LO SPECIALISTA II dottor Andrea Fabbri dirige la Struttura complessa di Pronto soccorso, medicina d'urgenza, 118 dell'Azienda Usi di Forlì ed è segretario nazionale della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu). Ha in corso studi con diversi centri di ricerca sull'evoluzione e le lesioni da trauma cranico e collabora con l'Istituto supel : riore di sanità per progetti di prevenzione degli incidenti stradali nei giovani. C ampagne di sensibilizzazione, regole più restrittive, veicoli più sicuri. Negli ultimi anni si è lavorato molto per ridurre il numero degli incidenti stradali e renderne le conseguenze meno gravi. Se c'è ancora molto da fare, i primi risultati hanno però iniziato a vedersi. Per esempio si è ridotta l'incidenza dei traumi cranici tra i giovani. Circa la metà di questi eventi è infatti causata proprio da incidenti che coinvolgono veicoli a motore e ben nel 70 per cento di quelli più seri qualcuno riporta questo tipo di trauma. Tra le cause seguono poi gli incidenti professionali, domestici e sportivi, aggressioni, lesioni da arma da fuoco e deflagrazione. UNA LESIONE INTERNA Ma a che cosa ci si riferisce di preciso con questo termine? «Per trauma cranico si intende una lesione al cranio che presenti segni esterni, come una contusione a livello del cuoio capelluto, e, allo stesso tempo, lasci presupporre di essere stata traumatica per l'encefalo*. Non vanno considerate tali, dunque, quelle piccole contusioni solo esterne, che si verificano spesso soprattutto nei bambini» spiega il dottor Andrea Fabbri. A seconda che il trauma interessi solo una o più aree del cervello, il danno viene definito focale o diffuso. Inoltre il trauma può risultare da due tipi di lesione: chiusa o penetrante. Una lesione chiusa avviene quando la testa improvvisamente e violentemente colpisce un oggetto, che non riesce però ad attraversare il cranio. Una ferita penetrante avviene invece quando l'oggetto protagonista dell'impatto perfora il cranio e penetra nel tessuto cerebrale (un proiettile per esempio). Non bisogna però pensare che la gravita del trauma sia correlata a quella delle ferite esterne. A volte il cervello può subire danni seri anche se le ferite esterne non appaiono gravi o se non si riscontra alcuna frattura del cranio; viceversa, l'encefalo può non subire un trauma grave anche se le ferite esterne sembrano importanti. LIEVE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI Non tutti i traumi cranici hanno le stesse conseguenze. «A seconda della sua gravita U N AIUTO PER IL DOPO I malati che necessitano di un periodo di riabilitazione o che devono convivere con le conseguenze di un trauma cranico e i loro familiari possono rivolgersi alla Federazione nazionale associazioni trauma cranico. La Federazione fornisce supporto informativo, coordina le associazioni locali, partecipa all'organizzazione di corsi formativi per chi riporta disabilità, le loro famigliema anche volontari e operatori, promuove l'assistenza domiciliare specialistica, la creazione di strutture di accoglienza e centri diurni per il recupero, il reinserimento lavorativo e la ricerca. Per informazioni www.associazionitraumi.it il trauma cranico viene classificato in lieve, moderato o severo» racconta lo specialista. «Si tratta di tre problemi completamente diversi. Nel primo caso la persona può avere all'atto del trauma una piccola perdita di coscienza transitoria, cioè di pochi secondi, ma poi rimane cosciente. Ha una probabilità inferiore al 5 per cento di riportare una contusione intracranica* o un ematoma cerebrale*. E quindi molto raro che si debba intervenire a livello chirurgico». Fortunatamente circa il 95 per cento dei casi di trauma cranico appartengono a questa categoria. «In presenza di trauma moderato il malato non è invece cosciente, anche se non cade in coma profondo. È quindi una sorta di livello intermedio, dove un intervento medico tempestivo può cambiare sensibilmente la prognosi: da sfavorevole a un recupero completo» aggiunge il dottor Fabbri. Le probabilità di una lesione encefalica salgono al 30-40 per cento, quelle di necessità di un intervento chirurgico per l'evacuazione di un ematoma al 10-15 per cento. «Infine i malati interessati da un trauma cranico severo cadono in un coma profondo. Purtroppo, più della metà delle volte si presentano anche traumi gravi in altre zone del corpo e le probabilità di decesso o di invalidità grave sono elevate. Per i medici è comunque importantissimo riuscire a individuare quei pochi malati in cui un intervento tempestivo può influenzare positivamente la prognosi». 