Lezione 7
27 ottobre 2014
Che cos’è la laicità
(per questa e per le prossime lezioni il testo di riferimento è: G. Savagnone,
Dibattito sulla laicità, Elledici, Torino 2010)
Abbiamo visto che tra la teologia – e dunque la fede su cui essa riflette – e il
diritto esiste uno stretto rapporto. Ma se qualcuno ha la fede, può la sua ragione
affrontare correttamente i problemi politici e giuridici? Non è in partenza
condizionato? Si pone, insomma, il problema della laicità.
Spazio al dibattito.
Che cosa significa essere laici? Pochi termini come questo sono usati in senso
equivoco (come emerge anche da un confronto di opinioni in aula), tanto da
indurre qualcuno a proporre di eliminarlo. In realtà è possibile, forse trovare un
senso che, senza essere univoco (questo è veramente impossibile), è però
analogico.
Questo senso emerge dalla storia. Nella tradizione cristiana “laico” è stato
chiamato chi non era vescovo, presbitero o religioso. Un uso analogo si trova in
contesti profani, per es. in un organo come il Csm. Potremmo dunque definire il
laico come colui che sa di non essere quello che altri sono, di non avere quello
che altri hanno.
In fondo, allora, laico è colui che ha il senso dei propri limiti, che sa, cioè, di
non essere tutto, di non avere tutto, e di dovere perciò cercare sempre di nuovo,
attraverso il rapporto con altri che sono e hanno ciò che egli non ha.
Le doti del laico sono dunque lo spirito di ricerca e quello di ascolto,
l’apertura all’altro nella sua alterità.
La laicità dello Stato
Alla luce di quanto detto sulla laicità in generale, si può cercare di dare
contenuto a una formula spesso usata che è quella di “Stato laico”.
Modelli di Stato non laico: lo Stato assoluto cristiano (la “cristianità”) e quello
totalitario. Laicità inclusiva e laicità esclusiva: lo Stato che pretende di essere
neutrale, ma per questo esclude tutte le voci e le identità cultural-religiose dallo
spazio pubblico.
Spazio al dibattito
La laicità della fede e della ragione
Il caso Galilei emblematico della laicità sia della fede (che non pretende di
giudicare la realtà da tutti i possibili punti di vista, ma lascia spazio alla ragione
scientifica) che della ragione (che non pretende neanch’essa né di esaurire tutta
la ragione – come invece fa Dawkins nel suo L’illusione di Dio - , né di eliminare
gli spazi della fede.
Esempi concreti: il problema di Dio e quello dell’anima alla luce della teoria di
Darwin; oltre il cieco scientismo e l’altrettanto cieco fideismo.
Spazio al dibattito
La laicità della Chiesa rispetto allo Stato
A Cesare quello che è di Cesare: la Chiesa deve o non deve intromettersi nelle
questioni della città terrena? Un caso concreto: le leggi razziali del 1938 in Italia.
Il diritto-dovere della Chiesa di prendere posizione sulle questioni politiche
ogni volta che riguardino non solo la religione, ma l’aspetto religioso della vita,
che non è separabile da quello umano.
Il rischio dell’intromissione di tipo “strategico” invece che spirituale.
Spazio al dibattito.