Stop al Reflusso con la Fisioterapia Come curare in breve tempo ed

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Stop al Reflusso con la Fisioterapia
Come curare in breve tempo ed in modo naturale
il Reflusso Gastro-Esofageo e le ernie iatali con la Fisioterapia
anche a casa da solo
Guida Pratica
alle tecniche fisioterapiche per la cura e prevenzione
della malattia da reflusso gastrico e delle ernie iatali anche a
casa da solo.
di Imma Trabucco
PREFAZIONE
A cura del Dott. Prof. Antonio Iannetti
Docente di Gastroenterologia all'Università La Sapienza di Roma.
Copyright – 2015 Imma Trabucco
Tutti i diritti riservati
Dedico a tutti i miei pazienti affetti da Reflusso Gastrico e da Ernia iatale, che
hanno deciso di affidarsi con coraggio ed intuizione alle mie cure, una frase
bellissima tratta dal libro "Di Paura si vive" del Dott. Marco Lombardozzi:
Ti ammiro perchè hai sofferto,
perchè sei arrivato fino in fondo
e hai permesso a idee e concetti diversi dal comune sentire,
di entrare dentro di te.
PREFAZIONE
A cura del Dott. Prof. Antonio Iannetti, Docente di Gastroenterologia
all'Università La Sapienza di Roma.
La Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo, nella popolazione dei Paesi
industrializzati, ha un'incidenza che va dal 20 al 40%, in gruppi di età compresa
tra 45-64 anni, con aumento dell'incidenza nell'età tra 64-74 anni. Anche i
bimbi sono colpiti da questa patologia, con una percentuale di casi che
raggiunge il 50% dei bambini di età compresa tra 0 e 3 mesi di vita, nei quali è
presente almeno un episodio di rigurgito giornaliero.
Sicuramente negli ultimi anni si è avuto un aumento di questa patologia, legato
alla maggior durata della vita ed ai noti fenomeni di stress quotidiano. L'eccesso
ponderale ed abitudini alimentari scorrette hanno contribuito negativamente. Mi
preme segnalare soprattutto la maggiore frequenza di presentazione clinica
delle così dette forme atipiche, che comprendono i disturbi legati al reflusso
gastro-esofageo, ma che si manifestano in altri organi e distretti, che non sono
lo stomaco o l'esofago, e neppure l'apparato digerente, ma apparati diversi,
come le prime vie respiratorie, l'orecchio, il naso, la gola, i polmoni, il cuore ed
il sistema nervoso.
La malattia da reflusso gastroesofageo è (o dovrebbe essere) causata dal
reflusso nell'esofago del contenuto dello stomaco. Sottolineo il “dovrebbe”
perchè è verifica frequente sia della non presenza di segni di infiammazione dei
visceri alla gastroscopia sia della non correlazione tra i reflussi ed i sintomi
lamentati al controllo pH-impedenzio-metrico delle 24 ore.
Nella forma classica, la causa tipica del reflusso gastro-esofageo è la
diminuzione del tono dello sfintere esofageo inferiore, cioè della valvola che
separa l'esofago dallo stomaco. L'ipotonia sfinteriale è un atteggiamento
congenito del paziente, ma può essere favorita ed accentuata da alcuni nutrienti
e da alcuni tipi di farmaci. Il prolungato permanere del cibo nello stomaco
facilita il fenomeno del reflusso. Sono predisponenti le condizioni che
determinano un aumento della pressione addominale, come l'obesità, la
gravidanza ed un eccessivo e ripetuto sforzo del torchio addominale.
Alcune malattie sistemiche possono determinare problematiche di motilità
esofagea, che simulano la malattia da reflusso.
Anche le alterazioni salivari possono predisporre alla malattia da reflusso.
Il fumo è un fattore di rischio importante, sia perchè la nicotina aumenta la
secrezione acida dello stomaco, sia perchè altera la funzionalità dello sfintere
gastroesofageo.
Ansia e stress sono certamente fattori predisponenti, così come l'ernia gastrica
iatale, che spesso si associa alla malattia da reflusso gastroesofageo. Alcuni
farmaci ed alimenti (cioccolato, grassi, caffeina, liquirizia, bevande gassate,
alcool) contribuiscono a determinare la GERD riducendo il tono sfinteriale e
stimolando l'acidità.
1. Sintomi della malattia e diagnosi
I sintomi associati al reflusso, nelle forme atipiche, che sono sempre più
frequenti e di cui dicevo poc'anzi, sono variegati e multiformi. Nelle forme più
usuali, essi si distinguono in esofagei ed extra-esofagei e spesso sono
ingannevoli, perchè interessano apparati del tutto differenti. La presenza dei
sintomi non è sempre associata ad evidenza di danno anatomico, documentabile
con la gastroscopia.
La così detta NERD (Non Erosive Reflux Disease) ne è un esempio, in quanto
caratterizzata dalla presenza dei sintomi tipici del reflusso (pirosi retrosternale,
rigurgiti) in assenza di danno mucoso esofageo (erosioni, ulcere) visibile
all’endoscopia. Tale condizione rappresenta il 60-70% dei casi di malattia da
reflusso gastroesofageo (MRGE).
La NERD, qualora neanche la pH-impedenzo-metria delle 24 ore evidenzi
corrispondenza tra reflussi e sintomi, può rientrare tre le malattia funzionali
intestinali, cioè quelle patologie sempre più frequenti, non supportate da un
difetto documentabile alle indagini diagnostiche.
Disturbi gastrointestinali funzionali
I disturbi funzionali gastrointestinali (FGID) sono sintomi cronici o ricorrenti a
carico dell’apparato gastrointestinale e sono estremamente comuni, tanto da
colpire almeno un terzo della popolazione e rappresentano almeno il 50% dei
consulti specialistici gastroenterologici.
Essi possono essere molteplici, tra cui alterazioni della motilità intestinale con
dispepsia, diarrea, stipsi o alvo alterno, ipersensibilità viscerale, eccessiva
produzione di gas intestinale. La teoria psicosomatica attribuisce la patogenesi
dei FGIDs ad una disfunzione primaria del sistema nervoso centrale. L'asse
cervello-intestino consiste nella comunicazione neuronale e nell’interscambio
sensoriale tra il cervello e l’apparato digerente. L’intestino è dotato di un
proprio Sistema Nervoso Semi-Autonomo, denominato Sistema Nervoso
Enterico (SNE); le comunicazioni tra il sistema nervoso centrale (SNC) ed il
SNE coinvolgono sia le vie neuronali che meccanismi immunologici ed
endocrini.
Quindi il SNE è un “secondo cervello”, intimamente collegato al sistema
nervoso centrale. Questo legame aiuta a capire la patogenesi dei FGIDs. I
neuroni sensitivi viscerali, le cui terminazioni sensoriali affiorano nello
spessore del versante luminale della mucosa intestinale, rilevano gli stimoli
fisici e chimici e portano le informazioni all’encefalo. Il SNC è condizionato da
fattori psicologici e cognitivi, che modificano l’elaborazione sensoriale. A
livello intestinale, i neuroni sensoriali viscerali non operano in modo isolato.
Cellule entero-endocrine della mucosa ed elementi cellulari del sistema
immunitario mucosale, presenti nella parete intestinale, interagiscono nella
percezione sensitiva e nella modulazione della trasmissione del segnale
dall’intestino al cervello.
Un ruolo importante è svolto dal microbiota intestinale, cioè l’insieme degli
elementi cellulari e micro-organismi, presenti nel lume intestinale. L’insieme di
questi meccanismi mostra come il “secondo cervello”, presente nel sistema
nervoso dell’apparato digerente (SNE), sia intimamente correlato con il SNC e
come questo legame possa svolgere un ruolo chiave nella patogenesi dei
Disturbi Funzionali dell'intestino.
Molti studi dimostrano come vie neuronali di collegamento tra il SNC ed il
SNE siano responsabili di alcuni sintomi tipici di disordini funzionali
gastrointestinali (come per esempio il dolore addominale, la pienezza postprandiale, la sazietà precoce, la distensione addominale, etc.) e, allo stesso
tempo, altri dati dimostrano che è dall’intestino che partono gli stimoli
sensoriali della percezione dei sintomi gastro-intestinali.
Tutto ciò spiega l'associazione tra lo stress psicologico ed i disordini funzionali
gastro-intestinali, suggerendo una potenziale via cervello-intestino. La maggior
parte delle ricerche scientifiche in questo campo suggerisce una via ascendente
intestino-cervello.
Comprendere la regolazione neuronale della sensibilità intestinale rende più
facile capire l’interrelazione tra emotività, reattività psichica o iperestesia,
funzionalità gastrointestinale e dolore. L'intestino ed il cervello sono fortemente
integrati e si può tranquillamente asserire che l’asse cervello intestino è
bidirezionale e che una “disfunzione” sia nella via cervello-intestino che nella
opposta direzione può essere presente nelle sindromi disfunzionali intestinali.
Tornando alla malattia da reflusso gastro-esofageo, la classificazione dei
sintomi può essere fatta in questo modo:
Sintomi esofagei
Questi si suddividono ulteriormente in tipici ed atipici.
Fra i primi, sono frequenti la pirosi (il senso di bruciore retro-sternale, che può
irradiarsi al collo oppure posteriormente, tra le scapole) ed il rigurgito (la
risalita del contenuto gastrico fino al cavo orale, spesso di notte ed in posizione
supina).
Tra i sintomi atipici, abbiamo la disfagia (cioè la sensazione di difficoltà nella
deglutizione, spesso legata ad alterazioni motorie, indotte dal reflusso e dalla
flogosi ad esso associata).
Sintomi extra-esofagei
Possono essere oro-faringei, come la glossite, la sensazione di bocca urente, la
faringite (con o senza mal di gola), la scialorrea, la tosse secca, la disfonia, la
raucedine, la sensazione di nodo in gola (o bolo faringeo), l'alitosi, il prolasso
dei tessuti molli (velopendulo), dovuto all'infiammazione ed all'edema, che
predispone al russamento ed alle apnee notturne, la patina bianca sulla tonsilla
linguale ed il raclage o “grattino in gola” (sensazione di dover raschiare
continuamente la gola per la convinzione di presenza di muco, che in realtà si
rivela essere scarso e di difficile estrazione), il vellicchio faringeo, che consiste
in un fastidioso senso di raucedine con prurito alla gola.
Altro sintomo da considerare extra-esofageo, nonostante la contiguità
anatomica, è la disfagia orofaringea, che va studiata con la radiologia dinamica
e può sottintendere una patologia neurologica.
Abbiamo ancora, ascrivibili a questa categoria di extra-esofagei, i disturbi
laringei, come la laringite cronica, la laringite posteriore con edema e rossore,
la faringo-laringite con faringodinia, lo scolo retronasale (detto post nasal drip),
i polipi, le ulcere ed i granulomi delle corde vocali.
