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Con questo modesto contributo, si intende fattivamente contribuire ad una maggiore
consapevolezza-conoscenza circa la corrette metodiche operative da applicarsi nelle
gestione delle alberature.
Alcuni semplici erudimenti circa le corrette tecniche di potatura ovvero…
La miglior potatura....é quella che non si vede.
Cos'è la potatura?
La potatura è l'insieme delle pratiche agronomiche aventi lo scopo di regolare,
mediante opportuni tagli dei rami, il modo di vegetare, di fiorire, e di fruttificare delle
piante.
Quando ci si accinge a potare un albero, non si deve pensare di cambiarlo
drasticamente nella sua struttura, ma si deve rispettarne il più possibile la forma e le
dimensioni. L'intervento deve quindi adeguarsi alla struttura della pianta, che deve
essere alleggerita del solo superfluo, leggermente contenuta nello sviluppo spaziale,
rinforzata strutturalmente attraverso l'eliminazione delle parti spezzate, ammalate,
sovrapposte cosicché la luce, e l'aria, possano raggiungerla in ogni suo punto. Se
l'intervento è correttamente eseguito, ed orientato al bene futuro della pianta, allora il
passante occasionale, colui cioè che mai ha visto prima quel particolare albero, non si
dovrebbe neppure accorgere dell'opera di potatura.
Ovviamente questo elementare ragionamento, procede da un'altra semplice serie di
considerazioni preliminari, di seguito brevemente sposti:
• È necessario che ogni albero sia messo in condizione di poter accrescersi
spazialmente in modo adeguato, in funzione del suo sviluppo (la pianta giusta nel
posto giusto);
• È necessario che ogni albero fruisca di una adeguata superficie drenante-traspirante
per avere un adeguato scambio gassoso (l'albero beve e respira);
• È necessario che ogni albero sia fornito dotato di una morfologia appropriata (l'albero
ha struttura e forma definita per specie);
• È necessario che servizi i tecnologici siano ubicati a distanze appropriate dal punto
di posa dell'albero (ovvero che in occasione di nuovi impianti o per interventi su quelli
esistenti non si danneggino in modo grave radici e rami).
Quanto vale un albero
Al di là del fatto che l'albero é un essere vivente, e come tale deve essere rispettato
(ovvero su di esso si opera in virtù del possesso di precise cognizioni), occorre essere
consapevoli del suo enorme pregio, della sua essenzialità alla vita umana, del suo
peculiare valore estetico. Come chi possiede un mobile prestigioso non usa inciderlo
con una punta metallica, lasciandogli segni indelebili che ne abbattano il valore e ne
rovinino l'estetica, chi possiede un albero non deve offenderlo con potature improprie
e con tagli drastici inadeguati (tecnicamente definiti capitozzature).
Quanto costa la potatura
Si potrebbe pensare che una potatura drastica, rapida e poco precisa sia più
economica rispetto ad una potatura più accurata - ed anche più consona - che
richiede più tempo. Invece, in generale, non è così.
La potatura drastica, infatti, produce nelle successive vegetazioni molta più legna da
asportare rispetto alla potatura curata. Non solo; tale vegetazione sarà
tendenzialmente più fragile, disordinata, meno resistente da un punto di vista
meccanico alle sollecitazioni e più soggetta ad attacchi di natura avversitaria.
Il risparmio ottenuto sul costo del potatore viene poi sostanzialmente annullato dal
maggior costo della raccolta, e dello smaltimento, della legna prodotta (attività che
impegna, tra l'altro, non una sola persona ma una intera squadra di lavoro, dotata di
mezzi adeguati). Inoltre questo intervento richiederà interventi successivi per
ripristinare una forma naturalizzata oppure per eliminare vegetazione secca, infetta o
spezzata prodotta da interventi scellerati.
