Meccanica dei fluidi Definizione di fluido: liquido o gas La pressione in un fluido Equilibrio nei fluidi: legge di Stevino Il Principio di Pascal Il barometro di Torricelli Il principio di Archimede Fluidodinamica: fluido ideale Regime stazionario. Portata Il teorema di Bernulli I fluidi La materia può presentarsi in tre stati: Solido, liquido e gassoso: Un solido ha una forma ed un volume ed è incomprimibile Un liquido ha un volume definito, non ha una forma propria ed è incomprimibile Le proprietà dei liquidi e dei solidi dipendono dal loro struttura microscopica, ovvero dal legame tra le molecole. Un gas non ha né volume ne forma definiti ed è comprimibile Queste definizioni sono in realtà un artificio, più in generale lo stato in cui si presenta la materia viene determinato in funzione del tempo necessario a quella materia per cambiare la sua forma sotto l’azione di una forza esterna Una sostanza che non è dotata di forma propria è detta fluido. I fluidi assumono la forma del recipiente che li contiene. I fluidi sono un insieme di molecole sistemate casualmente legate da deboli forze di coesione e forze esercitate da pareti del contenitore Sono fluidi : le sostanze liquide - che hanno volume definito ed una superficie limite le sostanze gassose - che non hanno un volume definito e tendono ad occupare tutto il volume a disposizione. Dal punto di vista meccanico un fluido si può pensare composto da elementi infinitesimi di massa dm = dV, che scorrono tra loro in una qualunque direzione. Densità Con i fluidi non ha molto senso parlare di massa, ma piuttosto di densità ( o massa volumica). Se consideriamo un elemento di volume V di un fluido intorno ad un certo punto e misuriamo la sua massa m la densità è data dal rapporto: m Densità V La densità ( o massa volumica) di un corpo (o fluido) è una grandezza scalare ed è pari alla massa per l’unità di volume. m V Dove m e V sono massa e volume di un campione di fluido L’unità di misura della densità è il kg/m3 La densità di un fluido varia ( anche se debolmente) con la temperatura poichè al variare della temperatura varia il volume. La densità dei liquidi = M/V è molto maggiore di quella dei gas (di circa un fattore 103) Dal punto di vista meccanico un fluido si può pensare composto da elementi infinitesimi di massa dm = dV, che scorrono tra loro in una qualunque direzione. Tabella densità Pressione I fluidi non possono sopportare forze tangenziali, in un fluido sottoposto ad una forza parallela alla sua superficie, le molecole scivolano le une sulle altre, per cui il solo tipo di forza che può esistere in un fluido è quella perpendicolare alla superficie. La pressione viene definita come il rapporto tra una forza agente su una superficie infinitesima dA e la superficie stessa: p dF dA pressione Se la forza esercitata su una superficie estesa è uniforme si può scrivere: F p A La pressione è una grandezza scalare (non ha proprietà direzionali ed anche se la forza è un vettore, solo la sua intensità contribuisce alla peressione) L’unità di misura è il Pa (pascal) : 1Pa= N/m2 - Un suo multiplo importante è 1 bar = 105 Pa ( più precisamente: 1 bar = 105 Pa - La pressione atmosferica 1 atm = 1,01325 bar NB: la pressione e la forza sono due grandezze diverse, si può avere una pressione molto alta anche con una forza relativamente piccola se la superficie è ridotta ( es: la pressione esercitata da un ago), oppure una pressione ridotta se la superficie è ampia ( es: le zampe del cammello => pianta larga non affonda nella sabbia del deserto) Le differenze di pressione tra l’interno e l’esterno di una superficie vengono usate come “collanti” potenti Fluidostatica (equilibrio dei fluidi)-Stevino(1) Determiniamo