Centro Sovrazonale di
Comunicazione Aumentativa
Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa Milano e Verdello
e Comitato scientifico della Conferenza di Consenso
Una Conferenza di Consenso per la “traduzione” in simboli di libri illustrati per bambini:
perché?
I libri illustrati per bambini con il testo in simboli sono oggi sempre più diffusi.
Rappresentano un importante strumento per l’intervento precoce nei bambini con gravi disturbi di
comunicazione e linguaggio, fanno parte delle biblioteche di classe di molte scuole dell’infanzia e
hanno scaffali dedicati in un’ampia rete di biblioteche pubbliche in continua espansione, dove sono
richiesti e apprezzati da tutti i bambini, divenendo quindi un importante strumento di inclusione per le
persone con disabilità della comunicazione, e strumento di sviluppo per tutti i bambini.
Il passaggio da un uso limitato ai singoli bambini per i quali erano stati prodotti ad un uso più
generalizzato richiede però una maggiore attenzione a che la struttura dei simboli e le modalità di
traduzione in simboli seguano principi comuni e condivisi e garantiscano una adeguata stabilità.
Il presente documento va ad introdurre il tema e le motivazioni che hanno portato a decidere di
affrontarlo attraverso lo strumento della Conferenza di Consenso. Nella sua parte finale, evidenzia i
punti di vista di cui è necessario tenere conto per la discussione dei quesiti.
1.
Persone con gravi difficoltà
di comunicazione e di
linguaggio
GLI UTENTI E I LORO BISOGNI
Le persone con difficoltà di comunicazione e linguaggio sono molte più di quanto si pensi:
 l’1,2% della popolazione ha difficoltà a comunicare i propri bisogni (Bloomberg et al,
2000)
 il 5% di bambini di età prescolare presenta disturbi o ritardi del linguaggio (Law et al
2000) e 1 su 10 di essi presenta gravi disabilità della comunicazione (Matas et al.
1985)
In età evolutiva, la presenza di un disturbo di comunicazione può avere conseguenze particolarmente
rilevanti sullo sviluppo neuropsichico, perché comunicazione e linguaggio sono funzioni trasversali
indispensabili per crescere e imparare.
I disturbi di comunicazione e di linguaggio possono essere tali da
 interferire in modo significativo con lo sviluppo delle relazioni, del pensiero, degli
apprendimenti e delle interazioni sociali;
 determinare un impatto negativo sulla qualità di vita del soggetto e della sua famiglia;
 necessitare di interventi di comunicazione aumentativa per poter partecipare alle normali
attività della vita quotidiana.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
1
Interventi di
Comunicazione
Aumentativa e Alternativa
“La Comunicazione Aumentativa (CAA) rappresenta un’area della pratica clinica, che cerca di
compensare la disabilità temporanea o permanente di individui con bisogni comunicativi complessi
attraverso l’uso di componenti comunicativi speciali e standard. Utilizza tutte le competenze
comunicative dell’individuo, includendo le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, i
segni e la comunicazione con ausili” (ISAAC 2002).
Si tratta quindi un intervento e non una tecnica, e come tale può utilizzare tante “tecniche” diverse.
L’aggettivo “Aumentativa” sta ad indicare che
tende non a sostituire ma ad accrescere la
comunicazione naturale, utilizzando tutte le competenze dell’individuo ed includendo le vocalizzazioni
o il linguaggio verbale residuo, i gesti, i segni, la comunicazione con ausili e la tecnologia avanzata.
Un sistema di CAA è una specie di “decodificatore immediato continuo” tra il linguaggio del bambino
ed il nostro, e viceversa. Possono essere utilizzati sistemi di simboli o di immagini, in cui tutte le figure
usate hanno scritta sopra la parola o il verbo che rappresentano, per renderle comprensibili anche al
partner comunicativo. La persona con difficoltà di comunicazione può così riconoscere le immagini e
l’interlocutore leggere le parole. Possono anche essere usati strumenti digitali programmati per
“prestare” la voce quando necessario, o tecnologie informatiche e strumenti computerizzati
appositamente adattati.