I disturbi bronco-polmonari sono spesso susseguenti a quelli otorino-laringo-
iatrici. Questi consistono in tosse stizzosa o cronica, spesso catarrale a
componente bronchiale, asma o difficoltà respiratoria con senso di
soffocamento notturno, fino ad arrivare alla bronco-polmonite ab ingestis ed
alla sinusite cronica. È frequente l'ipersecrezione catarrale, cioè l'aumentata
produzione di muco, a tutti i livelli, retro-nasale, epiglottico, faringo-laringeale
e bronchiale, fino ad arrivare alle bronchiectasie, con emoftoe, cioè l'emissione
di un espettorato rosso chiaro, schiumoso e frammisto a muco, spesso dovuta a
sanguinamento retro-nasale e faringeale, da non confondere con l'emissione di
sangue legata alla presenza di varici della lingua né con l'emottisi.
Altri sintomi atipici di interesse otorinolaringoiatrico sono legati a due diversi
percorsi fisiopatologici: la stimolazione vagale della parete esofagea e la lesione
diretta da reflusso acido sulle mucose faringo-laringee (reflusso prossimale,
cioè della parte superiore dell'esofago, fino al faringe e laringe). Alla prima
sono ascrivibili altri disturbi di tipo neurologico come la cefalea, le vertigini,
l'astenia ed il senso di obnubilamento.
Diagnosi
L'indagine di primo livello per la diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo è la gastroscopia, per escludere lesioni organiche. Ma la diagnosi si
perfeziona con la ph-metria esofagea delle 24 ore, che consente di differenziare
i reflussi fisiologici da quelli patologici. In alcuni casi, anche reflussi
"fisiologici" possono provocare sintomi: si parla in tal caso di esofago irritabile
o ipersensibile.
Per i casi di reflusso atipico, è indicata la Ph-metria con impedenziometria
multicanale intraluminale, che permette di valutare se il refluito giunge fino in
gola, in che entità ed in quale forma (liquido, gassoso o biliare).
Altro esame di fisiopatologia importante per la diagnosi è la manometria
esofagea per definire la tonia del cardias. Oggi è utilizzata la manometria ad
alta definizione, che rileva con maggior dettaglio le anomalie e la loro sede.
Altri metodi di indagine comprendono gli esami radiografici di esofagogramma
e la scintigrafia esofagea, che è un esame di medicina nucleare.
2. Complicanze della malattia a reflusso gastro-esofageo
Le complicanze dell’infiammazione dell'esofago possono essere la stenosi
esofagea, il sanguinamento e l'anemizzazione.
Altra complicanza è l'esofago di Barrett, dovuto all’infiammazione cronica, con
trasformazione della mucosa, valutata all'esame istologico, in epitelio mucoso
gastrico e poi enterico.
Il paziente con frequenza e persistenza di sintomi di MRGE è ritenuto ad alto
rischio di sviluppo dell'adenocarcinoma del tratto distale dell'esofago, in
presenza o meno dell'esofago di Barrett.
3. Possibili terapie
In primis occorre prescrivere norme dietetiche: evitare grassi, caffè, tè,
cioccolata, menta, alcolici, agrumi, soprattutto a stomaco vuoto. Alcuni
nutrienti, come il caffè, il tè e la cioccolata, contengono sostanze come le
xantine e le metil-xantine, che facilitano il reflusso perchè rilasciano
ulteriormente lo sfintere cardiale. Tali alimenti vanno evitati, così come le
sostanze irritanti, gli alcolici, gli agrumi, le spezie, che peggiorano il quadro
perchè producono ulteriore acidità.
Altre norme igieniche sono importanti, come tenere la testata del letto rialzata,
non mettere due cuscini, ma rialzare tutta la testata del letto, evitare di forzare i
muscoli del torchio addominale, coricarsi non prima di due ore dalla cena. La
terapia farmacologica è oggi di grande ausilio: antiacidi ed antisecretivi in
primis. Talora e nei casi ribelli, lo specialista Gastroenterologo prescriverà
farmaci neurologici, che agiscono innalzando la soglia del dolore e regolando la
motilità intestinale, agendo sul Sistema Nervoso Enterico. Il ricorso alla
chirurgia è riservato ai casi che non rispondono alla terapia medica e ad altri
casi particolari, che saranno valutati di volta in volta.
I farmaci più performanti sono quelli appartenenti alle classi degli inibitori di
pompa protonica/IPP (che inibiscono notevolmente la produzione acida nello
stomaco) e degli anti-H2 (in gran parte però soppiantati dai più moderni e
potenti IPP); non è comprovata l'efficacia dei procinetici. Gli antiacidi e gli
alginati sono usati al bisogno a fini di sollievo sintomatico.
Il diffondersi della chirurgia laparoscopica ha parzialmente cambiato
l'atteggiamento e le indicazioni della chirurgia del reflusso. Questa, in
precedenza, era indicata solo nei casi con coesistente ernia iatale di cospicue
dimensioni. Attualmente, alcune linee guida propongono il trattamento
chirurgico laparoscopico anche per i pazienti che rispondono discretamente alla
terapia medica, ma che abbiano severe recidive dopo la sospensione della
stessa, o che siano giovani e non vogliano sottoporsi ad una terapia medica
continuativa; possibile indicazione al trattamento chirurgico sono anche
l'esofago di Barrett ed il reflusso alcalino.
Analogamente, i pazienti con sintomatologia extradigestiva come tosse, asma
cronico ed episodi broncopneumonici ricorrenti, sono candidati per i quali viene
valutata l'opzione del trattamento chirurgico. Quest'ultimo, in centri ad alta
specializzazione, viene eseguito con ridotti effetti collaterali. La complicanza
principale della chirurgia laparoscopica del reflusso è la possibile disfagia
postoperatoria, che attualmente, con una corretta applicazione di alcuni
espedienti tecnici, come l'applicazione intra-operatoria del gastroscopio in
esofago, è ridotta e solitamente transitoria.
La scelta della terapia chirurgica deve comunque essere attentamente valutata, e
preceduta da una completa valutazione anatomopatologica e fisiopatologica di
stomaco e esofago eseguendo la gastroscopia, la ph-metria esofagea, oppure,
nel caso della malattia da reflusso faringo laringeo, la pH-metria multicanale
intraluminale con impedenziometria e manometria esofagea ad alta
risoluzione).
La terapia chirurgica consiste nella creazione di una neo-valvola attraverso la
plicatura del fondo dello stomaco (fundoplicatio); tale plicatura può essere più
o meno estesa, ed assumere definizioni eponimiche differenti, a seconda della
tecnica utilizzata: secondo Nissen, Toupet, Dor.
Contestualmente, si può provvedere alla riduzione della diastasi dei pilastri
diaframmatici, che si associ ad una MRGE con ernia iatale, eseguendo una
iatoplastica.
4. Novità terapeutiche
La maggiore novità è data dalle presentazioni cliniche atipiche della sindrome
da reflusso gastro-esofageo che, come detto, aprono la strada a trattamenti che
devono prevedersi prolungati ed alla possibilità di una correzione chirurgica,
spesso riconsiderata positivamente sia per la maggiore facilità esecutiva, in
considerazione dell'accesso mini-invasivo laparoscopico, sia per la propensione
ad effettuarla in pazienti giovani che ne beneficeranno più a lungo ed
eviteranno croniche assunzioni di farmaci. Va sempre ricordato però che la
prevenzione, con semplici accortezze dietetiche e comportamentali, è la prima
arma verso questa patologia. Va ricordato anche che l'intervento chirurgico
presenta sempre rischi e sequele negative, come una possibile stenosi postoperatoria. Infine la recidiva di malattia dopo la chirurgia è una realtà con cui
fare i conti.
Novità farmacologiche riferibili al reflusso gastro-esofageo sono al momento
poche, pur considerando i tentativi e gli studi per utilizzare recenti e potenti
procinetici, la cui indicazione attuale è la stipsi cronica o la sindrome
dell'intestino irritabile a componente stitica, per migliorare lo svuotamento
gastrico che è, come abbiamo visto, un'importante concausa di reflusso gastroesofageo.
Nell'ottica di evitare l'intervento chirurgico, ottenendo un risultato similare, da
oltre un decennio si sono proposte tecniche endoscopiche.
Le metodiche sviluppate hanno utilizzato 3 tipi di approccio: quello della
terapia iniettiva, quello della radiofrequenza e quello della sutura.
La terapia iniettiva utilizzava Enteryx, sostanza polimerica, che dava il nome
alla procedura, ritirata precocemente dal mercato, dopo la segnalazione di
alcuni gravi eventi avversi, come la mortalità correlata alla iniezione troppo
profonda, con l'immissione nel torrente circolatorio dei suoi polimeri.
La metodica “Stretta”, che utilizza la radiofrequenza, si basa sull’utilizzo di un
dispositivo, che rilascia energia come radiofrequenza a livello cardiale, tramite
elettrodi ad ago, inseriti nel tessuto muscolare giunzionale. La fibrosi postinfiammatoria volutamente creata è efficace nel ridurre i sintomi da MRGE, nel
breve e medio termine, ma non normalizza l’esposizione esofagea all’acido.
Studi recenti, anche italiani, concludono per una sostenibilità della procedura.
La tecnica ’”Endochinch” utilizza la sutura endoluminale ed è stata migliorata
dalle tecniche NDO Surgical Plicator ed EsophyX. Quest'ultimo è uno
strumento creato per realizzare una fundoplicatio antireflusso endoluminale
(ELF); mediante questo dispositivo si vuole realizzare endoscopicamente una
valva a tutto spessore a livello della giunzione esofago-gastrica, in modo da
ripristinarne le caratteristiche di valvola unidirezionale, tramite il
posizionamento di alcune “ancorette” (fastener), che vengono rilasciate nel
corso dell’introduzione dello strumento nella cavità gastrica. La tecnica TIF2
(Transoral Incisionless Fundoplicatio) ha lo scopo di creare una plicatura
esofagogastrica di 1-2 cm di lunghezza a livello dell’angolo anteriore (a ore 1) e
a livello dell’angolo posteriore (ore 11) - laddove le ore 12 per definizione sono
la piccola curvatura gastrica e le ore 6 la grande curvatura -, riducendo
l’eventuale ernia iatale, in modo che la giunzione esofago gastrica risulti nella
parte distale della fundoplicatio.
Devo citare ancora la procedura terapeutica endoscopica di mucosectomia, che
si effettua nel caso la malattia da reflusso si sia complicata nell’esofago di
Barrett, in cui sia presente una displasia di grado lieve. Essa consiste in una
resezione a spessore parziale della parete mucosa, asportando il tessuto
tumorale, senza necessità di eseguire un’esofagectomia.
La tecnica della Rieducazione Posturale Globale applicata alla Malattia da
Reflusso Gastro Esofageo
Sono stato invitato a scrivere questa prefazione dalla dr.essa Imma Trabucco,
che si occupa di Rieducazione Posturale Globale con particolare applicazione
alla patologia del reflusso gastrico. Il contatto con la dr.essa Trabucco è
avvenuto ad opera di una mia paziente che, venuta a conoscenza di questa
metodica fisioterapica, mi ha chiesto cosa pensassi se ella avesse voluto
“provare” a sottoporsi a questa metodica.
