Alcune indicazioni per l`uso delle immagini

Alcune indicazioni per l'uso delle immagini cinematografiche all'interno dei percorsi tematici
sui temi dell'integrazione e dell'accoglienza
Vai, vedi e vivrai! L’impiego delle immagini e del film in contesti formativi.
Marco Dalla Gassa - filmografo, Istituto degli innocenti
La relazione si propone di offrire ai partecipanti riferimenti metodologici e riflessioni pratiche
per l’utilizzo degli audiovisivi all’interno di percorsi formativi, attività con gli adolescenti,
interventi di sostegno alle famiglie affidatarie. Oltre ad una filmografia sull’integrazione e una
sull’adozione, saranno proposte alcune sequenze tratte dal film Vai e vivrai (Va, vis et deviens,
Francia, Belgio, Israele, Italia 2005) di Radu Mihaileanu.
Lungi dal “parlare da sole”, e dal costituire un “calco fedele della realtà”, le immagini in
movimento, anche quelle più realistiche e convincenti, sono il frutto di una costruzione formale e di
una serie di scelte che influenzano i modi della rappresentazione di un tema. Se il compito di chi
impiega i materiali audiovisivi nella propria esperienza professionale o famigliare non è certo quella
di un critico o di un’analista, è altresì vero che rischierebbe di lasciarsi sfuggire le potenzialità del
linguaggio iconico e talvolta persino il senso della attività stessa se si accontentasse di ridurre il
film a semplice specchio della realtà rappresentata, sorta di sussidio didascalico volto a illustrare
una determinata situazione. Ogni intervento educativo o formativo sarà invece tanto più efficace
quanto più saprà relazionarsi con la ricchezza delle forme e la forza simbolica dell’impianto
narrativo di un film, quanto più saprà gestire il plesso di emozioni che suscita nello spettatore, o
meglio, negli spettatori visto che il significato di un testo dipende sempre dalla soggettività di chi
guarda e dal suo atteggiamento più o meno critico.
Inoltre il ruolo centrale e persino invadente che i vecchi e nuovi media svolgono nella costruzione
degli immaginari, delle aspettative e delle attese di ognuno di noi può e deve rappresentare una
sfida per chi intende usare le immagini con finalità educative o per affrontare un tema
particolarmente sensibile. Per molti versi, la facilità di manipolazione e di intervento sulle immagini
stesse, la moltiplicazione delle possibilità della visione, l’integrazione dei media digitali e la loro
intraprendenza nel modificare il paesaggio di relazioni che ci circonda rischia di allontanare
definitivamente l’operatore sociale o le famiglie affidatarie da strumenti che gli adolescenti
adoperano con sempre maggiore scioltezza ed elasticità, creando gap incolmabili o nuove forme di
iconofobia. Viceversa, pur senza cadere nella retorica del nuovo, vale la pena riconoscere e sfruttare
le potenzialità educative che le nuove tecnologie offrono, sia sul piano del coinvolgimento
relazionale, sia su quello dell’incremento della partecipazione e del protagonismo giovanile, sia per
favorire l’implemento della coscienza critica, grazie ad un accesso più diretto (e problematico) alle
fonti della conoscenza.
Insomma, la relazione si propone di invitare i partecipanti a capovolgere la prospettiva di utilizzo
delle immagini, di andare incontro alle immagini (vai), imparare a guardarle (vedi) e a farle
diventare un compagno di viaggio forse scomodo ma ogni giorno sempre più indispensabile (vivrai)
se si vogliono costruire dialoghi e confronti con chi ci è accanto.