ora come varia la pressione all’interno di un fluido a riposo Definiamo: -forze di volume: le forze che, come la forza peso, vengono applicate a tutto il volume V dell’elemento di fluido Fg = g m = g V -forze di superficie, le forze che agiscono sulla superficie infinitesima dell’elemento di fluido, sono le forze che determinano la pressione: p=dF/dS Si consideri un fluido in quiete, ovvero un fluido in cui tutti i sui elementi di volume non subiscono spostamenti ed hanno quindi velocità ed accelerazione nulle, ed un campione di tale fluido racchiuso in una cilindro ideale di base A ed altezza h posto ad una profondità d dalla superficie del liquido. In questo caso, la somma delle forze ( di volume e di superficie) agenti sul fluido deve essere nulla ( 2° legge di Newton ) Fv Fs 0 Il liquido esterno esercita forze su tutta la superficie del campione ( perpendicolarmente ad essa) Le forze agenti sulla superficie laterale del cilindro si elidono a coppie Solo tre forze rimango ad agire sul corpo: 1) la forza gravitazionale Fg gAh ˆj 2) La forza F1 P0 Aˆj che agisce sulla superficie superiore del cilindro ( rivolta verso il basso) 3) La forza F2 PAˆj che agisce sulla superficie inferiore del cilindro (rivolta verso l’alto) Fv Fs Fg F1 F2 0 Vcilindro Ah Fluidostatica (equilibrio dei fluidi)-Stevino(2) Per la seconda legge di Newton si ha che sul campione di fluido a riposo la somma delle forze deve essere nulla: Fv Fs Fg F1 F2 gAh ˆj P0 Aˆj PAˆj 0 Poiché le forze agenti sono tutte parallele all’asse z possiamo togliere la notazione vettoriale: h P0 A PA 0 gA P gh P0 Legge di Stevino Legge di Stevino: la pressione in un liquido a densità costante cresce linearmente con la profondità. Conseguenze: La pressione di un punto del fluido all’equilibrio dipende solo dalla profondità del punto La pressione lungo superfici orizzontali è costante ( superficie isobare o isobariche): la superficie libera di un liquido in quiete deve essere orizzontale. Se consideriamo di prendere l’elemento di volume con la superficie superiore corrispondente alla superficie libera del liquido ( d=0) P0 è proprio la pressione atmosferica Un corpo immerso in acqua alla profondità di 10 m subisce una pressione : P gh P0 9.8 m s 2 1000 kg m310m 1atm 9.8 104 Pa 1atm 1atm 1atm 2atm Principio di Pascal Consideriamo la legge di Stevino: P gh P0 Osservando questa relazione che lega la pressione P in un punto del fluido posto ad una profondità h dalla superficie, se si varia la pressione P0 in superficie, anche P dovrà variare. Si ha quindi che ogni variazione della pressione alla superficie si ripercuote su tutti i punti del fluido. Questo proprietà dei fluidi fu formulata come principio da Pascal: Principio di Pascal: Una variazione della pressione applicata ad un fluido chiuso è trasmessa integralmente ad ogni punto del fluido stesso Quindi se la pressione esterna varia dal valore p0 al valore p0 la pressione interna varierà dal valore p al valore p secondo la relazione: p p' p p'ext gh pext gh p'ext pext p' p'ext gh p pext p pext gh Esempio: Premiamo con le dita su due lati opposti di esso, notiamo che, allo schiacciamento causato dalla pressione delle dita, corrisponderà un rigonfiamento nelle altre zone che aumenterà in relazione all'aumento della pressione da noi esercitata. Questo fenomeno, facilmente riscontrabile da chiunque possieda un palloncino, è giustificato dal fatto che la pressione da noi esercitata si trasmette all'intera massa di fluido contenuto nell'involucro (che in questo caso sarà aria). Esempio -Vasi comunicanti Si chiamano vasi comunicanti due o più recipienti uniti da un tubo di comunicazione. Consideriamo due vasi comunicanti riempiti con lo