Proprio in virtù delle considerazioni su-esposte e della convinzione, ormai
provata da studi scientifici, che la patologia da reflusso gastro-esofageo
comprende nella sua etiopatogenesi una componente in qualche modo psicosomatica, che coinvolge il sistema nervoso centrale e periferico nella
trasmissione degli stimoli, che vengono percepiti come algogeni, l'opportunità
di una tecnica di rilassamento mi è parsa oltremodo indicata. Tanto più il mio
interesse a questa metodica fisioterapica è aumentata quando ho appreso dalla
dr.essa Trabucco che la tecnica aveva un risvolto provato di azione sulle
strutture anatomiche coinvolte nella motilità esofago-gastrica. Ho attualmente
solo pochi pazienti in trattamento dalla Fisioterapista dr.essa Trabucco, ma mi
sembra di poter individuare un trend positivo di risposta. Alla luce di ciò ci
siamo riproposti di iniziare uno studio controllato, di non facile attuazione, che
preveda l'arruolamento di un numero statisticamente significativo di pazienti da
trattare, così da poter validare scientificamente questa procedura. Questo
percorso è molto lungo e prevede molti ostacoli, a cominciare dai criteri di
arruolamento, per finire alla valutazione oggettiva dell'efficacia della tecnica
terapeutica. Per ora la dr.essa Trabucco ed io ci accontentiamo di lanciare un
messaggio a tutti i pazienti che soffrono di questa sindrome, sia quelli che
hanno perso la speranza di una soluzione definitiva sia quelli che preferiscono
agire su questo aspetto anatomo-funzionale del problema, affinchè valutino la
possibilità di iniziare questo percorso terapeutico.
Vi lascio alla lettura della metodica illustrata proprio dalla dr.essa Imma
Trabucco, aggiungendo solo che la miglior testimonianza di preparazione,
convinzione ed onestà intellettuale della Posturologa Trabucco sta proprio nella
sua testimonianza personale, che ho trovato altamente significativa, per la
precisa descrizione dei sintomi, ed indicativa dell'abnegazione e dell'impegno
professionale che la suddetta Dottoressa profonde nella cura dei suoi pazienti.
PREMESSA
Scommetto che le hai provate davvero tutte per cercare di guarire o “almeno”
alleviare gli insopportabili e fastidiosissimi sintomi del Reflusso GastroEsofageo e/o dell’ernia iatale. Il punto è che se tu hai davvero intenzione di
guarire (perché ciò che ti svelerò funziona solo con chi ha realmente
intenzione di guarire) con il programma che ti spiegherò ti assicuro che in breve
tempo potrai avere un grande sollievo, che ti renderà talmente entusiasta da
desiderare di essere d’aiuto anche ad altre persone che ne soffrono.
Voglio subito informarti che i miei pazienti con questo programma hanno
ottenuto grandi risultati, come ad esempio “in primis” la scomparsa del bruciore
acido che origina dallo stomaco (pirosi), sale verso l’esofago fino ad arrivare
su in gola, provocando forti mal di gola e tosse ricorrente.
I pazienti, dopo pochi trattamenti, riferiscono di riposare bene la notte perché
non vengono più svegliati dalla classica tosse improvvisa o dal forte bruciore
causato dal reflusso. La mattina si svegliano senza il “classico” sapore acido in
bocca , senza capogiri , spossatezza e mal di gola. Vi è la scomparsa del muco
in gola e soprattutto di quella brutta sensazione di avere un nodo alla gola.
Stanno bene addirittura nei periodi “cruciali” dell’aggravamento del reflusso
come l’inizio dell’autunno e della primavera. Possono mangiare liberamente
senza avere episodi di tachicardia ne pesantezza allo stomaco o mal digestione.
Non vi è più quella forte ansia che quasi blocca il respiro. Non devono più
alzare la testata del letto.
Il risultato più eclatante che rende i miei pazienti pienamente soddisfatti è
soprattutto la sospensione graduale, ed infine, totale dei farmaci. La maggior
parte di loro dopo circa un mese di trattamento non prende più niente.
È consigliabile comunque fare sempre delle visite di controllo dal medico
gastroenterologo di riferimento per accertarsi della diagnosi, e per effettuare dei
controlli per la valutazione dei risultati ottenuti. La sua preziosissima
collaborazione è necessaria e fondamentale, per portare avanti un trattamento
coerente.
TESTIMONIANZE
Qui di seguito sono riportate solo alcune delle tante testimonianze di pazienti
sottoposti alla metodica R.P.G.
- Roma, 25 giugno 2015
Ho 47 anni e soffro da circa vent’anni di crisi d’asma ricorrenti e di bruciori di
stomaco occasionali che però ho sempre pensato essere correlati gli uni agli altri; questi ultimi problemi gastrici alla fine del 2014 avevano assunto, ahimè,
carattere di cronicità facendo peggiorare apparentemente anche la sintomatologia asmatica.
Godendo comunque di uno stato di salute generale che suol dirsi buono, ho ritenuto da sempre di potermi permettere qualsiasi abitudine igienico alimentare,
senza preoccupazioni di sorta alcuna.
L’aver iniziato a soffrire cronicamente di bruciori e acidità di stomaco ha scatenato ulteriori disturbi enterici nonché disturbi delle basse e alte vie respiratorie
inconsueti (accessi tosse convulsa notturna apparentemente asmatica, infiammazioni ricorrenti del condotto uditivo esterno, infiammazioni del cavo faringeo, riniti apparentemente allergiche), portandomi in breve ad uno stato di squilibrio psicofisico aggravato da tensione emotiva e prostrazione psichica.
Dopo aver seguito nel corso dei mesi, su indicazioni del mio medico di base, le
classiche terapie farmacologiche (broncodilatatori, antinfiammatori, antistaminici e/o antibiotici per i sintomi dell’apparecchio respiratorio; antiacidi da banco e inibitori di pompa protonica per i disturbi gastroenterici) con risultati mediocri eppure temporanei, ho ritenuto opportuno scegliere la Rieducazione Posturale Globale quale metodo per tentare di risolvere i miei problemi gastrici
nonché quelli respiratori.
Pur non avendo effettuato esami clinici approfonditi per l’apparato gastrointestinale ma solo quelli relativi all’apparato respiratorio (che avrebbero confermato una natura allergica dell’asma ricorrente e delle riniti occasionali) e
non avendo perciò che una diagnosi generica del mio medico curante, basata sul
quadro clinico pregresso e sulla sola sintomatologia recente – sospetta MRGE o
esofagite da reflusso; sospetta presenza dell’Helycobatter Pilori; remota presenza di un’ernia iatale – avendo seguito in passato le tradizionali e consuete terapie per i sintomi suddetti senza benefici rilevanti, ho intrapreso la strada di
quella che suole chiamarsi medicina alternativa.
Tra le varie terapie possibili rispetto a quelle farmacologiche, il programma fisioterapico di R.P.G. della dottoressa Immacolata Trabucco mi è sembrato il più
idoneo a risolvere i miei problemi gastroenterici ormai cronicizzati, collegati alle vie respiratorie.
La mia determinazione e la mia volontà di guarire unitamente alla professionalità e alla competenza della dottoressa Immacolata, la cui l’umanità e la compenetrazione del disagio del paziente sono incomparabili, sono state fondamentali
e indispensabili per ottenere risultati positivi già dopo le prime sedute a cui è
seguito un netto miglioramento duraturo in tempi abbastanza rapidi, che perdura tutt’oggi.
Desidero precisare che l’essermi affidato risoluto e fiducioso alle cure e ai suggerimenti della dottoressa Trabucco inoltre mi ha permesso di comprendere
quanto di sbagliato ci fosse nelle mie consolidate abitudini igienico alimentari,
in modo tale da correggerle tempestivamente per far sì che le pratiche fisioterapiche cui mi sono sottoposto non andassero perdute e cadessero nel vuoto, bensì
trovassero terreno fertile su cui svilupparsi insieme alla riconquistata consapevolezza, se non della definitiva guarigione, di uno stato di equilibrio ormai da
mesi dimenticato.
In conclusione la R.P.G. mi ha permesso di comprendere quanto ognuno di noi
debba conservare la propria salute in modo del tutto personale, avendo cura del
proprio benessere, ciascuno seguendo le proprie disposizioni, riacquistando coscienza di ciò che nuoce al proprio equilibrio psicofisico.
Come siamo unici al mondo così dobbiamo conservare la propria salute, cercando di prevenire le malattie in modo esclusivo e del tutto personale.
Giuseppe Miceli
- Nel 2012, verso i primi mesi dell’anno ho cominciato ad avvertire difficoltà a
deglutire, ma nonostante ciò la gola non mi procurava nessun tipo di fastidio.
Poi, il 29 marzo è cominciato tutto: ad un certo punto mi sono sentita soffocare
e per respirare dovevo fare il gesto di inghiottire altrimenti dovevo sputare! I
medici dell’ambulanza sono giunti alla conclusione che si sarebbe potuto trattare del cosiddetto “ bolo isterico”. Ad aprile col trascorrere giornate di disperazione, ho effettuato la laringoscopia diretta da cui è stato diagnosticato il Reflusso Gastro-Esofageo ( M.R.G.E.), poi ho iniziato l’assunzione del lucen e
gaviscon. Il 24 aprile ho effettuato la gastroscopia da cui è risultata la presenza
di ernia gastrica iatale da scivolamento. Il professore della clinica mi ha prescritto l’assunzione del limpidex da 30mg, del domperidone e del gaviscon.
Nonostante le visite e le medicine stavo male e soffrivo; per tale ragione avevo
preso in considerazione l’ eventuale intervento chirurgico. L’ argomento operazione era insopportabile: troppi pareri discordanti sia da persone affette da questo problema sia da alcuni specialisti. Infatti il Professore della clinica mi ha
sempre fatto capire che non avrebbe avuto intenzione di operarmi. Così pensando che non esistesse speranza ho cominciato a rassegnarmi. Dopodiché agli inizi dell’ anno 2013, ho scoperto che esiste la specializzazione in Rieducazione
Posturale Globale nel trattamento di Ernie Iatali. Questa scoperta è stata importante per me : infatti da quando ho iniziato le sedute fisioterapiche il fastidio in
gola si manifesta meno e anche dal punto di vista morale sto meglio. Ora, a distanza di quasi un anno, ho rifatto la gastroscopia, la quale evidenzia la scomparsa dell’ernia iatale .Dati i benefici sono stimolata a continuare la fisioterapia
con la speranza e la fiducia di mantenere questa guarigione definitiva.
Pamela Pranzetti
- Ero affetta da ernia iatale da scivolamento e prima di iniziare il trattamento
fisioterapico RPG prendevo pantoprazolo 40 mg e gaviscon dopo i pasti e prima
di andare a letto. Avevo dolori alla deglutizione e dietro il torace e l’esigenza di
schiarirmi la voce. La mattina sentivo un sapore acido in bocca.
Già dalla prima seduta di RPG, dopo 2 giorni ho smesso di prendere gaviscon
senza conseguenze, quindi stavo comunque bene, esattamente come se l’avessi
preso, quindi ho deciso si smetterlo.
Alla terza seduta ho deciso di ridurre anche il pantoprazolo e ho iniziato a non
prenderlo più tutti i giorni e sono stata bene, sempre ovviamente seguendo
un’alimentazione corretta. Adesso ho intenzione di smettere di prenderlo
definitivamente in maniera graduale.