Molte volte noi possiamo offrire allo stesso prezzo i due tipi di potatura, e lasciare così
al cliente la scelta che ritiene più consona alla sua pianta. Una potatura drastica,
inoltre, indebolisce la pianta, poiché favorisce l'inserzione di rami che, negli anni, si
ingrossano e costituiscono un costante rischio di caduta, obbligando ad interventi
analogamente severi ogni 4 anni circa. Una pianta sempre ben potata, invece,
richiede solo modesti e rapidi interventi correttivi, maggiormente dilazionati nel tempo.
Questa indicazione, ovviamente, si deve applicare alle condizioni dell'alberatura su cui
si interviene ed opera. Più questa è stata scelta, collocata, gestita e lasciata libera di
svilupparsi in modo appropriato, più tale affermazione risulta corretta.
Si pensi in tal senso ai bonsai come forma obbligata estrema: il bonsaista non aspetta
10-15 anni prima di intervenire sull'albero per trasformarlo come lui vuole, praticando
enormi tagli, ma inizia da subito ad allevarlo costringendone la forma secondo le sue
esigenze, senza peraltro provocare seri danni alla sua pianta. Alla luce di queste
considerazioni, la scelta del tipo di potatura per la vostra pianta non dovrebbe lasciarvi
alcun dubbio.
Il giardiniere professionista avrebbe poi il dovere professionale di informare/educare il
proprio cliente circa le corrette metodiche gestionali, ed evitare perciò di eseguire
interventi professionalmente scorretti.
La pianta giusta al posto giusto
Quando si deve procedere all'abbattimento di un albero, può essere necessario
richiedere specifica autorizzazione al Comune di residenza. L'autorizzazione non è
invece necessaria quando si pianta un albero.
Eppure, la maggioranza degli abbattimenti non è conseguenza di morte della pianta,
ma del suo esagerato ingombro rispetto allo spazio disponibile al suo accrescimento.
Il primo motivo per cui oggi solitamente si abbatte una pianta, specialmente nei
giardini privati, è perché, vent'anni fa, si è sbagliato a piantarla lì, dove si trova
adesso.
Ragion per cui quando oggi decidete di piantare un albero, pensate bene alle
dimensioni che raggiungerà da adulto, ed ai problemi che potrà generare in relazione
al luogo nel quale lo piantate. E' oltremodo necessario che la scelta del nuovo
esemplare venga fatta correttamente, scegliendo piante appropriate al clima, al luogo
ed al terreno di impianto, acquistando piante sane prive di danni, grossi tagli, forme
inadeguate, contorte e prive di vegetazione terminale (apici vegetativi).
La scelta dell'albero fa perciò fatta esaminando il luogo di impianto, analizzando lo
spazio disponibile sopra e sotto chioma (anche sottoterra…), scegliendo piante
qualitativamente buone (cioè morfologicamente strutturate in modo naturale). Chi
bene inizia, ancora una volta, è a metà dell'opera…
Potatore di professione o potatore professionale
Per imbracciare una motosega non occorre una gran testa, così come per rovinare un
albero. Molte persone, spinte solo dall'idea di fare soldi in modo rapido e poco
impegnativo, o dalla spregiudicatezza delle loro azioni, si affacciano su questo
mercato con troppa superficialità, senza la consapevolezza che competenza,
professionalità, preparazione, metodo, umiltà ed esperienza sono attributi essenziali
per esercitare correttamente qualsiasi professione. Il potatore professionale, oltre a
possedere una adeguata tecnica, crede nella propria professione e nel fatto che la
pianta debba essere rispettata. Diffidate da chi rende le cose troppo facili e vi
consiglia grossi tagli "perché così la pianta si rinforza": tale affermazione non è infatti
veritiera né professionale.
Compariamo due diverse strategie operative
Si tratta di due Platani, piante di alto pregio. Ci affidiamo alla scelta di due esemplari a
dimora in una grande città italiana.
