infrastruttura ferroviaria interna al porto e del
collegamento alla rete nazionale;
2) la riqualificazione dell’area della stazione, completamento dello scalo merci
a sinistra del canale Candiano e realizzazione delle opere di eliminazione
delle interferenze con il traffico urbano;
3) il completamento dell’elettrificazione della tratta FER Ferrara – Suzzara;
4) il completamento del passante ferroviario della stazione di Ferrara;
5) la realizzazione della bretella di Faenza e potenziamento della linea Faenza Lavezzola.
Nell’ottica del potenziamento del sistema ferroviario nella provincia di Ravenna ed al
servizio del porto, si inserisce l’ipotesi, sostenuta dal governo della regione EmiliaRomagna, di favorire la costituzione di un nuovo soggetto imprenditoriale a scala
quanto meno regionale, eventualmente con la partecipazione di partner privati, che si
ponga l’obiettivo di svolgere servizi di trasporto ferroviario da e verso il bacino
padano e, in prospettiva, anche oltre le Alpi. Va sottolineato come gli interventi
descritti, sia che rientrino all’interno del sedime portuale, sia che riguardino la
provincia di Ravenna nel suo insieme, vadano considerati come le diverse
componenti di un unico progetto integrato, teso al rilancio economico e sociale del
porto romagnolo e del suo hinterland. Il loro potenziale di sviluppo per il territorio
provinciale e regionale potrebbe risultare molto significativo, a condizione che essi
vengano realizzati in modo sistematico e coerente, nel rispetto dei tempi e dei costi
programmati. Il fatto di considerarli come un progetto unitario rappresenta, inoltre,
una condizione essenziale per poter ipotizzare l’eventuale partecipazione di risorse
finanziarie private, oltre a quelle pubbliche di origine nazionale e/o regionale e locale.
Interventi per la diffusione della Banda Larga
Attraverso tali interventi, ci si pone l’obiettivo di favorire la crescita culturale e il
rafforzamento e la diversificazione delle economie di tutte le aree provinciali. Ciò
permette di ridurre l’esodo agricolo e soprattutto di mantenere un presidio del
territorio in quelle aree con svantaggi competitivi e con maggiori problematiche
idrogeologiche, con evidenti ripercussioni positive a vantaggio di tutta la collettività.
L’intervento si articola su tre assi tra loro strettamente correlati
1) Copertura su tutto il territorio provinciale della Banda Larga;
2) Copertura WI-FI dei luoghi di aggregazione del territorio provinciale;
3)
A.2
Estensione della Fibra Ottica.
LE RISORSE UMANE E IL MERCATO DEL LAVORO
La valorizzazione del capitale umano e la partecipazione delle persone al mercato del lavoro
rappresentano due fra i principali fattori di coesione sociale e di sviluppo economico.
Il riconoscimento della centralità delle risorse umane nei contesti organizzativi, quale vero
motore dei processi di cambiamento e innovazione dovrebbe essere oramai patrimonio diffuso.
Tuttavia i temi dell’accessibilità al mercato del lavoro e dell’innalzamento delle competenze e
11
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
della qualità del lavoro non sempre rivestono un ruolo centrale nel dibattito sulle azioni da
mettere in campo per un reale recupero di competitività.
Mai come in questo momento, di profonda trasformazione e di ripensamento e/o di rilancio dei
tradizionali assetti socio-economici, diviene imprescindibile che la provincia di Ravenna, oltre a
muoversi in coerenza con gli orientamenti comunitari e le direttive nazionali e regionali, continui
a compiere gli opportuni sforzi per “ancorare la programmazione formativa e delle politiche del
lavoro alla pianificazione strategica dello sviluppo del territorio attraverso, ad esempio, la
concertazioni con le parti sociali per la definizione delle scelte più rilevanti”.10
Il sistema socio-demografico ed occupazionale, infatti, pur mostrando andamenti positivi, non
sembra avere una struttura immune da rischi.
Tanto è vero che i dati sul mercato del lavoro delineano un territorio che, nonostante una buona
capacità di assorbimento della forza lavoro e un livello di dinamicità sufficiente a garantire un
buon equilibrio occupazionale di genere, ha risentito pesantemente della crisi, soprattutto nelle
sue fasce deboli e maggiormente esposte
All’interno di uno scenario di crescita demografica si fa strada un progressivo invecchiamento
della popolazione, una costante crescita dei flussi migratori, ma anche un preoccupante
incremento potenziale dei differenziali di reddito, tutti elementi da monitorare in maniera attenta
e costante.
La dinamicità del tessuto economico locale, in tutte le sue componenti, ha determinato, un
progressivo afflusso di popolazione da altri territori, contribuendo in tal modo a generare
importanti flussi migratori in entrata.
I numeri indicano un trend demografico crescente che, dal 2000 al 2010, presenta un saldo
decisamente positivo: in provincia si guadagnano 38,9 mila residenti (+11,1%), in linea a quanto
accade complessivamente a livello regionale, E’ grazie ai flussi migratori se la popolazione
ravennate aumenta, dal momento che i tassi di natalità sono diminuiti del 27% negli ultimi 25
anni, al netto della popolazione immigrata11. Al primo Gennaio 2010 gli stranieri residenti in
provincia di Ravenna sono 40.667 unità pari al 10,4% della popolazione totale, facendo
posizionare il territorio ravennate al quarto posto nella graduatoria regionale.
L’età media più giovane degli immigrati inizia a generare effetti sull’evoluzione del quadro
demografico della provincia di Ravenna, pur non invertendone il trend di lungo periodo. Rispetto
all’Emilia Romagna, Ravenna presenta, infatti, squilibri demografici e indici di vecchiaia
superiori rispetto al panorama emiliano romagnolo.
Seppur Il processo di senilizzazione della popolazione sembri rallentare a partire da inizio
millennio, invertendo il trend di costante crescita che aveva avuto a partire dalla fine degli anni
Ottanta, si mantiene nel 2010 ancora su valori elevati.
Il processo di invecchiamento della popolazione colpisce con un crescente sbilanciamento
verso gli ultra quarantenni, e ciò influenza inevitabilmente l’equilibrio demografico provinciale
rispetto a coloro che potranno rendersi disponibili sul mercato del lavoro12.
10
“Intesa tra Provincia di Ravenna e Regione Emilia-Romagna sulle politiche della formazione e del lavoro”, Triennio
2007-2009.
11
A partire dal 2001 il tasso di immigrazione accelera in maniera consistente, raggiungendo l’apice nel 2004, e
trainando il saldo migratorio totale (al netto delle cancellazioni per altre province). Nonostante il rallentamento del flusso
di immigrazione verificatosi tra il 2004 e il 2005, questo ultimo si mantiene comunque elevato e superiore ai valori degli
anni Ottanta e Novanta.
12
Analizzando le previsioni demografiche diffuse dalla Regione l’ipotesi più probabile lascia presagire un probabile
incremento di residenti (+35.559 il saldo tra il 2010 e il 2024), nonché un processo di invecchiamento che sembra
rallentare (l’indice di vecchiaia dovrebbe aumentare di solo 1 punto nello stesso periodo) così come l’erosione della
popolazione in età attiva (15-64 anni). Questa ultima infatti tra il 2010 e il 2024 dovrebbe mantenersi stabile su una
percentuale di circa il 64% rispetto alla popolazione totale. Nella peggiore delle ipotesi (scenario basso) si andrebbe
invece incontro ad una più debole crescita di residenti pari al 4,4%, con un saldo positivo di +16.497 unità, determinata
12
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Sono dinamiche che devono indurre a profonde riflessioni sulle politiche sociali e del welfare da
mettere in campo per assicurare che il territorio continui ad essere caratterizzato da quella
qualità di vita che è strettamente connessa ai livelli di coesione sociale.
Per quanto riguarda l’occupazione, nel triennio 2004-2006, la situazione del mercato del lavoro
è stata caratterizzata da un aumento della forza lavoro (+7,13%) dovuto ad un incremento degli
occupati (8,09%) e ad una riduzione delle persone in cerca di occupazione (-14,55%).
In relazione agli indicatori analizzati i differenziali tra maschi e femmine risultano meno elevati
nella provincia di Ravenna rispetto alla regione e al Paese nel suo complesso. Nel 2006 il tasso
di occupazione totale (rapporto fra gli occupati e la corrispondente popolazione di 15-64 anni)
risulta pari al 70,13%, valore più alto rispetto a quello nazionale (58,4%) e anche più elevato del
livello regionale (69,4%). Il tasso di occupazione femminile si attesta al 65,3%, superando il
valore della media nazionale (46,3%) e della regione Emilia Romagna (61,54%) e ponendosi al
di sopra degli obiettivi posti dal Consiglio Europeo di Lisbona dell’Unione Europea13.
Se questo è il quadro al 2006, derivante dall’analisi dei dati relativi al triennio precedente agli
anni in cui si è assistito allo scoppio della crisi ed al dispiegarsi dei suoi effetti, la situazione a
livello locale nel 2008 e 2009, si mostra certamente più critica, non discostandosi dalle
tendenze più ampie che hanno caratterizzato il mercato del lavoro regionale e nazionale.
Rispetto all’anno di apertura del triennio, il totale degli occupati registrano un decremento di
1.205 unità nel 2008 e di ben 5.119 nel 2009, a causa soprattutto della forte diminuzione della
componente femminile (-3.566 nel 2008; - 4.279 nel 2009).
Nel 2009, Il tasso di occupazione si attesta al 67,8% (1,5 punti percentuali in meno rispetto al
2008 e 4,1 punti in meno rispetto al 2007), Con il dispiegarsi degli effetti della crisi, la situazione
a livello locale, si mostra certamente più critica per la componente femminile: il tasso di
occupazione nell’arco dei tre anni considerati subisce una riduzione senz’altro più drastica pari
a -5,5% (-4,2% tra il 2007 e il 2008; - 1,3% tra il 2008 e il 2009) rispetto a quella relativa
all’occupazione maschile (-0,9 tra il 2007 e il 2008; -1,8% tra il 2008 e il 2009; -2,7 tra il 2007 e il
2009); tuttavia, nel 2009 si assiste ad una diminuzione della differenza di genere a causa del
calo subito dal tasso di occupazione maschile, che mostrava ancora segni di tenuta nel 2008.
Il tasso di disoccupazione (rapporto fra le persone in cerca di occupazione e le forze lavoro)
registrato nel 2009 è pari al 5,3%.
da un rallentamento della migratorietrà estera. Si associa un processo di senilizzazione che tornerebbe a manifestarsi in
misura relativamente più evidente: l’indice di vecchiaia dal 2010 al 2024 dovrebbe aumentare di 23 punti.
Infine, secondo l’ipotesi massima, si andrebbe verso una crescita della popolazione di 55.489 unità ed un deciso
abbassamento dell’indice di vecchiaia della popolazione (-14,6 punti). In questa ipotesi non sembrerebbe fermarsi il
processo di erosione della popolazione in età attiva: questa ultima sembra infatti ridursi, seppur lievemente (-0,4 punti)
tra il 2010 e il 2024, anche per la progressiva stabilizzazione dei fenomeni migratori in entrata, che dovrebbero
ridimensionarsi anche secondo l’ipotesi migliore.
13
Ricordiamo che il principale obiettivo posto a Lisbona è quello di far divenire l'Europa "l'economia basata sulla
conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi
e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".
La strategia si basa su una serie di riforme strutturali negli ambiti dell'occupazione, dell'innovazione, delle riforme
economiche, della coesione sociale e della sostenibilità ambientale. In relazione a questi ambiti sono stati stabiliti degli
obiettivi settoriali necessari al soddisfacimento dell'obiettivo generale, che nel caso dell’occupazione sono:
aumentare il tasso di occupazione globale dell'Unione europea al 70 %
aumentare il tasso di occupazione femminile a più del 60 %
A questi Il Consiglio europeo di Stoccolma (2001) ha aggiunto due obiettivi intermedi e un obiettivo supplementare:
Raggiungimento entro il 2005 del 67% per il tasso di occupazione globale e del 57% per il tasso di
occupazione delle donne;
Raggiungimento entro il 2010 del 50% per il tasso di occupazione dei lavoratori anziani.
13
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Nei primi nove mesi del 2010 si registra una graduale inversione di tendenza che porta ad un
lieve miglioramento dei dati dell'occupazione. Infatti già nel primo semestre 2010 la variazione
tendenziale media dell'occupazione rispetto all' analogo periodo 2009 è stata pari al + 3,2%. A
fronte di tali primi segnali positivi continuano a essere elevati i dati delle ore cassa integrazione
straordinaria e in deroga autorizzate nel territorio provinciale come anche in aumento risultano i
lavoratori in mobilità. Nonostante l’innegabile peso assunto dalla crisi, la provincia di Ravenna
si colloca rispetto ai target comunitari di Lisbona in una situazione sostanzialmente positiva; ciò
non esime, come accennato in precedenza, dal compito di continuare ad investire sugli obiettivi
di Lisbona, attribuendo alle politiche del lavoro e della formazione un ruolo determinante
nell’ambito delle più ampie strategie di sviluppo economico del territorio.
Nell’ intesa tra la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna sulle politiche della
formazione e del lavoro per il triennio 2007-2009 si legge che l’“obiettivo strategico è far sì che
le risorse umane diventino il cardine portante delle politiche di sviluppo economico e di coesione
sociale, accrescendo ulteriormente il livello qualitativo dell’offerta formativa, adeguandola alle
sempre più complesse esigenze delle persone e del sistema economico-sociale, attraverso la
differenziazione, la specializzazione e la personalizzazione delle opportunità formative, che
dovranno essere sempre più flessibili e integrate con il mercato del lavoro, promuovendone una
costante innovazione. L’obiettivo è quello della costruzione di un sistema formativo nel quale
tutti, e per tutto l’arco della vita, trovino le opportunità per aggiornare i saperi e le competenze
necessari per stare al passo con lo sviluppo della società della conoscenza, contrastando
altresì i rischi di emarginazione e di esclusione. Parallelamente, le politiche del lavoro si
configurano sempre più quali elementi di snodo per le strategie di sviluppo sociale e di sviluppo
economico, in ragione delle loro capacità di intervenire sulla occupabilità delle persone e
l’adattabilità delle stesse e con ciò sulla innovazione delle imprese e il miglioramento della
produttività”.
E’ certamente vero che le criticità connesse alla crisi hanno in parte determinato una
ridefinizione delle priorità programmatiche, reindirizzando gli sforzi e le risorse dal
perseguimento di obiettivi di medio–lungo periodo ad azioni finalizzate alla gestione delle
emergenze occupazionali14, ma è altrettanto vero che diversi passi sono stati già compiuti dal
territorio in direzione degli obiettivi concordati con la Regione.
In particolare, con riferimento alla programmazione 2007-2009, sono state portate avanti tre
principali linee di azioni:
Potenziamento degli strumenti di sostegno all’inserimento lavorativo;
Rafforzamento della presenza dei servizi nell’incontro domanda/offerta di lavoro al fine
di divenire la “vetrina” delle offerte di lavoro del territorio;
Sviluppo del lavoro di rete mediante il proseguimento e lo sviluppo delle relazioni già
avviate con Associazioni di categoria e sindacati per rafforzare le attività di
domanda/offerta di lavoro, grazie ai protocolli di intesa stipulati, con particolare
riferimento al settore turistico15.
Data la cornice strategica delineata e alla luce delle misure adottate per fronteggiare la crisi
economica, risulta cruciale che il territorio riprenda le fila di un ragionamento di ampio respiro e
si impegni ad individuare delle linee di indirizzo per intraprendere quel processo di
rinnovamento sostenibile nel tempo che i cambiamenti strutturali del sistema socio-economico,
nonché le trasformazioni derivanti della recente crisi, in questo momento impongono.
Tutto ciò all’interno di una strategia generale che si basi su un concetto di pianificazione che
supera i confini provinciali, prefigurando la logica di un sistema territoriale in una dimensione
14
Si veda a questo proposito l’ “Intesa fra la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Ravenna per la
programmazione 2010 del sistema formativo e del lavoro in attuazione della delibera di G.R. n.1783/2009”.
15
Ibidem, p. 19.
14
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
geografica più ampia che sia capace di cogliere tutte quelle opportunità e le specificità che si
configurano anche nella contiguità di altri territori.16
In questo senso la Conferenza Economica rappresenta solo un passo del percorso di rilancio e
di ricollocazione competitiva del territorio.
I mutamenti demografici, l’invecchiamento della popolazione, l’allungamento delle aspettative di
vita, l’accorciamento della rete familiare, le nuove gerarchie sociali, le trasformazioni sociosanitarie17 sono tutti fattori che portano con sé nuovi e crescenti bisogni a cui bisognerà fornire
delle risposte, anche a fronte della riduzione dei fondi e delle risorse disponibili.
Accanto alla Conferenza sarà, quindi, necessario che la provincia continui a dare seguito, con
finalità precise e tempistiche stabilite, ai suoi impegni di rinnovamento dell’intero sistema del
welfare, allargandone il concetto ai temi dell’organizzazione urbana, delle politiche abitative,
della mobilità, della sicurezza, dell’inclusione sociale, dell’integrazione etnica e culturale18, e
perseguendo con forza l’obiettivo di rendere il territorio sempre più socialmente responsabile.
Le linee strategiche
Innalzamento delle competenze
La Commissione europea nella sua strategia Europa 202019 ha indicato l’accessibilità
al mercato del lavoro e l’innalzamento delle competenze e della qualità del lavoro quali
fattori cruciali per uscire dall’attuale crisi e preparare l'economia dell'UE ad affrontare
con solidità il prossimo decennio. Fra gli obiettivi che la Commissione pone spiccano,
infatti, quelli improntati alla realizzazione di una “crescita intelligente” che promuova la
conoscenza e l’innovazione come motori dello sviluppo futuro e di una ”crescita
inclusiva”, capace di rafforzare la partecipazione delle persone mediante livelli di
occupazione elevati, investire nelle competenze, combattere la povertà e
modernizzare i mercati del lavoro, i metodi di formazione e i sistemi di protezione
sociale per aiutare i cittadini a prepararsi ai cambiamenti e a gestirli, e costruire una
società coesa20. Questa chiave di lettura dello sviluppo non è certamente nuova per la
Provincia di Ravenna, il cui impegno in questo senso è innanzitutto evidente nel
percorso intrapreso già da tempo e finalizzato all’affermazione dello sviluppo di un
Territorio Socialmente Responsabile (TSR). Un territorio, cioè, in cui le scelte
strategiche siano guidate dal principio di integrazione fra la dimensione economica,
sociale, culturale e ambientale, in un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione di
interessi trasversali.
Un’attenta politica alla qualificazione e riqualificazione del capitale umano rappresenta
un elemento imprescindibile per il soddisfacimento dei fabbisogni innovativi e per la
ristrutturazione del sistema produttivo, fattori che costituiscono la base del futuro
percorso di crescita della provincia. Infatti, nonostante l’organizzazione del territorio ed
i legami delle imprese con il contesto ambientale siano stati un aspetto favorevole per
lo sviluppo produttivo di questa area, oggi i cambiamenti di contesto fanno sì che tali
fattori possano non essere sufficienti per rispondere con successo alle nuove sfide
16
Estratto dal Contributo unitario presentato da C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L, nell’ambito del percorso di preparazione alla
Conferenza Economica.
17
Estratto dal Contributo presentato dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna nell’ambito del percorso di
preparazione alla Conferenza Economica
18
Ibidem
19
COM (2010), “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, marzo 2010.
20
La terza priorità individuata dalla strategia è la “crescita sostenibile”, la promozione, cioè, di un’economia più efficiente
sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva.
15
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
competitive. Si rende necessario, quindi, intraprendere azioni finalizzate al
rafforzamento e all’ampliamento delle conoscenze e competenze mediante la
valorizzazione dei luoghi di produzione delle conoscenze culturali e tecnico-scientifiche
ed una più stretta integrazione tra tutti i soggetti istituzionali e sociali del territorio
coinvolti.
Vi è un problema per le imprese sia per la carenza di personale qualificato, soprattutto
di personale tecnico, che per la mancanza di conoscenze tecnico scientifiche
all’interno delle aziende. Questo tema è cruciale per rafforzare un maggiore dialogo tra
le imprese e il territorio. La strategia per il territorio di Ravenna prevede una attenta
politica sulla formazione delle risorse umane e sulla loro riqualificazione, in grado di
rappresentare una risposta per i fabbisogni di crescita delle imprese. Ciò si traduce
anche in un potenziamento dell’importante ruolo rivestito dall’Università e
nell’attribuzione al Tecnopolo del compito di veicolare la strutturazione di collaborazioni
continuative e durature fra i centri del sapere ed il tessuto imprenditoriale; nel
rafforzamento delle professionalità tecniche, specializzate e linguistiche in ambito
scolastico, ma anche in azioni di formazione rivolte alle persone occupate in , un' ottica
di adattamento delle competenze in coerenza al fabbisogno di innovazioni ed
evoluzioni espresse dal sistema produttivo.
Facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro delle fasce più deboli
Obiettivo da perseguire è quello di ideare strumenti formativi ed informativi e mettere in
campo azioni a sostegno dell’occupabilità e/o del reinserimento delle fasce
svantaggiate nella loro accezione più ampia. Il target di riferimento è rappresentato da
tutti coloro che, direttamente o indirettamente, si trovano a subire gli effetti della crisi
socio-economica: i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro o in fase di espulsione e i
giovani precari.
Interventi per elevare la sicurezza del lavoro.
In termini generali, il concetto di territorio socialmente responsabile che tende a
caratterizzare le linee di indirizzo dell’area ravennate, non può prescindere dalla
costruzione di un quadro di regole etiche, al cui interno il capitolo della sicurezza sul
lavoro assuma un valore fondante su cui elevare la cultura e la sensibilità collettiva,
capace di promuovere azioni concrete sul versante della tutela della salute e della
incolumità dei lavoratori nei luoghi di lavoro. I protocolli esistenti per l'area portuale e
nell'ambito degli appalti pubblici, rappresentano un punto di partenza da implementarsi
in tutti i settori produttivi, con la valorizzazione dei necessari percorsi formativi,
aggiuntivi a quelli obbligatori. Il miglioramento delle condizioni di sicurezza vanno
concepite come investimenti ed in tale logica va previsto un sistema premiante per
tutte quelle imprese che rispettano le regole complessive in materia di lavoro.
Avvio del percorso per un nuovo welfare nella provincia di Ravenna.
Partendo dalla ricca esperienza ed elaborazione in materia di welfare sviluppata
nella provincia di Ravenna, si ritiene opportuno proseguire il lavoro di confronto
per addivenire ad un momento specifico di approfondimento nel 2011 al fine di
giungere ad una strategia forte, chiara e ampiamente condivisa che consolidi e
innovi la coesione sociale, punto di forza del territorio.
16
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
A.3
IL SISTEMA AGROALIMENTARE
Lo scenario attuale ed evolutivo con il quale si confronta l’agricoltura italiana e, di riflesso, quella
ravennate è uno scenario di forti cambiamenti e di grandi sfide. Dopo anni di relativa tranquillità
e stabilità dei mercati agricoli, l’Europa ha scoperto di essere vulnerabile sul fronte
dell’approvvigionamento e della sicurezza alimentare. Secondo l’Onu la popolazione mondiale
arriverà a superare entro il 2050 i 9 miliardi di persone: questo incremento si accompagnerà ad
un aumento della domanda di energia, alimenti, acqua e, a meno di forti e coordinate politiche
di efficienza e eco-sostenibilità, dello sfruttamento delle risorse naturali e delle emissioni
inquinanti. La Fao infatti stima che, per soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione di
oltre 9 miliardi di abitanti, la produzione alimentare deve aumentare di almeno il 70%. Come se
non bastasse, i cambiamenti climatici in atto nel pianeta potrebbero rendere ulteriormente
precario questo equilibrio, accentuandone le difficoltà nel percorso di stabilizzazione.
È in questo quadro di significativi mutamenti macroeconomici ed ecologici che va considerato il
ruolo futuro dell’agricoltura ravennate. Le attività agricole, infatti, rappresentano una risorsa
strategica sia in termini di produzione di alimenti che di servizi ambientali. Questa duplice
funzione presenta nel contempo una relazione sinergica ma anche di trade-off: produzione di
beni alimentari, tutela del territorio e del paesaggio, conservazione della biodiversità, sequestro
del carbonio, salvaguardia idrogeologica sono infatti tutte funzioni svolte dall’agricoltura
nell’ambito di un sistema di obblighi e condizioni che, alla luce dei grandi mutamenti in atto nel
pianeta e delle crescenti richieste avanzate dalla popolazione, diventeranno – per gli agricoltori
– sempre più pressanti.