Non ci sono dubbi sul fatto che la RPG funzioni, è come se si riuscisse a tenere
sotto controllo il reflusso soprattutto grazie alla respirazione, è come se si
riuscisse a spingere lo stomaco effettivamente più in basso.
Non ho più risalita di acido in gola, che prima a volte mi capitava, nell’ultimo
periodo prima di iniziare la terapia mi capitava anche di avere la voce rauca per
il reflusso e non mi è più successo. Posso bere un bicchiere di vino senza alcun
problema, a differenza di prima che provavo bruciori e reflusso.
Mi capitava anche di sentire dolore alla deglutizione e adesso questo è solo un
lieve fastidio. Ho deciso di iniziare questo percorso nonostante dovessi andare
da Milano a Roma una volta a settimana e ne sono molto contenta; adesso
intendo continuare e cercare a Milano perché è veramente utile.
Alice Zucchelli
- Ho sofferto per piu’ di 8 mesi di forte reflusso gastro-esofageo associato ad
una forte gastrite. La sofferenza era diventata cosi’ tanta che, nonostante i benefici apportati dalle molte medicine che prendevo e che ancora continuo a prendere come terapia di mantenimento, decisi di rivolgermi ad un approccio diverso e possibilmente risolutivo. E fu cosi’ che mi sono imbattuto nella gentilissima Dott.ssa Imma Trabucco, la quale mi e’ stata molto d’aiuto. Con le sue tecniche fisioterapiche e di respirazione, associate ad utili consigli di alimentazione ed erbe depurative, ho trovato un gran beneficio nonostante le sole 4 sedute
che sono riuscito a concedermi prima di ripartire per l’Australia, dove lavoro da
alcuni anni. I benefici sono consititi nel sentirmi subito meglio con la respirazione, la quale mi ha consentito a sua volta di avere anche piu’ energie durante
la giornata, data la minore quantita’ di reflusso acido che sperimento durante il
giorno. Sono sicuro che con una terapia piu’ continuativa avrei avuto sempre
maggiori benefici fino alla completa risoluzione del problema, ed e’ per questo
che consiglio vivamente a tutti, qualora soffriate di problemi di stomaco, di rivolgervi alla dottoressa e di seguire con fiducia il suo approccio innovativo per
la risoluzione di queste problematiche."
Giampiero B
- Ho iniziato a soffrire di gastrite, reflusso ed ernia da scivolamento dal 2010.
Era la metà di Luglio faceva un caldo tremendo ed ho iniziato ad avvertire un
senso di soffocamento, una chiusura fortissima al livello della gola. Da quel
giorno non ho più avuto tregua. Un continuo senso di chiusura, acidità e muco
biancastro accompagnava le mie giornate. Non è facile per chi legge capire
quanto ho sofferto ma è stato davvero indescrivibile. Le ho provate tutte! Cure
per l’ansia, cure per lo stomaco, cure per il reflusso. Insomma ho buttato tanti
soldi in medicine inutilmente poiché su di me non hanno avuto mai alcun effetto. Ho sperato che le medicine facessero l’effetto “bacchetta magica” mi sono
affidata ai medici sperando di trovare il “Guru” che mi potesse aiutare ma poi
pian piano dopo aver fatto tante altalene tra medicina olistica e tradizionale
(giusto per provarle proprio tutte) ho deciso di fermarmi e accettare tutto quello
che mi stava capitando senza più opporre resistenza, ho lavorato molto su di me
a livello psicologico e sono venuta a conoscenza tramite internet di un Metodo
che può aiutare chi soffre di questo disturbo a stare molto meglio o addirittura
guarire: la FISIOTERAPIA! Ho letto che attraverso delle sedute di RPG con
una terapia si può guarire. Ho preso contatto con la Dott.ssa Imma Trabucco
che mi ha subito seguita ma vista la distanza che ci separa ( circa 200km perché
lei sta a Roma ed io in Abruzzo) potevo fare solo una seduta ogni 15 giorni . Ne
ho fatte 4 e nei primi giorni successivi ogni seduta ho sentito dei miglioramenti.
Un bel risultato visto che nel mio caso avrei dovuto fare almeno 1 seduta a settimana. Sento che questa è la strada giusta da percorrere perché ora sto meglio e
consiglio a tutti di provare. Non si tratta di un effetto placebo del tipo “se ci
credi funziona” è un metodo meccanico che solo un fisioterapista specializzato
in RPG può fare. Spero di essere stata utile a qualcuno.
Erika T.
- Ho 35 anni e da 7/8 anni soffro di reflusso gastroesofageo. Beh sembrerà niente ma i fastidi sono parecchi invalidanti sia fisicamente che
psicologicamente. Pensare a tutte le volte che ho dovuto rinunciare e dire di NO
a piatti gustosi , cene con amici ecc. Il cibo ha condizionato molto in questi anni
la mia vita perchè ho dovuto stare attenta a cosa mangiare e come cucinare.
Fino a che ho incontrato il Prof. Iannetti che dopo un periodo di cura con i
farmaci mi ha consigliato di iniziare una fisioterapia dalla dott.ssa Trabucco e
nella mia vita arriva l' RPG !!!! Che cos è? Una rieducazione posturale che
agisce sull' allungamento del diaframma (e non solo) per migliorare il reflusso
gastroesofageo. Beh vi dico che dopo 5 incontri ho mangiato un gran piatto di
gnocchi e un arancia che non toccavo da una vita..... sta migliorando la
digestione, il senso di gonfiore, il dolore toracico, ecc. Ho finalmente smesso le
gocce di laroxyl la sera e inizio a stare meglio . Trovo che l' RPG mi ha dato e
mi sta dando i benefici ........... Provare per credere!
Un Grazie Speciale va al mio Dott. Prof. Iannetti ed alla Dott.ssa Trabucco.
Lorenza S.
- Affetto da parecchi anni da fibrillazione atriale parossistica, nella ricerca delle
cause che ne provocano di tanto in tanto le manifestazioni, si è rivelato che
l’origine era dovuta ad una pressione dello stomaco sull’apparato cardiaco. Ho
seguito tutte le cure del caso ma, malgrado ciò, le manifestazioni si sono
ripetute, forse per errata applicazione, da parte mia, di qualche prescrizione
medica. Di recente sono stato consigliato di seguire una serie di applicazioni
fisioterapiche ad hoc e debbo rilevare che le manifestazioni non solo non si
sono ripetute ma mi hanno stimolato a continuare per un mantenimento del
benessere.
Tullio
- Carissima dottoressa
Anche se non ci conosciamo personalmente, ho una grande stima di lei, perché senza conoscermi e senza prendere un euro mi ha dato delle dritte che hanno
alleviato e di molto il mio malessere fisico e mentale.. sono proprio queste le
persone di cui il mondo ha bisogno.
Salvo Carlà
SCARSA INFORMAZIONE
Purtroppo, nonostante tutti questi Straordinari risultati, la maggior parte delle
persone affette da queste due patologie, non eseguono questo programma,
perché semplicemente non ne sono a conoscenza. Si sente parlare solo di
bruciore di stomaco o di acidità e si consigliano terapie farmacologiche a base
di antiacidi che temporaneamente inibiscono la secrezione acida dello stomaco,
dando così sollievo al momento, senza però curare ovviamente la patologia, “o
meglio” la causa di tali patologie. Questo la persona però lo capisce solo dopo
aver subito lunghi trattamenti con farmaci ed una cefalea (emicrania) che
diventa sempre più insopportabile. Sono persone che sembra si siano rassegnate
al proprio destino, perché è stato detto loro che non c’è una soluzione oltre i
farmaci se non quella chirurgica, e loro ovviamente ci hanno creduto. Certo ci
sono casi, come ad esempio uno stato evolutivo cronico troppo avanzato, che
potrebbe resistere al trattamento, o che potrebbe realmente avere bisogno di un
intervento chirurgico. Però è anche vero che in ogni sofferenza esofago-gastrica
( compresi casi cronici avanzati), qualunque sia la causa primaria che sottende
al reflusso, c’ è sempre una forte rigidità del diaframma, che come sappiamo è
un muscolo, e quindi va riabilitato con delle tecniche fisioterapiche specifiche.
N.B. È necessario sottolineare due ostacoli fondamentali che potrebbero
rendere inefficace il trattamento, come la scarsa collaborazione del paziente e
l’ inappropriatezza metodologica del fisioterapista. Infatti tutti i pazienti che
hanno ottenuto ed ottengono guarigioni straordinarie , oltre ad essere curati con
le giuste competenze, sono tutti altamente motivati e collaboranti nell’eseguire
in modo corretto e scrupoloso il programma riabilitativo specifico.
LA MIA STORIA DI GUARIGIONE
Anche io, due anni prima di imparare , sperimentare ed applicare questo
programma, soffrivo di Reflusso Gastro-Esofageo, e devo dire che in quel
periodo la mia vita era alquanto invalidata perché, oltre ad avere i classici
fastidi del reflusso elencati prima, la cosa più terribile era la continua risalita
della saliva in bocca in qualsiasi momento della giornata, che mangiassi oppure
no. Ricordo che ero costretta ad avere in mano per tutto il giorno un
fazzolettino di carta per espettorare la continua risalita della saliva in bocca, e a
niente servivano gli antiacidi che prendevo. In quel periodo speravo molto
nell’aiuto dei farmaci perché ero davvero disperata, ma purtroppo invece di
migliorare peggioravo notevolmente giorno dopo giorno.
Avevo ridotto persino la mia vita sociale perché provavo imbarazzo, mentre
parlavo con gli amici, nel dovermi girare ogni minuto per espettorare nel
fazzolettino. Il mio malessere era diventato un disagio indescrivibile.
La mia fortuna fu che quel triste e travagliato periodo, coincideva con quello
della mia Laurea in Fisioterapia, e di conseguenza, con la mia futura
Specializzazione in R.P.G. (Rieducazione Posturale Globale ), una metodica
straordinaria che se applicata correttamente davvero ti “salva la vita”. Ricordo
ancora lo stupore e poi l’entusiasmo nell’apprendere che questa metodica
(R.P.G.), oltre a curare i classici dolori cervicali, lombari, ernia del disco ecc..
cura con successo anche l’ernia iatale e la malattia da reflusso gastro-esofageo.
Per cui appena imparata la tecnica iniziai subito ad applicarla su pazienti affetti
da questi disturbi che riscontrarono dei benefici fin da subito, per cui valutai
che se questi risultati si fossero verificati una volta sola sarebbe stato senza
dubbio da considerarsi un caso. Se fossero successi due volte, poteva entrare
negli annali della storia della fisioterapia come coincidenza. Ma siccome
succedeva e tutt’ora succede ripetutamente, ci sono senza dubbio ragioni
sufficienti per mettere da parte i dubbi e accettare il fatto che l’ernia iatale da
scivolamento ed il reflusso gastroesofageo possono essere curati con successo
con una metodica meccanico-conservativa come la R.P.G.