Benchè le persone con disturbi di comunicazione possano presentare bisogni molto variabili e
richiedano sempre un’alta personalizzazione degli interventi, è utile differenziare le difficoltà che
possono presentare in due grandi gruppi:

persone che hanno
bisogno di strumenti per
potersi fare capire dagli
altri
La situazione in cui si trovano è simile a quella in cui si troverebbe una persona destrimane
con una frattura del braccio destro e completa afonia in una riunione con 20 persone che
parlano la sua lingua.
In questo gruppo di persone, che hanno anche rappresentato la prima generazione di utenti per i
quali è stato sviluppato l’intervento di CAA, l’obiettivo principale è stato (ed è tuttora)
consentire l’utilizzo di strumenti in uscita in modo contestuale e sincronico, per poter
esprimere i propri bisogni, pensieri ed emozioni. La necessità di essere efficaci nel “qui ed ora”
focalizza l’attenzione prioritariamente sulla rapidità e sulla possibilità di rendere incisivo e
rapido lo scambio comunicativo con l’interlocutore, considerando di minore importanza la
correttezza linguistica, in quanto fattore che potenzialmente rallenta l’interazione e inibisce la
naturale spontaneità comunicativa dell’individuo. Un secondo obiettivo è l’utilizzo di strumenti
di CAA per la scrittura, in simboli o alfabetica.
CAA come supporto “in
uscita”
persone che hanno
innanzitutto bisogno di
strumenti per poter
capire quanto gli altri
dicono
CAA come supporto
“in entrata”
persone che presentano difficoltà (quasi) esclusivamente espressive. Si tratta in genere di
bambini e ad adulti che presentano quadri clinici di disabilità motoria, con un livello cognitivo
adeguato e una buona comprensione linguistica. Il linguaggio interno è adeguato all’età, la
verbalizzazione non è possibile per l’interferenza del problema motorio.

persone che presentano gravi difficoltà innanzitutto recettive. Sono persone che per diversi
motivi (genetici, neurobiologici, lesionali ecc) non riescono a comprendere del tutto o in parte
il linguaggio e la comunicazione degli altri. A seconda del grado di disturbo comunicativo e
linguistico presente, alcune persone possono capire solo alcune parole o avere difficoltà con le
parole meno frequenti e conosciute, possono capire bene parole isolate ma fare fatica quando
la struttura della frase o del discorso diviene più complessa e contorta (come spesso succede in
italiano). La difficoltà recettiva si manifesta soprattutto quando le chiavi di contesto
diminuiscono, e la prosodia e la pragmatica non sottolineano in modo sufficientemente chiaro
gli snodi del discorso; quando aumenta il rumore di fondo, o le persone parlano troppo veloci,
o tutte insieme. Possono essere presenti anche difficoltà cognitive, motorie, visive, difficoltà di
interazione sociale, comportamenti problema.
Per immaginarci nei loro panni, possiamo pensare di trovarci ad una riunione di lavoro
importante dove tutti parlano solo tedesco, di cui comprendiamo solo le poche parole di base
necessarie per chiedere di acquistare il pane e il latte.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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In questo gruppo di persone, che oggi rappresentano la maggior parte degli utenti in età
evolutiva, l’obiettivo più importante è permettere loro di capire quello che le persone stanno
comunicando.
E’ noto come lo sviluppo tipico del linguaggio e della comunicazione avvenga attraverso il continuo
intreccio tra la predisposizione innata e un’adeguata esposizione ambientale.
