APPELLO DI ALGEBRA LINEARE AAAA 16 GENNAIO 2017 Cognome: Nome: Matricola: Tempo: 2h30 La valutazione tiene conto di ordine e chiarezza nello svolgimento. Tutte le risposte devono essere adeguatamente giustificate. 1 a) Scrivere la definizione di trasformazione lineare. b) Siano V uno spazio vettoriale di dimensione n e W uno spazio vettoriale di dimensione m. Data una trasformazione lineare f : V → W , determinare una matrice associata ad f . Soluzione: (a) Siano V e W spazi vettoriali sul campo K. Una funzione f : V → W è una trasformazione lineare se f (r~v + s~u) = rf (~v ) + sf (~u) per tutti i vettori ~v ,~u ∈ V e scalari r,s ∈ K. (b) Sia f : V → W una trasformazione lineare. Fissiamo una qualsiasi base v1 , . . . ,vn di V ed una base w1 , . . . ,wm di W . Allora, l’immagine f (vj ) di ogni vettore della base di V deve essere combinazione lineare dei vettori della base di W : f (vj ) = a1j w1 + · · · + amj wm , per ogni 1 ≤ j ≤ n. La matrice A di dimensione m × n associata alle due basi precedenti è determinata come segue. a1j a2j La colonna Aj di A è costituita dalle coordinate del vettore f (vj ) di W : . . . . amj 2 Scrivere la definizione di base di uno spazio vettoriale. Lo spazio vettoriale dei polinomi reali in una variabile ha una base finita? Soluzione: Una base di uno spazio vettoriale V è un insieme di vettori linearmente indipendenti che generano tutto lo spazio. Lo spazio vettoriale dei polinomi reali in una variabile x ha dimensione infinita. Una sua possibile base è costituita dai monomi 1, x, x2 , x3 , . . . , xn , . . . 3 a) Determinare l’equazione parametrica e l’equazione lineare della retta r dello spazio passante per i punti A = (2, − 1,3) e B = (3,5,4). b) Stabilire se la retta r interseca il piano di equazione lineare 2x − y + z = 0. −−→ Soluzione: (a) Consideriamo il punto C = B − A = (1,6,1). Allora il vettore OC appli−−→ cato nell’origine O degli assi Cartesiani ha uguale lunghezza, direzione e verso del vettore AB applicato nel punto A. L’equazione parametrica della retta s passante per O e C è: x = t y = 6t z = t La retta r parallela alla retta s, e passante per A e B, ha equazione x = t+2 y = 6t − 1 z = t+3 L’equazione lineare della retta r si ottiene ricavando t dalla prima equazione e sostituendo nelle altre due: t = x − 2 da cui y = 6(x − 2) − 1 e z = (x − 2) + 3. In conclusione la retta r è intersezione dei seguenti due piani: 6x − y = 13 x − z = −1 (b) Per stabilire se r interseca il piano 2x − y + z = 0, dobbiamo risolvere il sistema lineare 6x − y = 13 x−z = −1 2x − y + z = 0 oppure verificare se esiste la soluzione. È sufficiente calcolare il determinante della matrice A del sistema e verificare che è diverso da 0. 6 −1 0 A = 1 0 −1 2 −1 1 Sviluppiamo rispetto alla terza colonna per ottenere det(A) = −4 + 1 = −3. 4 Sia A la matrice reale 1 0 1 A = k 1 2 0 2 1 a) Calcolare il determinante di A e stabilire per quali valori di k ∈ R la matrice è invertibile. b) Trovare la matrice inversa di A per k = 1. Soluzione: (a) Sviluppiamo rispetto alla prima riga: det(A) = (1 − 4) + 2k = 2k − 3. La matrice A è invertibile se il suo determinante è diverso da zero, ovvero se k 6= 23 . (b) Posto k = 1,chiamiamo B la matrice ottenuta 1 0 1 B = 1 1 2 0 2 1 Abbiamo det(B) = −1. Calcoliamo i cofattori cof ij (B) = (−1)i+j det(Bij ), dove Bij è il minore di B ottenuto cancellando la riga i e la colonna j. Allora −3 −1 2 1 −2 cof(B) = 2 −1 −1 1 Siccome B −1 = 1 · (cof B)t det(B) si ha B −1 5 3 −2 1 = 1 −1 1 −2 2 −1 Riconoscere che la seguente matrice A è diagonalizzabile, e calcolare una matrice P diagonalizzante (tale cioé che valga P −1 AP = D, con D matrice diagonale). 1 2 3 A = 0 3 1 0 0 4 Soluzione: La matrice A è triangolare superiore. Dalla Proposizione 10.1.3 degli Appunti del Corso gli autovalori di A sono gli elementi della diagonale λ1 = 1, λ2 = 3 e λ3 = 4. Dal Corollario 10.2.3 degli Appunti del Corso segue che la matrice A è diagonalizzabile. La matrice P diagonalizzante si trova calcolando un autovettore per ciascun autovalore. Autovettore di λ1 = 1: Si vede subito che A[1,0,0]t = [1,0,0]t . Autovettore di λ2 = 3: Consideriamo la matrice A − 3I3 : −2 2 3 A = 0 0 1 0 0 1 Si vede facilmente che il vettore [1,1,0] verifica −2 2 3 1 0 A = 0 0 1 1 = 0 0 0 1 0 0 per cui è un autovettore di λ3 = 3. Autovettore di λ3 = 4: Consideriamo la matrice A − 4I3 : −3 2 3 A = 0 −1 1 0 0 0 da cui si ricava y = z e 3x = 2y + 3z. Ponendo y = z = 3 si ottiene x = 5. Infine la matrice diagonalizzante P = [P 1 ,P 2 ,P 3 ], dove P i (i = 1,2,3) sono le coordinate dell’autovettore di λi è: 1 1 5 P = 0 1 3 0 0 3