Per quanto mi riguarda, posso affermare con tanta gioia che oggi mangio quello
che voglio e la risalita della saliva in bocca ormai è un ricordo lontano. Non
devo più dormire con due cuscini ( che fa anche malissimo alla cervicale), per
cui quando dormo in un letto che non è il mio (ad es. in Hotel) non è più un
problema. Dulcis in fundo non prendo più alcun farmaco.
Così, dopo la mia guarigione, e di quella delle persone sottoposte a tale
metodica, ho capito che è un peccato vedere tanta gente lì fuori che soffre di
Reflusso e che non è a conoscenza di questa meravigliosa soluzione, perché è
convinta , come lo ero io, che l’ unica soluzione per guarire o “star meglio”
sono i farmaci se non addirittura l’ intervento chirurgico. Voglio invece che si
sappia che nella maggior parte dei casi non è più così, perché grazie
all’esecuzione di questo programma, si può davvero migliorare la propria vita.
Per cui lo scopo di questo e-book è spiegarti in dettaglio cos’è nello specifico
l’ernia iatale ed il reflusso gastro-esofageo, e soprattutto come avviene la loro
insorgenza, affinché tu possa capire perfettamente “il perché “ queste due
patologie si possono curare con la R.P.G. Ti rivelo quindi una serie di tecniche
essenziali e semplici che utilizzo durante la seduta di fisioterapia, e che , vista la
semplicità, puoi utilizzare anche a casa da solo, nel caso tu non abbia a
disposizione un fisioterapista specializzato o non abbia il tempo di andarci.
CENNI DI ANATOMIA
Affinché si possa sfruttare al meglio il programma, ed avere così dei risultati
entusiasmanti, è fondamentale avere piena coscienza di ciò che si fa e del
perché lo si fa. Quindi, prima di parlarti del programma riabilitativo, è utile che
tu comprenda in dettaglio, il perché si può guarire con la R.P.G. Per far ciò
devi acquisire delle brevi e semplici nozioni di anatomia e di clinica.
Non me ne vogliano i miei colleghi se nella descrizione delle patologie non
userò un linguaggio tecnico, ma lo scopo di questo e-book è di aiutare il
maggior numero di persone possibili ( e non tutti sono medici e fisioterapisti)
per cui farò una descrizione ed userò un linguaggio per quanto possibile
semplice, per comprendere meglio il relativo trattamento.
L'esofago è un condotto muscolo-membranoso che si estende dalla faringe(
tratto del canale digerente posto al didietro delle cavità nasali, della bocca e
della laringe) allo stomaco e assicura il transito degli alimenti dalla bocca allo
stomaco.
È ancorato alla colonna vertebrale , alle pareti della cavità toracica e a tutti gli
organi che lo circondano. “ Ciò prova che l’esofago non si sposta molto o che si
sposta insieme agli organi che lo circondano” (Poirier). Con la sua parte distale
sbocca nello stomaco attraverso il cardias, che è la regione anatomica di
congiunzione tra esofago e stomaco, e che si trova a 2-3 cm al di sotto dello iato
esofageo (un foro che si trova nel muscolo diaframma, attraverso il quale
l’esofago entra nella cavità addominale per andare a connettersi con lo
stomaco).
Il Cardias o SEI (sfintere esofageo inferiore) si estende in senso longitudinale
per 2-3cm, ed è un meccanismo controllato che ha il ruolo di barriera antireflusso, grazie alla sua attività tonica, utile nel mantenere una pressione di 1520 mm Hg, maggiore rispetto a quella del fondo gastrico, proprio per impedire
l’aspirazione del contenuto gastrico in esofago, nonostante la presenza della
pressione negativa intratoracica. Se la pressione che crea il cardias è inferiore a
6 mm Hg allora c’è il reflusso, cioè il Cardias è beante.
Oltre al Cardias, vi sono numerosi meccanismi facenti parte della barriera antireflusso, che impediscono meccanicamente la risalita dei succhi gastrici in
esofago. Le strutture anatomiche riconosciute sono:
Legamento freno-esofageo o membrana di Laimer-Bertelli. Connette
l’esofago al diaframma, e la sua integrità
e corretta inserzione sono di
fondamentale importanza, in quanto concorrono al corretto funzionamento della
barriera anti-reflusso. Nei soggetti normali in genere si inserisce 35mm a monte
della giunzione esofago-gastrica, mentre vi può essere un reflusso, quando
l’inserzione è a 11mm, perché diminuisce la porzione di esofago
sottodiaframmatico, altra struttura coinvolta come “barriera Anti-reflusso”.
Esofago
sottodiaframmatico.
Un’
adeguata
lunghezza
dell’esofago
sottodiaframmatico permette di mantenere costante il gradiente pressorio
esofago-gastrico al variare della pressione intraddominale. La riduzione della
sua lunghezza (inferiore a 2 cm) si associa ad un elevata incidenza di Reflusso
Gastro-Esofageo (RGE), indipendentemente dal valore della pressione del
cardias.
L’angolo di His. L’esofago, attraversato lo iato esofageo, va ad inserirsi con la
sua porzione distale ed in modo obliquo nel fondo gastrico, realizzando con la
sua parete di sinistra e la grande tuberosità dello stomaco, il cosiddetto angolo
di His, determinando un lembo di mucosa denominato Plica di Von Gubaroff,
che aderendo alla piccola curva gastrica, si comporta come una valvola antireflusso. Le fibre muscolari longitudinali e circolari dell’esofago, in intimo
contatto con quelle dello stomaco, dette sling (del margine sinistro o di
Helvetius ) e quelle di Willis, contribuiscono al mantenimento di un angolo di
His normale.
La rosetta mucosa. La mucosa del cardias si solleva in rilievi caratteristici
detti “rosette mucose” le quali contribuiscono ad impedire il reflusso gastroesofageo.
Studiando bene l’anatomia però, si comprende come il muscolo diaframma sia
una delle principali
“valvole dinamiche” tra esofago e stomaco .
Un’alterazione della sua meccanica infatti, può influire sulla meccanica del
passaggio esofago gastrico, dando origine così alla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), andando ad influenzare, ad esempio, una delle tante cause
come la riduzione della lunghezza dell’esofago sottodiaframmatico menzionato
in precedenza.
Il Ruolo compromettente del Diaframma
Il diaframma è il muscolo principe della respirazione, si trova in una posizione
centrale e divide la cavità toracica da quella addominale. Segue in pratica tutta
l'arcata costale, assumendo quindi la forma di cupola, risiedendo a ridosso dello
stomaco con il quale entra in intimo contatto.
É un muscolo che lavora ininterrottamente, visto che inizia la sua attività al
momento della nascita e termina al momento della morte, per cui le sue fibre
muscolari, non avendo mai riposo, tendono alla rigidità e quindi all'accorciamento nel senso dell'abbassamento.
Ma cosa vuol dire nel senso dell' abbassamento? Vuol dire che l'accorciamento
graduale delle fibre muscolari del diaframma, va a modificare la sua forma
fisiologica, cioè la sua forma di cupola, che va a perdersi piano piano
abbassandosi, andando così a creare una pressione costante sullo stomaco (vista
l'intima vicinanza tra i due). Questa iperpressione costante del diaframma sullo
stomaco provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico perché va ad
alterare la normale azione delle fibre muscolari dello stomaco con funzione
evacuatrice, dando luogo così ad una digestione assai lenta per difficoltà
appunto di svuotamento. Inoltre, questo forte abbassamento costante del
diaframma, che in fisioterapia chiamiamo “blocco inspiratorio”, provocherà
anche un abbassamento dello iato esofageo, iperdistendendo così i mezzi di
unione tra esofago e diaframma menzionati precedentemente, con conseguente
maggiore possibilità di reflusso e/o di un’ernia iatale.
Abbassamento e quindi Pressione costante del diaframma sullo stomaco quando è in forte accorciamento
Ma come vedremo in seguito, le implicazioni del diaframma non sono finite,
perché questo muscolo ha inserzioni (cioè prende contatti) anche sul torace e
sulla colonna vertebrale, in particolare sulle vertebre lombari L1-L4, che in
condizioni fisiologiche, vengono tirate in avanti e verso l’alto, da i suoi forti
pilastri, garantendo così la lordosi lombare.
Per cui, un forte accorciamento delle fibre del diaframma, e quindi dei suoi
pilastri, potrebbe creare, ad esempio, un aumento della lordosi lombare
(iperlordosi), andando così a creare una situazione posturale, che come
vedremo, è legata meccanicamente a queste patologie gastro-esofagee.
Il diaframma, oltre a svolgere il ruolo fondamentale di muscolo inspiratore, di
valvola dinamica anti-reflusso e di gestione della meccanica vertebrale, gestisce
anche un’altra funzione meccanica “nobile” ed intelligente, che merita di
essere citata.
Il corpo del diaframma comprende due parti, una muscolare periferica che si
inserisce appunto sul torace, sulla colonna lombare (n.1) ecc.. e l’altra tendinea
cioè fibrosa e quindi per niente contrattile, che si trova nella sua parte centrale
chiamata centro frenico (n.6).
Il passaggio di strutture “nobili” come la vena cava (n.5) inferiore e l’aorta
(n.2), si ha proprio in questa parte tendinea del diaframma, che non è contrattile
proprio per impedire lo strozzamento di tali strutture, che potrebbe verificarsi
invece nel caso in cui il loro passaggio avvenisse nella parte muscolare del
diaframma. In quel caso infatti, vi potrebbe essere un reale strozzamento di tali
strutture per eventuali brusche contrazioni, in qualsiasi situazione ci si trovi. La
parte muscolare, e quindi contrattile, accoglie invece l’esofago, attraverso lo
iato esofageo (n.5), ed ha la funzione di assicurare, con la contrazione delle sue
fibre, un isolamento dinamico dello stomaco, quando si vuole evitare la risalita
del bolo alimentare, e al contrario, istradare il bolo alimentare, quando
necessario. Vediamo quindi che il diaframma funge anche da sfintere tra
esofago e stomaco, dividendo e regolando il passaggio tra le due strutture.
Un’alterazione di quest’ ultima funzione, porta molto spesso ad una sofferenza
esofago-gastrica. Perché?
Quando stiamo per iniziare a mangiare e mastichiamo, si producono subito i
succhi gastrici. Normalmente l’arrivo del bolo alimentare ed il rilascio dei
succhi gastrici nello stomaco devono farsi in concomitanza. Ma a volte la parte
contrattile del diaframma, proprio perché contrattile, può ridurre il forame dove
passa l’esofago(iato esofageo descritto in precedenza), creando un ritardo
nell’arrivo del bolo alimentare nello stomaco, mentre il succo gastrico è già
stato liberato, creando così bruciore e reflusso gastrico. Si creerà anche
aerofagia (aria nello stomaco) e difficoltà nel digerire. Ecco perché molte
persone dopo pranzo non possono sdraiarsi. Questo perché si crea la tensione
del sistema sospensore del diaframma (descritto più avanti) che va a stringere
ancora di più l’esofago. Ecco perché, anche nelle patologie respiratorie le
persone non si mettono mai sdraiate ma sempre sedute. Ecco quindi, come
anche i problemi digestivi sono strettamente collegati al diaframma.
Alla luce di ciò, si comprende come il diaframma sia implicato in molteplici
funzioni. Per cui risulta fondamentale la sua costante riabilitazione.