lo sviluppo della
comunicazione e del
linguaggio tra
componente innata e
ambiente
ai bambini con
disturbi di
comunicazione
si parla poco e
male
Gli studi degli ultimi anni hanno evidenziato alcuni elementi dell’esposizione ambientale che assumono
un ruolo particolarmente rilevante
• Il ritmo, la prosodia, la ricchezza e varietà dell’esposizione al parlato aiutano
a trovare i confini delle parole nel continuum del parlato
• L’attenzione condivisa, la ricchezza e varietà di esposizione linguistica, il
contesto extralinguistico permettono di restringere il campo delle possibilità
al momento dell’incontro di nuove parole, in modo differenziato per nomi,
verbi, aggettivi e parole non legate ad oggetti concreti, e di disambiguare
volta per volta (per quanto possibile) i significati
Ai bambini con un disturbo di comunicazione
• Si parla meno che ai coetanei
• Si parla utilizzando un linguaggio semplificato nella struttura e nelle funzioni
• Raramente si legge o si raccontano storie
La sottoesposizione quantitativa e qualitativa al linguaggio e alla comunicazione è evidentemente
particolarmente critica per i bambini del secondo gruppo (con difficoltà recettive), che si trovano ad
avere contemporaneamente un problema neurobiologico, che interferisce con la componente innata del
linguaggio, e una grave sottoesposizione ambientale.
Inoltre, ci si è progressivamente resi conto che, mentre i bambini sono naturalmente e ampiamente
immersi in continue interazioni comunicative nella lingua che dovranno poi utilizzare per farsi capire,
quelli con difficoltà comunicative non solo finiscono per essere meno esposti dei coetanei alla lingua
madre, sia sul piano quantitativo che qualitativo, ma spesso viene loro chiesto di cominciare ad usare
strumenti di CAA “in uscita” senza avere avuto una significativa esposizione “in entrata” a questa
modalità comunicativa. A partire dalla metà degli anni 90 si è quindi cominciato a sottolineare
l’importanza dell’utilizzo in entrata degli strumenti di CAA, che hanno cominciato ad essere usati in
prima persona dai partner comunicativi nelle interazioni con gli utenti.
L’effettiva trasformazione della CAA in entrata in una lingua che permea tutti i contesti di vita
del bambino non è però compito semplice.
Richiede notevoli competenze e formazione nei partner comunicativi, e la possibilità di permeare con
strumenti di CAA tutti i luoghi del quotidiano. Spesso invece l’uso della CAA in entrata non è attuato
come una vera seconda lingua ma come rinforzo dei punti chiave dell’interazione comunicativa
attraverso il modeling di un numero limitato di simboli e l’aumento della prevedibilità e del controllo
del bambino sull’ambiente con modalità visive (supporto visivo alla comprensione).
Lo spostamento di focus dall’utilizzo di interventi di CAA soprattutto per difficoltà espressive al suo
utilizzo anche per difficoltà recettive ha progressivamente portato a riflettere maggiormente sulle
caratteristiche che deve avere tale esposizione, in particolare ampiezza e qualità, sia dal punto di vista
pragmatico che dal punto di vista lessicale e morfosintattico. La comunicazione è strumento trasversale
allo sviluppo e la sua inaccessibilità o la sua “deformazione” possono avere conseguenze a cascata su
altre aree e funzioni. Alcuni studi in letteratura scientifica hanno infatti descritto come alcuni utenti che
erano stati esposti ad un sistema di CAA povero di componenti morfosintattiche presentassero difficoltà
proprio in questo ambito.
Uno dei problemi più rilevanti che si pongono quindi oggi a chi lavora in CAA è come riuscire ad
aumentare adeguatamente ed in modo ecologico la qualità e quantità di esposizione dei bambini
con BCC al linguaggio e alla CAA in entrata.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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2.
IL DIBATTITO IN CAA INTORNO AGLI ELEMENTI RILEVANTI DEI SIMBOLI
Il vocabolario di immagini utilizzato per gli interventi di comunicazione aumentativa è stato da sempre
oggetto di dibattito nella comunità scientifica di riferimento.
Sono infatti presenti diversi insiemi/sistemi di simboli, anche molto differenti tra loro.
In un sistema di simboli, i singoli elementi sono sviluppati e organizzati in base ad un sistema di regole,
che può riguardare solo la struttura grafica di ciascun elemento o anche le modalità di relazione e
combinazione tra simboli.
Un insieme di simboli è invece una semplice collezione più o meno ampia di immagini.