La rilevanza degli effetti possibili è più facilmente desumibile se si considerano anche i
cambiamenti già in atto nel mercato agroalimentare mondiale. Al sistema agricolo comunitario
viene innanzitutto chiesto di garantire la sicurezza alimentare alla popolazione europea – in un
quadro di regole ferree non riscontrabili in nessun altro paese al mondo – e di contribuire alla
soddisfazione di quella mondiale. Una domanda che è destinata a crescere in termini
quantitativi e a modificarsi dal punto di vista qualitativo in ragione sia dell’incremento della
popolazione a livello planetario, sia del forte incremento della capacità di spesa di importanti
fasce di consumatori nelle grandi economie dell’Asia e del Sud America. Si stima infatti che la
cosiddetta classe media (popolazione con redditi annui fino a 30.000 dollari) di paesi come Cina
e India sia destinata a raddoppiare da qui al 2020, arrivando rispettivamente a 1 miliardo e a
500 milioni di persone21.
Ciò condurrà, tra le altre cose, ad un cambiamento nei modelli alimentari di tali paesi, oggi
prevalentemente basati sul consumo diretto di derivati dei cereali e prodotti vegetali, verso un
maggior consumo di carne. Le stime dei maggiori istituti previsionali mondiali22 mostrano una
crescita del consumo pro-capite di carne - da inizio secolo al 2018 – che per Cina e Russia
dovrebbe passare da 42 ad oltre 60 kg annui mentre per il Brasile dovrebbe addirittura superare
i 90 kg, un livello superiore a quello medio dell’Unione Europea. Tali modifiche nei modelli
alimentari provocheranno, di conseguenza e per questi paesi, rilevanti mutamenti nei consumi
di cereali destinati all’alimentazione animale (come il mais) e pesanti impatti nella bilancia
commerciale agricola, facendo di alcuni paesi oggi esportatori netti per questa coltura (come
Cina e India) degli importatori netti. Gli effetti derivanti da tali pressioni nella domanda di derrate
agricole si riverseranno inesorabilmente sui prezzi, alimentandone la volatilità e rendendola
praticamente strutturale negli anni a venire, con pesanti risvolti sul sistema agricolo nazionale
sprovvisto di strumenti di gestione del rischio e di meccanismi di tutela del reddito. Una volatilità
21
Fonte: Goldman Sachs.
22
Fonte: Fapri.
17
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
dei prezzi e della domanda che si contrappone sia ad un’offerta produttiva rigida che ad una
minor elasticità dei costi dei fattori di produzione: due condizioni che continueranno a pesare in
maniera negativa sulla redditività delle imprese agricole italiane.
Questi rilevanti cambiamenti delineati a livello di scenario socioeconomico mondiale si
accompagneranno, nel prossimo futuro, ad analoghi mutamenti nel quadro normativo europeo.
La riforma della Politica Agricola Comune, il cui dibattito a livello politico è appena iniziato e che
si concluderà entro il 2012 con l’emanazione di nuovi regolamenti, sarà contrassegnata dalla
traduzione in atti normativi di quelle che sono le risposte che le istituzioni comunitarie intendono
dare, attraverso l’attività agricola, alle nuove esigenze della popolazione nonché alle nuove
sfide di sostenibilità sociale, economica ed ambientale che attendono il settore primario. In altre
parole, nella consapevolezza del contributo attivo che l’agricoltore svolge nell’erogazione di
servizi ambientali, gli verrà richiesto di operare nella condizione del difficile equilibrio esistente
tra la produzione di beni alimentari (nelle quantità necessarie a sostenere l’incremento della
popolazione) e la sostenibilità e preservazione delle risorse naturali. La sintesi di tale obiettivo
congiunto si tradurrà, secondo quanto già emerso nel dibattito sulla riforma della PAC, in una
rimodulazione del premio unico aziendale (aiuti diretti) attraverso la riparametrazione di tali
pagamenti rispetto a criteri ambientali e di produzione di beni pubblici (esternalità positive). In
altre parole, il riferimento a parametri storici verrà a cadere e il pagamento unico aziendale
verrà attributo agli agricoltori sia in funzione delle superfici coltivate (flat rate) che di altre
variabili collegate ad aspetti extra-produttivi. In tal modo, questa rimodulazione dei pagamenti
diretti sarà “spalmata” su tutta la SAU italiana, andando così ad interessare anche aziende che
fino ad oggi non hanno usufruito di tale sostegno (come quelle vitivinicole o ortofrutticole).
Il sistema agroalimentare ravennate si contraddistingue per un’elevata specializzazione
produttiva, strettamente correlata a determinate zone della provincia. Così, mentre nel
comprensorio ravennate si può riscontrare una forte vocazionalità cerealicola e a seminativi,
nelle aree occidentali e pedo-collinari della provincia sono le colture permanenti (frutta e vite) ad
occupare la gran parte della SAU, facendo di Ravenna la prima provincia dell’Emilia Romagna
per valore della produzione agricola da colture arboree. In provincia si concentra infatti un terzo
dell’intera produzione frutticola e vitivinicola regionale, arrivando a rappresentare, nello
specifico, la metà dell’intero raccolto di pesche e nettarine. Nel complesso, quasi l’80% del
valore della produzione del settore primario si riferisce a produzioni vegetali (seminativi e
colture arboree), mentre il rimanente 20% deriva da allevamenti zootecnici (e in particolare da
carni suine, avicunicole e uova).
La forte specializzazione del sistema agroalimentare provinciale ( e di una importante parte
della Romagna ) su colture permanenti (frutta e vite) comporta la necessità per le imprese
agricole e di trasformazione (rappresentate nel territorio provinciale in particolare dalle
cooperative) di presidiare mercati di sbocco in grado di assorbire e valorizzare significativi
volumi di produzione in tempi ragionevolmente brevi (alla luce della deperibilità di alcune colture
come, ad esempio, pesche, nettarine o albicocche). Tale esigenza ha quindi condotto le
imprese cooperative presenti in provincia ed operanti in tali settori ad intraprendere, negli anni,
importanti percorsi di crescita dimensionale. Ciò ha portato ad avere, nel territorio provinciale o
nelle aree strettamente limitrofe, le imprese cooperative vitivinicole e frutticole più grandi (in
termini di fatturato) esistenti a livello nazionale (basti citare, a titolo di esempio Caviro, Agrintesa
o il Gruppo Cevico) che rappreasentano un patrimonio importante nei nuovi contesti
internazionali.
D’altronde, non è solamente il mercato estero a richiedere alle imprese dimensioni competitive
più sostenute. Si pensi infatti che, anche a livello nazionale, il 50% delle vendite di prodotti
ortofrutticoli passa ormai dalla Grande Distribuzione Organizzata (in paesi come la Germania o
il Regno Unito, tale percentuale cresce fino al 90%), il che significa – per poterne soddisfare la
domanda - disporre di elevati volumi di prodotto e di idonea capacità organizzativa e
commerciale.
18
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Sul fronte dell’internazionalizzazione, tali cooperative attualmente veicolano all’estero larga
parte della produzione frutticola ottenuta sul territorio provinciale, soprattutto per alcune varietà
(come nettarine o kiwi), mentre risultano maggiormente focalizzate sul mercato nazionale per
quanto riguarda i vini. Ciò è facilmente desumibile dall’incidenza evidenziata dalle vendite oltre
frontiera di tali produzioni sul totale dell’export agroalimentare ravennate. Su un valore
complessivo di circa 424 milioni di euro (al 2009), l’export di produzioni frutticole (fresche e
trasformate) pesa per circa la metà (47%), mentre quello di vino si attesta sul 16%. Occorre
tuttavia sottolineare come queste produzioni si configurano come le voci più importanti
nell’export agroalimentare ravennate, rappresentandone congiuntamente quasi i due terzi
(63%). Da queste considerazioni si evince dunque come la gran parte delle produzioni
agroalimentari ravennati dipenda, per la propria valorizzazione, da mercati di sbocco ampi e
strutturati, relegando invece le altre produzioni locali (cerealicole o industriali ) alla vendita sul
mercato regionale/nazionale attraverso contratti con l’industria di trasformazione (frumento duro
e tenero, barbabietola, pomodoro da industria).
Esiste poi un ulteriore aggregato di produzioni agroalimentari tipiche, contraddistinte da volumi
di offerta ridotti e quindi con incidenze quantitativamente modeste sul valore complessivo
provinciale ma qualitativamente importanti perché distintive e identitarie di un territorio, che
possono trovare un’ulteriore valorizzazione - in quanto maggiormente “predisposti” a queste
forme di commercializzazione - attraverso percorsi di vendita diretta o in sinergia con iniziative
collegate alla promozione territoriale: si pensi, a tale proposito, ad alcune produzioni trasformate
(lattiero-casearie o salumi), all’olio extravergine di oliva (sebbene questo prodotto
contraddistinto dal marchio Dop e per quanto esigui i livelli di offerta, trovi veicolazione sia sui
canali della GDO che, in quota parte, quelli esteri) o ad alcuni segmenti delle stesse produzioni
vinicole. In linea di massima è evidente che tutte le produzioni agroalimentari ravennati possono
godere dell’effetto sinergico determinato dalla promozione territoriale: oltre alle produzioni
trasformate, ad esempio, anche frutta e ortaggi possono trovare beneficio in termini di
valorizzazione se collegati ad iniziative territoriali o volte a ridurre i passaggi nella filiera di
commercializzazione. E’ chiaro che, alla luce degli elevati quantitativi prodotti annualmente, lo
sbocco per le produzioni vocate della provincia non può che essere rappresentato dal mercato
nazionale e internazionale, con tutte le problematiche e i requisiti organizzativi necessari e
conseguenti, ma vi può essere una sinergia positiva, per lo meno in termini di immagine
globale, con una strategia di valorizzazione delle produzioni tipiche locali ravennati e
romagnole.
Al fine di comprendere come questa specializzazione produttiva possa continuare a configurarsi
come un punto di forza per il sistema agroalimentare ravennate e romagnolo e contestualmente
quali altri percorsi di valorizzazione possano essere intrapresi per rafforzare il ruolo delle altre
produzioni locali o di altre attività complementari per il reddito delle imprese agricole, è
necessario confrontare tale posizionamento competitivo del sistema provinciale con quelle che
sono le opportunità e le minacce derivanti dallo scenario evolutivo in atto (già descritto
precedentemente) e le criticità strutturali che lo connotano.
Lo scenario futuro che attende il sistema agroalimentare nazionale e provinciale obbliga, quindi,
le imprese agricole ed alimentari ad interrogarsi su quali percorsi di sviluppo occorra
intraprendere per migliorare la propria competitività e recuperare/consolidare quella redditività
che negli ultimi tempi è andata riducendosi - per motivi congiunturali e strutturali - e che
rappresenta la conditio sine qua non per una sostenibilità di lungo periodo, sia delle imprese
che del sistema agroalimentare provinciale considerato nel suo complesso e in tutte le sue
accezioni (valenza economica, attivazione occupazionale, presidio ambientale, valorizzazione
paesaggistica, tutela territoriale, produzione energetica, ecc.).
Nell’intraprendere questo percorso, il supporto delle istituzioni locali, regionali e nazionali deve
essere orientato a facilitare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle imprese nella
consapevolezza dei propri margini di azione. E’ bene infatti ricordare come il settore
agroalimentare sia soggetto, più di tutti gli altri comparti economici, ad una serie di norme e
19
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
regolamentazioni che influiscono in maniera diretta (o comunque significativa) sugli orientamenti
produttivi delle imprese, sulla commercializzazione delle produzioni e su molti altri aspetti della
gestione aziendale. Nello specifico, si tratta di un quadro normativo definito soprattutto a livello
comunitario e in via sussidiaria a livello di singolo Stato membro. Alla luce di questo, una volta
individuati in seno alla Conferenza Economica Provinciale gli obiettivi e le priorità delle azioni da
mettere in campo per il sistema provinciale, gli ambiti e le modalità di intervento che ne
discenderanno potranno trovare o una declinazione diretta ed operativa sul territorio o condurre
ad una sollecitazione dell’intervento presso le istituzioni competenti di livello superiore (Regione
o Governo). In merito a quest’ultimo aspetto, proprio il percorso sulla nuova PAC post-2013
citato in precedenza rappresenta un importante banco di prova per il Governo italiano nel
definire la propria posizione nel dibattito politico che avverrà a livello europeo; la Conferenza
Economica Provinciale può quindi rappresentare un momento in cui il territorio chiede e
sollecita alle istituzioni una verifica dello stato di definizione della piattaforma italiana e della
posizione negoziale sia per la riforma della Politica Agricola Comune che per le numerose
modifiche normative che attengono più in generale il quadro di regolamentazione del settore. A
tale proposito, vale la pena ricordare il decalogo delle istanze redatto in occasione del Macfrut
2010 e sottoscritto dalle Regioni ortofrutticole europee per una maggior competitività del settore
a livello europeo. Un panel di interventi necessari per ridare slancio al comparto (dalla richiesta
di una politica specifica a livello europeo all’esigenza di una maggior centralità del ruolo delle
OP, dalla necessità di una maggior trasparenza nei rapporti con la GDO alla richiesta del
riconoscimento di una maggior reciprocità per favorire le esportazioni) la cui effettiva attuazione
può solamente avvenire attraverso una condivisione della rilevanza di tali azioni a partire dagli
operatori e dalle istituzioni territoriali per poi arrivare ad una richiesta concertata da parte dei
soggetti istituzionali preposti nelle opportune sedi nazionali e comunitarie.
Le linee strategiche
Valorizzazione delle produzioni provinciali e l’efficienza delle filiere
La specializzazione produttiva del sistema agroalimentare ravennate identifica nelle
catene della GDO e nei mercati internazionali i principali riferimenti per la
commercializzazione dei propri prodotti, ai quali affiancare iniziative di valorizzazione
delle produzioni locali attraverso interventi finalizzati a ridurre i passaggi nella filiera, a
creare sinergie con il sistema locale (Commercio/Ristorazione) e a promuovere i valori
tangibili ed intangibili espressi dal territorio. Alla luce di tali motivi e in considerazione
delle criticità esistenti nelle relazioni di mercato tra le imprese provinciali e tali
interlocutori commerciali, sia in Italia che all’estero, si ritiene prioritario ridare centralità
al valore dei prodotti agricoli attraverso un recupero di efficienza e un consolidamento
delle filiere tramite una maggiore programmazione delle produzioni e il rafforzamento
dei rapporti associativi, favorendo la costituzione di reti di imprese per facilitare anche
una maggior aggregazione delle produzioni e migliorare l’organizzazione commerciale
nonchè supportando i processi di internazionalizzazione delle imprese e delle
cooperative agroalimentari presenti sul territorio al fine di consolidare ed
incrementarne la quota sui mercati esteri;
Stabilizzazione del reddito delle imprese agricole e la riduzione delle incertezze di
mercato
La forte volatilità dei prezzi agricoli che ha assunto ormai caratteri strutturali ha portato
ad una significativa riduzione della redditività delle imprese agricole minandone al
contempo gli investimenti futuri in conseguenza dell’incertezza di mercato che ne
deriva. Per tali motivi appare quanto mai fondamentale favorire lo sviluppo, attraverso
la possibile collaborazione con gli istituti di credito ed assicurativi, di strumenti di
gestione del rischio (come fondi mutualistici, assicurazioni sul reddito, ecc.) e la
diffusione di contratti di coltivazione pluriennali o di accordi di filiera finalizzati ad una
20
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
programmazione produttiva, anche attraverso nuove modalità di partecipazione
economica più interconnesse tra agricoltori e industrie di trasformazione;
Tutela del territorio e il rafforzamento competitivo del “Sistema Provincia”
Asset fondamentale per lo sviluppo e la continuità del sistema agroalimentare
provinciale riguarda il “territorio” considerato nella sua accezione più ampia di insieme
di fattori produttivi e sistema di servizi a supporto dell’attività di impresa. Al fine di una
sua valorizzazione e tutela, le principali linee di intervento dovrebbero essere volte
innanzitutto a garantire una pianificazione pubblica legata ad un corretto “consumo”
del territorio tenendo conto sia delle esigenze di crescita dimensionale delle imprese
agricole (evitando quindi l’ulteriore frammentazione dei corpi poderali) attraverso il
recupero prioritario di aree produttive dismesse (nel caso di individuazione di nuove
aree industriali/artigianali) nonché di uno sviluppo sostenibile delle attività agricole
complementari (produzione di energia rinnovabile ad integrazione del reddito, non in
sostituzione dell’attività produttiva) in grado di evitare lo snaturamento delle valenze
paesaggistiche e la sottrazione di terreni fertili per la produzione alimentare a maggior
valore aggiunto. Risulta poi importante sostenere, al fine di un presidio diretto, il
mantenimento dell’attività agricola nelle aree più “difficili” (alta collina, ecc.) mediante
l’attivazione di reti infrastrutturali tecnologiche (diffusione della banda larga) volte a
fornire servizi essenziali alle imprese utili anche a favorire la vendita delle produzioni
locali così come perseguire una maggior valorizzazione, tutela e gestione più efficiente
della risorsa acqua, in particolare in un’ottica di un miglior equilibrio tra impatto
paesaggistico ed esigenze dell’attività agricola.
Lo sviluppo dell’asset “territorio e sistema Provincia” non può infine prescindere da un
maggior sviluppo dell’innovazione – di prodotto e di processo -, al fine di migliorare la
competitività delle coltivazioni più vocate, per la preservazione ambientale e la
riduzione dei costi produttivi aziendali (ad esempio attraverso modalità di riutilizzo dei
reflui e degli scarti organici per la fertilizzazione dei terreni) e da un miglioramento
della qualità complessiva del lavoro in agricoltura (in termini di sicurezza, legalità,
salvaguardia).
21
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
A.4
I SISTEMI ECONOMICO-PRODUTTIVI
Per inquadrare correttamente lo scenario futuro che si prospetta per l’industria ravennate
occorre nuovamente tenere presente, oltre al quadro macroeconomico internazionale, quella
che è la realtà del Sistema Italia. Le ipotesi più recenti mostrano una debolezza del nostro
Paese che (a prezzi costanti) vedrà il nostro Pil ritornare ai livelli pre-crisi solo nel 201523;
peggio di quanto non si ipotizzi per le principali economie sviluppate. Per competitors come la
Francia, la Germania gli Stati Uniti si prospetta infatti il rientro entro il 2011, per il Regno Unito
entro il 2012 per la Spagna l’anno successivo24.
Il ritmo della crescita sarà tuttavia modesto nelle aree più sviluppate del mondo, specie se
comparato al forte dinamismo dei cosiddetti Paesi emergenti ( Cina e India, ma anche Brasile,
Nord Africa ecc. ). Soprattutto per il nostro continente e per il nostro Paese in particolare. Tra il
2010 ed il 2015 l’economia mondiale crescerà ad un ritmo del 4,5% annuo, negli Stati Uniti del
2,7%, nell’Unione Europa del 2%, in linea col trend tedesco, sostenuta dal recupero inglese
(+2,3%), ma gravata della bassa dinamica della Francia (+1,9%), della Spagna (+1,6%) e
soprattutto dell’Italia (+1,2%).
Lo scenario ravennate si colloca in questo quadro di crescita debole, prefigurando tassi di
crescita che dopo un +1,4% ipotizzato per il 2010, dovrebbero stabilizzarsi sul +1,1% per il
biennio 2011-1225, lievemente al di sopra della stima nazionale, che oscilla tra l’1,1-1,2%, ma
lievemente al di sotto di quella media regionale (+1,3-1,6%).
All’interno di questo quadro la manifattura e le costruzioni ravennati si connotano come due
realtà profondamente diverse, tanto nella loro evoluzione storica quanto per le prospettive
future che sembrano prefigurarsi. Entrambi comunque appaiono caratterizzati dalla presenza di
un ristretto gruppo di imprese leader internazionalizzate e capaci di cogliere i primi sintomi della
ripresa già in apertura del 201026, a cui si deve attribuire larga parte dei progressi maturati, e
un’ampia rete di fornitura (con una forte presenza artigiana), caratterizzata da un mercato
domestico prevalente e da una dinamica di crescita debole che inizia a mostrare difficoltà anche
prima della crisi e che l’evoluzione dell’ultimo biennio ha amplificato27.
Per l’industria in senso stretto, in particolare, si stima una variazione media migliore (+2,5%),
che tuttavia nasconde un ‘rimbalzo’ del 2010 (+4%), seguito da valori che convergono verso la
media dell’economia provinciale (+2,6% nel 2011 e +1% l’anno successivo). In ragione del
modello produttivo attuale, l’impiego di lavoro dovrebbe diminuire ulteriormente: -2% in media
d’anno la variazione delle unità di lavoro tra il 2010 ed il 2012, con un picco negativo all’inizio
del periodo (-4%) e una crescita moderata (+0,4-0,6%) successivamente. In questo quadro il
valore aggiunto del 2012 (1,92 miliardi di euro), risulterebbe leggermente inferiore a quello precrisi (2,04 miliardi nel 2008), ma con un minore utilizzo di lavoro, e quindi con un recupero di
produttività.
Diversamente per le costruzioni la crescita media si dovrebbe fermare al +0,8%, pur con un
rimbalzo nel 2010 (+1,8%). L’impiego di manodopera dovrebbe continuare a crescere (+1,3%),
con un’ulteriore contrazione della produttività. Il quadro pur non positivo è tuttavia più favorevole
23
IMF, World Economic Outlook, october 2010.
24
Ibidem.
25
Unioncamere Emilia-Romagna Prometeia, Scenari e previsioni per la provincia di Ravenna per il prossimo triennio. 20
settembre 2010.
26
CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010.
27
Ancora nel 2007 le aziende con meno di 4 milioni di euro erano appena 134 (Fonte Archivio Asia). Sulla dinamica si
veda ad esempio: CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010.
22
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
rispetto a quello regionale in cui anche nel 2010 e 2011 si stimano ulteriori contrazioni di valore
aggiunto (-2,8% e -0,8%)28.
Sebbene il Sistema Ravenna attraverso più impiego di manodopera e più produttività abbia
sostenuto un’evoluzione del valore aggiunto su livelli più elevati dei contesti di raffronto29, il
sistema risulta ancora fortemente esposto alle dinamiche recessive.
Così, a fronte di un notevole sforzo di riposizionamento e investimenti del sistema produttivo, la
crisi dei mercati mondiali ha impattato duramente sui livelli occupazionali e sulle performance di
sviluppo. Il tessuto ravennate registra delle difficoltà competitive, che fino ad ora frenano un
posizionamento che le consenta di giocare un ruolo da leader nei nuovi scenari internazionali.
Da qui la strategicità di una profonda riflessione che porti alla messa in campo di tutte quelle
azioni utili a salvaguardare un sistema produttivo di assoluto interesse e al contempo inserire
elementi innovativi che consentano di elevare la qualità del territorio ( in un sistema integrato
con l’a Romagna e con l’intera Regione ) e la propria propensione all’apertura internazionale.
Gli elementi su cui agire sono diversi e vanno da una importante specificità merceologica e da
una presenza di un numero cospicuo di medie imprese (44 nel 2007, comunque stabilmente
oltre le 40 unità dal 2001)30 attive, alle potenzialità del Tecnopolo e ad interessanti fenomeni di
gruppi di impresa31 ad una forte vocazione all’export. A ciò è da aggiungersi la volontà che tutte
le parti coinvolte nel processo della Conferenza Economica hanno manifestato nell’intervenire
con azioni mirate alla semplificazione amministrativa32 che, se attuata, può agevolare la
competitività e l’innovazione dell’intero sistema.
A.4.1
L’APERTURA INTERNAZIONALE
I processi di mondializzazione hanno generato un’intensificazione dei traffici commerciali che
negli ultimi 30 anni ha decisamente condizionato le performance di crescita dei singoli Paesi e
dei singoli contesti locali. Basti pensare che, a livello mondiale, in 20 anni si è passati da scambi
di merci per un valore di 5.625.000 di miliardi di dollari del 1999 a 12.490.000 miliardi di dollari
nel 2009.
