Comportamenti alimentari a rischio nella popolazione

SERVIZIO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO
-COMUNE DI AGIRA (EN)-
COMPORTAMENTI ALIMENTARI A RISCHIO
NELLA POPOLAZIONE ADOLESCENTE – Analisi
di una popolazione scolastica nel territorio agirino
Dott.ssa Pinella Romano (Psicologa)
Dott.ssa Graziella Muratore (Assistente Sociale)
Anno Scolastico 2011/2012
1 INDICE
Premessa………………………………………………………………………….. 3
I disturbi del comportamento alimentare………………………………………… 4
Descrizione dello strumento……………………………………………………… 5
Descrizione del campione………………………………………………………… 6
Analisi dei dati…………………………………………………………………… 8
Protocollo di intervento…………………………………………………….. …….. 11
Conclusioni………………………………………………………………………. 11
Bibliografia ………………………………………………………………………. 13
2 COMPORTAMENTI ALIMENTARI A RISCHIO NELLA POPOLAZIONE
ADOLESCENTE – Analisi di una popolazione scolastica nel territorio agirino
Premessa
Il servizio socio-psico-pedagogico, istituito dal Comune di Agira nell’anno
1979/80, svolge attività riguardanti la prevenzione dei comportamenti a rischio, le
problematiche connesse all’apprendimento, interventi di educazione alla salute, nel
dettaglio educazione alla sessualità, all’affettività e alla relazionalità, consulenza
psicologica e sociale ai minori, alle famiglie e ai docenti. Esso si avvale della
presenza di due psicologi, un sociologo e un assistente sociale che espletano le loro
funzioni presso le scuole dell’obbligo del Comune, in particolare, nell’anno
scolastico in corso, presso il Circolo Didattico “G.G.Sinopoli” e il Liceo Linguistico
“A. Lincoln”.
Nell’anno scolastico 2011-2012, gli operatori del servizio socio-psicopedagogico hanno predisposto un programma di interventi relativi alla prevenzione
dei comportamenti a rischio e delle forme di disagio adolescenziale tramite attività
volte alla conoscenza e alla sensibilizzazione dei fenomeni tipici di questa fascia
evolutiva. In tale ambito si situa il progetto riguardante i disturbi alimentari
(anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata e
disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati o atipici), un problema di
rilevanza sociale in quanto minacciano la crescita e la salute di molti adolescenti.
L’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al
loro controllo è considerata infatti la psicopatologia centrale sia dell’anoressia
nervosa sia della bulimia nervosa.
La ricerca scientifica sottolinea l’importanza di attuare interventi
psicoeducazionali di prevenzione su tematiche mirate e rispondenti ai bisogni dei
ragazzi, per orientare i giovani a forme di produzione di una cultura positiva che
promuova auto-accettazione e aumento di consapevolezza dei fattori di rischio per
sviluppare un miglior stile di vita.
L’èquipe socio-psico-pedagogica in tal senso ha avviato un’attività di
screening applicando, nei mesi di ottobre-novembre, un questionario standardizzato a
un campione di studenti compresi nella fascia di età 14-19 anni.
3 I disturbi del comportamento alimentare
È riconosciuto che i disturbi alimentari costituiscono un problema frequente
che riguarda un numero sempre più crescente di ragazzi e adolescenti e di giovani
donne, ma che sta interessando anche la popolazione maschile. Le cause di tale
crescita vanno attribuite a differenti variabili: i fattori socio-culturali che spingono le
donne a intraprendere diete drastiche per conformarsi a irrealistici standard di
magrezza quale modello di attrazione fisica1, la vulnerabilità biologica, legata al
genoma, il parenting, un legame di attaccamento di tipo insicuro-ambivalente e/o
disorganizzato con le figure genitoriali, le caratteristiche di personalità, le modalità di
sviluppo e le crisi adolescenziali, gli eventi traumatici.
Siamo di fronte quindi ad un modello complesso di eziopatogenesi dei disturbi
dell’alimentazione che richiede un altrettanto approccio terapeutico complesso e
integrato, con competenze professionali mediche, psicologiche e sociali.
I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un’alterazione
del rapporto che una persona ha con il proprio corpo e con il cibo; di solito insorgono
durante l’adolescenza e colpiscono in prevalenza la popolazione femminile. Le
persone che soffrono di questi disturbi si sentono grasse e brutte e quindi socialmente
non accettabili. Questa condizione può influenzare fortemente la propria autostima
Si manifestano attraverso tipici comportamenti quali il rifiuto del cibo, il
digiuno, l’ingestione di enormi quantità di cibo in poco tempo, il vomito,
l’assunzione inadeguata di lassativi o diuretici, il continuo controllo e la dipendenza
dalla bilancia, l’esagerata attività fisica svolta con il preciso intento di dimagrire. 2
1
Il peso dei fattori socio-culturali è estremamente forte e quindi non si può comprendere l’odierna
proliferazione di questa patologia senza un’analisi del contesto socioculturale complessivo entro cui si manifesta.
