06/06/2013 Lez. 18 – Forze Elettriche Prof. Giovanni Mettivier 1 Dott. Giovanni Mettivier, PhD Dipartimento Scienze Fisiche Università di Napoli “Federico II” Compl. Univ. Monte S.Angelo Via Cintia, I-80126, Napoli [email protected] +39-081-676137 2 1 06/06/2013 Gli antichi Greci osservarono fenomeni elettrici e magnetici, probabilmente fin dal 700 a.c. Essi trovarono che quando un pezzo di ambra veniva strofinato, si elettrizzava e attirava pezzetti di paglia e piume. L’esistenza di forze magnetiche fu scoperta osservando che pezzi di un minerale esistente in natura chiamato magnetite (Fe3O4) attiravano il ferro. Il termine elettrico deriva dalla parola greca per l’ambra, elektron. Il termine magnetico deriva da Magnesia, regione costiera della Turchia dove fu trovata la magnetite. 3 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Gli esperimenti dimostrarono che vi sono due differenti specie di cariche elettriche, chiamate positiva e negativa da B. Franklin. Una bacchetta di bachelite (o plastica) che è stata strofinata con una pelliccia (o un materiale acrilico) viene sospesa a un filo. Quando una bacchetta di vetro strofinata con seta viene avvicinata alla bacchetta di bachelite, la bacchetta di bachelite viene attirata verso la bacchetta di vetro. 4 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 2 06/06/2013 Se due bacchette di bachelite cariche (o due bacchette di vetro cariche) vengono avvicinate l’una all’altra, la forza fra esse è repulsiva. Queste osservazioni dimostrano che la bachelite ed il vetro hanno cariche di specie diversa. Noi usiamo la convenzione suggerita da Franklin, nella quale la carica elettrica sulla bacchetta di vetro è chiamata positiva e quella sulla bacchetta di bachelite è chiamata negativa. Sulla base di osservazioni come queste, concludiamo che cariche dello stesso segno si respingono mentre cariche di segno opposto si attraggono. 5 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Un’altra importante caratteristica è il principio di conservazione della carica elettrica e cioè che la carica netta in un sistema isolato si conserva sempre. Quando due oggetti inizialmente neutri vengono caricati strofinandoli insieme, nel processo non vengono create cariche. Gli oggetti diventano carichi in quanto elettroni vengono trasferiti da un corpo all’altro. Un oggetto guadagna una certa quantità di carica negativa mentre l’atro perde la stessa quantità di carica negativa e quindi rimane con una carica positiva. La sola variazione riguarda la carica che è stata trasferita tra i due oggetti. 6 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 3 06/06/2013 Un oggetto neutro (o scarico) contiene un numero immenso di elettroni (dell’ordine di 1023). Per ogni elettrone negativo, è presente un protone carico positivamente; quindi un oggetto neutro non possiede carica netta di alcun segno. La carica elettrica totale di un oggetto è quantizzata come multiplo intero della carica dell’elettrone e. Questa carica vale e = 1,60 x 10-19C. La carica elettrica posseduta da un oggetto è dovuta ad un eccesso di elettroni oppure ad una mancanza di elettroni, per questo motivo la carica elettrica complessiva di un oggetto è quantizzata in multipli della carica elementare e. 7 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier E’ possibile per una carica elettrica muoversi da un posto a un altro all’interno di un oggetto: tale moto delle cariche si chiama conduzione elettrica. E’ conveniente classificare i materiali secondo la capacità delle cariche di muoversi al loro interno: Conduttori sono i materiali in cui le cariche si muovono relativamente libere Isolanti sono i materiali in cui le cariche elettriche non si muovono liberamente. I semiconduttori sono una terza classe di materiali e le loro proprietà elettriche sono a metà strada tra quelli degli isolanti e dei conduttori. Le cariche possono muoversi in un semiconduttore piuttosto liberamente, ma vi sono molte meno cariche in un semiconduttore che in un conduttore. 8 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 4 06/06/2013 Quando un conduttore è collegato alla Terra per mezzo di un filo conduttore si dice che è messo a terra. La Terra può quindi essere considerata un serbatoio infinito per gli elettroni, nel senso che può ricevere o fornire un numero illimitato di elettroni. 