Corso di Laurea in Matematica Geometria 2 Esercitazione sulle curve algebriche - aprile 2010 1. Si consideri la cubica Γ = V (x3 − 2y 3 ) del piano affine con coordinate x, y nel campo Q dei numeri razionali. Si denoti con Γ̄ la chiusura proiettiva di Γ. Individuare l’affermazione falsa: (a) Γ̄ coincide con Γ; (b) Γ consiste di un solo punto; (c) Γ̄ possiede un punto singolare; (d) una delle precedenti affermazioni è falsa. Soluzione: Le coordinate (a, b) di un punto P ∈ Γ devono soddisfare l’identità a3 = 2b3 . Se b = 0, allora anche a deve essere 0 e P è il punto (0, 0). D’altronde, ¡ ¢3 se fosse b 6= 0 si potrebbe scrivere l’identità ab = 2 e troveremmo che √ ¡a¢ il numero razionale b dovrebbe coincidere con il numero irrazionale 3 2. L’evidente contraddizione porta a concludere che Γ consiste del solo punto (0, 0). Nel piano proiettivo P2 (Q) di coordinate [X0 , X1 , X2 ], un eventuale punto improprio di Γ deve avere coordinate [0, a, b] con a3 = 2b3 , se prendiamo V (X0 ) come retta impropria. Per quanto detto sopra deve essere a = b = 0, ma nessun punto proiettivo può avere coordinate tutte nulle. Dunque Γ non possiede punti impropri, cioè Γ̄ = Γ. L’unico punto [1, 0, 0] di Γ̄, è necessariamente singolare perché ogni retta che passa per esso, cioè ogni retta del tipo V (cX1 + dX2 ), incontra Γ̄ in P con molteplicità d’intersezione 3 (si tratta di un punto triplo). 2. Tra le seguenti cubiche del piano proiettivo complesso di coordinate [X, Y, Z] individuare l’unica proiettivamente equivalente a Γ := V (XZ 2 + Y 3 + Y 2 Z): (a) V (X 2 (X − Z) − Y 2 Z); (b) V (Y (Y 2 − Z 2 ) − X 2 Z); (c) V (X 3 + Y Z 2 ); (d) V (Y 2 Z + X 3 + XZ 2 ). Soluzione: Le derivate parziali del polinomio F (X, Y, Z) := XZ 2 + Y 3 + Y 2 Z che definisce Γ sono ∂ ∂X F (X, Y, Z) = Z 2, ∂ ∂Y F (X, Y, Z) = 3Y 2 + 2Y Z; ∂ ∂Z F (X, Y, Z) = 2XZ + Y 2 e vengono contemporaneamente annullate per Y = Z = 0. Dunque Γ ha nel punto P di coordinate [1, 0, 0] un punto singolare. Tra le rette V (bY + cZ) del fascio per P l’unica ad avere in P molteplicità d’intersezione con Γ superiore a 2 è la retta V (Z), cioè in P vi è una sola tangente principale, ovvero P è una cuspide per Γ. Tra le cubiche (a) . . . (d) le uniche a possedere punti singolari sono la (a) e la (c): la (a) ha un punto singolare in Q = [0, 0, 1], mentre la (c) ha un punto singolare in R = [0, 1, 0]. Più precisamente vi sono due tangenti principali alla (a) in Q (le rette V (iX + Y ) e V (iX − Y )) ed una tangente principale alla (c) in R (la retta V (Z)), cioè Q è un nodo ed R una cuspide. Poiché due cubiche irriducibili con una cuspide del piano proiettivo complesso sono sempre proiettivamente equivalenti, deduciamo che la (c) è l’unica delle quattro cubiche date ad essere proiettivamente equivalente a Γ. (Si noti che se Γ o la (c) fossero riducibili la tangente principale V (Z) dovrebbe essere una loro componente, ma Z non divide né XZ 2 + Y 3 + Y 2 Z, né X 3 + Y Z 2 .) 