Infrastrutture Ferroviarie INFRASTRUTTURE FERROVIARIE DE/>>>KKDK/KE WZd// A.A. 2008-09 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Equazione generale del moto dv T − R = Me dt Me = M ⋅ (1 + β ) Massa Equivalente Si introduce il concetto di massa equivalente per tenere conto delle masse rotanti: - Ruote; pistoni, alberi, organi del cambio e volano (veicoli equipaggiati con motore a combustione interna); rotore (veicoli equipaggiati con motore elettrico). © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 P v2 I iωi2 +∑ g 2 2 1442i443 Energia cinetica del mezzo reale = P v2 (1 + β ) g 2 14243 Energia cinetica del mezzo fittizio In pratica per tenere conto delle masse rotanti incremento, in modo fittizio, il valore della massa di un coefficiente β . I i : momento di inerzia dell’i-esimo corpo rotante. ωi : velocità angolare dell’i-esimo corpo rotante. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Valori esemplificativi di β Autobus (operante in servizio urbano) β = 0,22 Filobus / tram β = 0,12 Locomotiva elettrica Automotrice elettrica β = 0,15 ÷ 0,20 β = 0,10 ÷ 0,15 Veicolo rimorchiati Treno completo β = 0,06 ÷ 0,08 β = 0,05 ÷ 0,06 Locomotiva diesel β = 0,05 ÷ 0,4 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Forma dell’equazione generale del moto (seconda equazione della dinamica in cui sono esplicitate le resistenze). P dv 2 T − (rr ± i ) P − 0,0473 ⋅ C r ⋅ S ⋅V − 1000 (1 + β ) = 0 g dt T in N S in m 2 P in KN rr in N/KN V in km/h i in per mille v in m/s g in m/s 2 tgα = 0,015 ⇒ i ‰ = 15 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 t in s Caso ferroviario v2 = gtgθ R Nel caso di perfetta compensazione Sopraelevazione max della rotaia esterna (FS) Nel caso ferroviario tgθ max = 16 150 Scartamento di binario (approssimato) 16 cm 150 cm Quindi una curva di raggio R può essere percorsa alla velocità massima: Vmax 16 = 3,6 R ⋅ g ⋅ ( ) ≈ 3,6 R 150 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Le FS però ammettono che esista una accelerazione non compensata. v2 = gtgθ + anc R Ler FS suddividono i treni in ranghi: in base alla anc max che possono sopportare: - Rango A anc = 0,6 m / s 2 treni merci. - Rango B anc = 0,8 m / s 2 materiale viaggiatori e merci “certificato” per i 140km/h. - Rango C anc = 1 m / s 2 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 elettrotreni e treni viaggiatori composti di carrozze “certificate” per velocità superiori a 160 km/h. m/sec v2 = gtgθ + anc R Km/h Da questa formula posso ricavare le velocità massime di percorrenza per una curva di raggio R per i vari ranghi di velocità. 16 V = 3,6 R ⋅ ( g + anc ) 150 - Rango A V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 0,6) ≈ 4,619 R - Rango B V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 0,8) ≈ 4,892 R - Rango C V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 1) ≈ 5,150 R Un carrello ferroviario in realtà è in grado di sopportare anc ≥ 1 ; il valore di 1 m / sec 2 è imposto per la limitare l’accelerazione che Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", 17 subiscono i passeggeri. Fac. Ingegneria Univ. Pisa , A.A. 2008-09. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Esiste però anche il rango P che si riferisce agli elettrotreni (assi motori distribuiti su numerosi veicoli, materiale cosiddetto “leggero”) ad assetto variabile: infatti P sta per Pendolino. Assi portanti Assi motori Schema rodiggio ETR 500 (rodiggio: parte di un veicolo ferroviario che sta sotto le sospensioni) Schema rodiggio Pendolino: ETR 401, ETR450; ETR 460; ETR 470; ETR 480. Schema composizione TGV © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Nel pendolino alla compensazione della forza centrifuga dovuta all’inclinazione della piattaforma si aggiunge la compensazione dovuta alla inclinazione della cassa. Schema del meccanismo di inclinazione dell’elettrotreno ad assetto variabile ETR 401. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 V = 3,6 R 9,81( 16 + tg 8o ) + 0,8 = 6,46 R 150 Quindi, a parità di R, in rango P (ossia da un pendolino) una curva può essere percorsa con una velocità superiore di circa il 25% rispetto al rango C .Il progetto pendolino fu pensato per aumentare la velocità sulla cosiddetta “rete storica” (in pratica l’insieme delle linee che esistevano prima della II guerra). Comunque le FS hanno fissato per il rango P la anc = 1,8 m / s 2 (sul carrello). Quindi ottengo per la velocità max di percorrenza di una curva di raggio R : V = 3,6 R(9,81 ⋅16 / 150 + 1,8) ≅ 6,07 R In questo caso l’incremento, rispetto al rango C, risulta di circa il 18%. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Linee ad alta velocità Linea direttissima: Firenze-Roma (prima linea ad alta velocità italiana) VP = 250 km/h 12,5 tgθ = 150 anc = 0,8 m / s 2 ⇒ V = 3,6 R(9,81 ⋅12,5 / 150 + 0,8) ≅ 4,579 R Rmin VP 250 2 =( )=( ) ≈ 3000 m 4,579 4,579 Pendenza massima della linea imax = 8 ‰ Alimentazione della linea: corrente continua a 3000 volt. Tratto più recente della direttissima, Rovezzano- Chiusi Sud (la direttissima Firenze-Roma è stata costruita in circa 20 anni): VP = 300 km/h Rmin ≈ 3900m © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Nuove linee ad alta velocità: Roma-Napoli; Torino-Novara, Bologna Milano VP = 300 km/h 10,5 tgθ = 150 anc = 0,6 m / s 2 V = 3,6 R(9,81 ⋅10,5 / 150 + 0,6) ≅ 4,08 R Rmin VP 300 2 =( )=( ) ≈ 5400 m 4,08 4,08 Alimentazione della linea: corrente elettrica alternata monofase 25000 volt, 50 Hz, in modo simili alle linee ad alta velocità francesi. Roma-Napoli: imax = 18 ‰ (in galleria 10 ÷ 12 ‰ , due brevi tratti al 21 ‰ ) Bologna-Milano: imax = 15 ‰ La linea ha due tratti a VP = 240 km / h (Rmin ≈ 3440 m) Lupi M., "Tecnica ed Economiaidei Trasporti", = 15 ‰ Torino-Novara: Fac. Ingegneria Univ. Pisa , A.A.max 2008-09. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 2 ASPETTI PIU’ CRITICI NEI RIGUARDI DELL’ACCOPPIAMENTO RUOTA/ROTAIA RISCHIO D’INCIDENTI : CAUSA VIRTUALMENTE CRITICA • STABILITA’ ALLO SVIO (DERAGLIAMENTO) • PERDITA DI ADERENZA IN FRENATURA Ruota conica con bordino Tavola di corsa © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Fenomeno dello svio TRASMISSIONE AZIONI ORIZZONTALI e VERTICALI DALLE RUOTE ALL’ARMAMENTO AREA CONTATTO CERCHIONE RUOTA P AREA CONTATTO BORDINO coppia di sollevamento della ruota sulla rotaia © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Fenomeno dello svio In presenza di elevati sforzi laterali è il contatto del bordino con il fungo della rotaia ad assicurare il corretto allineamento della ruota. In queste condizioni si verificano elevati strisciamenti tra le superfici e possono essere scambiate forze rilevanti. Tali forze possono essere tali da provocare la risalita del bordino sulla rotaia fino a provocare lo svio cioè la perdita del corretto allineamento tra ruota e rotaia e quindi il deragliamento del treno. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Fenomeno dello svio La forza laterale FY provoca una forza di attrito f ' N che tende a fare “arrampicare” la ruota sulla rotaia e quindi a fare sviare la Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti", 23 ruota. Fac. Ingegneria Univ. Pisa , A.A. 2008-09. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Forze agenti sulla ruota ferroviaria in condizioni di svio FY cos β + f ' N ≤ P cos(90 − β ) N = P cos β + FY cos(90 − β ) P f 'N β FY FY cos β + f ' ( P cos β + FY senβ ) ≤ Psenβ β FY (cos β + f ' senβ ) ≤ P( senβ − f ' cos β ) N FY (1 + f 'tgβ ) ≤ P(tgβ − f ' ) 90 − β Formula di Pochet © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 FY tan β − f ' = P 1 + f ' tan β β ≈ 60° e f ' = 0,25 ⇒ FY tan 60° − 0,25 = = 1,03 P 1 + 0,25 tan 60° Nella pratica dell’esercizio ferroviario si considera che la stabilità allo svio sia assicurata quando risulti: FY ≤ 1 P © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Spazio di frenatura dv T − R = Me dt T = 0 Ff Equazione generale del moto in frenatura stacco la trazione. aggiungo una consistente forza frenante dv − F f − R = Me dt dv ds ⇒ − F f − R = Me dt ds 0 ⇒ v ds = − Me dv ( Ff + R) v0 v v dv = Me ∫ dv Ff + R Ff + R 0 vo sf s f = ∫ ds = − Me ∫ 0 v P 0 s f = (1 + β ) ∫ g 0 v dv 2 r kSv i‰ Lupi M., "Tecnica ed Economia F f +deiPTrasporti", ( r + ± ) Fac. Ingegneria Univ. Pisa , A.A. 2008-09. 