FISDE luglio/dicembre - 2013 - numero 03-04 - Anno IX numero 03-04 Periodico del Fondo Integrativo Sanitario per i Dipendenti del Gruppo Enel numero 03-04 Periodico del Fondo Integrativo Sanitario per i Dipendenti del Gruppo Enel 3 Editoriale Pubblicazione trimestrale luglio/dicembre 2013 numero 3-4 Anno IX di Vito Rossi L’editoriale 3 Comunicazioni 4 ai soci 4 8 9 10 12 L’Esperto Modifiche normative Iscrizione FISDE accordo quadro 9 maggio 2013 Familiari a carico anno 2012 Soci ordinari la consulenza psicologica raddoppia di Vincenzo Marazita 11 Deliberazioni del CdA del 27 novembre 2013 di Marco Volpe 12 Registrazione Tribunale di Roma n. 232/2005 dell’08-06-2005 DIRETTORE RESPONSABILE Vito Rossi COMITATO DI REDAZIONE Alessandro Canta Pierluigi Ferrari Nicola Fiore Pier Luigi Loi Giovanni Maccagno Fabrizio Mannaioli Roberto Paoletti Federico Tornaghi SEGRETARIA DI REDAZIONE Stefania Latini La chirurgia gentile di Antonio De Leo 26 Pietre miliari in urologia di Luca Wongher 32 Apprendere questo è il problema di Bruno Risoleo Una storia di coraggio ed entusiasmo di Diego Luparelli DIREZIONE e REDAZIONE 00198 Roma Via Nizza, 152 Tel. 06 648 971 32 Fax 06 648 971 48 [email protected] Stampa e impaginazione LITO sas 00139 Roma Via Monte Fumaiolo, 24/28 Progetto grafico di Francesca Mazzani e Stefano Trivellone Finito di stampare nel mese di dicembre 2013 Editoriale 3 di Vito Rossi Uno degli gli strumenti di “governance“ previsto dalla normativa FISDE presente nel Piano Sanitario Assistenziale Integrativo (P.S.A.I.) regola l’erogazione dei rimborsi in due fasi: una prima fase con pagamento in acconto del rimborso ed una seconda fase che prevede l’erogazione dell’eventuale saldo al termine dell’esercizio finanziario compatibilmente con le disponibilità generate dall’esercizio stesso. Tale criterio non si applica per i rimborsi per ricoveri e quelli in favore dei disabili che sono rimborsati in una unica soluzione. Altro strumento di “governance” previsto dalla stessa normativa FISDE è rappresentato dall’applicazione di tetti mas- EDITORIALE Le Fonti istitutive del FISDE con l’approvazione del nuovo Statuto (decorrenza 10 novembre 2011) hanno provveduto ad adeguarlo alle mutate esigenze sociali ed agli assetti societari delle aziende convenzionate rafforzando i criteri di “governance”. Il nuovo Statuto prevede, tra l’altro, che la gestione Enel e le gestioni separate devono osservare l’equilibrio tra le risorse annualmente a disposizione e i costi per prestazioni e per spese di gestione. Il più incisivo controllo della spesa rispetto alle risorse disponibili rappresenta il parametro su cui i bilanci delle famiglie, delle aziende e delle realtà pubbliche si stanno misurando ormai da più anni. Il FISDE non sfugge a questa regola che assume un significato ancor più rilevante se si considerano le entrate previste e le relative uscite per i rimborsi ai soci. simi di rimborso per tipologia di prestazioni (es. odontoiatria, fisiochinesiterapia, psicoterapia, disabili). L’approvazione del bilancio preventivo 2014 evidenzia la stabilizzazione del finanziamento delle società e dei soci straordinari. Contemporaneamente si registra un trend di crescita delle domande di rimborso presentate dai soci e conseguentemente della spesa sanitaria. Stabilizzazione delle entrate ed aumento della spesa porteranno ad uno squilibrio radicato. Condizione questa che richiede interventi strutturali che, nel contribuire al contenimento della spesa ed a consolidare il principio di solidarietà esistente fra soci ordinari e soci straordinari, si pongono l’obiettivo di incrementare la percentuale di copertura fra quote incassate dai soci straordinari e rimborsi erogati agli stessi. In quest’ottica un primo intervento strutturale deliberato per l’anno 2014 è la riduzione del tetto massimo di rimborso per prestazioni odontoiatriche in favore dei soci straordinari rispetto a quello fino ad oggi in vigore. A questo primo intervento, a seconda dell’andamento della spesa, è immaginabile l’adozione di altri provvedimenti anche a carattere generale: avuto anche riguardo alla crisi del Servizio Sanitario Nazionale ed al ruolo che verrà disegnato dalla legge per i Fondi Sanitari Aziendali. Tutto ciò sempre con l’obiettivo irrinunciabile e con la consapevolezza da parte di tutti di salvaguardare e rendere sempre più vicino il nostro Fondo alle esigenze dei soci. ▲ Vito Rossi è Presidente del Consiglio di Amministrazione di FISDE COMUNICAZIONI AI SOCI 4 Modifiche normative dal 1 gennaio 2014 IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL FISDE, NELLA RIUNIONE DEL 1 OTTOBRE 2013, HA APPROVATO CON DECORRENZA 1 GENNAIO 2014 MODIFICHE A: ■ Piano Sanitario Assistenziale Integrativo – P.S.A.I. ■ Nomenclatore Tariffario ■ Regolamento per le prestazioni alle persone disabili ■ Regolamento per le prestazioni alle persone in situazione di emergenza sociale di Vincenzo Marazita ▲ Vincenzo Marazita è Responsabile Area Gestione Processi Operativi di FISDE Risulta semplificata la documentazione da presentare per accedere ai rimborsi in forma indiretta di alcune prestazioni, così come di seguito riportato: • In caso di terapie per la sterilità/infertilità è sufficiente allegare al modulo di domanda la documentazione fiscale di spesa contenente l’indicazione della tipologia di prestazione e separata prescrizione/attestazione della prestazione, con timbro e firma del sanitario. • Per la psicoterapia è sufficiente allegare al modulo di domanda la documentazione fiscale di spesa contenente l’indicazione della tipologia e il numero di prestazioni. Dalla documentazione fiscale di spesa deve risultare il nominativo dello psicologo/psicoterapeuta e la sua qualifica professionale. P.S.A.I. I CRITERI DI REVISIONE UTILIZZATI AI FINI DELL’AGGIORNAMENTO SONO STATI QUELLI DI: ■ aggiungere voci relative a prestazioni nuove o innovative, entrate nella comune pratica medica; ■ inserire tetti massimi di rimborso per prestazioni la cui tariffa di riferimento è espressa con valore percentuale; ■ eliminare le voci relative a prestazioni obsolete; ■ eliminare le voci ridondanti accorpandole in altre voci omogenee sotto il profilo clinico ed economico; ■ riformulare alcune voci descrivendole in modo più chiaro; ■ precisare le premesse di branca; ■ dettagliare le prestazioni riportate in singoli codici. Le sezioni del Nomenclatore Tariffario interessate all’aggiornamento sono quelle di seguito riportate. ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI (GRUPPO P) Sono state inserite nuove prestazioni ammesse a rimborso per quanto riguarda: • risonanza magnetica nucleare • tomografia assiale computerizzata • oculistica • ostetricia-ginecologia • pneumologia • urologia • ortopedia • diagnostica vascolare • test allergometrici. Sono state aggiunte nuove prestazioni anche per le ecografie e sono state specificate meglio quelle già esistenti. INTERVENTI CHIRURGICI IN REGIME DI RICOVERO NOTTURNO RICOVERO DIURNO (DAY SURGERY) OPPURE IN REGIME AMBULATORIALE (GRUPPO O) Nella premessa di branca sono state riportate sinteticamente le modalità ed i criteri per il riconoscimento del rimborso. COMUNICAZIONI AI SOCI Nomenclatore Tariffario 5 6 COMUNICAZIONI AI SOCI Sono state inserite nuove prestazioni relativamente alle sezioni di • chirurgia dermatologica • chirurgia generale • fegato e vie biliari • chirurgia vascolare arteriosa • cornea • trattamenti laser • ortopedia. In particolare per la chirurgia oro-maxillo-facciale viene specificato che a questa branca afferiscono esclusivamente gli interventi eseguiti in strutture sanitarie ospedaliere o cliniche appartenenti o convenzionate con il SSN o private. Sono esclusi gli interventi eseguiti in ambiente ambulatoriale presso ambulatori e studi medici privati indipendentemente dalla qualifica dell’operatore, dalla tecnica o dalla strumentazione utilizzata, per le quali si rimanda a quanto previsto nella sezione Odontoiatria. Le prestazioni effettuate nonché le eventuali giornate di degenza nell’assistenza ospedaliera dovranno risultare inequivocabilmente dalla cartella clinica. MATERIALI E MEDICINALI (GRUPPO D) Il rimborso pari al 70% della spesa sostenuta non potrà superare l’importo massimo annuo di € 3.000,00. ODONTOIATRIA (GRUPPO R) • Aggiornata la “premessa di branca” con criteri di omogeneità circa la documentazione radiografica pre e post cura da presentare per alcune specifiche prestazioni. • Superato/eliminato l’obbligo di allegare documentazione radiografica pre e post cura per le cure di endodonzia. • Inserite nuove prestazioni ammesse a rimborso e riformulate altre voci. In particolare: rimborsabile un solo intervento annuo di parodontologia; eliminate le classi di Black nella conservativa; nell’ambito della chirurgia, previsto il rimborso per interventi orali più estesi e complessi e per la sedazione. • Ampliati i rimborsi per la radiologia. 