9 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Consideriamo una sfera conduttrice neutra (scarica) isolata in modo da non offrire alcun percorso conduttore verso terra. Essendo la sfera neutra, essa possiede un egual numero di cariche positive e negative. Una bacchetta di bachelite carica negativamente è avvicinata alla sfera. La forza repulsiva fra gli elettroni della bacchetta e quelli della sfera causa una distribuzione della carica sulla sfera poiché alcuni elettroni si muoveranno verso la parte della sfera più lontana dalla bacchetta. La regione della sfera più vicina alla bacchetta avrà un eccesso di carica positiva a causa della migrazione di un certo numero di elettroni lontano da questa posizione. 10 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 5 06/06/2013 Se un filo conduttore messo a terra viene allora collegato alla sfera alcuni degli elettroni lasceranno la sfera e migreranno verso terra. Se il filo collegato a terra viene quindi rimosso, la sfera conduttrice rimarrà con un eccesso di carica positiva indotta, avendo perso una certa quantità di carica elettrica negativa fluita attraverso il filo. Infine, quando la bacchetta di bachelite è allontanata dalla sfera, la carica positiva indotta rimane sulla sfera non collegata a terra. 11 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Nel processo di induzione di carica sulla sfera, la bacchetta di bachelite carica non perde alcuna delle sue cariche negative, poiché essa non viene mai in contatto con la sfera. La carica di un oggetto per induzione non richiede alcun contatto con l’oggetto che induce la carica. Ciò è diverso dal processo di carica di un oggetto mediante strofinio, che richiede il contatto fisico fra i due oggetti. 12 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 6 06/06/2013 Le forze elettriche fra oggetti carichi furono misurate quantitativamente da Coulomb usando la bilancia di torsione, da lui inventata. Coulomb confermò che la forza elettrica fra due piccole sfere cariche è proporzionale al reciproco del quadrato della loro distanza r, cioè, Fe ∝ 1/r2. 13 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier La forza elettrica fra le sfere cariche A e B in fig. causa l’attrazione o la repulsione reciproca, e il moto che ne risulta causa la torsione del filo di sospensione. Poiché il momento di richiamo della fibra ruotata è proporzionale all’angolo di rotazione, una misura di quest’angolo fornisce una misura quantitativa della forza elettrica di attrazione e repulsione. Una volta che le sfere siano caricate per strofinio, le forze elettriche tra di esse sono molto maggiori rispetto all’attrazione gravitazionale, cosicché la forza di gravità può essere trascurata. 14 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 7 06/06/2013 La legge di Coulomb descrive il modulo della forza elettrostatica fra due cariche puntiformi di carica q1 e q2 e separate da una distanza r: Fe = ke q1 q2 r2 dove ke (=8.99 x 109 Nm2/C2) è la costante di Coulomb, e la forza è espressa i newton se le cariche sono espresse in coulomb e la distanza in metri. 15 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier La costante ke si può anche scrivere ke = 1 4πε 0 dove la costante εo è nota come costante dielettrica del vuoto, e ha il valore εo= 8.8542 x 10-12 C2/Nm2 16 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 8 06/06/2013 La legge di Coulomb è valida esattamente solo per cariche puntiformi o particelle. La forza elettrica esercitata da q1 su q2, rappresenta da F12, può essere espressa in forma vettoriale come r qq ) F12 = ke 1 2 2 r12 r dove r12 è un versore (vettore unitario) diretto da q1 a q2, come in fig. la forza elettrica che esercita q2 su q1 ha lo stesso modulo, la stessa direzione e verso opposto alla forza elettrica esercitata da q1 su q2; cioè, F12 = -F21. Se q1 e q2 hanno lo stesso segno, il prodotto q1q2 è positivo e la forza è repulsiva. 17 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Se q1 e q2 sono di segno opposto, il prodotto q1q2 è negativo e la forza è attrattiva. Quando sono presenti più di due cariche, la forza risultante su ciascuna particella è uguale alla somma vettoriale delle forze dovute a tutte le altre particelle (principio di sovrapposizione). 