Attualmente l’internazionalizzazione per le imprese non rappresenta solo un’opportunità, ma
una condizione necessaria per un percorso di sviluppo e di crescita. I governi dei Paesi
industrializzati sono sempre più consapevoli che l’apertura all’estero dei sistemi economici
rappresenta un fondamentale fattore di sviluppo, sia in termini di aumento dei volumi di fatturato
e profitto, che di innovazione, consentendo accesso a nuove idee. Posto che la dinamicità di un
territorio si misura su una moltitudine di parametri, la capacità delle proprie imprese di entrare e
rafforzarsi nei mercati esteri è sicuramente uno degli elementi maggiormente caratterizzanti.
In questo contesto l’Italia dimostra forti difficoltà competitive, stentando ad identificare una
posizione che le consenta di giocare un ruolo da leader nei nuovi scenari. Gli effetti più evidenti
sono la progressiva erosione di quote di mercato internazionali. Se il nostro Paese sino a
qualche anno fa vantava livelli di apertura internazionale di rilievo, contribuendo all’export
mondiale per il 4,1% nel 1999, tale percentuale è scesa al 3,2% nel 2009.
I segnali di questa difficoltà sono molteplici e si sono accentuati con la crisi economicofinanziaria, così come le interpretazioni delle cause. A seconda dell’ottica da cui si osservano i
28
Unioncamere Emilia-Romagna Prometeia, Scenario Emilia-Romagna: previsione macroeconomica a medio termine.
20 settembre 2010.
29
Provincia di Ravenna, giugno 2010, op cit..
30
Fonte: Unioncamere – Mediobanca.
31
Nomisma, anno 2005, op.cit.
32
Pur essendo il tema di interesse trasversale, verrà inserito nel presente paragrafo per agevolarne la lettura..
23
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
fenomeni, i deficit competitivi vengono identificati con la bassa produttività del lavoro - che
cresce meno che altrove - con il ritardo tecnologico, dovuto ad un posizionamento su produzioni
mature, ad una dimensione di impresa contenuta o con la mancanza di chiare politiche
industriali a sostegno di un moderno sistema di impresa.
La Regione Emilia Romagna nella definizione delle politiche a sostegno della competitività delle
imprese ritiene, correttamente, che la promozione dell’internazionalizzazione debba essere uno
dei pilastri della politica di sviluppo del sistema produttivo regionale, fondamentale anche per
superare la difficile congiuntura economica.
BOX - La politica regionale a sostegno dei processi di internazionalizzazione
La politica regionale a sostegno dei processi di internazionalizzazione viene realizzata
secondo le linee guida del Programma Triennale per le Attività Produttive (PTAPI) e
attraverso la convenzione tra Ministero del Commercio con l’Estero (ora Ministero
dello Sviluppo Economico), Regione Emilia-Romagna, ICE, SACE e SIMEST con cui
è stato istituito lo Sportello Regionale per l’internazionalizzazione (SPRINT -ER), che
opera con Unioncamere Emilia-Romagna con il coinvolgimento delle 9 Camere di
Commercio della Regione (presso cui sono attivi gli Sportelli locali dello SPRINT).
L’intervento in attuazione del PTAPI si articola in diverse azioni attuate attraverso i
seguenti strumenti:
La Misura 5.1, utilizzata per il cofinanziamento dei progetti promozionali e progetti di
internazionalizzazione del sistema fieristico regionale, realizzati in collaborazione con
l’ICE, il sistema fieristico, il sistema camerale o le associazioni imprenditoriali; nel
quinquennio 2005-2009 sono stati realizzati 151 progetti che hanno mobilitato oltre 30
Ml. di euro (9,1 Ml di euro finanziati dalla Regione Emilia-Romagna).
Le Misure 5.2 C e D, utilizzate per erogare contributi a favore di progetti di
promozione all’estero delle piccole e medie imprese in forma aggregata; nel
quinquennio 2005-2009 sono stati realizzati 331 progetti, con un investimento
superiore a 34 Ml. di euro.
La Misura 5.3 centrata su azioni di diplomazia economica, attraverso accordi con
amministrazioni pubbliche estere (Regioni, Provincia, Grandi Municipalità), la
partecipazione a missioni istituzionali promosse dal Governo italiano e l’accoglienza
di delegazioni istituzionali estere.
Lo SPRINT–ER realizza attività promozionali, informativa e formativa, che nel 2009 ha visto
l’organizzazione di 194 eventi, di cui 70 nei mercati cosiddetti BRICST.
Le linee ed orientamenti dell’Azione promozionale nel triennio 2011-2013, approvate il 29
Settembre 2010 dal Comitato per l’Export e l’internazionalizzazione, si basano su alcuni
specifici elementi, tra cui:
-
Focalizzazione dell’azione promozionale sui BRICST attraverso azioni settoriali;
-
Ricerca della massima integrazione con tutti i partner regionali nella programmazione
e realizzazione di azioni promozionali nei Paesi/settori definiti
-
Realizzazione di grandi eventi promozionali che considerino lo sviluppo e la
valorizzazione di tutte le componenti regionali (economica, culturale, istituzionale,
ricerca)
-
Definizioni di contributi per l’internazionalizzazione in forma aggregata sui target
Paesi/settori definiti
-
Supporto alle imprese individuali attraverso servizi offerti da società di consulenza
appositamente selezionate dalla Regione (con gara) e da ICE (attraverso le risorse in
Accordo di Programma)
-
Integrazione sui servizi con particolare attenzione a quelli bancari, logistici, grande
distribuzione, servizi collettivi per le imprese della meccanica
-
Focalizzazione degli interventi a sostegno dell’internazionalizzazione del sistema
fieristico regionale verso i paesi target nelle principali fiere internazionali in regione.
I target Paesi/filiere proposti per il 2011-2013 comprendono:
Brasile: meccanica strumentale (in particolare agricola e impiantistica alimentare), moda,
24
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Turchia: meccanica strumentale (in particolare packaging, alimentare, costruzioni, energia)
Russia: Made in Italy
India: meccanica strumentale (in particolare agricola e per l’alimentare) e settore fieristico
Cina: moda, meccanica (in particolare macchine utensili, auto motive, robotica), ricerca e
sviluppo.
L’economia della provincia di Ravenna sempre negli ultimi 10 anni è stata caratterizzata da una
forte vocazione all’apertura internazionale. Basti considerare che solo tra il 2002 al 2008 il
valore dell’export ravennate è cresciuto di oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro specie verso
alcune aree a partire dai Paesi dell’ Est europeo. Tuttavia la crisi economico-finanziaria ha
causato una brusca frenata della crescita, con una riduzione nel 2009 del valore delle merci
esportate pari al 20,6% rispetto all’anno precedente, flessione che si sta sostanzialmente
recuperando ( già per l' 85% rispetto al picco del 2008 ) nel corso del 2010 con andamenti
positivi e superiori alla media nazionale e regionale ( + 12,6 % nel primo trimestre e + 30% nel
secondo contro una media regionale rispettivamente del 4,2% e del 19,3 % e nazionale del
7,2% e del 17,5%..
La ridotta dimensione, l’organizzazione poco strutturata e la complessità dei mercati
internazionali fa sì però che una parte delle aziende ravennate, pur avendo potenziali produttivi
interessanti, non abbiano talvolta la massa critica per sviluppare individualmente il presidio dei
mercati internazionali. Altre imprese che hanno una capacità di penetrazione sui mercati
internazionali, hanno difficoltà a incrementare le loro quote sui mercati che già presidiano e/o
sviluppare il commercio internazionale verso nuovi Paesi o aree geografiche, più promettenti e
meno colpiti dalla crisi.
La contrazione del 2009, seppur fenomeno generalizzato e in parte invertito nel corso del 2010,
deve far riflettere sul posizionamento internazionale del territorio.
Una prima analisi relativa ai primi sei mesi del 2010 per settore merceologico indica che quasi
un quarto del valore delle esportazioni della provincia di Ravenna è costituito da sostanze e
prodotti chimici. Quote importanti vengono esportate anche dai settori dei metalli e prodotti in
metallo (16,8%) e macchinari e apparecchi, sia elettrici (12,7%) che non (14,8%). Di particolare
significato anche le esportazioni del settore agro-alimentare, che rappresentano il 10,2% del
totale.
Riguardo la destinazione delle merci esportate, il confronto tra le aree di destinazione del 2001
e quelle dei primi sei mesi del 2010 fornisce alcune indicazioni rilevanti. Innanzitutto, il mercato
di riferimento per le merci prodotte a Ravenna era e resta l’Unione europea, che assorbiva nel
2001 il 63,1% delle esportazioni provinciali a fronte del 61,9% registrato nel 2010.
A fronte di questo dato che resta immutato, si registrano alcuni cambiamenti notevoli. Per prima
cosa, cresce il peso dei mercati africani (7,0% nel 2001, 10,1% nel 2010) e di quelli asiatici
(5,1% nel 2001, 10,5% nel 2010), indicazione importante nello sviluppo di strategie commerciali
future. Si riduce invece enormemente il peso del mercato americano, verso il quale nel 2001 era
diretto il 9,3% delle merci esportate, percentuale che si riduce al 3,5% nel 2010.
Rispetto al 2001 restano invariati anche i primi due partner commerciali della provincia:
Germania e Francia che assorbono da sole quasi un terzo delle esportazioni provinciali.
Cambia, però, il terzo Paese di destinazione che nel 2001 era il Regno Unito, nel 2009 e 2010 è
il Kazakistan dovuti essenzialmente ai grandi impianti petroliferi dell’ENI. Scompaiono dai primi
dieci paesi di destinazione gli Stati Uniti. Salgono, nella graduatoria, Russia, Polonia, Turchia,
Congo e Tunisia.
Proprio sui Bric si è concentrata l’azione dei servizi all’internazionalizzazione regionali,
accumulando competenze utili verso le quali far convergere il sistema provinciale, che oggi
vanta esperienze significative su paesi prossimi, ma fatica a coinvolgere un numero significativo
di soggetti imprenditoriali capaci di aggredire i mercati più complessi.
25
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
La provincia di Ravenna con il suo sistema di soggetti che opera a sostegno dei processi
internazionalizzazione (dalla Camera di Commercio, alla Provincia, alle associazioni
categoria e ai consorzi export) ritiene necessario garantire una maggiore incisività anche
considerazione della necessità di operare in mercati sempre più complessi e mutevoli, in cui
competizione è sempre più aggressiva.
di
di
in
la
Uno dei principali riferimenti delle imprese per il sostegno all’internazionalizzazione
l’Eurosportello di Ravenna che opera da diversi anni in stretta collaborazione con
organizzazioni imprenditoriali, i consorzi export provinciali, il sistema regionale delle Camere
Commercio, lo Sprint, l’ICE, la rete nazionale ed europea Enterprise Europe Network e
Camere di Commercio Italiane all'estero.
è
le
di
le
L’Eurosportello ha sviluppato un articolato sistema di servizi con la finalità specifica di sostenere
i processi di internazionalizzazione tra cui: informazioni su Paesi, settori e mercati; informazioni
sull’interscambio regione/provincia con un Paese d’interesse, ricerca di partner, informazioni
commerciali
su
imprese
di
tutto
il
mondo,
informazioni
su
finanziamenti
all’internazionalizzazione, servizio di assistenza a distanza su tematiche internazionali, servizio
di diffusione delle opportunità d’affari provenienti dall’estero.
Positivo, sia pure ovviamente limitato, è anche il ruolo svolto dalla Camera di Commercio ItaloBosniaca con sede a Ravenna che ha favorito prime relazioni economiche e commerciali fra le
imprese della provincia e della regione e imprese o istituzioni della Bosnia Erzegovina.
Inoltre vengono promossi specifici progetti promozionali definiti in un Programma di attività che
seleziona specifici target settori/Paesi. Nel 2010 sono stati realizzati numerosi eventi in tale
direzione tra cui il Nautic Italy- NauticaMed Word 2010 ( settima edizione dell’evento) rivolto al
settore nautico, progetti mirati al settore alimentare e al vitivinicolo (Deliziando e Progetti Tavolo
Enogastronomia e Promozione del territorio) e Progetto Agrifood), progetti di filiera in specifici
mercati (Progetto Turchia Meridionale sulla filiera agroalimentare e dell’edilizia/ sistema casa)
progetti plurisettoriali (Progetto Libano e Desk all’estero).
A.4.2
LE SPECIFICITÀ MERCEOLOGICHE
Anche attraverso un’osservazione delle dinamiche più recenti, Ravenna conferma chiaramente
un connotato strutturale che si ricollega alla dualità tra il sistema industriale in senso stretto e le
costruzioni.
Quest’ultimo comparto in particolare nel 2008 ha generato il 6,4% del valore aggiunto
provinciale, in linea con il peso che riveste a livello nazionale e regionale (6,2%) e anche in
molte aree dell’ Europa occidentale. Emergono però alcuni segnali di maggiore staticità del
sistema delle costruzione ravennate che matura una crescita media annua (tra il 2001 ed il
2007) del 3,1%, un dato positivo, ma un po’ inferiore al +3,9% regionale e al +6,5% registrato
dallo stesso comparto nel periodo 1995-2001. Il settore non sembra quindi aver colto appieno
l’accelerazione del ciclo settoriale, ma soprattutto denota una crescita sostenuta da un
crescente contributo del fattore lavoro, piuttosto che da recuperi di produttività, diversamente da
quanto si osserva in regione. Fino al 2007 le unità di lavoro impiegate crescevano infatti del
3,1% annuo, in linea con il trend del valore aggiunto, tendenza che si è tradotta in una
produttività stazionaria sui livelli del 2001, quando in regione il settore marcava una crescita del
fattore lavoro del 2,9% con un incremento netto annuo della produttività dell’1%.
Per le costruzioni si rischia pertanto un’erosione del vantaggio competitivo rispetto al quadro
regionale, sebbene resti confermato il divario positivo rispetto al sistema nazionale. Il costo del
lavoro per unità di prodotto nel 2007 è infatti inferiore a quello regionale del 3,6% (era l’11,2%
nel 2001), e superiore dell’1% a quello che il settore registra a livello nazionale. Tale vantaggio
si deve soprattutto ad una remunerazione più contenuto da quella che il settore alloca in Emilia
Romagna (-3,4%), sebbene in progressivo avvicinamento (era del 5,1% inferiore nel 2001); pur
rimanendo stabilmente ben superiore alla media nazionale di settore (+12% circa). Come si
26
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
osserverà in parte anche per la manifattura, sono stati perciò i contenuti redditi da lavoro
dipendente quelli che hanno maggiormente assicurato il divario competitivo a livello regionale.
Nel corso del decennio scorso infatti hanno oscillato tra il 4% e l’8% in meno rispetto alla media
regionale (superando comunque stabilmente del 10% circa la media italiana di settore), mentre
quelli da lavoro autonomo/impresa ancora nel 2007 erano del 6% superiori alla media
regionale, seppure in linea con la media nazionale.
Grazie al contenimento della remunerazione l’impiego di lavoro è riuscito quindi ad aumentare
significativamente e contribuire alla crescita della produttività più di quanto non abbia fatto il
capitale, legato probabilmente ad una moderata innovazione strumentale. Ravenna in questo
non differisce dagli altri contesti di confronto, fatto che evidenzia la diversità delle costruzioni
rispetto ad altri comparti dell’industria.
Su questa evoluzione hanno verosimilmente inciso le riforme della normativa sul lavoro e la
progressiva esternalizzazione di lavoratori. Così si spiegherebbe anche la moltiplicazione di
imprese di costruzioni superiore al trend occupazionale (a Ravenna, rispettivamente +29,8%
rispetto al +20,2% tra il 2001 ed il 2007) e il cambiamento di mix nella domanda di professioni.
Recentemente la richiesta si concentrata infatti sul personale di vendita (+46% tra il 2004 ed il
2007) a fronte di una caduta delle assunzioni previste per personale non qualificato e tecnici.
La presenza di grandi player (4 gli operatori tra le prime 100 aziende della provincia nel 200833),
soprattutto di natura cooperativa, negli ultimi anni non sembra quindi avere modificato di fatto il
modello competitivo locale rispetto a quello di settore, ma contribuisce però a spiegare alcune
dinamiche recenti e di prospettiva. La presenza di grandi operatori sembra spiegare il maggiore
contributo delle costruzione del valore provinciale prodotto, e aiuta a comprendere come
l’evoluzione congiunturale (dal 2008 a metà 2010) mostri performance di fatturato migliori
rispetto alla media nazionale ed in linea con quella regionale, nonché i più marcati segni (sia
pure iniziali e da consolidare) di uscita dalla crisi34.
Emerge pertanto come i grandi operatori riescano a cogliere meglio le occasioni che il mercato,
soprattutto a livello internazionale, offre, mentre le imprese più piccole, più focalizzate sui
mercati di prossimità, soffrano la debolezza della domanda in edilizia, la riduzione degli
investimenti pubblici locali in opere pubbliche dovute al crescente peso del taglio ai traferimenti
agli EELL e al Patto di Stabilità, così come nelle piccole opere. La sfida pertanto è quella di
favorire l’uscita dei soggetti imprenditoriali più piccoli dal contesto locale, favorendo una
maggiore integrazione di filiera e sostenendo azioni di supporto alla internazionalizzazione. La
qualificazione del settore potrebbe in parte venire attraverso il sistema degli appalti pubblici,
fronte sul quale le istituzioni sono sensibili e attive da tempo.
Diversa la situazione per quanto attiene il sistema industriale in senso stretto. Sebbene poco
formalizzato nelle statistiche relative35, il progresso tecnologico acquisito anche negli ultimi anni
dalle imprese manifatturiere ravennate ha impedito, pur con tutte le indiscutibili difficoltà, il
declino del sistema. Ciò induce ad una profonda riflessione sull’importante ruolo che il
manifatturiero riveste sul territorio e soprattutto sul ruolo che dovrà continuare a rivestire. È
necessario continuare a puntare su un sistema industriale fortemente dinamico che attraverso
una rete articolata di specializzazioni produttive e di un progressivo rafforzamento della filiere,
ha già segnato un percorso su cui continuare ad investire. È necessario che il sistema
industriale sappia far leva su quei fattori di contaminazione che possano elevarne la qualità del
fare produzione e del fare lavoro. Più innovazione, più nuove tecnologie e soprattutto maggiore
33
Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat
34
CCIA di Ravenna, Indicatori congiunturali dell’economia ravennate, Marzo 2010; CCIA di Ravenna, Ravenna
Industria -Nota congiunturale, 2° Trimestre 2010.
35
I brevetti depositati all’EPO nel 2007 sono 5,6 ogni mille addetti a Ravenna, 6,2 in Italia, 9,4 in Emilia Romagna.
Confermando il quadro il ritardo richiamato anche nei di riferimento per la programmazione economica (Ervet,
Posizionamento del sistema territoriale provinciale per il perseguimento degli obiettivi della politica regionale unitaria –
Ravenna, dicembre 2008).
27
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
permeabilità settoriale divengono fattori imprescindibili. Ravenna non può rinunciare al suo
manifatturiero, non può rinunciare a quella parte del sistema economico che ne ha da una parte
generato il benessere e dall’altra portata ad essere una delle province di riferimento per
importanti comparti del Paese. È necessario, altresì, che il sistema di imprese sappia innovarsi
che i propri imprenditori comprendano la portata della sfida che si trovano ad affrontare ed è
altresì necessario che gli attori istituzionali comprendano che mettere nelle condizioni il sistema
di competere è un’urgenza, quanto una necessità.
L’analisi delle dinamiche di crescita (tenendo presente la flessione del Sistema Paese) dimostra
che il sistema Ravenna sia progredito più dell’industria emiliano-romagnola, con una crescita
annua della produttività dell’1,5%, lo 0,5% in più della regione e l’1,1% in più dell’aggregato
nazionale. E questo aumentando anche in maniera più marcata le unità di lavoro impiegate:
rispettivamente +0,9% in provincia, +0,4% in regione +0,1% in Italia. Più impiego di
manodopera e più produttività hanno, quindi, sostenuto un’evoluzione del valore aggiunto su
livelli più elevati dei contesti di raffronto36.
Se ciò è vero in termini aggregati, i settori di specializzazione, dalla metalmeccanica al
ceramico, dalla modo alla chimica, alla cantieristica navale, vivono realtà molto variegate e
altrettanto distinte opportunità di ripresa e crescita futura.
Per la metalmeccanica, dopo il lungo ciclo positivo molta parte della criticità del 2009 e 2010 si
deve alla caduta degli investimenti che ha connotato il biennio a livello mondiale. Come
evidenziano anche le evoluzioni in atto a livello nazionale, ad essere colpiti sono stati
soprattutto settori che producono beni di investimento, situazione strettamente connessa
(prima) alla stretta creditizia (poi) alla debolezza dei consumi. Ravenna in questo quindi risulta
allineata rispetto alla criticità del quadro complessivo. Lo stesso dicasi per le lavorazioni
meccaniche, condizionate dalla minore attività economica complessiva.
Ciò non toglie che, soprattutto per quelle imprese che operano in regime di subfornitura, diventi
sempre più dirimente la capacità di sviluppare delle competenze specifiche (di unicità) e di
allargare anche geograficamente il loro bacino di riferimento. Come testimonia anche il dato
congiunturale, le aziende subfornitrici (più frequentemente di tipo artigiano), non riescono
ancora a cogliere le nuove opportunità offerta dal mercato, perché ‘drenate’ dai loro committenti
che più di ieri tendono ad internalizzare attività che prima venivano cedute all’esterno perché
ritenute meno strategiche. Senza una ripresa solida (che come si è detto sembra tutt’altro che
probabile) difficilmente si vedrà espandere in maniera sensibile il mercato locale, con il rischio
che per una parte significativa del sistema della fornitura verranno meno le condizioni per
restare in attività e di conseguenza con una perdita di professionalità che il sistema non si può
permettere: pena una perdita di competitività netta. Data la varietà di applicazioni che la
metalmeccanica può coprire i fattori trasversali su cui fare leva sono senza dubbio la spinta
internazionalizzazione ed alla partecipazione di filiere-reti di imprese, questione che richiede
‘dosi’ di informatizzazione che sovente il settore è riluttante ad introdurre se non ‘imposte’ dai
committenti.
Per la ceramica, la moda e la chimica esistono invece caratteri “peculiari” nel Sistema Paese (in
particolare costo del lavoro, costo dell’energia, assenza di politiche di settore), che ne rendono
più complessa la ripresa del ciclo e attenuano le prospettive di una crescita durevole. Rispetto a
questi settori gli interventi che il contesto locale può attivare possono sicuramente aiutare le
imprese, ma avranno un’incisività relativa senza una nuova cornice normativa su scala più
ampia.
Il settore delle ceramiche ravennate, ad esempio, oggi vede 10 aziende in situazione di crisi
manifesta, con circa 340 persone coinvolte, ma già da prima dell’ultimo biennio accusava una
minore dinamicità che partiva dalle sue aziende leader. La prima azienda per dimensione del
36
Provincia di Ravenna, giugno 2010, op cit.;
28
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
fatturato, era 31° nella graduatoria provinciale nel 2003, 50° cinque anni dopo; sempre nel 2003
erano 5 le aziende ceramiche nella top 100 provinciale, nel 2008 oltre alla predetta si segnalava
solo un’altra realtà e questo nonostante gli investimenti pubblici ad esempio in tema di sostegno
alla ricerca e all’innovazione (dall’ ISTEC-CNR e dell'Agenzia Polo Ceramico al Parco
Torricelli). Indicazioni forti in questo senso vengono anche dal più grande distretto ceramico
nazionale, quello di Sassuolo, e in generale dal sistema ceramico nazionale, dove dal 1995
tendono infatti a diminuire le aziende attive e dal 2001 così come l’occupazione generata37,
seppure con più manifeste difficoltà nel 2009 (1.769 unità, -6,71%).