N.B. Il muscolo diaframma è anche la sede delle emozioni (rabbia, paura
tristezza ecc..) per cui è importantissimo evidenziare anche l’aspetto psicoemotivo della persona. La rabbia repressa, ed un continuo stress emotivo, ad
esempio, provocano forti retrazioni, e quindi accorciamento delle fibre del
diaframma, causando così il suo abbassamento e quindi la sua pressione
costante sullo stomaco, provocando maggior possibilità di reflusso.
L’Ernia iatale
Normalmente lo stomaco si trova al di sotto del muscolo diaframma. Si unisce
al diaframma attraverso il legamento gastro-frenico ed il legamento profondo
dello stomaco, che unisce tale organo al pilastro destro del diaframma.
L'ernia iatale si ha quando la parte superiore dello stomaco (bocca) passa nel
torace attraverso lo iato esofageo del diaframma, a causa della iperdistensione
patologica delle connessioni tra diaframma, esofago e stomaco, che porta, come
ultimo stadio, all’interruzione di tali rapporti.
Vi sono due tipi di ernie: da scivolamento e paraesofagea.
Il tipo di ernia da scivolamento è il più comune (90% dei casi), ed è quello che
trova maggior coerenza con il trattamento meccanico-conservativo proposto. In
questo caso, lo stomaco e la giunzione gastro-esofagea migrano insieme nel
torace attraverso lo iato esofageo.
Nel tipo di ernia para-esofagea ( 5%), il cardias passa attraverso lo iato
esofageo, vicino la giunzione gastro-esofagea. Questo tipo di ernia si osserva
soprattutto nelle donne. Esistono anche ernie con modalità miste.
Vi sono pazienti che presentano i sintomi dell’ernia iatale, senza conferma
radiologica. Questa situazione è data quasi sempre da uno spasmo della
giunzione gastro-esofagea o di tensioni anomali dei tessuti circostanti, come la
poca elasticità o distensibilità dei tessuti connettivi fibrosi e muscolari. Tale
diagnosi può essere fatta solo con un’analisi posturale e biomeccanica accurata.
Un forte abbassamento diaframmatico è comunque la causa meccanica
principale attribuita all’insorgenza dell’ernia da scivolamento, in quanto va ad
abbassare lo iato esofageo e va a provocare la trazione, e quindi l'estrazione
dello stomaco attraverso di esso, essendo l'esofago fissato alla colonna
vertebrale.
L’estrazione è facilitata perché lo iato esofageo ,che in una situazione normale
è verticale, tende appunto ad orizzontalizzarsi quando il diaframma è
costantemente abbassato (in fisioterapia si dice “fisso in ispirazione”).
Anche un’ iperlordosi lombare o comunque una malposizione vertebrale,
comporta una modificazione dello iato esofageo. Infatti nel paragrafo
successivo, vedremo come anche un’alterazione posturale possa essere legata
meccanicamente all’ernia iatale e alla malattia da reflusso gastro-esofageo,
favorendone quindi l’insorgenza .
DIAFRAMMA E POSTURA – Relazione tra sistema gastro- esofageo e
alterazioni posturali.
Il diaframma oltre ad avere rapporti con l'esofago e lo stomaco, li ha anche con
lo sterno, con le costole (precisamente dalla 7 alla 12), con il pericardio (sottile
membrana che circonda il cuore) e con la zona lombare, tramite i suoi tre
pilastri diaframmatici . Lo sterno e le costole hanno a loro volta rapporti con le
vertebre cervicali e la nuca attraverso due muscoli, lo sternocleidomastoideo e
gli scaleni. Per cui tutta questa concatenazione di legamenti e muscoli va ad
assumere la funzione di tendine che chiameremo “tendine del diaframma” o
sistema sospensore del diaframma, che se per vari motivi diventa troppo rigido,
si accorcia e porta il soggetto a chiudersi in avanti. Tutto ciò è negativo perché
il soggetto, a lungo andare ed inconsapevolmente, va incontro ad un’ipercifosi
(dorso curvo) che a sua volta provocherà un accorciamento dell'esofago, in
quanto tale condotto è strettamente connesso alla colonna vertebrale, per cui si
adeguerà, per coerenza, alle variazioni della colonna, e quindi della postura,
predisponendo così il soggetto ad una sofferenza esofago-gastrica, e più
gravemente ad un ernia iatale, perché l’ accorciamento che si è andato
verificando non potrà mai essere restituito spontaneamente. Quindi, nel caso in
cui si esegua un respiro di grande ampiezza, dove il diaframma si abbassa
contro lo stomaco, o uno sforzo di raddrizzamento, un tal tipo di esofago,
divenuto ormai corto, trazionerà verso l'alto la sua estremità inferiore, che
sappiamo essere collegata con lo stomaco, provocando così la trazione dello
stomaco verso l'alto, favorendo l’erniazione.
Ma anche in un soggetto con una postura ben allineata, con testa in asse e petto
in fuori,e quindi con una colonna che tende alla rettilineizzazione, si possono
trovare ernie iatali, perché anche se questa è una situazione opposta alla precedente, è soggetta comunque alle stesse alterazioni, in quanto l’atteggiamento del
“petto in fuori” è permesso e mantenuto da un costante abbassamento della cupola del diaframma (atteggiamento inspiratorio )che, come nelle situazioni precedenti, va a provocare un’iperpressione costante sullo stomaco, con grandi
possibilità di reflusso.
Anche un’ iperlordosi lombare (definita in questo caso lordosi diaframmatica),
può alterare la meccanica esofago-gastrica, perché il diaframma ha connessioni
anche con le vertebre lombari, per cui in caso di iperlordosi e cioè di un
accentuazione della curva lombare, si avrà una forte tensione ed accorciamento
dei pilastri del diaframma con conseguente iperpressione sullo stomaco,
distensione dello iato esofageo (spiegato precedentemente) e forti alterazioni
della meccanica esofago-gastrica.
Alla luce di ciò risulta evidente come una postura corretta e un diaframma
molto elastico, che svolga quindi al meglio le sue funzioni meccaniche, siano le
basi di partenza per prevenire sofferenze esofago-gastriche.
La Rieducazione Posturale Globale ci permette spesso di risolvere alla base gli
eventuali problemi legati alla postura e al diaframma, curando quindi con
successo i problemi meccanici legati alle patologie gastro-esofagee.
N.B. Il trattamento meccanico conservativo proposto, trova coerenza solo per l’
ernia iatale prodotta per scivolamento (90% dei casi). Sono escluse infatti dal
trattamento riabilitativo, sia l’ernia prodotta per rotolamento (ernia paraesofagea 5%) che quella con meccanismo patogenetico misto.
PROGRAMMA RIABILITATIVO
Premessa
Questo Programma di cura , che trae i suoi principi dalla Rieducazione
Posturale Globale (RPG), fornisce un approccio fisico non farmacologico,
indicato come terapia adiuvante in tutti i pazienti che soffrono di Reflusso, sia
acido che biliare che gassoso che misto, che sia presente o meno ernia gastrica
iatale. Prima di iniziare ad eseguire questo programma, è’ importante
l’accertamento endoscopico per valutare se siano necessari i PPI, in caso di
infiammazione dell’esofago o dello stomaco, quindi si prega di consultare il
proprio medico di base o il proprio Gastroenterologo, per una diagnosi precisa,
al fine di poter comprendere e quindi affrontare nel modo più efficace la
situazione specifica. Quindi se l’utente effettua questo programma senza
sottoporsi prima ad una visita medica specifica, deve essere consapevole di
agire a proprio rischio e pericolo (sebbene siano delle tecniche molto semplici e
naturali), assumendosi quindi ogni eventuale rischio o risultato inefficace per
qualsiasi pratica imparata tramite questa lettura.
È altresì importante valutare con il Fisioterapista Posturologo e con il
Gastroenterologo di fiducia l’opportunità di eseguire controlli nel tempo, onde
evitare che possano presentarsi complicanze della malattia da reflusso, le più
frequenti delle quali sono le stenosi post-infiammatorie e l’esofago di Barrett.
Il Programma si basa su delle tecniche all’avanguardia e riconosciute in ambito
universitario che vengono praticate nelle sedute di Rieducazione Posturale
Globale (R.P.G.), dove competenza e scienza si fondono per ottenere dei
risultati straordinari. All’inizio sarebbe utile farsi guidare da un fisioterapista
RPgista (I fisioterapisti specializzati in RPG vengono definiti ERpigisti) per
imparare correttamente le tecniche e accelerare notevolmente il proprio
benessere, ma non tutti hanno questa possibilità, per cui il programma è studiato per coloro che sono impegnati e che quindi non hanno molto tempo a
disposizione, ma vogliono comunque avere dei risultati soddisfacenti e
soprattutto in breve tempo. Costanza e convinzione sono essenziali per curare il
reflusso acido. Per seguire il programma e mantenere i risultati devi seguire
tutti i passi così come sono descritti. Non seguire solo uno di questi passi
porterà a risultati inefficaci. È la combinazione di queste tecniche che porterà a
liberarti in modo duraturo del reflusso e dei suoi fastidi.
N.B.I risultati di cui parlo riguardano persone che si sono impegnate in modo
straordinario e cioè che hanno eseguito alla lettera, e quindi in modo
scrupoloso, tutto ciò che gli ho detto di fare. Per cui se vuoi intraprendere con
successo questo percorso, sappi che devi cambiare dei comportamenti, delle
abitudini, degli atteggiamenti, e queste sono cose molto complesse. Per cui se
sei una persona abitudinaria e non sei disposto a prenderti la responsabilità
delle tue azioni, potresti creare durante questo percorso delle resistenze,
ovviamente inconscie, in cui ti inventerai un sacco di scuse, come ad esempio,
che la tua non è una condizione facile e che quindi non ottieni risultati perché
nel tuo caso è impossibile e non perché non ti sei impegnato.
Sappi però, che se saprai riconoscere queste eventuali resistenze ed affrontarle,
applicando con disciplina e competenza queste tecniche, puoi davvero cambiare
la qualità della tua vita, perché ti aiutano a creare un nuovo stile di vita pieno
di benessere e voglia di fare. Puoi liberarti finalmente con successo dei
fastidiosi sintomi del reflusso, ed impedire così che prendano il sopravvento sul
tuo corpo e quindi sulla tua salute, grazie alla rimozione della causa scatenante.
TRATTAMENTO MECCANICO-CONSERVATIVO
Abbiamo visto quindi che, per prevenire alterazioni dell’apparato gastroesofageo, oltre ad una postura corretta, risulta indispensabile avere il muscolo
diaframma molto lungo ed elastico, affinché riesca ad eseguire correttamente le
sue funzioni meccaniche.
Respirare in modo corretto è una delle tecniche principali che bisogna saper
attuare se si vuol svolgere correttamente e con successo il protocollo
riabilitativo proposto. A tal scopo, ritengo utile citare, brevemente, alcune
nozioni di biomeccanica respiratoria.
Vi sono tre fasi nella respirazione diaframmatica:
1) Respirazione di piccola ampiezza: costituisce il nostro modo abituale di
respirare, ed è prodotta unicamente dal diaframma, che contraendosi
abbassa il centro frenico, innalzando debolmente le ultime coste. Si svolge
quindi in condizioni di riposo.
