L’Australopithecus e sua moglie
di Graziano Dotti
Se evoluzione è, è stata, è perché il patrimonio genetico è stato via via modificato. Darwin e Lamark nulla sapevano di
DNA e di geni e le loro teorie vanno interpretate alla luce delle attuali conoscenze. Le modificazioni del DNA possono
essere avvenute per cause interne (le proteine che l’individuo produce modificano il DNA dell’individuo stesso) Lamark -, oppure per casuali cause esterne (raggi X, radiazioni ultraviolette, radiazioni atomiche...) - Darwin -, o
anche, e forse è più vero, per entrambe le situazioni.
Il fatto è che, se viene accettata la teoria evoluzionistica, bisogna accettare l’idea che un organismo, che evolutivamente
deriva da un altro, è rispetto al primo geneticamente modificato o, se vogliamo, migliorato.
La scala evolutiva è (ben supportata da prove paleontologiche, come si deve), parlando di vertebrati, pesci, anfibi,
rettili. Dai rettili derivano attraverso drammatiche modificazioni da un lato gli uccelli, dall’altro i mammiferi e quindi via
via l’Homo Sapiens.
Da ciò nasce che noi, Homo Sapiens, anch’io e anche lei lettore, siamo geneticamente modificati e, vorremmo
sperare, migliorati rispetto ai rettili.
È comunque chiaro ed assodato che un organismo può essere modificato cambiando in qualche modo il suo DNA e
questa variazione oggi può ottenersi anche, peraltro, copiando la natura: una tecnica riproduttiva dei batteri, inserendo,
introducendo un segmento di DNA di un individuo nelle cellule di un altro.
Assecondiamo un attimo l’idea che la ricerca scientifica sia lodevole, amabile e, soprattutto, finanziabile se rivolta alla
salute umana, non dimenticando peraltro di ricordare che tutto si tiene e che un progresso in un certo punto si espande
coinvolgendo l’insieme del sapere e delle tecnologie; ad esempio, la tecnologia nucleare tanto deprecata ha aperto la
strada alla terapia protonica di alcuni tumori al fegato e agli occhi (e non solo e con esiti in specie agli occhi - vedasi la
clinica oftalmologica di Losanna - meravigliosamente positivi).
L’insulina è un ormone proteico (costituito da 51 a-amminoacidi) secreto dalla porzione endocrina del pancreas con
funzione ipoglicemizzante. La carenza di tale ormone determina una patologia, il diabete, un tipo di diabete, curato
attraverso la terapia sostitutiva. Il paziente, cioè, come è noto, assume insulina - in generale per via endovenosa - a dosi
predeterminate, per mantenere costante il tasso di glucosio nel sangue, sopperendo così alla funzione pancreatica.
L’ormone non è specie specifico e cioè, dal punto di vista chimico, è sostanzialmente identico nei vertebrati ed in
particolare nei mammiferi; perciò l’ormone necessario alla terapia fino al 1982 veniva esclusivamente estratto dal
pancreas dei maiali e dei bovini, con il rischio del passaggio di virus da quelle specie all’uomo e, a lungo termine, di
reazioni immunitarie.
La crescita, e non solo, anche una serie di processi metabolici, dipende da un ormone proteico secreto dall’ipofisi
anteriore (ghiandola endocrina posta alla base del cervello, di circa 0,5 grammi - un pisello - che secerne un gruppo di
ormoni che complessivamente controllano la chimica dell’individuo), l’ormone somatotropo o anche (all’inglese) GH.
Tale ormone è specie specifico: il GH dei bovini, ad esempio, è composto da 396 a-amminoacidi, quello dell’uomo e
delle scimmie antropomorfe da 245; sono chiaramente chimicamente diversi. Perciò non si parla genericamente di
ormone della crescita, ma si specifica: per l’uomo sarà ormone della crescita umana, HGH (Human Growt Hormon).
La sua carenza, nella fase di crescita, determina una forma di nanismo (nanismo ipofisario). A diagnosi precoce, la
patologia può essere prevenuta o superata attraverso opportuna terapia sostitutiva.
L’ormone, fino al 1985, era estratto dall’ipofisi di cadaveri umani, dall’ipofisi di scimmie, con enormi problemi rispetto
alla reperibilità, ai costi e alla purezza e alla trasmissibiltà di virus.
L’ormone si può ovviamente estrarre dalle ipofisi di mammiferi diversi, con serie difficoltà rispetto all’efficacia a
causa delle differenze chimiche rispetto all’ormone umano e nel tempo a reazioni immunitarie. In ogni caso, per
evidenziare le enormi difficoltà si può fare osservare che occorrono circa mezzo milione di pecore per ricavare circa
0,0005 grammi di ormone.
