Biochimica della fame e della sazietà

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Daniele Segnini
Biochimica della fame e della sazietà
Tutti siamo consapevoli della reciproca influenza tra cervello e intestino. La sensazione di "stomaco chiuso" prima di un
esame, la necessità di andare in bagno legata a stress ed emozioni forti, ma anche la classica "fame nervosa" stanno a
testimoniare la reciproca interazione tra sistema nervoso e apparato digerente. Fame e sazietà sono sensazioni che
orientano il comportamento alimentare e sono regolate a diversi livelli. I principali segnali biochimici della sazietà sono la
leptina, l'insulina e la colecistochinina. La grelina è, invece, il principale indicatore della fame.
La leptina (dal greco
leptos, magro) è un ormone codificato dal gene dell'obesità (Ob) che partecipa alla regolazione del metabolismo dei grassi
e del consumo energetico. La leptina viene prodotta dal tessuto adiposo bianco e trasportata ai recettori all'interno del
cervello, nell'ipotalamo, dove sono localizzati i centri della regolazione del peso, della temperatura corporea, della fame,
della sete e del freddo. Se le riserve lipidiche aumentano, le cellule adipose bianche producono più leptina per segnalare
all'ipotalamo che occorre ridurre l'assunzione di cibo; se le riserve di grasso diminuiscono, il tessuto adiposo ne produce
meno per segnalare all'ipotalamo di aumentare l'assunzione di cibo e ridurre la spesa energetica. In condizioni normali i
livelli di leptina aumentano dopo i pasti, in particolare se ricchi di grassi e zuccheri, e si riducono nel digiuno prolungato.
La scoperta della leptina, nel 1994, ha confermato l'esistenza di un canale di comunicazione tra tessuto adiposo e
cervello, finalizzato a regolare la quantità di grasso nelle cellule adipose. Oltre a intervenire nel senso di sazietà, la leptina
partecipa alla regolazione dell'attività tiroidea e potenzia le difese immunitarie.
La colecistochina è un ormone gastrointestinale prodotto prevalentemente dalle prime porzioni dell’intestino; la
molecola stimola la secrezione del succo pancreatico ricco di enzimi digestivi, favorisce il passaggio della bile e del
succo pancreatico nell'intestino, stimola la contrazione e lo svuotamento della colecisti, favorisce i movimenti
dell'intestino, ma soprattutto rappresenta un importante segnale di sazietà. La secrezione di colecistochinina è, infatti,
stimolata dai grassi e dalle proteine provenienti dalla poltiglia di alimenti provenienti dallo stomaco; gli alti livelli di bile in
circolo che essa stimola, segnalano all'organismo la presenza di grandi quantità di grassi e danno uno stop
all’ulteriore assunzione di cibo. Dopo un'assunzione di cibo, quindi, il pancreas libera insulina, il tessuto adiposo
leptina; all’arrivo di questi segnali di sazietà al cervello, l’ipotalamo affida la risposta all'ormone alfa-msh
(l'ormone che stimola i melanociti), prodotto dall’ipofisi il quale tramite il sistema nervoso autonomo manda al
fegato il segnale di bloccare la liberazione di glucosio e al pancreas quello di ridurre la produzione di insulina.
Analogamente, nel caso di sensazione di fame, l'ipotalamo rilascia il neuropeptide Y che esercita un ruolo importante
nella regolazione del bilancio energetico, essendo un forte stimolatore dell’assunzione di cibo e
dell’accumulo energetico. Il neuropeptde Y partecipa anche regolazione della pressione sanguigna – è un
vasocostrittore – e alla regolazione del metabolismo del colesterolo. La cosa singolare è che le persone obese
hanno alti livelli di insulina, per la cosiddetta "resistenza insulinica", ma anche alti livelli di leptina, l'ormone della sazietà:
evidentemente con l'aumento del peso si riducono i recettori della leptina nel cervello e viene a mancare la regolazione
automatica del controllo della sazietà e, quindi, del peso. Un altro problema per gli obesi potrebbe essere la ridotta attività
dell'ormone alfa-msh, associata ad aumento di peso e a modifiche nella produzione pancreatica di
insulina.L’ormone della fame è la grelina o gh-relina, prodotto dalle cellule presenti sul fondo dello stomaco
umano. La grelina stimola l'appetito - i suoi livelli aumentano prima dei pasti e calano circa un'ora dopo - e agisce
sull'ipofisi anteriore contribuendo alla secrezione dell'ormone della crescita. L’ipotalamo da un lato contiene i
recettori per la grelina prodotta dallo stomaco, dall’altro è anche in grado di sintetizzarla. A ulteriore riprova del
collegamento cervello-apparato digerente, la grelina sembra essenziale per l'adattamento cognitivo nel cambiare
ambienti e nei processi di apprendimento.
http://www.danielesegnini.it
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Generata: 11 June, 2017, 02:10
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