Il primo albero, a dimora a Milano in via Giacosa, il più maestoso dei due esemplari,
ha subito anni fa una potatura come quella subita dal secondo, situato a Segrate in via
Olgettina lato via Fratelli Cervi. I proprietari del primo Platano si sono convinti a
cercare di correggere la struttura della loro pianta, che aveva in precedenza subito un
intervento oltremodo severo. L'intervento eseguito ha proceduto eliminando i rami
inseriti più debolmente, diradato o accorciato leggermente gli altri, senza compiere
tagli di grosso diametro (non oltre gli 8 cm) e donato alla pianta una forma più
equilibrata. Già si vede come la chioma estiva sia più omogenea ed in salute di quella
del secondo albero che, invece, sempre potato drasticamente nel corso degli anni,
presenta in quota numerosi marciumi interni che ne compromettono la struttura e la
longevità.
Dal punto di vista estetico, poi, ......basta guardarli.
Perché non eseguire potature severe e capitozzature.
Le potature severe, e le capitozzature, prevedono tagli di grosse dimensioni (quindi
eseguiti sui rami principali) con eliminazione drastica della cima. Questo genere di
intervento è dannoso perché con esso si va a togliere, improvvisamente, la maggior
parte della foglie.
Attraverso queste la pianta si nutre (essa infatti, diversamente da come comunemente
si pensa, non si nutre solamente attraverso le radici…) e la drastica riduzione di
chioma induce l'albero a produrne di nuove, ed in breve tempo, dando fondo alle
riserve accumulate negli anni precedenti e subendo, in ultima analisi, uno stress
nutrizionale. A questo si aggiunge uno stress da insolazione del tronco della pianta,
fino ad allora protetta proprio dalla sua chioma.
La conseguente produzione di numerosi fragili rami, e la produzione di foglie di
abnorme dimensione, dovuta ad una drastica riduzione di chioma, non deve trarre in
inganno: essi non sono segno di vigoria, ma del dispendio energetico delle riserve che
la pianta è costretta a mettere in atto per cercare di correggere le sue carenze
nutrizionali e di schermo solare, nonché di riequilibrio con la l'apparato radicale con
cui la chioma è strettamente connessa attraverso la produzione/inibizione di ormoni
stimolanti della crescita. Inoltre, tagli di grosse dimensioni non sono facilmente
rimarginabili ed i patogeni, causa del marciume del legno, arrivano prima che l'albero
possa fermarli con le proprie difese naturali (barriere chimiche costituite da polifenoli,
alcooli complessi). Il marciume, manifestazione dell'incapacità di attivazione delle
difese naturali dell'albero, negli anni prosegue e raggiunge anche rami di ancor più
grosse dimensioni, o addirittura il tronco, rendendo l'intera struttura instabile e
pericolosa. Infine vale ancora la pena ricordare come un albero drasticamente potato
perde di valore, ed é esteticamente brutto.
Quando potare.....?
E' sempre sicuramente necessario intervenire se l'albero ha subito danni, ad esempio
di origine atmosferica. Ma lo è anche per le giovani piante, per dare loro una forma
corretta ed una struttura forte, sempre eseguendo tagli di modestissime dimensioni e
sfruttando il materiale già presente sulla pianta, senza indurre produzioni di nuovi
rami, dall'andamento non prevedibile. La potatura è importantissima, perché
condiziona tutta la vita della pianta, il suo dimensionamento rispetto alle esigenze del
Proprietario ed il tipo di intervento di potatura da praticare in futuro. Inoltre la potatura
deve essere eseguita periodicamente su piante adulte per ripulirle dai rami secchi, o
da quelli attaccati dai patogeni causa di marciume. Infine, quando potiamo la pianta non per le sue necessità ma per le nostre esigenze - ricordiamoci di farlo prima che
l'albero sia sovradimensionato: da quando esso ha raggiunto la dimensione a noi
gradita in poi, dovremo sempre contenerlo con tagli leggeri e diradarne la chioma
eliminando i rametti più deboli. La potatura si dovrebbe eseguire preferibilmente in
inverno, anche se ogni stagione è sostanzialmente idonea; sono da evitare
essenzialmente la primavera, alla schiusura delle gemme ed in fase di formazione dei
nuovi rametti e l'autunno, nel periodo coincidente con la caduta delle foglie. Tali
limitazioni sono infatti da ricondursi ad esigenze alimentari della pianta.