Il dibattito ha prevalentemente riguardato quale insieme/sistema garantisse la maggiore o minore
intuibilità immediata del significato dei simboli anche in assenza del referente (“trasparenza”).
Gli studi effettuati hanno analizzato quanto un simbolo specifico fosse individuabile correttamente a
partire dalla parola corrispondente, in un piccolo pool di simboli messi a disposizione (in genere meno
di 20), in soggetti a sviluppo tipico che vedevano per la prima volta l’insieme di simboli proposto. I
simboli utilizzati erano in genere relativi a oggetti concreti.
L’idea sottostante era che quanto più un insieme di simboli era trasparente, quanto più sarebbe stato
facile da apprendere, poiché il significato dei simboli sarebbe stato universalmente intuibile. Se però
appariva possibile rendere trasparenti i simboli che rappresentavano oggetti concreti, più complesso
appariva il compito relativamente a verbi, aggettivi, emozioni o altre parole astratte. Nell’ottica di
trovare soluzioni che consentissero di rendere trasparenti e intuibili anche i verbi, più recentemente sono
comparsi in letteratura alcuni lavori che proponevano versioni animate dei verbi.
Assai minore è stata invece in letteratura la riflessione sull’importanza che si trattasse di sistemi stabili,
dotati di regole relative alla struttura grafica degli elementi e alle modalità di relazione e combinazione
tra i simboli, nonché agli aspetti grafici e visivi più generali.
Alcuni autori, gli stessi peraltro già citati per aver approfondito la rilevanza di un ampio utilizzo della
CAA in entrata per le persone con disturbi ricettivi, hanno fortemente criticato sia l’utilità del concetto
di trasparenza dei simboli sia la generalizzabilità di dati relativi a simboli isolati a un fenomeno
complesso come la comunicazione e il linguaggio, che per definizione richiedono la condivisione dei
significati e la loro rinegoziazione costante alla luce dei contesti d’uso e in relazione ad altri simboli.
La discussione relativa alla rilevanza della maggiore o minore “trasparenza” dei simboli è legata in
particolare ad una concezione dei simboli come “supporto visivo alla comunicazione e
all’apprendimento”. In quest’ottica, si è diffusa in alcuni contesti l’idea che si possano senza problemi
utilizzare in ambiti diversi simboli diversi per la stessa cosa, purchè la riconoscibilità del referente sia
buona. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato un diverso simbolo per “tavolo” a scuola, a casa, sul
tablet, purchè tutti siano facilmente identificabili immediatamente come rappresentativi dell’oggetto
“tavolo”.
Dall’analisi della letteratura, sembrano esservi tre principali modalità con cui vengono considerati i
simboli in CAA, che non sempre vengono rese esplicite.
La prima modalità è quella che considera i simboli un supporto visivo alla comunicazione, qualcosa
quindi che serve a chiarificare solo alcuni elementi rilevanti della comunicazione e del linguaggio,
attraverso l’intuibilità dei simboli. Tutti gli insiemi di simboli si collocano in questa prima modalità, che
è anche al momento la più diffusa.
La seconda modalità considera i simboli un linguaggio a sé stante, dotato di regole proprie indipendenti
dalla lingua dell’utente e del suo contesto, ed in grado di consentire l’interscambio tra utenti con
disabilità comunicativa di nazionalità e lingue diverse. I simboli Bliss si collocano in questa seconda
modalità.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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La terza modalità considera i simboli come una lingua ponte verso una lingua madre che l’utente ha
avuto difficoltà ad acquisire naturalmente, soprattutto dal punto di vista recettivo. E’ la modalità a cui è
approdato in questi anni il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa e da alcuni autori che si
sono particolarmente interessati degli utenti con gravi difficoltà recettive.
La modalità di considerare i simboli non è neutra, perché rende più o meno rilevanti caratteristiche
differenti dei simboli e del loro utilizzo, come possiamo sinteticamente vedere nella tabella che segue.
simboli come
supporto visivo
alla
comunicazione
simboli come
linguaggio a sé
stante
simboli come
lingua ponte
verso una lingua
madre di cui non è
decollata
l’acquisizione
3.
