its-1 TERMODINAMICA STATISTICA Se il fine della Chimica Fisica può essere definito come quello della spiegazione delle cause del comportamento chimico allora i suoi fondamenti sono: TERMODINAMICA: in particolare, lo studio delle relazioni fra energia, nelle sue varie forme e le modificazioni chimiche e l’equilibrio chimico CINETICA: lo studio delle velocità delle reazioni chimiche e dei loro meccanismi molecolari MECCANICA QUANTISTICA: lo studio del moto delle particelle costituenti gli atomi e le molecole MECCANICA STATISTICA: lo studio delle relazioni con le quali il comportamento macroscopico delle varie sostanze può essere correlato alle proprietà molecolari dei costituenti In linea di principio la conoscenza delle proprietà fisiche a livello molecolare ( microscopico ) consente di valutare le proprietà macroscopiche di sistemi sia in equilibrio che in non equilibrio Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-2 • E’ relativamente consueto definire Termodinamica Statistica quella parte della Meccanica Statistica che, applicata a sistemi all’equilibrio, consente di mettere in relazione le proprietà molecolari con le variabili di stato termodinamiche Termodinamica Classica consente di prevedere il comportamento allo equilibrio di più sostanze una volta che siano note le loro singole proprietà comunque le proprietà di ciascuna sostanza devono essere misurate Termodinamica Statistica ▬ Consente di prevedere il comportamento “chimico” ( nel senso termodinamico ) conoscendo “come è fatta” una sostanza per sottolineare il concetto si può dire che è possibile prevedere il comportamento di una ipotetica sostanza ( molecola ) per la quale si conosca ogni proprietà microscopica ma di cui si disponga, in pratica, in quantità insufficienti ad eseguire misure macroscopiche Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-3 INOLTRE Di alcune proprietà termodinamiche come calori specifici, energie libere, ecc., si possono eseguire misure, il più delle volte, in campi ristretti di T e P. Viceversa, entro certi limiti, la Term. Statistica ne consente la valutazione alle P e T che si desiderano IN SINTESI La Termodinamica Statistica affronta il problema delle relazioni fra gli stati di moto ( i possibili livelli energetici ) atomici e molecolari di una qualche sostanza e le proprietà termodinamiche di quantità macroscopiche di questa • Apparentemente il problema, trattandosi di quantità di materia con numero di atomi e molecole dell’ordine di NA = 6·1023 , sembra impossibile da affrontare Anche senza pensare alla risoluzione delle equazioni del moto di un sistema a così tanti corpi, la sola elencazione delle coordinate è un problema E’ semplicemente al di là delle nostre capacità il controllo di ∼ 1023 variabili Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-4 • In realtà è la stessa complessità del problema che ci fornisce la chiave della soluzione • non seguiremo i dettagli del moto dei singoli corpi costituenti il nostro sistema • In effetti a livello macroscopico ciò che si osserva sono delle medie delle caratteristiche del sistema ( per esempio: Pressione di un gas come media degli innumerevoli urti delle singole particelle costituenti ) • L’enorme numero di particelle che dobbiamo prendere in considerazione rende assai poco probabile delle variazioni significative delle medie ( per esempio: per un gas le fluttuazioni di pressione sono molto piccole rispetto alla pressione stessa ) • Poichè ci proponiamo di prevedere lo stato termodinamico di un sistema nota la natura delle particelle costituenti ( assunte ora, per semplicità, tutte uguali ) e delle foze agenti su di esse dobbiamo risolvere, in sequenza, alcuni problemi Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-5 1. Previsione del tipo e numero degli stati di moto possibili Problema risolto, quando possibile, dalla Meccanica Quantistica 2. Determinazione della distribuzione delle particelle fra gli stati di moto consentiti 3. Calcolo delle proprietà termodinamiche Particelle Indipendenti e Distinguibili • Consideriamo un sistema di N particelle assai debolmente interagenti e di energia totale fissata ε 0 ε1 ε 2 ε 3 .....ε n n0 n1 n2 n3 ....nn ← ← E le energie possibili una possibile popolazione CONFIGURAZIONE • In generale vi sono molti modi di soddisfare le condizioni di N ed E fissate consideriamo, per esempio, 7 particelle in 8 livelli energetici con energia totale 7 ε TS TC ε 0 ε1 ε 2 ε 3 ε 4 .....ε s E = U – U0 0 ε 2ε 3ε 4ε 5ε N.B. ⎝ L’energia è sempre definita a meno di una costante. Useremo sempre come zero della scala il valore della E minima ( stato Fondamentale ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-6 configurazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 0 ε 2ε 3ε 4ε 5ε 6ε 7ε 6 5 5 5 4 4 4 4 3 3 3 2 2 1 7 1 1 1 2 1 2 3 3 4 5 1 1 2 3 1 2 1 1 2 1 1 1 - 1 1 1 - 1 1 - 1 - 1 - W W/Wtot 1 7 42 42 42 210 105 105 105 140 420 140 210 105 42 0.00058 0.00408 0.02447 0.02447 0.02447 0.12240 0.06119 0.06119 0.06119 0.07973 0.24470 0.07973 0.12240 0.06119 0.02447 Notiamo che: 1. Il numero di modi nei quali si può realizzare una configurazione ( PESO della Configurazione ) è fornito dalle relazioni N! N! Se riferito agli stati quantici W= = n1!n2!... ∏ ni ! ( agli stati di moto ) i W= N! n ∏ gi i ∏ ni ! i Se riferito ai livelli energetici i W va da un minimo di N ! N ! = 1 ad un massimo di N ! ∏ (i = 1) = N ! [tutte le particelle nel medesimo livello] [tutte su livelli diversi] i Il peso W “misura” il disordine della Configurazione Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-7 2 Alla configurazione nettamente maggiore 11 compete un peso 500 400 300 W 200 100 0 0 3 2 4 6 8 10 configurazione 12 14 16 Abbiamo implicitamente considerato che ogni stato di moto ( stato quantico ) ha la medesima probabilità di realizzarsi Principio della EQUIPROBABILITA’ A PRIORI 4 ▬ Stiamo usando particelle distinguibili ▬ Non abbiamo posto restrizioni al numero di particelle che possono essere assegnate al medesimo livello energetico Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-8 Insieme ( Ensemble, Assembly ) Micro-canonico • Qual’è l’immagine fisica dell’esempio precedente? Le particelle hanno accesso agli 8 stati energetici In un determinato periodo di tempo si scambiano le energie ( soltanto nelle collisioni e conservando la E totale ) ognuna delle configurazioni viste è una specifica distribuzione istantanea delle particelle fra gli stati energetici accessibili • Se ora volessimo calcolare una qualche proprietà F del sistema sarebbe intuitivo fare una media “pesata” dei valori che questa assume, nel tempo, per ciascuna possibile configurazione F = ∑ FJ WJ ∑ WJ Stiamo, di nuovo, assumendo che ciascun modo di realizzare delle configurazioni ( ciascun microstato ) sia “visitato” con uguale