I tagli sono da effettuarsi possibilmente con attrezzatura manuale, attraverso
l'applicazione di specifiche metodiche operative denominate taglio di ritorno e taglio al
collare (vedi tavole allegate). Queste intervengono eliminando parti sovrabbondanti o
problematiche di vegetazione, operando nei punti che naturalmente la pianta
predispone alla loro recisione, mantenendo inalterate le funzioni di cima di parte dei
rami presenti. Nel caso di tagli di dimensione significativa sarebbe opportuno
proteggerli attraverso l'applicazione a pennello di una soluzione composta da una
parte di Ossicluro di Rame tecnico 50% e 4 parti di Olio di Lino cotto ben mescolati tra
loro, che ha scadenza dopo le 24 ore dalla sua miscelazione.
La potatura delle conifere
La fisiologia delle conifere è diversa da quella delle latifoglie e di conseguenza
saranno diverse anche le tecniche cesorie da applicarsi.
Quando la punta di una conifera si spezza, o viene tagliata, i rami immediatamente
sottostanti si innalzano per sostituirla
L'intensità di ricaccio di nuovi getti dopo un taglio è molto modesta fino a risultare, in
molti casi, sostanzialmente nulla.
Inoltre se amputiamo la cima di una conifera, il proseguimento della crescita è
garantita da una ramificazione sottostante il taglio, che si incurva per sostituire l'apice.
Quindi si può affermare che se già le potature sulle latifoglie sono da limitare, per le
conifere sono da evitare il più possibile. Esse infatti, avendo minori capacità di
reazione, restano più visibilmente mutilate da interventi cesori errati.
Per quanto riguarda l'impiego di sostanze disinfettanti e cicatrizzanti, bisogna
ricordare che, la quasi totalità delle conifere, dopo il taglio, produce delle speciali
resine ad alto contenuto antisettico ed impermeabilizzante che rende inutile l'utilizzo di
qualsiasi altro prodotto.
Per le conifere, il periodo più idoneo per la potatura è quello tardo invernale, in cui il
soggetto è in riposo vegetativo, evitando le giornate di freddo eccessivo con il rischio
di gelate, oppure l'epoca di fine estate-inizio autunno.
Per quanto riguarda la rimonda, cioè la pulizia dai rami secchi, e la spalcatura, cioè
l'eliminazione di interi rami solitamente i più basali, non vi sono limitazioni.
Talvolta la potatura viene fatta fuori periodo ottimale (che sono appunto l'inizio
autunno oltre al periodo coincidente con la fine inverno) per particolari esigenze
contingenti, come ad esempio per l'eliminazione "dei nidi di processionarie", insetti
che si sviluppano nel periodo primaverile, o per l'eliminazione di branche che
manifestano patologie particolarmente aggressive, tipo i cancri rameali.
Infine può essere utile intervenire utilizzando specifici prodotti ad azione disinfettante
in caso di taglio di porzioni di vegetazione su specie colpite da specifiche avversità
trasmissibili (cancro o Corineo del Cupressus), bagnando gli attrezzi di taglio ad
esempio con sali quaternari di ammonio.
Note a cura del p. agr.co Alfonso Paltrinieri
Servizio manutenzione verde pubblico del Comune di Carpi
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Seguono alcune tavole esplicative sulla potatura, il taglio di ritorno ed il taglio al
collare.
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id: 1183971206 hitsaggiornato a: Sabato, 5 Novembre 2011redatto da rob
Liliana Cavani
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