PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI MACCHINE Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Prof. Eugenio Dragoni 1 / 20 PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI MACCHINE Il gruppo di Costruzione di Macchine (MDG) ha iniziato la sua attività nel 2000 presso il Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria ( DISMI ) dell'Università di Modena e Reggio Emilia. I gruppo è composto da docenti , ricercatori e ingegneri che condividono competenze nei settori dell'ingegneria meccanica, industriale e della meccatronica. Il gruppo dispone di laboratori ben attrezzati che includono strutture sperimentali e computazionali avanzate. All’attuale sede nelle strutture del Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria si affianca anche la recente sede nel Tecnopolo di Reggio Emilia, Capannone 19, in cui i componenti del gruppo disporranno di ulteriori spazi dedicati alla ricerca applicata e al trasferimento tecnologico. Il focus della ricerca è la progettazione, l'analisi, l'ottimizzazione e lo sviluppo di macchine e organi meccanici intelligenti, con specifico riguardo alla meccanica strutturale, alla risposta dinamica all'integrazione meccatronica e alla sensorizzazione. Le principali aree di ricerca sono le seguenti : - Processo di progettazione e sviluppo del prodotto - Computer Aided Engineering e analisi agli elementi finiti - Materiali avanzati e intelligenti - Prototipazione e test - Progettazione ed esecuzioni di campagne sperimentali strutturate L'attività del gruppo è finanziato da contratti di ricerca provenienti da enti governativi locali e nazionali e da contratti di ricerca stipulati con aziende nazionali e internazionali . Contatti: Referente Prof. Eugenio Dragoni http://www.machinedesign.re.unimore.it/index.html Gruppo Operativo: Dott. Ing. Davide Castagnetti Dott. Ing. Andrea Spaggiari Dott. Ing. Giovanni Scirè Mammano PhD. Student Ing. Nicola Golinelli University of Modena and Reggio Emilia Department of Science and Methods for Engineering Via Amendola, 2 (pad. Morselli) 42100 Reggio Emilia (ITALY) Tel. +39 (0) 522 52 2118 Fax. +39 (0) 522 52 2609 E-mail [email protected] 2 / 20 1 Progettazione e sviluppo di prodotto. Parole Chiave: sviluppo prodotto, ottimizzazione, design of experiments, progettazione robusta Si tratta di un’attività di ricerca trasversale che rientra in tutte le azioni che coinvolgono la progettazione e lo sviluppo di nuovi prodotti o l’innovazione di prodotti esistenti. Il percorso si articola principalmente in: - definizione dei bisogni cliente e delle specifiche tecniche; - progettazione concettuale; - progettazione di sistema e di dettaglio; - prototipazione. Il percorso ha origine dallo stimolo ricevuto dal mercato dei potenziali clienti, i quali manifestano un bisogno traducibile in metriche quantitative. Da queste si sviluppa il percorso di progettazione, prima ad alto livello, in termini di possibili soluzioni da adottare e di architettura da realizzare, poi di dettaglio. Specifica attenzione viene riposta nell’ottimizzazione del prodotto, dal punto di vista strutturale e funzionale e nell’assicurare una prestazione robusta. L’ottimizzazione è realizzata sia mediante strumenti analitici che attraverso prove sperimentali su prototipi. In particolare la pianificazione efficiente ed efficace dell’attività sperimentale si basa sulle tecniche del Design of Experiments. La robustezza del prodotto è conseguita basandosi sugli strumenti della Progettazione Robusta (Taguchi), in grado di tener conto del rumore ambientale, tecnologico e umano a cui il sistema è soggetto nella vita operativa. Su questa attività il gruppo di Costruzione di Macchine vanta molteplici collaborazioni con Aziende del territorio. Prototipo virtuale di apparecchio cuoci-uova (dal corso “Progetto di Sistemi Meccatronici”) 3 / 20 2 Materiali meccatronici. Parole Chiave: materiali, memoria di forma, fluidi magnetoreologici, polimeri elettroattivi Aziende Coinvolte: AMA SpA, Technospring S.r.l., Saes