18 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 9 06/06/2013 Tre cariche puntiformi giacciono lungo l’asse x. La particella con carica q1 = 15 µC si trova in x = 2 m, e la particella con carica q2 = 6 µC si trova nell’origine. Dove deve essere posta la carica negativa q3 sull’asse x in modo tale che la forza risultante su di essa sia nulla? r F13 = k e q1 q 3 ) q1 q 3 ) r = −ke i 2 13 (2 − x ) (2 − x )2 r q q ) q q F23 = k e 2 2 3 r23 = k e 2 2 3 iˆ x x r r r q1 q 3 ) q q Σ F = F13 + F23 = − k e i + k e 2 2 3 iˆ = 0 2 x (2 − x ) q1 q = 2 (2 − x )2 x 2 19 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Un campo elettrico in un punto dello spazio può essere definito in funzione della forza elettrica agente su una carica di prova q0 posta in quel punto. Per convenzione, una particella di prova trasporta sempre una carica elettrica positiva. Con questa convenzione, introduciamo il campo elettrico E in un punto dello spazio definito come la forza elettrica Fe agente su una carica di prova posta in quel punto diviso per la carica q0 della particella di prova: r r Fe E≡ q0 20 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 10 06/06/2013 Quindi, un campo elettrico esiste in un punto se una particella carica di prova posta a riposo in quel punto subisce una forza elettrica. Poiché la forza è un vettore, il campo elettrico è pure un vettore. Si noti che E è il campo prodotto dalla particella di prova. Chiamiamo sorgente la o le particelle che creano il campo. Il campo elettrico della particella sorgente è presente indipendentemente che si introduca oppure no una particella di prova nel campo. La particella di prova si usa solo per misurare la forza e quindi rivelare l’esistenza del campo e valutarne l’intensità. Dobbiamo assumere che la carica di prova q0 sia piccola abbastanza da non perturbare la distribuzione di carica responsabile del campo elettrico. 21 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Il vettore E ha le unità SI di newton su coulomb (N/C), analoghe alle unità N/kg per il campo gravitazionale. La direzione orientata di E è la stessa di quella di Fe poiché abbiamo usato la convenzione della carica positiva per la particella di prova. Una volta noto il campo elettrico in un punto dello spazio, la forza su qualsiasi particella con carica q posta in quel punto si può calcolare come r r Fe = qE 22 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 11 06/06/2013 Consideriamo una carica puntiforme q posta a distanza r da una carica di prova qo. In base alla legge di Coulomb, la forza che si esercita sulla carica di prova da parte di q è r Fe = ke qq0 rˆ r2 Troviamo che il campo elettrico creato da q in un punto P, E = Fe/qo, che è la posizione di qo, è r q E = k e 2 rˆ r Il campo elettrico totale in un dato punto nello spazio, generato da un insieme di particelle cariche, è uguale alla somma vettoriale dei campi elettrici in quel punto generati da tutte le particelle. r E = ke ∑ i qi rˆi ri 2 23 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Un dipolo elettrico è costituito da una carica puntiforme positiva q e una carica puntiforme negativa –q separate da una distanza 2a, come in Fig. Come vedremo nei capitoli seguenti, gli atomi neutri e le molecole, quando sono posti in un campo elettrico esterno, si comportano come dipoli. Inoltre, molte molecole, sono dipoli permanenti. 24 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 12 06/06/2013 a) Trovare il campo elettrico E dovuto al dipolo lungo l’asse y nel punto P che dista y dall’origine. E1 = E2 = ke q q = ke 2 2 r y + a2 q cos θ = y + a2 q a 2qa = 2k e 2 = ke 1/ 2 2 2 2 2 y +a y +a y + a2 E = 2k e 2 ( ) ( ) 3/ 2 25 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier b) Trovare il campo elettrico nei punti y >> a lontani dal dipolo. E ≈ ke 2qa y3 26 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 13 06/06/2013 Un rappresentazione grafica conveniente per la visualizzazione della configurazione campo elettrico consiste nel tracciare delle linee che hanno in ogni punto la direzione orientata del vettore campo elettrico. Queste linee, chiamate linee di campo elettrico, sono legate al campo elettrico in qualunque regione dello spazio nel seguente modo: -Il vettore campo elettrico E è tangente alle linee di forza in ogni punto - Il numero di linee di forza per unità di area che attraversano una superficie perpendicolare alle linee stesse è proporzionale all’intensità del campo elettrico in quella regione. Quindi E è intenso dove le linee di forze sono fitte ed e debole dove esse si diradano. 