Letteratura per l’infanzia
Esposizione ai libri
Il ruolo dei libri in
simboli per il Centro
Sovrazonale di
Comunicazione
Aumentativa
Intuibilità
immediata
Stabilità della
rappresentazione
grafica
Possibilità di
ricostruire il
significato
grazie alla
presenza di
regole
Esposizione in
entrata
Presenza di
regole
grammaticali e
sintattiche
Coerenza
grammati
cale e
sintattica
con la
lingua
madre
Non
rilevante
Molto
rilevante
Poco rilevante
Poco
rilevante
Poco rilevante
Non rilevante
Poco
rilevante
Molto rilevante
Molto
rilevante
Rilevante
Molto rilevante
Contropro
ducente
Rilevante
Molto rilevante
Rilevante
Molto
rilevante
Molto rilevante
Molto
rilevante
LA RILEVANZA DELL’ASCOLTO DI LIBRI ILLUSTRATI PER LO SVILUPPO DELLA
COMPRENSIONE LINGUISTICA
Un’opportunità di esposizione ad una lingua ricca sia nel lessico che nella morfosintassi si può
rintracciare in modo naturale nei libri illustrati. La letteratura scientifica evidenzia come l'esposizione
precoce alla lettura ad alta voce favorisca lo sviluppo emotivo, promuova l’attenzione condivisa,
supporti e faciliti la comunicazione e lo sviluppo del linguaggio (prima di tutto ricettivo) con una
funzione preventiva per i disturbi del linguaggio, i disturbi di apprendimento, le difficoltà di attenzione.
I bambini con disabilità e bisogni complessi comunicativi (BCC) potrebbero quindi ricevere molti
vantaggi dalla precoce ed ampia esposizione alla lettura ad alta voce. Accade spesso però che siano
quelli a cui meno si legge, si inizia tardi, e per i quali non si trovano mai libri adatti. In molte realtà sono
quindi state strutturate modalità di adattare i libri illustrati ai bisogni dei bambini con BCC.
Il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa (CSCA) di Milano e Verdello ha iniziato 15 anni
fa a considerare l’adattamento in simboli di libri illustrati come un importante strumento per
l’esposizione naturale ad un linguaggio più ricco e strutturato e per l’avvio dell’intervento di CAA
attraverso una più ampia, precoce e motivante esposizione ai simboli. Il libro viene inteso come uno
strumento ecologico, semplice e naturale per relazionarsi e trascorrere momenti piacevoli per il
bambino con BCC. Grazie al supporto della narrazione e ai simboli, i libri espongono il bambino a un
ampio vocabolario ricettivo e a frasi ricche sul piano morfosintattico e pragmatico, prima di introdurre
strumenti di CAA in uscita che necessitano di maggiore training dei partner comunicativi.
La lettura ad alta voce di libri illustrati con testo in simboli presenta diversi vantaggi, particolarmente
rilevanti rispetto alle necessità dei bambini con disturbo recettivo:
 aumenta l’esposizione al ritmo e alla prosodia della lingua
 supporta l’attenzione condivisa attraverso l’aggancio motivazionale e il modeling
 aumenta l’esposizione all’ascolto di parole nuove o note, e alla struttura della frase e della
narrazione, arricchendo il contesto linguistico
 arricchisce il contesto extralinguistico attraverso la narrazione e le immagini
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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
Da libri “su misura” a
Inbook per tutti i bambini
appaia attraverso i simboli gli elementi linguistici con elementi visivi (“rappresenta” le parole
che si ascoltano) e diventa un importante elemento di contesto sia extralinguistico che
linguistico che si aggiunge ai numerosi altri presenti nella lettura ad alta voce di libri illustrati
 supporta l’acquisizione della pragmatica, delle componenti sociali delle interazioni e di una
teoria della mente.
