Autori vari Strategie sanitarie applicate alle Scienze

Previdenza Intervista al presidente dell’Enpapi, Mario Schiavon, per ripercorrere
la storia dell’Ente, i principi guida e gli obiettivi futuri di una tutela previdenziale esercitata
“dalla professione per la professione”
Enpapi:
la previdenza
a servizio
degli infemieri
Dottor Schiavon, lei è presidente dell’Ente
di previdenza per gli infermieri liberi
professionisti. Cosa direbbe ad un
professionista infermiere per convincerlo
che l’iscrizione all’Enpapi è giusta ed è
nel suo interesse?
Occorre partire affermando che la tutela
previdenziale è un diritto personalissimo e
inviolabile di ciascun cittadino, sancito a livello
costituzionale. L’articolo 38, infatti, prevede che
i lavoratori abbiano diritto, al termine dell’attività
lavorativa (in questo caso professionale), a
mantenere un tenore di vita, attraverso il
trattamento pensionistico, adeguato rispetto a
quello conseguito, con la retribuzione, durante
l’attività professionale stessa.
Un professionista iscritto all’Albo, che possa
disporre di una tutela previdenziale obbligatoria
esercitata direttamente dalla propria categoria, è
in possesso di un elevato valore aggiunto. Per
questo motivo si parla spesso, per meglio
esprimere la funzione del nostro Ente, di una
tutela previdenziale esercitata “dalla professione
per la professione”, perché soltanto tramite la
governance diretta della categoria si possono
percepire i veri bisogni della popolazione
assicurata e trasformarli in soluzioni concrete.
Ritiene che l’Ente da lei presieduto abbia
seguito in pieno questa politica?
Enpapi adotta questa politica già da tempo. Ha
cercato di individuare, dapprima, quali fossero i
bisogni primari dei propri assicurati e ha
posto in essere, successivamente,
una serie di azioni che
conducessero al loro
soddisfacimento,
monitorandone
l’andamento, al fine di
adeguare, in ogni caso, il
risultato ad eventuali
evoluzioni dei bisogni
stessi.
Alcuni esempi in tal
senso possono essere
rappresentanti
dall’introduzione di un
servizio di call center
esterno, che, peraltro, è in una
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L’infermiere 6/2007
fase di prossima revisione, dall’ampliamento
dei sistemi di pagamento (bonifico bancario,
carta di credito), dall’implementazione dei
canali di comunicazione tra l’Ente e gli iscritti,
dall’introduzione di servizi aggiuntivi
(convenzioni ecc.).
Le riforme più recenti hanno, inoltre, impresso
una notevole accelerazione a questo processo,
spostandosi verso modifiche, anche strutturali,
che vengono incontro a istanze ben precise e
molto sentite dai nostri iscritti.
La prima di queste, già approvata dai Ministeri
vigilanti, è rappresentata dalle nuove modalità
di riscossione, che prevede un nuovo piano di
versamenti in sei rate annuali, diluite nel corso
dell’anno, che sarà avviato già a partire dal
febbraio 2008.
Ulteriori novità, una volta che gli organismi di
vigilanza si saranno, auspicabilmente, espressi
in termini positivi, saranno la modulazione delle
aliquote del contributo soggettivo, introdotta al
fine di incrementare i montanti contributivi ed il
nuovo regime del contributo minimo e
dell’indennità di maternità, previsto per
particolari categorie di assicurati, in particolare
per coloro che operano anche in forma
subordinata, in regime a tempo parziale.
Un ulteriore passaggio da sottolineare riguarda
l’estensione dell’ambito di tutela previdenziale,
attraverso la forma complementare. Enpapi ha,
infatti, di recente aderito al Fondo Sanità,
insieme a Enpam e Fondo dentisti, proprio per
rispondere ad una ulteriore precisa esigenza,
che peraltro è stata rappresentata non solo dai
professionisti autonomi, ma anche da quelli
subordinati. L’Ente, in tal senso, sta lavorando
molto dal punto di vista politico per
ricomprendere, all’interno di tale ambito di
tutela, proprio i professionisti dipendenti, che in
più occasioni hanno mostrato forte interesse ad
essere tutelati, direi quasi “a tutto campo”,
dall’Ente di categoria.
Qual è lo stato attuale dell’Ente?
L’Ente, oggi, ha circa tredicimila iscritti, quasi
duecento pensionati, tra vecchiaia, invalidità,
inabilità, superstiti, un numero medio di circa
cento beneficiarie di indennità di maternità, un
numero sempre crescente beneficiari dei nostri
Previdenza
interventi assistenziali. Possiede un patrimonio,
tra mobiliare ed immobiliare, che si avvicina ai
centoventi milioni di euro.
Questi elementi, tracciati in termini sintetici,
potrebbero cambiare drasticamente, una volta
che sarà attuata la convenzione con l’Istituto
nazionale di previdenza sociale (Inps), di
prossima stipula, volta a trasferire le posizioni
previdenziali erroneamente accese, nel corso
degli anni, presso la Gestione separata per i
liberi professionisti ed i parasubordinati. Ritengo
che ciò, quando sarà conseguito, sarà un
grande risultato politico, che riafferma proprio i
principi già enunciati e che rafforza l’azione di
tutela nei confronti dei professionisti infermieri.
Nella risposta precedente lei ha citato
l’importanza di attuare un principio di
solidarietà all’interno della categoria.
Cosa sta facendo l’Ente sul piano
assistenziale?
Enpapi ritiene, richiamando, anche in questo
caso, l’articolo 38 della Costituzione, che la
protezione assistenziale debba avere pari
dignità rispetto alla tutela previdenziale
obbligatoria. L’Ente eroga fin dal 2005, in tal
senso, alcuni interventi assistenziali. Questi
sono correlati ad uno stato di bisogno, di
malattia ovvero sono erogati a titolo di
contributo per spese funebri. Dal 2006 è stato
affiancato anche un ulteriore istituto, quello
della borsa di studio per gli assicurati e per i figli
degli assicurati e dei pensionati Enpapi, per il
quale l’Ente emana, annualmente, un bando di
concorso.
Molte altre sono le fattispecie che Enpapi
vorrebbe tutelare, anche per riaffermare la
propria posizione centrale verso la categoria
rispetto a tutto l’ambito del sistema di
protezione sociale. Già con i trattamenti
pensionistici obbligatori e con questi interventi
assistenziali, che io, personalmente, ritengo
esigui, si “copre” buona parte dell’arco della vita
professionale dell’assicurato, andando a
estendere tale protezione anche ai familiari.
L’idea è quella di prevedere ulteriori forme di
assistenza, che possano riempire, in qualche
modo, alcune lacune del nostro ordinamento,
soprattutto con riferimento all’adeguatezza delle
prestazioni. Consapevoli che, dal lato
previdenziale, l’attuale sistema non assicura un
livello dei trattamenti pensionistici confacente
alle esigenze di vita, al termine dell’attività
lavorativa e che le misure che potranno essere
adottate non risulteranno risolutive da questo
punto di vista, si cerca di ampliare il bacino dei
servizi e degli interventi, soprattutto in campo
assistenziale, proprio al fine di coprire, in
questo modo, il maggior numero di fattispecie.
Le idee sono molte, ci si sta focalizzando, in
questo momento, sulla possibilità di sostenere,
ad esempio, gli orfani degli assicurati, piuttosto
che i pensionati di inabilità o superstiti,
attraverso assegni periodici. È in corso, inoltre,
uno studio di fattibilità di un grande progetto
per l’assistenza alla popolazione anziana non
autosufficiente, attraverso un sistema virtuoso,
che consentirebbe, in modo indotto, l’avvio di
un processo catalizzatore delle forme di
esercizio libero-professionale.
Il 13 ottobre si è svolta, a Brescia, la
Prima Conferenza nazionale sulla libera
professione infermieristica. Qual è stato il
significato di questa iniziativa, la prima
organizzata congiuntamente e quale ne è
stato, a suo parere, l’esito?
Il senso di un’iniziativa di questo genere è
riscontrabile in una serie di elementi che
hanno, congiuntamente, concorso alla sua
realizzazione: la determinazione di voler
rappresentare il percorso fin qui compiuto dalla
professione; le sinergie poste in essere tra la
Federazione Ipasvi ed Enpapi, concretizzatesi in
un’azione politica unitaria; la fermezza
nell’affermare, a gran voce, la valenza
intellettuale della professione infermieristica; la
certezza di dover partecipare alla categoria che
è in atto una profonda azione che condurrà ad
ampliare e riconvertire i processi di protezione
sociale gestiti da Enpapi, fino ad oggi riservati ai
soli professionisti esercenti in forma diversa da
quella subordinata. Sul suo esito, credo che chi
vi ha partecipato avrà potuto cogliere, nel
dibattito che si è sviluppato nel corso della
giornata, gli elementi che contraddistinguono la
politica della professione e, soprattutto, la
gestione del nostro Ente di previdenza.
Dal punto di vista etico, quali obiettivi si è
posta Enpapi nello sviluppo e
nell’affermazione della libera
professione? Sono stati raggiunti?
Un primo obiettivo è stato quello di diffondere
la cultura della previdenza come forma di
risparmio. Ciò è stato realizzato non senza
enorme impegno e, direi, anche fatica,
attraverso un’azione capillare, svolta presso le
realtà provinciali, all’interno di iniziative
organizzate ad hoc per i liberi professionisti,
ovvero per la generalità degli infermieri.
Un secondo obiettivo va considerato proprio in
chiave etica e riguarda, attraverso il richiamo
all’obbligatorietà di iscrizione, visto nel primario
interesse del professionista, l’affermazione di
corretti principi di esercizio della professione.
L’ottemperanza agli obblighi di iscrizione,
dichiarazione dei redditi e dei volumi di affari,
versamento dei contributi non possono che
essere considerati come una delle modalità di
corretto esercizio.
Questo concetto, peraltro, è stato espresso molte
volte già in passato, nei confronti dei professionisti
diligenti che, spesso, si sentono sminuiti da coloro
che, ritenendosi più furbi di loro, non osservano la
legge. Questi ultimi procurano un danno a se
stessi, in quanto non sono tutelati, ma anche alla
categoria nel complesso, in quanto realizzano
forme di concorrenza sleale e di esercizio, quindi,
non corretto.
Enpapi, consapevole di ciò sta ponendo in
essere un’ulteriore azione di “bonifica”, in
collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, che si
snoda tramite la ricerca ed il perseguimento, ove
necessario, dei soggetti che non si sono iscritti,
pur obbligati dalla legge, dei soggetti iscritti che
non hanno versato i contributi obbligatori, dei
soggetti che si sono iscritti, pur non avendone
l’obbligo, allo scopo di “liberarli” dai loro obblighi.
Ritengo che questi obiettivi, nel complesso, siano
stati raggiunti anche se occorre porsi subito in
un’ottica di ulteriore evoluzione. Credo proprio
che la chiave del successo di Enpapi negli ultimi
anni sia stata quella di essersi continuamente
evoluta ed adeguata alle crescenti esigenze di
tutela e protezione da parte della categoria. Per
questi motivi l’azione non verrà mai meno ma
proseguirà sempre più forte.
L’infermiere 6/2007
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Norme e Codici Secondo la Cassazione, denigrare l’immagine della propria Azienda
può portare al licenziamento del lavoratore per il venir meno della fiducia del datore
di lavoro nei confronti del lavoratore. Ecco l’analisi della sentenza nei confronti
di un’infermiera, alla luce anche dei contenuti del nostro Codice deontologico
Screditare l’Azienda è causa di licenziamento
di Stefania Gastaldi
l Sole 24 sanità ha dato recentemente
notizia di una sentenza della Corte di
Cassazione – Sezione lavoro – n. 19232 del
14 settembre 2007, che ha accolto il ricorso
presentato da una Azienda ospedaliera avverso
le precedenti sentenze del Tribunale di Monza
e della Corte di Appello di Milano, che
l’avevano condannata alla reintegrazione nel
posto di lavoro e al
risarcimento del danno di
un’infermiera per
illegittimità del
licenziamento.
L’Azienda ospedaliera,
infatti, aveva proceduto al
licenziamento
dell’infermiera in quanto
quest’ultima, in tempi
diversi, aveva “proferito
espressioni offensive sulla
capacità e sulla
professionalità del
personale”, aveva
divulgato gli addebiti
contenuti nella
precedente lettera di
contestazione relativa al
ritrovamento di prodotti
scaduti presso il blocco
operatorio e,
successivamente, aveva
tentato contatti con il
personale al fine di
propalare notizie
offensive nei confronti
della Società.
I
46
L’infermiere 6/2007
La Cassazione, nel riconoscere fondati i motivi
del ricorso proposto dall’Azienda, ha
confermato un principio fondamentale già
espresso in altre decisioni ovvero che in tema
di licenziamento per giusta causa o giustificato
motivo, “allorquando siano contestati al
dipendente diversi episodi, il giudice di merito
non deve valutarli separatamente, bensì
globalmente, al fine di verificare se la loro
rilevanza complessiva sia tale da minare la
fiducia che il datore di lavoro deve poter
riporre nel dipendente”.
Il giudizio volto a determinare se il
comportamento del lavoratore abbia
effettivamente compromesso la “fiducia
necessaria ai fini della permanenza del
rapporto di lavoro e quindi costituisca giusta
causa di licenziamento”, deve essere quindi
valutato attentamente caso per caso anche in
funzione della natura e della qualità del singolo
rapporto, della posizione “delle parti,
dell’oggetto delle mansioni e del grado di
affidamento che queste richiedono, e che il
fatto concreto deve essere valutato nella sua
portata oggettiva e soggettiva, attribuendo
rilievo determinante, ai fini in esame, alla sua
potenzialità di negazione della futura
correttezza dell'adempimento”.
In conseguenza di ciò ha quindi avuto per la
Corte un peso preponderante il fatto che nella
fattispecie era evidente la particolare
delicatezza della funzione assegnata –
infermiera in un ospedale – lo specifico settore
in cui il lavoro si svolgeva – blocco operatorio
– la elevata responsabilità che ne conseguiva e
la fiducia che esigeva.
Norme e Codici
L’aspetto che, evidentemente, non poteva
prendere in considerazione la Corte di
Cassazione, ma che comunque ha una diretta
rilevanza sull’operato di un professionista, è la
violazione delle norme del Codice
deontologico.
Come noto, la legge n. 42 del 26 febbraio
ha disposto all’art. 1 che il “campo proprio
di attività e di responsabilità delle
professioni sanitarie di cui all'articolo 6,
comma 3, del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 502 , e successive
modificazioni e integrazioni, è determinato
dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi
dei relativi profili professionali e degli
ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di
diploma universitario e di formazione postbase nonché degli specifici codici
deontologici”.
La legge ha quindi confermato che il Codice
deontologico rappresenta una regola
essenziale e inderogabile dell’agire
infermieristico in quanto esercizio di una
professione intellettuale ai sensi dell’art. 2229
del Codice civile.
Nel caso in specie possono ravvisarsi violazioni
al Codice deontologico emanato dalla
Federazione nel 1999 e tuttora vigente.
Occorre precisare in premessa che, come
chiaramente espresso dalla normativa che
regolamenta le attribuzioni dei Collegi
professionali, spetta esclusivamente ai rispettivi
Consigli Direttivi esercitare il potere disciplinare
nei confronti degli iscritti agli Albi e quindi
valutare quali articoli del Codice deontologico
sono stati violati con il comportamento posto
in essere dal professionista.
Infatti secondo il costante orientamento,
l’iscrizione all’albo professionale determina,
comunque, la soggezione dell’iscritto alla
potestà speciale di supremazia del Collegio,
con conseguente dovere di osservare le
norme deontologiche stabilite nell’interesse
generale, a tutela della dignità e del decoro
della professione. A tale complesso di obblighi
il professionista non può sottrarsi solo perché
è un pubblico dipendente, né la sua
sottoposizione alla potestà disciplinare della
pubblica amministrazione lo esenta da quella
del Collegio professionale. Evidentemente
l’attività disciplinare da parte del Collegio
presume la conoscenza del comportamento
del professionista e questa può attuarsi in vari
modi come la pubblicazione di una notizia su
un quotidiano, la comunicazione da parte
della Magistratura o l’informativa da parte di
un professionista secondo quanto espresso
dall’art. 5.6 del Codice deontologico
(“L'infermiere è tenuto a segnalare al
Collegio ogni abuso o comportamento
contrario alla deontologia, attuato dai
colleghi”).
Gli articoli che saranno presi in considerazione,
ma non gli unici, hanno come destinatario
l’infermiere, ma sono preposti espressamente
alla tutela del cittadino-utente e al suo diritto di
compiere scelte informate quando si tratta
della propria salute non solo in relazione alle
scelte di cura ma anche al luogo dove queste
vengono erogate.
4.1. L'infermiere promuove, attraverso
l'educazione, stili di vita sani e la diffusione di
una cultura della salute; a tal fine attiva e
mantiene la rete di rapporti tra servizi e
operatori.
Questo articolo vede l’infermiere come figura
centrale e guida al cittadino-utente per aiutarlo
a districarsi nei diversi ambiti organizzativi dei
servizi sanitari questo anche al fine di poter
svolgere il compito principale di insegnare al
cittadino i comportamenti più adeguati per
migliorare il suo stato di salute inteso non più
come “assenza di malattia” ma come “stato di
completo benessere fisico, mentale e sociale”
(definizione Oms). Inoltre, tale
comportamento permette altresì al cittadini di
fare scelte di cura corrette e informate.
Sembrerebbe evidente che, come avvenuto
nel caso specifico, la divulgazione di
“ritrovamento di prodotti scaduti presso il
blocco operatorio”, che ha creato sicuramente
danno all’immagine dell’Azienda, se fosse
pervenuta anche al cittadino-utente non
avrebbe certo favorito questo stato benessere
in quanto al contrario avrebbe ingenerato
sicuro timore nella efficacia ed efficienza delle
cure prestate.
5.1. L'infermiere collabora con i colleghi e gli
altri operatori, di cui riconosce e rispetta lo
specifico apporto all'interno dell'équipe.
Nell’ambito delle proprie conoscenze,
esperienze e ruolo professionale contribuisce
allo sviluppo delle competenze assistenziali.
5.2. L'infermiere tutela la dignità propria e dei
colleghi, attraverso comportamenti ispirati al
rispetto e alla solidarietà. Si adopera affinché
la diversità di opinione non ostacoli il progetto
di cura.
I principi di collaborazione, rispetto e tutela
della dignità propria e degli altri colleghi trova
oggi maggiore fondamento dall’agire in équipe
in quanto le conoscenze tecnico scientifiche
odierne coinvolgono più professionisti in una
pluralità di interventi sanitari ma volti tutti
comunque all’unico scopo di tutelare la salute
e il benessere del paziente.
Infatti solo la collaborazione tra professionisti
consente di raggiungere il fine primario della
salvaguardia del bene salute tutelato dalla
nostra Costituzione, permette inoltre,
nell’ambito delle proprie conoscenze,
esperienze e ruolo professionale, la
identificazione delle relative responsabilità
personali professionali e aiuta il cittadino
utente a comprendere a pieno tutti gli atti e
comportamenti inerenti la sua salute.
L’aver proferito espressioni offensive sulla
capacità e professionalità del personale (in
particolare due caposala) esprime sicuramente
un comportamento non deontologico e non
consono ad un professionista in quanto si è
sicuramente in presenza di “fatti disdicevoli al
decoro professionale” e quindi passibili di
procedimento disciplinare come richiesto dalla
normativa vigente.
Inoltre il comportamento adottato da un
professionista nei confronti di uno o più colleghi
ha sicuramente un effetto immediato sul
cittadino utente e, a seconda dei casi, porta ad
aumentare o diminuire la fiducia nella struttura
e nei professionisti che vi lavorano e quindi,
quando ha valenza negativa, può sicuramente
creare ansia e forte preoccupazione rispetto alla
possibilità di risolvere correttamente il proprio
problema di salute.
L’infermiere 6/2007
47
Libri
Rosaria Alvaro, Simona Amato,
Nicola Barbato, Marcello Bozzi,
Mauro Petrangeli, Gennaro Rocco,
Loredana Sasso
Strategie sanitarie applicate
alle Scienze infermieristiche.
Organizzazione,
didattica e ricerca
Società editrice Universo
Pagine 365
Euro 23,80
Corredato di cd Rom
i è un’immagine
che rende bene il
momento (o la fase)
che stiamo vivendo in
sanità: siamo “tra ciò
che non è più” e “ciò
che non è ancora”.
In questa situazione è
necessario avere ben
chiaro il quadro di
riferimento, fatto di saperi, regole, criteri, metodi
e dominarlo con una conoscenza ben orientata
e nello stesso tempo critica.
Questa “antologia” risponde a tali esigenze, e
più esattamente alla necessità di offrire un
quadro multiproblematico della sanità e quindi
multidimensionale. In un certo senso si è quasi
obbligati a lavorare a questo tipo di strumenti
didattici, per diverse ragioni:
• il livello alto di complessità delle questioni
sanitarie, quasi un “mondo a molti mondi”
che non è né facilmente riducibile, né
facilmente riassumibile;
• la necessità di articolare le questioni in modo
tale da garantire differenziazione e distinzione
nella conoscenza, ma nello stesso tempo
unitarietà;
• la necessità di riferire comunque della sanità
con una logica integrata e quindi sistemica.
L’economia di questa “antologia multitematica”
è stata pensata, non tanto con l’idea della
somma delle conoscenze, sommando esperti
ed expertise, ma con l’idea delle relazioni tra
tematiche, quindi con quella delle loro possibili
V
48
L’infermiere 5/2007
integrazioni.
Naturalmente l’interattività molto dipende da
come si legge e si studia una lavoro del genere.
È del tutto evidente che aziendalizzazione,
direzione strategica, organizzazione, modelli di
assistenza ecc., sono tematiche contigue. Ma è
altrettanto evidente che esse sono anche le
componenti complesse di tematiche con il
nursing, la deontologia, la bioetica, la
contrattazione collettiva.
Quindi, si raccomanda a chi leggerà questo
libro, di leggerlo con intelligenza, nel senso di
assicurarsi le necessarie interconnessioni,
quelle che alla fine costituiscono la realtà
sanitaria, quale essa è.
Nel lavoro quotidiano, nei servizi, le tematiche
che in questo libro sono elencate in un indice,
organizzate in capitoli e per paragrafi, nella
maggior parte dei casi sono implicite e
sottointese nelle pratiche, nelle organizzazioni,
nei problemi e anche nelle contraddizioni che
si manifestano.
In questi casi la famosa “struttura che connette”
non è il “testo che si legge”, ma la “testa che si
legge”, cioè la capacità di ricollegare questioni
con questioni, e a cogliere i tanti e vari livelli di
complessità che esistono nonostante noi.
Ivan Cavicchi
Marina Vanzetta, Maurizio Volterrani
Farmaci e infermiere
Un prontuario
per la somministrazione
Mc Graw Hill Editore
Pagine 772
Euro 34,00
on la terza edizione di questo volume sulla
somministrazione dei farmaci dedicato
all’infermiere prosegue la tradizione di
presentare alla nostra categoria un volume che
negli anni è stato costantemente aggiornato e
integrato da sempre nuovi elementi.
Dal 2001, anno che ha visto l’uscita della prima
edizione, il cammino della professione
infermieristica è stato lungo e ricco di
C
soddisfazioni. Gli infermieri di oggi sono
sempre più consapevoli del loro ruolo
all’interno non solo delle strutture ospedaliere,
ma anche di tutti gli altri ambiti nei quali
esercitano la propria professione e le proprie
competenze e sempre maggiore diventa, per
loro, l’impegno e il senso di responsabilità nei
confronti del paziente che essi prendono in
carico.
Nel solco delle precedenti edizioni, dunque,
anche l’attuale propone numerosi
aggiornamenti: in primo
luogo, la parte iniziale,
dedicata alle norme
generali relative alla
conservazione,
preparazione e
somministrazione dei
farmaci, è stata ripensata
e accorpata in tre
capitoli, aggiungendovi
alcuni concetti generali di farmacocinetica. La
parte seconda, dedicata alle schede tecniche,
mantiene la caratteristica di escludere, per
scelta, alcune categorie della classificazione
ATC, come i farmaci da banco (cui il cittadino
ha libero accesso senza bisogno di prescrizione
medica) o gli antiblastici (il cui utilizzo riguarda
solo alcuni, specifici, reparti e sui quali la
documentazione disponibile è già
sufficientemente ampia e approfondita). Tutte
le schede sono state aggiornate tenendo conto
dei principi attivi scoperti più di recente e delle
più attuali conoscenze nel campo degli eventi
avversi o indesiderati, nonché delle eventuali
modifiche delle indicazioni terapeutiche di
alcuni principi attivi. Inoltre, alla luce del
crescente interesse dei cittadini verso l’utilizzo
di terapie complementari e dei sempre più
diffusi problemi legati alle intolleranze o allergie
alimentari, sono state create delle nuove
sezioni, contrassegnate da nuove icone, che
prendono in considerazione, oltre alle
interazioni farmaco/farmaco, anche quelle
farmaco/alimenti e quelle farmaco/erbe.
È stato infine suddiviso in due sezioni il corposo
indice finale. La prima parte consente di risalire
dal principio attivo alla corrispondente categoria
ATC e la seconda, suddivisa in base a tale
Libri
classificazione, permette di risalire dal principio
attivo al nome commerciale e alla pagina della
relativa scheda tecnica.
Ancora una volta, dunque, mi sento di poter
suggerire ai colleghi, indipendentemente dalla
struttura nella quale operano, l’utilizzo di questo
testo come prezioso strumento di
consultazione nella pratica quotidiana. Inoltre,
esso può essere utilizzato anche nel percorso
formativo triennale, nei laboratori di
farmacologia, da docenti e tutor, perché la sua
struttura schematica favorisce l’apprendimento
e la sintesi dei concetti chiave in modo
semplice ed efficace.
Annalisa Silvestro
Paolo Motta, Paolo Pillastrini,
Angelo Mastrillo, Rosanna Cofano,
Emma Carli, Lucia Bertozzi,
Gianluca de Giuli, Maria Grazia Ghitti,
Paola Gobbi, Marta Ghislandi
2000 Quiz Sanità
Alpha Test Editore
Pagine 460
Euro 22,00
l volume raccoglie 2.000 domande a risposta
multipla relative ai test di ammissione ai master
e alle lauree specialistiche dell’area sanitaria:
Scienze infermieristiche e ostetriche, Scienze
delle professioni
sanitarie della
riabilitazione, tecniche
e della prevenzione. I
quesiti sono
raggruppati secondo gli
argomenti oggetto
d’esame
(teoria/pratica della
professione sanitaria,
logica e cultura
generale, regolamentazione dell’esercizio della
professione/legislazione sanitaria, cultura
scientifico-matematica e scienze umane e
sociali) e, dove necessario, sono ripartiti tra
“comuni” e “per classe”, offrendo materiale
I
completo, aggiornato e specifico per verificare la
propria preparazione. Le domande che
compongono il volume sono in parte quelle
proposte negli ultimi anni nelle prove ufficiali, in
parte appositamente realizzate dagli autori.
Renzo Zanotti (a cura di)
Coloproctologia, stomia
e incontinenza.
Diagnosi infermieristica
e percorsi di assistenza
Carocci Faber Editore
Pagine 154
Euro 16,00
l volume costituisce un’assoluta novità nel suo
genere per due motivi principali. Anzitutto, per
il modello diagnostico
del tutto innovativo e
tarato sullo specifico
contesto professionale.
Inoltre, per la
metodologia di
strutturazione del
percorso assistenziale
che, diversamente dal
solito, presenta in
forma sintetica tutte le informazioni necessarie
per programmare ed erogare l’assistenza a una
specifica casistica assistenziale, coerentemente
con la natura e la specificità del contesto italiano.
Il testo è il prodotto dell’impegno di 140
infermieri italiani che, nella quotidiana assistenza
professionale allo stomizzato, incontinente o
affetto da disfunzioni proctologiche, hanno
affinato negli anni sensibilità e competenza
infermieristica specialistica.
L’Aioss (Associazione italiana operatori sanitari
di stomaterapia) ha quindi voluto formalizzare
tale competenza collaborando all’elaborazione
del volume, e presentandola in modo utile per
diventare risorsa formativa e informativa per lo
studente infermiere, l’infermiere che si
specializza sul settore, o l’esperto che intende
comparare e valutare modelli e approcci
assistenziali.
I
Aldo Pagni
Il Sileno di Alcibiade.
Medici, medicina e società
C. G. Edizioni medico scientifiche
Pagine 340
Euro 25,00
uesto volume raccoglie gli articoli scritti
dal 2002 al 2007 da Aldo Pagni, direttore
della rivista Professione-Cultura e pratica del
medico oggi.
Una raccolta di riflessioni critiche offerte al
lettore, medico e non, sui complessi problemi
epistemologici, psicosociali, etici, di costume,
multietnici, organizzativi ed economici che
oggi gravitano sulla sanità sconvolgendone i
tradizionali e secolari paradigmi: dal processo
di professionalizzazione all’esercizio della
medicina, dal concetto di malattia a quello di
salute, dalla responsabilità del medico ai diritti
dei cittadini, dall’epistemologia della medicina
scientifica alle pratiche alternative, dall’Azienda
sanitaria alla clinical governance, dai farmaci
alla qualità e appropriatezza delle cure, dalla
clinica al letto del malato” ai mutamenti indotti
dalla tecnologia, dai temi controversi di
bioetica, offerti dalla cronaca in questi anni, ai
doveri del medico, dai rapporti tra etica
medica ed economia sanitaria, ai tanti altri di
non minore rilievo come la salute e il
“salutismo”, l’informazione sanitaria e i
“classici”.
L’autore si è proposto di contribuire a suscitare e
mantenere vivo un confronto di idee e un
dialogo aperto su questi temi con i colleghi, le
altre figure professionali sanitarie, ma anche con
i cittadini, nella ferma convinzione della necessità
ineludibile che
medici e malati
ritrovino “un’alleanza
terapeutica nella
fiducia reciproca”, che
oggi appare sempre
più fragile e sempre
più insidiata dal
troppo facile ricorso
alle aule dei tribunali.
Q
L’infermiere 6/2007
49
Agenda
11-12 gennaio, Catania
AO Canizzaro di Catania,
Uoc Medicina d’urgenza e Pronto soccorso
Il ruolo del medico e dell’infermiere
di fronte al dolore toracico
e al tromboembolismo venoso
Per informazioni: Mec Congressi
tel. 334 6527204 ; tel. e fax 095 533366
www.meccongress.it; [email protected]
In fase di accreditamento
17-19 gennaio, Firenze
Fondazione italiana di Leniterapia
Alla fine della vita:
il sistema delle cure e l’Hospice
Per informazioni: tel. 055 2001212; fax 055 5353143
www.leniterapia.it; [email protected]
In fase di accreditamento
19 gennaio, Roma
Akesios Roma & Salute 2008
I Convegno multidisciplinare di medicina
Sessione per infermieri
Per informazioni: tel. 049. 8763715 - 340 8639301;
fax 049 2106907
www.akesios.it; [email protected]
In fase di accreditamento
21-23 febbraio, Orvieto (Tr)
Comitato infermieri dirigenti
La dirigenza infermieristica
Qualità e formazione
Per informazioni: Agenform
tel e fax 0763 390027
www.cid-infermieridirigenti.it;
[email protected]
In fase di accreditamento
24 febbraio-2 marzo, Bormio (So)
3° Meeting d'inverno
per infermieri e infermieri pediatrici
Settimana neurochirurgica d'inverno
24-26 febbraio
• L’ipertensione endocranica
• Risk management in sala operatoria
27 febbraio-2 marzo
• Traumatologia chirurgica in Neurochirurgia,
Ortopedia, Maxillo facciale
Per informazioni:
Giulia Ghezzi
tel. 349 7398399
www.dloeventi.it;
[email protected]
In fase di accreditamento
GLI ALTRI APPUNTAMENTI
Il Collegio Ipasvi di
Ragusa indice il primo
concorso letterario
finalizzato a premiare un
saggio, un racconto o una
novella che, in chiave
comunicativa, affronti
temi che riguardano Il
professionista infermiere
oggi. Tali temi devono
descrivere il quotidiano in
infermieristica,
l’espletamento delle
competenze
infermieristiche, il
rapporto con gli altri
professionisti della sanità,
fino alla delega alle figure
di supporto. Al concorso
possono partecipare tutti
gli iscritti dei Collegi Ipasvi
d’Italia.
Contestualmente viene
indetto anche il premio
per la migliore tesi del
Corso di laurea di primo
livello tra i laureati
nell’A.A. 2006-2007,
iscritti al Collegio e
residenti nella Provincia
di Ragusa. L’elaborato,
con allegata la domanda
di partecipazione, dovrà
essere presentato o
fatto pervenire tramite
raccomandata AR al
Collegio Ipasvi, Viale
Sicilia 20, 97100 Ragusa,
entro e non oltre il 31
marzo 2008
viaggio di studio in
Israele della durata di
undici giorni. Il corso
sulla Gestione massiccio
afflusso dei feriti in
Dipartimento
d’emergenza
conseguente ad atto
terroristico è indirizzato
al personale
infermieristico con
almeno 5 anni di
esperienza nei
Dipartimenti
d’Emergenza e/o
Pronto soccorso. Viene
richiesta una buona
conoscenza della lingua
inglese.
Informazioni più
dettagliate si possono
trovare sul sito del
Collegio
www.ipasvibergamo.it
Per informazioni:
tel. 035 217090;
fax 035 236332;
collegio@infermieri
bergamo.it
Per informazioni:
tel. e fax 0932 652260
(lunedì, venerdì ore
10.30-12.30; martedì,
giovedì ore 16.00-18.00)
www.infermierirg.it;
premioletterario@infer
mierirg.it
Primavera 2008
Viaggio di studio
in Israele
Il Collegio Ipasvi di
Bergamo propone un
A l t r e n o t i z i e s o n o p u b b l i c a t e s u l s i t o w w w. i p a s v i . i t ( C o n v e g n i )
50
L’infermiere 6/2007