Elementi di Dinamica ELEMENTI DI DINAMICA Mentre la cinematica si limita allo studio delle possibilità di movimento di un certo sistema ed alla relativa descrizione matematica, la dinamica si occupa delle cause che determinano il moto stesso. Il legame tra le grandezze dinamiche (forze, momenti, proprietà inerziali dei corpi etc.) ed il moto che ne consegue è regolato dalle leggi di Newton. Lo studio di un sistema dinamico è articolato in diverse fasi: • Definizione di un modello fisico del sistema in esame • Definizione del diagramma di corpo libero • Definizione del modello matematico e soluzione • Confronto con le evidenze sperimentali. FORZE Forza: azione di un corpo su un’altro corpo (unità di misura: Newton [N]) e tende a spostare il corpo lungo la direzione in cui agisce. La forza è una grandezza vettoriale, pertanto essa possiede • modulo • direzione • verso • punto di applicazione Nel caso di forze applicate ai corpi rigidi ci si può svincolare dal punto di applicazione e si può considerare la forza come applicata in un punto qualsiasi della sua retta d’azione (pricipio di trasmissibilità): considerare la forza F come applicata in A o in B non cambia nulla dal punto di vista delle reazioni sui vincoli in C e D OPERAZIONI SULLE FORZE Composizione di due forze: Date due forze F1 ed F2 agenti sullo stesso punto di un corpo rigido, esse possono essere composte secondo la regola del parallelogramma. La risultante R della composizione ha sul corpo il medesimo effetto del sistema di forze. Scomposizione di due forze: Analogamente una forza R può essere sostituita dalla scomposizione nelle sue componenti F1 ed F2 lungo due direzioni, facendo attenzione che le rette d’azione passino per il punto di applicazione di R OPERAZIONI SULLE FORZE Composizione di due forze parallele: La forza F1 è applicata nel punto A1 e la forza F2 è applicata al punto A2. F1 ed F2 sono parallele. La risultante R delle due forze ha direzione parallela alla direzione di F1 ed F2 . La retta di applicazione di R passa per il punto A. Il punto A si trova sommando e sottraendo una forza ausiliaria F diretta lungo la congiungente i punti A1 e A2. Una forza F è applicata in A1 e la forza opposta –F in A2. Si determinano le risultanti R1 ed R2 nei punti A1 e A2 e si determina la risultante R= R1 + R2 con il metodo già visto. r F1 A1 r r F R1 r F r R2 A r R2 r A2 F2 r R r R1 OPERAZIONI SULLE FORZE Composizione di due forze parallele: Per determinare analiticamente la posizione geometrica della retta di azione r della risultante R, si consideri che la retta r interseca il segmento A1A2 nel punto AR. I triangoli A1ARA e il triangolo F-F1-R1 costruito in A sono simili, così come sono simili i triangoli A2ARA ed il triangolo F-F2-R2. Pertanto si può scrivere: A1A R A R A = F F1 A2AR ARA = F F2 A1A R A2AR = A R A F2 F ⋅ = 2 F1 A R A F1 A1 r F r r F1 F2 r r r R F R2 r R1 r r R1 AR A r r R2 F r F2 A2 F F1 r MOMENTO DI UNA FORZA Misura la tendenza di una forza applicata ad un corpo a far ruotare il corpo stesso attorno a un punto (nel piano) o ad un’asse (nello spazio). Se F è la forza applicata al punto A del corpo, il momento di F rispetto al generico punto O è dato dal prodotto vettoriale: r j r r r r r M O = r ∧ F = r ⋅ F ⋅ sin(α ) ⋅ k = b ⋅ F ⋅ k r i Il momento della forza può essere espresso in funzione delle componenti della forza stessa. Teorema di Varignon: il momento di una forza intorno ad un punto qualsiasi è pari alla somma dei momenti delle componenti della forza intorno allo stesso punto. r r r r r r r r r r r r M OR = r ∧ R = r ∧ (P + Q) = r ∧ P + r ∧ Q = M OP + M OQ r r r momento di P rispetto ad O M OP = r ∧ P r r r momento di Q rispetto ad O M OQ = r ∧ Q COPPIA DI FORZE Coppia di forze: insieme di due forze uguali in modulo e direzione, verso opposto e non allineate. La risultante della coppia di forze è nulla. Il momento della coppia di forze non dipende dal punto intorno al quale lo si calcola (vettore libero): r r r r r r r r r M O = rB ∧ (−F) + rA ∧ F = −rB ∧ F + rA ∧ F = r r r r r r M O = (rA - rB ) ∧ F = r ∧ F Il momento della coppia di forze (o semplicemente coppia), dipende solamente dal modulo delle forze e dalla distanza d tra le rette di applicazione detto braccio della coppia r r r M = [(a + d) ⋅ F − a ⋅ F] ⋅ k = d ⋅ F ⋅ k TRASPOSIZIONE DI UNA FORZA In generale, una forza 1) tende sempre a spostare il corpo a cui è applicata nella sua direzione e verso 2) tende a far ruotare il corpo a cui è applicata intorno ad un punto non appartenente alla sua retta d’azione Sistema iniziale: forza applicata in A con momento rispetto a B non nullo Si aggiunge e sottrae una forza in B, pari alla forza iniziale in A Il sistema finale: l’effetto è quello di una “trasposizione” della forza nel punto di interesse. La forza F applicata in A può essere trasportata in B a patto di aggiungere al sistema una coppia (momento di trasposizione) pari al momento che F applicata in A ha rispetto a B. RISULTANTE DI UN SISTEMA DI FORZE Se su un corpo agiscono diverse forze, il sistema può essere semplificato mediante il calcolo della risultante. Occorre determinare sia la somma R delle forze che il suo punto di applicazione Il calcolo della risultante di un sistema di forze agenti su un corpo si può eseguire mediante la successiva applicazione della regola del parallelogramma. Può risultare un metodo laborioso. RISULTANTE DI UN SISTEMA DI FORZE Se su un corpo agiscono diverse forze, il sistema può essere semplificato mediante il calcolo della risultante. Occorre determinare sia la somma R delle forze che il suo punto di applicazione 1 - Si sceglie un punto arbitrario O 2 - Si portano tutte le forze in O e si calcola la somma R 3 - Si calcolano tutti i momenti delle forze rispetto ad O 4 - Si sostituisce al sistema originario la somma R delle forze in O più una coppia MO pari alla somma dei momenti delle singole forze rispetto ad O. 5 – Si sposta R in un punto generico B aggiungendo il momento di trasporto. 6 – Si determina la distanza d del punto B da O imponendo l’uguaglianza del momento di trasporto M con MO Tipi di forze Le forze possono essere classificate secondo diversi criteri. Alcuni esempi: • Forze concentrate: la zona su cui sono applicate si può ritenere puntiforme rispetto alle dimensioni del corpo. • Forze distribuite: la zona su cui sono applicate non può essere trascurata rispetto alle dimensioni geometriche del corpo • Forze esterne: sono applicate al corpo (o al sistema di corpi) dall’esterno • Forze interne: sono forze scambiate tra gli elementi del sistema considerato • Forze di contatto: dovute all’interazione diretta (contatto fisico) tra due corpi • Forze di massa: sono correlate alle proprietà di massa del corpo (es: forza peso, forze elettromagnetiche, forze di inerzia) Nello studio di un sistema meccanico è importante identificare le forze in gioco sulla base della natura dei fenomeni fisici coinvolti, della modalità con cui le forze che ne derivano sono applicate. È altresì importante impostare il problema coerentemente con i modelli meccanici scelti per la rappresentazione del fenomeno in esame. I TRE