2) Respirazione di media ampiezza: si ha in condizione di moderata attività,
dove il diaframma abbassandosi mette anche in tensione il famoso “tendine
del diaframma” che provoca l’arresto della discesa della cupola. In realtà, i
tempi di piccola e media ampiezza sono difficilmente distinguibili.
Comunque nella respirazione di media ampiezza, si può constatare una
certa attività dei muscoli intercostali e degli scaleni( che sono muscoli
inspiratori accessori, entrano quindi in funzione solo in caso di respirazioni
di grande ampiezza come, ad esempio, dopo uno sforzo). Vedremo come la
salute dei muscoli inspiratori, e quindi la loro lunghezza, risulti
indispensabile per la corretta discesa e risalita del diaframma, e quindi per
una corretta meccanica respiratoria, e di conseguenza, gastro-esofagea.
3) Respirazione di grande ampiezza: viene attuata in condizione di sforzi
intensi, per cui in questo caso, oltre alla contrazione del diaframma, si
verifica obbligatoriamente anche quella dei muscoli inspiratori accessori,
che sono numerosi e tendono all'accorciamento, in quanto vi è la costante
necessità di reperirli, qualunque sia l’azione in corso. I muscoli inspiratori
accessori, fanno parte di quella concatenazione di elementi che va ad
assumere la funzione di “tendine del diaframma”, per cui la loro retrazione,
oltre quella del diaframma, potrebbe mettere notevolmente in tensione il
“tendine” andando così ad alterare la meccanica dell’apparato esofagogastrico.
Quindi, oltre ad allungare il muscolo diaframma, risulta fondamentale prendere
in considerazione anche l’allungamento di tutti i muscoli inspiratori accessori,
perché il famoso “blocco inspiratorio”, citato in precedenza, si realizza non solo
a livello del diaframma , ma anche a livello della parte alta del torace e della
nuca, dove risiedono una parte dei muscoli inspiratori. E con la tecnica
dell’espirazione profonda e del lavoro paradossale del diaframma descritti in
seguito, riusciamo con successo ad allungare tutte queste catene muscolari
citate.
L’IMPORTANZA DELL’ESPIRAZIONE
Il principio fondamentale delle tecniche fisioterapiche qui descritte, è quello di
riequilibrare il soggetto nella fase espiratoria, grazie all’ allungamento delle
fibre muscolari del diaframma e dei muscoli inspiratori accessori.
L’espirazione è un movimento passivo dovuto alla forza di gravità sul torace,
ed al rilasciamento del diaframma e dei muscoli inspiratori accessori, per cui
dovremo allenarci ad ottenere un’espirazione sempre più profonda, in modo da
stimolare così l’allungamento progressivo ( e quindi il rilasciamento) del
diaframma e dei muscoli inspiratori accessori, riducendone così notevolmente
la rigidità, e di conseguenza anche le patologie gastro-esofagee da loro causate.
In alcune delle tecniche descritte, per attuare queste correzioni, ci sarà anche
l’intervento dei muscoli Espiratori accessori (da non confondere con gli
Inspiratori accessori menzionati precedentemente) e cioè gli addominali. I
muscoli espiratori accessori si attivano nelle attività dinamiche, come ad
esempio uno sforzo, un grido, nella tosse ecc.
LE AUTO-POSTURE
Per ottenere i benefici di queste tecniche riabilitative in assenza di un
fisioterapista, ci serviremo dell’aiuto delle auto-posture di correzione globale il
cui principio è il seguente: quando è stata fatta una correzione, questa deve
essere mantenuta costantemente durante la continuazione dell’esercizio.
Bisogna correggere tutto nello stesso momento. Per questo la progressione
deve essere molto lenta, eseguita ciascuno col proprio ritmo, man mano che
procede l’allungamento dei muscoli rigidi. (Ph.-E.SOUCHARD) .
La durata ideale sarebbe almeno mezz’ora , la frequenza è in funzione delle
necessità. Si può praticare una seduta al giorno, e minimo due a settimana.
RIEDUCAZIONE
La tecnica dell’espirazione profonda che ho accennato prima, diventa quindi
correttiva nel momento in cui si esegue in contemporanea di un auto-postura,
perché per avere un VERO allungamento del diaframma bisogna tirare tutte le
sue inserzioni muscolari, e questo è possibile solo con l’aiuto delle auto-posture
di correzione qui descritte. Un esempio che cito sempre per far comprendere
bene questa nozione, è quello di immaginare di voler allungare un elastico. L’
unico modo per farlo è quello di afferrare i suoi due capi estremi e tirare
contemporaneamente nelle due direzioni opposte. Quindi se vuoi allungare
correttamente il diaframma è utile che tu ricordi per bene con quali parti del
corpo le sue fibre muscolari prendono contatto (quindi le sue inserzioni), per
conoscere così i due o più capi “estremi” da mettere contemporaneamente in
tensione quando andrai a lavorare con l’ auto-postura di correzione globale
(RPG). Quindi, solo per ricordartelo nuovamente, il diaframma entra in contatto
con la colonna vertebrale lombare, con lo sterno ( quindi siamo a livello del
torace) con le ultime sei costole, e con tutta la serie di elementi del mediastino
elencati precedentemente. Grazie all’esecuzione dell’auto-postura descritta in
seguito, potremo mettere contemporaneamente in tensione tutte queste
inserzioni muscolari, ed avere così un VERO allungamento.
Dopo l’ apprendimento di queste nozioni, assolutamente fondamentali, puoi
passare finalmente alle manovre di rilasciamento allungamento e correzione
della meccanica alterata del diaframma e dei muscoli inspiratori accessori.
MANOVRE DI RILASCIAMENTO ED ALLUNGAMENTO DEL
DIAFRAMMA
Espirazione profonda
L’ espirazione profonda permette il rilasciamento ed allungamento del
diaframma sia per la risalita della sua cupola in fase espiratoria (quando esce
l’aria), sia per la trazione che si andrà a creare sulle sue fibre lombari (e cioè i
pilastri posteriori del diaframma, connessi con le vertebre lombari, ed implicati
nella patogenesi di queste due patologie), grazie all’assunzione dell’autopostura qui descritta.
Prendete quindi un tappetino e mettetevi in posizione supina, cioè sdraiatevi
con la faccia rivolta verso il soffitto e con il lombi ben poggiati al suolo (
dovete evitare che si formi la classica curva a livello dei lombi quando ci si
sdraia sul pavimento), se avete dei fastidi alla parte bassa della schiena nel
cercare di impedire “la curva” potete piegare le ginocchia che devono restare
strette insieme ai talloni( fig. 1). Quando siete diventati abili nell’eseguire
correttamente la respirazione con le gambe piegate, allora potete iniziare ad
allungarle progressivamente (fig. 2), senza inarcare la zona lombare,
continuando a respirare, fino ad allungarle definitivamente al suolo, sempre
senza inarcare la schiena(fig. 3). Si può facilitare l’assunzione della nuova
postura con la propulsione del pube verso il capo. L’esecuzione pedissequa di
questa progressione, è fondamentale per rispettare i principi correttivi delle
auto-posture di correzione globale, ed avere così risultati efficaci. Inoltre è
propedeutica al lavoro paradossale del diaframma descritto in seguito. Risulta
quindi fondamentale diventare abili nell’eseguirla correttamente prima di
passare alle tecniche successive, per evitare eventuali risultati inefficaci.
L’ideale sarebbe praticarla ogni giorno per almeno una settimana, in modo da
prenderne realmente coscienza così da eseguirla al meglio, visto che in una fase
successiva di cura si dovranno applicare correzioni che richiedono grande
abilità nell’eseguire correttamente la risalita delle fibre posteriori del
diaframma.
Figura 1 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
Figura 2 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
Figura 3 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
N.B. Impedire la formazione della curva lombare ( in tutte le pratiche delle
tecniche descritte) è utile perchè, quando espiriamo in maniera forzata, si crea
una trazione e quindi un allungamento anche di quelle fibre del diaframma che
prendono contatto sui lombi (pilastri del diaframma), che come abbiamo visto,
con la loro retrazione, possono provocare potenzialmente l’insorgenza di un
disturbo esofago-gastrico. Per cui il lavoro che dovete fare è semplicemente
quello di prendere aria gonfiando la pancia senza alzare il torace, ed espirare
profondamente contraendo gli addominali impedendo la formazione della curva
lombare. Fare questo esercizio per almeno per cinque minuti ogni giorno.
LAVORO PARADOSSALE DEL DIAFRAMMA
È un lavoro correttivo, efficace per ripristinare la mobilità e la flessibilità del
diaframma, ma anche di tutti gli elementi del mediastino che provocano la
risalita dello stomaco. In questo esercizio si insegna al paziente ad espirare
gonfiando la pancia ( e non a contrarre gli addominali come nell’espirazione
profonda) e quindi a mantenere abbassata la cupola diaframmatica ( perché
normalmente quando si soffia, la cupola diaframmatica si alza) mettendo così
maggiormente in tensione il “Tendine” o sistema sospensore del diaframma,
provocandone un graduale allungamento. All’inizio può risultare un esercizio
molto complicato, visto la forte retrazione del diaframma, e quindi la sua forte
resistenza ad allungarsi. Basta solo un po’ di pratica e di volontà.
La postura da assumere per questo esercizio è uguale a quella dell’esercizio
precedente, per cui, una volta assunta la giusta postura, sospirate lentamente
facendo uscire l’aria più profondamente dell’abituale, con la bocca aperta.
Ponete una mano sulla parte alta del torace e l’altra mano sulla parte bassa
dell’addome.
Figura 4 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
Soffiate facendo scendere il torace e gonfiando l’addome. Aiutate il torace a
scendere premendo leggermente con la mano posta più in alto e sentite l’
addome gonfiarsi sotto la mano posta più in basso.
Mentre si gonfia l’addome, la nuca tenderà ad inarcarsi per la forte rigidità dei
muscoli del torace che, venendo stimolati all’allungamento con questa
respirazione, cercheranno di difendersi prendendo lunghezza dall’inarcamento
della nuca, andando così a creare i cosiddetti compensi che, se permessi, vanno
a ridurre notevolmente l’efficacia della tecnica. Bisogna quindi ostacolare
l’inarcamento della nuca facendo rientrare il mento ed appoggiando la parte
posteriore della testa al suolo con una leggera pressione. Nel frattempo anche le
spalle per compenso si saranno arrotolate in avanti, per cui abbassatele al suolo
il più possibile, e appoggiate al suolo anche le scapole nello stesso movimento.