27 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Le regole per disegnare le linee di forza per una distribuzione di carica qualsiasi sono le seguenti: - Le linee di forza per un insieme di cariche puntiformi devono avere origine dalle cariche positive e terminare sulle cariche negative. Nel caso di un eccesso di carica di un tipo, alcune linee inizieranno e termineranno all’infinito. - il numero di linee di forza che escono da una carica positiva o che entrano in una carica negativa è proporzionale alla carica - due linee di forza non si possono intersecare 28 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 14 06/06/2013 29 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 30 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 15 06/06/2013 31 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Quando una particella di carica q e massa m è posta in un campo elettrico E, la forza elettrica che agisce sulla carica è data da Fe = qE. Se questa è l’unica forza agente sulla particella r r r Fe = qE = ma L’accelerazione della particella è quindi data da r r qE a= m 32 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 16 06/06/2013 Una carica positiva puntiforme q di massa m è lasciata libera in quiete in un campo elettrico uniforme E, diretto lungo l’asse x. Descrivere il suo moto. 1 1 qE 2 x f = xi + vi t + at 2 = at 2 = t 2 2 2m qE v f = vi + at = at = t m 2qE v 2f = vi2 + 2a (x f − xi ) = 2ax f = x f m 1 1 2qE K = mv 2 = m x = qEx 2 2 m 33 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Il campo elettrico, nello spazio racchiuso tra due piastre metalliche cariche di segno opposto è approssimativamente uniforme. Supponiamo che un elettrone di carica –e venga sparato orizzontalmente in questo campo con una velocità iniziale vi. Poiché il campo elettrico E è nel verso positivo di y, l’accelerazione dell’elettrone è nel verso negativo di y, ovvero r eE ˆ a=− j me 34 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 17 06/06/2013 Poiché l’accelerazione è costante, possiamo applicare le equazioni della cinematica con vxi = vi e vyi = 0. Al tempo t, le componenti della sua velocità sono v x = vi = cos tan te vy = a yt = − eE t me Le sue coordinate in funzione del tempo t sono x f = vi t yf = 1 2 1 eE 2 a yt = − t 2 2 me 35 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Sostituendo il valore t = xf/vi, vediamo che yf è proporzionale a xf2. Quindi la traiettoria è una parabola. La traiettoria dell’elettrone in un campo elettrico uniforme E sotto l’azione di una forza costante di modulo qE ha la stessa forma di quella di una particella in un campo gravitazionale uniforme g sotto l’azione di una forza costante mg. 36 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 18 06/06/2013 Un elettrone entra in una regione di campo uniforme, con vi = 3 x 106 m/s e E = 200 N/C. La lunghezza orizzontale delle piastre è l = 0.1 m. a) Trovare l’accelerazione dell’elettrone nel campo elettrico. ( ) r eE ˆ 1.6 x10 −19 C (200 N / C ) ˆ a=− j=− j = −3.51x1013 ˆjm / s 2 me 9.11x10 −31 kg b) Trovare il tempo impiegato attraversare il campo elettrico. ∆t = dall’elettrone per l 0.1m = = 3.33x10 −8 s 6 vi 3 x10 m / s c) Qual è lo spostamento verticale ∆y dell’elettrone dopo che ha attraversato tutta la regione di campo 1 elettrico? ∆y = y f − yi = a y t 2 2 1 = − 3.51x1013 m / s 3.33x10−8 s 2 = −0.0195m = −1.95cm ( )( ) 2 37 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Il flusso elettrico è una grandezza proporzionale al numero di linee di campo elettrico che attraversano una data superficie. Il prodotto dell’intensità del campo elettrico E per l’area perpendicolare alla direzione del campo è chiamato flusso elettrico, ΦE’: ΦE = EA Dalle unità SI di E e A, vediamo che il flusso ha come unità Nm2/C. 38 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 19 06/06/2013 Se la superficie considerata non è perpendicolare al campo, il numero di linee cha la attraversano deve essere minore di quanto dato. Ciò può essere facilmente compreso considerando la fig, dove la normale alla superficie di area A forma un angolo θ con la direzione del campo elettrico uniforme. Si noti che il numero di linee che attraversano quest’area è uguale al numero di linee che attraversano l’area proiettata A’, perpendicolare al campo. Le due aree sono legate dalla relazione A’ = Acosθ . Poiché il flusso attraverso l’area A è uguale al flusso attraverso A’, si può concludere che il flusso desiderato è dato da ΦE = EA cos θ 39 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Nel caso più generale, il campo elettrico può variare sia in modulo che in direzione e verso sulla siperficie in questione. Quindi, a meno che il ccampo non sia uniforme, la nostra definizione di flusso data nell’eq. 19.18 ha significato soltanto su un piccolo elemento di area. Consideriamo una generica superficie, suddivisa in un gran numero di piccoli elementi, ciascuno di area ∆ai il cui modulo rappresenta l’area dell’i-esimo elemento e la cui direzione è per definizione perpendicolare alla superficie, come in fig.. Il flusso elettrico ∆ΦE attraverso questo piccolo elemento è dato da r r ∆Φ E = Ei ∆Ai cos θ i = Ei ∆Ai 40 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 20 06/06/2013 Φ E ≡ lim ∆Ai →0 r r E ∑ i ∆Ai = r r E ∫ dA sup erficie Attraverso una superficie chiusa r r Φ E = ∫ EdA = ∫ En dA in cui En rappresenta la componente del campo elettrico normale alla superficie. 