105 COLPI DI TESTA UNA VALUTAZIONE COMPLESSA Se con la perdita di coscienza è indiscutibile la necessità di rivolgersi ai soccorsi nel più breve tempo possibile, qualche dubbio può sorgere in presenza di un trauma cranico lieve. «Il principale campanello d'allarme nelle ore immediatamente successive al trauma è sicuramente il mal di testa, generalmen- te associato a nausea e vomito» spiega l'esperto. Altri sintomi possono essere vertigini, percezione di un tintinnio nelle orecchie, problemi di concentrazione o memoria, confusione, sonnolenza. In tutti questi casi è indicato rivolgersi rapidamente al Pronto soccorso più vicino. «Per la diagnosi il medico dovrà tenere conto di una serie di fattori. Tra questi ci sono naturalmente i sintomi, ma non solo» precisa lo specialista. «È importante considerare anche la dinamica dell'impatto e il profilo di rischio del traumatizzato, che contempla fattori quali età, abitudini di vita, eventuali farmaci assunti». Si tratta di una valutazione complessa che solo uno specialista può fare. Più ATTENZIONE CON GLI ANTICOAGULANTI In sintesi, quando il trauma è lieve, ma i fattori di rischio sono elevati sarà necessaria maggiore cautela. «Per esempio, più l'età è avanzata, maggiori saranno i rischi di complicanze, soprattutto dopo i 70-75 anni» commenta il dottar Fabbri. «Sul fronte dei farmaci, è particolarmente rilevante l'impiego di antico- 106 il casco va sempre indossato in caso di professioni a rischio e quando si va in bicicletta • agulanti e antiaggreganti, oggi molto utilizzati per ridurre l'incidenza di complicanze cardiovascolari. Questi farmaci, in caso di trauma cranico, innalzano il rischio di formazione di ematomi intracranici complicati dalla insufficiente coagulazione del sangue e impediscono un tempestivo trattamento chirurgico». RIVOLUZIONE NELLA DIAGNOSI L'esame d'elezione in presenza di trauma cranico è la Tac cerebrale. «Mentre fino ad appena una decina di anni fa un malato con trauma cranico veniva portato in Pronto soccorso, visitato e poi trattenuto in osservazione per te- LA PREVENZIONE POSSIBILE A differenza di altri disordini neurologici, si può fare molto per prevenire i traumi cranici. «Il primo passo è seguire le norme di prevenzione degli incidenti stradali: indossare sempre la cintura di sicurezza o il casco in moto, assicurare i bambini agli appositi seggiolini, non assumere alcol o sostanze che possano alterare l o stato di coscienza quando ci si mette alla guida e, più in generale, seguire le norme del codice della strada. Può sembrare banale ma è decisivo» osserva il dottar Andrea Fabbri. Anche se i traumi cranici da incidenti sportivi sono una minoranza, il Centro per il controllo di malattie e prevenzione (Cdc) consiglia di indossare sempre il casco e di assicurarsi che lo facciano i bambini auando si va in bicicletta o a cavallo, si usano pattini e skateboard, si gioca a football, hockey, baseball o softball e, ancora, quando si scia o si fa snowboard. Vanno inoltre prese tutte le possibili precauzioni per evitare incidenti domestici: dall'installazione di inferriate alle finestre per prevenire la caduta dei più piccoli all'utilizzo di porte di emergenza alla cima e alla base di scale quando ci sono bambini nelle vicinanze fino all'applicazione di materiale antiscivolo nella vasca da bagno e nella doccia. Sempre per salvaguardare i bambini bisogna sempre assicurarsi che la superficie del loro terreno di gioco sia in materiale assorbishock, come la sabbia. lente a circa 200 radiografie tradizionali. Per questo, l'ampio ricorso a questo esame ha recentemente indotto ad aprire una riflessione sulle problematiche legate proprio alla radio-esposizione. Ecco perché oggi si sta cercando di limitare l'utilizzo ai casi veramente necessari» osserva lo specialista. nere sotto controllo la comparsa di eventuali sintomi preoccupanti, oggi con la Tac è possibile valutare con maggiore accuratezza i casi che necessitano di un intervento chirurgico» spiega l'esperto. Questo esame permette, infatti, nel giro di pochi minuti, di osservare direttamente la situazione all'interno del cranio e individuare la presenza di lesioni o di ematomi. «È chiaramente uno strumento molto utile e per questo la comunità scientifica, con il passare degli anni, ha progressivamente esteso le indicazioni al suo utilizzo. Bisogna però tenere conto che una sola Tac del cranio espone a una dose di radiazioni molto elevata, equiva- L'ASPIRAZIONE SE C'È UN VERSAMENTO La preoccupazione, di fronte a un trauma cranico, è che l'impatto possa provocare una contusione o, peggio ancora, un ematoma cerebrale. In questo caso, l'unica possibilità di cura è di tipo chirurgico e consiste in un intervento di aspirazione del versamento di sangue. Trattandosi di neurochirurgia, l'intervento è naturalmente delicato proprio perché prevede l'apertura della scatola cranica per poter procedere all'aspirazione. «Il sangue ha un effetto tossico sui tessuti cerebrali e può danneggiare l'encefalo anche facendo aumentare la pressione all'interno del cranio» spiega il dottor Fabbri. «È per questa ragione che quando si forma un versamento è necessario intervenire chirurgicamente per drenarlo e bisogna farlo nel più breve tempo possibile. Più rimane lì, più danni provocherà. Talvolta è decisivo se l'operazione avviene entro due ore dal trauma». I L TEMPO È DECISIVO Un pronto intervento è fondamentale per ridurre al minimo le conseguenze. Se, infatti, è possibile che non si ri- portino danni, i rischi sono seri e comprendono disabilità (a seconda delle aree del cervello interessate possono verificarsi disturbi motori e della coordinazione, della memoria, della parola, della vista, diminuzione delle facoltà intellettuali) fino allo stato vegetativo permanente. Fortunatamente, la maggior parte dei traumi cranici è di tipo lieve e, anche in buona parte dei casi più seri, un intervento tempestivo può portare a un buon recupero già al momento della dimissione, i cui tempi sono difficili da prevedere perché dipendono dalla coesistenza di traumi in altre parti del corpo. A quel punto saranno necessari controlli periodici successivi. «Altre volte è necessario un periodo di riabilitazione, che inizia in ospedale e prosegue in strutture specializzate» spiega il dottor Fabbri. «Non è detto che il paziente vi debba soggiornare, ma frequentemente può tornare a casa e svolgere lì gli esercizi più adatti. Il centro di riabilitazione fa solo da punto di riferimento. Per quanto riguarda i tempi di recupero, i primi sei mesi sono determinanti, dopodiché gli eventuali esiti del trauma si considerano permanenti», p Cecilia Lulli GLI INDIRIZZI* AGRIGENTO Ospedale San Giovanni di Dio, U.o. medicina e chinirgia di accettazione e urgenza, tei. 0922/442199 FIRENZE Ospedale San Giovanni di Dio, Reparto D.E.A, tei. 055/6932405 FORLI' Azienda USL, Unità operativa di Pronto soccorso e medicina d'urgenza, tei. 0543/735801 GENOVA Istituto Giannina Gaslini, U.o.c. Pronto soccorso e medicina d'urgenza pediatrica, tei. 010/5636567 MILANO Ospedale Niguarda Ca' Granda, U.o. medicina d'urgenza e Pronto soccorso, tei. 02/64447433 POTENZA Ospedale San Carlo, U. o. e. Pronto soccorso, accettazione e medicina d'urgenza, tei. 0971/611111 ROMA Ospedale San Filippo Neri, U. o. e. medicina d'urgenza e Pronto soccorso, tei. 06/33063723. ABC Dizionario COAGULAZIONE: serie di processi fisiologici che intervengono per arrestare il sanguinamento in caso di danni ai vasi sanguigni. CONTUSIONE CEREBRALE: lesione del cervello, con versamento emorragico e conseguente rigonfiamento. EMATOMA CEREBRALE: versamento emorragico nel cervello che ristagna fino a formare un accumulo di dimensioni sensibili. ENCEFALO: regione anteriore del sistema nervoso centrale racchiusa nella scatola cranica. Qui risiedono, per esempio, i centri della sensibilità olfattiva, visiva, acustica e statica. TAC: metodica diagnostica per immagini, che sfrutta i raggi X e consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei e di effettuare elaborazioni tridimensionali. Per la produzione delle immagini è necessario l'intervento di un elaboratore di dati, per questo viene definita computerizzata. 107