Getters SpA, Magneti Marelli S.p.A. Hydrapp S.p.A 2.1 Fluidi Magnetoreologici I fluidi magnetoreologici (MR) sono sospensioni non colloidali bifase di particelle ferromagnetiche disperse in un liquido non magnetico. Tipicamente, un fluido MR è composto da carburi di ferro polarizzabili di dimensioni dell'ordine del micron (20÷40%) in sospensione in un liquido trasportatore omogeneo come olio minerale, olio sintetico, acqua o glicole [1]. In stato di quiete le particelle sono disperse casualmente nel liquido. L’applicazione di un campo magnetico esterno orienta le particelle ferrose, che si comportano come dipoli magnetici, secondo la direzione delle linee di flusso del campo. Si generano pertanto delle forze attrattive tra le particelle che provocano la formazione di strutture reticolari orientate secondo la direzione delle linee di flusso del campo magnetico. Per campi magnetici elevati le particelle formano vere e proprie colonne lungo le linee di flusso che ostacolano il moto del fluido. Le applicazioni dei fluidi MR sono molteplici, principalmente nel campo di dissipatori di energia come smorzatori variabili, freni o frizioni. La versatilità di questi sistemi, dovuta alla controllabilità degli stessi in funzione del campo magnetico è notevole e li rende adatti ad applicazioni di taglie molto diverse: dal campo civile anti-sismico, al campo meccatronico con sistemi di force-feedback per volanti steer by wire. 4 / 20 Fluido MR non attivo Fluid MR attivo Frizione a fluido MR Smorzatore MR (presso il Laboratorio) 2.2 Leghe a memoria di forma I materiali a memoria di forma (SMA, Shape Memory Alloys) sono leghe metalliche caratterizzate due fasi cristalline stabili a temperature differenti: la martensite e l’austenite. Le leghe più comuni e maggiormente utilizzate sono quelle costituite da nickel e titanio, in virtù delle loro buone prestazioni e del costo contenuto. La struttura cristallina martensitica, stabile a bassa temperatura, è caratterizzata da un basso modulo elastico, elevata duttilità e un comportamento plastico. La struttura cristallina austenitica, stabile ad alta temperatura, presenta un elevato modulo elastico e un comportamento pseudoelastico. Il valore di temperatura che separa gli intervalli di esistenza delle due fasi (temperatura di trasformazione) dipende dalla composizione chimica della lega. Mediante un opportuno trattamento termo-meccanico è possibile imprimere al materiale una forma caratteristica (effetto memoria di forma) che esso cerca di recuperare se precedentemente deformato e successivamente riscaldato sopra la temperatura trasformazione. Sfruttando questo recupero della forma memorizzata è possibile realizzare attuatori di moto allo stato solido, senza parti in movimento (se non il materiale stesso) caratterizzati dall’elevata densità di forza per unità di peso (paragonabile alla tecnologia oleodinamica), assoluta silenziosità, funzionamento pulito e senza scintille, possibilità di azionamento diretto senza giochi, facilità di integrazione meccatronica in virtù del riscaldamento per effetti joule (circolazione di corrente elettrica nell’elemento a memoria di forma). L’elemento a memoria di forma piò essere di differenti forme, anche se quelle più diffuse sono fili o molle elicoidali. La deformazione che l’elemento può recuperare termicamente senza subire danni permanenti varia normalmente tra il 3 e il 5% in funzione della vita attesa, ma può arrivare anche all’8% per poche attivazioni. Per realizzare un attuatore a memoria di forma è necessario accoppiare all’elemento SMA un elemento antagonista capace di deformarlo. Tipicamente come elemento antagonista si utilizza un carico costante, una molla elastica convenzionale, un secondo elemento attivo contrapposto o un sistema elastico non convenzionale (compensazione elastica) che consente di realizzare dispositivi a forza costante. Un ulteriore interessante applicazione è il funzionamento da attuatore-sensore intrinseco. L’elemento SMA immerso in un determinato ambiente di