stesso liquido ed esaminiamo cosa accade su una superficie S di liquido posta nel tubo di collegamento. S Se l’altezza hA del liquido nel recipiente di sinistra è maggiore di hB, anche la pressione ( per la legge di stevino) che agisce su S da sinistra è maggiore di quella da destra. S Quindi la superficie S è spinta verso destra: si ha così un flusso di liquido dal recipiente in cui il liquido ha un’altezza maggiore verso l’altro S Soltanto quando la quota del liquido è la stessa nei due recipienti, le due pressioni che agiscono su S sono uguali e il liquido è in equilibrio Quindi: un liquido versato in un sistema di vasi comunicanti raggiunge in tutti i recipienti lo stesso livello. Questa proprietà è valida qualunque sia la forma dei recipienti, purché siano abbastanza ampi. Infatti, il modello dei vasi comunicanti ha un campo di validità limitato: cessa di essere valido quando i recipienti sono dei tubi molto sottili (detti capillari). Martinetto idraulico (pressa idraulica) Un martinetto idraulico è costituito da due pistoni di sezione molto differente collegati mediante un vaso comunicante nei quali è contenuto un fluido, il pistone 1 ha superficie A1 molto più piccola della superficie del pistone 2: A1 A2 Sul pistone 1 viene esercitata una forza F1 verso il basso che servirà a sollevare un oggetto pesante sul pistone 2 ( esempio un’automobile) La forza F1 produce sul pistone 1 una pressione P pari a P F1 A1 La pressione 2 si trasmette per il principio di Pascal attraverso il liquido fino al pistone 2. Sul pistone 2 viene quindi esercitata una forza F2 verso l’alto pari a: F2 PA2 Si ha quindi che F2 PA2 A2 1 F1 PA1 A1 Cioè la forza F2 risulta essere maggio di F1 per un fattore moltiplicativo A2 A1 A2 F2 F1 A1 Poiché nei due pistoni deve essere spostato un ugual volume di liquido si avrà : V x1 A1 x2 A2 x2 x1 A1 x1 A2 Il pistone 2 si solleverà di meno di quanto si abbassa il pistone 1 Il lavoro compiuto dal pistone 2 sarà comunque uguale al lavoro svolto sul pistone 1 : L2 F2 x2 F1 A2 A x1 1 F1x1 L1 A1 A2 Il barometro di Torricelli Torricelli fu il primo a sostenere che l’atmosfera esercita una pressione e fu il primo a misurarne il valore. Lo strumento utilizzato fu un barometro a mercurio: Un tubo con un’estremità chiusa, pieno di mercurio viene rovesciato in un bicchiere anch’esso pieno di mercurio. Nell’estremità superiore si forma una regione di vuoto ( in cui la pressione può essere considerata nulla) La pressione nel punto A e nel punto B deve essere la stessa( legge di Stevino) e quindi pari alla pressione atmosferica. Si ha quindi che il peso della colonnina di mercurio di altezza h deve determinare una pressione sul fluido pari a quella atmosferica P0 P g Hg h g Hg h 0 Nel suo esperimento Torricelli osservò che la colonnina di mercurio nelle condizioni di 3 3 equilibrio si innalza di 760 mm. Si ha quindi, considerando che Hg 13.596 10 Kg m : P0 9.8 13,596 0.760 103 Pa 1.013 105 Pa 1atm Il principio di Archimede Sappiamo per esperienza che ci sono alcuni corpi che in acqua galleggiano ed altri no. Andiamo ora a vedere le cause del galleggiamento che è dovuto ad una forza rivolta verso l’alto che si esercita su un corpo immerso in un fluido. Consideriamo un fluido sottoposto alla gravità, ed isoliamone idealmente un volume finito V di forma qualsiasi. Poiché il volume di fluido è all’equilibrio, la risultante delle forze esercitate sul volume V di fluido isolato deve essere nulla La risultante delle forze di pressione che il fluido circostante il volume isolato esercita sul volume isolato ( B ) deve essere uguale ed opposta alla forza peso esercitata del volume stesso. B Fg 0 B sarà quindi rivolta verso l’alto e pari in modulo