3. Sia dato nel piano affine reale l’insieme di punti ©¡ ¢ ª Γ = k2 , k3 : k ∈ R e si denoti con ΓQ l’insieme dei punti (a coordinate) razionali di Γ. Individuare l’affermazione falsa: (a) ΓQ è una cubica riducibile del piano affine razionale; (b) Γ è una cubica del piano affine reale avente una cuspide nel punto O = (0, 0); (c) Γ è una curva algebrica del piano affine reale la cui chiusura proiettiva contiene il punto di coordinate [0, 1, 0]; (d) ΓQ è una curva algebrica del piano affine razionale la cui chiusura proiettiva ha la retta V (Z) come tangente di flesso; Soluzione. Chiaramente Γ ⊆ V (x3 − y 2 ). D’altronde la retta V (y − kx) interseca Γ due volte in O ed una volta in (k 2 , k 3 ). Poiché Γ non contiene punti con ascissa nulla a parte O e questo punto si può congiungere ad ogni altro punto di V (x3 − y 2 ) mediante una retta V (y − kx) scegliendo opportunamente k, vediamo che Γ esaurisce V (x3 − y 2 ). Pertanto Γ è la cubica irriducibile V (x3 − y 2 ) del piano affine reale. Le stesse considerazioni fatte per Γ valgono anche per ΓQ : ΓQ è la cubica irriducibile V (x3 − y 2 ) del piano affine razionale. Questo ci dice immediatamente che la (a) è un’affermazione falsa. Verifichiamo la veridicità delle rimanenti affermazioni. Ogni retta del fascio V (y − kx) interseca Γ due volte in O, a parte V (y) che la cui molteplicità d’intersezione con Γ in O è 3. Ciò significa che il punto O è una cuspide per Γ (ma anche per ΓQ ). La chiusura proiettiva Γ di Γ è V (X 3 − Y 2 Z) e questa curva proiettiva contiene il punto Y∞ = [0, 1, 0]. Questo punto è di flesso con tangente V (Z) (l’intersezione V (X 3 − Y 2 Z) ∩ V (Z) dà tre volte Y∞ ). Poiché Y∞ e V (Z) li ritroviamo anche nel piano proiettivo razionale, si vede che anche le affermazioni (c) e (d) sono corrette. 4. Siano Γ = V (F (X1 , X2 , X3 )), l = V (a1 X1 + a2 X2 + a3 X3 ) e P = [p1 , p2 , p3 ] rispettivamente una curva algebrica, una retta ed un loro punto d’intersezione in un dato piano proiettivo. Indicare quale delle possibilità: (a) P è un punto singolare di Γ, (b) l è tangente a Γ in P , (c) l ha molteplicità d’intersezione 1 con Γ in P , (d) l è una componente irriducibile di Γ, è esclusa dalla condizione che il rango della matrice ¶ µ a1 a2 a3 A= ∂ ∂ ∂ ∂X1 F (p1 , p2 , p3 ) ∂X2 F (p1 , p2 , p3 ) ∂X3 F (p1 , p2 , p3 ) sia 1. Soluzione: Se P è un punto singolare di Γ si ha µ ¶ ∂ ∂ ∂ F (p1 , p2 , p3 ), F (p1 , p2 , p3 ), F (p1 , p2 , p3 ) = (0, 0, 0) ∂X1 ∂X2 ∂X3 e conseguentemente il rango di A è 1 perché certamente (a1 , a2 , a3 ) 6= (0, 0, 0), non potendo l essere definita dal polinomio nullo. ³P ´ 3 ∂ Se P non è un punto singolare di Γ, la retta t = V F (p , p , p )X 1 2 3 i i=1 ∂Xi è la tangente a Γ in P . Si ha l = t precisamente quando ³ ´ i vettori (a1 , a2 , a3 ) e ∂ ∂ ∂ ∂X1 F (p1 , p2 , p3 ), ∂X2 F (p1 , p2 , p3 ), ∂X3 F (p1 , p2 , p3 ) sono linearmente dipendenti, cioè nel caso (b) il rango di A è 1, mentre nel caso (c) il rango di A è 2. Se l è una componente irriducibile di Γ solo due possibilità si possono presentare: o P è un punto singolare di Γ, oppure l è la tangente a Γ in P ; in ambedue i casi il rango di A, per quanto detto sopra, è 1. 