L’emergere ed il consolidarsi di Paesi concorrenti e l’allontanarsi di mercati di riferimento,
sempre più relegati all’Oriente, prossimo o estremo, sta spostando l’asse produttivo fuori
dell’Italia. Anche i grandi player nazionali, oramai radicati produttivamente su scala mondiale,
sono spinti a riorganizzarsi per abbattere il punto di equilibrio, così che gli elevati costi di
produzione concorrono senza dubbio ad accelerare questo processo. Sul fronte nazionale si
osserva così una riorganizzazione delle attività che tendono ad essere riportate nel cuore del
distretto ceramico (Modena e Reggio Emilia), con qualche effetto positivo sul contoterzismo nel
resto della regione (Ravenna compresa), in un processo che sta accorciando (ad oggi)
soprattutto le relazioni col resto d’Italia, in un quadro però delocalizzazione crescente. Rispetto
a questo quadro sembrano più immuni quelle attività che dalla realizzazione del prodotto finale
si sono spostate sull’impiantistica, su cui le competenze sedimentate nel nostro Paese
costituiscono ancora un fattore di competitività rilevante o addirittura su segmenti fortemente
innovativi legaqti alla green economy ( es. tegole o piastrelle fotovoltaiche ).
Anche per la moda il quadro nazionale mostra una progressiva fragilità che affonda le sue radici
dagli anni Novanta, pur risultando più marcato nel decennio in corso38, e negli ultimi anni in
particolare. Posto uguale a 100 il livello di produzione del 2005, nel 2007 era ancora pari a 97,
nel 2008 era scesa a 85 e nel 2009 crollata a 67. Per questo settore l’Asia in generale, e la Cina
in particolare, sono diventati i riferimenti sia come mercato di sbocco che come piattaforme
produttive.
Appare quindi improbabile che il settore moda ritrovi la portata che ha avuto storicamente. Il
Made in Italy rappresenta però ancora un valore percepito dal mercato che, a prescindere dalla
questione puntuale dell’etichettatura, offre chance competitive di rilievo. È il caso delle grandi
maison, ma anche di quanti hanno superato l’anonimato accostando ad un prodotto di qualità
una visibilità sul mercato. Una politica di marchio efficace e la presenza diretta sul punto vendita
attraverso l’uso del retail monomarca sono due passaggi fondamentali per recuperare
competitività anche operando dal nostro Paese. La ‘lezione’ che viene dal fast fashion, anche
nella nostra regione, testimonia infatti come si possa concorrere con il resto del mondo
mantenendo una parte consistente attività (anche di produzione) in Italia. Si tratta infatti di un
segmento che ha acquistato un crescente gradimento e sul quale sono attivi molti operatori
sono insediati nella nostra regione (da Terranova-Rinascimento, a Imperial e Annarita N a
Germano Zama, ecc.), dalla quale non tendono a muoversi grazie alla rete di fornitura e di
servizi che hanno attivato, grazie a cui possono settimanalmente rinnovare le loro collezioni.
Allungando le filiere oltre confine vorrebbe infatti significare perdere di prontezza, fattore
cruciale per questo sistema di fare moda.
Attenzione particolare richiede anche il settore della chimica i cui livelli produttivi erano cresciuti
a livello nazionale dell’8% tra il 2005 ed 2007, per tornare sui livelli del 2005 l’anno successivo,
e crollare del 23% nel 200939 (con un arretramento del 30% per la chimica di base). Ciò si è
37
Confindustria ceramica, 30° Indagine Statistica sull’Industria Italiana Piastrelle di Ceramica, Anno 2009.
38
Nomisma-Scuola Superiore S. Anna Pisa, Analisi e ricerca sulla riorganizzazione dei distretti industriali e dei sistemi
produttivi locali, 2006.
39
Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat.
29
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
tradotto per Ravenna ciò si è tradotto in 7 casi di crisi e 289 lavoratori in cassa integrazione40. Il
distretto chimico ravennate ha rappresentato per anni e pur in mancanza di una chiara politica
industriale nazionale rappresenta tutt’ora un polo di eccellenza. Il settore chimico attraverso le
potenzialità della multisettorialità in grado di attivare, ha permesso in questi anni di affrontare la
crisi meglio di altri territori e nel contempo sulla base di percorsi concordati con le istituzioni
locali ha migliorato progressivamente i livelli di eco-compatibilità. Il comparto chimico ravennate
è, infatti, una delle realtà più consolidate e fondanti dell’economia locale e rappresenta ancora
oggi un forte motore occupazionale anche dal punto di vista qualitativo, considerata l’alta
professionalità richiesta e gli importanti investimenti in ricerca ed innovazione effettuati. Il
settore a Ravenna è riuscito ad assorbire gli effetti della crisi meglio di altri comparti industriali in
ragione delle dimensioni medio-grandi delle aziende e soprattutto delle attività di investimento
tecnologico per l’ottimizzazione dei processi produttivi. Il settore è fortemente radicato anche
attraverso la fitta rete di piccole e medie imprese che forniscono beni e servizi.
E’ fondamentale sostenere questo settore, non solo per l’economia del territorio locale,
garantendo la realizzazione dei nuovi progetti in corso in condizioni di semplificazione
amministrativa che ne consentano anche lo sviluppo anche nei prossimi anni, rafforzando al
contempo i percorsi di sostenibilità ambientale e di innovazione di processo e di prodotto. Il polo
chimico ravennate e le sue aziende insediate rappresentano a tutt’oggi un asset strategico per
lo sviluppo economico del territorio.
Anche un altro settore di punta del ravennate, quello della cantieristica navale, è coinvolto in
una fase controversa. La presenza di un sistema di operatori importanti e di una vasta rete di
fornitura sul territorio ravennate colloca a pieno titolo la provincia in un polo nazionale di
primaria importanza come è quello romagnolo41. Con l’espansione di player di standing
internazionale come Ferretti o i cantieri Del Pardo tutto il polo romagnolo ha avuto beneficio.
Dopo anni di crescita impetuosa, il settore appare però fortemente colpito dalla crisi
internazionale. Gli ordinativi sono scesi del 49% nel 2008 e del 64% nel 200942, la produzione è
tornata sui livelli del 2005 (-11% nel 2009)43 e sembra via via ridursi nel 2010, segno che i
contratti firmati non si stanno traducendo in lavorazioni. Le prospettive per il futuro sono incerte:
nonostante il buon esito degli incentivi governativi, molta parte delle opportunità di sviluppo sarà
comunque legata alla solidità della ripresa internazionale, di cui si stentano a vedere i segnali,
se non si guarda a mercati molto distanti. Come insegna l’esperienza recente, questi mercati
possono essere serviti efficacemente dall’Italia e dai nostri territori: le competenze e le imprese
per farlo ci sono. Anche in questo caso la carta dell’alta innovazione
e
dell’internazionalizzazione è fondamentale, unita anche a maggiori e più moderni servizi per il
settore. Se Ravenna vorrà infatti consolidare il suo sistema della cantieristica dovrà proporre
fattori localizzativi innovativi, che vadano oltre all’offerta di cantieri di cui c’è sovrabbondanza
per effetto della ristrutturazione dei grandi gruppi, unendo servizi mirati che neppure i più recenti
poli nautici hanno messo in campo. Il progetto della cittadella della nautica comprensivo del
Tecnopolo della nautica , aggiornato rispetto al nuovo quadro, rappresenta un’opportunità
coerente con questa esigenza.
A.4.3
IL TECNOPOLO E IL SISTEMA DELLA CONOSCENZA
Ravenna è certamente un territorio che può vantare numerosi punti di forza, tra cui: l’esistenza
di diverse strutture di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico (CNR, Enea, Terre Naldi,
Azienda Sperimentale Marani ecc. ), e di centri per l’innovazione (Centuria-Rit, APC – Agenzia
40
Regione Emilia Romagna, aprile 2010, op. cit.
41
Nomisma, giugno 2005, op. cit.
42
Assonave, Situazione del mercato mondiale al 30 giugno 2010, Lettera-Notiziario n. 2 – 2010.
43
Elaborazioni Nomisma su dati ConIstat.
30
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Polo Ceramico, NEREA – Network per il restauro Avanzato); la presenza crescente
dell’Università; l’elevato tasso di scolarizzazione (il confronto tra la popolazione residente e i
frequentanti gli istituti di istruzione nell’a.s. 07/08 evidenzia un tasso di scolarizzazione che per i
ragazzi fino ai 16 anni si mantiene nell’ordine del 95,7%); un tasso di laureati superiore al dato
nazionale (2008- laureati su popolazione di 15 anni e oltre; 11,3% Ravenna; 10,7% ER). Anche
in funzione delle politiche attuate a livello regionale, il territorio di Ravenna vuole seguire un
modello di sviluppo che vada nella direzione degli obiettivi che erano stati tracciati dall'Unione
Europea nella strategia di Lisbona per il 2010 e che proseguono con la strategia “Europa 2020”.
Tuttavia l’analisi propedeutica alla Conferenza ha evidenziato la presenza di alcuni fattori di
debolezza, su cui è necessario intervenire: la presenza di un’industria manifatturiera
concentrata su produzioni a medio basso contenuto tecnologico; una quota a Ravenna degli
addetti impiegati in attività di R&S al di sotto della media regionale; un numero di brevetti
inferiore al dato regionale (nel 2008 ultima nella classifica regionale); sporadicità dei rapporti fra
il sistema delle imprese e i centri di ricerca. La conseguenza è anche una minaccia di
contrazione di alcuni settori di specializzazione, in particolare per quelle fortemente esposte alla
competizione internazionale e un “migrazione” delle professioni altamente qualificate.
Un nuovo rapporto tra il sistema della ricerca, il trasferimento tecnologico e il sistema produttivo
diventa indispensabile per la competitività delle imprese, che supportate dalle istituzioni
pubbliche, educative e finanziarie devono implementare strategie che tengano conto delle
modifiche strutturali e dei cambiamenti del quadro competitivo internazionale, ed in particolare:
-
spostarsi su fasce di mercato a maggior valore aggiunto e puntare sempre di più sulla
qualità;
-
puntare sull’innovazione tecnologica. Solo se si attuano strategie finalizzate ad elevare
l’innovazione dei prodotti, dei processi dell’organizzazione aziendale e commerciale si
riescono a incrementare le quote di mercato e la produttività dell’impresa. Per questo
devono essere potenziate le collaborazioni con le strutture di servizi e di trasferimento
tecnologico, devono essere sfruttate le occasioni offerte dalle azioni comunitarie, dove
assume sempre maggiore rilevanza il trasferimento dei risultati della ricerca alle piccole e
medie imprese;
-
esprimere una domanda collettiva delle esigenze di impresa. Le imprese molto spesso
focalizzano i loro fabbisogni a problemi specifici e contingenti della loro attività.
L’aggregazione tra imprese e l’individuazione di problemi comuni potrebbe orientare meglio
l’offerta alle reali necessità di queste imprese e fornire priorità più stringenti per l’azione
delle politiche pubbliche.
L’intervento sui Tecnopoli, inseriti nella Rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna apre un
nuovo scenario in questa direzione, facilitando l’accesso delle imprese all’innovazione
tecnologica.
Il programma dei Tecnopoli, in attuazione dell’Asse 1 del Programma operativo regionale Fesr
2007-2013, è sostenuto da un accordo quadro tra la Regione, le istituzioni Locali, le Università
e gli Enti di ricerca, basato sul lavoro in rete, sullo sviluppo di strumenti per la condivisione e la
promozione di competenze e attrezzature scientifiche, e sul coinvolgimento delle imprese.
Sono 10 i Tecnopoli previsti sul territorio regionale, nei quali si insedieranno i Laboratori di
ricerca industriale, i Centri per l’innovazione, gli incubatori per le nuove imprese tecnologiche,
strutture per il trasferimento tecnologico, sedi di ricerca delle imprese. Le istituzioni scientifiche
coinvolte sono l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di
Ferrara, l’Università di Parma, le sedi di Piacenza del Politecnico e della Cattolica di Milano, il
Cnr, l’Enea, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e altri organismi di ricerca. E poi per gli Enti locali, in
particolare le Province, i Comuni capoluogo e i Comuni che ospiteranno laboratori e
infrastrutture della rete.
31
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Il Tecnopolo della provincia di Ravenna si articolerà nelle due sedi di Ravenna e Faenza e avrà
nella Bassa Romagna una antenna finalizzata a rafforzare le relazioni tra il sistema regionale
della ricerca e le imprese di quell’ area territoriale. Per Ravenna nel 2011 si avvierà presso la
sede provvisoria del centro ricerche di Marina di Ravenna la sede del Tecnopolo centrato sulla
ricerca nel campo della nautica e dell' energia ( in particolare biomasse, idrogeno, sequestro
CO2 ) , attività che verranno gestite dall' Università di Bologna tramite appositi CIRI e, per la
parte relativa all'idrogeno e al sequestro della CO2 in collaborazione con il CNR.
In stretta connessione con il progetto della Cittadella della Nautica la Provincia di Ravenna, la
CCIAA di Ravenna e il Comune di Ravenna opereranno dal 2011 per realizzare, in termini
modulari e funzionali, d'intesa con la Regione e gli Enti di ricerca, la sede definitiva e l' Autorità
Portuale si attiverà non appena realizzate le necessarie bonifiche per realizzare il "bacino
attrezzato" per la nautica.
A Faenza nel 2011 si avvierà presso la sede apposita nell'incubatore del Parco Torricelli il
segmento del Tecnopolo centrato sui nuovi materiali a cura dello specifico CIRI costituito dall'
Università di Bologna che si affiancherà e collaborerà con le strutture esistenti da anni nel polo
di ricerca faentino che vede la presenza di importanti attività del CNR, ENEA e Agenzia Polo
Ceramico e di Centuria Rit oltre che il centro di ricerca per l' agricoltura di Tebano.
Il Tecnopolo provinciale e l’ antenna della Bassa Romagna dovranno lavorare, in modo
integrato, su tutto il territorio provinciale, cercando di rispondere alle esigenze di innovazione
delle imprese di tutte le aree del territorio (area ravennate, faentina e Unione Bassa Romagna;
quest’ultima realtà territoriale ha avanzato, d'intesa con un gruppo di imprese e con le
associazioni imprenditoriali, una interessante proposta innovativa di sviluppo di attività di ricerca
di materiali innovativi in ambito sanitario a scopo preventivo e di tutela della salute e che ha
avviato rapporti con Centuria Rit per dar vita ad una specifica "antenna" per il recepimento di
progetti di ricerca e il trasferimento tecnologico) e in stretto raccordo con la rete regionali dei
Tecnopoli e più in generale dell' alta tecnologia coordinati da Regione e ASTER.
A.4.5
LA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
I rapporti con la Pubblica Amministrazione per quanto riguarda autorizzazioni aziendali, per
ampliamenti produttivi e nuovi impianti industriali sono considerati un elemento cruciale per le
imprese su cui queste spesso esprimono un crescente malcontento.
La rilevanza di questo problema sta soprattutto nel confronto competitivo con paesi stranieri. In
una concorrenza senza più protezioni istituzionali, bisogna operare a parità di condizioni. Un
Paese deve quindi porsi l’obiettivo di fare in modo che questo vincolo non sia talmente restrittivo
per le imprese locali da determinare svantaggi competitivi difficilmente recuperabili, o una
irreparabile spaccatura tra il mondo produttivo e il resto della società. Oggi, alla luce della
difficile situazione economica, la riduzione degli oneri burocratici a carico del sistema produttivo
diventano un percorso obbligato perché è una delle leve per sostenere la competitività delle
imprese, soprattutto delle imprese di piccole dimensioni (che sopportano i maggiori oneri) con
costi limitati per la Pubblica Amministrazione.
L’Italia sembra soffrire di parecchi vincoli in tema di “ambiente per le imprese”: la posizione
competitiva del Paese sulla base della graduatoria stilata dalla World Bank nell’indagine Doing
Business 2010, che analizza il contesto del business secondo diversi indicatori pone per il 2010
l’Italia al 78° posto della classifica su 183 totali. L’Italia perde 4 posizioni rispetto all’anno
precedente ed all’ultimo posto tra i Paesi industriali dell’OCSE. I fattori che risultano
maggiormente critici sono: il rispetto dei contratti commerciali (156° posizione), il pagamento
delle tasse (136° posizione), la rigidità del mercato del lavoro (99° posizione), la registrazione
la proprietà (98° posizione), l’ottenimento di una licenza (85° posizione) e l’avviamento di
un’impresa (75° posizione).
32
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Inoltre secondo il Rapporto 2010 della Promo PA Fondazione il costo per gli adempimenti
burocratici, in media, è pari ad oltre 14 mila euro, impiegando risorse interne e consulenti
esterni, con un incremento del 3% rispetto al 2009.
Il tema della semplificazione amministrativa è un tema solo parzialmente locale perché è
strettamente connesso con la normativa nazionale e regionale, numerosa e spesso molto
complessa, anche se negli ultimi anni è in atto uno sforzo nella direzione della semplificazione.
A livello nazionale, solo per ricordare i provvedimenti più recenti vanno citati quelli relativi alla
semplificazione e al riordino della disciplina degli Sportelli unici per le attività produttive (Legge
133/2008 e i regolamenti di attuazione, e il DPR 160/2010) così come le modifiche ai
procedimenti amministrativi al fine di semplificarli e accelerare i tempi per le autorizzazioni44.
A livello regionale su questo tema c’è sempre stata una forte attenzione, sia nella
semplificazione delle normative di competenza regionale, che per attivare strumenti a supporto
degli Enti locali per il funzionamento degli Sportelli Unici45 . Le analisi infatti evidenziano delle
buone performance di questa regione nel contesto nazionale: nella recente ricerca dell’Ufficio
Studi di Confartigianato tra le prime dieci province italiane che hanno un contesto più adatto alle
attività produttive, cinque sono province dell’Emilia Romagna.
Ravenna, secondo questa ricerca, è al 1° posto tra le province italiane per la qualità dei servizi
necessari per aprire e gestire un’impresa (es. possibilità pagamenti on line, tempi di pagamento
della Pubblica Amministrazione).
In realtà anche nell’ultimo rapporto di monitoraggio dei SUAP realizzato nel 2005 dalla Regione,
Ravenna risulta una provincia dinamica, in particolare:
- tra le provincie dell’Emilia Romagna solo dietro a Reggio Emilia in termini di percentuale di
personale addetto al SUAP;
- in 4° posizione tra le province (dopo Rimini, Reggio Emilia, Parma) per la diffusione nei SUAP
della dotazione di interfacce on line con gli utenti
-è una delle province (insieme e Rimini, Reggio Emilia, Parma e Ferrara) in cui tutti i SUAP
hanno stipulato intese con gli enti terzi.
44
Nella manovra finanziaria approvata a Luglio del 2010 -L. 30/7/2010, n.122- in cui sono state apportate modifiche alla
disciplina della conferenza di servizi e in cui è stato integralmente sostituito l’art. 19 della L. 241 del 1990 “Dichiarazione
di inizio attività” con “Segnalazione certificata di inizio attività”, che consente l’avvio immediato degli interventi e 60
giorni di tempo da parte degli uffici comunali per effettuare i controlli, stabilendo la reclusione da 1 a 3 anni per chi ha
dichiarato il falso
45
Per esempio Legge regionale comunitaria per il 2010 -Lr. 4/2010- che definisce lo SUAP come unico punto di
accesso per tutti i soggetti che avviano ed esercitano attività produttive, disciplina lo SUAP telematico e stabilisce che la
rete dei SUAP è sia coordinata dalla Regione mediante un apposito “Tavolo di coordinamento”; portale della Regione
Emilia Romagna “si-impresa” realizzato nell’ottica di semplificare e velocizzare l’acquisizione delle informazioni
necessarie per lo svolgimento delle pratiche burocratiche.
33
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Le linee strategiche
Attrazione e Marketing territoriale
È necessario scongiurare il processo di deindustrializzazione, puntando
sull’innovazione tecnologica, sulla qualità del lavoro e dell’ambiente, su un
sistema fondato sulla convenienza all’insediamento produttivo. A tal fine la
strategia
che
si
intende
implementare
prevede
di
intervenire
contemporaneamente su più fronti: è necessario da una parte che le imprese
esistenti siano tempestive nell’individuazione dei mutamenti sempre più
frequenti del mercato e questo richiede un ambiente favorevole alle loro
esigenze, ma anche stimolare la nascita e il rafforzamento di attività con alte
potenzialità di sviluppo.
La strategia che si vuole implementare, anche attraverso una politica di
marketing territoriale concentrata su specifici “settori” in cui Ravenna
presenta fattori attrattivi rispetto alle tendenziali disponibilità esterne
all’investimento, avrà una logica selettiva che punta a promuovere e attrarre
investimenti: definendo il posizionamento di Ravenna all’interno della
strategia di marketing territoriale della Regione, nei settori strategici per lo
sviluppo provinciale e in grado di garantire stabili prospettive occupazionali,
valide opportunità di integrazione con i sistemi produttivi locali e con il
sistema della ricerca (Tecnopoli e Università). Tra i progetti emersi come
particolarmente strategici rientrano quello relativo al sostegno delle filiere
tecnologiche delle rinnovabili, quello per la promozione della cittadella della
nautica, riconvertendo l’area ex Sarom, l’intervento sulla Darsena Città, su
Faenza Torricelli e sul Centro Intermodale di Lugo.
Potenziamento dei Tecnopoli
I Tecnopoli provinciali integrati nell’ambito del sistema regionale dell’Alta
Tecnologia possono fornire alle imprese nuove opportunità per accrescere la
propensione ad innovare. La strategia che si intende implementare è quella di
dotare i Tecnopoli della provincia di Ravenna, di una governance che, al di là
delle specifiche e autonome competenze degli Enti Locali sulle strutture e
dell' Università e dei centri di ricerca sulle attività di ricerca, sia in grado di
coinvolgere attivamente tutti gli attori interessati (Centri di Ricerca, Enti Locali
e Imprese) e capace di:
-
Sviluppare da subito e in prospettiva programmi di R&S costituendo
partenariati con soggetti imprenditoriali in modo da promuovere filiere di
ricerca-sviluppo produzione su attività con alte potenzialità. A tal fine è
necessario superare l’atteggiamento (certamente frequente negli
imprenditori di prima e seconda generazione) di tipo fortemente
individualistico delle imprese che si sono abituate a non aspettarsi dal
territorio particolari impulsi innovativi e hanno seguito fino ad ora processi
di crescita prevalentemente per via interna;
-
Garantire la massima diffusione dei servizi erogabili dai Tecnopoli
riferendosi anche a quella parte delle imprese che per le ridotte
dimensioni e la difficoltà di aggregarsi faticano a effettuare investimenti in
ricerca e innovazione, ma che inseriti in un processo virtuoso con
sostegno pubblico presentano potenzialità di innovazione. Questa parte
dell’economia locale va seguita attentamente perché rimane incapace di
difendersi sulla base della sola azione individuale di fronte ai grandi
mutamenti di scenario;
34
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
-
Diventare punti di riferimento anche per imprese extra provinciali;
-
Garantire la continuità delle attività individuando e attraendo ulteriori
possibili finanziamenti, pubblici e privati, nazionali ed europei, oltre ai
fondi già previsti dalla Regione Emilia-Romagna;
-
Promuovere e organizzare nel territorio l’incontro tra domanda e offerta di
RST, facilitando l’accesso delle imprese all’innovazione, anche
sviluppando reti stabili di collaborazione con i Tecnopoli localizzati in altre
province e, più in generale con le eccellenze del sistema della ricerca.
Rafforzamento dei processi di internazionalizzazione
La strategia a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese che questa
provincia intende attuare sarà rivolta a rafforzare il circuito virtuoso tra azione
degli enti a supporto dell’internazionalizzazione, risorse finanziarie ed
esigenze delle imprese, focalizzando l’azione su alcuni aspetti:
-
Indirizzare le attività di supporto all’export a
presentano potenzialità sui mercati internazionali
settori/imprese
che
-
Favorire aggregazioni di filiera per superare uno dei maggiori vincoli ai
processi di internazionalizzazione, che è rappresentato dalla dimensione
d’impresa
-
Rafforzare l’approccio di sistema tra i diversi attori provinciali che operano
a sostegno dell’internazionalizzazione definendo in maniera integrata e
chiara le strategie, gli indirizzi e i servizi per l’internazionalizzazione mirati
e selezionati sulla base dei target Paese /settori definiti dall’Eurosportello
e dalle Associazioni di categoria
-
Coordinarsi su un ambito territoriale più allargato, intensificando i rapporti
di collaborazione con il sistema camerale regionale e lo Sportello
regionale per l’internazionalizzazione (Sprint), in modo che le imprese
ravennati riescano a sfruttare il più possibile gli strumenti a sostegno dei
processi di internazionalizzazione (strumenti promozionali, finanziari e
assicurativi) e le misure messe a disposizione della Regione nell’ambito
del Piano Triennale delle Attività produttive
Accesso al credito
Agevolare l’accesso al credito è fondamentale in particolare per le
aziende di minori dimensioni si trovano in difficoltà a reperire risorse
finanziarie in grado di supportarle in questo difficile momento di
congiuntura economica. I Confidi per il sistema imprenditoriale di questa
provincia rappresentano un elemento importante, tanto che la Provincia
di Ravenna, la Camera di Commercio e altre istituzioni locali hanno
destinato in questi anni un sostegno finanziario ai Confidi, attraverso una
convenzione del 2007 di durata triennale, prorogata fino al 2010.