1000 P 1000 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 P e F f sono in N, rr è in 26 N/KN v P 0 s f = (1 + β ) ∫ g 0 v dv 2 i‰ r kSv F f + P( r + ± ) 1000 P 1000 v0 v (1 + β ) sf = dv 2 ∫ F rr kSv i‰ g 0 f +( + ± ) P 1000 P 1000 v (1 + β ) 0 v sa = v0t0 + dv 2 ∫ r kSv i ‰ g 0 Ff +( r + ) ± 1000 1000 P P Valida sia per il caso stradale, sia per quello ferroviario. Tempo di percezione e reazione del conducente e di intervento meccanico del freno © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Caso ferroviario Consideriamo il “classico” freno a ceppo. Quale è il problema di una tale tipo di freno? f 'Q ≤ f a P ⇒ Q fa ≤ ' P f Al variare di V varia f a © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 f ' Coefficiente di attrito fra ceppo e ruota. , ma anche f ' . . f' Devo evitare il blocco della ruota: perché non avrei più la forza di aderenza, ma la forza di attrito radente (ruota-rotaia) che è inferiore; Inoltre se si blocca la ruota ho il danneggiamento del cerchione. Con un freno che può esercitare un unico valore di Q, se voglio evitare a tutte le velocità Lupi M., "Tecnica ed Economia dei Trasporti",il blocco della ruota, la situazione più 33 ' Fac. Ingegneria Univ. Pisa , A.A. 2008-09. vincolante l’ ho in prossimità di V=0. Dove f > f a © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 E’ stata introdotta una percentuale di peso frenato detta convenzionale, indicata con λc Quindi sarà: Ff P = f ' 0,7λc Percentuale di peso convenzionale del treno v0 (1 + β ) sa = vot0 + g ∫0 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 v 2 rr kSv i‰ 0,7 λc f + ( + ± ) 1000 P 1000 ' dv Per la risoluzione dell’integrale precedente è stata suggerita la seguente formula: V02 sa = 1,09375λc 0,127 + ± 0,235i ‰ ϕ (V0 ) ϕ (V0 ) Formula di Pedelucq (1920) - V0 è in km/h - il coefficiente ϕ (V0 ) assume i seguenti valori : © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 La funzione ϕ (V0 ) tiene conto del fatto che f ' varia con la velocità e che con la velocità variano le resistenze al moto. Tiene inoltre conto del tempo meccanico di intervento del freno . I coefficienti della tabella, e quindi l’utilizzo della formula di Pedelucq, sono stati estesi fino a 200km/h (quando fu messa a punto la formula la velocità massima dei treni era consistentemente inferiore). Quando è stata elaborata la formula di Pedelucq i freni ferroviari erano del tipo a ceppo. Però già da tempo la tipologia dei freni è cambiata. In particolare esistono i freni, sempre a ceppo, ma a doppio stadio (in particolare utilizzati sulle locomotive). © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Fonte: Carpignano (1989) Meccanica dei Trasporti Ferroviari e Tecnica delle Locomotive. Levrotto e Bella, Torino. Ho due valori di Q, forza con la quale “spingo” il ceppo: un valore maggiore alle alte velocità (in cui f ' < f a ) ed uno minore per le basse velocità (in cui f ' > f a ). In questo modo l’aderenza non viene mai superata, ma la “sfrutto” meglio alle alte velocità. © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Inoltre sulle moderne carrozze viaggiatori i freni sono sempre a disco e i freni a disco si stanno diffondendo sulle locomotive stesse. Nel caso dei freni a disco f ' variare della velocità. risulta praticamente costante al f' V Allora come posso interpretare la formula di Pedelucq con questi nuovi tipi di freni? © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Dico che la formula è O.K. V02 sa = 1,09375λc 0,127 + ± 0,235i ‰ ϕ (V0 ) ϕ (V0 ) Faccio delle prove di frenata normalizzata, per singolo veicolo ferroviario (vagoni, locomotive, treni di stessi vagoni). Misuro sa con una certa V0 (per esempio 120Km/h) fissata dalla normativa UIC (“Union Internationale de Chemins de Fer”: questo organismo non suggerisce direttamente la formula di Pedelucq, ma suggerisce di utilizzare dei grafici basati su di essa). Ricavo dall’equazione precedente l’unica incognita: λc λc = Pf P © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Conoscendo P posso ricavare Pf dato veicolo ferroviario. per il Operando in questo modo Pf , il peso frenato, diventa una quantità convenzionale, data una volta dato il singolo veicolo ferroviario, che esprime la capacità frenate di esso. Ossia si tratta di quel valore di peso frenato che diviso per il peso del veicolo ed introdotto nella formula di Pedelucq mi dà, alla velocità normalizzata, lo spazio di frenatura che è stato riscontrato sperimentalmente. Poiché è una quantità convenzionale Pf può essere superiore al peso del veicolo ossia: λc > 1 ; per esempio: λc = 1,3 = 130% . © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 Esempio: E402B+15 carrozze. E402B Pf = 78 t f P = 87 t f (λc ≈ 0,9, ossia 90%) carrozza Pf = 70 t f P = 50 t f (λc ≈ 1,4, ossia 140%) 78 + 15 × 70 λc = = 135% Percentuale di peso frenato per il 87 + 15 × 50 treno completo (160) 2 sa (160 km / h) = = 1205m 1,09375 ⋅ 1,35 0,127 + 0,0755 0,0755 ϕ (160) = 0,0755 (190) 2 sa (190 km / h) = = 1754m 1,09375 ⋅ 1,35 0,127 + 0,0779 0,0779 © Prof. Giovanni Leonardi, 2009 ϕ (190) = 0,0779