7 Previsti tetti massimi annui di rimborso per ciascuna percentuale di rimborso. SALE DEDICATE (GRUPPO G) Previsto specifico rimborso per sale dedicate nel caso di interventi chirurgici ambulatoriali. TERAPIE (GRUPPO N) Previsto il rimborso per radioterapia con tomoterapia. TRATTAMENTI RIABILITATIVI (GRUPPO Q ex Fisiochinesiterapia) COMUNICAZIONI AI SOCI PRESIDI E PROTESI (GRUPPO E) Inserita altra prestazione. VACCINI Il rimborso pari al 70% della spesa sostenuta non potrà superare l’importo massimo annuo di € 250,00. IL TESTO INTEGRALE AGGIORNATO DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO SARÀ CONSULTABILE SUL SITO FISDE O PRESSO GLI UFFICI DEL SERVICE ARCA. REGOLAMENTO PER LE PRESTAZIONI ALLE PERSONE DISABILI • L’importo massimo del rimborso per prestazioni sanitarie pari al 50% della spesa sostenuta non potrà in ogni caso superare 1,5 volte il valore delle tariffe di riferimento elencate nel Nomenclatore Tariffario (considerati i tetti di spesa indicati) previsto dal Regolamento delle prestazioni sanitarie. • Il rimborso di ticket per analisi cliniche strettamente connesse con la situazione di disabilità dell’assistito non prevede l’applicazione di franchigia. • Per le prestazioni di natura psicologica è possibile, in alternativa alla richiesta del medico curante, produrre la prescrizione/attestazione dello psicologo/psicoterapeuta, con precisazione che la prestazione prescritta/erogata è strettamente connessa con lo stato di disabilità. Regolamenti COMUNICAZIONI AI SOCI 8 REGOLAMENTO PER LE PRESTAZIONI ALLE PERSONE IN SITUAZIONE DI EMERGENZA SOCIALE Il contributo al costo dei programmi di riabilitazione deliberati dal Consiglio di Amministrazione, per un periodo di due anni e nella misura massima dell’80% della spesa, non potrà essere superiore ad un rimborso annuo di € 5.000,00, con un tetto di € 2.500,00 per singola terapia. ISCRIZIONE FISDE dipendenti del gruppo ENEL cessati dal servizio ex l.92/2012 ACCORDO QUADRO 9 MAGGIO 2013 I dipendenti del Gruppo ENEL che cessano dal servizio nell’ambito dell’accordo quadro del 9 maggio 2013 – accordo che regolamenta l’art. 4, commi 1-7 ter della legge n.92/2012 – in virtù del punto 7.7 dell’accordo stesso, ratificato dal Consiglio di Amministrazione del Fondo, hanno la possibilità di iscriversi al FISDE senza oneri a loro carico. A tal fine, gli interessati dovranno presentare specifica domanda di iscrizione agli sportelli del service ARCA, utilizzando l’apposito modello, allegato in calce al comunicato pubbblicato sul sito FISDE il 2 ottobre 2013. Per il periodo di trattamento di cui all’art. 4 commi 1-7 ter della legge 92/2012, gli interessati non dovranno versare le quo- te associative. Alla scadenza di tale periodo, per il mantenimento della qualifica di socio straordinario, gli interessati dovranno provvedere al pagamento della quota associativa annuale di rinnovo, nel rispetto di disciplina, modalità e termini previsti dallo Statuto del FISDE e dalle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione. DAL 1 OTTOBRE È ENTRATO IN VIGORE IL BLOCCO AMMINISTRATIVO, CON LA CONSEGUENTE SOSPENSIONE DEL PAGAMENTO DI TUTTI I RIMBORSI IN CORSO, PER COLORO CHE NON HANNO PROVVEDUTO A COMPROVARE ENTRO IL 30 SETTEMBRE 2013 IL DIRITTO AI RIMBORSI/SERVIZI PERCEPITI PER I FAMILIARI DICHIARATI FISCALMENTE A CARICO PER L’ANNO 2012. I rimborsi/servizi saranno riattivati, fermo restando la regolarizzazione degli anni precedenti, con effetto retroattivo: • dal momento della presentazione della documentazione fiscale entro il 30 settembre 2014 ovvero • dal momento della integrale restituzione degli importi indebitamente percepiti, purché ciò avvenga entro il 30 settembre 2014. Qualora la posizione venga sanata successivamente, i rimborsi/servizi verranno riattivati solo dalla data della regola- rizzazione della posizione, con perdita del diritto al rimborso per spese sostenute in data antecedente. La certificazione reddituale può essere presentata: ■ attraverso lo Sportello on line del sito FISDE accedendo all’area riservata ai soci; ■ presso il Service Arca direttamente agli sportelli, a mezzo posta, tramite fax. 9 COMUNICAZIONI AI SOCI FAMILIARI A CARICO anno 2012 COMUNICAZIONI AI SOCI 10 SOCI ORDINARI la consulenza psicologica raddoppia Nell’ambito del servizio di consulenza psicologica riservato ai soci ordinari, già attivo con la Società Psicoanalitica Italiana (comunicato pubblicato su Noifisde n.2 del 2013, pag.6), è ora operativa anche la convenzione stipulata dal FISDE con Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) Il Protocollo d’intesa prevede: • primo incontro gratuito; • sconto di almeno il 20% sulle tariffe del professionista. Le prestazioni saranno erogate da psicologi e psicoterapeuti - iscritti all’Albo degli Psicologi e autorizzati all’esercizio dell’attività psicoterapeutica - che hanno aderito al Protocollo d’intesa. Il rapporto professionale e quello economico relativo alle prestazioni erogate avrà luogo esclusivamente tra il singolo socio ed il professionista. Per le prestazioni fruite, il socio avrà diritto al rimborso FISDE in forma indiretta alle condizioni ed entro i limiti previsti dalla normativa del Fondo, con tetto di rimborso annuo di € 520,00. Per semplificare l’istruttoria della pratica nella domanda dovrà essere specificato che il rimborso è riferito al “Protocollo FISDE-CNOP”. Si può accedere direttamente al servizio CNOP attraverso il sito FISDE, consultando lo specifico comunicato pubblicato on line il 23 ottobre 2013. DELIBERAZIONI 11 del 27 novembre 2013 IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL FISDE, NELLA RIUNIONE DEL 27 NOVEMBRE 2013, HA DELIBERATO IN TEMA DI: ■ Soci straordinari: quota associativa per l’anno 2014 ■ Soci straordinari: limite massimo di rimborso annuale per le spese odontoiatriche ■ superamento della prassi di rimborso della marca da bollo COMUNICAZIONI AI SOCI del Consiglio di Amministrazione di Marco Volpe Soci straordinari: quota associativa per l’anno 2014 Il Consiglio di Amministrazione ha confermato in € 312,00 l’importo della quota associativa dei soci straordinari per l’anno 2014 ed in € 375,00 la “quota associativa maggiorata”, sempre per l’anno 2014, relativa ai lavoratori rientranti nelle ipotesi delle lettere a) e b) dell’art. 5.2.1 del nuovo Statuto, che possono far valere un’anzianità inferiore a 20 anni ma pari ad almeno 15 anni. Come di consueto, ai soci in regola con l’iscrizione sarà recapitato il bollettino di conto corrente postale prestampato per l’effettuazione del versamento. Soci straordinari: limite massimo di rimborso annuale per le spese odontoiatriche Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito che – a decorrere dal 1° gennaio 2014 – il limite massimo di rimborso annuale per le spese odontoiatriche dei soci straordinari è pari ad € 2.500,00. Superamento della prassi di rimborso della marca da bollo Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito che, a far data dal 1 gennaio 2014, non verrà più rimborsato il costo delle marche da bollo apposte sulle fatture relative a prestazioni per le quali venga richiesto il rimborso. Rimane