probabilità Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-9 • Se anzichè con 7 particelle si avesse a che fare con un numero di particelle dell’ordine di 1023 fare una simile media temporale implicherebbe, anche solo concettualmente, specificarne le variabili dinamiche Questo compito, sostanzialmente impossibile, può essere evitato con una invenzione dovuta a GIBBS MEDIA su di un ENSEMBLE • L’idea è quella di immaginare un gran numero di repliche del nostro sistema ( in questo caso con N, V ed E costanti ) N, E, V N, E, V N, E, V ENSEMBLE Pareti RIGIDE ed ADIABATICHE N, E, V • La media viene ora fatta sui valori osservati per la proprietà F su tutti i sistemi dell’ensemble F Dipartimento di Chimica insieme di sistemi Prof. Guido Gigli its-10 • L’ipotesi ERGODICA è quella di assumere che le due medie ( sul tempo e sull’insieme ) siano uguali Si assume che se un sistema passa il 2% del tempo in un particolare stato dinamico una “fotografia” di un gran numero di sistemi ( lo Ensemble, l’Insieme ) ne mostrerà il 2% in quello stato • L’ipotesi ergodica, per quanto possa apparire ragionevole, è considerata non banale e molto ne è stato scritto al riguardo Possiamo considerarla uno dei postulati fondanti della Termodinamica Statistica • L’insieme che abbiamo visto è chiamato INSIEME MICROCANONICO Configurazione Dominante • Se il numero di particelle è grande ( anzichè 7 come nell’esempio ) ci aspettiamo che il grafico mostri un picco più pronunciato per il quale è utile avere un metodo di ricerca Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-11 • Dobbiamo cercare il massimo di W al variare della configurazione ( cioè degli ni ) W è un numero molto grande e nella sua espressione vi sono produttorie è preferibile usare la quantità lnW • Per grandi numeri si usa una approssimazione per N! o ln N! = 1 1 ≅ N ln N − N + ln N + ln π ≈ 2 2 ≈ N ln N − N Formula di Stirling ln N != ln [ N × ( N − 1)× ( N − 2 )........... × 2 × 1] = = ln 1 + ln 2 + ............... ln N = N = ∑ ln x x =1 ln N ! → somma di tutti i rettangoli ln N != A1 + A2 A1 = ∫1 ln x dx = [ x ln x − x ]1 = N = N ln N − N − 1ln 1 + 1 = = N ln N − N + 1 1 A2 ≅ ln N 2 N ln N != A1 + A2 = = N ln N − N + 1 + 1 2 ln N N=106 ∏12.8 106 7.9 ln N != N ln N − N Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-12 ln W − ln N !+ ∑ ni ln g i − ∑ ni ln ni + ∑ ni i i differenziando ( su tutti gli ni ) per esempio: ∂ ( n1 ln g1 + n2 ln g 2 ) ∂ ( n1 ln g1 + n2 ln g 2 ) dn1 + dn2 ∂ n1 ∂ n2 2 = ln g1 dn1 + ln g 2 dn2 = ∑ ln gi dni i =1 d ln W = ∑ ln g i dni − ∑ ln ni dni − ∑ ni i i i = ∑ ( ln g i − ln ni ) dni 1 dni + ∑ dni ni i i • Il massimo di ln W si ottiene per d ln W = 0 MA ⎛ ∑ ⎜⎜ ln i ⎝ gi ni ⎞ ⎟⎟ dni = 0 ⎠ i vari dni non sono indipendenti • Le variazioni degli ni sono soggette ai vincoli di N = cost N = ∑ ni E = .cost E = ∑ ni ε i i i ↓ ∑ dni = 0 i ↓ ∑ ε i dni = 0 i Per includere queste condizioni nella ricerca del massimo si usa il metodo dei MOLTIPLICATORI di LAGRANGE Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-13 Metodo dei Moltiplicatori di Lagrange • Illustriamolo con un esempio: [ ( ▬ montagna di equazione Z = exp − x 2 + y 2 )] • Punto più alto? − ln Z = x 2 + y 2 d ( − ln Z ) = (2 x ) dx + (2 y ) dy = 0 ↓ 2x = 0 ↓ punto ( 0, 0 ) 2y =0 • Punto più alto lungo il cammino x + y = 4 ? metodo “classico” y=4 − x − ln Z = x 2 + ( 4 − x )2 = 2 x 2 − 8 x + 16 d (− ln Z ) = 4x − 8 = 0 dx ⎧x = 2 → ⎨ ⎩y = 2 metodo dei Moltiplicatori eq. senza condizioni d ( − ln Z ) = 2 x dy + 2 y dy = 0 eq. delle condizioni dx + dy = 0 Posso sommare due quantità pari a 0 2 x dx + 2 y dy = 0 α ( d x + d y)= 0 questa eq. INCLUDE le condizioni imposte _________________ ( 2 x + α ) dx + (2 y + α ) dy = 0 2x + α = 0 2y +α =0 x =−α 2 y = −α 2 α =− 4 → Dipartimento di Chimica e con x + y = 4 x=2 , y=2 Prof. Guido Gigli its-14 • La nostra nuova equazione è allora: ⎛ ∑ ⎜⎜ ln ⎞ gi − α − β ε i ⎟⎟ dni = 0 ni ⎠ ⎝ g ln i = α + β ε i ni i ni = g i e −α e − 1 kΤ β εi Determinazione di α ∑ ni = N i ∑ gi e −α e − β ε i = e −α ∑ g i e − β ε i = N i i ↓ e −α = N ∑ gi e − β εi i ni = N gi e − β ε i q q = ∑ gi e − β ε i q Funzione di ripartizione ( Molecolare ) con ε i livelli energetici i q = ∑ e− β ε i con εi stati quantici i • Abbiamo trovato una particolare configurazione Distribuzione di Maxwell Boltzmann cui compete il W max Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-15 • Questa configurazione non è soltanto la più probabile ma lo è in modo soverchiante ln W configurazioni Boltzmann • In effetti si dimostra che è un massimo e che ▬ per una mole di particelle ▬ una configurazione diversa per 1 parte su 1010 ha “peso” 10434 volte minore W max ≈ 10 434 W Di fatto si ha che W = ∑ WJ ≅ W max J Funzione di Ripartizione • Significato Probabilistico E’ quello che abbiamo visto ni = Pi N ni = −ε i β gi e q N Dipartimento di Chimica 0 ≤ Pi ≤ 1 ↑ Probabilità che vi siano particelle nel livello iesimo Prof. Guido Gigli its-16 Funzione Intensiva nella quale sono contenute le informazioni microscopiche del sistema in studio Zustandsumme ↔ Somma sugli stati q = e − β ε 0 + e − β ε1 + e − β ε 2 + ........ ' ' q =1 + e − β ε1 + e − β ε 2 + ........... ε1' = ε1 − ε 0 ε i' = ε i − ε 0 è una serie che converge tanto più rapidamente quanto più grandi sono gli intervalli di energia fra i livelli ( rispetto a β =1 k Τ ) in termini pratici si può interrompere la serie quando β ε >> 0 ▬ se ε1 è grande ( rispetto a KT ) q ≅1 se molti ε i ( per esempio m ) sono entro KT q ≅ 1 + 1 + ..(.m volte ) ≅m La entità di q ( della Somma sugli stati ) ci fa vedere quanto facilmente le particelle si distribuiscono ( ripartiscono ) sugli stati quantici disponibili Riflette la accessibilità agli stati quantici delle particelle considerate Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-17 e− β ε i ni = N q con ε 0 = 0 n0 = N q → q= N NA = n0 n0 è una misura del numero di particelle che:NON sono nello stato fondamentale ( sono in grado di “sfuggire” dal fondamentale ) Se q NA il numero di stati accessibili per particella è piccolo poche particelle saranno in stati eccitati Se q NA è grande le particelle saranno molto distribuite sugli stati energetici del sistema ▬ Pittoricamente i singoli fattori di q q =1 + e − β ε1' +e − β ε 2' + .... 