2
Secondo il DSM IV (Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi mentali), l’anoressia nervosa si
diagnostica in presenza di:
- Intensa paura di diventare grassi
- Alterazione dell’immagine corporea
- Perdita drastica di peso e rifiuto di mantenerlo al di sotto del normale
- Amenorrea
Solitamente si manifesta con comportamenti di forte restrizione alimentare, seguita da un rapido calo di peso,
ma possono al contempo presentarsi abbuffate compulsive e condotte di eliminazione.
La bulimia nervosa per certi appare aspetti simile all’anoressia, poiché si riscontra una forte preoccupazione
per il peso e l’aspetto fisico, ma si caratterizza per le ricorrenti abbuffate seguite da condotte eliminatorie a seguito del
forte senso di colpa che ne deriva e che mantengono il peso corporeo nella norma.
Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), spesso correlato all’obesità, è un disturbo caratterizzato
dalla presenza di abbuffate non accompagnate però da strategie per compensare l’ingestione di cibo in eccesso, come
accade nella bulimia. Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, quantità di cibo
esagerate, con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare.
Infine, i disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (EDNOS) comprendono da un lato situazioni
simili all’anoressia o alla bulimia alle quali manca tuttavia uno dei criteri richiesti per la diagnosi e vengono perciò
definite anche sindromi parziali o disturbi sotto soglia, dall’altro una serie di disturbi ancora non completamente definiti
e delineati.
4 Il cibo diventa così un mezzo per comunicare disagio e sofferenza; sintomi, in
definitiva, servono per distogliere l’attenzione dalla propria esperienza emozionale.
Descrizione dello strumento: E.D.I.-2 (Eating Disorder Inventory-2)
L’Eating Disorder Inventory-2 è un questionario molto usato per
l’autovalutazione dei sintomi comunemente associati all’anoressia nervosa e alla
bulimia nervosa. Tuttavia l’E.D.I.-2 non viene applicato soltanto nei setting clinici,
ma costituisce uno strumento veloce per effettuare indagini e ricerche in contesti
differenti.
Il questionario è costituito da 91 items che riguardano 8 sottoscale clinicamente
rilevanti alle quali si aggiungono 3 scale provvisorie:
IMPULSO ALLA MAGREZZA: ricerca incessante a diventare magri, eccessiva
preoccupazione per la dieta e il peso corporeo
BULIMIA: tendenza ad avere attacchi di incontrollabile sovralimentazione
INSODDISFAZIONE PER IL CORPO: insoddisfazione per la dimensione di quelle
parti corporee che sono maggiormente coinvolte nei disturbi dell’alimentazione
(pancia, fianchi, cosce, natiche): è un aspetto del disturbo dell’immagine ed è uno dei
maggiori fattori responsabili dei comportamenti relativi al controllo del peso in
pazienti con disturbi dell’alimentazione
INADEGUATEZZA: sentimento di insicurezza, inutilità, vuoto e mancanza di
controllo sulla propria vita; è fortemente correlato con la bassa stima di sé
PERFEZIONISMO: convinzione che soltanto modelli molto elevati di performance
personali sono accettabili e l’opinione che gli altri si attendano risultati eccezionali
SFIDUCIA INTERPERSONALE: sentimento di alienazione e di riluttanza a formare
relazioni strette e di esprimere agli altri pensieri o sentimenti
CONSAPEVOLEZZA ENTEROCETTIVA: confusione ed incertezza nel riconoscere
e rispondere in modo preciso agli stati emotivi
PAURA DELLA MATURITÀ: desiderio di rifugiarsi nella sicurezza dell’infanzia,
associata a paure delle esperienze psicologiche e biologiche associate al peso adulto
ASCETISMO: tendenza a cercare valore attraverso il perseguimento di ideali
spirituali quali l’autodisciplina, l’autolimitazione e il controllo dei bisogni del proprio
corpo. È espresso nel concetto di dieta come purificazione, magrezza come virtù e
digiuno come atto di penitenza
IMPULSIVITÀ: tendenza all’imprudenza, all’ostilità e alla distruttività nelle
relazioni interpersonali
INSICUREZZA SOCIALE: convinzione che le relazioni sociali siano difficili,
insicure, deludenti e in generale di bassa qualità
5 Descrizione del campione
Il campione analizzato è stato costituito da n. 83 studenti, di cui 66 femmine e
17 maschi di età compresa tra i 14 e i 19 anni (Tab.1).