naturalmente fermo che non potranno essere accettate domande di rimborso con giustificativi di spesa superiori ad € 77,47 privi di marca da bollo. ▲ Marco Volpe è Segretario del Consiglio di Amministrazione di FISDE 12 La chirurgia di Antonio De Leo Nell'ultimo decennio le riforme sanitarie hanno dovuto affrontare fattori contrastanti: l'esigenza di contenimento dei costi e l'espansione della domanda di salute, l'austerità e l’evoluzione di prassi chirurgiche più complesse e costose. La chirurgia contemporanea attinge largamente alla ricerca scientifica, valorizza le speranze di integrità fisica, risponde di tecnologie sofisticate, si misura con la limitazione delle risorse economiche. È in questo contesto culturale e organizzativo e nel solco della chirurgia rispettosa di tessuti, organi e funzioni che nasce e si sviluppa la chirurgia mini-invasiva: la chirurgia laparoscopica, la chirurgia gentile. La chirurgia video-laparoscopica o laparoscopia può essere considerata la più consistente rivoluzione in campo chirurgico degli ultimi 20 anni. Può essere ben definita semplicemente come un accesso mini-invasivo alla cavità addominale mediato da un apparato tecnologico sofisticato, che permette il trattamento di sempre più numerose patologie dell'addome (e del torace - toracoscopia), superando la tradizionale laparotomia, l’incisione chirurgica della parete addominale. I pionieri della laparoscopia Il desiderio di poter guardare dentro il corpo umano per diagnosticare la causa di disturbi che affliggono l’uomo si perde nella notte dei tempi. Dal greco lapara=addome e scopeo=guardo, la laparoscopia permette, appunto, di guardare attraverso un oculare il contenuto addominale. Nel 1902, il medico Georg Kelling, di Dresda, esegue la prima procedura laparoscopica su di un cane e nel 1910, L’ESPERTO gentile 13 ▲ Dott. Antonio De Leo Dirigente medico-chirurgo Ospedale S. Pertini di Roma L’ESPERTO 14 il chirurgo svedese Hans Christian Jacobaeus riporta la prima laparoscopia su un essere umano. In seguito, numerosi chirurghi perfezionano e rendono popolare la tecnica che, però, rimane limitata all’impiego esclusivamente diagnostico - in particolare in ambito ginecologico - principalmente perché l’ottica dell'operatore (e solo lui può guardare) dispone di pochissima luce, quasi come a spiare all’interno della cavità addominale dal buco di una serratura. Il progresso della tecnica L’avvento di raffinate tecniche di imaging (ecografia, TAC, RMN), nella seconda metà del XX Secolo, rende quasi obsoleto l’uso della laparoscopia. Ma il progresso della tecnica dà nuovo stimolo alla laparoscopia prima in campo diagnostico poi anche in ambito terapeutico. Tra le innovazioni che hanno contribuito alla crescita della laparoscopia bisogna citare: • l’utilizzo della CO2 a pressione controllata per la creazione del pneumoperitoneo (insufflazione di gas all’interno della cavità addominale per creare un Le indicazioni alla VLC Dai primi timidi tentativi degli anni ottanta le indicazioni alla VLC negli ultimi anni ormai sono state ampliate fino quasi a comprendere ogni forma patologica degli organi addominali, guadagnando il consenso dei chirurghi e, soprattutto, dei pazienti. Oggi praticamente tutti gli interventi di chirurgia generale possono essere eseguiti per via laparoscopica, sebbene esistano limitazioni e controindicazioni dovute alla patologia ed alla situazione clinica del singolo paziente nonché all’esperienza della struttura che effettua l’intervento. Ecco i casi che possono essere trattati con questa nuova tecnica, anche se l’elenco che segue non è esaustivo. L’uso terapeutico Nel 1981, in Germania, viene eseguita Malattie della colecisti e della vie biliari • calcolosi della colecisti • colecistite acuta litiasica • colecistite alitiasica • calcolosi del coledoco La calcolosi della colecisti colpisce il 18% della popolazione totale ed interessa maggiormente le donne, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini e un'incidenza maggiore nella quinta decade di vita. La terapia di scelta per il trattamento della li- da Kurt Semm la prima appendicectomia laparoscopica ma il presidente della Società Chirurgica Tedesca reagisce facendo sospendere Semm dalla pratica medico-chirurgica. Nel 1983 è il turno del ginecologo francese Philippe Mouret che esegue, a Lione, un'appendicectomia laparoscopica subendo analoghe vessazioni da parte dell'Ordine dei Medici francese; ma, nel 1987, lo stesso Mouret esegue la prima colecistectomia laparoscopica dando inizio alla chirurgia laparoscopica moderna. La messa a punto della colecistectomia videolaparoscopica provoca un rinnovamento della chirurgia così rapido, diffuso e radicale dal punto di vista tecnico e metodologico, tale da poter essere considerato, secondo alcuni, una “se- tiasi della colecisti sintomatica è quella chirurgica e la colecistectomia rappresenta l’intervento ora più eseguito per via laparoscopica, con rimozione della colecisti affetta da calcoli mediante 3 o al massimo 4 incisioni di 0.5–1 cm praticate attraverso la parete addominale. Il paziente si ricovera il giorno stesso dell’intervento e la procedura è condotta in anestesia generale. La degenza post-operatoria è in media di due giorni e la ripresa dell’at- tività lavorativa può avvenire già nella prima settimana post–operatoria. L'introduzione della laparoscopia, con la riduzione dei rischi e degli esiti post-operatori, ha determinato un allargamento delle indicazioni alle litiasi paucisintomatiche e litiasi asintomatiche in soggetti giovani con colesterolosi. Ora, in centri selezionati, è trattata con tecnica miniinvasiva anche la calcolosi colecisto-coledocica, cioè la contemporanea presenza di 15 L’ESPERTO congruo spazio di osservazione e di lavoro); • l’introduzione delle fibre ottiche e della luce alogena fredda, che ha permesso di portare all’interno della cavità addominale luce sufficiente per agevolare l’esplorazione ed effettuare procedure chirurgiche; • lo sviluppo di sistemi ottici efficaci, fino all’introduzione di telecamere miniaturizzate da abbinare al sistema ottico per visualizzare l'immagine su schermo video, ingrandita (attualmente anche in alta definizione) e renderla disponibile a tutta l’equipe chirurgica che collabora con il chirurgo operatore. L’ESPERTO 16 conda rivoluzione francese”. Dalla fine degli anni '80, dunque, l'avvento della chirurgia laparoscopica ha profondamente influenzato il progresso della chirurgia. La laparoscopia diagnostica degli anni '80 si è inevitabilmente trasformata in laparoscopia operativa, anche sotto l’azione innovativa dell’industria produttrice dei dispositivi medici utilizzati, modificando attitudini ed esperienze personali consolidate. L'utilizzo di una piccola videocamera e il successivo sviluppo di strumenti specifici per uso endoscopico, i nuovi materiali e l'entusiasmo dei chirurghi hanno fatto il resto, al punto che adesso le indicazioni a un intervento chirurgico laparoscopico sono estese al trattamento di quasi tutte le patologie addominali. calcoli sia nella colecisti sia nella via biliare principale. Chirurgia della parete addominale • ernia (inguinale, epigastrica) • laparocele Alcuni tipi di ernie inguinali quelle recidive, bilaterali o associate ad altra patologia - si prestano ad essere trattate per via laparoscopica, che sembra offrire vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, sebbene debba essere eseguita in anestesia gene- rale. L’intervento consiste nell’applicazione di una rete protesica sul difetto erniario dall’interno dell’addome. Chirurgia funzionale del giunto esofago-gastrico • megaesofago/acalasia (miotomia sec. Heller) • ernia iatale e diaframmatica • reflusso gastro-esofageo La chirurgia laparoscopica ha modificato l’approccio alla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). L’avvento della laparoscopia infatti ha reso l’intervento antireflusso più accessibile: è una soluzione definitiva, a basso costo e meglio tollerata da parte del paziente