1 n livello Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-18 Funzione di ripartizione Traslazionale • Trattiamo particelle di massa m ( non interagenti ) libere di muoversi in un contenitore di lati a, b e c CIOE’ un sistema modello di un gas ideale ( per es. monoatomico senza struttura interna ) • Abbiamo visto che la meccanica quantistica ci porge E n x ,n y ,nz 2 h 2 ⎛⎜ n x2 n y n z2 ⎞⎟ = + + 8 m ⎜ a2 b2 c2 ⎟ ⎠ ⎝ QUINDI ⎡ h 2 ⎛ n 2 n 2y n 2 ⎞⎤ q = ∑ ∑ ∑ exp ⎢ − β ⎜ x2 + 2 + 2z ⎟⎥ c ⎟⎠⎥⎦ ⎢⎣ 8 m ⎜⎝ a b nx n y nz la q si fattorizza q = qx ⋅ q y ⋅ qz q=∑e − A n2 n questa fattorizzazione è un risultato generale che vale ogni qualvolta εtot =ε1+ε2+…. con ε1,ε2….indipendenti dove A = β h2 8 m a2 1 A è piccolo infatti 1 2 3 4 5 6 7 …... i termini della sommatoria diminuiscono così lentamente che la sommatoria stessa può essere sostituita con un integrale Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-19 ∞ q=∑e − A n2 1 NB ( 2 ∞ ≅ ∫0 e − A n 1⎛ π ⎞ d n= ⎜ ⎟ 2⎝ A⎠ 12 )1 2 1 π 8 m a2 ( 2 π m )1 2 a q= = ⋅ a = 2 h β1 2 Λ h β1 2 lunghezza d’onda termica ( ( 2 π m )3 2 2 π m )3 2 qtot = 3 3 2 ( a ⋅ b ⋅ c ) = 3 3 2 V h β qtot = V h β H 2 T , P ordinarie (V ≅100 cm3 ) Λ3 o Λ ≈ 0.7 A q ≈ 2.8 10 26 o H e al punto di ebollizione Λ ≈ 4.2 A q ≈ 4.5 10 24 ( T = 4.2 K _ V = 3.5 10 -4 m 3 mole Energia Interna E = ∑ ni ε i i gi e − β ε i N ni = q E= è pressoché l’unica configurazione che conta N −β ε ∑ ε i gi e i q i d − β εi e = − ε i e− β ε i dβ N d N d −β ε E =− ∑ gi e − β ε i = − ∑ gi e i = q i dβ q dβ i poichè =− ⎛ d ln q ⎞ N⎛dq⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ = − N ⎜⎜ ⎟⎟ q ⎝ d β ⎠V d β ⎝ ⎠V U −U0 = E =− ⎛ d ln q ⎞ N⎛dq⎞ ⎟⎟ ⎟⎟ = − N ⎜⎜ ⎜⎜ q ⎝ d β ⎠V d β ⎠V ⎝ Dipartimento di Chimica Nota la q si può valutare la Energia Interna Prof. Guido Gigli its-20 Identificazione di β • Per un gas ideale la teoria cinetica dei gas ci fornisce U-U0 = 3/2 R T U-U0 = 3/2 kT per mole per molecola • Gli stati traslazionali sono estremamente numerosi e, il che è lo stesso, vicini in energia ALLORA E’ lecito usare il limite classico ed eguagliare 3 U − U 0 = RT 2 E =− con NA d q q dβ ⎛ dq⎞ ( 2 π m )3 2 ⎛ 3 −5 2 ⎞ ( 2 π m )3 2 −3 2 ⎜⎜ ⎟⎟ = V q β = = V β − ⎟ ⎜ tot ⎠ ⎝ 2 h3 h3 ⎝ d β ⎠V 3 q 3 q β −5 2 =− =− 2 β −3 2 2 β 3 3 NA NA k Τ= Il risultato è 2 2 β generale anche se 1 ricavato per uno β= kΤ specifico sistema in conclusione Funzione di Distribuzione di Maxwell-Boltzmann ni = Dipartimento di Chimica N g i e −ε i q kΤ Prof. Guido Gigli its-21 L’ entropia “Statistica” • Il legame con la Entropia è nella relazione di Botzmann S = k ln W U −U0 = E U = U 0 + E = U 0 + ∑ ni ε i → stati U = f ( ε i , ni ) a V = cost gli stati quantici non vengono variati dal conferimento di calore al sistema d ε i = 0 a V = cost d u =δ Q +δ L ∂ L =δ Q d U = ∑ ni d ε i + ∑ ε i d ni i i δL δQ d U = δ Q = ∑ ε i d ni i δ Qrev = T d S dS= kβ= ∑ ε i d ni = k Τ 1 Τ ∑ β ε i d ni i ma abbiamo cercato il massimo di lnW con N ed E cost. d ln W = 0 − α d ni = 0 − β ε i d ni = 0 ⎛ ∂ ln W ⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ − α − β ε i = 0 ∂ n ⎝ i ⎠ Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-22 ⎛ ∂ ln W ⎞ ⎟⎟ − α β ε i = ⎜⎜ ∂ n ⎝ i ⎠ ⎛ ∂ ln W ⎞ ⎟⎟ d ni − k α ∑ d ni d S = k ∑ ⎜⎜ i ⎝ ∂ ni ⎠ i d S = k d ln W dà credito alla relazione S = k ln W che si può “ricavare” ragionando come segue: S W S è additiva SA SB Stot=SA+SB W é moltiplicativa WA WB Wtot=WA·WB la connessione deve essere logaritmica S = k ln W + cost S − S 0 = k ln W ↓ 0 ( dal III principio ) per adattarsi alle unità di misura di S Qualche osservazione su Calore e Lavoro δ Q = ∑ ε i d ni δ L = ∑ ni d ε i i i Q Dipartimento di Chimica L Prof. Guido Gigli its-23 N.B. ▬ Se il processo è irreversibile cambiano sia ni che εi MA i valori di ni possono essere determinati soltanto in una trasf. rev. gli “ni” della distribuzione di Boltzmann si applicano a stati di equilibrio Se il processo consiste in una serie di stati di equilibrio lo stato del sistema, in ogni stadio, è fornito dalla distribuzione più probabile Funzione di Ripartizione Canonica ( Dalla Molecola alla Mole ) • Dalla q molecolare potremmo calcolare la energia media per molecola E = ⎛ ∂ ln q ⎞ E ⎟⎟ = − ⎜⎜ N ⎝ ∂ β ⎠V PERALTRO fare questo è lecito soltanto se le molecole sono Indipendenti ( non o debolmente interagenti ) Si tratta di una condizione abbastanza restrittiva Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-24 • usiamo il concetto di INSIEME CANONICO N, V, T N, V, T N, V, T ▬ T è uguale per tutti ▬ Q può essere scambiato ▬ la E complessiva è costante N, V, T N.B. La energia di ciascun sistema può variare • Anche in questo caso possiamo parlare di configurazioni ( distribuzioni dei Sistemi fra le energie possibili ) E1 E2 E3 .... Energie dei sistemi n1 n2 n3 numero di sistemi che hanno una certa E ogni E è la somma: E = ε a (1) + ε b (2 ) + ε a (3) + ε c (4) + ε c (5) a, b, c......stati molecolari ( quantici ) 1, 2, 3.. molecole ( particelle ) • il ragionamento ed il calcolo della configurazione più probabile procedono come per l’insieme MICROCANONICO W ENS = N ENS ! ∏ ni SIST ! i Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-25 = niSIST e − β EiSIST N Q configurazione dominante ENS frazione di Sistemi dello Ensemble che hanno Energia Ei Funzione di Ripartizione CANONICA Q = ∑ e − β Ei i Em = Ei = U −U0 = = pi E ENS N ENS E ENS N ENS ∑ Ei e =∑ niSist EiSist N ENS − β Ei i Q =− = ∑ pi ⋅ Ei = i ⎛ ∂ ln Q ⎞ 1 ⎛ ∂Q⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ = − ⎜⎜ ⎟⎟ ∂ β Q ⎝ ∂ β ⎠V ⎝ ⎠V Notiamo: le due espressioni ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ 1. E = − N ⎜⎜ ∂ β ⎝ ⎠V 2 ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ E = − ⎜⎜ β ∂ ⎠V ⎝ per quanto simili differiscono per il termine N • La 1 includendo N implica che vi sia una relazione di scala fra la proprietà di due sistemi di dimensione diversa ciò può essere vero soltanto se le particelle sono effettivamente indipendenti Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-26 • La 2 non include il fattore N perchè le N particelle sono già state considerate tutte insieme nella sua formulazione Il collegamento fra q e Q • Se le particelle sono indipendenti dovremmo poter usare sia q che Q Ei = ( ε a (1) + ε b (2 ) + ε a (3) + ε c (4 ) + ε c (5) + ......) Q = ∑ exp [ − β Ei ] i i significa a, b, a, c, c….. = ∑ exp [ − β ( ε i (1) + ε i (2 ) + ε i (3) + .......)] i • In ognuno degli stati i del sistema ogni particella ( 1, 2, 3…) sarà in uno solo dei J possibili stati quantici ( molecolari ) ( a, b, c….) ALLORA possiamo “estrarre” i fattori relativi a ciascuna particella ⎛ −β ε Q = ⎜⎜ ∑e J ⎝ stati quantici ⎞ ⎛ −β ε ⎞ J ⎟ ⎟ ⋅ ⎜∑e ⎟ ⎝J ⎠2 ⎠1 • Se tutte le molecole sono uguali e le possiamo distinguere Q = qN Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-27 Commenti sugli Insiemi • Abbiamo introdotto ed usato un ensemble CANONICO che consente alla Energia di ogni sistema di variare Quanto è ampia la possibile fluttuazione? • Si dimostra che σE Em ( ≅ O N −1 2 ) In realtà la funzione di distribuzione della probabilità dell’energia è una funzione estremamente stretta intorno al valor medio Em per N grande un solo valore di E è importante Anche se, in un insieme canonico, un sistema può, in linea di principio, assumere qualsiasi valore dell’energia tuttavia l’energia dell’insieme è distribuita così uniformemente in tutto l’insieme