PRINCIPI DELLA DINAMICA 1) Una particella rimane a riposo o continua a muoversi di moto rettilineo uniforme se la risultante di tutte le forze agenti su di essa è nulla (detto anche principio d’inerzia) 2) L’accelerazione di una particella è proporzionale alla risultante delle forze agenti su di essa ed è nella direzione e nel verso di tale risultante. La costante di proporzionalità è pari alla massa della particella. r a= r ∑ Fe m 3) Le forze di azione e reazione tra corpi che interagiscono sono uguali in modulo hanno la stessa retta d’azione e sono opposte in verso. Le leggi della dinamica sono la base della meccanica classica e possono essere applicate direttamente ad un enorme dominio di sistemi meccanici. I limiti di applicabilità si incontrano in quei problemi in che coinvolgono i principi della meccanica quantistica o della fisica relativistica. EQUAZIONI CARDINALI DELLA DINAMICA Le azioni di inerzia sono definite come: r r Fi = − m ⋅ a G r r & M iG = −I G ⋅ ω forza d’inerzia applicata al baricentro coppia d’inerzia baricentrica L’introduzione delle azioni di inerzia è un artificio che consente di scrivere delle equazioni di equilibrio anche quando sono presenti degli stati di moto accelerato r r ∑ Fre +Fi r= 0 ∑ M eG +M iG = 0 La seconda equazione può essere estesa ad un caso più generale di equilibrio alla rotazione intorno ad un qualsiasi punto P considerando il momento rispetto a P di Fi. r r r r M i = M iG + h ∧ Fi r r ∑ Fre +Fri = 0 ∑ M e +M i = 0 EQUAZIONI CARDINALI DELLA DINAMICA r r ∑ Fre +Fri = 0 ∑ M e +M i = 0 Rappresentano l’equazione del moto del corpo o del sistema di corpi (D’Alembert, 1743) ed esprimono l’equilibrio dinamico di un sistema meccanico: • in ogni istante, la somma di tutte le forze agenti sul sistema più le forze d’inerzia è uguale a zero, e • la somma di tutti i momenti dovuti alle forze esterne più il momento delle forze d’inerzia rispetto ad un punto qualsiasi è uguale a zero. Le equazioni vettoriali hanno validità generale. Nel caso di moto piano si traducono nelle tre equazioni scalari: ∑F ∑F ∑M ex +Fix = 0 ey +Fiy = 0 e +M i = 0 STATICA Problema di equilibrio statico: dato un corpo o un sistema di corpi tra loro collegati mediante determinati vincoli, la soluzione di un problema di equilibrio statico consiste nel determinare la relazione tra le forze agenti sul corpo (o sistema di corpi) tale per cui il corpo resta fermo o in moto rettilineo uniforme (accelerazione = 0). In caso di moto accelerato, i metodi di risoluzione dei problemi di equilibrio statico possono essere ancora impiegati a patto di introdurre nel computo le azioni di inerzia. La soluzione dei problemi di equilibrio statico presenta aspetti diversi a seconda del grado di libertà del sistema in esame. Es a: sistema ad 1 grado di libertà. dato il valore della forza o momento agente in un punto del sistema (es. la forza P) ed eventualmente di più forze, calcolare il valore di un’altra forza o momento in un altro punto del sistema (es. la coppia C) in modo che il sistema sia fermo. Possono eventualmente essere richieste le reazioni vincolari (es. in O, A, B) STATICA Es b): sistema a più gradi di libertà. Se il sistema ha più gradi di libertà, il problema di equilibrio è analogo a quello per un grado di libertà, con la differenza che la soluzione richiede il calcolo di tante forze (o coppie) quanti sono i GdL del sistema. Ad esempio, con rif. al cinematismo della figura b), noti i carichi P1 e P2, può essere richiesto il calcolo di F2 e C1 che garantiscono l’equilibrio. Possono essere richieste