I primi libri realizzati sono stati prodotti o adattati per renderli “su misura” per gli utenti che ne avevano
necessità: libri personalizzati o modificati, per rendere piacevole e interessante al bambino l'utilizzo dei
libri e facilitare l’aggancio motivazionale. La produzione “su misura” specifica per ogni bambino è
risultata però molto gravosa in termini di tempo per le famiglie e gli operatori. È indispensabile per il
primo aggancio del bambino e per confrontarsi con gli aspetti di scelta, progettazione e realizzazione
del libro. Alcuni libri possono essere adatti anche per bambini che hanno caratteristiche simili al
bambino per cui sono stati originariamente prodotti. Pertanto si sono progressivamente sviluppate
modalità di scambio dei libri prodotti, che hanno consentito di aumentare la piccola “biblioteca” a
disposizione di ciascun bambino, in contemporanea ad iniziative nelle biblioteche pubbliche che sempre
più spesso hanno strutturato aree dedicate ai libri in simboli.
La presenza dei libri in simboli nelle scuole dell’infanzia e nelle biblioteche pubbliche ha determinato
inoltre fenomeni inattesi. I libri in simboli hanno cominciato a interessare tutti i bambini, e mostrato di
avere potenzialità assai più ampie.
In primo luogo si sono dimostrati potenti strumenti per migliorare l’inclusione dei bambini con
disabilità della comunicazione. Per gli altri bambini è intuitivo capire come si leggono ad alta voce i libi
in simboli e lo fanno spontaneamente, coinvolgendo sia i bambini con disabilità che i bambini più
piccoli. Vengono così comprese naturalmente le modalità di comunicazione dei bambini con BCC e ciò
consente ai coetanei di sentirsi capaci e competenti nell’interazione, facilitando le relazioni.
In secondo luogo, si è evidenziato come la presenza dei libri in simboli e la lettura autonoma da parte
dei bambini più grandi aumentasse l’esposizione alla lettura ad alta voce per tutti i bambini ed in
particolare per quelli che per diversi motivi avevano un’esposizione insufficiente ai loro bisogni, come
ad esempio bambini con difficoltà nello sviluppo linguistico o poco esposti alla lingua italiana come i
bambini migranti.
un linguaggio
più ricco per
tutti i bambini
Ad oggi i libri in simboli sono tradotti fedelmente a partire da testi di letteratura per l'infanzia e sono
chiamati “Inbook”. Gli Inbook si inseriscono come strumento di supporto alla comprensione in tutte le
fasce di popolazione descritte, abbattendo le barriere linguistiche e promuovendo l'inclusione e
l’interculturalità attraverso un naturale supporto alla comprensione morfosintattica e lessicale.
L’esperienza di diffusione dei libri in simboli nelle scuole dell’infanzia ha mostrato il grande interesse
da parte di tutti i bambini e le prime ricerche attuate hanno evidenziato un significativo miglioramento
nel breve periodo delle competenze morfosintattiche dei bambini esposti, suggerendo che un
importante supporto allo sviluppo del linguaggio può venire, in modo ecologico, attraverso questa via.
La presenza del testo in simboli e il costante indicare i simboli stessi da parte dell’adulto mentre legge
ad alta voce al bambino permettono infatti di seguire molto meglio il testo, migliorando notevolmente
attenzione e comprensione linguistica anche in bambini che non hanno alcuna disabilità, ma che
altrimenti non sarebbero stati esposti precocemente alla lettura.
sviluppare il piacere
dell’ascolto e della
lettura
Si tratta di un aspetto importante, poiché sappiamo che più del 50 % dei lettori adulti è costituito da chi
ha iniziato ad essere esposto alla lettura nei primi anni di vita. Tuttavia, solo il 45,1 % della popolazione
con un'età superiore ai 6 anni ha letto un libro nel corso dell'ultimo anno.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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4.
LE RAGIONI DELLA CONFERENZA DI CONSENSO
La diffusione a macchia d’olio degli InBook ha portato con sé l’esigenza di maggiori riflessioni e
approfondimenti sulla qualità dei libri, sulle loro caratteristiche e sulle modalità più adeguate di
rappresentazione in simboli degli aspetti linguistici, nella direzione di modalità di traduzione
codificate, stabili e condivisibili tra tutti.