alla forza peso del volume di fluido B Fg g fluidoV B g fluidoV risultante delle forze di pressione Sostituiamo ora il volume di fluido con un ugual volume di una qualsiasi altra sostanza di densità => la risultante delle forze di pressione è la stessa, ( B ) ma la forza peso cambia con la densità della sostanza. => Non vi e’ più una condizione di equilibrio. B Fg 0 B gcorpoV g fluidoV gcorpoV gV fluido corpo 0 fluido corpo fluido corpo F 0 Risulta una forza verso l’alto ( il corpo sale) una forza verso il basso minore della forza peso F 0 Risulta (il corpo scende nel fluido In entrambi i casi vale il Principio di Archimede : un corpo immerso in un fluido riceve un spinta verso l’alto ( spinta di Archimede) pari a al peso del fluido spostato Esempio- corpo galleggiante Abbiamo visto esplicitato il caso di un corpo completamente immerso in un liquido. Vediamo cosa succede nel caso il corpo, in equilibrio statico galleggi sulla superficie del liquido. In questo caso solo una frazione del corpo è immerso nel liquido. Poiché il corpo è solo parzialmente immerso, il volume di fluido spostato è solo una frazione del volume totale V0 del corpo. Tale frazione corrisponde proprio alla parte di corpo immerso. L’oggetto è in equilibrio => la risultante delle forze agenti sul corpo è nulla La Spinta di Archimede deve equilibrare la forza peso => B g fluidoVimmerso g fluidoVimmerso g corpoV0 Fg g corpoV0 corpo Vimmerso V0 fluido La frazione di corpo immerso è pari al rapporto fra la densità del corpo e la densità del liquido Il peso apparente Se si misurasse il peso ( inteso come forza-peso) di un corpo in acqua con una bilancia esso risulterebbe sicuramente minore del peso misurato fuori dall’acqua. Questo peso minore è detto “peso apparente” ed in realtà è dovuto alla somma vettoriale della forza peso del corpo con la spinta di Archimede Papp Fg B Papp Fg B y Es: Un corpo di massa m=10Kg volume 1dm3 viene immerso in acqua. Determinare il suo peso apparente Papp mg B mg g H 2OV 9.8 10 N 9.8 m s 2 1 kg dm3 1dm3 98N 9.8N 88N Fluidodinamica-Moto dei fluidi In generale lo studio della fluidodinamica è molto complesso, poiché i fluidi reali sono soggetti a moti turbolenti Noi studieremo perciò il moto dei fluidi ideali, più semplice da trattare matematicamente. Caratteristiche che identificano i fluidi ideali: Moto laminare (o stazionario) => la velocità del fluido in ogni punto fissato non cambia nel tempo né in direzione né in intensità. In questo tipo di moto i cammini seguiti da ciascuna particella di fluido non si intersecano mai Fluido Incomprimibile => come nel caso statico il fluido è incomprimibile, quindi la sua densità è costante ed uniforme Flusso non viscoso => il fluido non si oppone allo spostamento l’attrito interno è trascurabile Fluido irrotazionale => cioè se il momento angolare del fluido è nullo, un oggetto immerso in un fluido irrotazionale non ruota intorno al suo centro di massa Linee di flusso ( o linee di corrente) => sono le traiettorie percorse dalle particelle nel fluido. Ciascuna paraticella di fluido ha velocità sempre tangente alla linea di flusso( che non si intersecano mai) Le linee di flusso che attraversano una certa sezione vengono dette tubo di flusso Equazione di continuità Consideriamo un fluido ideale che scorre all’interno di un tubo a sezione variabile Si trova che la velocità del fluido nel tubo dipende dall’area della sezione normale attraverso cui passa il fluido. Consideriamo quindi il tubo di flusso in figura. •Nel punto 1 la sezione ha area A1 e la velocità del fluido è v 1 •Nel punto 2 la sezione ha area A2 e la velocità del fluido è v2 •Il flusso va dal punto 1 al punto2 •Supponiamo che nell’intervallo