rispetto alla terapia medica, lunga e non sempre efficace nel ridurre i sintomi. L’intervento consiste nella creazione di una valvola gastrica attorno alla porzione terminale dell’esofago, per impedire il reflusso di materiale acido dallo stomaco, e nella correzione di un’eventuale ernia iatale presente. Appendicectomia L’appendicite acuta rappresenta ancora oggi una patologia assai frequente, con incidenza maggiore nell’età giovanile e con particolare rilievo nelle giovani donne, poiché affezioni dell’apparato genitale possono mimare i sintomi dell’appendicite rendendo difficile una corretta diagnosi differenziale. La laparoscopia in questo caso consente l’accurata esplorazione della cavità pelvica e degli organi contenuti, garan- chirurgici (pinze, forbici, elettrocoagulatore, suturatrici meccaniche, porta-aghi, ecc.) vengono posizionati, appunto, all'interno della cavità addominale attraverso piccole incisioni cutanee della parete addominale (5-10 mm), ottenendo lo spazio di lavoro sufficiente per poter manovrare gli strumenti mediante l'insufflazione di anidride carbonica (CO2) a pressioni prestabilite. Si tratta indubbiamente di una grande innovazione: il chirurgo non opera più con le mani "all'interno del corpo" del paziente. L’operatore e tutta l’equipe seguono direttamente le manovre chirurgiche su un monitor, dove l'immagine operatoria, ben definita, è ingrandita rispetto alla realtà. Attraverso la via laparoscopica si ripetono, a grandi linee, tendo una diagnosi la più corretta possibile e permettendo di trattare efficacemente la patologia a carico dell’appendice o dell’apparato genitale femminile con un trauma di parete minimo. Chirurgia dell'apparato urinario È dal 1990 che la laparoscopia è entrata a far parte delle metodiche interventistiche urologiche. Oggi molti interventi urologici possono esser eseguiti per via laparoscopica trans o retro peritoneale o pelvioscopica. Si eseguono per via laparoscopica interventi per: • tumori benigni e maligni (rene, vescica, vescichette seminali, prostata) • stenosi del giunto pieloureterale • stenosi ureterale • cisti renali • calcolosi (renale, ureterale) • incontinenza urinaria • diverticoli della vescica. 17 L’ESPERTO La VLC oggi Ai giorni nostri, l'impiego della laparoscopia costituisce per molte patologie il trattamento gold standard, ovvero la scelta ideale. La chirurgia video laparoscopica, VLC, consentendo l’esecuzione di interventi chirurgici senza ricorrere alle estese incisioni della chirurgia tradizionale, si pone come approccio chirurgico alternativo, proponendo una chirurgia gentile, meno invasiva e meno traumatica per il paziente. Sotto la guida di una telecamera, il chirurgo opera attraverso piccole incisioni della parete. In tal modo si riduce il trauma chirurgico, con maggiore rispetto dell’integrità anatomo-funzionale dei tessuti e dell’intero organismo. L'ottica collegata alla telecamera e gli strumenti L’ESPERTO 18 i tempi operatori della chirurgia tradizionale, ma le manovre chirurgiche sono effettuate mediante strumenti di pochi millimetri di diametro. I vantaggi I vantaggi offerti dall'approccio mini-invasivo sono numerosi: • ridotto sanguinamento intraoperatorio grazie ad accurata emostasi (le immagini sul monitor sono ingrandite e maggiormente dettagliate); • precoce mobilizzazione del paziente; • rapida ripresa della canalizzazione intestinale e dell'alimentazione orale; • ridotto dolore postoperatorio; • minor compromissione del sistema immunitario; • migliore impatto psicologico; • precoce ripresa delle normali attività; Surrenalectomia Oggi, la surrenalectomia laparoscopica è considerata il “gold standard” nel trattamento di tutta la patologia surrenalica - tumori benigni (adenoma), tumori maligni (feocromocitoma, carcinoma) e neoplasie secondarie - con degenza post-operatoria che raramente supera i 2 giorni. Nefrectomia La rimozione in laparoscopia del rene affetto da patologia neoplastica, o di una sua par- • degenza più breve; • minore incidenza di infezione della ferita; • indubbi vantaggi estetici. I tempi di recupero sono inferiori, il dolore è ridotto e la degenza in ospedale abbreviata. La morbilità e la mortalità postoperatorie sono sovrapponibili ma in alcuni casi anche inferiori alla chirurgia tradizionale. Una critica frequentemente mossa alla chirurgia videolaparoscopica è che i tempi operatori per interventi complessi possono essere più lunghi ed i costi più elevati, in certi casi viene quindi considerata antieconomica. Tale valutazione può essere reale solo se rapportata all'intervento in senso stretto ma, se si considerano in toto le varianti legate agli interventi, la videolaparoscopia è da con- te (nefrectomia parziale) avviene tramite tre piccole incisioni di 1 cm ed un piccolo taglio praticato nella regione pubica, evitando, dunque, il doloroso taglio nella regione del fianco altrimenti necessario per la rimozione del rene. La nefrectomia laparoscopica è anche eseguita in caso di trapianto renale, sul donatore vivente, che evita così il taglio tipico della chirurgia tradizionale. Prostatectomia Consiste nell’asportazione della prostata nella sua interezza per patologia neoplastica maligna. La magnificazione della visione laparoscopica consente una chirurgia di precisione, permettendo il confezionamento delle anastomosi e il rispetto delle strutture nervose periprostatiche responsabili della funzione sessuale. Ciò è tanto più vero per una delle ultime evoluzioni della tecnica laparoscopica, cioè la chirurgia robotica. 19 Nella chirurgia dell'apparato riproduttivo femminile Si è già fatto cenno che la laparoscopia nasce negli anni ‘50 soprattutto come tecnica diagnostica per l’apparato genitale femminile. Lo sviluppo delle tecniche laparoscopiche, peraltro, è avvenuto soprattutto grazie al lavoro di valenti ginecologi. Non deve quindi meravigliare che tutta la patologia genitale femminile viene oggi correntemente trattata per via laparoscopica. Possono essere eseguiti con successo interventi sia in L’ESPERTO siderarsi assolutamente economica poiché i vantaggi del decorso postoperatorio e le minori complicanze della tecnica videolaparoscopica determinano un risparmio enorme in termini di costo sociale. urgenza sia in elezione, sia di patologia funzionale che neoplastica, come: • gravidanza ectopica, • cisti ovarica, • legatura delle tube, • endometriosi, LAPAROSCOPIA nella chirurgia oncologica Lo sviluppo delle tecniche laparoscopiche ha inciso anche in ambito oncologico tanto che, superati i dubbi iniziali, sono molti gli interventi per il trattamento delle patologie neoplastiche ormai eseguiti per via laparoscopica, con risultati assolutamente sovrapponibili a quelli della chirurgia tradizionale, dal punto di vista oncologico, ma con un maggior rispetto dell’integrità “dell’uomo” ed i ben noti vantaggi delle tecniche miniinvasive. Questo è particolarmente vero nella patologia neoplastica degli organi solidi, che preveda l’asportazione dell’organo in toto, senza la necessità di ricostituire la continuità intestinale. L’approccio laparoscopico è utilizzato nel trattamento di: • tumori del 1/3 inferiore dell'esofago • tumori benigni di stomaco e duodeno (GIST) • tumori maligni dello stomaco • tumori dell’intestino tenue • Morbo di Crohn • tumori benigni e maligni dell’appendice e del colon/ retto ed anche nel trattamento della malattia diverticolare del colon. Le procedure laparoscopiche per il trattamento di patologie benigne e maligne del co- L’ESPERTO 20 • fibromioma uterino, • tumori benigni e maligni di ovaio e utero, • incontinenza urinaria, • diagnostica dell’infertilità. Chirurgia d’urgenza Nonostante il progresso delle tecniche di imaging, l’esplorazione chirurgica resta un cardine fondamentale nella corretta diagnosi e nel trattamento di molte urgenze addominali come: • traumi (rottura di fegato, milza, intestino) solo se paziente stabile; • perforazione dello stomaco o del duodeno per ulcera; • occlusione intestinale (sindrome