lavoro può infatti fungere da sensore di temperatura e attuare intrinsecamente un movimento qualora la temperatura dell’ambiente in cui si trova superi la temperatura di trasformazione. Tutto ciò senza nemmeno bisogno di alimentazione esterna, in quanto la recupera direttamente dall’ambiente di lavoro. Un'altra proprietà delle leghe a memoria di forma è la superelasticità. Questo fenomeno si verifica quando ad un elemento a memoria di forma che si trova a temperatura superiore alla temperatura di trasformazione (ossia stato austenitico) viene applicata una sollecitazione meccanica. Tale azione provoca la trasformazione della struttura cristallina da austenite a martensite. Tale trasformazione è completamente reversibile (fino a deformazioni dell’8%) qualora la sollecitazione meccanica che l’ha provocata venga rimossa. La particolarità di questo fenomeno, oltre agli elevati valori di deformazioni permessi (da qui il nome di superelasticità) è legata al fatto che la deformazione del materiale avviene a tensione pressoché costante. Sfruttando questo fenomeno è possibile quindi realizzare dispositivi a forza costante, elementi limitatori di carico, sistemi di precarico. Infine le leghe a memoria di forma presentano, sia in fase austenitica che in fase martensitica un’elevata capacità smorzante, ossia hanno la capacità di dissipare molta energia durante la loro deformazione. Questa caratteristica può essere sfruttata per realizzare sistemi allo stato solido di smorzamento, riduzione delle vibrazioni e del rumore. 5 / 20 Attuatore lineare a memoria di forma per applicazioni automobilistiche 2.3 Strutture efficienti per energy harvesting La ricerca su dispositivi per il recupero di energia, che siano in grado di convertire l’energia liberamente disponibile nell’ambiente in energia elettrica, è cresciuta significativamente. A questo scopo, la forma di energia ambientale più adatta è quella cinetica, essendo pressoché ubiqua e facilmente accessibile. Tra le differenti tecnologie di conversione, i dispositivi piezoelettrici per il recupero di energia sono tra i più promettenti, grazie alla loro semplice configurazione ed alta efficienza di conversione. L’attività più complessa riguarda l’individuazione di strutture multifrequenza, semplici ed efficienti, nell’intervallo di vibrazioni ambientali. L’attività di ricerca che si sta affrontando riguarda lo studio di strutture multifrequenza che realizzino in modo efficiente la conversione di energia ambientale in energia elettrica. Attualmente si sono proposte e studiate alcune strutture multifrequenza ispirate a geometrie frattali per il recupero di energia mediante materiale piezoelettrico. Sia le simulazioni computazionali, sia le prove sperimentali ed infine la realizzazione di un prototipo di convertitore piezoelettrico mostrano una buona conversione di energia su differenti frequenze rispetto alle configurazioni tradizionali di convertitori. 4 = 3 = 2 = 1 = 100 0.2 1 0.267 Connessione elettrica 65 6 / 20 100 PSI-5H4E S235JR 3 Adesivi strutturali Parole Chiave: adesivi, giunti strutturali, resistenza. Aziende Coinvolte: Henkel SpA Il progetto di ricerca sugli adesivi strutturali ha due obiettivi: 1) sviluppare metodi di calcolo semplici, generali, portabili, efficienti ed accurati per l’analisi delle sollecitazioni nell’adesivo di giunzioni e strutture incollate; 2) individuare criteri di cedimento dell’adesivo utili per effettuare verifiche di resistenza ed affidabilità delle costruzioni incollate. La ricerca ha lo scopo finale di fornire al progettista industriale strumenti accessibili ed attendibili per la previsione dell’affidabilità strutturale delle costruzioni incollate. L’attività analitica e computazionale è affiancata da prove sperimentali. Una linea di ricerca specifica riguarda gli le giunzioni ibride forzate e incollate mediante adesivi anaerobici. In questo caso l’obiettivo è valutare sia sperimentalmente che numericamente un modello di micromeccanico del comportamento dell’adesivo, in grado di