stesso che vi è quasi la certezza di trovare tutti i sistemi con valore di energia pari alla energia media Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-28 • si può affermare che al limite di un sistema grande ed in equilibrio un insieme canonico degenera ad un insieme microcanonico • vi sono altri “Ensemble” ( Insiemi ) Gran Canonico Isobaro Isotermo μ ,V , Τ P, N ,Τ sempre al limite di sistemi grandi ed in equilibrio si può usare l’ensemble che si vuole ( quello più comodo ) Distinguibilità ed Indistinguibilità • Due particelle sono distinguibili se ▬ sono diverse ▬ sono identificabili per la loro posizione QUINDI GAS LIQUIDI Particelle INDISTINGUIBILI ? SOLIDI Particelle DISTINGUIBILI Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-29 • La relazione Q = q N vale se possiamo “etichettare” ( cioè distinguere ) le particelle Sarà da usare per : ▬ Solidi ▬ Moti interni • Se le N particelle occupano N stati quantici distinti ( se q N è grande , vedi ITS 17 ) permutarle fra di loro non “conta” Due “sub” configurazioni come queste ε a (1) ε a (2 ) ε b (2 ) ε b (1) sono la stessa cosa Q = q N deve essere diviso per le N ! permutazioni qN Q= N! che sarà da usare per: ▬ traslazione ▬ GAS il contributo che conferisce INDISTINGUIBILITA’ Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-30 Statistiche Quantistiche • Sino ad ora non ci siamo preoccupati della natura quantistica delle particelle CIOE’ dei requisiti di simmetria ed antisimmetria • Tenendone conto il conteggio degli stati cambia: FERMI – DIRAC ▬ Soggette al principio di escusione ni particelle in gi stati g i ( g i − 1).......( g i − ni + 1) = W =∏ i gi ! ( gi − ni )! gi ! ( gi − ni ) ! ni ! per la indistinguibilità BOSE – EINSTEIN ▬ non soggette al principio di esclusione g i = 2 scatole 2 -1 = g i − 1 separatori ni = 4 oggetti ni = 4 oggetti 4 + 1 = ni + g i − 1 " cose" Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli W =∏ i its-31 ( ni + gi − 1) ! ni !( g i − 1) ! per la indistinguibilità PERALTRO in sistemi “diluiti” gi >> ni WBE = ( gi + ni − 1) ( gi + ni − 2) ⋅ ⋅ ( gi + ni − ni ) ( gi − 1) ! ni ! ( g i − 1) ! g ini WBE ≥ ni ! WFD = WFD gi ! g ( g − 1) ⋅ ⋅ ( g i − ni + 1)( g i − ni )! = i i ni ! ( g i − ni )! ni !( g i − ni )! g ini ≤ ni ! N g i e −ε i q g i q ε i kΤ q = e ≥ ni N N ni = kΤ se q/N è grande lo è anche gi/ni QUINDI • Le statistiche quantiche ( al limite classico ) convergono a distinguibili quella già vista per particelle INFATTI g ini abbiamo cercato il massimo di W = N ! ni ! ( ma N ! non interviene nella determinazione del massimo ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-32 • Le specifiche distribuzioni più probabili ( senza approssimazioni di limite classico ) sono BOSE –EINSTEIN ni = gi eα + ε i kΤ per 1 trascurabile rispetto ad eα = q N ↓ ni = g i e −α e −ε i kΤ −1 FERMI – DIRAC ni = gi α + ε i kΤ e N ni = g i e −ε i q +1 kΤ Boltzmann Funzioni Termodinamiche √ Funzioni di Ripartizione Entropia S = k ln W ( usare W o Wmax è equivalente ) GAS g ini W =∏ i ni ! SOLIDI g ini W = N! ∏ i ni ! S = k ∑ ni ln g i − k ∑ ln ni ! = i = k ∑ ni ln i i gi + k ∑ ni ni g i e −ε i ni = q nε q S = k ∑ ni ln + k ∑ i i + k N N i i kT q U −U0 S = k N ln + +k N N T Dipartimento di Chimica kΤ N ⎛ gi q ε ⎞ ⎜⎜ ln = ln + i ⎟⎟ N kT ⎠ ⎝ ni → Idem + k N ln N − k N S = k N ln q + U −Uo T Prof. Guido Gigli its-33 ▬ se si vuole usare la Q qN Q= per i gas N! N ln q − N ln N + N = ln Q q N ln + N = ln Q N U −U0 S = k ln Q + T ▬ tornando alla q molecolare e per N = NA = NAVOGADRO S = R ln • q U −U0 + +R NA T S = R ln q + U −U0 T Energia Interna Abbiamo visto che ( ITS 25 ) ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ ⎟⎟ U − U 0 = − N ⎜⎜ U − U 0 = − ⎜⎜ ∂ ∂ β β ⎝ ⎠V ⎝ ⎠V per particelle indipendenti ( sia GAS che SOLIDI ) ∂ ln Q N non dipende dalla forma di Q = f (q ) Q = qN Q = q /N! ∂β QUINDI ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ = − N k ⎜⎜ ⎟⎟ = + N k T 2 ⎜⎜ ⎟⎟ U − U 0 = − N ⎜⎜ ∂ β ∂ 1 T ∂ T ⎝ ⎠V ⎝ ⎠V ⎝ ⎠V ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ per una mole → U − U 0 = R T 2 ⎜⎜ ⎝ ∂ T ⎠V più in generale ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ U − U 0 = k T 2 ⎜⎜ ∂ T ⎝ ⎠V Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-34 Calore Specifico ⎛ ∂U ⎞ ∂ ⎛ R ⎡ ∂ 2 ln q ⎤ 2 ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ = ⎜⎜ R T ⎟⎟ = 2 ⎢ cV = ⎜⎜ ⎥ = 2 ∂ T ⎠V T ⎣ ∂ (1 T ) ⎦ ⎝ ∂ T ⎠V ∂ T ⎝ V 2 ⎛ ∂ ln q 2 ∂ ln q ⎞ ⎜ ⎟ +T = R ⎜ 2T 2 ∂T ∂ T ⎟⎠ ⎝ oppure 2 ⎛ ln Q ln Q ⎞⎟ ∂ ∂ 2 ⎜ cV = k 2 T +T ⎜ T ∂ ∂ T 2 ⎟⎠ ⎝ Funzione A ( Energia libera di Hemholtz ) ( lavoro massimo ) A =U − T S A − A0 = U − U 0 − T S per un gas ( 1 mole ) A = U − R T ln A = − R T ln q −U − RT NA q − RT NA A − A0 = − k T ln Q “Ponte” di Massieu Pressione ⎛∂ A⎞ ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ = R T ⎜⎜ ⎟⎟ P = − ⎜⎜ ⎝ ∂ V ⎠T ⎝ ∂ V ⎠T ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ P = k T ⎜⎜ ∂ V ⎝ ⎠T Energia libera G ( Energia libera di Gibbs ) G = A + PV per un gas ideale ( 1 mole ) q G = A + RT = − RT ln NA Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-35 Entalpia H =U + p V H 0 =U 0 per 1 mole di gas ideale HT =UT + R T ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ + R T H T = R T 2 ⎜⎜ ∂ T ⎝ ⎠V Fef ( Free Energy Functions ) per un gas ideale GT0 − H 00 − T q U −U0 + +R NA T q U + RT −U0 = = R ln + NA T q HT − H 0 = R ln + NA T S = ST = R ln Peraltro GT0 − H 00 H T0 − T ST0 − H 00 H T0 − H 00 = = − ST0 T T T QUINDI GT0 − H 00 q0 = − R ln fef = NA T Delle funzioni termodinamiche di uso comune è quella più direttamente correlata alla funzione di ripartizione ( molecolare ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli its-36 • Di fatto i calcoli più comuni sono fatti per i gas ideali Si usa esclusivamente la q molecolare • Rimane vero che le relazioni più generali collegano le funzioni termodinamiche alla Q canonica ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ U − U 0 = k T 2 ⎜⎜ ∂ T ⎝ ⎠V ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ P = k T ⎜⎜ ∂ V ⎝ ⎠T 2 ⎛ ∂ ln Q ⎞ ∂ ln Q ⎞⎟ 2⎛ ⎟⎟ + k T ⎜⎜ cV = 2 k T ⎜⎜ 2 ⎟ ⎝ ∂ T ⎠V ⎝ ∂ T ⎠V ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ S = k ln Q + k T ⎜⎜ ⎝ ∂ T ⎠V ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ + k T V ⎜⎜ ⎟⎟ H − H 0 = k T 2 ⎜⎜ V ∂ T ∂ ⎝ ⎠V ⎝ ⎠T ⎛ ∂ ln Q ⎞ ⎟⎟ G − G0 = − k T ln Q + k T V ⎜⎜ ∂ V ⎝ ⎠T • Ora siamo in grado di applicare i concetti e le relazioni viste a casi semplici ( gas ideali cristalli ) per i quali, inoltre, disponiamo di adatti modelli quantomeccanici Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-1 Applicazioni ai GAS IDEALI • L’idea base è che si tratti di atomi o molecole assai • debolmente interagenti Essendo libere di muoversi nel volume assegnato qN Q= N! Possiamo usare indifferentemente la Q o la q (con le opportune relazioni per