Secondo le indicazioni emerse dal tavolo vi è volontà di proseguire tale
intervento attraverso la stipula di una nuova convenzione. I Consorzi fidi
possono rappresentare un valido strumento, ma è necessario assicurarsi
che le risorse pubbliche destinate a supportarne l’azione promuovano
realmente un rafforzamento delle capacità competitive delle imprese.
Alcune analisi a livello nazionale hanno osservato che nel periodo di crisi
economico-finanziaria, a fronte di un’aumentata incidenza del credito
garantito dai Confidi spesso è corrisposta una perdita di qualità del
35
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
credito stesso. Valutare l’efficacia dei finanziamenti erogati ai confidi
diviene quindi di forte strategicità nell’ottica di ottimizzazione dell’impiego
delle risorse pubbliche. Si ritiene inoltre quanto mai opportuno rinnovare
anche per il 2011 l’ accordo del Tavolo Provinciale dell’ Economia con gli
istituti di credito lavorando per ampliare alcune aree di intervento ad
esempio per favorire da un lato il microcredito e dall’ altro un impegno più
diretto dei principali istituti di credito a supporto dei più importanti progetti
territoriali delineati da questa conferenza economica ( es. cittadella della
nautica, tecnopoli ecc. ).
Semplificazione Amministrativa
Uno degli elementi critici evidenziati dal mondo imprenditoriale risiede nel
rapporto con la Pubblica Amministrazione. Si segnalano problematiche
che non si riferiscono solo al livello locale: i tempi di risposta e la
numerosità delle pratiche sono infatti gli elementi che rendono critica la
relazione fra imprese e amministrazione. Si tratta di problemi evidenziati
in generale in tutto il paese e che attengono alla necessità delle imprese
di risposte rapide ai mutamenti che vengono imposti dal mercato e ai costi
della gestione dei rapporti con la burocrazia che la numerosità elevata
delle procedure comporta, ma che può trovare una parziale risposta anche
nei cambiamenti organizzativi che si possono implementare a livello
locale, in particolare rafforzando l’operatività e l’efficienza degli Sportelli
Unici alle Attività produttive.
Il processo di semplificazione che si è avviato recentemente a livello
nazionale vede un rapporto nuovo tra Pubblica Amministrazione e
impresa, con il passaggio da un forte ruolo autorizzativo da parte delle
Pubbliche Amministrazioni ad un ruolo di controllo. Questo passaggio per
avere un impatto positivo sul sistema produttivo, necessita di molta
chiarezza nelle normative e nei regolamenti, perché diversamente
accresce il rischio di contenziosi tra privati e Pubblica Amministrazione
e/o rischia di allungare i tempi.
Questa è una problematica evidenziata anche dagli imprenditori che
operano in questa provincia, che anche se da un lato riconoscono la
dinamicità della loro provincia, dall’altro si sentono penalizzati dal forte
GAP nazionale nel confronto competitivo con i Paesi stranieri.
In
particolare ciò che chiedono agli Enti locali è di proseguire nell’azione già
intrapresa per adeguare i Suap provinciali esistenti ai requisiti previsti
dall'art. 38 L. 133/2008 e al DPR 160/2010, concludendo il processo che
porterà ad una gestione dei procedimenti in forma telematica e adeguando
l’organizzazione dei SUAP affinché diventi unico referente per tutti i
procedimenti autorizzatori relativi ad impianti produttivi di beni e di servizi
e per l'esercizio di attività di impresa, e di utilizzare l’opportunità di tali
cambiamenti per avvicinare le imprese alla Pubblica Amministrazione e la
Pubblica Amministrazione alle imprese dando, in questo modo, un
sostegno permanente alla competitività delle imprese.
A tal fine è necessario dare concreta e tempestiva attuazione all’Accordo
provinciale sui SUAP, definendo azioni concrete che in tempi brevi e certi
siano in grado di rimuovere:
- alcune disomogeneità di applicazione delle regole e delle procedure
(in termini di interpretazione più o meno rigida delle norme) fra diverse
aree della provincia, soggette a diverse amministrazioni e con il resto
36
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
della regione;
- le interpretazioni diverse e contraddittorie sulla stessa norma tra
uffici ed Enti diversi, se non addirittura norme contraddittorie, anche
nello stesso territorio;
- i tempi di risposta troppo lunghi o a volte incerti.
La strategia che si vuole mettere in atto in questo territorio è quindi quella
di utilizzare il quadro normativo e regolatorio esistente e lavorare sui
procedimenti che da esso scaturiscono per creare un contesto di regole
certe che sia in grado di rispondere al fabbisogno delle imprese anche in
termini di tempi celeri, attraverso un percorso che coinvolge i diversi
soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nel processo di semplificazione.
37
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
A.5
LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E LA GREEN ECONOMY
In questi anni si è assistito certamente ad una crescita di sensibilità sul tema dei cambiamenti
climatici, che stanno avvenendo molto più velocemente del previsto e che, secondo gli scenari
descritti nei rapporti dell’Onu redatti dagli esperti internazionali dell'Ipcc (Intergovernmental
Panel on Climate Change), possono causare conseguenze gravissime a causa del
riscaldamento globale ed in crescita causato dalle emissioni di CO2.
A livello internazionale si è posta l’urgenza di intraprendere al più presto misure di adattamento
per reagire a impatti che sono ormai inevitabili e misure di mitigazione dei cambiamenti climatici
al fine di alleviare ed evitare i maggiori futuri rischi.
Un passaggio determinante per contrastare i cambiamenti climatici è stato rappresentato dalla
stipula del Protocollo di Kyoto in cui si stabilisce che i 38 paesi più industrializzati abbiano
precisi obblighi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di altri cinque gas serra
(metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo).
Complessivamente le emissioni delle varie nazioni, nel periodo 2008-2012, dovranno essere
ridotte del 5% rispetto ai valori dell'anno di riferimento, fissato al 1990 per anidride carbonica,
metano e perossido di azoto, e al 1995 per gli altri gas, seppur gli obblighi di riduzione non
siano omogenei per tutti i paesi (per i paesi dell'Unione Europea l'obbiettivo è una riduzione
dell'8% suddivisa in maniera diversa tra i vari paesi membri, per l'Italia l’obbligo è del 7,5).
Attualmente i paesi firmatari del protocollo sono 192.
La green economy include numerosi settori di attività, anche molto diversi tra loro; rientrano tra
questi le produzioni tecnologiche volte ad affrontare in termini innovativi e con l’obiettivo della
sostenibilità problematiche fortemente attuali quali: i rifiuti, le energie rinnovabili, il risparmio
energetico, il risparmio, la tutela e l’uso razionale le risorse idriche e più in generale settori che
impattano sulle risorse naturali e su quelle ambientali. In questi anni, di fronte all’ aggravarsi dei
problemi degli equilibri ecologici su scala mondiale di cui i mutamenti climatici sono solo il
segnale più evidente, vi è stata, come accennato, una crescita di sensibilità su questi temi con
un primo importante impegno (destinato peraltro a rafforzarsi nei prossimi decenni ) delle
istituzioni ( e in particolare dell’ Unione Europea con la strategia del 20-20-20 ma anche con le
molteplici direttive innovative in campo ambientale ) nel ricercare strategie di sviluppo del
sistema economico in grado di coniugare la sostenibilità ambientale con lo sviluppo economico.
In particolare la Regione Emilia Romagna nei suoi documenti di programmazione non solo
punta sulla sostenibilità ambientale a lungo termine come condizione per la crescita economica
e sociale, ma individua nelle nuove risorse energetiche e nel patrimonio ambientale nuovi
importanti opportunità per lo sviluppo economico.
A livello europeo, l’impegno vincolante per l’Italia al 2020 è del 17% di energia prodotta da
rinnovabili sui consumi lordi finali e nel recentissimo Piano d’azione nazionale sulle rinnovabili,
presentato dal Governo Italiano a Giugno 2010, in attuazione della direttiva 2009/28/CE, in cui
vengono definite le strategie per rispettare gli impegni comunitari, si assume che i consumi finali
lordi del nostro paese al 2020 arriveranno ad un valore pari a circa 131,2 Mtep, prevedendo
quindi un rilevante sforzo sull’efficienza energetica46.
Il risparmio energetico è una priorità di grande rilevanza, non solo per gli impegni internazionali
sottoscritti dal nostro Paese, ma anche per ricadute che possono generare in termini economici
46
Infatti tale stima è a ribasso rispetto a quelli che lo studio Primes aggiornato al 2009 (preso a riferimento dalla
Commissione Europea), tenendo conto dell’effetto della crisi economica e delle misure di contenimento dei consumi
programmate all’atto della sua pubblicazione, indica per l’Italia un consumo finale lordo pari a 145,6 Mtep.
38
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
(risparmi sulla bolletta elettrica e come stimolo per nuove tecnologie innovative) e di salubrità
dell’ambiente lavorativo, urbano e domestico. In Italia, ad esempio circa il 40% dei consumi di
energia totale e il 35% delle emissioni di CO2, sono imputabili agli edifici, sia di proprietà
pubblica, che privata; è quindi necessario, o meglio auspicabile, intervenire non solo
relativamente agli edifici di nuova costruzione, ma anche al patrimonio immobiliare esistente
con interventi specifici di riqualificazione energetica, che possono offrire opportunità molto
importanti per il settore delle costruzioni complessivamente inteso. Come dimostra
l’Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi comunali promosso dal Cresme e Legambiente,
in collaborazione con Saie Energia, uno strumento certamente importante per promuovere le
innovazioni nell’energia e nella sostenibilità in edilizia oltre al mantenimento di incentivi
nazionali, è quello dei regolamenti edilizi comunali, che possono rappresentare un fattore di
traino per l’adozione di interventi sia nelle nuove costruzioni che nella riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio esistente.
Oltre ai documenti di programmazione, condizionano fortemente lo sviluppo delle rinnovabili le
norme nazionali, che definiscono il sistema di incentivazione delle diverse fonti e/o impianti e le
regole generali per le autorizzazioni, ma anche la politica regionale è un tassello importante per
capire il contesto in cui opera Ravenna; pertanto è importante richiamare il quadro di
programmazione e le politiche che vengono attuate a livello regionale.47
BOX - La politica regionale a sostegno delle rinnovabili e del risparmio
energetico
La Regione Emilia Romagna ha approvato il Piano Energetico regionale (PER, previsto
dalla legge regionale n. 26 del 2004 ) nel 2007, dove si delinea una strategia che punta su
alcuni segmenti fondamentali, tra cui il recepimento degli obiettivi di risparmio energetico,
uso efficiente dell’energia e valorizzazione delle fonti rinnovabili. Le finalità della politica
energetica regionale inserite nel PER mirano a:
Promuovere azioni di risparmio energetico in tutti i settori, a partire dall’edilizia.
Sostenere la qualificazione energetica nell’industria ed energetico-ambientale nel
turismo.
Assicurare lo sviluppo delle rinnovabili, compatibile con l’ambiente, promuovendo
in particolare la generazione diffusa attraverso piccoli impianti di produzione di
energia in tutti i settori.
Contribuire allo sviluppo di mezzi di trasporto collettivi, alla diffusione dei mezzi ad
alta efficienza e ridotte emissioni nel trasporto pubblico locale e nel trasporto
merci.
Sostenere lo sviluppo di filiere produttive nei settori delle rinnovabili e del risparmio
energetico, promuovendo la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico.
Inoltre in un’ottica di adesione volontaria e concorso agli obiettivi nazionale di tutela
ambientale il PER assume come obiettivo strategico la riduzione del 6,5% delle emissioni
climalteranti registrate nel 1990, con un impegno di diminuire di circa 1 milioni di tonnellate
all’anno le proprie emissioni di Co2.
Il PER si pone anche obiettivi in un orizzonte che va oltre il 2010, prevedendo per quanto
concerne il risparmio energetico e l’uso efficiente delle risorse di ridurre nei primi 10 anni
l’indice di intensità energetica di 1,5 punti percentuali all’anno e di aumentare in egual
misura il contributo delle fonti rinnovabili ai consumi elettrici finali, coordinando gli strumenti
pubblici di intervento e creando i presupposti normativi e regolamentari.
Il Piano Energetico Regionale è un documento importante perché oltre ad indicare gli
obiettivi regionali di politica energetica, rappresenta il principale documento di
programmazione economico-finanziaria ai fini della individuazione delle linee regionali di
intervento, che viene attuato attraverso i piani triennali e annuali d’intervento.
Il Piano Triennale di attuazione del PER 2008-2010 prevede sette assi di intervento, con
oltre 140 milioni di euro di risorse finanziarie. Nello specifico, l’asse 1 è relativo alla
promozione del risparmio energetico ed uso razionale dell’energia e nei sistemi urbani,
l’asse 2 è sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’asse 3 è relativo ad interventi per il
risparmio energetico e la qualificazione dei sistemi energetici nelle imprese e negli
47
La politica regionale sarà anche molto rilevante in considerazione del fatto che gli obblighi nazionali saranno presto
suddivisi a livello regionale (il cosiddetto “burden sharing” ) che doveva essere emanato entro maggio 2009, ma che
non ha ancora visto la luce.
39
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
insediamenti produttivi, l’asse 4 è sulla razionalizzazione energetica dei trasporti locali,
l’asse 5 è relativo ai contributi a favore dell’impresa agricola e forestale, gli ultimi due assi
riguardano rispettivamente la ricerca e il trasferimento tecnologico e l’informazione,
l’orientamento e la sensibilizzazione.
Attualmente la Regione sta definendo le nuove linee del Piano triennale 2011-2013,
attivando un percorso condiviso e partecipato.
Sul tema del risparmio energetico, inoltre la Regione Emilia Romagna ha approvato in
questi anni alcuni rilevanti provvedimenti di regolazione. Tra questi vanno certamente citate
la deliberazione dell’Assemblea legislativa 4 marzo 2008, n. 156 con la quale è stato
approvato l’”Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle
procedure di certificazione energetica degli edifici”, che danno attuazione alle direttive
comunitarie 2002/91 CE sul rendimento energetico e a quella 2006/32/CE concernente
l’efficienza degli usi finali dell’energia. Tale delibera, coerentemente con quanto previsto dal
Piano Energetico regionale, rafforza i requisiti prestazionali relativi agli edifici fissati dal
legislatore nazionale in particolare per quanto concerne il comportamento energetico degli
edifici in regime estivo e il ruolo delle fonti rinnovabili per la copertura dei consumi di
energia primaria e le successive modifiche approvata con la DGR 1362 del 20/09/2010 di
aggiornamento della parte seconda – allegati della Deliberazione 156/08. La disciplina
regionale, recependo la normativa nazionale, prevede singoli allegati relativi a:
disposizioni in materia di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e
degli impianti;
requisiti minimi di prestazione energetica
attestato di qualificazione energetica degli edifici
procedura di certificazione degli edifici
attestato di certificazione energetica
metodologie per la determinazione della prestazione energetica degli edifici
sistema di classificazione della prestazione energetica degli edifici
rapporto di controllo tecnico per impianto termico di potenza maggiore.
La provincia di Ravenna ha seguito gli ambiti di indirizzo regionali, adottando provvedimenti in
diverse direzioni, sia sotto il profilo della programmazione, che sulla promozione di importanti
progetti. La Provincia ha infatti adottato il Piano d’azione per l’Energia e lo sviluppo sostenibile
che è ora in fase di approvazione definitiva; il Comune di Ravenna ha un Piano Energetico
Comunale approvato e il Comune di Lugo sta avviando i lavori per la redazione del Piano
Energetico per conto dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Tra i progetti importanti sul risparmio energetico, la qualificazione energetica e lo sviluppo delle
rinnovabili vanno indicati:
- quelli sulla qualificazione energetica negli edifici pubblici (bando regionale); si tratta di un
importante progetto approvato a giugno del 2010, che coinvolge 18 Enti pubblici per ridurre il
consumo e utilizzare fonti rinnovabili con il massimo coinvolgimento dei Comuni, per un importo
di un milione e 421 euro erogati a fondo perduto dalla Regione e capaci di attivare investimenti
per complessivi 6.700.000 euro da parte degli enti locali e produrre un risparmio di 720
TEP/anno.
- i progetti sulle Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA), che è una linea strategica
inserita dalla Regione anche nella nuova programmazione dei fondi strutturali (2007-2013);
nella provincia di Ravenna sono stati ammessi a finanziamento 3 progetti di “Qualificazione
energetico - ambientale e sviluppo sostenibile”, con finalità di innalzamento della dotazione
energetico - ambientale delle aree produttive ecologicamente attrezzate per un importo
complessivo di 7 milioni di euro, che riguardano le aree di Bagnacavallo – Via Navaglio, di
Ravenna Bassette e di Lugo – Centro Merci.
- progetti sperimentali promossi dalla Provincia di Ravenna, tra cui: il progetto Wi.Co (Wind of
the Cost) promosso dalla Provincia di Ravenna e finanziato con 224 mila euro attraverso il
Programma europeo interregionale Power. Il programma prevede che 3 regioni costiere
europee, tra cui l’Emilia Romagna sviluppino metodologie comuni per verificare le potenzialità di
applicazioni microeoliche diffuse lungo le coste; il progetto “For Biogas – Sperimentazione per
la valorizzazione energetico – agronomica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e dei
40
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
fanghi urbani di depurazione” con il coordinamento della Provincia di Ravenna (che ha
contribuito finanziariamente con 53 mila euro) insieme ad altri partner importanti quali
l’Università di Bologna, il CIRSA (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze
Ambientali) ed Hera.
Inoltre è stata firmata l’Intesa tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna e Comune di
Ravenna per il Tecnopolo nel campo dell’energia, inserito nella rete dell’Alta Tecnologia
dell’Emilia Romagna, con il finanziamento di specifici programmi, tra i quali: Programma di
ricerca industriale “tecnologie a idrogeno per i primi mercati”; Programma di ricerca industriale
“Flessibilità combustibili e da carbonizzazione” e uno sulla biomassa. Gli investimenti in ricerca
rappresentano un elemento importante in quanto, oltre al doveroso rispetto degli impegni
ambientali, le rinnovabili possono rappresentare un’opportunità di sviluppo industriale. La
Commissione Europea nelle diverse comunicazioni ha sempre evidenziato l’opportunità di
rafforzare gli investimenti in questo settore, in particolare a favore dell’efficienza energetica e
delle energie rinnovabili. Oggi in Italia l’industria manifatturiera di tecnologie per le rinnovabili è
ancora poco sviluppata (il 70% degli investimenti è stato destinato all’importazione di sistemi e
apparati tecnologici per la realizzazione di impianti), mentre una sua maggiore espansione
sarebbe certamente un elemento positivo per l’economia nel suo complesso e anche per
promuovere la crescita delle rinnovabili stesse. Gli esempi di paesi virtuosi che hanno favorito lo
sviluppo tecnologico e l’innovazione in questo settore anche in Europa sono numerose; la
Danimarca, la Spagna e la Germania, che hanno eccellenze nell’industria dei generatori elettrici
dell’eolico così come la stessa Germania, Spagna ma anche Regno Unito, Svezia e Portogallo
nel fotovoltaico. Dalle ricognizioni sulle iniziative industriali condotte da NE Nomisma Energia
qualcosa si sta muovendo anche nel nostro Paese. Tra le esperienze significative va segnalata
l’esperienza del Veneto con il distretto industriale del fotovoltaico di Carmignano di Brenta (che
impiega ormai circa 1.000 occupati) e quello della power generation e dell’eolico in Puglia tra
Bari e Taranto (con un indotto complessivo di circa 1.500 addetti e con la costituzione del
Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell'Efficienza Energetica "La Nuova
Energia"), ma iniziative interessanti si stanno sviluppando anche nel Lazio, Emilia-Romagna,
Toscana, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Una recente analisi dello Iefe Bocconi ha stimato, in
una prospettiva di alto sfruttamento delle opportunità se l’industria puntasse a valorizzare la
filiera produttiva delle tecnologie rinnovabili, il solo mercato italiano potrebbe generare un
fatturato medio annuo di 8 miliardi e 175.000 occupati al 2020 di cui , per entrambi solo il 30%
sarebbe coperto da imprese straniere.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle rinnovabili, l’analisi dei dati indica Ravenna tra le provincie
che negli ultimi anni si è mostrata più dinamica; dalle stime effettuate dall’Assessorato
dell’Ambiente della Provincia risulta pari circa al 24.3 % di energia da FER (attuale) sui consumi
finali energetici del 2006 (ovvero ai consumi attribuiti ai settori dell’agricoltura, industria, civile,
trasporti) e 9.2 % di energia da FER (attuale) sul consumo interno lordo totale (considerando
anche tutta l’energia spesa per la trasformazione in energia elettrica)48.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, Ravenna è la 4° provincia dell’Emilia Romagna sia in termini
di impianti, che di potenza installata e la prima in regione nel rapporto tra abitanti e numero di
impianti installati (un impianto ogni 350 abitanti). A giugno 2010 Ravenna aveva 831 impianti
con una potenza pari a 11.329 kWp, preceduta da Bologna (1261 impianti e 29.108 kWp di
potenza installata), Modena (1337 impianti e 14.078 kWp di potenza installata), Forlì Cesena
(927 impianti e 13.030 kWp di potenza installata); inoltre risulta in quarta posizione tra le
province in termini di incentivi ottenuti dal conto energia, con una quota pari al 10%
(corrispondente a 3.109.000 €), dopo Bologna (28% con 8.413.000 €), Modena (15% con
4.419.000 €) e Forlì Cesena (12% con 3.505.000 €); ed è la 3° provincia in termini di
48
Va evidenziato che il 17% dei consumi lordi finali di energia da fonti rinnovabili è l’obiettivo vincolante al 2020
dell’Italia, ma non è stato ancora definito dal Governo il cosiddetto burden sharing, cioè la ripartizione a livello regionale
del vincolo nazionale, che era atteso per maggio 2009.
41
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
incremento percentuale della potenza installata dal dicembre 2009 a giugno 2010 (+40,4% ,
preceduta da Parma +54,8% e Rimini +45,8%).
Inoltre sono stati ammessi a finanziamento 17 progetti di qualificazione energetico ambientale e
sviluppo sostenibile delle pmi e sono in fase di realizzazione due progetti industriali di
produzione di biodiesel (un primo impianto è già in funzione e produce 198.000 ton/anno di
biodiesel, mentre per un secondo impianto e' in corso l'iter autorizzativo).
Per avere un quadro più completo sulla green economy vanno poi considerati alcuni dati
significativi relativi ad altri ambiti, ed in particolare:
- sui rifiuti la Provincia di Ravenna ha raggiunto risultati significativi dal punto di vista della
raccolta differenziata: oltre il 50% nel 2009 quota superire rispetto al 47,4% della media
regionale e oltre gli obiettivi di legge. Inoltre la Provincia ha un Piano dei Rifiuti aggiornato, con
impianti di trattamento diversificati, sufficienti rispetto alle esigenze, che prevedono anche il
recupero di materia e di energia, e che garantiscono l’autosufficienza alla provincia nella
gestione dei propri rifiuti;
- sull' acqua la provincia di Ravenna ha un piano aggiornato basato sulla corretta gestione del
ciclo integrato della risorsa idrica e ha sviluppato importanti interventi per il risparmio idrico e la
salvaguardia della qualità idrica. L’impegno pluriennale della provincia di Ravenna per la tutela
del Mare Adriatico è stato particolarmente significativo.