Bisogna eseguire tutte queste correzioni nello stesso momento, durante la
respirazione correttiva, se volete ottenere un vero allungamento delle catene
muscolari. Questo è il principio base di successo delle auto-posture di
correzione globale. Anche in questo caso, se le prime volte non riuscite ad
appoggiare la zona lombare al suolo, piegate leggermente le ginocchia, in modo
da distendere la parte bassa della schiena. Le ginocchia e i talloni devono
restare strette. Quando avrete preso il giusto ritmo, ponete le braccia lungo il
corpo con il palmo delle mani verso il soffitto, le spalle rilasciate e continuate a
soffiare facendo sempre scendere la parte alta del torace, gonfiando l’addome e
mantenendo contemporaneamente il capo e le spalle al suolo per evitare
compensi che, come accennato in precedenza, renderebbero meno efficace la
tecnica. Progressivamente allungate anche le gambe fino a distenderle al suolo
come per l’esercizio precedente, per rispettare le regole base dei principi
correttivi delle auto-posture di correzione globale. Non rispettare tali regole
porterà a dei risultati inefficaci. Ripetete l’esercizio lentamente almeno dieci
minuti ogni giorno o secondo le proprie necessità.
CORREZIONE MECCANICA DELL’ERNIA IATALE UTILE ANCHE
IN CASO DI UN CARDIAS BEANTE
Queste correzioni riguardano le ernie per scivolamento, che sono collegate ad
una cattiva postura in associazione ad un “blocco diaframmatico”, e anche ad
un invecchiamento delle fibre muscolari del diaframma. Sono molto utili anche
in caso di un cardias beante, in assenza di un’ernia iatale, perché si va
comunque a migliorare la risalita delle fibre posteriori del diaframma, la cui
retrazione (accorciamento), come sappiamo, oltre a favorire un un’iniziale
risalita dello stomaco verso l’alto, e quindi di un’ernia iatale, va comunque a
creare delle pressioni costanti ed anomale sullo stomaco da incidere così
fortemente anche sulla tonicità del cardias, rendendolo appunto beante.
LAVORO PRELIMINARE
Si inizia sempre con un lavoro preparatorio durante la fase espiratoria, che
consiste in un insieme di pressioni applicate dalle ultime coste fino all’ombelico
da entrambi i lati, con delle pressioni dolci che permettono, in via riflessa, un
rilassamento veloce del diaframma, che si può sentire, e quindi prenderne
coscienza, quasi subito. Va eseguito per almeno cinque minuti, e secondo le
proprie necessità.
Figura 5 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
TECNICA di ALLUNGAMENTO INDIRETTO
Questa manovra può essere eseguita correttamente solo quando il paziente ha
imparato e quindi preso coscienza delle tecniche dell’espirazione profonda e
dell’espirazione paradossale. È una manovra che va a valutare in primis la
discesa del diaframma e quindi il grado del “blocco inspiratorio” in fase
inspiratoria, per poi andare ad allungare indirettamente le sue fibre muscolari.
In pratica, per effettuare correttamente la tecnica, dobbiamo poggiare le mani al
di sotto delle cartilagini costali in fase inspiratoria( cioè quando il diaframma
scende), per valutare appunto la discesa del diaframma o il suo eventuale
“blocco inspiratorio”.Poi all’inizio dell’espirazione ( cioè quando il diaframma
risale) poniamo una resistenza manuale alla risalita del diaframma come se
volessimo trazionarlo verso il basso, provocando così un allungamento indiretto
delle sue fibre muscolari. La resistenza manuale può essere modulata in base
alle tensioni del diaframma che si sentono con le proprie mani. Anche qui la
postura da adottare, una volta imparata bene la manovra, sarà di correzione
globale, cioè con i lombi, le spalle ed il capo appoggiati bene al suolo come
nelle tecniche precedenti. Se per eventuali dolori non fosse possibile assumere
la postura di correzione, si potrà iniziare la tecnica con una postura comoda per
il paziente(anche se questo significasse accentuare la curva lombare o arrotolare
le spalle in avanti), per permettere intanto di iniziare la manovra, per poi man
mano progredire verso la postura di correzione globale.
Figura 6 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
In caso di cattivo stato generale, di malattia e di gran dolore, le auto-posture
non devono essere praticate. Lo stesso nella donna in gravidanza. Inoltre se le
sedute sono seguite da reazioni nette di stanchezza o di indolenzimento, bisogna
diminuire la frequenza, l’intensità o la durata.
MANOVRA DI SVINCOLO GASTRICO
Questa manovra viene eseguita in ambito osteopatico, e siccome è molto
efficace sia nei casi di RGE che nelle ernie iatali conclamate, ritengo sia utile
citarla come elemento di cura aggiuntivo nel trattamento classico della RPG. È
una tecnica di sollievo che si esegue con il paziente seduto. Lo Specialista si
pone dietro il paziente, ponendo le dita sotto le costole in direzione del cardias,
spingendole in profondità, e quindi al di sotto dell’incrocio esofago-gastrico,
come se si volesse raggiungere la colonna vertebrale. Si può facilitare questo
lavoro, facendo flettere il paziente in avanti, per via del rilassamento del
muscolo retto dell’addome, del grande omento, dello stomaco e del peritoneo.
Una volta raggiunta la massima penetrazione con le dite, grazie anche ad
un’espirazione profonda, si chiede al paziente di venire su con il busto, mentre
lo specialista esercita la trazione dello stomaco in senso caudale (verso il
basso).
N.B. Siccome questa manovra deve essere eseguita solo da fisioterapisti che
abbiano piena conoscenza del procedimento di dis-impingement gastrodiaframmatico, ho cercato di rielaborare una sua simulazione in chiave
semplice, e quindi non invasiva, in modo da poter essere utilizzata dal paziente
senza alcun rischio, anche a casa da solo, per ottenere comunque i benefici che
ne conseguono.
PRATICA
Assumere la posizione supina come nelle altre tecniche, e porre le mani una
sopra l’altra, come per la tecnica dell’allungamento indiretto del diaframma,
questa volta a livello dello stomaco e precisamente sulla porzione pilorica. che
si trova tre dita sopra l’ombelico(fig. 6).
Figura 7 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
Nel momento dell’espirazione, quando cioè le fibre del diaframma risalgono, si
può esercitare una leggera pressione e quindi trazione in senso caudale , e cioè
verso il basso, dello stomaco, attraverso appunto la porzione pilorica (fig. 7).
Figura 8 - Imma Trabucco - 2015 - Foto di proprietà dell'autore
Deve essere una trazione molto blanda, quasi a mo di massaggio, come si
addice ai “non addetti ai lavori”, che va a stimolare leggermente lo stomaco
verso il basso mentre il diaframma risale in fase espiratoria, provocando così
dei benefici in breve tempo. Se eseguirai questa tecnica, come anche le altre
descritte, diversamente da come io te le ho spiegate, devi essere consapevole di
agire a tuo rischio e pericolo di un’eventuale risultato inefficace.
CONCLUSIONE:
L’ utilizzo di queste tecniche, permette davvero di risolvere alla base il
problema principale dei tuoi fastidi, facendo ritrovare benessere e tanta energia
. È mia premura ricordare nuovamente, gli ostacoli che potresti incontrare
durante questo percorso, come la presenza di alcune resistenze esterne,
rappresentate ad esempio dal coniuge, da un collega o dal proprio medico (che
magari non è a conoscenza di questa possibilità di cura), che ti possono
giudicare o scoraggiare dal farlo. Vi sono poi le resistenze interne, che sono più
subdole perché riguardano il cambiamento, e si sa che cambiare è doloroso, e
che quindi non sempre si è disposti a farlo, soprattutto se sei una persona
abitudinaria. Potresti incontrare anche delle difficoltà a livello tecnico come
gonfiare la pancia mentre soffi fuori l’aria, durante la respirazione paradossa.
Questo, di solito, capita le prime volte, quando il diaframma è molto accorciato.
In quel caso, durante la respirazione, per gonfiare bene la pancia, potrai servirti
dell’aiuto di uno stimolo propriocettivo, come mettere ad esempio una mano
sopra la pancia. Stimolando così il movimento, potrai prenderne coscienza e
sentire se la pancia si gonfia. Anche l’esercizio di dover far tutto nello stesso
momento potrebbe risultarti un po’ difficile, ma vedrai che con la pratica
sistematica e quindi con il graduale allungamento delle fibre muscolari,
riuscirai ad eseguire e mantenere tutte le varie correzioni nello stesso tempo.
Per concludere, la prima cosa che ti consiglio di fare appena terminata la
lettura di questo e-book, è quella di comprare subito il tuo materassino da
mettere a terra, per iniziare a stimolare “FINALMENTE” le fibre muscolari del
diaframma all’ allungamento, con l’esercizio dell’espirazione profonda per
almeno cinque minuti al giorno. Questo è un esercizio che potrai , e dovrai, fare
ogni giorno, aumentando gradualmente il tempo della seduta. E, appena sentirai
un lieve rilasciamento del diaframma, e quindi, un sollievo, potrai procedere,
gradualmente, con l’applicazione delle altre tecniche descritte.
Bene! Se pensi che tutto quello che hai letto, una volta applicato, ha aggiunto
valore al tuo benessere, e vuoi comunque essere sicuro di eseguire queste tecniche in modo corretto, per ottenere una VERA guarigione, Clicca il link qui sotto:
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e ricevi il video che ti presenta l’opportunità di imparare correttamente queste
tecniche, perché potrai eseguirle direttamente sotto la mia guida, in quanto ho
preparato 7 video pratici dove ti guido passo dopo passo ad impararle e quindi
ad eseguirle in modo corretto, per ottenere subito dei benefici. Sarà come se tu
fossi da me nel mio studio, perché potrai interagire con me, in quanto avrai la
possibilità di scrivere sotto i video tutte le tue perplessità o domande, avendo
subito la mia risposta.Vedrai l’applicazione delle tecniche su una modella che le
esegue sotto la mia guida.
Avrai la possibilità di vederli su qualunque dispositivo: smartphone, tablet, iPhone, iPad, computer, ovunque ti trovi.
Inoltre avrai anche:
- Il supporto di un medico specialista in nutrizione, che ti aiuta con la sua strategia alimentare, a non alterare, e quindi a preservare nel tempo tutta la struttura di contenimento del LES (cardias) e dei pilastri diaframmatici, fondamentale
per curare e soprattutto prevenire queste due patologie.
-Il supporto di un Mental Coach, che con le sue strategie, ti aiuta a gestire
l’ansia da stress fisico e psico-emotivo, che è una delle cause principali nella
patogenesi del reflusso gastro-esofageo e delle ernie iatali.
Infine ricorda sempre che:
Imma Trabucco, Fisioterapista Specialista in R.P.G. (Rieducazione Posturale
Globale) e nella disattivazione dei Trigger Point, ha approfondito con passione
la relazione che vi è tra gli atteggiamenti posturali e gli aspetti psicoemotivi. Si
occupa, attraverso tecnica passione ed esperienza, oltre alla cura dei classici dolori cervicali, lombari, ernie del disco ecc.., della malattia da Reflusso GastroEsofageo e delle ernie iatali. Inoltre ha un forte interesse per la riabilitazione legata all’aumento della performance sportiva.
www.centrotrabucco.com
Bibliografia:
Ph.E Souchard “ Il Diaframma”; ed. Marrapese- Roma
Ph E Souchard “ La Respirazione”; ed. Marrapese- Roma
Ph E Souchard “ Le Auto-Posture Respiratorie”; ed. Marrapese- Roma
Jean-Pierre Barral “ Manipolazione Viscerale”; ed. Castello 
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