di tempo t passi attraverso la sezione A1 un volume di fluido V. •Poiché il fluido è incomprimibile nello stesso intervallo di tempo un uguale volume V deve attraversare la sezione A2 •Se consideriamo le particelle di fluido che all’istante iniziale attraversano la superficie A1 esse percorreranno nell’intervallo di tempo t una distanza x1 data da: x1 v1t e quindi il volume di fluido che avrà attraversato la sezione A1 sarà: V x1 A1 v1tA1 Analogamente si avrà che il volume che avrà attraversato nello stesso intervallo di tempo la sezione A2 sarà: V x2 A2 v2 tA2 Quindi: V v1tA1 v2 tA2 v1 A1 v2 A2 Equazione di continuità Questa equazione che lega la velocità del fluido alla sezione attraversata è nota come equazione di continuità, e da essa si evince che: il prodotto della velocità con la sezione attraversata è costante in un fluido ideale, per cui se la sezione aumenta la velocità diminuisce e viceversa Portata Se un fluido scorre da un condotto largo ad uno stretto: il modulo della velocità nel tubo stretto è maggiore che nel tubo largo L’equazione di continuità può anche essere riscritta: R vA costante PORTATA La quantità R prodotto della velocità per la sezione attraversata è detta PORTATA. Si ha quindi che in un fluido ideale la portata rimane costante ESEMPIO: Stringendo il tubo dell’acqua riduciamo la sezione di uscita dell’acqua ed aumentiamo la velocità del flusso Teorema di Bernoulli Consideriamo un fluido a densità costante che scorre in regime stazionario attraverso il tubo di flusso ( o reale) a sezione variabile mostrato in figura. In un intervallo di tempo t una certa quantità di fluido m entra attraverso la superficie A1 con velocità v1 ed esce dalla superficie A2 con velocità v2. x Vogliamo ricavare la relazione tra velocità, pressione e quota del fluido alle varie m V sezioni del condotto. Cominciamo determinando il lavoro sul liquido: V x1 A1 x2 A2 Nello spostamento l’energia potenziale cambia solo per le parti x1 v1t , x2 v2 t del fluido che corrispondono ad una variazione globale di quota. Il lavoro della forza peso è pari a: Lg U g V g y2 y1 Le forze di pressione dovute alle pareti compiono un lavoro nullo le forze di pressione esercitate sulle sezioni A1 ed A2 forniscono il lavoro: Ls F1x1 F2 x2 P1 A1x1 P2 A2 x2 V Il lavoro totale è quindi: V Ls P1 P2 V L Lg Ls V g y2 y1 P1 P2 V Per il teorema dell’energia cinetica tale lavoro è pari alla variazione di energia cinetica: T L 1 V v22 v12 V g y2 y1 P1 P2 V 2 Teorema di Bernoulli 1 V v22 v12 V g y2 y1 P1 P2 V 2 T L Semplificando il volume e raggruppando i termini in modo da avere a sinistra i termini associati al passaggio attraverso la superficie A1 ed a destra quelli associati all’attraversamento della superficie A2 si ha: P1 1 1 v12 gy1 P2 v22 gy2 2 2 P 1 v 2 gy costante 2 Equazione di Bern0ulli Teorema di Bernoulli: In un fluido ideale in moto in regime stazionario la somma della pressione, della densità di energia potenziale per unità di volume e della densità di energia cinetica per unità di volume e’ costante lungo il condotto, ovvero lungo qualunque tubo di flusso. NB: il teorema di Bernoulli è una riformulazione della conservazione dell’energia meccanica adattata alla meccanica dei fluidi Equazione di Bernoulli-casi particolari Fluidi a riposo: In questo caso l’energia cinetica è nulla e l’equazione di Bernoulli si riduce alla legge di Stevino P1 1 1 v12 gy1 P2 v22 gy2 2 2 P1 gy1 P2 gy2 P1 P2 g y2 y1 h Tubo di flusso ad altezza costante y (y=0 per esempio) P1 1 1 v12 gy1 P2 v22 gy2 2 2 P1 1 1 v12 P2 v22 2 2 Se P1>P2 allora v1<v2 Se P1<P2 allora v1>v2 Se lungo una linea di flusso orizzontale aumenta la velocità di un fluido, deve diminuire la pressione e viceversa