- la Provincia di Ravenna d’intesa con la Regione Emilia-Romagna e con altre Province limitrofe
ha promosso in questi anni la politica dei Parchi e delle Aree protette con la costituzione e
gestione del Parco Regionale del Delta del Po e del Parco della Vena del Gesso. Questi
costituiscono non solo importanti riserve di biodiversità ma laboratori per uno sviluppo
sostenibile e di qualità in molti campi, dalla gestione delle zone umide, allo sviluppo di
produzioni tipiche e biologiche fino alle forme di turismo naturalistico
- la provincia di Ravenna è interessata in vaste zone ai fenomeni della subsidenza e dell’
erosione costiera che costituiscono certamente una seria minaccia per il proprio territorio e per
aree strategiche come le spiagge ma anche in questo campo le azioni strategiche per
contrastare tali fenomeni possono essere occasioni per lo sviluppo di nuove attività produttive e
per l’ applicazione di tecnologie innovative.
42
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Le linee strategiche
Proseguire l’impegno per la sostenibilità dello sviluppo
Il rafforzamento dello sviluppo delle rinnovabili e il sostegno alla loro diffusione con
regole di tutela del territorio potrà rappresentare un’opportunità soprattutto in alcuni
settori; un esempio in tale direzione è lo sviluppo di filiere bioenergetiche, quali ad
esempio energia da biomassa legate a scarti o residui di lavorazione, che possono
rappresentare un’ottima integrazione al reddito agricolo. Inoltre la strategia che si
intende mettere in atto in questa provincia prevede la realizzazione di importanti
progetti sullo sviluppo delle rinnovabili, come quello del Green Port, sperimentando la
realizzazione di una rete di energia intelligente che preveda anche lo sviluppo di
energie rinnovabili: mini-eolico nelle zone più favorevoli ( moli foranei), fotovoltaico sui
tetti di edifici, aziende e magazzini e nei parcheggi, impianti di cogenerazione con
teleriscaldamento e utilizzo di biomasse. Tali interventi potrebbero estendersi anche ai
Centri intermodali merci di Lugo e Faenza. Pare realistico qualora fosse predisposto un
progetto organico poter ottenere finanziamenti significativi legati a un progetto speciale
nell’ambito del nuovo piano energetico regionale. Il massimo sforzo a sostegno della
diffusione delle rinnovabili, tuttavia deve garantire la tutela dei paesaggi di valore e
delle zone agricole di pregio. Oggi, dopo circa sette anni di attesa, il Governo ha
emanato le linee guida per il procedimento per l’autorizzazione alla costruzione e
all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida
tecniche per gli impianti stessi (di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre
2003, n. 387), la cui assenza aveva creato molti contenziosi tra le Regioni e il Governo,
escludendo la possibilità per le Regioni di programmare un corretto inserimento degli
impianti di produzione da fonte rinnovabile. La recente approvazione di tali linee guida
rappresenta quindi per la Regione Emilia-Romagna un’occasione per promuovere uno
sviluppo regolamentato delle rinnovabili come del resto previsto dalla nuova delibera in
materia. La strategia della provincia di Ravenna consiste nel proseguire, in accordo
con la Regione, l’azione già intrapresa di una mappatura dei territori, e un’indicazione
di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti a tutela delle
zone agricole di pregio. Per contro vanno rafforzate le agevolazioni alla diffusione delle
energie rinnovabili nelle aree e modalità idonee (a partire dai tetti degli edifici per
fotovoltaico e solare termico).
La strategia che verrà portata avanti nella provincia di Ravenna sarà quella di
proseguire il lavoro del tavolo tecnico finalizzato ad identificare i meccanismi virtuosi da
inserire nei regolamenti edilizi, in modo da raggiungere i massimi risultati sulla
promozione del risparmio energetico, sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e
l’impiego di tecnologie bioclimatiche. Inoltre gli Enti pubblici ravennati possono avere
un ruolo attivo nel risparmio energetico per quanto riguarda il patrimonio immobiliare
pubblico, in cui si possono prevedere diversi interventi, che vanno dalla realizzazione
di check up energetici con conseguente programma di interventi per migliorarne
l’efficienza energetica e promuovere il ricorso a fonti rinnovabili (da attuarsi anche
attraverso il meccanismo del finanziamento tramite terzi applicato dalle ESCO) alla
promozione di quartieri sostenibili che abbiano al centro il tema del risparmio
energetico, mutuando le esperienze di successo che sono state realizzate anche in
Italia, quali ad esempio Bolzano – Quartiere CasaNova; Torino Quartiere Via Arquata;
Senigallia – Quartiere Villa Aosta; Bergamo Villaggio del Futuro. Per favorire tali
politiche degli Enti Locali sarebbe importante rivedere profondamente la struttura del
Patto di Stabilità che oggi frena anche questi investimenti che in realtà producono un
risparmio strutturale per gli Enti Pubblici.
Un importante ambito per sostenere politiche di efficienza energetica e creare un
“effetto traino” sul mercato dei prodotti ambientalmente sostenibili è la promozione da
43
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
parte della Pubblica Amministrazione della politica del GPP ("Green Public
Procurement = Acquisti Verdi), che si manifesta attraverso l’individuazione di una serie
di requisiti volti a ridurre l’impatto ambientale dei beni e servizi utilizzati dalla P. A.
lungo l’intero ciclo di vita (produzione, uso, smaltimento). Tale politica si può rendere
operativa ad esempio, inserendo criteri premianti nelle procedure di selezione dei
fornitori, attraverso la richiesta di criteri inerenti le certificazioni di prodotto, che
riflettono l’impegno delle aziende nelle politiche di impatto ambientale49.
Rafforzamento delle nuove filiere della green economy
La provincia di Ravenna può perseguire l’obiettivo di sviluppare le filiere della green
economy considerando alcuni elementi di vantaggio: risorse e competenze già
presenti in altri settori (chimica, energia, meccanica, automazione, componenti per
impianti) e la presenza di imprese che hanno rilevanti progetti su questo settore.
Inoltre la scelta di investire in ricerca industriale è un elemento obbligato essendo le
tecnologie che sfruttano le fonti energetiche rinnovabili
(specie quelle di nuova
generazione ormai prossime allo sfruttamento industriale) e il risparmio energetico
tecnologie all’avanguardia che necessitano sempre di ricerca e innovazione per
ridurre i costi di impianto e migliorarne le prestazioni; il Tecnopolo sull’energia può
rappresentare quindi un elemento determinante per supportare le imprese su progetti
innovativi, soprattutto se si assicura una “governance” in grado di garantire una stretta
interazione con le imprese e con le reti di ricerca e innovazione a livello nazionale e
internazionale. Anche il settore della mobilità sostenibile rappresenta per questo
territorio uno dei filoni più interessanti e innovativi su cui si può lavorare, anche grazie
al nuovo Tecnopolo ad esempio nell’ambito di applicazione delle tecnologie a
idrogeno ai mezzi di mobilità terrestre e navale. In particolare se le sperimentazioni in
corso confermeranno i primi dati positivi si può pensare di estendere gradualmente l’
esperienza dei bus a idro-metano a tutta la flotta che opera nell’ ambito urbano.
49
Un esempio in Italia di politiche di GPP viene dalla Provincia di Torino che con il supporto tecnico di ARPA Piemonte
ha realizzato le “Linee guida per l’integrazione dei requisiti ambientali negli acquisti per 10 categorie di prodotti” da
utilizzare negli appalti pubblici, elaborate nell’ambito del progetto APE.
Nelle linee guida emanate si trova anche un’applicazione per l’individuazione dei requisiti ambientali nella
progettazione, ristrutturazione e costruzione. Le possibilità di integrare considerazioni ambientali negli appalti sono state
definite con l’emanazione delle direttive sul tema, recepite in Italia con il D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 – “Codice dei
contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”- All’ Art.2 è stato introdotto il concetto che “il principio di economicità
può essere subordinato […] ai criteri, previsti nel bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e
dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. La strategia che intende portare avanti la provincia di
Ravenna è quella di applicazione di queste politiche definendo indicatori e realizzando linee guida per l’integrazione dei
requisiti ambientali da utilizzare negli appalti pubblici
(http://www.provincia.torino.it/ambiente/file-storage/download/agenda21/pdf/linee_guida_ape/edifici.pdf ).
44
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
A.6
IL TURISMO E LA CULTURA DELL’OSPITALITÀ
L’Italia rappresenta una delle ‘top five’ destination mondiali (quarta per livelli di spesa e quinta
per numero di visitatori), ma la sua posizione è da tempo messa in discussione dall’emerge e
dal consolidarsi di nuove mete. È un processo che non riguarda solo il nostro Paese, anche se
tra le maggiori mete è senza dubbio quella che accusa maggiormente. Anche Francia e
Germania stanno infatti soffrendo quello che è uno spostamento della domanda turistica verso
mete nuove, oggi sempre più accessibili anche a costi ridotti. Sul fronte opposto stanno
avanzando a ritmi relativamente più accelerati aree come l’Asia (sud in particolare), il Medio
Oriente, il Nord Africa50. Il nostro Paese, colpito da una forte crisi dei consumi e da una
domanda estera sempre più diretta verso nuove aree del mondo, è tornato sui livelli di domanda
del 200551.
All’interno di questo contesto Ravenna ( e in generale le province costiere dell’ EmiliaRomagna) si differenzia in maniera sostanziale. La provincia costituisce una meta turistica
consolidata con un elevato grado di attrattività anche nella fase di crisi internazionale avviatasi
nel 2008. In quell’anno la provincia si attestava infatti al 13° posto della graduatoria nazionale
per numero di notti vendute ed 11° come numero di letti disponibili52.
Rispetto al 2008, l’anno successivo nonostante la crisi vede aumentare la domanda sia in
termini di arrivi, che raggiungono gli 1,33 milioni, sia di presenze, che superano i 7,2 milioni
raggiungendo un risultato record in assoluto per il territorio. Si tratta prevalentemente di turismo
nazionale, soprattutto di prossimità, visto che circa sei pernottamenti su dieci (59% nel 2009) è
riconducibile a turisti che hanno origine all’interno dei confini regionali così come da Lombardia,
Veneto e Toscana53. I dati dei primi 10 mesi del 2010 pur registrando una lieve flessione di arrivi
e presenze non modificano sostanzialmente tale quadro anche se rafforzano le preoccupazioni
per la flessione della redditività delle imprese del settore.
La componente nazionale, inoltre, è quella che nel tempo (e nell’ultimo biennio) è cresciuta
maggiormente, visto che dal 1995 ad oggi è pressoché raddoppiata, a fronte di una dinamica
sostanzialmente piatta della componente estera. Lo sviluppo del sistema aeroportuale
regionale, e delle compagnie low cost in particolare, sembra avere avuto un ruolo importante
nella sostituzione del turismo tedesco con altro di provenienza nordica (Benelux e Scandinavia),
anglosassone ed esteuropea, ma non sembra avere aumentato il bacino nel suo complesso.
È tuttavia da evidenziare che la politica aeroportuale regionale offre a Ravenna tre aeroporti di
riferimento in regione (Rimini, Forlì, Bologna), operati però talvolta su tratte non sempre
strumentali per il turismo di incoming e con un’elevata componente di aleatorietà, fatto che
rende difficile spesso pianificare interventi coordinati tra compagnie aeree, autorità portuali ed
istituzioni locali. Inoltre permangono difficoltà di collegamento tra questi aeroporti e le mete più
importanti del turismo provinciale.
Essenziale per la tenuta della domanda estera è la presenza di mete balneari (fortemente
organizzate congiuntamente a mete vocate al ‘plein air’), lo sviluppo della segmento città d’arte
e l’integrazione con tutti gli altri tipi di risorse turistiche offerte dall’intero territorio. È infatti la
crescita di Ravenna città uno degli elementi di novità più rilevanti del decennio. La ‘crescita’
della Città d’Arte ha ancora notevoli spazi di potenzialità nell’effetto leva di attrazione del
turismo straniero, che nel 2009 rappresenta appena il 18,3% della domanda (circa il 30% nel
50
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Il WTTC.
51
Istat, Rapporto annuale: La situazione del Paese nel 2009, maggio 2010.
52
Istat, Capacità e movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2008.
53
Provincia di Ravenna - Servizio Turismo, Rapporto annuale sul movimento turistico, Anno 2009.
45
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
centro storico di Ravenna)54. Soprattutto in relazione alla domanda a lungo raggio (America,
Asia, Oceania) che genera poco più di 71 mila presenze, appena l’1-2% del totale, ma ben il
36% delle quali nel solo centro storico di Ravenna.
Il capoluogo è infatti caratterizzato da un’ampia e variegata dotazione di asset di rilievo
mondiale (in particolare di beni appartenenti al Patrimonio Unesco) la cui disponibilità integra e
rafforza gli asset balneari ed è allo stesso tempo rafforzata dalla presenza di attrattori con
caratteristiche di unicità disseminati per la provincia (Parco del Delta del Po; Parco Regionale
della Vena del Gesso, Giardino delle Erbe officinali, Oasi di Punta Alberete, Pinete, Zone di
interesse naturalistico della Bassa Romagna e di Russi ecc.)55.
Il ruolo di meta turistica è avvallato da un denso calendario di eventi culturali ed
enogastronomici che pone la provincia di Ravenna al quarto posto per numero di spettacoli in
rapporto alla popolazione (dopo Forlì-Cesena, Trieste e Pescara) e al 17° per valore assoluto
(16.102 nel 2007)56.
Allo stesso tempo l’attrattività di Ravenna è alimentata da un’articolata presenza di dotazioni a
valenza turistica: dalla ricettività diversificata, all’offerta ristorativa, dal sistema degli stabilimenti
balneari alla rete commerciale (dove spiccano Ravenna e Milano Marittima, ma ad esempio
anche il grande mercato settimanale su area pubblica a Lugo ) ed alle infrastrutture e servizi per
il diportismo (Marinara); per la crocieristica e la traghettistica (grazie al ruolo del porto); sino ai
parchi tematici (Mirabilandia).
Alle tante luci del sistema fanno da contraltare alcune ombre. Tra queste spicca l’insufficiente
capacità di integrare i diversi attrattori, che incide negativamente anche sulla possibilità di
ampliare la stagione turistica. Città d’arte e mare, i due attrattori strategici, determinano infatti
modeste ricadute per i territori interni verso cui si dirige meno del 6% della domanda turistica
provinciale. Ciò è in buona misura dovuto alla diversa connotazione dei ‘turismi’ presenti, che
vede la Bassa Romagna più legata a chi viaggia per affari, mentre l’Area Terre di Faenza più
attiva nel turismo verde ed enogastronomico e sul termalismo. Gli effetti non mancano neppure
sul legame tra prodotto turistico e prodotti tipici che appare ancora poco sviluppato.
La modesta integrazione si rileva anche nei servizi al turista, dove si segnala ad esempio
l’assenza di un centro unico di prenotazione, e dove i circuiti di bigliettazione per il
museale/monumentale appaiono parziali. L’ avvio della CARD turistica provinciale è nata per
superare tale limite e rappresenta una sperimentazione comunque positiva ma sarebbe
importante che anche i beni dell’ Opera di Religione entrassero a pieno titolo in questo circuito
unitario .
Le ragioni di questo risultato sono molteplici a partire dall’individualismo degli operatori, inclini a
preservare una clientela storicamente composta da viaggiatori individuali. Da qui la scarsa
propensione a lavorare con i tour operator e la preferenza per il turismo individuale piuttosto che
per quello collettivo, su quello nazionale piuttosto che verso i mercati internazionali. Si tratta
quindi di un limite della strategia perseguita piuttosto che della dimensione strutturale, che con
36 camere per albergo si colloca al di sopra della media nazionale (32 camere) e di molte mete
primarie del nostro paese (in primis, Firenze, Rimini, Torino, Trento, Bolzano), al pari di Napoli e
dietro solo a Milano, Roma e Venezia57.
54
A tal fine si veda anche Istat Movimento alberghiero: Pasqua e Ferragosto 2010; Provincia di Ravenna, Linee
strategiche e modalità procedurali per la realizzazione degli interventi del Programma Turistico di Promozione Locale
(P.T.P.L.) Anno 2010 e 2011.
55
Per una disamina puntuale si rimanda ad esempio Programma di Valorizzazione e Promozione Territoriale della
provincia di Ravenna (Linee guida per l’attuazione dell’Attività IVI.I. “Interventi di valorizzazione del patrimonio culturale
ed ambientale” – Delib. G.R. n. 64 del 21/01/2008), Ravenna, febbraio 2009.
56
Istat, Statistiche culturali, Anno 2007.
57
Istat, Capacità e movimento degli esercizi ricettivi, Anno 2008.
46
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Il sistema della promozione turistica regionale ha perfezionato i propri strumenti anche rispetto
all’ultima Conferenza economica provinciale. I risultati appaiono apprezzabili in relazione al
mercato interno, sul quale si sta concentrando lo sforzo58. Appaiono meno efficaci sul fronte
estero, dove la provincia di Ravenna ( insieme alla Romagna e all’ area ferrarese ) potrebbe
ambire ad un profilo più elevato. L’onerosità dello sforzo di aggredire e presidiare mercati esteri,
tuttavia, richiede una stretta integrazione strategica ed economica dei vari soggetti che la LR
7/98 titola sul fronte della promo-commercializzazione turistica, che non si è verificata
compiutamente in questi anni, anche per diversità di obiettivi dei diversi soggetti.
Dal punto di vista infrastrutturale si osserva poi, nel complesso, un deficit che si concentra nei
periodi di maggiore afflusso (week-end estivi), con reti stradali e ferroviarie inadeguate a
sostenere volumi di traffico generati ad oggi, nonostante i progressi derivati dal completamento
della terza corsia della A14. Vanno inoltre segnalati i non agevoli collegamenti con gli aeroporti
dell'area, soprattutto facendo ricorso a mezzi pubblici. Non v’è dubbio che proprio sulla mobilità
collettiva, anche interna all’area costiera, permanga un limite che rafforza l’esigenza per il
turista di muoversi con mezzi propri, nonostante si rilevino miglioramenti anche sul fronte
ferroviario, grazie al fatto che collegamenti ( purtroppo non ottimali in quantità e qualità ) con la
stazione di Bologna consentono di fruire dell’alta velocità nata negli ultimi anni.
La sollecitazione a cui è sottoposta la rete infrastrutturale e la conseguente limitata accessibilità
che si riscontra nei momenti di picco deriva senza dubbio da una eccessiva concentrazione
della domanda nei week end e da una stagionalità ancora fortemente legata al periodo estivo, e
questo nonostante gli importanti progressi concretizzati dell’ultimo decennio. Gli sforzi realizzati
per ridurre la stagionalità mostrano infatti risultati di rilievo, considerando comunque che la
provincia di Ravenna è ancora oggi in prevalenza una meta balneare.
Sui fattori limitanti lo sviluppo turistico ravennate sembra pesare una disomogenea
consapevolezza dell’importanza di questo comparto nell’economia locale. Ancora oggi emerge
la percezione di un comparto “ industriale “ ritenuto strategico solo in alcune parti del territorio
(nel cervese in particolare), mentre in altre è percepito come un’importante ‘integratore’ del
comparto industriale o agricolo, finanche un pura opportunità ancora di là da venire.
All’interno di questo quadro il sistema della politiche in atto riveste un’opportunità di crescita e
qualificazione del sistema, perché intervengono su un’ampia gamma di aspetti che vanno dal
miglioramento degli strumenti di informazione al turista (come la realizzazione del nuovo portale
del tipo web 2.0, il completamento della rete di servizi di accoglienza che deve consentire
ovunque anche il servizio di prenotazione ), alla qualificazione delle strutture e dei servizi (come
le azioni di qualificazione delle figure chiave, ecc.), alla destagionalizzazione della domanda
(come l’iniziativa Mare di qualità ma anche attraverso il rafforzamento del segmento benessere
delle terme della provincia ), alla riqualificazione e valorizzazione degli ambiti urbani (come i
centri della Bassa Romagna, di Faenza, il lungomare di Cervia e dei lidi sud ravennati)59.
Tra occasioni di crescita rientrano a pieno titolo la realizzazione del Museo e del Parco
archeologico di Classe, che per estensione sarebbe il primo sito del Nord Italia, così come la
candidatura a Capitale Europea della Cultura (2019) e la successiva ricorrenza della morte di
Dante Alighieri (2021). Alla stessa stregua va inteso l’ avvio previsto fin dal 2011 del nuovo
Terminl Crociere a Porto Corsini, il completamento del progetto del distretto nautico che, in
raccordo col completamento della Marinara, farebbe di Ravenna un polo di rilievo almeno
nazionale.
58
Piano APT Servizi, “Proposte esecutive relative ai progetti di marketing e promozione”, anno 2010.
59
Per un rassegna puntuale si rimanda a: Regione Emilia Romagna, CCIAA di Ravenna, Provincia di Ravenna Il
contributo del sistema territoriale della provincia di Ravenna all’attuazione della politica regionale unitaria, 7 aprile 2009;
Provincia di Ravenna, Programma di Valorizzazione e Promozione Territoriale della provincia di Ravenna, op. cit.;
Provincia di Ravenna, Linee strategiche e modalità procedurali per la realizzazione degli interventi del Programma
Turistico di Promozione Locale (P.T.P.L.), op.cit.
47
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Un’ulteriore occasione deriva dal riavviato processo di valorizzazione della Darsena di Città, e
dalle opportunità di insediamento di funzioni connesse al comparto turistico, inteso nel senso
più ampio: non solo in termini di ricettività, quindi, quanto piuttosto come spazio in cui sviluppare
o potenziare eventuali attrattori territoriali (culturali, espostivi, ristorazione tipica, pub per i
giovani ecc.).
Dato il respiro, anche finanziario, di queste opportunità appare evidente come il coinvolgimento
dei privati sia quanto mai necessario se si vogliono ottenere dei risultati soddisfacenti. Il
territorio ha già sperimentato questa modalità operativa, rispetto alla quale si aprono tuttavia
ulteriori potenzialità, a partire dal co-marketing (si pensi a ‘Riccione’ il progetto che univa
Riccione alla commercializzazione della Citroen C1 o il progetto che unisce Siena al vettore low
cost Ryan air).
In questi termini appare da approfondire anche l’opportunità di una parziale riforma del sistema
della promozione turistica regionale nel momento in cui, con l’attuazione degli STL, individua
uno strumento che può migliorare l’integrazione delle azioni pubbliche e private, intervenendo
su una scala territoriale consona ad operare su più turismi. Questo passo porterebbe quindi
benefici allo sviluppo di mete complesse, tipologia a cui ambisce correttamente la provincia di
Ravenna in un contesto che tende a riunire l’intera Romagna ela stessa provincia di Ferrara in
un unico grande sistema turistico di importanza europea60.
Per poter accrescere la domanda fuori dalla stagione strettamente balneare, un’opportunità
concreta potrebbe venire da alcuni segmenti specifici, quali la crocieristica (che già nei primi
mesi del 2011 dovrebbe produrre un forte incremento), il cicloturismo e il turismo naturalistico, e
sportivo in ragione di importanti sinergie che esisterebbero con il ferrarese, il forlivese ed il
riminese, contando nel caso ravennate su ulteriori attrazioni (verde-naturalistico,
enogastronomico, termale/benessere).
La provincia di Ravenna detiene quindi rilevanti punti di forza e potenzialità dal lato dell’offerta
che se opportunamente valorizzate mostrano di ben intercettare le esigenze di un turismo
sempre più sofisticato ed esigente, che mostra di apprezzare le destinazioni integrate.
Sul fronte della domanda, una grande potenzialità sembra essere riconducibile alle aree dell’Est
europeo, in ragione delle prospettive di crescita economica di quelle zone, dove il crescita del
Pil pro capite (tra il 2010 ed 2015) dovrebbe crescere annualmente del 4,9% contro il +3,4%
dell’Unione Europea61.
Per aumentare la visibilità su mercati esteri, particolare importanza riveste il web come mezzo
di promozione turistica. L’elevato ritorno per ammontare investito che scaturisce dalle azioni via
web lo si deve all’ampio ricorso che i turisti fanno rispetto a questo strumento, sia come mezzo
informativo che organizzativo della propria vacanza. Il fatto che a livello regionale e provinciale
la strategia di promozione dia sempre più spazio a questo strumento, ed in prospettiva al
cosiddetto web 2.062, rappresenta una opportunità anche per il perfezionamento del ruolo
promozionale della provincia di Ravenna all’interno del contesto istituzionale emilianoromagnolo. Ma un analogo impegno verso l’uso di internet dovrà essere profuso anche dagli
operatori privati dove tutt’ora si registrano livelli assai disomogenei di impiego degli strumenti
informatici.