partic.Indistinguibili) usiamo la q q = ∑ g i e −ε i kT i la singola ε è: ε → Energia di − Traslazione − Moti Interni Moti ESATTAMENTE SEPARABILI ε = ε trs + ε Int ε Int → contributi di − ε Elettronica − ε moti nucleari ε = ε trs + ε al + ε moti nucleari Dipartimento di Chimica separabili nella approssimazione di Born-Oppeheimer Prof. Guido Gigli ats-2 ε moti nucl . → Contributi di ■ ε vibrazionale separabili nella approssimazione di ■ ε rotazionale − Rot. Rigido − Osc. Armonico QUINDI nell’approssimazione più drastica ε = ε trs + ε el + ε vib + ε rot q = qtrs ⋅ qel ⋅ qvib ⋅ qrot • Vedremo ciascuno di questi contributi dopo aver • notato che i “quanti” di ciascun tipo di moto sono asai diversi per esempio per il CO in una scatola di 10 cm a Τ =300 K (kT ≅ 2.5 kJ mole ) Δ ε trs ≅ 7 10 −20 kJ mole Δ ε rot ≅ 5 10 −2 λ ≅ 0.2 anni luce ≈ 3 mm MICROONDE Δ ε vib ≅ 3 10 ≈ 4 μm Δ ε elett ≅ 8 10 2 ≈ 150 pm • Notiamo IR UV anche che l’intero argomento indipendenza dei vari moti è delicato INFATTI abbiamo bisogno che l’equilibrio sia raggiunto della è necessario un debole accoppiamento fra i moti Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-3 Ancora sulla q traslazionale (2π m k T )3 2 qtrs = V 3 h ⎛ ∂ ln qtrs U − U 0 = R T 2 ⎜⎜ ⎝ ∂Τ ⎞ 3 1 3 ⎟⎟ = R T 2 = RΤ 2 2 Τ ⎠V Il risultato è ovvio perchè abbiamo ripercorso a ritroso il cammino usato per trovare β 2 ⎛ ∂ ln q 2 ∂ ln q ⎞ ⎜ ⎟ = R ⎛⎜ 2 Τ 3 1 − Τ 2 3 1 ⎞⎟ = 3 R CV = R ⎜ 2 Τ +Τ 2Τ 2 Τ2 ⎠ 2 ∂Τ ⎝ ∂ Τ 2 ⎟⎠ ⎝ q U −U0 S = S m = R ln + +R= NA Τ = R ln (2 π m k T )3 2 ⋅ V h3 N A 3 + R+R 2 ( 2 π k )3 2 5 3 ⎡3 ⎤ = R ⎢ ln Τ + ln V + ln (m )⎥ + ln 3 + R 2 2 2 ⎣ ⎦ h NA 3 3 S mm = R ln V + R ln Τ + R ln M + cos t 2 2 costante usando PV=RT esplicitiamo la dipendenza da P 5 3 S m = − R ln P + R ln Τ + R ln M + cost I 2 2 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-4 Poichè è consueto tabulare le proprietà in condizioni standard ( P=1 bar ) S m0 = 5 3 R ln Τ + R ln M + cost II − R ln ( P / P 0 ) 2 2 Questa così come le eq. precedenti vanno sotto il nome di eq. di Sackur-Tetrode (-Fermi ) Sono state ricavate empiricamente e, successivamente, ne è stata data una spiegazione ( per il valore delle costanti) • Notiamo che: ⇒ un aumento di V od M a T costante ■ diminuisce la spaziatura fra i livelli energetici ■ la densità di stati aumenta ( numero di livelli per unità di energia) ■ l’entropia aumenta perchè ci sono più modi nei quali la energia del sistema può essere distribuita ⇒ un aumento di T a V ed M costanti ■ non cambia la densità degli stati ■ più stati divengono accessibili perchè aumenta la energia termica ( kT ) ■ l’entropia aumenta ■ le derivate in T di ln qtr dipendono da 1Τ Complessivamente ■ U e P dipendono direttamente da T ■ CV diventa indipendente da T Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-5 • Controlliamo infine che per i gas sia applicabile il limite classico delle statistiche quantiche ( q N >>1 ) • Inglobando le varie costanti si ha - M peso molecolare consueto (g mol-1) 32 52 Τ q −2 M = 2.6 10 N P - T in K He a 300 K q N ≅ 3.2 105 Ar a 300 K q N ≅ 106 He a 4.75 K q N ≅ 10 Ar q N ≅ 10 a 1.2 K P in bar P ≅ 1 bar ∧ Statistica di Bose Einstein ∧ liquefa prima che venga meno la validità del limite classico q Elettronica • Come si è visto la meccanica quantistica non • porge ( con l’eccezione degli atomi idrogenoidi ) una espressione analitica Si ricorre alla Somma diretta dei termini noti della equazione generale qel = ∑ g i , el e − ε i ,el KΤ i • In molti casi ε1 − ε 0 è grande rispetto a kT e conta essenzialmente il g0 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-6 • Dal punto di vista pratico si tratta di essere in • grado di interpretare le tabelle dei livelli energetici di atomi e molecole Di solito le unità di misura usate sono i cm-1 hν h cν~ h cω~ 1.4388 ω~ cm −1 = = = ≅ kΤ hΤ k Τ kT T K ε1 − ε 0 Atomi • Abbiamo visto che nell’approssimazione di RusselSaunders 2 S +1 L → g i = (2 S + 1)(2 L + 1) • Tenendo conto dell’accoppiamento spin-orbita 2 S +1 LJ → g i = 2 J + 1 QUINDI per esempio per il Carbonio (T=1000 K ) Russel Saunders J ε/cm-1 gi q 3P 0 0 1 1 1 16.4 3 2.9300 2 43.5 5 4.6967 1D 2 10193.70. 5 2 10-6 21 10-6 1S 0 21648.4 2.97 10--14 3.0 10-14 1 qtot=8.6267 Dipartimento di Chimica gi q 9 9 qtot≅9 Prof. Guido Gigli ats-7 Molecole Biatomiche • La designazione dei termini spettroscopici assume,di norma,la forma 2 S +1 2 S +1 ML ⎝ Λ ML =0 ML =+1,-1 ML =+2,-2 tutti con degenerazione pari a 2 QUINDI per esempio per SO εi 0 gi 3 0 gi 3 6350 10510 2 1 ∼38454 6 3 ∑− 1 Δ 1 ∑+ 6350 10510 2 1 3 Π0 38292 2 3 Π1 38455 2 3 Π2 38616 2 • In presenza di accoppiamento Spin-Orbita ΛΩ g = 2 ( + Ω, − Ω ) per esempio per NO 2 S +1 g ω cm −1 q a T=300K 2 Π1 2 g=2x2= 2 0 2 2 Π3 2 =4 2 121 2 × 0.56 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-8 Livelli Elettronici vicini al Fondamentale • Se l’eccitazione elettonica implica una sensibile variazione della curva di potenziale a cui ( sempre nell’approssimazione di Born-Oppenheimer ) sono soggetti i nuclei degli atomi • Se il livello eccitato viene significativamente popolato ALLORA ▬ non si può più scrivere qtot = qtrs ⋅ q el ⋅ (q nb ⋅ q rot ) MA ▬ si deve usare una qvib o qrot per ciascun livello elettronico ⎡ −ε qtot = qtrs ⋅ ⎢∑ (qvib ⋅ qrot )i g i e el ,i livelli ⎣i elettronici kT ⎤ ⎥ ⎦ Contributi alle Funzioni Termodinamiche Entropia ⇐ a T ordinarie è determinata dalla degenerazione dello stato fondamentale Calore Specifico CV ⇐ =0 Dipartimento di Chimica q=g0 e non ci sono termini che dipendono da T Prof. Guido Gigli ats-9 q vibrazionale • Raramente si opera la somma diretta sui livelli • • vibrazionali noti Quasi sempre si adotta la approssimazione di moto armonico una molecola ha 3n-6 (3n-5 se lineare ) gradi di libertà vibrazionali 3n-6 modi NORMALI ( moti in prima approssimazione INDIPENDENTI ed ARMONICI ) vibrazioni lungo le coordinate normali per quanto qui serve Coordinata Normale:combinazione di coordinate di spostamento di più di un atomo • In un modo normale il moto delle masse è “semplice” nel senso che tutti i nuclei si muovono in fase e con la medesima frequenza Se vale la legge di Hooke il moto è Armonico Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-10 • Il problema si fattorizza qvib = qv1 ⋅ qv 2 .....qvn qvib di ciascun modo normale • Nell’approssimazione armonica: ε vib = (n + 1 2 ) hν = (ν + 1 2) h ω = (n + 1 2) h c ω~ ε i (rispetto al fondamentale ) = n h c ω~ q = ∑ g i e −ε i kΤ ∞ ∞ n=0 qvib = ~ kΤ n=0 i q= ∑ e− n h c ω = ∑ h c ω~ = θv k temperatura vibrazionale ( e − nx = 1 + e − x + e − 2 x ..... = 1 − e − x 1 1 − e− h c ω ~ kΤ = 1 1 − e− h v kΤ = )−1 1 1 − e −θ v Τ 1 = 1− e −1.4388ω~ cm −1 ΤK • Per temperature grandi rispetto allo θ v h v << kΤ θv = hv << Τ k 1 q= 1−1+ θv Τ Dipartimento di Chimica = + ....... Τ approssimazione di alta