Speciale maltempo 12-14 settembre 2008

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Speciale maltempo 12-14 settembre 2008 - a cura di Matteo Gianatti - www.meteopiateda.it
PIOGGE RECORD, FORTI TEMPORALI, FINO A 18 GRADI IN MENO IN APPENA 72
ORE SANCISCONO IL PIÙ BRUSCO PASSAGGIO STAGIONALE DEGLI ULTIMI ANNI.
Settembre: inizia l'autunno, le giornate si accorciano sensibilmente, la sera e al mattino comincia a
fare fresco, talvolta perfino freddo nelle regioni d'Italia più settentrionali e nelle zone di montagna.
Un calo delle temperature è normale in questo periodo dell'anno. La neve torna a fare visita alle
cime più alte delle Alpi, ma non solo. L'anno scorso, un'ondata di freddo precoce aveva spinto i
timidi fiocchi bianchi anche più giù, nei primi giorni del mese.
Questa volta, le temperature sono scese d'improvviso, dopo un inizio di stagione eccezionalmente
caldo. Di seguito, seguiremo l'evoluzione che ci ha condotti dall'estate piena all'autunno inoltrato,
analizzando le configurazioni bariche a macro-scala e le situazioni locali, utili per comprendere
l'entità dei fenomeni che hanno accompagnato questo brusco cambio di marcia.
Premesse.
Alla fine della prima decade, l'Italia permane sotto l'influsso dell'infuocato respiro africano. Le
temperature sono ovunque molto al di sopra della norma, specie al Centro e sulla Sardegna, dove
frequentemente si superano i 35 gradi. Fa caldo anche al Nord e sulla Pianura Padana, con oltre
33 gradi a Ferrara giovedì 11.
Da Nord-Ovest, si avvicina alle Isole Britanniche una profonda saccatura, con annessa
depressione al suolo, che incentiva il richiamo di correnti umide meridionali sulla Penisola.
Analisi sinottica del 12 settembre 2008.
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Come sempre accade in queste situazioni, nella giornata di venerdì il Nord vede l'insorgere di
fenomeni temporaleschi prefrontali, piuttosto diffusi e di una certa intensità, viste le temperature e
l'elevato tasso d'umidità nei bassi strati, sulle zone di pianura e lungo la fascia pedemontana,
mentre altrove continua a fare molto caldo. In mattinata, un violentissimo nubifragio si abbatte su
Milano, scaricando oltre 43 mm di pioggia in poche decine di minuti nella zona di Corsico. In
giornata, nuovi temporali si formano sul Trentino, mentre una poderosa squall-line raggiunge il
Friuli. Notizie che riguardano la manifestazione più eclatante giungono dalla Sardegna, flagellata
da una potente super-cella.
A questo proposito, occorre fare una breve considerazione. A pochi giorni dall'evento perturbato,
opportune misurazioni indicavano temperature inusitatamente elevate sulla superficie dei mari
italiani e del Mediterraneo in genere. I valori rilevati a Ovest della Sardegna oscillano attorno ai 27
gradi. Più caldo lo Ionio, con 29 gradi, il Canale di Sicilia, con 28, e l'Adriatico.
Perché, allora, i temporali più violenti
sono scoppiati proprio sul Tirreno e
nelle regioni prospicienti, anziché su
quelle meridionali?
Lo sgancio di una goccia fredda da
suddetta saccatura è accompagnato da
venti di Maestrale piuttosto intensi, che
irrompono dalla Valle del Rodano
investendo in pieno la Sardegna. Vista
l'importanza
dell'avvezione
polare
fredda, il calo termico si preannuncia
molto marcato, soprattutto sull'Alto
Tirreno. Unitamente, osserviamo la
predisposizione degli indici di stabilità a
fenomeni particolarmente violenti e a
carattere super-cellulare sui Nostri mari
CAPE (sopra) e Lifted (in basso), venerdì 12 settembre 2008, ore più occidentali.
15Z. Valori tanto elevati di tali indici favoriscono la formazione di
super-celle, associate a forti temporali e vistose grandinate.