prevedere sia la sua tensione di rottura sotto differenti livelli di pressione, sia l’energia spesa per portarlo fino a completo collasso. Software JointCalc (Henkel Loctite) per il calcolo a resistenza di giunti incollati Modello ridotto agli elementi finiti di struttura incollata 3D Campioni sperimentali per la caratterizzazione statica e dinamica di adesivi anaerobici 7 / 20 4 Progettazione Meccanica Parole Chiave: FEM, statica e dinamica strutturale, shock load, vibrazioni, multiphysics Aziende Coinvolte: Lombardini Motori, Galtech S.r.l., ASK 4.1 Analisi statica e dinamica di organi di macchina L’attività di ricerca in meccanica computazionale si occupa della simulazione complessa e multiphysics dei sistemi meccatronici, nei quali intervengono aspetti di natura strutturale, dinamica, elettrica, elettromagnetica e termica. L’attività riguarda sia problemi in campo lineare sia nonlineare, con particolare attenzione alla dinamica strutturale. Scopo della ricerca è di accelerare il processo di sviluppo di macchine e sistemi dinamici complessi. Attraverso metodi computazionali è anche sviluppato un filone sulla resistenza a fatica di componenti complessi come valvole e distributori oleodinamici, attraverso metodi che consentono di limitare fortemente il numero di prove sperimentali necessarie per validare un prodotto. Modello di sospensione elastica antivibrante per Modello FEM di Distributore in pressione (fatica) cogeneratore termoelettrico Risposta dinamica impulsiva di cassa acustica in materiale composito per autoveicolo 8 / 20 Analisi di impatto su copertura per antenna radio automobilistica Analis strutturale braccio fresa Analisi modale albero a gomiti 4.2 Termomeccanica Parole Chiave: ruote, poliuretano elastomerico, viscoelasticità, riscaldamento, fusione. Aziende coinvolte: Tellure Rota S.p.A. L’attività di ricerca in termomeccanica si occupa del fenomeno di riscaldamento e di degrado termo-meccanico del rivestimento elastomerico di ruote e rulli per la movimentazione industriale. Il fenomeno è prodotto dalla dissipazione viscoelastica del materiale, stimolata dall’azione combinata di carico e rotazione delle ruote. La ricerca mira a sviluppare modelli teorico-sperimentali di previsione della temperatura del rivestimento in funzione del carico, della velocità, della geometria e del materiale delle ruote e ad individuare le condizioni limite di funzionamento del componente per scongiurare il pericolo di danneggiamento termico. 9 / 20 Prova dinamica su banco a rullo di ruota con rivestimento elastomerico Distribuzione di temperatura per dissipazione viscoelastica nel rivestimento 140 °C Effetto termomeccanico Distribuzione delle temperature 4.3 Affidabilità di tubazioni in polietilene per trasporto di acqua potabile Parole Chiave: polietilene alta densità, disinfettanti, cloro, degrado. Aziende coinvolte: ENIA S.p.A. L’attività di ricerca riguarda l’effetto dei disinfettanti a base di cloro sulle tubazioni di polietilene ad alta densità (HDPE), comunemente impiegate nelle moderne reti idriche per il trasporto di acqua potabile. L’obiettivo della ricerca è stabilire se i disinfettanti a base di cloro, diffusamente impiegati per potabilizzare l’acqua, siano responsabili di un degrado strutturale del materiale tale da causarne il prematuro collasso. La ricerca prevede la realizzazione di un impianto sperimentale per l’esposizione di campioni di tubo e provini “dog-bone”, in condizioni di temperatura, concentrazione di cloro e pressione controllate attraverso un monitoraggio continuo tramite PC. I disinfettanti considerati sono il diossido di cloro e l’ipoclorito. Il materiale esposto all’azione del 10 / 20 disinfettante viene esaminato dal punto di vista della resistenza all’ossidazione (OIT) e delle proprietà meccaniche a trazione. Schema funzionale dell’impianto sperimentale di esposizione ai disinfettanti Particolare della linea di esposizione tubo 11 / 20 Particolare del serbatoio di esposizione provini singoli 5 Progetto e Sviluppo di Sistemi