aderenziale, volvolo, intussuscezione); • ingestione di corpi estranei; lon-retto sono classificate come procedure chirurgiche avanzate: le caratteristiche peculiari di questi interventi, il lungo training specifico necessario per l'esecuzione di procedure tecnicamente complesse, la necessità di apparecchiature (uso di 2 monitor, sonde ecografiche laparoscopiche per una corretta stadiazione) e strumentazioni sofisticate (bisturi a ultrasuoni, suturatrici endoscopiche) limitano, infatti, la diffusione dell'approccio mi- • patologia ginecologica (gravidanza tubarica). Anche in quest’ambito i vantaggi dell’approccio laparoscopico hanno esteso le indicazioni all’utilizzo delle tecniche mini-invasive, tanto da ipotizzare una sorta di “kart laparoscopici” da utilizzare direttamente presso il letto del paziente traumatizzato, spesso in rianimazione (bed side laparoscopy). La chirurgia robotica Di recente, l'introduzione del robot nella pratica chirurgica ha consentito di sviluppare ulteriormente i concetti introdotti con la chirurgia laparoscopica. Se in laparoscopia il chirurgo è "gentile", ni-invasivo a centri selezionati, con consolidata esperienza in chirurgia laparoscopica di base ed esperienza specifica in procedure laparoscopiche maggiori. Dai primi anni '90 numerosi studi hanno dimostrato la completa fattibilità e sicurezza di tutte le procedure resettive del colon-retto, oltre che per patologia maligna anche per quella benigna (diverticoli, polipi, prolasso rettale). La laparoscopia, anche in questo caso, si pone come approccio chirurgico alternativo alle tecniche tradizionali, proponendo quanto già codificato e standardizzato in chirurgia oncologica colonrettale tradizionale con una chirurgia meno invasiva e meno traumatica per il paziente. Mediante procedure ed accessi addominali differenti è possibile eseguire in laparoscopia i classici interventi di emicolectomia destra, emi- 21 colectomia sinistra, sigmoidectomia, resezione anteriore del retto, miles, resezioni segmentarie. Inoltre, si possono eseguire semplici procedure diagnostiche che, indipendentemente dalla fattibilità dell'intervento, sono molto utili per una corretta stadiazione in caso di patologia maligna. Grazie alla visione ingrandita, è possibile eseguire, infatti, prelievi bioptici, citologici ed ecografie intraoperatorie in modo molto specifico. Sempre più numerose sono anche le patologie del fegato, non solo neoplastiche, curate con interventi chirurgici eseguiti per via laparoscopica, con riduzione dello stress chirurgico, importante soprattutto in pazienti delicati come i cirrotici, e con miglior recupero post-operatorio. In questo caso parliamo di tumori benigni, tumori maligni primitivi di piccole-medie dimensioni, tumori secondari, cisti epatiche e angiomi. L’ESPERTO non opera più direttamente con le mani "all'interno del paziente", grazie al robot il chirurgo è addirittura lontano dal lettino operatorio. Nella chirurgia robotica il chirurgo opera su una consolle e muove attraverso dei veri e propri joystick gli strumenti (il robot!), collocati all’interno dell’addome o del torace del paziente. La tecnologia robotica consente di eseguire interventi laparoscopici con ancora maggiore precisione: la visione è tridimensionale e ingrandita circa 5 volte rispetto alla laparoscopia tradizionale, gli strumenti sono azionati, a distanza, dal chirurgo per tramite di un robot non completamente autonomo ma capace di eseguire manovre comandate; i suoi bracci meccanici, compiono movimen- Ancora in ambito oncologico, e non solo, la chirurgia laparoscopica trova indicazione nella cura di patologie del pancreas - pancreatite acuta (escarectomia - drenaggio di ascessi) e tumori benigni e maligni - e nella cura delle patologie della milza - tumori benigni e maligni, cisti spleniche, aneurismi dell'arteria splenica. L’ESPERTO 22 ti e rotazioni che non potrebbero essere altrimenti eseguiti, con 6 gradi di libertà, superando, quindi, le possibilità della mano umana, movimenti che, dunque, risultano demoltiplicati rispetto a quelli della mano ed effettuati con una precisione impensabile “a mani nude” anche per il più abile chirurgo. I vantaggi della chirurgia robotica sono: il minor sanguinamento, per una migliore accuratezza dell’emostasi, e la possibilità di eseguire interventi complessi per via laparoscopica (come epatectomie, resezioni pancreatiche, prostatectomie) con maggiore semplicità. Lo svantaggio è che la strumentazione è ancora molto costosa e piuttosto lungo il training necessario alla formazione degli operatori, tanto che le possibilità di utilizzo sono ancora limitate. Chirurgia senza cicatrici Scarless surgery L’evoluzione della tecnica ha portato ad una chirurgia sempre più mini-invasiva e rispettosa dell’integrità del corpo umano e la tendenza degli ultimi anni è di ridurre al minimo traumi e cicatrici, non solo per un risultato estetico migliore, ma anche e soprattutto per limitare l’accesso di corpi estranei in addome e, quindi, le possibili reazioni di difesa immunitaria conseguenti. Vanno in questa direzione, oltre alla chirurgia robotica, anche due nuove tecniche: la NOTES (Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery) e la SILS (Single Incision Laparoscopic Surgery). NOTES è la nuova tecnica chirurgica mini-invasiva eseguita solo attraverso gli orifizi naturali dell’organismo. Unisce le fondamentali caratteristiche della chirurgia mini-invasiva laparoscopica con quelle dell’endoscopia: endoscopi flessibili, opportunamente modificati, sono impiegati, oltre che con finalità diagnostiche, anche per eseguire veri e propri interventi di chirurgia generale ma senza alcuna cicatrice sull’addome. L’accesso alla cavità addominale avviene, in- fatti, attraverso orifizi naturali (ostio vaginale o dalla bocca, passando per lo stomaco). SILS chirurgia single incision o single port è l’innovativa e promettente tecnica chirurgica che permette di eseguire interventi laparoscopici utilizzando come accesso alla cavità addominale un’unica incisione di 2-3 cm eseguita a livello della cicatrice ombelicale invece di impiegare 3-4 punti di accesso in sedi diverse dell'addome. Tale metodica, oltre ad offrire indubbi vantaggi di carattere estetico - la cicatrice chirurgica, dopo qualche settimana, scompare completamente all'interno dell'ombelico - permette di ridurre ulteriormente il trauma chirurgico, con conseguenti benefici in termini di diminuzione del dolore e più rapida ripresa delle funzionalità intestinali. Tutto ciò è possibile grazie alla ricerca tecnologica che ha permesso l’evoluzione di alcuni dispositivi, in particolare telecamere e materiali, ma la difficoltà di realizzazione di strumenti adeguati e la necessità di un training specifico rendono anche la NOTES e la SILS di difficile applicazione e ne ostacolano l’auspicabile larga diffusione. L’ESPERTO 24 Appunti di chirurgia BARIATRICA e chirurgia METABOLICA Visti i numeri dell’obesità, merita un approfondimento il tema della laparoscopia nella chirurgia bariatrica, la branca chirurgica che interviene appunto nella cura dell’obesità grave. L’obesità patologica L'obesità rappresenta, infatti, una vera emergenza sanitaria, così diffusa da essere definita, con un neologismo, globesità. Negli USA si presenta con un'incidenza pari a circa il 25-30% della popolazione generale. Per obesità patologica s’intende una condizione caratterizzata da indice di massa corporea (IMC/BMI - altezza in cm/peso in Kg) maggiore di 40 oppure maggiore di 35 in presenza di altre patologie. In Europa l'incidenza dell'obesità varia da nazione a nazione con una media di circa il 12-15%. In Italia dati recenti indicano un trend in aumento, con incidenza di obesità severa nella popolazione adulta pari ai dati medi europei. I costi sociali delle co-morbilità secondarie all'obesità patologica hanno spinto il governo nazionale a istituire una task force, inserendo l'obesità patologica come terzo obiettivo del Piano Sanitario Nazionale. La terapia dietetica conservativa è fallimentare in circa il 95% dei pazienti obesi con IMC maggiore di 35. L’approccio chirurgico In tale ambito la chirurgia rappresenta ancora oggi l'unico approccio efficace a lungo termine per il controllo del peso corporeo e della sindrome metabolica secondaria all'obesità (ipertensione, diabete, sleep apnea, ecc.). 