In uno scenario in cui il sistema infrastrutturale denota congestionamenti nei momenti di picco
della domanda, rappresentando un possibile deterrente per una parte non marginale della
domanda, alimentare la domanda, specie nei week end dei periodi di alta stagione, potrebbe
rappresentare un paradosso se non si interviene sulla accessibilità del territorio. Il
60
Programma Turistico di Promozione Locale (P.T.P.L.) Anno 2011.
61
Elaborazioni Nomisma su dati IMF (World Economic and Financial Surveys, World Economic Outlook Database—
WEO Groups and Aggregates Information, October 2010.
62
Piano APT Servizi, “Proposte esecutive relative ai progetti di marketing e promozione”, anno 2010.
48
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
potenziamento dei collegamenti ferroviari con Bologna e quindi con la rete dell'alta velocità
costituisce un primo tassello utile a dirottare una parte della domanda sulla ferrovia, così come
ad agevolare l’accesso di chi utilizza l’aereo per avvicinarsi a Ravenna. Parimenti rilevante è il
completamento del sistema della mobilità su ferro, che oltre all’accesso, contempli uno
strumento dedicato al trasporto locale. In questo senso la realizzazione del Sistema Rapido di
Costa da Ravenna a Cattolica costituisce una straordinaria occasione per la diversificazione del
modello di mobilità, oggi incentrato quasi esclusivamente sull’auto. Interessanti appaiono anche
le potenzialità dal punto di vista della mobilità turistica della tratta Ravenna-Faenza-BrisighellaFirenze.
Lo scenario futuro del turismo ravennate non è scevro di rischi, derivanti da un contesto non
facile e da fattori su cui il territorio difficilmente può incidere.
Tra questi in primo luogo il possibile perdurare del quadro economico debole, nonché la
conseguente riduzione o stagnazione reddito medio, che influenza negativamente la capacità di
spesa del turista specie italiano.
In questo contesto la concorrenza delle diverse mete si fa sempre più accesa, facendo
emergere nuove destinazioni che, anche in ragione dei costi, tendono a spiazzare le realtà
consolidate. Nell’area del Mediterraneo i flussi sembrano così spostarsi verso est, interessando
prima l’Adriatico (Slovenia e Croazia soprattutto), poi la Grecia e oggi (e in futuro) la Turchia,
Cipro e Israele63.
Un’ulteriore elemento che può compromettere il disegno di riposizionamento del sistema
turistico ravennate risiede nelle difficoltà di finanza pubblica, già evidenti in questi ultimi anni ed
in prospettiva ancora più cogenti. La mancanza di fondi per gli investimenti programmati (a
partire dal DUP e dalle iniziative di promozione) può infatti bloccare o prorogare la realizzazione
di alcune tra le maggiori opportunità delineate, compromettendone l’efficacia rispetto alle
esigenze del sistema. In questo quadro diventa sempre più importante focalizzare l’impegno di
spesa verso quei progetti che si ritengono improcrastinabili scaglionando in tempi successivi
quelli di minore urgenza.
Infine una considerazione sull’asset forse più prezioso per una meta ancora fortemente vocata
al balneare. Il territorio ravennate è inserito in un sistema costiero connotato da oltre 100 km di
spiagge, un bene prezioso che nel corso dell’ultimo ha conosciuto scelte territoriali che hanno
compromesso l’unitarietà del sistema favorendo manifestazioni erosive diffuse, rafforzate da un
fenomeno di subsidenza (più evidente nel ravennate e nel ferrarese) e dall’ingressione marina
legata anche al fenomeno del graduale innalzamento dei livelli dei mari effetto dei cambiamenti
climatici globali. Gli interventi a difesa del litorale si sono moltiplicati negli anni, soprattutto
grazie a Regione ed Enti Locali, finalizzati a preservare l’insieme delle attività turistiche costiere
oltre che a ricostituire il sistema di costa. La natura persistente degli elementi che hanno
generato il disequilibrio, rende l’erosione una minaccia costante per il sistema turistico
ravennate che richiede risposte in un’ottica integrata, di scala regionale e nazionale.
Le linee strategiche
Ampliare il bacino di domanda turistica sul fronte internazionale
Il sistema turistico ravennate appare troppo squilibrato verso una domanda di
prossimità i cui comportamenti sono oramai consolidati (soprattutto nel segmento
balneare) e che potrebbero risultare compromessi dalla difficile condizione reddituale
che si profila anche per i prossimi anni e dal progressivo aumento delle aree turistiche
concorrenti.
63
WTO, Tourism 2020 Vision: Europe, Vol. 4.
49
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Appare pertanto necessario anche cogliendo in tutto il territorio provinciale eromagnolo
la grande occasione della candidatura a capitale eruropea della cultura per il 2019,
ampliare il bacino di domanda, a partire del recupero di quote di turismo dell’area di
lingua tedesca e dall’Est Europa che già conosce la provincia di Ravenna ed è
potenzialmente interessato (per distanza, servizi e costi) al turismo balneare della
costa romagnola. In quest’ottica le strategie si riconducono principalmente ai seguenti
ambiti:
-
Realizzazione di grandi eventi, quali, l’avvio del nuovo Terminal Crociere nel 2011,
il Festival Europeo di Musica Giovanile nel Maggio 2012, l’apertura del Parco
Archeologico di Classe, (prevista nel 2013) la Candidatura a Capitale europea della
cultura per il 2019 , la ricorrenza del Sesto centenario dantesco, che
consentirebbero al territorio di accrescere il proprio “spessore turistico”, nonché
acquisire nuova visibilità e nuove risorse.
-
riorganizzazione del sistema per la promozione turistica regionale, da realizzare
attraverso una maggiore integrazione tra i soggetti coinvolti (Regione, APT
regionale, Province e Unioni di prodotto), il consolidamento del ruolo degli STL ed,
in particolare di quello che riunisce le quattro province costiere dell’Emilia-Romagna
che consentirebbe di valorizzare in forma integrata le molte offerte presenti nei
territori interessati (mare, Appennino, parchi, città d’arte, ecc.) ed, infine, mediante il
potenziamento degli strumenti di comunicazione/promozione (a partire dal web attraverso la finalizzazione del Portale territoriale, ed un ricorso più incisivo del web
2.0-) ma anche la CARD turistica provinciale . Questi ultimi, in particolare,
dovrebbero essere ideati e/o perfezionati nell’intento di conferire maggiore peso
all’attrazione dei turisti stranieri e a quella di target mirati, rispetto ai quali sarebbe
inoltre opportuno studiare pacchetti turistici dedicati, ad integrazione dell’offerta già
esistente.
-
Rafforzamento della domanda organizzata e dei servizi dedicati agli stranieri (in
particolare crocieristica, turismo culturale, turismo sportivo), intesi come target
prioritari su cui incidere.
Ridurre la componente stagionale della domanda
Nonostante i progressi fatti negli anni la domanda appare ancora troppo concentrata
nei mesi estivi e nei week end in particolare.
Risulta, dunque, necessario mettere in campo azioni che consentano di slegare
maggiormente il turismo provinciale dalle tradizionali dinamiche stagionali, ampliando il
periodo turistico a vantaggio delle imprese del settore ma anche della stabilità e
qualità professionale dei lavoratori, elemento su cui si dovrà fortemente investire nei
prossimi anni.
In particolare, si punterà prioritariamente:
- ad una maggiore integrazione costa-entroterra-collina, perseguibile anche attraverso
una più marcata connessione fra eventi e la valorizzazione dell’insieme del
patrimonio culturale e museale, dei prodotti tipici nei luoghi del turista con la
promozione di prodotti mirati (natura, landscape&living, trekking, bicicletta e mountain
bike, enogastronomia, tipicità, ecc.);
- al potenziamento di segmenti di interesse soggetti ad una domanda crescente, quali,
i prodotti “verdi” (a partire dal Parco del Delta -raccordati alla costa e alle città d’arte
UNESCO di Ravenna e Ferrara- e dal Parco della Vena del Gesso -natura e
landscape&living-) e il segmento terme, relax e benessere, nonchè il segmento
culturale in generale e in particolare l’archeologico (anche in vista della costituzione
del nuovo Museo e Parco archeologico);
50
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
- all’incentivazione dell’integrazione su scala romagnola di alcune forme di turismo (a
partire dallo sport come cicloturismo, sport di spiaggia e mare, golf) anche attraverso
un più stretto coordinamento che può derivare dal consolidamento degli STL;
- al potenziamento dell’offerta di eventi in bassa stagione (intrattenimento, culturale e
museale), tramite la valorizzazione di diversi asset anche al di fuori dalla stagionalità
specifica (favorendo la diversificazione dei redditi di spiaggia: non solo balneare, ma
anche sportivo e culturale). Ciò consentirebbe inoltre di consolidare anche l’offerta di
pacchetti turistici che incentivino le visite durante la settimana (in estate) e in bassa
stagione (come il periodo Natale-Capodanno per il quale possono giocare un ruolo
fondamentale i percorsi commerciali nei centri storici, l’enogastronomia e le terme ) e
costituirebbe uno degli elementi su cui basare gli interventi di rafforzamento della
domanda organizzata nazionale (sociale, golden age, sport, cultura, verde ed
enogastronomia).
Sviluppare una rete più estesa di servizi e ospitalità per il turista
Nonostante il territorio rappresenti ormai una meta consolidata e goda di un’ articolata
presenza di dotazioni a valenza turistica, ad oggi risultano ancora carenti alcuni servizi
tipici delle mete turistiche più avanzate, sebbene l’area abbia già cominciato ad
attrezzarsi in questa direzione.
In un’ottica di consolidamento e rafforzamento del sistema di iniziative già intraprese a
riguardo, sarebbe opportuno mirare:
- al completamento del percorso di riorganizzazione dei servizi turistici di base dei
Comuni (in attuazione della normativa regionale);
- alla messa in rete di tutte le istituzioni che gestiscono beni di interesse culturale,
ambientale e turistico a livello provinciale ed al coinvolgimento di un ampio sistema
di operatori privati, in primo luogo tramite la verifica ed il potenziamento
dell’esperienza della Ravenna Visit Card;
- al miglioramento del sistema della mobilità, sia locale attraverso la realizzazione del
Trasporto Rapido di Costa ed il potenziamento del TPL, sia in termini di connessioni
(su gomma e rotaia), in primo luogo con il sistema degli aeroporti di riferimento
(Rimini, Forlì, Bologna) in relazione alle quali emerge la necessità di definire delle
rotte ottimali, ed in secondo luogo via mare (crociere e traghetti).
Accrescere la qualificazione dell’offerta e del territorio
Il sistema dell’offerta si è evoluto in questi anni, per qualità e articolazione, anche
grazie all’azione del decisore pubblico. Lo stesso dicasi per l’assetto territoriale, grazie
alle azioni di riqualificazione e tutela attuate.
Tuttavia restano ancora importanti ambiti sui intervenire, quali:
- Il contrasto all’erosione costiera e il conferimento di continuità alle azioni intraprese
negli anni col fine di preservare le attività impiantate e garantire la tutela della costa,
beni primari per una meta prevalentemente balneare come la provincia di Ravenna;
- Il rafforzamento delle azioni che favoriscono la cultura turistica in un territorio che
ancora percepisce poco questa vocazione, da realizzare anche tramite
l’incentivazione della formazione professionale e della qualificazione degli operatori e
dei lavoratori. Ciò costituirà senza dubbio, seppur indirettamente, un passo in avanti
verso la necessaria ulteriore qualificazione delle strutture ricettive alberghiere ed
extralberghiere (in particolare gli alloggi turistici);
51
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
- l’aumento della sicurezza, intesa nella duplice ottica di sicurezza percepita sul
territorio, di tutela e regolarità del lavoro anche in questo settore. di rafforzato
impegno contro ogni forma di abusivismo.
- Semplificazione del quadro delle regole e maggiore speditezza degli iter burocratici,
al fine di favorire una maggiore innovazione imprenditoriale, a cui si accompagni un
contemporaneo utilizzo di premialità per incentivare comportamenti virtuosi/innovativi
in considerazione delle difficoltà di finanza pubblica e dell’ esigenza anche nel settore
turistico di migliorare i livelli di eco-sostenibilità.
52
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
B.
Allegati
53
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
B.1 GLI STEP DEL PERCORSO DI PARTECIPAZIONE
GLI STEP DEL PERCORSO DI PARTECIPAZIONE
La partecipazione attiva degli attori locali ha caratterizzato l’intero processo di preparazione
della Conferenza Economica.
I momenti di confronto diretto sono stati molti e articolati e sono stati rappresentati, oltre che da
una serie di incontri face to face, da:
1 Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione
2 Cicli di Tavoli Tematici
2 Incontri di partenariato con gli Enti Pubblici committenti
3 Tavoli di confronto con le Parti economico-sociali e con la Bassa Romagna
Tavolo di coordinamento provinciale sull’economia e l’occupazione
Il Tavolo si è tenuto il 22 Luglio 2010 e sono state registrate 33 presenze.
In occasione dell’incontro sono stati illustrati i recenti mutamenti del contesto socio-economico
in cui la Conferenza Economica 2010 si inserisce ed è stato dato avvio alle attività di ascolto.
L’obiettivo è stato quello di descrivere l’intero processo di preparazione alla Conferenza, con un
particolare focus sulla spiegazione degli step di ascolto previsti e delle tempistiche ipotizzate.
Di seguito si riportano gli attori coinvolti:
NOME
COGNOME
ENTE
Amaducci
Antonello
Antonio
Roberto
Piazza
Ravaglioli
COMUNE DI CERVIA
CONFARTIGIANATO
CONFCOMMERCIO
Antonio
Sangiorgi
FEDERAZIONE PROVINCIALE
COLTIVATORI DIRETTI
Antonio
Antonio
Antonio
Daniele
Fabio
Francesco
Germano
Giovanni
Giovanni
Giovanni
Giuseppe
Cinosi
Penso
Pugliese
Rondinelli
Baleani
Frieri
Savorani
Malpezzi
Borghi
Tampieri
Morgagni
CISL
FONDAZIONE FLAMINIA
UIL RAVENNA
CONFARTIGIANATO
UIL RAVENNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE DI FAENZA
COMUNE DI FAENZA
COMUNE DI RIOLO TERME
ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI
AGCI
54
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
NOME
Giuseppe
Guido
Laura
Marco
Massimo
Matteo
Maura
Maurizio
Monica
Paola
Raffaele
Roberto
Roberto
Roberto
Sergio
Sergio
Valeriano
Viscardo
COGNOME
Parrello
Ceroni
Sughi
Chimenti
Martoni
Casadio
Masotti
Gasperoni
Visentin
Bissi
Cortesi
Lucchi
Murganti
Neri
Pistocchi
Modaresi
Solaroli
Baldi
ENTE
AUTORITA' PORTUALE
AUTORITA' PORTUALE
COMUNE DI LUGLI
CONFINDUSTRIA RAVENNA
CGIL
COMUNE DI RAVENNA
CGIL
CNA
COMUNE DI FAENZA
COMUNE DI RAVENNA
COMUNE DI LUGO
CONFESERCENTI
CONFCOOPERATIVE
UIL
ASSOCIAZIONE AGRICOLTORI
UIL RAVENNA
LEGA PROV. COOPERATIVE
COMUNITA' MONTANA
Tavoli tematici
Gli incontri si sono tenuti secondo il seguente calendario:
1o Ciclo: 6,7,8 settembre 2010 con un numero complessivo di 227 presenze
2 o Ciclo: 15,16,17 novembre 2010 con un numero complessivo di 148 presenze
I 12 tavoli attivati sono stati incentrati sulle seguenti tematiche:
Sistema agroalimentare
Turismo
Porto e sistema della mobilità
Politiche di sostegno all’economia e la semplificazione
Qualità, sostenibilità e competitività dei sistemi industriali, green economy, energia e
nuove filiere
Economia della conoscenza, tecnopoli, internazionalizzazione
Welfare, coesione e sanità.
Tutti i tavoli tematici sono stati organizzati secondo una medesima struttura metodologica,
predisponendo un quadro di presentazione delle “questioni emerse” in riferimento ad ogni
specifico ambito.
In particolare, i tavoli del 1o Ciclo hanno preso avvio dall’illustrazione di una matrice SWOT
(punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce) tramite la quale sono state fornite alcune
chiavi di lettura delle diverse tematiche, che hanno permesso di agevolare lo svolgimento del
momento partecipativo.
L’obiettivo dei tavoli è stato quello di arrivare a definire per ciascun tematismo le priorità di
intervento prioritarie.
55
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Nei tavoli del 2o Ciclo si è proceduto alla presentazione delle principali evidenze emerse in
occasione del primo ciclo di tavoli, condivise e sistematizzate a seguire con i partecipanti al
percorso, nonché alla descrizione di possibili idee progettuali, che hanno rappresentato
l’oggetto dell’attività di ascolto.
L’obiettivo dei tavoli è stato quello di discutere e convalidare le proposte progettuali, recependo
le osservazioni e le integrazioni dei partecipanti, e raccogliendo spunti per l’elaborazione di
eventuali nuove progettualità.
Di seguito si riportano gli attori coinvolti:
1o CICLO
Alberto
COGNOME
Mazzoni
Alessandra
Folli
Alice
Dall'Ara
Andrea
Antonio
Antonio
Benedetta
Daniele
Danilo
Dante
Davide
Fabrizio
Francesca
Franco
Gabriele
Gilberto
Giovanni
Pazzi
Sangiorgi
Venturi
Ceccarelli
Saporetti
Zoli
Uttini
Ceccato
Rusticali
Piombini
Spada
Ancelotti
Minguzzi
Tampieri
Giuseppe
Morgagni
Ilario
Leonardo
Libero
Mario
Maurizio
Maurizio
Patrizia
Pietro
Pietro
Sergio
Stefano
Andrea
Antonio
Barbara
Carlo
Cesare
Rasini
Guerrini
Asioli
Giunta
Marani
Filipucci
Alberici
Pasini
Pasini
Modanesi
Patrizi
Corsini
Cinosi
Naldini
Sama
Brusi
ENTE
CONFARTIGIANATO
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI
FAENZA, UTTMATF
CONFCOOPERATIVE
COLDIRETTI
PROVINCIA DI RAVENNA
CONFAPI
CISL
CCIAA
CONFAPI
CONFINDUSTRIA
CIA
CONFESERCENTI
UNIONE COMUNI COLLINA
BANCA MPS
CCIAA
CONFINDUSTRIA
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
DELTA 2000
COMUNE DI SOLAROLO
PROVINCIA DI RAVENNA
CGIL
COMUNE DI FAENZA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE DI RAVENNA
LEGACOOP
LEGACOOP
UIL
LEGACOOP
COMUNE RAVENNA
CISL
CCIAA
UIL
CONFCOMMERCIO
TAVOLO TEMATICO
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
56
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
Franco
Giancarlo
Gianluigi
Giovanni
Giovanni
Ivo
Libero
Marco
Maria Grazia
COGNOME
Spada
Gattelli
Casalegno
Morini
Zoli
Zama
Asioli
Chimenti
Marini
Marina
Pascoli
Massimo
Maurizio
Maurizio
Nevio
Pier Nicola
Roberta
Roberto
Sergio
Stefano
Tania
Terenzio
Vincenzo
Alberto
Andrea
Andrea
Andrea
Antonio
Claudio
Daniela
Isola
Gasperoni
Filipucci
Salimbeni
Ferri
Penso
Gallamini
Baldini
Patrizia
Berardi
Medri
Boldrini
Mutti
Alessi
De Murtas
Bardi
Cinosi
Casadio
Magnani
Daniele
Sansavini
Danilo
Gianluca
Giannantonio
Gino
Gino
Giovanni
Giuseppe
Guido
Leonello
Morini
Gasperoni
Mingozzi
Maioli
Maioli
Borghi
Fabbri
Ceroni
Sciacca
Lilia
Pellizzari
Luca
Mario
Antonellini
Turchi
Marzio
Maraldi
ENTE
UNIONE COMUNI COLLINA
CONFARTIGIANATO
CONFINDUSTRIA
COMUNE CASTELBOLOGNESE
COMUNE SOLAROLO
COLDIRETTI
PROVINCIA RAVENNA
CONFINDUSTRIA
COMUNE RAVENNA
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
COMUNE FAENZA
CNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE CERVIA
CONFCOOPERATIVE
CONFESERCENTI
CONFAPI
CGIL
LEGACOOP
PROVINCIA RAVENNA
CCIAA
UNICREDIT BANCA
COMUNE RAVENNA
CNA
CONFARTIGIANATO
FONDAZIONE ITL
CISL
PROVINCIA RAVENNA
FONDAZIONE ITL
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
CGIL
CONFESERCENTI
COMUNE RAVENNA
FER
FER
UNIONE COMUNI COLLINA
UNICREDIT BANCA
AUTORITÀ PORTUALE
CONFINDUSTRIA
ARISSA - IST. SCOLASTICHE
STATALI PROV. RAVENNA
AUTORITÀ PORTUALE
CONFCOMMERCIO
ASSOCIAZIONE AGENTI MARITTIMI
RACCOMANDATARI E MEDIATORI
MARITTIMI
TAVOLO TEMATICO
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
57
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
Massimo
Maurio
Mauro
Mauro
Mirna
Monica
Nicola
Nicola
Norberto
Oriella
Oscar
Pier Luigi
Pierdomenico
Piernicola
Renzo
COGNOME
Martoni
Testa
Basurto
Venturi
Testi
Cesari
Pasi
Pasi
Bezzi
Mingozzi
Manzelli
Fallacara
Laghi
Ferri
Righini
ENTE
TAVOLO TEMATICO
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Riccardo
Martini
Roberto
Roberto
Rudy
Sergio
Stefano
Finetto
Buonafede
Gatta
Modanesi
Silvestroni
CGIL
CIA
CONFAPI
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
PROVINCIA RAVENNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE LUGO
COMUNE DI LUGO
CCIAA
COMUNE SOLAROLO
PROVINCIA RAVENNA
COMUNE FAENZA
AMBRA - AGENZIA DELLA MOBILITÀ
CONFCOOPERATIVE
CONFAPI
ASSOCIAZIONE RAVENNATE
SPEDIZIONIERI INTERNAZIONALI
CCIAA
COMUNE CERVIA
LEGACOOP
UIL
CONFINDUSTRIA
Ada
Assirelli
CGIL
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Alberto
Rebucci
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Alberto
Rebucci
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Angelo
Forigatti
CIA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Angelo
Gentile
CONFCOOPERATIVE
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Angelo
Galli
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Antonello
Piazza
CONFARTIGIANATO
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Carlo
Sama
UIL
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Ciervo
Gianfranco
UNIFIDI EMILIA ROMAGNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Cinzia
Valbonesi
CONFINDUSTRIA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Claudio
Facchini
COMUNE DI FAENZA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Claudio
Casadio
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Damiano
Giacometti
COMUNE DI CASTELBOLOGNESE
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
58
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
TAVOLO TEMATICO
Daniela
Mengoni
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Ettore
Pezzi
COLDIRETTI
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Filippa
Lombardi
CISL
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Franco
Toschi
CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Gianni
Ferrondi
BANCA POPOLARE RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Giorgio
Farneti
CONFINDUSTRIA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Lorenzo
Cottignoli
LEGACOOP
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Luigia
Lucci
CONFIDI ROMAGNA E FERRARA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Marco
Mordenti
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Massimo
Martoni
CGIL
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Massimo
Mazzavillani
CNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Matteo
Casadio
COMUNE DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Maurizio
Rossi
COMUNE DI CERVIA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Maurizio
Nati
UNIONE COMUNI COLLINA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Micaela
Utili
CONFAPI
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Paola
Morigi
CCIAA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Paola
Bissi
COMUNE DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Patrizia
Masetti
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Pietro
Roncuzzi
CREDITO COOP. RAVENNATE E
IMOLESE
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Roberta
Romboli
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Roberto
Amaducci
COMUNE DI CERVIA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Roberto
Manzoni
CONFESERCENTI
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Sergio
Pistocchi
CONFAGRICOLTURA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Vincenzo
Boldrini
UNICREDIT BANCA
Politiche di sostegno
all'economia e semplificazione
Adraino
Alba
Antonella
Pederzoli
Dal Forno
Piazza
COLDIRETTI
CNA
CONFARTIGIANATO
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
59
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
Antonio
Antonio
Cesare
Cinzia
Daniela
Emanuela
Eno
Enzo
Giancarlo
Giorgio
Grazia
M. Grazia
Massimo
Massimo
Oriella
Paola
Paolo
Paolo
Cinosi
Buzzi
Bertini
Ghirardelli
Poggiali
Giangrandi
Quargnolo
Montanari
Marchi
Graziani
Fabbri
Cortesi
Tassinari
Caroli
Mingozzi
Morigi
Valenti
Palmarini
CISL
CONFCOOPERATIVE
CONFINDUSTRIA
PROVINCIA RAVENNA
COMUNE CERVIA
PROVINCIA RAVENNA
AUSL RAVENNA
UNICREDIT BANCA
CGIL
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
LEGACOOP
CNA
CONSORZIO FARE COMUNITÀ
COMUNE SOLAROLO
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
UIL
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
COMUNE RAVENNA
COMUNE FAENZA - UFF. PIANO
TECNICO UNIBOS
ARCI
PROVINCIA RAVENNA
CONFINDUSTRIA
CONSULTA VOLONTARIATO CERVIA
CONFCOMMERCIO
UNIONE COMUNI COLLINA
ACLI
CONSULTA VOLONTARIATO RAVENNA
Patrizia
Masetti
Pericle
Stoppa
Pierangelo
Unbosi
Roberta
Silva
Silvano
Silvia
Tiziana
Vilma
Walter
Cappelli
Bassani
Verlicchi
Berlati
Montuschi
Lama
Rasta
Alessandro
Zampagna
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
Alessandro
Battaglia
CNA
Andrea
Bardi
FONDAZIONE ITL
Andrea
Mengozzi
PROVINCIA DI RAVENNA
Antonio
Ravaglioli
CONFCOMMERCIO
Antonio
Amadei
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
TAVOLO TEMATICO
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Coesione, welfare, sanità
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
60
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
Claudio
Mingazzini
ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI
FAENZA, UTTMATF
Daniele
Saporetti
CISL
Elena
Strada
ARISSA - IST. SCOLASTICHE
STATALI PROV. RAVENNA
Ettore
Pezzi
COLDIRETTI
Fabio
Balzani
UIL
Francesco R.