Le attuali prospettive di
traduzione
Tradurre implica una trasformazione del testo e una sua inevitabile interpretazione e modificazione, alla
ricerca di una fedeltà ai contenuti del testo per mantenerne l'integrità semantica. La traduzione in
simboli può presentare aspetti critici su più versanti, e in particolare dal punto di vista della percezione
visiva, delle componenti linguistiche, dei limiti connessi alle tecnologie utilizzate e della sostenibilità
per il contesto.
La consensus conference per la traduzione in simboli vuole verificare, grazie all’apporto di punti di
vista più ampi, gli elementi critici emersi in questi anni, e affrontare le possibili scelte legate a queste
necessità di maggiore supporto morfosintattico e di orientamento nelle alternative di rappresentazione,
considerando le implicazioni lungo quattro assi, nel seguito approfonditi: linguistico, tecnologico, di
sostenibilità da parte del contesto, percettivo.
La discussione avverrà usando a titolo esemplificativo il sistema WLS, che rappresenta in questo
momento il sistema maggiormente utilizzato dal CSCA, ma andrà ad individuare linee condivise che
possano essere utilizzate per qualunque sistema simbolico.
Il sistema WLS infatti presenta una serie di criticità al proprio interno sia dal punto di vista della
coerenza di rappresentazione dei simboli che per la limitatezza delle componenti morfosintattiche
incluse e per la loro corrispondenza a quelle della lingua inglese. Il problema si pone in modo analogo
con la maggior parte dei sistemi/insiemi simbolici in uso, anch’essi provenienti da paesi di lingua
inglese, così come per il sistema opensource spagnolo Arasaac.
Avverrà inoltre cercando di equilibrare il peso di 4 aspetti rilevanti, che a volte potrebbero richiedere
soluzioni anche opposte, e nello specifico:




La linguistica: se l’esposizione linguistica ampia e corretta dal punto di vista morfosintattico è
un elemento rilevante a supporto della comprensione linguistica, diviene fondamentale
individuare quali siano gli elementi linguistici essenziali che devono essere adeguatamente
rappresentati nella traduzione in simboli alla luce delle specificità della lingua italiana.
La tecnologia: la traduzione simbolica avviene tramite software specifici che possono
presentare caratteristiche tecnologiche vincolanti. Le diverse ipotesi di gestione delle
caratteristiche morfosintattiche potrebbero quindi risultare percorribili nell’immediato o invece
richiedere modifiche radicali dei software stessi, aspetto di cui è fondamentale tenere conto
nella scelta della soluzione ottimale. A partire dai risultati della conferenza di consenso, potrà
comunque essere possibile iniziare una negoziazione con le case produttrici dei software che
supportano la traduzione, per apportare modifiche in linea con le esigenze linguistiche
fondamentali della lingua italiana.
La sostenibilità ambientale: la valutazione delle diverse ipotesi di rappresentazione linguistica
ottimale deve poter tenere conto dei vincoli che derivano dalla sostenibilità per l’ambiente di
quanto viene proposto. La traduzione simbolica coinvolge in modo diretto tutto il contesto
sociale e familiare del bambino. Le scelte che saranno condivise dalla conferenza di consenso
dovranno essere il più possibile intuitive ed agevoli da effettuare e dovranno alleggerire il
carico per le famiglie e non aggravarlo. La presenza di linee condivise ha la funzione di
rendere più agevole e univoca la traduzione dei libri, ampliando il numero dei libri in
circolazione e riducendo l'onere di produzione a carico del singolo.
La percezione: nella riproduzione e modifica di un simbolo risulta di fondamentale importanza
valutare l'impatto percettivo al fine di non sovraccaricare il sistema visivo di informazioni e
stimolazioni potenzialmente omissibili o esplicitabili.
Documento introduttivo - Conferenza di consenso per la traduzione in simboli di libri illustrati per bambini, 13 maggio 2015
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