25 Le differenti procedure chirurgiche per l'obesità possono essere classificate in due grandi capitoli: gli interventi restrittivi e quelli malassorbitivi. Gli interventi in laparoscopia Tra le procedure restrittive, il bendaggio gastrico regolabile è l'intervento che ha fornito l'impulso maggiore per la diffusione in Europa della chirurgia dell'obesità. Tra le procedure malassorbitive, il bypass gastrico, l'intervento più frequente negli USA, è un importante e potente strumento per il calo ponderale. La riproducibilità per via laparoscopica di interventi complessi, come il bypass gastrico e la diversione biliopancreatica, è stata ampiamente dimostrata. Applicando rigidi criteri di selezione, il tasso di morbilità e mortalità è sovrapponibile a quello della chirurgia tradizionale, peraltro, i rischi legati all’intervento chirurgico sono comunque molto inferiori rispetto a quelli connessi al fatto di essere obesi. Chiunque sia in una condizione di grande obesità è, infatti, già esposto a rischi di complicazioni (cardio-respiratorie, ossee, metaboliche) in grado di influire negativamente sull'attesa di vita. Per fare un esempio concreto, la chirurgia bariatrica determina la remissione completa del diabete mellito tipo 2 e delle complicanze legate a questa condizione in oltre i tre quarti dei casi. L’ESPERTO Con le procedure restrittive si diminuisce la capacità dello stomaco di contenere alimenti, e quindi l'introito alimentare. Le procedure restrittive inducono, dunque, un precoce senso di sazietà grazie al quale il paziente dimagrisce. Con le procedure malassorbitive si riduce la capacità dell'organismo di assorbire gli alimenti ingeriti. Si tratta di procedure meno vincolate dalla dieta, più potenti in termini di calo ponderale e, pertanto, di maggiore efficacia nella grande obesità. L'avvento della laparoscopia, agli inizi degli anni '90, ha modificato lo scenario della chirurgia bariatrica favorendone la diffusione grazie ad una maggiore accettazione dell'intervento da parte dei pazienti. Tutte le procedure, sia restrittive che malassorbitive - bendaggio gastrico regolabile, by-pass gastrico, diversione bilio-pancreatica - possono essere eseguite per via laparoscopica: oggi l'approccio chirurgico di prima scelta nell'obesità patologica. L’ESPERTO 26 pietre miliari in UROLOGIA La scoperta di calcoli urinari nelle mummie egiziane, ha evidenziato come questa dei calcoli renali fosse una patologia presente fin dall’antichità e come, per millenni, nel corso della lunga storia dell’umanità, i calcoli renali si siano manifestati sempre con dolore a schiena, fianco e inguine. ▲ Dott. Luca Wongher Dir. Medico Urologo Servizio di Litotrissia Ospedale S. Pertini di Roma Storia dei calcoli: la litogenesi e la soprasaturazione urinaria La litogenesi è rappresentata da quei processi chimico-fisici che determinano, in una soluzione salina come l’urina a diversi stadi di saturazione, fenomeni di precipitazione dei sali con formazione di cristalli che causano l’inizio della formazione dei calcoli. Ippocrate (460-377 a.C) nel suo giuramento recitò: “Non inciderò per i calcoli, ma lascerò questo agli esperti di questa arte” il che indica chiaramente come, già all’epoca, ci fossero specialisti che rimuovevano calcoli, prevalentemente vescicali, nonostante l’altissima mortalità dell’intervento. Galeno (130-200 d.C.) andò oltre e ne studiò cause e formazione: “La sabbia si indurisce al caldo del rene e si trasforma in calcolo. Il caldo è la causa della formazione aiutato anche dalla disidratazione”. Queste le conoscenze in materia fino a circa al 1500 d.c., vale a dire fino a quando Iohan van Beverwijck (15941647), per primo, contraddicendo i principi fondamentali di Ippocrate, ipotizzò si trattasse di una litogenesi correlata alla circolazione sanguigna: “Il calcolo è un corpo solido, originato da una sostanza terrosa, dovuto all’inefficienza dei reni e della vescica, che si solidifica a forma di pietra e che 27 L’ESPERTO di Luca Wongher causa forti dolori ed ostruzione”. Nacque, dunque, il concetto di soprasaturazione urinaria, che ancora oggi è una delle cause principali della litogenesi. Dalle prime tecniche chirurgiche Di pari passo con le conoscenze, progredivano anche le tecniche chirurgiche. La prima dettagliata descrizione di un intervento chirurgico litotomico è fornita dagli scritti di Aulus Cornelius Celsus(14 a.C. - 37 d.c.). Si trattava di una vera e propria litotomia: incisione chirurgica perineale e vescicale con ricerca ed estrazione del calcolo, previa frantumazione se voluminoso. Nel XVI secolo furono inventati strumenti atti a rimuovere il calcolo dalla vescica per via trans-uretrale: dilatatori, uretrotomi, e sonde per individuare il calcolo. All’epoca lo “specialista” dedicato a tale pratica era il cerusico, colui che, prestando la sua opera anche come barbiere e norcino ambulante, era considerato figura di minore importanza rispetto al medico. Da notare che questo concetto si ritrova anche nel giuramento di Ippocrate che vietava a chi praticava l'arte medica di eseguire “il taglio della pietra” (la litotomia). Weiss, nel 1830, introdusse la tecnica della litotrissia a percussione: il calcolo era individuato tramite una sonda e si cercava di frantumarlo dall’esterno a colpi di martello! Un metodo, questo, al tempo certamente assai doloroso e pericoloso, ma che, di fatto, anticipò i concetti guida della moderna litotrissia balistica, ad oggi la tecnica di elezione per la frantumazione endoscopica dei calcoli. La sintomatologia Altissima è l’incidenza di questa malattia, e quindi l’interesse e l’importanza che riveste, come dimostrano anche i cenni storici appena richiamati. Si stima, infatti, che nel corso della vita 10 persone su 100 abbiano avuto almeno un episodio di colica da calcolosi urinaria. Si tratta di una patologia che in Italia interessa circa 5 milioni di persone, con una leggera prevalenza nel sesso femminile, e che può colpire anche i bambini. Classicamente, la presenza del calcolo si palesa con esordio improvviso: un dolore acutissimo a tipo colico (intermittente, a ondate successive) al fianco con irradiazione pelvica omolaterale. Caratteristico è pure il senso di angoscia ed irrequietezza che accompagna l’episodio acuto e l’impossibilità di trovare una posizione antalgica. Una sintomatologia importante, dunque, che il più delle volte spinge il paziente a rivolgersi al Pronto Soccorso: il 2% di 29 L’ESPERTO tutti gli accessi sono coliche renali ma il tasso di ospedalizzazione conseguente è molto basso, solo il 5% dei pazienti, infatti, richiede ricovero, il restante 95% torna a casa dopo adeguata terapia antidolorifica. L’espulsione spontanea del calcolo, benché dolorosa, avviene nella maggioranza dei casi e ovviamente dipende dalle dimensioni del calcolo stesso oltre che dalla sua localizzazione: è del 70% per i calcoli di diametro inferiore a mm 5, meno del 15% per quelli maggiori di mm 6; solo raramente un calcolo maggiore di mm 8 è espulso spontaneamente. La migrazione del calcolo in uretere oltre a determinare la colica, può ostruire il passaggio dell’urina e causare una dilatazione del rene (idronefrosi); tale evenienza va precocemente trattata rimuovendo il calcolo ostruente per salvaguardare la funzionalità del rene. La diagnosi L’esecuzione di una Rx diretta, reni e vie urinarie, e di un’ecografia renale bilaterale permette di porre una diagnosi di certezza in circa il 90% dei casi. Laddove sussistano ancora dubbi, il secondo livello diagnostico si basa sull’esecuzione di esami con mezzo di contrasto (Rx urografia perfusionale e/o uro TC). La composizione dei calcoli L’elenco che segue indica i calcoli in base alla loro composizione