Biomedicali polimerici Parole Chiave: sistemi respirazione extracorporea, creep, rilassamento, poliuretano, adesivi sigillanti Aziende coinvolte: SORIN S.p.A. 5.1 Rilassamento fibre TPU in sistemi biomedicali The research activity is to analyze and model the mechanical behaviour of the extracorporeal SORIN heat exchanger described in Figure 1, with particular attention to the manufacturing problems. The focus of the project is to evaluate and assess the stresses in the mat during the assembling operations and the influence of the mechanical parameters such as the tension during winding and the stresses due to the fitting into the external case. Extracorporeal oxygenator and heat exchanger 12 / 20 Experimental test and FEM analyses on the capillaries and on the mat The mat is press fitted into the rigid polycarbonate structure and the stress state due to the press fitting may damage the criss-cross fibers. Experimental test are carried out to assess the fiber properties and finite element techniques are adopted to estimate the stress state. The research activities led to a remodeling of the inner support of the mat with three possible shapes and the further analyses were carried out to select the best shape in term of relaxation of the material and residual stresses. The improved geometry provided a good behaviour in term of pressure distribution, which do not affect the heat transfer of the system, while providing a stress state acceptable in the material. 13 / 20 5.2 Sviluppo di sensore di coppia low-cost Parole Chiave: trasmissione meccanica, misura coppia, sensore low cost Aziende coinvolte: COMER Industries S.p.A. Il progetto si inserisce all’interno del laboratorio Isotractor, distretto della meccanica agricola. Grazie alla misura della coppia, insieme ad altre grandezze, è possibile monitorare lo stato della macchina, rimuovere condizioni di funzionamento pericolose, e pianificare interventi di manutenzione. La ricerca ha portato a svincolarsi dal particolare riduttore in oggetto, e ha condotto ad una soluzione con caratteristiche innovative, applicabile su una generica trasmissione meccanica di potenza. Il sistema, basato su celle di carico solidali all’albero e alimentato tramite una macchina elettrica (alternatore) è stato brevettato ed è attualmente in fase di sviluppo. 14 / 20 6 Attrezzature Sperimentali e Computazionali Le attrezzature di cui è dotato Settore Scientifico di Costruzione di Macchine nello svolgimento delle sue attività di ricerca sono di carattere sperimentale e computazionale. Le principali sono: - Rapid Prototyping – Dimension BST 768 - Acquisizione dati: National Instruments - Prove su Materiali: o Galdabini Sun 500 o MTS Bioniz 858 o Banco prova a fatica fili SMA - Unità di calcolo: Workstation Xeon - Dotazione software: CAD - CAE - DOE 6.1 Rapid Prototyping E’ disponibile una macchina di prototipazione rapida, Dimension BST 768, della Stratasys per la realizzazione di prototipi 3D, in ABS, direttamente da file CAD. La macchina è gestibile automaticamente via software allo stesso modo di una stampante. La dimensione dello spazio di lavoro è di 203 x 203 x 305 mm, con la possibilità di costruire assiemi più grandi mediante assemblaggio di componenti. Utile per la realizzazione di prototipi fisici in modo rapido ed efficace. Dimension BST 768 15 / 20 Esempio di prototipo fisici: dimostratore Shape Memory Alloy 6.2 Prove su materiali 6.2.1 Tensometro elettromeccanico Galdabini Sun 500 E’ disponibile un tensometro elettromeccanico, Galdabini SUN 500, con una capacità di 5kN ed una corsa utile di 800 (mm). Per l’acquisizione della deformazione è disponibile un estensimetro a coltelli con corsa di 2 (mm) e base di misura 10 (mm). La macchina è controllata direttamente da un PC su cui è installato il software dedicato, che gestisce anche l’estensimetro. Permette lo svolgimento di prove di trazione/compressione su campioni di materiali o strutture con velocità di lavoro fino a 100mm/min. Postazione Galdabini SUN 500 Trasduttore