L'enorme
quantità
di
energia
disponibile è in grado trasformare, in
mare aperto, le celle temporalesche in
super-celle auto-rigeneranti. Una di
queste, potenzialmente pericolosa, si
abbatte sul Nord-Ovest dell'isola
sottoforma di fortunale nel tardo
pomeriggio, con venti oltre i 120/130
km/h, provocando ingenti danni alle
strutture e all'agricoltura, tanto da
rendere necessaria la richiesta dello
stato di calamità naturale in molte zone
del Sassarese.
Altri temporali bagnano anche Toscana
(47 mm ad Arezzo), Umbria, Lazio e
Campania tra il pomeriggio e la sera.
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La sequenza satellitare mostra le numerose formazioni temporalesche che risalgono il
Tirreno, raggiungendo le Regioni Centrali e poi quelle di Nord-Est. Si noti l'immensa
super-cella in piena attività sulla Sardegna. In alto a sinistra, la nuvolosità “a blocchi”
indica la discesa di aria fredda sulla Francia.
Analisi sinottica del 13 settembre 2008.
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Il giorno successivo, la goccia fredda si
abbassa ulteriormente di latitudine,
tuffandosi nel Mediterraneo dal Golfo
del Leone, apportando conseguenze in
termini di maltempo soprattutto al Nord.
Frattanto, una depressione al suolo si
genera sull'Italia, favorendo l'ingresso
dell'aria fredda nella bassa troposfera.
Contemporaneamente al passaggio del
fronte, il core del getto polare trasla
verso Sud-Est, investendo le Regioni
Tirreniche e quelle meridionali.
Nel
corso
della
giornata,
l'approfondimento di un minimo a
ridosso delle Alpi Marittime acuisce il
richiamo orientale nei bassi strati,
mentre a 850 hPa soffiano venti
Temperatura potenziale equivalente e vento a 850 hPa, 13 settembre
meridionali sul Piemonte.
2008, ore 12Z. Si noti la posizione del fronte occluso (linea fucsia).
Piogge forti ed insistenti, inizialmente a carattere temporalesco, interessano le Prealpi Lombarde a
partire dalla mattinata. È tra il pomeriggio e la sera, tuttavia, che si assiste allo sviluppo dei
fenomeni più intensi tra il Piemonte e la Lombardia Occidentale, dove si formano nuovi temporali.
La carta dei venti al suolo delle ore 15Z
(le 17 in Italia) mostra un'evidente linea
di convergenza sul Novarese, sede
d'incontro fra le correnti in discesa
dalle Alpi, quelle di Maestrale
provenienti da Sud-Est (dopo aver
aggirato l'Arco Alpino), e i venti di Bora
Scura di rientro da Est sulla
Valpadana. Anche più a Ovest si
osserva
un'altra
importante
convergenza, ove il Maestrale impatta
contro i rilievi piemontesi. Inoltre, si
notino i valori di temperatura più elevati
sulla
Pianura
Padana
CentroOccidentale, laddove confluiscono le
diverse masse d'aria e sono più attivi i
temporali.
A
provocare
questo
riscaldamento è stata l'aria secca postTemperature e vento a 10 m, sabato 13 settembre 2008, ore 15Z.
frontale,
responsabile
dei
rasserenamenti, intervenuti nel pomeriggio tra il Piemonte e la Bassa Lombardia, che hanno
ulteriormente incrementato l'instabilità atmosferica su queste zone.
La distribuzione dell'umidità specifica alla quota isobarica di 700 hPa mostra i valori più elevati al
Nord-Est (davanti al fronte occluso) e sulle Alpi Occidentali.
Per finire, la situazione delle ore 15Z a 500 hPa rileva una marcata avvezione di vorticità positiva
sulla pianura piemontese, che favorisce i moti verticali ascendenti, legati alla divergenza in alta
troposfera, conseguente al passaggio del getto, e alla convergenza delle correnti al suolo.
