LE SCHEDE DEL Professor Gelmetti Brutte compagnie. La dermatite atopica Le mamme la temono, i bimbi ne soffrono. Certo, non è grave e solo i casi più importanti risultano davvero invalidanti, ma anche quando si presenta in forme moderate, la dermatite atopica non è una bella compagnia. Perché? Almeno per 4 diversi motivi: 1. È fastidiosa: intenso prurito, pelle secca, senso di disagio 2. Suggerisce una predisposizione allergica: il termine “atopia”, parola di origine greca che significa “strano”, indica la predisposizione a sviluppare reazioni esagerate a un agente allergizzante 3. È cronica: si alternano fasi di riacutizzazione e remissione e, in molti casi, ci accompagna per tanti anni 4. È brutta: produce sulla pelle piccole lesioni che in alcuni casi scompaiono, in altri persistono a lungo e che assomigliano a vescicole e crosticine, accompagnate da rossore e gonfiore (edema) Fin da piccoli e poi da grandi La dermatite atopica è la malattia dermatologica più frequente in età pediatrica: colpisce 1 bambino su 10, e, in alcuni paesi, anche di più. In 6 casi su 10 si presenta sin dai primissimi mesi di vita; se entro i 5 anni non si è manifestata significa che, molto probabilmente, non verrà mai sviluppata. Pur non essendo grave è molto fastidiosa e, se colpisce aree molto estese oppure presenta fasi attive molto lunghe, può risultare decisamente invalidante non solo per il bambino, ma anche per tutta la sua famiglia; per la sua vicinanza con l’allergia è talora accompagnata da asma o da rino-congiuntivite allergica che aggiunge fastidio al fastidio. La dermatite atopica, anche se raramente, può proseguire poi nell’età adulta. Dermatite atopica: conosciamola meglio La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle, non contagiosa, in cui sono coinvolti fattori ambientali, genetici e immunologici. Ad un’anomalia della barriera cutanea si associa spesso un’eccessiva risposta immunitaria, che porta a un aumento di un determinato tipo di anticorpi (denominati IgE e coinvolti in molte allergie). Questa condizione porta a una perdita di acqua da parte della pelle e una sua conseguente secchezza, ma favorisce anche l’ingresso di allergeni, microrganismi e sostanze inquinanti che possono peggiorare l’infiammazione. La pelle atopica è iperreattiva e cioé reagisce più decisamente agli stimoli irritanti (sudorazione, lana e fibre sintetiche, saponi o detergenti, disinfettanti, clima freddo, secco e ventoso o caldo eccessivamente umido, fattori emozionali, alcuni alimenti, infezioni cutanee), producendo a sua volta sostanze che aumentano l’infiammazione. È una malattia cronica che alterna fasi di quiescenza (la malattia sembra sparita) a fasi di recrudescenza (la malattia c’è e si vede!). È una malattia che ha una spiccata familiarità: in molti casi, un bimbo atopico è figlio di un genitore atopico. Se lo sono entrambi, la percentuale di trasmettere l’atopia ai propri figli sale all’80%. A ogni età la sua manifestazione La dermatite atopica modifica le sue manifestazioni in base all’età del paziente: • Nel lattante di età inferiore a 1 anno. Prevalgono lesioni acute come eritema, edema, vescicole, erosioni e croste. Sedi tipiche: volto, superfici estensorie degli arti. Per le mamme non è facile individuare subito il problema, quindi se vi capita di vedere spesso cute arrossata, tendenzialmente secca, se il bambino piange e si lamenta, se compaiono piccole vescichette, meglio andare subito dal medico. • Nel bambino da 1 a 10 anni. Prevalgono lesioni subacute: croste e lichenificazione (cute ispessita, dura, secca). Sedi tipiche: pieghe dei gomiti e delle ginocchia, polsi, dorso delle mani e palpebre. • Nell’adolescente. Prevalgono lesioni croniche: ipercheratosi (ispessimento della cute), lichenificazione, ragadi (piccoli taglietti e ulcerazioni). Sedi tipiche: collo, superfici flessorie degli arti, palmi delle mani e piante dei piedi, zone intorno agli occhi e alla bocca. Niente cura, tanta prevenzione! Non esistono farmaci che permettano di guarire definitivamente la malattia, ma ne esistono di specifici per ridurre i sintomi e anche la frequenza degli episodi. Quando il medico prescrive una cura lo fa tenendo conto soprattutto dell’età del bambino, in modo da assicurare il massimo beneficio sui sintomi e il minimo rischio di effetti collaterali; è anche importante comprendere che nessuna cura è risolutiva e che spesso occorre fare diversi tentativi per trovare il rimedio ottimale per quel preciso paziente. Diffidate dei consigli delle amiche: quello che “ha fatto tanto bene alla mia Martina” potrebbe non avere effetti sul piccolo Giovanni. Che cosa fare e soprattutto che cosa non fare se il vostro bambino soffre di dermatite atopica? 1 Utilizzare creme emollienti specifiche per i più piccoli, prive di sostanze allergizzanti, capaci di proteggere/ripristinare il film idrolipidico cutaneo: parlatene con il vostro medico o con il farmacista. 2 Attenzione alle creme molto grasse: potrebbero essere occlusive e quindi irritare 3 Anche la detersione ha le sue regole: prodotti con tensioattivi molto delicati, basi lavanti la cute soprattutto in climi caldo-umidi. oleose e privi di allergeni chimici o vegetali (si, a volte la natura fa male!) sono gli unici da utilizzare; l’acqua del bagnetto non dovrebbe superare i 34 °C. Durata massima 5 minuti, per non stressare la cute. 4 Non sfregare, ma tamponare dolcemente: sfregare la pelle del bambino è deleterio. 5 Evitare il più possibile il contatto con le sostanze e le situazioni che possono causare Scatena prurito e irritazione. la reazione allergica: tessuti non naturali, sostanze chimiche di ogni genere, ma anche sbalzi della temperatura ambientale. Ricordatevi di areare spesso i locali di casa, rimuovete la polvere con grande assiduità e bandite il fumo! 6 Evitare lo stress: come tutte le manifestazioni cutanee, anche la dermatite atopica può avere una relazione pericolosa con lo stress. Con un’attenta osservazione è possibile verificare se le situazioni stressanti possono incidere negativamente sul disturbo per cercare di evitarle. 7 Spesso d’estate vi è un miglioramento spontaneo, ma attenzione a una sudorazione 8 Vi chiedete se il vostro bambino possa andare in spiaggia? Certo che sì, ovviamente eccessiva che può provocare un’esacerbazione dei sintomi. rispettando regole semplici e razionali. Sì a indumenti di cotone e occhiali, al riparo di un ombrellone, evitando gli orari più caldi e a un’esposizione graduale al sole. E una bella doccia dopo il bagno (meglio in mare)! 9 Un po’ di allegria: per quanto fastidiosa, la dermatite atopica non è la fine del mondo. Se nell’ansia di scongiurare gli episodi impediamo al piccolo di vivere in pace, di socializzare, di giocare e divertirsi, il risultato sarà peggiore, molto peggio di pruriti e vescichette. Al contrario, un atteggiamento positivo, un sano senso delle proporzioni e un po’ di pazienza insegneranno al bebè a conviverci con allegria, come è giusto che faccia.