Tab.1
Sebbene, come già sottolineato, lo scopo dell’indagine non era quello di
individuare soggetti affetti da psicopatologie correlate alla sfera dei disordini
alimentari e sebbene l’E.D.I-2 non è uno strumento che offre una diagnosi precisa di
anoressia o bulimia, dall’analisi dei dati è stato possibile individuare casi di
particolare interesse che richiederebbero un mirato intervento. Si è infatti riscontrato
che il 13% della popolazione valutata può essere considerata “a rischio” di sviluppo
di un disagio legato alle tipiche variabili psicologiche presenti nei comportamenti
alimentari disfunzionali (Tab.2). Un dato questo molto significativo considerando il
contenuto numero del campione. Tab. 2
Nello specifico, volendo tener ben presente che la popolazione femminile è
significativamente superiore a quella maschile, tali rischi sono più elevati nel
campione delle ragazze lasciando tuttavia presagire che la distribuzione dei disturbi
6 alimentari è notevolmente diffusa tra le donne, ma che è anche in continua crescita tra
i giovani adolescenti di sesso maschile, presentando lo stesso quadro clinico (Tab. 3)
Tab. 3
Graficamente è stato possibile rappresentare il confronto tra soggetti “a
rischio” di disordini alimentari (femmine patologiche), femmine e maschi (Tab. 4).
Tab. 4
Dalla comparazione, le femmine riferiscono atteggiamenti che si avvicinano di
più dei maschi ad una soglia patologica, senza però raggiungere tali livelli,
nell’Insoddisfazione corporea e nell’Impulso alla magrezza, mentre la Paura della
maturità sembra accomunare i due sessi.
7 Analisi dei dati
I punteggi ottenuti dal restante 87% della popolazione esaminata alle singole
sottoscale che costituiscono l’E.D.I.-2 risultano essere i seguenti:
Tab. 5
Come dimostra la Tab. 5 si può facilmente individuare la frequenza dei tratti
psicologici associati ai disturbi dell’alimentazione: la paura della maturità costituisce
la dimensione maggiormente presente nella popolazione, seguita dal tratto impulso
alla magrezza, tendenza al perfezionismo e insoddisfazione corporea.
Tali dati indicano che negli studenti valutati vi è un forte desiderio di rifugiarsi
nella sicurezza dell’infanzia, lasciando intendere una tendenza alla regressione e una
paura per l’assunzione delle responsabilità che la vita adulta comporta; l’impulso alla
magrezza e l’insoddisfazione per il corpo costituiscono due tratti facilmente
riscontrabili nella cultura di appartenenza, che spingono le giovani donne a modelli
estetici fondati su standard di bellezza. Sarebbe un errore quindi attribuire i livelli
elevati ottenuti dal campione a condizioni di disagio o a stati disfunzionali, bensì
devono essere interpretati come il riflesso della cultura sociale che esercita una forte
influenza sull’immagine esteriore. L’indagine enfatizza così il ruolo che ha il
contesto sociale in cui vivono gli adolescenti. Il perfezionismo, infine, indica
l’aderenza a modelli elevati di performance personali, associata all’opinione che
anche gli altri si attendono risultati eccezionali.
In particolare la Tab. 6 distingue la differenza tra maschi e femmine nella
distribuzione del fenomeno:
8 Tab. 6
Particolarmente interessante è stato focalizzare l’attenzione sulle fasce d’età
che presentano valori elevati alle sottoscale del questionario (Tab. 7):
Tab. 7
9 Emerge subito come gli studenti più grandi, quelli di 18-19 anni, sono coloro
che toccano gli indici maggiori nei diversi tratti psicologici legati ad un possibile
problema alimentare. Si vuole tuttavia sottolineare che i soggetti con dimensioni
elevate, pur non manifestando sintomi e segni correlati ai disagi alimentari, se non
adeguatamente sostenuti, potrebbero presentare o sviluppare in futuro difficoltà in
altre aree del funzionamento personale e/o sociale.
L’analisi dell’indice di massa corporea (IMC) costituisce un altro dato
importante (Tab. 8). L’IMC permette di classificare il soggetto all’interno di quattro
classi: sottopeso (IMC≤18), normopeso (IMC compreso tra 18.5 e 24.9), sovrappeso
(IMC compreso tra 25 e 29.9) e obeso (IMC≥30). Le misure dell’altezza e del peso
sono state autodichiarate dai rispondenti al questionario.
Tab. 8
Si evince che il 57% dei rispondenti presenta un rapporto tra peso e altezza che
si classifica nella norma, il 29% risulta sottopeso e il 14% è sovrappeso. Non
emergono casi di obesità. Questo evidenzia che non vi è una relazione lineare tra il
peso e la soddisfazione per il proprio corpo, ma che l’immagine corporea viene
influenzata dagli ideali socio-culturali che spingono a forme di magrezza eccessive e
che alterano l’immagine corporea.
