L’amore è un sentimento forte, è il vero motore del mondo, tema inesauribile per canzoni, poesie, romanzi e film, musa privilegiata per tutte le arti, porta d’accesso alla felicità. Dante nella Divina Commedia scrive: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Innamorarsi veramente significa entrare in una dimensione del tutto differente, cambiare pianeta. Significa spostare il baricentro della propria vita e orbitare intorno ad un nuovo punto di riferimento. I riflettori della nostra mente illuminano un’unica immagine: quella di lei (o di lui). Il resto rimane sullo sfondo. Questa immagine si sovrappone a tutte le altre, è presente ovunque, in ogni momento. Dietro a tutto questo romanticismo nel nostro corpo, quando ci innamoriamo, accade, una vera tempesta di ormoni neurotrasmettitori e di sostanze chimiche,che si attiva mettendoci in grado di percepire intense sensazioni fisiche. L’ossitocina è un ormone prodotto in una delle parti più antiche del cervello che viene rilasciato dall’ipofisi. Questo ormone, spesso chiamato “ormone dell’amore”, ci fa stare bene! L’ossitocina viene prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e l’allattamento e durante le dolci interazioni tra persone che si amano. Ma, una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, e fa da “collante”, nei legami affettivi che si instaurano tra le persone. Testosterone: è l’ormone del desiderio sessuale, presente sia negli uomini che nelle donne sebbene ovviamente in quantità differenti. Nell’uomo adulto, i livelli di testosterone hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda la fertilità, la buona salute e la vitalità. Siete delle donne che non saprebbero resistere al fascino degli uomini "duri" e muscolosi come Russell Crowe. Voi uomini provate attrazione per donne particolarmente femminili? La ragione delle vostre preferenze dipende dal livello dell'ormone testosterone nel vostro corpo. Endorfine: gli ormoni del piacere, oppiacei naturali secreti dall’ipofisi. Si associano al primo periodo dell’innamoramento. Sono in grado di procurare uno stato di euforia o di sonnolenza. La produzione di endorfine durante il travaglio fa si che, nonostante il dolore causato dalla nascita di un bambino, la donna abbia voglia di riprodursi ancora, se invece il meccanismo di compensazione non è stato adeguato e la sofferenza sproporzionata verranno evitate altre gravidanze. FEA o feniletilamina: l’ormone dell’amore a prima vista, del colpo di fulmine insomma, che a chi crede non esista dimostra come l’attrazione sia fatta anche di primi sguardi. È collegata all’umore e produce effetti simili a quelli delle anfetamine: eccitazione, ottimismo, piacere. il cioccolato fornisce Fenilatilamina, liberata dall’organismo anche nelle fasi di innamoramento. Secondo una recente indagine pubblicata da una rivista statunitense a lasciarsi sedurre dal peccaminoso ingrediente sono soprattutto le donne Dopamina: l’ormone del piacere che innesca un meccanismo di ricerca dell’esperienza che ci ha reso felici, che ci ha procurato piacere e che vogliamo ripetere. Serotonina: l’ormone dell’amore, che compare quando gli ormoni dell’innamoramento iniziale cominciano a svanire per lasciare il posto all’amore di lungo corso. Feromoni: praticamente sono l’odore della persona amata rilevato dal partner che agisce da afrodisiaco se una persona ci piace come si suol dire “a pelle”. Sono molecole invisibili e volatili prodotte dalle ghiandole apocrine situate sotto le ascelle, intorno ai capezzoli e nell’inguine. Quando due amanti si baciano, i segnali olfattivi e gli altri stimoli sensoriali indirizzano la dopamina verso l'ipotalamo che permette all'ipofisi di rilasciare gli ormoni. Nell'organismo femminile, l'ipotalamo stimolato dalla dopamina ordina la produzione di uno specifico ormone, l'ossitocina, nell'uomo invece il bacio produce adrenalina. La mononucleosi è una patologia causata dal virus di Epstein-Barr. I segni più caratteristici della mononucleosi infettiva sono la linfoadenopatia, l'angina faringea, la febbre e la splenomegalia (o, più comunemente, ingrossamento della milza). I sintomi principali sono rappresentati da faringite, stanchezza e malessere generale, seguono, in modo percentualmente decrescente, cefalea, mialgie, brividi, nausea, dolori addominali, vomito. La diffusione del virus avviene generalmente attraverso il canale oro-faringeo con la saliva, per questo viene anche chiamata la malattia del bacio. Fiorentini Michela Rondelli Federica