spostamento 6.2.2 Macchine di prova biassiale idraulica MTS Bionix 858 È una macchina servoidraulica per l’esecuzione di prove dinamiche assiali-torsionali combinate. Le caratteristiche della macchina sono: capacità assiale: ±25 kN capacità torsionale: ±200 Nm Tali azioni sono esercitabili simultaneamente ed associate a corse assiali di ±50 mm ed escursioni torsionali di ±270°. La frequenza massima di funzionamento è di circa 50 Hz. La macchina è asservita ad un sistema di controllo elettronico e fornita di un software di acquisizione dati personalizzabile, attraverso i quali si possono condurre prove quasi statiche, cicliche, impulsive e random su materiali e componenti di piccola e media taglia. La macchina si inserisce nell’ambito di linee di ricerca attive presso il Dipartimento, riguardanti la caratterizzazione di materiali meccatronici, di materiali viscoelastici e di adesivi strutturali. 16 / 20 6.2.3 Banco di prova a fatica Fili SMA Per lo studio della fatica dei fili a memoria di forma è stato progettato e realizzato un banco prova dedicato. Nello specifico, il banco consente di caratterizzare a fatica funzionale fili a memoria di forma di diametro fino a 0.5mm secondo quattro modalità differenti di contrasto: carico costante (isotensione), carico costante con limitazione della deformazione massima, vincolato (isodeformazione), elemento elastico (tensione-deformazione lineari). Il banco consente di realizzare le prove sia in condizioni di convezione naturale che in convezione forzata. Con questa attrezzatura è possibile ricavare le curve di Woehler (carico vs numero di cicli a rottura) del materiale SMA e la deriva (o allungamento) del filo in funzione del numero di cicli, Il banco è strumentato con una cella di carico (di diverse taglie a seconda del filo in prova), un sensore di spostamento senza contatto, sensore temperatura aria ambiente, sensore corrente elettrica di alimentazione del filo. 17 / 20 L’intero banco prova è comandato via computer tramite un applicativo appositamente realizzato in ambiente LabView, che insieme alla scheda di acquisizione dati gestisce anche il salvataggio in continuo delle grandezze monitorate. L’alimentazione del filo SMA è controllata elettronicamente in corrente e i parametri di alimentazione (forma d’onda, ampiezza, frequenza) sono gestiti dal computer di supervisione. Cella carico Telaio Alimentaz. filo Filo SMA Ventola raffred. Sensore posizione Struttura portante Cuscinetto Banco prova fatica funzionale per fili a memoria di forma Interfaccia utente per il controllo e il monitoraggio del banco prova fatica fili SMA 18 / 20 di 6.2.4 Attrezzature di prova per fluidi magnetoreologici in pressione E’ stato sviluppato autonomamente una serie di attrezzature per valutare le prestazioni dei fluidi magnetoreologici sotto l'azione combinata di campo magnetico e pressione interna. Le tre attrezzature sotto riportate rispondono a tre esigenze diverse di prove sperimentali sui fluidi magnetoreologici. La prima è utile per test in flow mode dinamico, la seconda in flow mode statico e la terza in shear mode. Un sensore di presssione Keller-Druck 25Y piezoresistivo a membrana affacciata è utilizzato per monitatorare i livello di pressione in real time mentre il movimento è fornito dalla macchina universale MTS Bionix sopra descritta. (a) (b) (c) Attrezzature per prove combinate pressione campo magnetico su fluidi magnetoreologici 19 / 20 6.2.5 Unità di calcolo E’ disponibile un server di calcolo a otto processori com 12GB di memoria DDR5 per analisi FEM con codici di calcolo commericiali e modellazione 3D avanzata 6.2.6 Dotazione software I software di calcolo a disposizione del gruppo di lavoro sono riepilogati nella tabella seguente. Software Campo di applicazione SolidWorks CAD 3D SIMULATION Analisi strutturale, cinematica, termo-fluidodinamica agli elementi finiti Design Expert Analisi di Design Of Experiment ABAQUS Analisi strutturale agli elementi finiti (specifico per problemi fortemente non lineari) 20 / 20