Temperatura θv Prof. Guido Gigli ats-11 complessivamente: 2 qvib 1 0.5 1.0 1.5 Τ θv • Per esempio per la CO2 (3x3-5=4 vibrazioni ) θv K 1944 967 3447 hcω~ kΤ ω~ cm −1 1351 672.2(2) 2396 qvib 300K 1000K 300K 1000K 6.48 3.224 11.491 1.944 0.9672 3.4472 1.00154 1.04145 1.00001 1.1671 1.6133 1.0329 1.086 3.138 qtot = qv1 ⋅ qv22 ⋅ qv3 • Da notare come a T ordinaria: ▬ solo la ν 2 ≡ ω~2 sia debolmente eccitata ( in effetti per molti modi normali le ω~ sono tanto elevate che qvib ≅ 1 ▬ la θ vib fornisce una indicazione della Temperatura alla quale diviene eccitata la relativa vibrazione Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-12 Contributi alle funzioni termodinamiche Energia Interna 2 ⎛ ∂ ln q ⎞ hν e − hν kT ⎟⎟ = R T U − U 0 = E = R T ⎜⎜ T ∂ k Τ 2 1 − e − hν k T ⎝ ⎠v hν = N hν k T −1 e hν hν E = hν k T che alle alte Τ → ≅kΤ ν h e −1 1+ −1 kT 2 in accordo con il principio di equipartizione 2 gradi di libertà ⇐ 2 × 1/2 k T= k T Entropia • L’equazione da usare è quella del generico moto interno U −U0 Τ al limite di alta T S = R ln q + • U −U0 = R Τ ; q= 3 Τ θv S vib R 2 1 S = R ln Τ − R ln θ v + R 1 10 notiamo che : ⇐ T aumenta il “disordine” ⇐al diminuire di θ v aumenta la entropia CIOE’ piccole costanti di forza e grandi masse aumentano la Entropia Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli Τ θv ats-13 • E’ anche da notare che anche se il singolo contributo per modo normale non è grande TUTTAVIA la moltitudine di modi normali ( 3N-5, 3N-6 ) rende il contributo complessivo delle vibrazioni all’entropia non trascurabile CV • per Τ >>θ vib si ha il contributo classico ( equipartizione ) CV = k ( per molecola ) CV = R ( per mole ) • A temperature ordinarie le vibrazioni non sono così eccitate da soddisfare la equipartizione e CV dipende da Τ in modo complesso ⎛θ ⎞ CV = R ⎜ v ⎟ ⎝Τ⎠ = R FE (u ) 2 e −θ v (1− e Τ ) −θ v Τ 2 =R u 2e − u ( 1 − e−u )2 Funzione di Einstein Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-14 q rotazionale • Il sistema quantomeccanico modello della rotazione di molecole biatomiche e poliatomiche lineari è il ROTATORE RIGIDO per il quale si è visto che ( RR15 ) ( h2 E J = J ( J + 1) = J ( J + 1) B = J ( J + 1) h c B cm −1 2I ) gJ = 2 J +1 B può essere ricavato da: ■ Dati sperimentali (spettroscopici) ■ Calcolato conoscendo o stimando le dimensioni della molecola • Anche in questo caso non è cosa consueta ricorrere alla somma diretta: q rot = ∑ ( 2 J + 1) e − J ( J +1) B kΤ J θ B h2 = = r =Y kΤ 2I kΤ Τ con ∞ q rot = ∑ ( 2 J + 1) e − J ( J +1)Y J =0 Y è abbastanza piccolo a T=300K Y=0.051 per 1H35Cl il cui B=10.6 cm-1 ∞ qrot ≅ ∫0 (2 J + 1) e − J ( J +1)Y Dipartimento di Chimica dJ= ∞ ∫0 (2 j + 1) − ⎛⎜ J 2 + J ⎞⎟ Y ⎠ d e ⎝ J Prof. Guido Gigli poichè (2 J + 1) d J = d (J 2 + J ) −⎛⎜ J 2 + J ⎞⎟ Y ∞ ⎝ ⎠ ∫0 e ( ) ∞ ⎡ exp [− (J 2 + J )Y ]⎤ 1 = −⎢ ⎥ = q rot = ⎢⎣ q rot = h2 d J +J = Τ ⎥⎦ 0 θr = → 2 Y 2I kT ats-15 ( ∫e − ax − e −ax d x= a Y kΤ h c B cm −1 ) questa approssimazione è buona per Y≤ 0.01 ( nel caso di 1H35Cl a T=300 qrot=19.6 qrot=19.9 (per somma diretta) • per Y≤ 0.3 si usa ⎞ 1 ⎛⎜ Y Y 2 qrot = ⎜1 + + + .....⎟⎟ Y ⎝ 3 15 ⎠ • Tipicamente le θ rot sono minori di T ambiente θ rot I2 0.05 CO2 0.56 CH4 15 H2 88 K • molti livelli rotazionali saranno popolati Notiamo che per Τ ordinarie siamo in condizioni classiche Erot = RT 2 ∂ ln q 1 = RT 2 = RT ∂Τ Τ Dipartimento di Chimica Molecole lineari 2 gradi di libertà Rotazionali Prof. Guido Gigli ats-16 Numero di Simmetria • Accade che ,fatta eccezione per le Biatomiche eteronucleari, vi sia una complicazione per le Biatomiche omonucleari ( più in generale per tutte le molecole dotate di SIMMETRIA ) ▬ non tutti i livelli rotazionali sono possibili ▬ vi sono limitazioni legate alla simmetria molecolare ▬ sono stati “contati” troppi stati nel derivare la qrot • L’origine di questa sovrastima è nella Simmetria ed Antisimmetria delle funzioni d’onda INFATTI • non si è mai considerato che esistono degli stati di moto delle particelle dei nuclei ( protoni,neutroni ) anche per questi stati quantici, considerati indipendenti dagli altri, si avrebbe una q di ripartizione la spaziatura dei livelli energetici nucleari è così ampia (≈ MeV ;θ n ≅ 1010 K ) che è il solo livello ad essere popolato è il fondamentale Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-17 • Anche la degenerazione del fondamentale ( in se e per se ) non ha influenza diretta sui processi di natura chimica Non vi sono contributi di una eventuale gnucleare=gn ad U, H, CV mentre si aggiungono termini del tipo R ln g n e − RT ln g n ad SΤ e GΤ in un processo chimico il numero dei nuclei coinvolti non muta e questi termini si cancellano • TUTTAVIA La degenerazione del fondamentale è dovuta alla esistenza di momenti angolari di Spin dei nucleoni ( I ≡ momento angolare totale di Spin nucleare ) La specificazione completa dello stato molecolare richiede do includere la funzione d’onda di spin nucleare QUINDI la ΨTOT = Ψn ( R )⋅ Ψe (r ; R ) cioè approssimativamente ΨTOT = Ψe ⋅ Ψvib ⋅ Ψrot DIVENTA ΨTOT = Ψ e ⋅ Ψ vib ⋅ Ψ rot ⋅ Ψ nS Dipartimento di Chimica nucleare di Spin Prof. Guido Gigli ats-18 ΨTOT = Ψe ⋅ Ψvib ⋅ Ψrot Ψns è questa Ψtot che deve soddisfare principi di SIMMETRIA ed ANTISIMMETRIA PER SCAMBIO DEI NUCLEI nuclei con I =intero ⇐ BOSONI ⇐ Ψtot SIMMETRICA “ “ I =semintero ⇐ FERMIONI ⇐ Ψtot ANTISIMMETRICA • Vediamo ( per molecole biatomiche ) i vari contributi Ψn s Ψrot Ψel spin paralleli SIM spin appaiati ANTISIM J pari J dispari Λ+g e Λ−u Λ−g e Λ+u Ψvib SIM ANTISIM J 4 3 2 1 0 S A S SIM ANTISIM sempre indipendentemente dal livello SIM Dipende soltanto dalla distanza internucleare Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli A S ats-19 QUINDI I fattori che dobbiamo considerare sono le Ψel Ψrot Ψns per una data Ψel ( nella maggioranza dei casi si tratta di stati ∑ +g simmetrici ) il prodotto Ψrot ⋅ Ψns deve rispettare la simmetria Σ qualche caso 12 C 16 O2 16 O (I =0 ) Bosone 12 C ( I=0 ) Bosone Ψel SIM τ Ψn s SIMMETRICA Ψrot deve essere SIMMETRICA Possono esistere soltanto gli stati con J = pari 1 H2 I=½ Fermioni Due possibilità Ψn s ( SPIN appaiati )ANTISIM: Ψrot SIM (solo J=pari) Ψn s ( SPIN paralleli) SIM: Ψrot ANTISIM (J=dispari) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-20 16 ( I=0 ) O2 3 ( Bosoni ) ∑ −g → Ψel ANTISIM Ψtot deve essere SIM ( Ψn s ⋅ Ψrot ) deve essere ANTISIM J ( SIM ANTISIM ) 5 Possono esistere soltanto gli stati con J dispari CIOE’ la metà degli stati qr = 1 Τ 2 θr qr = Τ σ θr 4 3 2 1 0 σ = numero di simmetria = 2 • Per il caso dell’ Idrogeno I= I=0 1 0 -1 α β −βα αα α β + βα ββ ANTISIM SIM H2 H2 PARA ORTO Si deve tener conto del fatto che gli stati ORTO sono 3 volte i PARA Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-21 • La qrot media per molecola si scrive: 1⎡ qrot = ⎢ ∑ (2 J + 1) e − J ( J +1) B 4 ⎣ J = pari kT +3 × ⎤ ( ) ∑ (2 J + 1) e − J J +1 B k T ⎥ ⎦ J = dispari PERALTRO per ciascun tipo di H2 i termini della qrot hanno questo andamento q rot = 1 3 1 ∑ ( )+ ∑( ) ≅ ∑( ) 4 J pari 4 J dispari 2 J =tutti ≅ Molecole Poliatomiche ( non lineari ) • Ora si devono considerare 3 gradi di libertà rotazionali non vi è più un unico momento di Inerzia ( I ) ma 3 momenti principali di Inerzia ( IA, IB, IC ) che ,in generale sono diversi tra loro Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-22 • In realtà con molecole non lineari si ha a che fare con un Tensore dei momenti di Inerzia D= I xx − I xy − I xz − I xy I yy − I yz − I xz − I yz I zz ( I xx = ∑ mi yi2 + zi2 i I xy = ∑ mi xi yi i ecc. IA, IB, IC ⇐ sono gli elementi sulla diagonale quando la matrice è diagonalizzata ⇐ Ruotando gli assi si possono rendere nulli tutti i termini del tipo Ixy, Iyz, ecc. • complessivamente, per Τ elevate si ha : ⎛π D ⎞ qrot = ⎜ ⎟ ⎝ σ ⎠ 12 ⎛ 8π 2 k T ⎞ ⎟ ⎜ ⎜ h2 ⎟ ⎠ ⎝ 32 ( π I A I B I C )1 2 ⎛⎜ 8 π 2 k T ⎞⎟ = σ ⎜ ⎝ h2 32 ⎟ ⎠ oppure 12 π ⎡⎛⎜ Τ ⎞⎟ ⎛⎜ Τ ⎞⎟ ⎛⎜ Τ ⎞⎟⎤ qrot = ⋅ ⋅ ⎥ ⎢ σ ⎢⎣⎜⎝ θ r , A ⎟⎠ ⎜⎝ θ r , B ⎟⎠ ⎜⎝ θ r ,C ⎟⎠⎥⎦ 12 numero di simmetria numero di orientazioni rotazionali che differiscono soltanto per lo scambio di nuclei identici numero delle configurazioni indistinguibili nelle quali la molecola può essere condotta per semplice rotazione Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ) ats-23 • Il numero di simmetria σ si valuta con facilità se è noto il gruppo puntuale di simmetria al quale appartiene la molecola σ Gruppo Puntuale 1 n ½n 2n 12 24 C1, Cs, Ci, C∞V Cn, Cnv, Cnh Sn Dn, Dnv, Dnh T Oh D∞ h Contributi alle funzioni termodinamiche Energia Interna ⎛ ∂ ln q ⎞ ⎟⎟ U − U 0 = E = RT 2 ⎜⎜ ∂ T ⎝ ⎠ Gradi di libertà Rotazionali Biatomiche Poliatomiche lineari RT 2 Poliatomiche non lineari 3 RT 2 1 = RT Τ 2 3 Entropia Biatomiche e Poliatomiche lineari ⎡ ⎛ 8π 2 I k T ⎞ ⎤ U −U0 ⎟ + 1⎥ S = R ln q − = R ln q + R = R ⎢ln ⎜⎜ 2 ⎟ Τ ⎢⎣ ⎝ σ h ⎠ ⎥⎦ = R ln I + R ln Τ − R ln σ + cos t NOTARE Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-24 CaloreSpecifico • Anche in questo caso si osserva la “ Saturazione” del contributo per Τ > θ r CV/R 10 T/θr Il Calore Specifico Totale • I vari contributi entrano in gioco nei rispettivi campi di temperatura Per una Molecola BIATOMICA Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-25 Sistema di Oscillatori Armonici • Quello che si è visto per la funzione di ripartizione vibrazionale è quanto serve per ricordare la teoria di Einstein dei calori specifici dei solidi Il solido è immaginato come costituito da un insieme di oscillatori armonici tutti delle medesime caratteristiche e, quindi, tutti oscillanti alla medesima frequenza ⎡ ⎞ ⎤ ⎛ • Einstein derivò il calore specifico ⎢CV = ⎜⎜ ∂ V ⎟⎟ ⎥ ∂Τ ⎢⎣ ⎠V ⎥⎦ ⎝ nota la energia media, E , di ogni oscillatore E = hν e hν k Τ vedi ATS 12 −1 per 3N oscillatori CV = 3 N ⋅ hν 1 (ehν k Τ − 1) ( hν ) 2 =3 N k (k Τ) 2 CV = 3 R u 2 eu (e − 1) u 2 e hν hν ⋅ e 2 kΤ Dipartimento di Chimica hν kΤ Temperatura di Einstein = 2 kΤ (ehν k Τ − 1) 2 = 3R ⋅ con U = h ν θE = kΤ Τ u 2 e−u (1 − e−u ) 2 Prof. Guido Gigli ats-26 • Il modello di Einstein è stato il primo con il quale, sulla base della teoria dei quanti, è stata spiegata la diminuzione del calore specifico al diminuire della temperatura E’ anche alla base della comprensione della influenza dei FONONI sulle proprietà termiche dei solidi • Il valore della entropia di un solido, interpretato come un sistema di oscillatori, tende a zero in accordo con i dati sperimentali S = R ln q + S = R ln per T → 0 U −U0 Τ 1 1 − e − hν 0 kΤ q= + 1 1 − e − hν kΤ N hν (ehν k Τ −1)⋅ Τ ∞ 0 entrambi i termini tendono a zero a T=0 S = 0 per un insieme di oscillatori armonici identici e non interagenti è in queste condizioni la spiegazione del fenomeno della ENTROPIA RESIDUA Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-27 Entropia Calorimetrica e Spettroscopica • E’ noto che, in virtù della Terza legge della Termodinamica, si può valutare la entropia di un sistema alla temperatura Τ come: Cp ⎛ Δ H Tr ,i ⎞ ⎟⎟ S Τ = ∫0Τ d Τ + ∑ ⎜⎜ Τ Τ i ⎝ ⎠ i i = le varie transizioni ENTROPIA CALORIMETRICA ( o di III legge ) per esempio Τ S Τ = ∫0 fus C p (solido ) Τ d Τ+ Δ H fus Τ fus Τ fus + ∫Τeb C p (liquido ) Τ dΤ+ Δ H eb Τ C p ( gas ) + + ∫Τ dΤ eb Τeb Τ • Peraltro, per quanto visto sino ad ora , è possibile calcolare la entropia di una qualche sostanza ▬ conoscendone i vari tipi di livelli energetici ▬ sommandone i contributi S = ∑ Si dove Si = R ln qi + i ENTROPIA SPETTROSCOPICA Ui − U0 ⎛ ∂ ln qi ⎞ = R ln qi + RT 2 ⎜ ⎟ Τ ∂ Τ ⎝ ⎠V i = trasl,elett,vib,rot • Nella maggior parte dei casi si ha ottimo accordo fra i due metodi di calcolo della Entropia Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-28 per esempio S 0 (OCS ) J K −1 mole −1 Calorimetria 231.24 Spettroscopia 231.54 • Nei casi, viceversa, in cui vi è una differenza Sspettroscopica − Scalorimetrica > 0 Entropia Residua sempre Entropia Residua • Per introdurre il concetto consideriamo un cristallo di CO nel quale le molecole possono essere ordinate oppure no C−O C−O C−O C−O O−C C−O Le due orientazioni, per effetto delle deboli interazioni dipolari, sono pressochè equivalenti dal punto di vista energetico Il momento di dipolo non è abbastanza grande da orientare tutte le molecole Le molecole di C−O presentano 2 frequenze di vibrazione ( pressochè uguali ma diverse ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-29 • Al diminuire della temperatura la differenza di energia delle due orientazioni diviene confrontabile con KΤ soltanto molto al di sotto della Temperatura di fusione di CO A basse temperature la energia di attivazione per la conversione da O−C a C−O rende la stessa conversione molto lenta ▬ Il cristallo di CO viene “congelato” nella situazione disordinata di alta temperatura ▬ Ogni cristallo reale di CO , vicino allo zero assoluto, non è perfettamente ordinato • Metà oscillatori hanno frequenza ν I e l’altra metà ν II Etot = E I + E II per la q, ricordandone il significato probabilistico, I II i due eventi ν e ν si q = q I + q II escudono a vicenda ( S = R ln q + q I II ) E I + E II + Τ ν I ≅ν II S = R ln 2q + q I ≅ q II Etot Τ S = R ln 2 = 5.8 JK −1 mol −1 per Τ → 0 sperimentale = 4.6 JK −1 mol −1 Il “Disordine“ non è perfetto Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-30 • Da quanto visto si capisce come sia possibile valutare la entropia residua a OK calcolando il numero delle mutue orientazioni molecolari che sono possibili N molecole in posizioni reticolari 2 possibili orientazioni W = 2N S residua = k ln W = kN ln 2 = R ln 2 • vediamo, con questo metodo, il caso della H2O ■ Disposizione Tetraedrica ■ 2 atomi di H con leg.covalente ■ 2 atomi di H con leg. Idrogeno ▬ per ogni molecola − lungo ogni