10 Protocollo di intervento
Avviati in contemporanea gli interventi finalizzati alla prevenzione primaria
attraverso l’informazione e la discussione dei temi generali legati all’adolescenza e
all’alimentazione, si è ritenuto opportuno indagare, tramite colloqui e valutazioni
individualizzate, i casi definiti “a rischio” attraverso l’utilizzo di specifiche batterie di
test che permettono di giungere ad una diagnosi del problema. Tra questi citiamo
l’EAT-26, lo Young Schema Questionnaire, il TMA, apposite checklist per l’analisi
dei sintomi e reattivi per lo studio di comorbilità associate. Fase successiva è stata
l’invio dei soggetti presso strutture specializzate nel trattamento dei disordini
alimentari, dopo convocazione dei familiari.
Inoltre i singoli allievi sono stati invitati a prendere visione del proprio profilo
emerso dalla somministrazione dell’E.D.I.-2. Ciò ha rappresentato un’ulteriore
occasione per effettuare nuove valutazioni e per approfondire il significato dei
risultati emersi dallo screening.
Nel dettaglio, i ragazzi hanno interpretato l’elevata frequenza nel tratto “paura
della maturità” come la sfiducia nei confronti del proprio futuro, l’incertezza verso le
responsabilità che la vita adulta comporta da un punto di vista sia psicologico che di
prospettive professionali. Inutile dire che si tratta del riflesso che il particolare
momento storico che stiamo affrontando ha sui giovani, che si trovano ad esperire
una condizione di preoccupazione e di insicurezza.
Anche le dimensioni “impulso alla magrezza” e “insoddisfazione per il corpo”
vengono considerati dai giovani alunni come aspetti della cultura contemporanea
legati a modelli di snellezza corporea che vengono trasmessi attraverso mezzi di
comunicazione particolarmente rilevanti.
Conclusione
L’analisi dei dati emersi dall’attività di screening è stata discussa, non soltanto
con il campione interessato, ma esaminata insieme al team docente e ai genitori al
fine di comprendere i comportamenti, gli atteggiamenti e i sentimenti dei ragazzi nei
confronti del fenomeno studiato e che potrebbero avere riscontri nel contesto
scolastico e nel processo di apprendimento, oltre che nei vari ambiti dello sviluppo. A
tal proposito si è predisposto un incontro a scuola con professionisti esterni che
operano nell’ambito dei disturbi della condotta alimentare per apportare un ulteriore
contributo all’approfondimento della questione trattata.
Si vuole quindi ribadire l’utilità di intervenire precocemente al fine di evitare
l’evoluzione verso condizioni patologiche non solo dei soggetti “a rischio” ma anche
dell’intera popolazione scolastica. L’èquipe, nel dettaglio, ha puntato alla
11 programmazione di contenuti didattici che aumentano la consapevolezza relativa ai
DCA e alla promozione di attitudini e comportamenti alimentari corretti attraverso
lezioni multimediali e discussioni per aumentare la consapevolezza e
l’incoraggiamento all’analisi critica dei media e delle attitudini sociali sulla forma del
corpo e del peso.
Si auspica infine che insegnanti, operatori sociali e sanitari, amministratori
locali, genitori, educatori, possano riflettere su questi dati per pianificare interventi
sempre più mirati ad affrontare in modo efficace una problematica così importante ed
attuale come i disturbi dell’alimentazione. La famiglia e la scuola rivestono nello
specifico un ruolo fondamentale nello sviluppo completo e sano, non solo dal punto
di vista fisico, ma soprattutto da quello psicologico, fornendo agli adolescenti gli
strumenti utili nel processo evolutivo.
12 Bibliografia
-
American Psychiatric Association, DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali, Masson, Milano (2000)
-
Bogetto F, Maina G., Elementi di Psichiatria, Edizioni Minerva Italica, Torino
(2001)
-
Garner D. M., Eating Disorder Inventory – 2, Manuale, Organizzazioni
Speciali-Firenze (1991)
-
Gordon A., Anoressia e bulimia. Anatomia di un’epidemia sociale, Raffaello
Cortina Editore, Milano (2004)
-
Marino V., Pellai A., Tosetto C., Dipendenze. I legami pericolosi, McGraw-Hill
(2003)
-
Scrimali T., Specchio delle mie brame, Istituto Superiore per le Scienze
Cognitive, Enna (2008)
-
Travaglini R., Le radici lontane della sofferenza nei disturbi del comportamento
alimentare, Edizioni Erickson (2010)
-
http://www.aosp.bo.it/reparti_servizi/evidencebasednursing/revisioni/lavori_rep
arti/disturbi_alimentari.pdf
-
http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_massa_corporea
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