le reazioni in O ed A. Es c): sistema a zero gradi di libertà (sistema isostatico). Non esiste possibilità di movimento, il problema da risolvere, noti i carichi agenti sul sistema, è il calcolo delle reazioni vincolari. Es d): sistema a gradi di libertà negativi (sistema iperstatico). Se il calcolo dei GdL è inferiore a zero, non è possibile determinare il valore delle reazioni vincolari dalle sole equazioni di equilibrio (infinite soluzioni possibili), il modello del corpo rigido è inadeguato ed è necessario introdurre i modelli di deformabilità dei corpi per risolvere il problema. PROCEDURA PER LA SOLUZIONE DI PROBLEMI DI EQUILIBRIO E DIAGRAMMI DI CORPO LIBERO 1. Definire il sistema al quale applicare le equazioni di equilibrio 2. Diagramma di corpo libero: isolare il sistema da tutti gli altri corpi, sostituendo i vincoli con le reazioni vincolari ed indicando tutte le forze (e coppie) agenti sul corpo. Es: la figura riporta il diagramma di corpo libero del manovellismo in alto. 3. Confrontare il numero di incognite Nin con il numero di equazioni disponibili Neq. Se Nin > Neq si dovrà suddividere il sistema negli elementi rigidi che lo compongono, e costruire il diagramma di corpo libero per ognuno di essi. Occorre prestare attenzione alle forze interne: la forza applicata dal primo corpo al secondo è uguale e contraria alla forza applicata dal secondo al primo 4. Scrivere per ciascun elemento le equazioni di equilibrio. Se il sistema non è iperstatico si avrà Nin = Neq 5. Verificare che il sistema di forze ottenuto come soluzione del sistema di equazioni soddisfi le condizioni di equilibrio. Considerando il manovellismo in figura, dato il carico orizzontale P applicato in B determinare la coppia C applicata in O affinché il sistema sia in condizioni di equilibrio statico, e le reazioni vincolari in O e B. Considerando il sistema complessivo si avrebbe: Incognite : r r r C, R O , R B ovvero r C, R Ox , R Oy , R By Equilibrio alla traslazione orizzontale R Ox − P = 0 Equilibrio alla traslazione verticale R Oy + R By = 0 Equilibrio alla rotazione (intorno al punto O) C - R By ⋅ BA cos β + AO cos ϑ = 0 4 incognite, 3 equazioni...il sistema non è risolvibile! q β Incognite : r r r r C, R O , R B , R A ovvero r r C, R Ox , R Oy , R By , R Ax , R Ay q Equilibrio alla traslazione orizzontale R Ox − R Ax = 0 (corpo 1) R Ax − P = 0 (corpo 2) Equilibrio alla traslazione verticale R Oy − R Ay = 0 (corpo 1) R Ay + R By = 0 (corpo 2) Equilibrio alla rotazione C - R Ax ⋅ AO sin ϑ + R Ay ⋅ AO cos ϑ = 0 (corpo 1, intorno a O) R Ax ⋅ AB sin β + R Ay ⋅ AB cos β = 0 (corpo 2, intorno a B) 6 incognite, 6 equazioni...il sistema è risolvibil e β EQUILIBRIO STATICO: esempio Muscoli flessori dell’avambraccio strato superficiale: bicipite brachiale Origine scapola (capo lungo, tubercolo sopraglenoideo – capo breve, processo coracoideo) Inserzione – tuberosità del radio strato profondo: Brachiale Origine: omero (metà distale diafisi) Inserzione (tuberosità dell’ulna) Considerando il braccio disposto nella configurazione in figura, si vuole determinare la forza Fm che deve esprimere il bicipite brachiale affinché il sistema sia in equilibrio statico. L = forza peso del corpo sorretto dalla mano W = forza peso del’avambraccio applicato al baricentro Equilibrio alla traslazione orizzontale HC = 0 Equilibrio alla traslazione verticale VC + Fm − W − L = 0 Equilibrio alla rotazione (intorno all' articolazione del gomito C) Fm sinϑ ⋅ a − Wsinϑ ⋅ b − Lsinϑ ⋅ l = 0 Si trova b l +L⋅ a a b l Vc = W ⋅ 1 − + L ⋅ 1 − a a Fm = W ⋅