direzione O-O la probabilità di trovare un H alla distanza r1 è ½ − lungo due specifiche direzioni la medesima probabilità è: ½ ×½= ¼ Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-31 ▬ ogni molecola di H2O può essere orientata in 6 modi diversi ∏ Il Tetraedro ha 6 spigoli ▬ Il numero complessivo di orientazioni è: 6 × ¼ =3/2 QUINDI N 3 ⎛3⎞ S = K ln ⎜ ⎟ = R ln = 3.37 J K −1mole −1 2 ⎝2⎠ sperimentale = 3.3 " " Il calcolo delle Costanti di Equilibrio • Abbiamo visto che , per una mole di gas ideale G = − RT ln q Na GT − G0 = − RT ln q Na qui ci si riferisce ad 1 mole di particelle; in generale c’è una q ed una qm =q/m q molare Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-32 nelle condizioni “standard” qo o o GΤ − G0 = − RT ln NA qo = q a P = 1bar = P o qtrasl = essendo G0 = A0 = H 0 = U 0 GΤo − U 0o = (2π m k T )3 2 h 3 Vmo = (2π m k Τ)3 2 RT h3 Po qo = − RT ln NA PERALTRO, per una reazione Δ GΤo = ∑ν i Gio i νi ⎛ qio ⎞ o o ⎟ Δ GΤ − Δ H 0 = − RT ∑ν i ln = − RT ln Π ⎜⎜ i NA ⎟ NA i ⎝ ⎠ qio ⎡ Δ U 0o o ⎢ Δ GΤ = − RT − + ln Π i ⎢ RΤ ⎣ νi ⎛ qio ⎞ ⎜ ⎟ ⎜N ⎟ ⎝ A⎠ ⎤ ⎥ ⎥ ⎦ Dalla Termodinamica si ha Δ GΤo = − RT ln k a = − RT ln k p (per i gas ideali ) νi ⎛ qio ⎞ Δ U 0o ⎟ + ln Π ⎜⎜ ln kp = − i NA ⎟ RT ⎝ ⎠ ν ⎛ qio ⎞ i − Δ E RT 0 ⎟ e k p = Π ⎜⎜ i NA ⎟ ⎝ ⎠ cioè, per esempio, per una Dissociazione di Molecola Biatomica è D0 e non De Dipartimento di Chimica Differenza fra le energie di punto zero di Prodotti e reagenti D0 De Prof. Guido Gigli ats-33 Interpretazione della costante di equilibrio • E’ già noto dalla Termodinamica che nell’equilibrio agiscono Fattori energetici Fattori entropici Δ GΤo = Δ H Τo − Τ Δ SΤo Δ H To Δ STo + ln k = − RT R • Vediamone una interpretazione “microscopica” osservando equilibrio come A( g ) influenzano un semplice B( g ) Il fattore energetico ∏ Δ E0 i fattori entropici ∏ qio • consideriamo il caso in cui qB > q A h con Δ E 0 = 0 prevale B che ha una maggiore Densità di Stati ( Entropia maggiore ) Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-34 con Δ E0 > 0 A tende a prevalere all’aumentare di Δ E0 B può prevalere all’aumentare di Τ e dominare la miscela a causa dell’alta densità di Stati • Complessivamente si può schematizzare come all’aumentare di Τ l’equilibrio va o rimane Δ E0 > 0 Δ E0 = 0 Δ E0 < 0 qB q A >1 qB q A <1 va verso destra rimane a sinistra rimane a destra rimane a sinistra rimane a destra va verso sinistra Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-35 Cenni di Simmetria Molecolare • La discussione della simmetria in chimica richiede la trattazione della teoria dei gruppi qui vedremo soltanto quanto simmetria con lo scopo di : riguarda la ▬ riconoscere gli elementi di simmetria di una molecola ▬ definirne l’appartenenza ad uno dei gruppi puntuali di simmetria Gli elementi e le operazioni di simmetria Operazione di Simmetria è l’operare su di un oggetto con una trasformazione che lo lascia fisicamente indistinguibile Elemento di Simmetria è il punto, la linea, od il piano ( la entità geometrica ) rispetto alla quale è eseguita la operazione di simmetria Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-36 • Ci occuperemo soltanto di quelle operazioni di simmetria che lasciano invariato almeno un punto dell’oggetto ( molecola ) di qui viene il nome di “Gruppi Puntuali” (o “di punto”) [ i gruppi spaziali considerano anche la traslazione e si usano nei cristalli ] Identità ■ simbolo: E ■ ogni molecola possiede almeno questo elemento Asse di rotazione di ordine n ■ simbolo : Cn ∏ rotazione di 360°/n ( C1≡ E ) ■ BF3 ha 3 assi C2 1 asse C3 ∏ C3 (3>2 ) è l’asse PRINCIPALE Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-37 ■ per il BF3 z 1 operazione di simmetria C2 per ogni asse operando in senso orario ed antiorario si riproduce la stessa situazione z 2 operazioni di simmetria C3 rotazione oraria ed antioraria ( oppure 2 rotazioni successive ) Piano di Simmetria ■ simbolo σ (σ v , σ h , σ d ) σ v ( v erticale ) parallelo all’assse principale σ h ( h orizonthal ) perpendicolare all’asse principale σ d ( d iedro ) verticale a metà fra i due assi C2 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-38 Centro di simmetria ( o di Inversione ) ■ simbolo : i ■ è la operazione mediante la quale ogni punto, da x, y, z, viene condotto in –x, -y, -z non hanno centro di simmetria hanno il centro di simmetria Asse di Roto-Riflessione di ordine n ■ simbolo :Sn ∏ la rotazione è di 360°/n CH4 ha 3 assi S4 Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-39 - per l’Etano • Le operazioni di simmetria sono operatori che • “spostano” gli oggetti nello spazio Il prodotto di due operatori è la applicazione successiva 3 per esempio per BF3 → C3 ⋅ C3 ⋅ C3 = C3 ≡ E • Non sempre gli operatori di simmetria commutano • L’insieme delle operazioni di simmetria di una molecola formano una entità matematica chiamata GRUPPO Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-40 Conseguenze dirette della Simmetria Polarità • La direzione del momento di dipolo non deve essere mutata da una operazione di simmetria che, per definizione, deve lasciare la molecola fisicamente indistinguibile QUINDI ▬ Se c’è un asse Cn il momento di dipolo deve essere lungo questo asse ▬ Se ci sono più assi di simmetria la molecola non può avere momento di dipolo ▬ Se c’è un piano di simmetria il momento di dipolo deve giacere sul piano ▬ Se c’è il centro di simmetria la molecola non può avere momento di dipolo Attività ottica • Le molecole chirali sono otticamente attive • Due enantiomeri hanno potere rotatorio di segno opposto e grandezza uguale QUINDI Se una molecola è la sua stessa immagine speculare non può essere otticamente attiva Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-41 Il gruppo puntuale di una molecola Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli ats-42 Î una molecola con un asse Sn è otticamente inattiva INFATTI Cn σ molecola → molecola → immagine ruotata speculare ruotata Sn Rilevanza in chimica Quantistica • Accade che, nell’ambito della teoria dei gruppi, si definisca, per ogni gruppo puntuale, una tabella dei caratteri • essenzialmente sono le tracce delle matrici che rappresentano le operazioni di simmetria L’ Hamiltoniano di una molecola e l’operatore di Fock sono invarianti per tutte le operazioni del gruppo di punto a cui appartiene la molecola Le autofunzioni di H ed F , per effetto delle operazioni di simmetria si trasformano in una comb. lineare delle altre • Escusivamente osservando la tabelle dei caratteri è ♦ ♦ ♦ ♦ possibile ( per esempio) prevedere le degenerazioni permesse agli operatori H ed F prevedere quali orbitali diano combinazioni leganti ed antileganti prevedere quali siano le transizioni permesse (regole di Selezione) Quali e quante siano le vibrazioni IR o Raman attive Dipartimento di Chimica Prof. Guido Gigli