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Coerentemente con quanto osservato, la sequenza radar dalle 17.20 alle 18.10 (ora italiana) del
13 settembre evidenzia la presenza di corpi nuvolosi con associate precipitazioni temporalesche
sul Piemonte, una zona “d'ombra” tra la Liguria, la Bassa Lombardia e l'Emilia Romagna (dove non
piove o le precipitazioni sono, tuttalpiù, deboli e sporadiche), e una lunga fascia soggetta a forti
rovesci di pioggia, che dal Veneto si allunga verso Nord-Ovest. La direzione dei pennacchi dei
cumulonembi visibili a Sud del Lago Maggiore indica la presenza di correnti Sud-orientali in quota,
mentre la progressione radar mette in risalto l'avvitamento dei corpi nuvolosi attorno al minimo di
pressione localizzato sulle Alpi Occidentali.
Umidità specifica e venti a 700 hPa, sabato 13 settembre 2008, ore
15Z. Dietro al fronte (linea bianca) l'aria è sensibilmente più secca.
Vorticità assoluta e direzione del vento a 500 hPa, sabato 13
settembre 2008, ore 15Z.
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Sequenza radar 17:20-18:10, sabato 13 settembre 2008. Si noti la
formazione di una potente cella temporalesca sull'Alessandrino
all'inizio della progressione.
Ricapitolando:
–
il fronte freddo ha aggirato le Alpi, scavando un minimo orografico su quelle occidentali;
–
la linea frontale occlusa è pressapoco parallela alla Catena Appenninica settentrionale; davanti
ad essa, i valori di umidità specifica sono elevati e si hanno piogge forti e diffuse;
–
dietro al fronte l'umidità specifica è inferiore e le precipitazioni sono scarse o assenti; anche i
valori di temperatura potenziale equivalente sono più bassi che altrove;
–
sul Piemonte Occidentale e sul Verbano si realizzano due importanti situazioni di convergenza
nei bassi strati, mentre le correnti da Sud-Est ai piani isobarici soprastanti producono una
situazione da stau, impattando contro la barriera alpina; qui i fenomeni sono a prevalente
carattere temporalesco.
Descrizione degli eventi.
Nel Mantovano un nubifragio ha provocato la caduta di 180 mm di pioggia, causando numerosi
allagamenti, mentre fortissimi venti di downburst hanno scoperchiato diversi capannoni. Sia il
Veneto che il Piemonte sono stati colpiti da forti temporali stazionari auto-rigeneranti, che hanno
scaricato al suolo spropositati accumuli pluviometrici in poche ore, tuttavia, mal distribuiti. Nella
zona di Chioggia sono caduti 111,1 mm (ma, poco distante, è stato misurato un picco di ben 253,6
mm), 105,2 a Valeggio sul Mincio, 103,6 a Verona-Villafranca, 90,8 a Venezia. Su pianura e fascia
prealpina gli accumuli sono stati mediamente compresi fra i 50 e i 75 mm, tra i 20 e i 60 mm nelle
zone montane, tra 10 e 20 mm su Basso Veneto e nell'area alpina più settentrionale. Nel Torinese
è stato registrato il valore record di 273 mm di pioggia all'aeroporto di Caselle, in altre località
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piemontesi sono stati comunque superati i 200 mm di precipitazione giornaliera. Nubifragi e
temporali hanno colpito anche le Marche e, più giù, il Salernitano (oltre 100 mm), il Cosentino
(quasi 100 mm) e la Sicilia (oltre 50 mm in alcune zone).
Precipitazione cumulata e intensità oraria, Torino Caselle, sabato 13
settembre 2008. La quantità complessiva di 273 mm (75,8 mm in
un'ora, 148 mm in tre ore, 233 mm in sei) rappresenta il record
assoluto di precipitazione giornaliera dal 1955 (precedente: 174,6
mm il 05/11/1994). I tempi di ritorno per un evento simile vanno dai
250 ai 1700 anni. Fonte: ARPA Piemonte.
