schede dei ricercatori premiati dalla delegazione di vibo valentia

Enrico Iaccino
Nato a Cosenza nel 1979
Laureato in Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche all’ Università “Magna Graecia” di
Catanzaro
PhD in Oncologia Molecolare, Immunologia Sperimentale e Sviluppo di Strategie Innovative all’ Università
“Magna Graecia” di Catanzaro
Trascorrerà un periodo di specializzazione e lavoro al Massachussets General Hospital – Harvard Medical
School di Boston (USA)
Obiettivo: studio di alcune particelle prodotte dalle cellule del tumore al seno triplo negativo, da utilizzare
come marcatori della malattia e come potenziali bersagli terapeutici
Ruolo biologico degli esosomi nel tumore al seno triplo negativo
Il progetto si propone di verificare un approccio innovativo per l’isolamento e la caratterizzazione degli
esosomi rilasciati dalle cellule di tumore “triplo negativo” alla mammella. Gli esosomi sono piccole vescicole
(40-100 nm) di membrana secrete da diversi tipi di cellule e contengono una vasta gamma di microRNAs e
proteine implicati nella risposta immunitaria, nei meccanismi di sopravvivenza e metastatizzazione del
tumore, nella differenziazione cellulare e nell’angiogenesi. Tali caratteristiche qualificano gli esosomi come
potenziali biomarcatori per il monitoraggio del cancro e per la messa a punto di cure personalizzate. Gli
esosomi, infatti, potendo essere isolati dal siero permetterebbero una diagnosi semplice e poco invasiva,
Nonostante siano stati sviluppati diversi metodi per la purificazione di esosomi da diverse matrici biologiche
nessuno di esso è ancora in grado di garantire una distinzione tra esosomi secreti da cellule normali ed
esosomi prodotti da cellule tumorali. Negli ultimi anni, il Prof. Soldano Ferrone insieme ai suoi colleghi del
Massachussets General Hospital, ha identificato una serie di anticorpi monoclonali in grado di riconoscere e
legare in maniera altamente specifica biomarcatori comuni ad un ampio pannello di cellule tumorali tra cui
cellule di carcinoma al seno triplo negativo. In tale contesto l’idea che, con il progetto finanziato si vorrà
sviluppare, è volta principalmente a validare il potenziale utilizzo di questi anticorpi monoclonali come
nuovi strumenti per l’isolamento e la caratterizzazione degli esosomi rilasciati dalle cellule tumorali.
Pasquale Laise
Nato a Cosenza nel 1982
Laureato in Scienze Biologiche all’Università di Firenze
PhD in Dinamica non lineare e sistemi complessi all’Università di Firenze
Trascorrerà un periodo di specializzazione e lavoro all’Università della California Los Angeles (USA)
Obiettivo: comprendere nuovi meccanismi molecolari e genetici tipici del tumore ovarico, per identificare
nuovi potenziali bersagli da colpire con nuove terapie.
Analisi delle alterazioni epigenetiche nel carcinoma ovarico
Il carcinoma ovarico è il più aggressivo dei tumori ginecologici. Nonostante il trattamento multimodale cui
sono sottoposte le pazienti, la percentuale di sopravvivenza a cinque anni, per pazienti con carcinoma
ovarico di alto grado, è inferiore al 30 %. Questo è dovuto al fatto che i meccanismi molecolari che
avvengono durante la trasformazione neoplastica sono ancora poco chiari. Negli ultimi anni, numerose
evidenze sperimentali hanno correlato l'insorgenza e la progressione di molti tipi di cancro ad alterazioni
epigenetiche, ossia modificazioni reversibili del DNA che non alterano la sequenza delle basi ma
l'attivazione e lo spegnimento dei geni. In questo progetto si propone di studiare il ruolo delle alterazioni
epigenetiche nel carcinoma ovarico. A tal fine utilizzeremo un approccio integrato, che combina le più
avanzate tecnologie di biologia molecolare e sofisticati metodi computazionali, per ricostruire una mappa
delle alterazioni epigenetiche presenti nelle cellule di carcinoma ovarico. In particolare, grazie all'utilizzo di
tecnologie di sequenziamento di nuova generazione e potenti algoritmi bioinformatici, saremo in grado di
inferire le reti di regolazione genica nelle cellule tumorali e correlarle con le alterazioni epigenetiche.
Attraverso un’analisi meccanicistica di tali reti sarà possibile comprendere i meccanismi molecolari alla base
della malattia e identificare nuovi potenziali targets terapeutici.