e alla relativa incidenza: • Ossalato di calcio (60%) • Fosfato di calcio (15%) • Ossalato e fosfato (15%) • Acido urico (10%) • Misti, acido urico e calcio (10%) 30 L’ESPERTO La composizione cistinica è, invece, determinata da un difetto genetico a caratteristica eredo-familiare e oltre a presentare un alto tasso di recidive è di consistenza molto dura e quindi di difficoltosa frantumazione. La terapia Quella urologica è forse la disciplina che, nel corso degli ultimi anni, si è più giovata dei progressi tecnologici. • Fosfato ammonio-magnesiaco (8%) • Cistina (2%). La maggior parte dei calcoli è, quindi, composta da sali di ossalato di calcio: si tratta, peraltro, purtroppo, anche della più difficile da prevenire. La calcolosi uratica, caratteristica la sua radio trasparenza, è suscettibile di specifica terapia medica. L’innovazione terapeutica principale è sicuramente la litotrissia extracorporea, che ad oggi permette di risolvere in modo non invasivo circa il 90% delle calcolosi urinarie non risoltesi spontaneamente. Ma da cosa scaturì l’idea di frantumare i calcoli? Durante la Seconda Guerra mondiale, si erano osservate nei sommergibilisti frequenti lesioni polmonari, seppure in assenza di segni di violenza esterna: tali lesioni erano provocate dall’energia delle onde d’urto che originate dalle esplosioni di bombe di profondità e trasmesse dall’acqua, agivano sui sommergibili ma anche sugli organi interni degli uomini che vi si trovavano a bordo. Dallo studio di tali osservazioni, molti anni dopo, con il supporto della Dornier, famosa industria aerospaziale tedesca, un gruppo di scienziati pervenne all’idea di frantumare i calcoli renali tramite onde d’urto generate al di fuori del corpo: nel 1980, a Monaco, per la prima volta fu trattato un paziente con calcolo renale mediante il prototipo del Litotritore Dornier, l’HM1. Il grande valore della litotrissia extracorporea con onde d’urto è di aver quasi azzerato i danni che erano provocati da ripetuti interventi sul rene, per la rimozione dei calcoli. E ad oggi, in tutte le Linee Guida, na- zionali ed internazionali, è proprio la ESWL (Extracorporeal Shock Wave Lithotripsy), o litotrissia extracorporea ad onde d’urto, la gold standard (ottimale) nella terapia per calcolosi urinaria ovunque localizzata, purché di dimensioni non superiori a cm 2. Nel corso degli anni, sono stati sviluppati diversi tipi di litotritori che differiscono principalmente per il meccanismo di produzione dell’onda d’urto: elettroidraulico, piezoelettrico, elettromagnetico. Ma quale che sia il generatore, il concetto è che l’onda d’urto prodotta viene focalizzata sul calcolo e lo polverizza in frammenti eliminabili. Qualora, le dimensioni del calcolo siano superiori a 2 cm, o per calcoli ureterali, l’indicazione è la nefrolitotrissia per cutanea, con accesso renale tramite piccolo buco nella schiena, o l’ureterolitotrissia, praticata mediante introduzione di uno strumento per via cistoscopica fino al calcolo. Allo stato attuale la chirurgia tradizionale, la più invasiva, è relegata a una minima percentuale di casi, e solo dopo il fallimento delle altre metodiche. Tutto ciò ha drasticamente migliorato sia la qualità sia le aspettative di vita dei pazienti affetti da calcolosi plurirecidiva. La prevenzione Di pari passo con i progressi tecnologici, sono andate ad aumentare anche le evidenze scientifiche alla base di una corretta terapia medica e la prevenzio- ne. Dal 1989 si è avuta la certezza che una dieta priva di calcio e l’assunzione di acqua oligominerale, quindi a ridotto contenuto di sali, è dannosa per la calcolosi ossalo-calcica, percentualmente la più diffusa. Pertanto, a tutti i pazienti è consigliata una dieta non controllata e acqua normo calcica. È ormai chiaro, infine, che, in chiave preventiva, l’unico presidio utile a ridurre sensibilmente il rischio di recidive è l’abbondante assunzione di liquidi, fino a 3-3,5 litri al giorno, ed il raggiungimento di una diuresi giornaliera superiore ai 2 litri. L’ESPERTO 32 APPRENDERE questo è il problema “Fa’ la punta alla matita e corri a scrivere la tua vita, scrivi bene senza fretta ogni giorno una paginetta.“ di Bruno Risoleo 33 L’ESPERTO Così scriveva Gianni Rodari del primo giorno di scuola. Una giornata di non poche apprensioni per i bambini e per i genitori che nutrono aspettative circa il futuro scolastico dei propri figli. E così, dopo pochi mesi di scuola, nell'ambito delle classi si profilano le diversità individuali e alcuni allievi non riescono a tenere il passo degli argomenti affrontati durante le lezioni. Le maestre s’interrogano sul perché di tali difficoltà e, non riuscendo sempre a comprenderne le cause, si trovano costrette a richiedere aiuto all’esterno della scuola ricorrendo a esperti del settore. Leggere scrivere e far di conto non è sempre cosa scontata e per alcuni alunni può essere un percorso tutto in salita. Ma quali sono le domande che più frequentemente ci vengono poste come specialisti del servizio sanitario pubblico? ▲ Dott. Bruno Risoleo Neuropsichiatria Segretario Regionale per la Calabria della Società Italiana di Neuropsichiatria infantile e dell’Adolescenza e Consulente FISDE L’ESPERTO 34 Da cosa dipendono le difficoltà di apprendimento? Le ragioni per le quali un alunno può incontrare delle difficoltà di apprendimento nel proprio percorso scolastico sono potenzialmente di varia natura. Esse possono ricondursi a: ritardo lieve nello sviluppo intellettivo, deficit sensoriali (vista, udito), disagio socio/ambientale, aspetti emotivo-relazionali o alla presenza di disturbi che interessano solo le abilità di apprendimento. In quest’ultimo caso si tratta dei disturbi specifici dell’apprendimento, DSA. DSA: niente a che fare con la pigrizia! I DSA sono disturbi di origine neurobiologica, non dipendono quindi dal grado di impegno e di interesse che il bambino nutre nei confronti dello studio. La loro caratteristica principale è, infatti, quella di manifestarsi in alunni con un’intelligenza normale. Un bambino che ha un disturbo specifico dell’apprendimento è un bambino intelligente almeno quanto i suoi compagni, solo che quando legge, scrive o fa i calcoli incontra delle difficoltà apparentemente inspiegabili rispetto alle ca- pacità che dimostra di avere in altre aree della vita quotidiana. Quali segnali tipici generano sospetto di DSA in genitori ed insegnanti? I segnali di DSA diventano maggiormente visibili all’inizio del processo di scolarizzazione, quando le richieste didattiche iniziano ad essere più complesse per il bambino e tende ad aumentare il 35 L’ESPERTO Quali sono e cosa sono i DSA? Nella classe dei DSA rientrano i seguenti disturbi: la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia. Sono rappresentati da una compromissione della capacità di leggere in modo accurato e fluente (dislessia), di scrivere in modo corretto (disortografia) e comprensibile (disgrafia) e di fare calcoli speditamente e applicando le procedure appropriate (discalculia). divario fra le sue prestazioni e quelle del resto della classe. Tuttavia, alcuni segnali possono essere ravvisabili sin dalla scuola dell’infanzia, tra questi: disturbi del linguaggio, difficoltà motorio-prassiche, scarse abilità metafonologiche (individuazione del suono iniziale o finale di una parola, riconoscimento di rime, manipolazione di sillabe all’interno di una parola, ecc.), confusione di destra e sinistra, difficoltà nell’organizzare le immagini di una storia in una sequenza logico-temporale, lentezza nell’esecuzione di compiti semplici, difficoltà nell’associazione numerica di piccole quantità. È importante notare se queste difficoltà permangono con l’ingresso nella scuola primaria, laddove il bambino può lanciare altri segnali quali: difficoltà nel memorizzare i giorni della settimana, i mesi in ordine, la successione delle stagioni, date tipiche compresa quella del L’ESPERTO 36 proprio compleanno e difficoltà nell’organizzazione del tempo. Comuni sono impacci nelle