Partendo dai dati pluviometrici raccolti
dalle stazioni del Centro Meteorologico
Lombardo in diverse località della
Lombardia, è possibile calcolare un
valore medio per fasce o per province,
che ci restituisca una distribuzione
approssimativa
della
piovosità
giornaliera sulla regione. I risultati non
contemplano le aree di montagna non
abitate. Mediamente, sono caduti circa
74 mm in Provincia di Mantova, 56 in
quella di Sondrio, 55 in quelle di Lecco
e Como, 48 tra Bergamasca e
Bresciano, 25 tra Milano, Pavia e
Brianza, 18 in Provincia di Varese.
Picchi superiori ai 100 mm sono stati
raggiunti in località Porto Mantovano
(MN, 111,5 mm), a Barzio (LC, 107,2
mm), Monzambano (MN, 106,2 mm),
Pizzo Arera-Rif. Capanna 2000 (BG,
102,6 mm), Como Monteolimpo (100,1
mm).
La Media Valtellina ed il Sondriese
hanno totalizzato i più abbondanti
accumuli giornalieri dal 2002, seppur la
distribuzione degli stessi sia risultata
piuttosto irregolare anche nel raggio di
pochi chilometri. Sondrio Ovest ha
cumulato 60,9 mm, Sondrio-Piastra
66,4 mm, Caiolo 48,6 mm, Piateda
75,4 mm, Montagna Alta-Centro 69,8
mm, Montagna-Piano 79,0 mm. In
bassa valle, vale la pena segnalare i
73,0 mm di Morbegno.
Per quasi tutta la giornata di sabato, le
alte temperature hanno mantenuto il
limite della neve oltre i 3000 metri di
quota nei Grigioni, mentre, a Nord delle
Alpi, l'addossamento dell'aria fredda
provocava un repentino crollo termico,
spingendo i fiocchi bianchi sino a 1800
metri nell'Oberland Bernese. Solo in
serata, l'esaurimento dei fenomeni è
Pioggia cumulata in 24 ore (aggiornamento domenica 14 settembre stato preceduto da una spolverata sin
2008, ore 00:00UTC). Si noti l'isolato picco precipitativo su Torino verso i 2200/2400 metri sui rilievi di
Caselle (in rosso). Fonte: MeteoSwiss.
Valtellina.
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Precipitazioni giornaliere e totale peggioramento 12-14 settembre 2008
90,0
87,0
79,4
75,4
73,0
69,6
70,0
mm cumulati
85,0
79,0
80,0
60,9
60,0
57,8
50,0
50,0
49,2
48,6
40,0
30,0
12/09/08
13/09/08
14/09/08
TOTALE
20,0
10,0
3,3
5,4
5,2
4,0
0,0
SONDRIO
CAIOLO
1,9
6,1
7,2
2,4
MONTAGNA
PIATEDA
3,4
3,0
MORBEGNO
0,4
0,4
SAMOLACO
località
Evoluzione 13-16 settembre 2008.
Nel fine settimana, sul Nord Europa si afferma l'Alta Pressione Scandinava, mentre la spinta verso
Est dell'Anticiclone delle Azzorre isola la goccia fredda italica sul Mediterraneo Centrale nei primi
giorni di quella successiva. Suddetta circolazione ciclonica a 500 hPa, schiacciata dalla fusione dei
due potenti anticicloni, aggancia un più profondo vortice sulla Russia, permettendo un ulteriore
richiamo freddo in quota, mentre l'anomala distensione della robusta fascia alto-pressoria sul Nord
del Continente, con asse SO-NE (Ponte di Wejkoff), determina una disposizione delle isobare
favorevole al richiamo di aria artica continentale anche nei bassi strati.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo, martedì 16 settembre 2008.
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In 72 ore l'estate ha chiuso i battenti, lasciando posto ad un severo autunno. Le temperature
subiscono un calo davvero notevole, quasi dappertutto superiore ai 10 gradi centigradi,
accompagnato da frequente instabilità su molte regioni, e dalle prime nevi, oltre che nelle Alpi,
sulle più alte vette appenniniche.
Fonti:
dati: www.meteogiornale.it, www.centrometeolombardo.it, www.arpalombardia.it
carte meteorologiche: www.wetterzentrale.de, www.meteoliguria.it
radar: www.landi.ch
Articolo di Matteo Gianatti
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