5. Tra le seguenti cubiche del piano affine A2 (Q) ve ne sono tre che hanno in O = (0, 0) una cuspide, ed una no. Indicare quest’ultima: (a) V (y 3 − y 2 − x3 ); (b) V (y 2 x + y 2 − x3 ); (c) V (y 3 + y 2 − x2 y − x2 − x3 ); (d) V (y 2 x + y 2 + y 3 − x3 ). Soluzione. Intersechiamo ciascuna delle cubiche col fascio di rette V (y − kx) passante per O. Le ascisse dei punti d’intersezione della cubica (a) con ciascuna retta del fascio si ottengono risolvendo l’equazione k 3 x3 − k 2 x2 − x3 = x2 ((k 3 − 1)x − k 2 ) = 0 e vediamo che otteniamo due volte la soluzione x = 0 (che corrisponde al punto O) per ciascuna retta del fascio, mentre la otteniamo tre volte esattamente quando k = 0. D’altronde la rimanente retta x = 0 per O interseca la cubica (a) due volte in O ed una volta nel punto (0, 1). Quindi tutte le rette per O intersecano la (a) due volte in O (quindi O è un punto singolare) e solo la retta V (y) la interseca tre volte, cioè O è una cuspide per (a) avendo una sola tangente principale. Le ascisse dei punti d’intersezione della cubica (b) con ciascuna retta del fascio si ottengono risolvendo l’equazione k 2 x3 − k 2 x2 − x3 = x2 ((k 2 − 1)x − k 2 ) = 0 e si trova due volte la soluzione x = 0 per ciascuna retta del fascio, mentre tale soluzione è ottenuta tre volte esattamente quando k = 0. D’altronde la rimanente retta x = 0 per O interseca la cubica (b) due volte in O ed una volta nel suo punto improprio. Quindi tutte le rette per O intersecano la (b) due volte in O e solo la retta V (y) la interseca tre volte, cioè O è una cuspide per (b). Le ascisse dei punti d’intersezione della cubica (c) con ciascuna retta del fascio si ottengono risolvendo l’equazione k 3 x3 + k 2 x2 − kx3 − x2 − x3 = x2 ((k 3 − k − 1)x + k 2 − 1) = 0 e si trova due volte la soluzione x = 0 per ciascuna retta del fascio, mentre tale soluzione è ottenuta tre volte esattamente quando k = ±1. Quindi (c) ha due tangenti principali in O, precisamente V (y + x) e V (y − x), e non può essere una cuspide. Le ascisse dei punti d’intersezione della cubica (d) con ciascuna retta del fascio si ottengono risolvendo l’equazione k 2 x3 + k 2 x2 + k 3 x3 − x3 = x2 ((k 3 + k 2 − 1)x + k 2 ) = 0 e si trova due volte la soluzione x = 0 per ciascuna retta del fascio, mentre tale soluzione è ottenuta tre volte esattamente quando k = 0. D’altronde la rimanente retta x = 0 per O interseca la cubica (d) due volte in O ed una volta nel punto (0, −1). Quindi tutte le rette per O intersecano la (d) due volte in O e solo la retta V (y) la interseca tre volte, cioè O è una cuspide anche per (d). 6. Si consideri la varietà © ª Γ := [a2 , ab, b2 ] : [a, b] ∈ P1 (R) del piano proiettivo reale di coordinate [X0 , X1 , X2 ]. Tra le seguenti coniche del piano affine reale, indicare quella la cui chiusura proiettiva è proiettivamente equivalente ad X: (a) V (2x2 + y 2 + 1); (b) V (2x2 + y 2 ); (c) V (xy + 1); (d) V (xy). Soluzione. Γ è la conica V (X0 X2 − X12 ) di P2 (R), una conica non degenere con sostegno non vuoto. Quindi si tratta di vedere quale delle coniche affini date è non degenere ed ha una chiusura proiettiva non vuota. La chiusura proiettiva di (a) è vuota perché X02 + 2X12 + X22 > 0 ∀[X0 , X1 , X2 ] ∈ P2 (R). La (b) è degenere in quanto consiste dell’unico punto (0, 0). La (c) è un’iperbole e quindi la sua chiusura proiettiva ha le proprietà richieste. La (d) è degenere in quanto si decompone nelle rette V (x) e V (y).