abilità motorie fini, come allacciarsi le scarpe o abbottonarsi. Come leggono e scrivono gli alunni con DSA? Accanto a caratteristiche di ordine generale, se ne evidenziano altre nel processo di letto-scrittura. Si può notare, infatti, che gli alunni con DSA: leggono in modo non fluente; nei compiti scritti vanno incontro ad un forte dispendio di tempo; quando copiano dalla lavagna saltano parole e righe, commettono errori e non organizzano adeguatamente lo spazio del foglio; a volte scrivono con caratteri troppo grandi o troppo piccoli e, soprattutto nei primi anni della scuola primaria, preferiscono lo stampato maiuscolo; fanno fatica ad imparare le lettere in ordine alfabetico, ad usare il vocabolario, a memorizzare termini difficili e/o specifici delle varie discipline; presentano difficoltà nella comprensione del testo scritto; spesso hanno difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere, soprattutto nella produzione scritta. Inoltre, tendono a commettere errori tipici quali: inversione, sostituzione, aggiunta o omissione di singole lettere, sillabe o anche di parole; unione di due parole diverse e divisione impropria delle parti di una parola nella scrittura; utilizzo scorretto delle doppie, degli accenti e dell’“h”. Riguardo all’area logico-matematica, si è visto che spesso i bambini con DSA presentano difficoltà a: imparare le tabelline a memoria ed anche quando lo fanno le dimenticano subito, eseguire calcoli automatici, compiere numerazioni regressive, applicare le procedure cor- rette nelle operazioni aritmetiche. In compenso spesso sono bambini molto curiosi, vivaci e creativi. Come può sentirsi un alunno con DSA? Vista l’influenza degli aspetti emotivomotivazionali sul processo di apprendimento, ampiamente confermata dalla letteratura scientifica, possiamo immaginare la negatività degli effetti psicolo- Quando si chiede la valutazione diagnostica? Se un bambino presenta difficoltà come quelle sopra citate, i genitori o gli insegnanti farebbero bene ad avere fondati sospetti che il processo di apprendimento sia non completamente nella norma. È molto importante che a questo punto la famiglia si rivolga ai servizi sanitari di riferimento, con la richiesta di una valutazione specialistica per verificare l’entità delle difficoltà osservate e comprenderne la natura. L’iter diagnostico verrà applicato da un’equipe di specialisti (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, ecc.) e richiederà varie ore di impegno per la somministrazione di diverse prove al bambino. Tali prove riguarderanno l’area cognitiva, del linguaggio, delle funzioni neuropsicologiche di base (attenzione, memoria, abilità visuo-grafo-motorie, prassie costruttive) e degli apprendimenti. Altrettanto importante sarà il colloquio psicologico e la raccolta della storia, scolastica e non, del bambino, con particolare attenzione alle osservazioni fatte dagli insegnanti rispetto al processo di apprendimento. Alla fine della seconda classe della scuola primaria, quando le abilità di lettoscrittura possono ritenersi acquisite, è già possibile effettuare un’eventuale dia- gnosi di dislessia, disortografia e disgrafia; mentre per quella di discalculia bisognerà attendere il termine della terza classe (scuola primaria). Come intervenire dopo la diagnosi? Tanto più precoce è la diagnosi, tanto più precoce è l’avvio di un intervento e tanto più positiva sarà l’evoluzione del disturbo. Intervenire vuol dire attivare alcune misure che possono aiutare il bambino a ridurre lo svantaggio derivante dal deficit di apprendimento. È importante che l’intervento si sviluppi in tre ambiti: 1. training abilitativo-riabilitativo; 2. scuola; 3. famiglia. In ambito clinico, è necessario intraprendere un trattamento abilitativo per- 37 L’ESPERTO gici derivanti da una costante sperimentazione dell’insuccesso. I bambini con DSA vanno spesso incontro a sentimenti di inadeguatezza, scarsa autostima, disinteresse ad apprendere e bassa popolarità fra i compagni. Tali aspetti non fanno altro che accentuare i loro problemi, procurando un impatto negativo nell’adattamento scolastico e nella vita quotidiana in generale. L’ESPERTO 38 sonalizzato necessario ad incrementare il grado di automatismo nella lettoscrittura e nella matematica ed a sostenere la motivazione dell’allievo. La scuola è tenuta a redigere un piano didattico personalizzato, che contenga tutti gli accorgimenti utili ad un eventuale riadattamento della didattica per il bambino, integrata con la classe; è bene adottare gli strumenti compensativi (calcolatrice, sintesi vocale, vocabolario, mappe concettuali ecc.) e le misure dispensative opportune a sostenere il processo di apprendimento dell’alunno. La famiglia, dal canto suo, è importante che impari a conoscere il tipo di disturbo e valorizzi le risorse del bambino andando oltre le competenze scolastiche e facendo attenzione alle dinamiche emotive e relazionali che, a seguito della diagnosi, possono essersi innescate. In tutto questo dire, c’è da augurarsi che nelle scuole italiane si adotti sempre più una didattica inclusiva che riconosca le tante diversità individuali non già come patologia ma come straordinaria risorsa di cui ciascuno di noi è portatore. Una storia di c Francesco Bressan del Dott. Diego Luparelli Psicologo Psicoterapeuta e Consulente territoriale FISDE 39 Abbiamo già scritto sull’importanza che l’attività sportiva può avere sulla salute psicofisica di ognuno di noi, soffermandoci a volte sull’effetto dello sport nelle persone diversamente abili. Perché scriverne ancora? Perché credo che non si debba mai distogliere l’attenzione da tutti quelli che nascono o vengono colpiti nel corso della loro vita da patologie spesso gravemente invalidanti. Ritengo sia un dovere di tutti difenderli dall’indifferenza e dai pregiudizi. Ma veniamo alla storia e al suo protagonista. Francesco è un ragazzo di 15 anni, studente in un liceo di Mestre, affetto da Distrofia Muscolare di Duchenne e costretto, quindi, su una carrozzina. Il suo sogno è sempre stato quello di praticare uno sport, anche a livello agonistico, e costruire così delle nuove amicizie mettendosi in gioco. Nel 2011 la UILDM in collaborazione con una polisportiva locale decidono di fondare una squadra di hockey su carrozzine. Lui è tra i primi 5 ad iscriversi e a partecipare ai primi allenamenti, senza conoscere le regole e l’attrezzatura di gioco ma con tanto entusiasmo. E in breve tempo quel piccolo gruppo diventa una squadra. Partecipano al campionato italiano di serie A2 subendo pesanti sconfitte ma non mollano. Con lo spirito sempre alto, ogni allenamento migliora la qualità del gioco e i ragazzi credono nella loro forza. Riescono a finire il campionato e, contro ogni previsione, evitano l’ultimo posto in classifica. Nella stagione 2012/2013 le cose cambiano: le maggiori capacità acquisite, una rosa più ampia di giocatori, un nuovo allenatore e soprattutto lo spirito del gruppo portano la squadra al primo posto del girone, ai play-off e così in A1. “Quest’anno parteciperemo al campionato della massima serie! Sono molto contento e orgoglioso di questi magnifici risultati ottenuti e sono convinto che siano il frutto del bellissimo gruppo che si è formato in questi anni e del legame che si è instaurato tra di noi. Sono molto entusiasta della nuova esperienza che affronterò e, nonostante le maggiori difficoltà della serie A1, il nostro obiettivo è dare il massimo: sempre e comunque! Questa è e rimarrà una bellissima avventura. E di sicuro di fronte alle difficoltà non avremo mai alcuna intenzione di tirarci indietro” (Francesco). Grazie Francesco per il tuo coraggio, il tuo entusiasmo e la tua forza! L’ESPERTO i coraggio ed entusiasmo Vi ricordiamo che per informazioni su normativa e procedure, per verificare lo stato delle pratiche e per ogni altra esigenza relativa alle prestazioni erogate da FISDE, potete rivolgervi al Per comunicare direttamente con Fisde potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected]