Previdenza Intervista al presidente dell’Enpapi, Mario Schiavon, per ripercorrere la storia dell’Ente, i principi guida e gli obiettivi futuri di una tutela previdenziale esercitata “dalla professione per la professione” Enpapi: la previdenza a servizio degli infemieri Dottor Schiavon, lei è presidente dell’Ente di previdenza per gli infermieri liberi professionisti. Cosa direbbe ad un professionista infermiere per convincerlo che l’iscrizione all’Enpapi è giusta ed è nel suo interesse? Occorre partire affermando che la tutela previdenziale è un diritto personalissimo e inviolabile di ciascun cittadino, sancito a livello costituzionale. L’articolo 38, infatti, prevede che i lavoratori abbiano diritto, al termine dell’attività lavorativa (in questo caso professionale), a mantenere un tenore di vita, attraverso il trattamento pensionistico, adeguato rispetto a quello conseguito, con la retribuzione, durante l’attività professionale stessa. Un professionista iscritto all’Albo, che possa disporre di una tutela previdenziale obbligatoria esercitata direttamente dalla propria categoria, è in possesso di un elevato valore aggiunto. Per questo motivo si parla spesso, per meglio esprimere la funzione del nostro Ente, di una tutela previdenziale esercitata “dalla professione per la professione”, perché soltanto tramite la governance diretta della categoria si possono percepire i veri bisogni della popolazione assicurata e trasformarli in soluzioni concrete. Ritiene che l’Ente da lei presieduto abbia seguito in pieno questa politica? Enpapi adotta questa politica già da tempo. Ha cercato di individuare, dapprima, quali fossero i bisogni primari dei propri assicurati e ha posto in essere, successivamente, una serie di azioni che conducessero al loro soddisfacimento, monitorandone l’andamento, al fine di adeguare, in ogni caso, il risultato ad eventuali evoluzioni dei bisogni stessi. Alcuni esempi in tal senso possono essere rappresentanti dall’introduzione di un servizio di call center esterno, che, peraltro, è in una 44 L’infermiere 6/2007 fase di prossima revisione, dall’ampliamento dei sistemi di pagamento (bonifico bancario, carta di credito), dall’implementazione dei canali di comunicazione tra l’Ente e gli iscritti, dall’introduzione di servizi aggiuntivi (convenzioni ecc.). Le riforme più recenti hanno, inoltre, impresso una notevole accelerazione a questo processo, spostandosi verso modifiche, anche strutturali, che vengono incontro a istanze ben precise e molto sentite dai nostri iscritti. La prima di queste, già approvata dai Ministeri vigilanti, è rappresentata dalle nuove modalità di riscossione, che prevede un nuovo piano di versamenti in sei rate annuali, diluite nel corso dell’anno, che sarà avviato già a partire dal febbraio 2008. Ulteriori novità, una volta che gli organismi di vigilanza si saranno, auspicabilmente, espressi in termini positivi, saranno la modulazione delle aliquote del contributo soggettivo, introdotta al fine di incrementare i montanti contributivi ed il nuovo regime del contributo minimo e dell’indennità di maternità, previsto per particolari categorie di assicurati, in particolare per coloro che operano anche in forma subordinata, in regime a tempo parziale. Un ulteriore passaggio da sottolineare riguarda l’estensione dell’ambito di tutela previdenziale, attraverso la forma complementare. Enpapi ha, infatti, di recente aderito al Fondo Sanità, insieme a Enpam e Fondo dentisti, proprio per rispondere ad una ulteriore precisa esigenza, che peraltro è stata rappresentata non solo dai professionisti autonomi, ma anche da quelli subordinati. L’Ente, in tal senso, sta lavorando molto dal punto di vista politico per ricomprendere, all’interno di tale ambito di tutela, proprio i professionisti dipendenti, che in più occasioni hanno mostrato forte interesse ad essere tutelati, direi quasi “a tutto campo”, dall’Ente di categoria. Qual è lo stato attuale dell’Ente? L’Ente, oggi, ha circa tredicimila iscritti, quasi duecento pensionati, tra vecchiaia, invalidità, inabilità, superstiti, un numero medio di circa cento beneficiarie di indennità di maternità, un numero sempre crescente beneficiari dei nostri Previdenza interventi assistenziali. Possiede un patrimonio, tra mobiliare ed immobiliare, che si avvicina ai centoventi milioni di euro. Questi elementi, tracciati in termini sintetici, potrebbero cambiare drasticamente, una volta che sarà attuata la convenzione con l’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), di prossima stipula, volta a trasferire le posizioni previdenziali erroneamente accese, nel corso degli anni, presso la Gestione separata per i liberi professionisti ed i parasubordinati. Ritengo che ciò, quando sarà conseguito, sarà un grande risultato politico, che riafferma proprio i principi già enunciati e che rafforza l’azione di tutela nei confronti dei professionisti infermieri. Nella risposta precedente lei ha citato l’importanza di attuare un principio di solidarietà all’interno della categoria. Cosa sta facendo l’Ente sul piano assistenziale? Enpapi ritiene, richiamando, anche in questo caso, l’articolo 38 della Costituzione, che la protezione assistenziale debba avere pari dignità rispetto alla tutela previdenziale obbligatoria. L’Ente eroga fin dal 2005, in tal senso, alcuni interventi assistenziali. Questi sono correlati ad uno stato di bisogno, di malattia ovvero sono erogati a titolo di contributo per spese funebri. Dal 2006 è stato affiancato anche un ulteriore istituto, quello della borsa di studio per gli assicurati e per i figli degli assicurati e dei pensionati Enpapi, per il quale l’Ente emana, annualmente, un bando di concorso. Molte altre sono le fattispecie che Enpapi vorrebbe tutelare, anche per riaffermare la propria posizione centrale verso la categoria rispetto a tutto l’ambito del sistema di protezione sociale. Già con i trattamenti pensionistici obbligatori e con questi interventi assistenziali, che io, personalmente, ritengo esigui, si “copre” buona parte dell’arco della vita professionale dell’assicurato, andando a estendere tale protezione anche ai familiari. L’idea è quella di prevedere ulteriori forme di assistenza, che possano riempire, in qualche modo, alcune lacune del nostro ordinamento, soprattutto con riferimento all’adeguatezza delle prestazioni. Consapevoli che, dal lato previdenziale, l’attuale sistema non assicura un livello dei trattamenti pensionistici confacente alle esigenze di vita, al termine dell’attività lavorativa e che le misure che potranno essere adottate non risulteranno risolutive da questo punto di vista, si cerca di ampliare il bacino dei servizi e degli interventi, soprattutto in campo assistenziale, proprio al fine di coprire, in questo modo, il maggior numero di fattispecie. Le idee sono molte, ci si sta focalizzando, in questo momento, sulla possibilità di sostenere, ad esempio, gli orfani degli assicurati, piuttosto che i pensionati di inabilità o superstiti, attraverso assegni periodici. È in corso, inoltre, uno studio di fattibilità di un grande progetto per l’assistenza alla popolazione anziana non autosufficiente, attraverso un sistema virtuoso, che consentirebbe, in modo indotto, l’avvio di un processo catalizzatore delle forme di esercizio libero-professionale. Il 13 ottobre si è svolta, a Brescia, la Prima Conferenza nazionale sulla libera professione infermieristica. Qual è stato il significato di questa iniziativa, la prima organizzata congiuntamente e quale ne è stato, a suo parere, l’esito? Il senso di un’iniziativa di questo genere è riscontrabile in una serie di elementi che hanno, congiuntamente, concorso alla sua realizzazione: la determinazione di voler rappresentare il percorso fin qui compiuto dalla professione; le sinergie poste in essere tra la Federazione Ipasvi ed Enpapi, concretizzatesi in un’azione politica unitaria; la fermezza nell’affermare, a gran voce, la valenza intellettuale della professione infermieristica; la certezza di dover partecipare alla categoria che è in atto una profonda azione che condurrà ad ampliare e riconvertire i processi di protezione sociale gestiti da Enpapi, fino ad oggi riservati ai soli professionisti esercenti in forma diversa da quella subordinata. Sul suo esito, credo che chi vi ha partecipato avrà potuto cogliere, nel dibattito che si è sviluppato nel corso della giornata, gli elementi che contraddistinguono la politica della professione e, soprattutto, la gestione del nostro Ente di previdenza. Dal punto di vista etico, quali obiettivi si è posta Enpapi nello sviluppo e nell’affermazione della libera professione? Sono stati raggiunti? Un primo obiettivo è stato quello di diffondere la cultura della previdenza come forma di risparmio. Ciò è stato realizzato non senza enorme impegno e, direi, anche fatica, attraverso un’azione capillare, svolta presso le realtà provinciali, all’interno di iniziative organizzate ad hoc per i liberi professionisti, ovvero per la generalità degli infermieri. Un secondo obiettivo va considerato proprio in chiave etica e riguarda, attraverso il richiamo all’obbligatorietà di iscrizione, visto nel primario interesse del professionista, l’affermazione di corretti principi di esercizio della professione. L’ottemperanza agli obblighi di iscrizione, dichiarazione dei redditi e dei volumi di affari, versamento dei contributi non possono che essere considerati come una delle modalità di corretto esercizio. Questo concetto, peraltro, è stato espresso molte volte già in passato, nei confronti dei professionisti diligenti che, spesso, si sentono sminuiti da coloro che, ritenendosi più furbi di loro, non osservano la legge. Questi ultimi procurano un danno a se stessi, in quanto non sono tutelati, ma anche alla categoria nel complesso, in quanto realizzano forme di concorrenza sleale e di esercizio, quindi, non corretto. Enpapi, consapevole di ciò sta ponendo in essere un’ulteriore azione di “bonifica”, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, che si snoda tramite la ricerca ed il perseguimento, ove necessario, dei soggetti che non si sono iscritti, pur obbligati dalla legge, dei soggetti iscritti che non hanno versato i contributi obbligatori, dei soggetti che si sono iscritti, pur non avendone l’obbligo, allo scopo di “liberarli” dai loro obblighi. Ritengo che questi obiettivi, nel complesso, siano stati raggiunti anche se occorre porsi subito in un’ottica di ulteriore evoluzione. Credo proprio che la chiave del successo di Enpapi negli ultimi anni sia stata quella di essersi continuamente evoluta ed adeguata alle crescenti esigenze di tutela e protezione da parte della categoria. Per questi motivi l’azione non verrà mai meno ma proseguirà sempre più forte. L’infermiere 6/2007 45 Norme e Codici Secondo la Cassazione, denigrare l’immagine della propria Azienda può portare al licenziamento del lavoratore per il venir meno della fiducia del datore di lavoro nei confronti del lavoratore. Ecco l’analisi della sentenza nei confronti di un’infermiera, alla luce anche dei contenuti del nostro Codice deontologico Screditare l’Azienda è causa di licenziamento di Stefania Gastaldi l Sole 24 sanità ha dato recentemente notizia di una sentenza della Corte di Cassazione – Sezione lavoro – n. 19232 del 14 settembre 2007, che ha accolto il ricorso presentato da una Azienda ospedaliera avverso le precedenti sentenze del Tribunale di Monza e della Corte di Appello di Milano, che l’avevano condannata alla reintegrazione nel posto di lavoro e al risarcimento del danno di un’infermiera per illegittimità del licenziamento. L’Azienda ospedaliera, infatti, aveva proceduto al licenziamento dell’infermiera in quanto quest’ultima, in tempi diversi, aveva “proferito espressioni offensive sulla capacità e sulla professionalità del personale”, aveva divulgato gli addebiti contenuti nella precedente lettera di contestazione relativa al ritrovamento di prodotti scaduti presso il blocco operatorio e, successivamente, aveva tentato contatti con il personale al fine di propalare notizie offensive nei confronti della Società. I 46 L’infermiere 6/2007 La Cassazione, nel riconoscere fondati i motivi del ricorso proposto dall’Azienda, ha confermato un principio fondamentale già espresso in altre decisioni ovvero che in tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, “allorquando siano contestati al dipendente diversi episodi, il giudice di merito non deve valutarli separatamente, bensì globalmente, al fine di verificare se la loro rilevanza complessiva sia tale da minare la fiducia che il datore di lavoro deve poter riporre nel dipendente”. Il giudizio volto a determinare se il comportamento del lavoratore abbia effettivamente compromesso la “fiducia necessaria ai fini della permanenza del rapporto di lavoro e quindi costituisca giusta causa di licenziamento”, deve essere quindi valutato attentamente caso per caso anche in funzione della natura e della qualità del singolo rapporto, della posizione “delle parti, dell’oggetto delle mansioni e del grado di affidamento che queste richiedono, e che il fatto concreto deve essere valutato nella sua portata oggettiva e soggettiva, attribuendo rilievo determinante, ai fini in esame, alla sua potenzialità di negazione della futura correttezza dell'adempimento”. In conseguenza di ciò ha quindi avuto per la Corte un peso preponderante il fatto che nella fattispecie era evidente la particolare delicatezza della funzione assegnata – infermiera in un ospedale – lo specifico settore in cui il lavoro si svolgeva – blocco operatorio – la elevata responsabilità che ne conseguiva e la fiducia che esigeva. Norme e Codici L’aspetto che, evidentemente, non poteva prendere in considerazione la Corte di Cassazione, ma che comunque ha una diretta rilevanza sull’operato di un professionista, è la violazione delle norme del Codice deontologico. Come noto, la legge n. 42 del 26 febbraio ha disposto all’art. 1 che il “campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 , e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione postbase nonché degli specifici codici deontologici”. La legge ha quindi confermato che il Codice deontologico rappresenta una regola essenziale e inderogabile dell’agire infermieristico in quanto esercizio di una professione intellettuale ai sensi dell’art. 2229 del Codice civile. Nel caso in specie possono ravvisarsi violazioni al Codice deontologico emanato dalla Federazione nel 1999 e tuttora vigente. Occorre precisare in premessa che, come chiaramente espresso dalla normativa che regolamenta le attribuzioni dei Collegi professionali, spetta esclusivamente ai rispettivi Consigli Direttivi esercitare il potere disciplinare nei confronti degli iscritti agli Albi e quindi valutare quali articoli del Codice deontologico sono stati violati con il comportamento posto in essere dal professionista. Infatti secondo il costante orientamento, l’iscrizione all’albo professionale determina, comunque, la soggezione dell’iscritto alla potestà speciale di supremazia del Collegio, con conseguente dovere di osservare le norme deontologiche stabilite nell’interesse generale, a tutela della dignità e del decoro della professione. A tale complesso di obblighi il professionista non può sottrarsi solo perché è un pubblico dipendente, né la sua sottoposizione alla potestà disciplinare della pubblica amministrazione lo esenta da quella del Collegio professionale. Evidentemente l’attività disciplinare da parte del Collegio presume la conoscenza del comportamento del professionista e questa può attuarsi in vari modi come la pubblicazione di una notizia su un quotidiano, la comunicazione da parte della Magistratura o l’informativa da parte di un professionista secondo quanto espresso dall’art. 5.6 del Codice deontologico (“L'infermiere è tenuto a segnalare al Collegio ogni abuso o comportamento contrario alla deontologia, attuato dai colleghi”). Gli articoli che saranno presi in considerazione, ma non gli unici, hanno come destinatario l’infermiere, ma sono preposti espressamente alla tutela del cittadino-utente e al suo diritto di compiere scelte informate quando si tratta della propria salute non solo in relazione alle scelte di cura ma anche al luogo dove queste vengono erogate. 4.1. L'infermiere promuove, attraverso l'educazione, stili di vita sani e la diffusione di una cultura della salute; a tal fine attiva e mantiene la rete di rapporti tra servizi e operatori. Questo articolo vede l’infermiere come figura centrale e guida al cittadino-utente per aiutarlo a districarsi nei diversi ambiti organizzativi dei servizi sanitari questo anche al fine di poter svolgere il compito principale di insegnare al cittadino i comportamenti più adeguati per migliorare il suo stato di salute inteso non più come “assenza di malattia” ma come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” (definizione Oms). Inoltre, tale comportamento permette altresì al cittadini di fare scelte di cura corrette e informate. Sembrerebbe evidente che, come avvenuto nel caso specifico, la divulgazione di “ritrovamento di prodotti scaduti presso il blocco operatorio”, che ha creato sicuramente danno all’immagine dell’Azienda, se fosse pervenuta anche al cittadino-utente non avrebbe certo favorito questo stato benessere in quanto al contrario avrebbe ingenerato sicuro timore nella efficacia ed efficienza delle cure prestate. 5.1. L'infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e rispetta lo specifico apporto all'interno dell'équipe. Nell’ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale contribuisce allo sviluppo delle competenze assistenziali. 5.2. L'infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà. Si adopera affinché la diversità di opinione non ostacoli il progetto di cura. I principi di collaborazione, rispetto e tutela della dignità propria e degli altri colleghi trova oggi maggiore fondamento dall’agire in équipe in quanto le conoscenze tecnico scientifiche odierne coinvolgono più professionisti in una pluralità di interventi sanitari ma volti tutti comunque all’unico scopo di tutelare la salute e il benessere del paziente. Infatti solo la collaborazione tra professionisti consente di raggiungere il fine primario della salvaguardia del bene salute tutelato dalla nostra Costituzione, permette inoltre, nell’ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale, la identificazione delle relative responsabilità personali professionali e aiuta il cittadino utente a comprendere a pieno tutti gli atti e comportamenti inerenti la sua salute. L’aver proferito espressioni offensive sulla capacità e professionalità del personale (in particolare due caposala) esprime sicuramente un comportamento non deontologico e non consono ad un professionista in quanto si è sicuramente in presenza di “fatti disdicevoli al decoro professionale” e quindi passibili di procedimento disciplinare come richiesto dalla normativa vigente. Inoltre il comportamento adottato da un professionista nei confronti di uno o più colleghi ha sicuramente un effetto immediato sul cittadino utente e, a seconda dei casi, porta ad aumentare o diminuire la fiducia nella struttura e nei professionisti che vi lavorano e quindi, quando ha valenza negativa, può sicuramente creare ansia e forte preoccupazione rispetto alla possibilità di risolvere correttamente il proprio problema di salute. L’infermiere 6/2007 47 Libri Rosaria Alvaro, Simona Amato, Nicola Barbato, Marcello Bozzi, Mauro Petrangeli, Gennaro Rocco, Loredana Sasso Strategie sanitarie applicate alle Scienze infermieristiche. Organizzazione, didattica e ricerca Società editrice Universo Pagine 365 Euro 23,80 Corredato di cd Rom i è un’immagine che rende bene il momento (o la fase) che stiamo vivendo in sanità: siamo “tra ciò che non è più” e “ciò che non è ancora”. In questa situazione è necessario avere ben chiaro il quadro di riferimento, fatto di saperi, regole, criteri, metodi e dominarlo con una conoscenza ben orientata e nello stesso tempo critica. Questa “antologia” risponde a tali esigenze, e più esattamente alla necessità di offrire un quadro multiproblematico della sanità e quindi multidimensionale. In un certo senso si è quasi obbligati a lavorare a questo tipo di strumenti didattici, per diverse ragioni: • il livello alto di complessità delle questioni sanitarie, quasi un “mondo a molti mondi” che non è né facilmente riducibile, né facilmente riassumibile; • la necessità di articolare le questioni in modo tale da garantire differenziazione e distinzione nella conoscenza, ma nello stesso tempo unitarietà; • la necessità di riferire comunque della sanità con una logica integrata e quindi sistemica. L’economia di questa “antologia multitematica” è stata pensata, non tanto con l’idea della somma delle conoscenze, sommando esperti ed expertise, ma con l’idea delle relazioni tra tematiche, quindi con quella delle loro possibili V 48 L’infermiere 5/2007 integrazioni. Naturalmente l’interattività molto dipende da come si legge e si studia una lavoro del genere. È del tutto evidente che aziendalizzazione, direzione strategica, organizzazione, modelli di assistenza ecc., sono tematiche contigue. Ma è altrettanto evidente che esse sono anche le componenti complesse di tematiche con il nursing, la deontologia, la bioetica, la contrattazione collettiva. Quindi, si raccomanda a chi leggerà questo libro, di leggerlo con intelligenza, nel senso di assicurarsi le necessarie interconnessioni, quelle che alla fine costituiscono la realtà sanitaria, quale essa è. Nel lavoro quotidiano, nei servizi, le tematiche che in questo libro sono elencate in un indice, organizzate in capitoli e per paragrafi, nella maggior parte dei casi sono implicite e sottointese nelle pratiche, nelle organizzazioni, nei problemi e anche nelle contraddizioni che si manifestano. In questi casi la famosa “struttura che connette” non è il “testo che si legge”, ma la “testa che si legge”, cioè la capacità di ricollegare questioni con questioni, e a cogliere i tanti e vari livelli di complessità che esistono nonostante noi. Ivan Cavicchi Marina Vanzetta, Maurizio Volterrani Farmaci e infermiere Un prontuario per la somministrazione Mc Graw Hill Editore Pagine 772 Euro 34,00 on la terza edizione di questo volume sulla somministrazione dei farmaci dedicato all’infermiere prosegue la tradizione di presentare alla nostra categoria un volume che negli anni è stato costantemente aggiornato e integrato da sempre nuovi elementi. Dal 2001, anno che ha visto l’uscita della prima edizione, il cammino della professione infermieristica è stato lungo e ricco di C soddisfazioni. Gli infermieri di oggi sono sempre più consapevoli del loro ruolo all’interno non solo delle strutture ospedaliere, ma anche di tutti gli altri ambiti nei quali esercitano la propria professione e le proprie competenze e sempre maggiore diventa, per loro, l’impegno e il senso di responsabilità nei confronti del paziente che essi prendono in carico. Nel solco delle precedenti edizioni, dunque, anche l’attuale propone numerosi aggiornamenti: in primo luogo, la parte iniziale, dedicata alle norme generali relative alla conservazione, preparazione e somministrazione dei farmaci, è stata ripensata e accorpata in tre capitoli, aggiungendovi alcuni concetti generali di farmacocinetica. La parte seconda, dedicata alle schede tecniche, mantiene la caratteristica di escludere, per scelta, alcune categorie della classificazione ATC, come i farmaci da banco (cui il cittadino ha libero accesso senza bisogno di prescrizione medica) o gli antiblastici (il cui utilizzo riguarda solo alcuni, specifici, reparti e sui quali la documentazione disponibile è già sufficientemente ampia e approfondita). Tutte le schede sono state aggiornate tenendo conto dei principi attivi scoperti più di recente e delle più attuali conoscenze nel campo degli eventi avversi o indesiderati, nonché delle eventuali modifiche delle indicazioni terapeutiche di alcuni principi attivi. Inoltre, alla luce del crescente interesse dei cittadini verso l’utilizzo di terapie complementari e dei sempre più diffusi problemi legati alle intolleranze o allergie alimentari, sono state create delle nuove sezioni, contrassegnate da nuove icone, che prendono in considerazione, oltre alle interazioni farmaco/farmaco, anche quelle farmaco/alimenti e quelle farmaco/erbe. È stato infine suddiviso in due sezioni il corposo indice finale. La prima parte consente di risalire dal principio attivo alla corrispondente categoria ATC e la seconda, suddivisa in base a tale Libri classificazione, permette di risalire dal principio attivo al nome commerciale e alla pagina della relativa scheda tecnica. Ancora una volta, dunque, mi sento di poter suggerire ai colleghi, indipendentemente dalla struttura nella quale operano, l’utilizzo di questo testo come prezioso strumento di consultazione nella pratica quotidiana. Inoltre, esso può essere utilizzato anche nel percorso formativo triennale, nei laboratori di farmacologia, da docenti e tutor, perché la sua struttura schematica favorisce l’apprendimento e la sintesi dei concetti chiave in modo semplice ed efficace. Annalisa Silvestro Paolo Motta, Paolo Pillastrini, Angelo Mastrillo, Rosanna Cofano, Emma Carli, Lucia Bertozzi, Gianluca de Giuli, Maria Grazia Ghitti, Paola Gobbi, Marta Ghislandi 2000 Quiz Sanità Alpha Test Editore Pagine 460 Euro 22,00 l volume raccoglie 2.000 domande a risposta multipla relative ai test di ammissione ai master e alle lauree specialistiche dell’area sanitaria: Scienze infermieristiche e ostetriche, Scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione, tecniche e della prevenzione. I quesiti sono raggruppati secondo gli argomenti oggetto d’esame (teoria/pratica della professione sanitaria, logica e cultura generale, regolamentazione dell’esercizio della professione/legislazione sanitaria, cultura scientifico-matematica e scienze umane e sociali) e, dove necessario, sono ripartiti tra “comuni” e “per classe”, offrendo materiale I completo, aggiornato e specifico per verificare la propria preparazione. Le domande che compongono il volume sono in parte quelle proposte negli ultimi anni nelle prove ufficiali, in parte appositamente realizzate dagli autori. Renzo Zanotti (a cura di) Coloproctologia, stomia e incontinenza. Diagnosi infermieristica e percorsi di assistenza Carocci Faber Editore Pagine 154 Euro 16,00 l volume costituisce un’assoluta novità nel suo genere per due motivi principali. Anzitutto, per il modello diagnostico del tutto innovativo e tarato sullo specifico contesto professionale. Inoltre, per la metodologia di strutturazione del percorso assistenziale che, diversamente dal solito, presenta in forma sintetica tutte le informazioni necessarie per programmare ed erogare l’assistenza a una specifica casistica assistenziale, coerentemente con la natura e la specificità del contesto italiano. Il testo è il prodotto dell’impegno di 140 infermieri italiani che, nella quotidiana assistenza professionale allo stomizzato, incontinente o affetto da disfunzioni proctologiche, hanno affinato negli anni sensibilità e competenza infermieristica specialistica. L’Aioss (Associazione italiana operatori sanitari di stomaterapia) ha quindi voluto formalizzare tale competenza collaborando all’elaborazione del volume, e presentandola in modo utile per diventare risorsa formativa e informativa per lo studente infermiere, l’infermiere che si specializza sul settore, o l’esperto che intende comparare e valutare modelli e approcci assistenziali. I Aldo Pagni Il Sileno di Alcibiade. Medici, medicina e società C. G. Edizioni medico scientifiche Pagine 340 Euro 25,00 uesto volume raccoglie gli articoli scritti dal 2002 al 2007 da Aldo Pagni, direttore della rivista Professione-Cultura e pratica del medico oggi. Una raccolta di riflessioni critiche offerte al lettore, medico e non, sui complessi problemi epistemologici, psicosociali, etici, di costume, multietnici, organizzativi ed economici che oggi gravitano sulla sanità sconvolgendone i tradizionali e secolari paradigmi: dal processo di professionalizzazione all’esercizio della medicina, dal concetto di malattia a quello di salute, dalla responsabilità del medico ai diritti dei cittadini, dall’epistemologia della medicina scientifica alle pratiche alternative, dall’Azienda sanitaria alla clinical governance, dai farmaci alla qualità e appropriatezza delle cure, dalla clinica al letto del malato” ai mutamenti indotti dalla tecnologia, dai temi controversi di bioetica, offerti dalla cronaca in questi anni, ai doveri del medico, dai rapporti tra etica medica ed economia sanitaria, ai tanti altri di non minore rilievo come la salute e il “salutismo”, l’informazione sanitaria e i “classici”. L’autore si è proposto di contribuire a suscitare e mantenere vivo un confronto di idee e un dialogo aperto su questi temi con i colleghi, le altre figure professionali sanitarie, ma anche con i cittadini, nella ferma convinzione della necessità ineludibile che medici e malati ritrovino “un’alleanza terapeutica nella fiducia reciproca”, che oggi appare sempre più fragile e sempre più insidiata dal troppo facile ricorso alle aule dei tribunali. Q L’infermiere 6/2007 49 Agenda 11-12 gennaio, Catania AO Canizzaro di Catania, Uoc Medicina d’urgenza e Pronto soccorso Il ruolo del medico e dell’infermiere di fronte al dolore toracico e al tromboembolismo venoso Per informazioni: Mec Congressi tel. 334 6527204 ; tel. e fax 095 533366 www.meccongress.it; [email protected] In fase di accreditamento 17-19 gennaio, Firenze Fondazione italiana di Leniterapia Alla fine della vita: il sistema delle cure e l’Hospice Per informazioni: tel. 055 2001212; fax 055 5353143 www.leniterapia.it; [email protected] In fase di accreditamento 19 gennaio, Roma Akesios Roma & Salute 2008 I Convegno multidisciplinare di medicina Sessione per infermieri Per informazioni: tel. 049. 8763715 - 340 8639301; fax 049 2106907 www.akesios.it; [email protected] In fase di accreditamento 21-23 febbraio, Orvieto (Tr) Comitato infermieri dirigenti La dirigenza infermieristica Qualità e formazione Per informazioni: Agenform tel e fax 0763 390027 www.cid-infermieridirigenti.it; [email protected] In fase di accreditamento 24 febbraio-2 marzo, Bormio (So) 3° Meeting d'inverno per infermieri e infermieri pediatrici Settimana neurochirurgica d'inverno 24-26 febbraio • L’ipertensione endocranica • Risk management in sala operatoria 27 febbraio-2 marzo • Traumatologia chirurgica in Neurochirurgia, Ortopedia, Maxillo facciale Per informazioni: Giulia Ghezzi tel. 349 7398399 www.dloeventi.it; [email protected] In fase di accreditamento GLI ALTRI APPUNTAMENTI Il Collegio Ipasvi di Ragusa indice il primo concorso letterario finalizzato a premiare un saggio, un racconto o una novella che, in chiave comunicativa, affronti temi che riguardano Il professionista infermiere oggi. Tali temi devono descrivere il quotidiano in infermieristica, l’espletamento delle competenze infermieristiche, il rapporto con gli altri professionisti della sanità, fino alla delega alle figure di supporto. Al concorso possono partecipare tutti gli iscritti dei Collegi Ipasvi d’Italia. Contestualmente viene indetto anche il premio per la migliore tesi del Corso di laurea di primo livello tra i laureati nell’A.A. 2006-2007, iscritti al Collegio e residenti nella Provincia di Ragusa. L’elaborato, con allegata la domanda di partecipazione, dovrà essere presentato o fatto pervenire tramite raccomandata AR al Collegio Ipasvi, Viale Sicilia 20, 97100 Ragusa, entro e non oltre il 31 marzo 2008 viaggio di studio in Israele della durata di undici giorni. Il corso sulla Gestione massiccio afflusso dei feriti in Dipartimento d’emergenza conseguente ad atto terroristico è indirizzato al personale infermieristico con almeno 5 anni di esperienza nei Dipartimenti d’Emergenza e/o Pronto soccorso. Viene richiesta una buona conoscenza della lingua inglese. Informazioni più dettagliate si possono trovare sul sito del Collegio www.ipasvibergamo.it Per informazioni: tel. 035 217090; fax 035 236332; collegio@infermieri bergamo.it Per informazioni: tel. e fax 0932 652260 (lunedì, venerdì ore 10.30-12.30; martedì, giovedì ore 16.00-18.00) www.infermierirg.it; premioletterario@infer mierirg.it Primavera 2008 Viaggio di studio in Israele Il Collegio Ipasvi di Bergamo propone un A l t r e n o t i z i e s o n o p u b b l i c a t e s u l s i t o w w w. i p a s v i . i t ( C o n v e g n i ) 50 L’infermiere 6/2007