Escherichia coli è un batterio a bastoncello (bacillo) che vive abitualmente nell’intestino; è più o meno patogeno a
seconda delle condizioni della flora intestinale e delle varietà del batterio stesso. La patogenecità è dovuta ad enterotossine
prodotte dal batterio che sono particolarmente pericolose nell’infanzia.
I batteri in generale si riproducono in via asessuata , ad esempio, per scissione. Sono peraltro spesso presenti dei
fenomeni di sessualità: la coniugazione. Nella coniugazione un batterio (donatore) dona il suo DNA o una parte di esso
al batterio accettore, batterio accettore che così diventa geneticamente modificato rispetto alla situazione di partenza.
Giova comunque ricordare che la sessualità nei viventi in generale ha lo scopo di mescolare i DNA, garantendo la
massima variabilità, così i figli sono geneticamente modificati rispetto ai padri.
Il DNA dei batteri è relativamente semplice, con pochi geni e particolarmente in grado di combinarsi, ricombinarsi
con un altro DNA, di ricevere segmenti di DNA, dei geni.
Il gioco è fatto, si fa per dire, perché i problemi tecnici non furono semplici. In ogni caso, poiché l’insulina e l’ormone
somatotrpo sono proteici, dipendono da un gene, da un segmento di DNA. Tale segmento, trascuriamo le procedure,
viene prelevato da cellule umane e inserito nel batterio che così si trova felicemente (per noi, non è nota la sua, ove
abbia una sua opinione) modificato, migliorato. Questo batterio, possedendo ora il gene che codifica per l’insulina o
quello per l’ormone della crescita, produrrà o l’una o l’altra proteina che noi potremmo estrarre ed utilizzare in terapia
senza i problemi connessi al prelievo della stessa da organi animali.
È insomma da metà degli anni Ottanta che batteri transgenici (Frankenstein?) permettono di curare più facilmente
alcune patologie. Ne faccio un elenco, escludendo quelle già discusse: terapia dell’emofilia, dell’anemia, antivirale e
antitumorale, terapia dei disordini immunitari...
Alimentazione, peraltro strettamente legata alla salute e, oggi, fortemente curata, quasi maniacalmente.
Il grano duro, la farina di grano duro, utilizzata almeno in Italia per la pasta, deriva da più di 50 anni da una varietà di
grano duro, il “Creso”, geneticamente modificato rispetto alla varietà “Cappelli”. Questo OGM è stato ottenuto dalla
“Cappelli” non introducendo in essa un gene, ma attraverso raggi X o radiazioni atomiche (Cobalto 60) modificandone
la struttura genetica. Anche qui copiando la natura perché è così che, per gran parte, si è avverata l’evoluzione: agenti
mutanti (raggi X, radiazioni atomiche naturali...) modificano casualmente il DNA dei viventi che, perciò, daranno
origine a figli diversi da sé, che se adatti all’ambiente si affermeranno e svilupperanno.
Tutto bene, dunque? Le magnifiche sorti e progressive? Non proprio; ci sono certo dei problemi che non ci nascondiamo né ci nasconderemo. Per ora però valga ciò: due apologhi.
Primo: quando Prometeo donò il fuoco agli uomini, l’Australopithecus africanus, sobillato dalla moglie (quel che non
possono le donne!) si spaventò: è vero, con il fuoco mi scaldo, cuocio la carne di elefante e di alligatore, mio pasto
abituale, però il fuoco può incendiare la casa, la foresta, il mondo intero. Cielo!, ci estingueremo. Non lo utilizzò: e si
estinse per davvero (morì di freddo?...). L’Homo Erectus, forse memore, pensò: è vero, il pericolo di incendi c’è, ma
c’è anche l’acqua. Da lui siamo tutti noi.
Secondo: un camionista va bel bello (si spera rispettando il codice) trasportando le sue merci; si rompe una gomma
dell’autocarro, il camionista scende e sacramentando, come di giusto e ragionevole costume, (una forma di preghiera),
si pone a sostituire il pneumatico rotto; gli si presenta a quel punto un enigmatico e indecifrabile individuo che, osservandolo al lavoro tutto sudato e, come dire?, alterato, gli dice: non vedi i problemi degli autocarri nel trasporto, l’insieme di
guai? Perché per trasportare le tue merci non usi gli angeli, gli spiriti, che certo non si usurano mai?
Il camionista, con la chiave in mano, sporco, unto di grasso misto a polvere, lo guarda: non gli sorride, ma gli volta le
spalle e continua il suo lavoro.
Questo non felice paese, al governo e all’opposizione (e anche, non potrebbe essere altrimenti, nella società nel suo
complesso) è pieno di australopitechi e di persone enigmatiche e indecifrabili; peraltro, ed è la nostra speranza, l’Homo
Sapiens (quindi anche la varietà Italicus) petit altum et in interiorem naturae sinus venit... (Seneca, Naturales
quaestiones)