Frieri
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Germano
Savorani
COMUNE DI FAENZA
Giovanni
Pausini
CONFCOOPERATIVE
Giovanni
Monti
LEGACOOP
Giovanni
Andrea
Farina
CCIAA
Giovanni
Andrea
Casadei
Monti
CCIAA
Giuseppe
Morgagni
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
Giuseppe
Fabbri
UNICREDIT BANCA
Marco
Chimenti
CONFINDUSTRIA
Matteo
Casadio
COMUNE DI RAVENNA
Maurizio
Nati
UNIONE COMUNI COLLINA
Mauro
Testa
CIA
Mauro
Basurto
CONFAPI
Milco
Cassani
CGIL
TAVOLO TEMATICO
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
61
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
Natalino
Giambi
COMUNE DI CERVIA
Paolo
Montanari
PROVINCIA DI RAVENNA
Paolo
Giunchi
S.TE.P.RA. SC A RL
Renzo
Fabbri
CGIL
Tiziano
Samorè
CONFARTIGIANATO
Tomaso
Tarozzi
CONFINDUSTRIA
Aida
Bellolsi
CNR - ISTEC
Alessandro
Zamagna
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
Alessandro
Heltai
CONFINDUSTRIA
Alfredo
liverani
UNIBO
Andrea
Farina
CONFINDUSTRIA
Andrea
Trolli
PROVINCIA DI RAVENNA
Andrea
Contin
UNIBO
Antonio
Penso
FONDAZIONE FLAMINIA
Barbara
Ciani
CNR - ISTEC
Benedetta
Ceccarelli
CONFAPI
Cesare
Bertini
CONFINDUSTRIA
Claudio
Mingazzini
ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI
FAENZA, UTTMATF
Daniela
Toschi
CNA
TAVOLO TEMATICO
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Sistemi industriali, green
economy, energie e nuove
filiere
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
62
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
Fabio
Balzani
UIL
Filippa
Lombardi
CISL
Giacomo
Melandri
CONFESERCENTI
Giancarlo
Pizzutilo
BANCA MPS
Gianni
Berton
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
Giovanna
Lobietti
PROVINCIA DI RAVENNA
Giovanni
Casadei
Monti
CCIAA
Giuseppe
Benini
COLDIRETTI
Giuseppe
Fabbri
UNICREDIT BANCA
Luciano
Tarozzi
CONFARTIGIANATO
Matteo
Casadio
COMUNE DI RAVENNA
Maurizio
Rossi
COMUNE DI CERVIA
Mauro
Testa
CIA
Mirco
Bagnari
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Monica
Visentin
COMUNE DI FAENZA
Natalino
Gigante
CCIAA
Paola
Bissi
COMUNE DI RAVENNA
Paolo
Zoli
ARISSA - IST. SCOLASTICHE
STATALI PROV. RAVENNA
Paolo
Valenti
PROVINCIA DI RAVENNA
TAVOLO TEMATICO
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
63
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o CICLO
COGNOME
ENTE
Pier Nicola
Ferri
CONFCOOPERATIVE
Riccardo
Rivalta
COMUNE DI SOLAROLO
Roberto
Amaducci
COMUNE DI CERVIA
Viscardo
Baldi
UNIONE COMUNI COLLINA
NOME
COGNOME
Alberto
Benetti
Alessandr
Folli
a
Alice
Dall'Ara
Andrea
Antonio
Antonio
Danilo
Davide
Enrico
Enzo
Fabrizio
Franco
Gabiele
Giacomo
Gilberto
Libero
Mario
Maurizio
Michele
Patrizia
Roberto
Roberto
Sergio
Silvano
Stefano
Andrea
Antonio
Carlo
Cesare
Cinzia
Filippo
Giancarlo
Pazzi
Sangiorgi
Venturi
Zoli
Ceccato
Gambi ??
Montanari
Rusticali
Spada
Ancelotti
Costantini
Minguzzi
Asioli
Giunta
Filipucci
Casadei
Alberici
Savini
Foschi
Modanesi
Parrini
Patrizi
Corsini
Cinosi
Sama
Brusi
Folli
Donati
Gattelli
2O CICLO
ENTE
COPAGRI
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
ENEA - LABORATORI DI RICERCA DI
FAENZA, UTTMATF
CONFCOOPERATIVE
COLDIRETTI
PROVINCIA DI RAVENNA
CCIAA
CONFINDUSTRIA
CONFAGRICOLTURA
UNICREDIT BANCA
CIA
UNIONE COMUNI COLLINA
BANCA MPS
CONFESERCENTI
CCIAA
PROVINCIA DI RAVENNA
CGIL
UNIONE COMUNI BASSA
COMUNE DI CERVIA
COMUNE DI RAVENNA
COMUNE DI FAENZA
CONFAGRICOLTURA
UIL
COMUNE DI CASTELBOLOGNESE
LEGACOOP
COMUNE RAVENNA
CISL
UIL
CONFCOMMERCIO
CGIL
CONFESERCENTI
CONFARTIGIANATO
TAVOLO TEMATICO
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
TAVOLO TEMATICO
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
64
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
2O CICLO
ENTE
TAVOLO TEMATICO
NOME
Gianluigi
Giovanni
Maria
Grazia
COGNOME
Casalegno
Morini
CONFINDUSTRIA
COMUNE CASTELBOLOGNESE
Turismo
Turismo
Marini
COMUNE RAVENNA
Turismo
Marina
Pascoli
Maurizio
Maurizio
Nevio
Nicola
Pier
Nicola
Raffaella
Sergio
Valeriano
Vanessa
Vincenzo
Alba
Alessandr
a
Antonio
Antonio
Cesare
Cinzia
Elena
Emanuela
Enzo
Laura
Massimo
Massimo
Nevio
Paolo
Paolo
Gasperoni
Filipucci
Salimbeni
Pelliccioni
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
CNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE CERVIA
CIA
Ferri
CONFCOOPERATIVE
Costa
Baldini
Solaroli
Ghinassi
Boldrini
Dal Forno
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
CGIL
LEGACOOP
PROVINCIA RAVENNA
UNICREDIT BANCA
CNA
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Coesione, Welfare, Sanità
Graziani
PROVINCIA RAVENNA
Coesione, Welfare, Sanità
Cinosi
Buzzi
Bertini
Ghirardelli
Zannoni
Giangrandi
Montanari
Rossi
Tassinari
Caroli
Chiarini
Valenti
Palmarini
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Patrizia
Masetti
Pericle
Pierino
Roberto
Silva
Silvano
Stefania
Tiziana
Valerio
Vilma
Alberto
Andrea
Andrea
Antonio
Stoppa
Liverani
Finetto
Bassani
Verlicchi
Mieti
Montuschi
Cellini
Lama
Mutti
De Murtas
Bardi
Cinosi
CISL
CONFCOOPERATIVE
CONFINDUSTRIA
PROVINCIA RAVENNA
LEGACOOP
PROVINCIA RAVENNA
UNICREDIT BANCA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
CNA
CONSORZIO FARE COMUNITÀ
PORTE APERTE
PROVINCIA RAVENNA
UIL
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
COMUNE RAVENNA
CIA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
CONFINDUSTRIA
PROVINCIA RAVENNA
CONFCOMMERCIO
PORTE APERTE
UNIONE COMUNI COLLINA
COMUNE RAVENNA
CONFARTIGIANATO
FONDAZIONE ITL
CISL
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Turismo
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Coesione, Welfare, Sanità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
65
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
2O CICLO
ENTE
CONFCOOPERATIVE
FONDAZIONE ITL
CGIL
ASSOCIAZIONE RAVENNATE
SPEDIZIONIERI INTERNAZIONALI
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Mingozzi
COMUNE RAVENNA
Porto e sistema della mobilità
Maioli
Borghi
Ceroni
Balfiore
Sciacca
Antonellini
Petrosino
Turchi
Martoni
Testa
Venturi
Bezzi
Manzelli
Finetto
Buonafede
Gatta
Modanesi
Piccinini
FER
UNIONE COMUNI COLLINA
AUTORITÀ PORTUALE
COMUNE CASTELBOLOGNESE
CONFINDUSTRIA
AUTORITÀ PORTUALE
CNA
CONFCOMMERCIO
CGIL
CIA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
CCIAA
COMUNE CERVIA
LEGACOOP
UIL
UIL TRASPORTI
Andrea
Mengozzi
PROVINCIA DI RAVENNA
Daniele
Saporetti
CISL
Ettore
Pezzi
COLDIRETTI
Germano
Savorani
COMUNE DI FAENZA
Giovanni
Pausini
CONFCOOPERATIVE
Giovanni
Monti
LEGACOOP
Giovanni
Casadei Monti CCIAA
Luca
Della
Godenza
COMUNE DI CASTELBOLOGNESE
Mauro
Testa
CIA
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Porto e sistema della mobilità
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
NOME
Cesare
Daniela
Danilo
COGNOME
Bagnari
Mignani
Morini
Fabrizio
Lorenzetti
Giannant
onio
Gino
Giovanni
Guido
Ignazio
Leonello
Luca
Mario
Mario
Massimo
Mauro
Mauro
Norberto
Oscar
Roberto
Roberto
Rudy
Sergio
Silvia
TAVOLO TEMATICO
Porto e sistema della mobilità
66
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
NOME
2O CICLO
ENTE
COGNOME
Mauro
Basurto
CONFAPI
Milco
Cassani
CGIL
Natalino
Giambi
COMUNE DI CERVIA
Paola
Bissi
COMUNE DI RAVENNA
Paolo
Giunchi
S.TE.P.RA. S.C. a.r.l.
Renzo
Fabbri
CGIL
Sergio
Sangiorgi
ENEA - LABORATORI DI RICERCA
FAENZA - UTTMATF
Alessandr
Zampagna
o
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
Alessandr
Heltai
o
CONFINDUSTRIA
Alida
Bellosi
CNR-ISTEC
Barbara
Ciani
CNE-ISTEC
Cesare
Bertini
CONFINDUSTRIA
Claudio
Mingazzini
ENEA - LABORATORI DI RICERCA
FAENZA - UTTMATF
Daniela
Toschi
CNA
Daniela
Mignani
FONDAZIONE ITL
Fabio
Balzani
UIL
Giacomo
Melandri
CONFESERCENTI
Giovanna Lobietti
Giovanni
PROVINCIA DI RAVENNA
Casadei Monti CCIAA
TAVOLO TEMATICO
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Sistemi industriali, Green
economy, energia e nuove
filiere produttive
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
67
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
NOME
2O CICLO
ENTE
COGNOME
TAVOLO TEMATICO
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Economia della conoscenza,
tecnopoli,
internazionalizzazione
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Massimo
Martoni
CENTURIA RIT - AGENZIA POLO
CERAMICO
Mauro
Testa
CIA
Mirco
Bagnari
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Paolo
Zoli
ARISSA - IST. SCOLASTICHE STATALI
PROV. RAVENNA
Riccardo
Rivalta
COMUNE DI SOLAROLO
Roberto
Amaducci
COMUNE DI CERVIA
Stefania
Mieti
PROVINCIA DI RAVENNA
Angelo
Formigatti
CIA
Angelo
Gentile
CONFCOOPERATIVE
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Angelo
Galli
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Antonello
Piazza
CONFARTIGIANATO
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Barbara
Nadini
CCIAA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Carlo
Sama
UIL
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Cinzia
Valbonesi
CONFINDUSTRIA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Damiano
Giacometti
COMUNE DI CASTELBOLOGNESE
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Ettore
Pezzi
COLDIRETTI
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Filippa
Lombardi
CISL
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Franco
Toschi
CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Giancarlo Melandri
CONFESERCENTI
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Gianfranc
Ciervo
o
UNIFIDI EMILIA ROMAGNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Giorgio
Farneti
CONFINDUSTRIA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Lugia
Lucci
CONFIDI ROMAGNA E FERRARA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Massimo
Martoni
CGIL
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
68
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
NOME
2O CICLO
ENTE
COGNOME
TAVOLO TEMATICO
Massimo
Mazzavillani
CNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Matteo
Casadio
COMUNE DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Maurizio
Rossi
COMUNE DI CERVIA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Mauro
Basurto
CONFAPI
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Monica
Visentin
COMUNE DI FAENZA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Paola
Bissi
COMUNE DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Patrizia
Masetti
AGCI - ASSOCIAZIONE GENERALE
COOPERATIVE ITALIANE
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Pietro
Roncuzzi
CREDITO COOP. RAVENNATE E
IMOLESE
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Riccardo
Cristofori
BANCA POPOLARE DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Roberta
Romboli
PROVINCIA DI RAVENNA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Roberto
Amaducci
COMUNE DI CERVIA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Sergio
Pistocchi
CONFAGRICOLTURA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Vincenzo
Boldrini
UNICREDIT BANCA
Politiche di sostegno
all'economia, semplificazione
Incontri di partenariato
Gli incontri si sono tenuti secondo il seguente calendario:
1° incontro: 30 giugno 2010 con un numero di 16 presenze
2° incontro: 29 settembre con un numero di 23 presenze
Durante il 1° incontro, avvenuto ad avvio del processo, sono state approfondite le finalità della
Conferenza, e si è discusso dell’articolazione del relativo processo di preparazione, con la
condivisione dei principali aspetti delle attività da sviluppare e delle ipotesi di tempistica rispetto
ai momenti partecipativi.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di raccogliere le aspettative e i desiderata degli enti
promotori circa il metodo, i contenuti e le tempistiche del processo di definizione della
Conferenza economica.
Durante il 2° incontro sono state discusse ed approfondite ulteriormente le priorità di intervento
emerse in occasione del 1° ciclo dei tavoli tematici, con una riflessione congiunta circa una
prima definizione delle linee di intervento, anche in vista della successiva condivisione con
l’insieme allargato di attori invitati a partecipare al 2° ciclo di tavoli tematici
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di consolidare il confronto relativo all’articolazione della
strategia e avviare la delineazione delle conseguenti linee progettuali.
Di seguito si riportano gli attori coinvolti:
69
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
1o INCONTRO
NOME
COGNOME
Alberto
Antonio
Claudio
Daniela
Emanuela
Germano
Gianni
Giovanni
Rebucci
Venturi
Casadio
Mengoli
Giangrandi
Savorani
Bessi
Casadei Monti
Libero
Asioli
Monica
Nadia
Paola
Paola
Paolo
Paolo
Stefania
Visentin
Simoni
Bissi
Alessandri
Valenti
Montanari
Mieti
ENTE
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
COMUNE DI FAENZA
PROVINCIA DI RAVENNA
CCIAA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA - ASS, ATRICOLTURA E
TURISMO
COMUNE DI FAENZA
PROVINCIA DI RAVENNA
COMUNE DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
2o INCONTRO
NOME
Alberto
Andrea
Antonio
Daniela
Danilo
Emanuela
Giannantonio
Gianni
Giovanni
Grazia
Guido
M. Grazia
Matteo
Norberto
Oscar
Paola
Paola
Paolo
Roberto
Silvia
Stefania
Tania
COGNOME
Rebucci
Mengozzi
Venturi
Mengoli
Zoli
Giangrandi
Mingozzi
Bessi
Casadei Monti
Fabbri
Ceroni
Marini
Casadio
Bezzi
Manzelli
Bissi
Morigi
Montanari
Finetto
Bassani
Mieti
Berardi
ENTE
PROVINCIA RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
COMUNE RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
AUTORITÀ PORTUALE RAVENNA
COMUNE RAVENNA
COMUNE DI RAVENNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
COMUNE RAVENNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
CCIAA
PROVINCIA RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
PROVINCIA RAVENNA
Tavoli di confronto con le Parti economico-sociali
I tavoli si sono tenuti secondo il seguente calendario:
70
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
Incontro con il Tavolo delle Imprese: 3 novembre 2010 con un numero di 20 presenze
Incontro con i Rappresentanti della Bassa Romagna: 3 novembre 2010 con un numero di 19
presenze
Incontro con i Sindacati: 28 novembre 2010 con un numero di 13 presenze
I tavoli hanno costituito un momento di confronto circa specifici aspetti delle linee strategiche in
fase di elaborazione in vista della Conferenza, al fine di valutarne l’opportunità e la fattibilità.
L’obiettivo dei tavoli è stato quello di attivare percorsi di approfondimento grazie al diretto
coinvolgimento di selezionati stakeholder del territorio.
Di seguito si riportano gli attori coinvolti:
TAVOLO BASSA ROMAGNA
NOME
COGNOME
Andrea
Claudio
Giancarlo
Giorgio
Giovanni
Linda
Luciano
Luciano
Maria Teresa
Maurizio
Mauro
Mirco
Nicola
Raffaella
Riccardo
Roberto
Roberto
Silvano
Stefano
Gorini
Facchini
Gieri
Piombini
Savorani
Errani
Tarozzi
Facchini
Ronchi
Filipucci
Venturi
Bagnari
Leo
Costa
Graziani
Massari
Finetto
Verlicchi
Foli
ENTE
UNIONE BASSA ROMAGNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
UIL BASSA ROMAGNA
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
AGCI
COMUNE DI MASSALOMBARDA
CONFARTIGIANATO LUGO
CONFCOMMERCIO ASCOM LUGO
CISL ZONA DI LUGO
UNIONE COMUNI BASSA ROMAGNA
COMUNE DI ALFONSINE
COMUNE DI FUSIGNANO
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
COMUNE DI BAGNACAVALLO
COMUNE DI ALFONSINE
CNA
CAMERA DI COMMERCIO
CONFINDUSTRIA
COMUNE DI COTIGNOLA
TAVOLO IMPRESE
NOME
Alberto
Andrea
Antonio
Antonio
Daniele
Enrico
Fabrizio
Germano
Giovanni
Giovanni
COGNOME
Benetti
Paia
Sangiorgi
Ravaglioli
Rondinelli
Gambi
Rusticali
Savorani
Monti
Tampieri
ENTE
COPAGRI
CONFCOOPERATIVE
COLDIRETTI
CONFCOMMERCIO
CONFARTIGIANATO
CONFAGRICOLTURA
CIA
COMUNE DI FAENZA
LEGACOOPERARATIVE
CONFINDUSTRIA
71
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
TAVOLO IMPRESE
NOME
Giuseppe
Giuseppe
Guido
Matteo
Maurizio
Natalino
Raffaele
Roberto
Roberto
Tiziano
COGNOME
Morgagni
Parrello
Ceroni
Casadio
Gasperoni
Gigante
Gordini
Ramina
Manzoni
Samorè
ENTE
AGCI RA-FE
AUTORITA' PORTUALE
AP. RAVENNA
COMUNE DI RAVENNA
CNA
CCIAA
CONFCOOPERATIVE
CONFESERCENTI
CONFESERCENTI
CONFARTIGIANATO
TAVOLO SINDACATI
COGNOME
Alberto
Antonio
Claudio
Guido
Laura
Matteo
Maura
Paola
Paola
Paolo
Paolo
Roberto
Rebucci
Cinosi
Casadio
Ceroni
Lizzani
Casadio
Masotti
Alessandri
Bissi
Montanari
Valenti
Neri
ENTE
PROVINCIA DI RAVENNA
CISL
PROVINCIA DI RAVENNA
AUT. PORTUALE DI RAVENNA
CAMERA DI COMMERCIO
COMUNE DI RAVENNA
CGIL
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
PROVINCIA DI RAVENNA
UIL
72
RAPPORTO DI SINTESI
Qualità, Apertura, Responsabilità. Conferenza Economica della provincia di Ravenna
B.2 ELENCO DEI PROGETTI STRATEGICI
Elenco delle schede progetto
Scheda 1
MISURE DI SEMPLIFICAZIONE VOLTE A RIDURRE I TEMPI AMMINISTRATIVI CHE
GRAVANO SULLE IMPRESE E RAFFORZARE L’OPERATIVITÀ DEI NUOVI SUAP
TELEMATICI
Scheda 2
INVESTIRE NELLA CONOSCENZA E NELLE RISORSE UMANE, NEL LAVORO E NELL'
OCCUPAZIONE PER UN TERRITORIO CON UNO SVILUPPO DI ALTA QUALITA'
COMPETITIVO E COESO
Scheda 3
SERVIZI A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE
IMPRESE
Scheda 4
AZIONI MIRATE DI MARKETING TERRITORIALE PER L’ATTRAZIONE DI
INVESTIMENTI NELLA PROVINCIA DI RAVENNA
Scheda 5
AVVIO, GOVERNANCE E SVILUPPO DEL TECNOPOLO DELLA PROVINCIA DI
RAVENNA NELL' AMBITO DELLA RETE DELL' ALTA TECNOLOGIA DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
Scheda 6
SVILUPPO DELLA GREEN ECONOMY
Scheda 7
SOSTEGNO ALLA NASCITA DELLA CITTADELLA DELLA NAUTICA
Scheda 8
MIGLIORAMENTO DEI COLLEGAMENTI FERROVIARI E STRADALI DEL PORTO DI
RAVENNA CON LE GRANDI DIRETTRICI NAZIONALI ED EUROPEE
Scheda 9
INTERVENTI DI POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE PORTUALI
RAVENNA – BANCHINE, FONDALI E NUOVO TERMINAL CONTAINER
Scheda 10
SVILUPPO ED EFFICIENTAMENTO DEL SISTEMA DEI TRASPORTI DELLE MERCI
NELLA PROVINCIA DI RAVENNA: STRUTTURAZIONE E PERCORSO ATTUATIVO
Scheda 11
ESTENSIONE DELLA BANDA LARGA E DEI SISTEMI TELEMATICI SULL'INTERO
TERRITORIO PROVINCIALE
Scheda 12
CIRCUITI LOCALI DI VALORIZZAZIONE AGROALIMENTARE
Scheda 13
STRUMENTI A SOSTEGNO DELLA GESTIONE DEL RISCHIO D’IMPRESA NELLE
AZIENDE AGRICOLE E ALIMENTARI
Scheda 14
PROGETTO DI OSPITALITÀ
Scheda 15
UN NUOVO WELFARE PER LA COESIONE SOCIALE, IL BENESSERE E LA
COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO
La numerazione delle schede risponde ad una mera esigenza di identificazione e, pertanto, non è
indicativa delle priorità. Per il dettaglio delle Schede, si rimanda all’apposito volume.
73
RAPPORTO DI SINTESI
DI