41 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Teorema di Gauss Innanzitutto consideriamo una carica puntiforme positiva q posta al centro di una sfera di raggio r come in fig. Le linee di campo sono radiali e hanno verso uscente, per cui sono perpendicolari (o normali) alla superficie in ogni punto. Cioè, in ogni punto, E è parallelo al vettore ∆Ai che rappresenta l’elemento locale di area ∆Ai. Quindi, per tutti i punti della superficie r r E∆Ai = En ∆Ai = E∆Ai dall’eq. troviamo che il flusso totale attraverso la superficie è data da Φ E = ∫ En dA = ∫ EdA = E ∫ dA = EA 42 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 21 06/06/2013 Poiché E è costante sull’intera superficie. Dall’eq, sappiamo che l’intensità del campo elettrico ovunque sulla superficie della sfera è E = keq/r2. inoltre, per una superficie sferica, A = 4πr2. Quindi, il flusso totale attraverso la superficie è ( ) k q Φ E = EA = e2 4πr 2 = 4πke q r Ricordando che ke = 1/4πε0, possiamo scrivere questa relazione nella forma ΦE = q ε0 43 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Questo risultato, che è indipendente da r, dice che il flusso totale attraverso una superficie sferica è proporzionale alla carica q all’interno della superficie. Consideriamo, ora, diverse superfici chiuse che circondano una carica q, come in fig.. La superficie S1 è sferica, mentre le superfici S2 ed S3 non sono sferiche. Il flusso che attraversa la superficie S1 ha il valore q/εo. Come abbiamo discusso nel precedente paragrafo, il flusso è proporzionale al numero di linee di forza che attraversano quella superficie. La costruzione in fig. mostra che il numero di linee di forza che attraversano la superficie S1 è uguale al numero di linee di forza che attraversano le superfici non sferiche S2 ed S3. 44 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 22 06/06/2013 Quindi, è ragionevole concludere che il flusso totale attraverso una qualunque superficie chiusa è indipendente dalla forma di questa superficie. (Si può provare che ciò avviene se E è proporzionale a 1/r2). In effetti, il flusso totale che attraversa una qualunque superficie chiusa che circonda una carica puntiforme q è dato da q/εo. Poiché potremmo scegliere una superficie sferica che circonda una carica che non è posta al centro della sfera, possiamo concludere che il flusso attraverso la superficie è indipendente dalla posizione della carica all’interno della superficie. 45 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier Consideriamo, ora, una carica puntiforme posta al di fuori di una superficie chiusa di forma arbitraria, come in fig.. Come si può vedere da questa costruzione, alcune linee di forza entrano nella superficie, altre invece escono dalla superficie. Però, il numero di linee di forza che entrano è uguale al numero di linee di forza che escono dalla superficie. Quindi, possiamo concludere che il flusso elettrico totale che attraversa una superficie chiusa che non circonda alcuna carica è nullo. Estendiamo questi stessi argomenti al caso generale di più cariche puntiformi, o a una distribuzione continua di carica. 46 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 23 06/06/2013 Il flusso totale che attraversa una qualunque superficie chiusa che circonda una carica puntiforme q è dato da q/ε0 Il flusso attraverso la superficie è indipendente dalla posizione della carica all’interno della superficie. Il teorema di Gauss, che è una generalizzazione della discussione precedente, afferma che il flusso totale attraverso una qualunque superficie chiusa è dato da r r q Φ E = ∫ EdA = in ε0 dove qin rappresenta la carica totale interna alla superficie ed E rappresenta il campo elettrico in ogni punto della superficie. 47 _________________________________________________________________________________________________ Lez. 18 - FORZE ELETTRICHE Giovanni Mettivier 24