SCOMPENSO CARDIACO Reggio Emilia 30/01/2013 06/02/2013 Dott. Fausto Torelli SCOMPENSO CARDIACO DEFINIZIONE: situazione in cui un’anomalia strutturale o funzionale cardiaca fa si che il cuore non sia in grado di fornire sangue (ossigeno) in quantità sufficiente ai tessuti per soddisfare i fabbisogni metabolici o riesce farlo a spese di un aumento della pressione di riempimento. Tale condizione può essere dovuta a riempimento inefficace e insufficiente e/o ad anomala contrazione e successivo svuotamento. Meccanismi compensatori portano ad aumento della volemia,delle pressioni di riempimento,della frequenza cardiaca e della massa cardiaca. Tuttavia nonostante tali meccanismi compensatori la capacità del cuore di contrarsi e di rilasciarsi può ridursi progressivamente con ulteriore aggravamento dello scompenso cardiaco. Alcune definizioni particolari: Insufficienza cardiaca sistolica e diastolica Isufficienza cardiaca a bassa e ad alta portata Insufficienza cardiaca anterograda e retrograda Insufficienza cardiaca destra e sinistra Insufficienza cardiaca da cause miocardiche e non miocardiche EZIOLOGIA CARDIOPATIA ISCHEMICA: oltre la metà dei casi; è la causa più frequente con un incremento del 40% negli ultimi 20 anni in relazione a maggiore sopravvivenza. IPERTENSIONE ARTERIOSA VALVULOPATIE MIOCARDIOPATIE IPERTROFICHE E DILATATIVE CAUSE PIU’ RARE: tireotossicosi, alcool, miocarditi,cardiopatie congenite,chemioterapia,amiloidosi,ecc. CENNI DI FISIOPATOLOGIA GITTATA CARDIACA: a riposo 5-6 litri al minuto che aumenta di 4-5 volte nel soggetto normale durante attività fisica e 6-7 volte in atleti allenati. A riposo o per sforzi lievi è condizionata quasi esclusivamente dal ritorno venoso fino al aumenti del 100%. GITTATA SISTOLICA: 70-80 ml in condizioni di riposo (volume telediastolico 100-130 cc e telesistolico 30-50 cc). RISERVA CARDIACA è l’espressione del possibile incremento della gittata cardiaca in un individuo in determinate condizioni di attività e di patologie esistenti. FATTORI CHE INFLUENZANO LA GITTATA SISTOLICA 1. 2. 3. 4. Stato inotropo Lunghezza delle fibre all’inizio della contrazione(PRECARICO) Tensione sviluppata per rimuovere il carico(POSTCARICO) Frequenza cardiaca STATO INOTROPO + CATECOLAMINE DIGITALE INOTROPI POSITIVI -PERDITA DI MIOCITI IPERTROFIA CARDIACA ANEMIA ACIDOSI IPERCAPNIA BETABLOCCANTI E INOTROPI NEGATIVI PRECARICO (volume telediastolico) VOLEMIA TONO VENOSO AZIONE DEI MUSCOLI SCHELETRICI COMPLIANCE VENTRICOLARE PRESSIONE INTRAPERICARDICA POSTCARICO E’ DEFINIBILE COME LA TENSIONE ( STRESS ) DEL VENTRICOLO SVILUPPATA PER CONSENTIRE L’APERTURA DELLE VALVOLI SEMILUNARI. LEGGE DI LAPLACE: T= P x r / h P = pressione intraventricolare r = raggio del VS h = spessore parietale FREQUENZA CARDIACA INFLUENZA SOPRATTUTTO LA GITTATA CARDIACA (PORTATA) MA IN PARTE E FINO A CERTE FREQUENZE ANCHE LA GITTATA SISTOLICA MECCANISMI PATOGENETICI DELL’INSUFFICIENZA CARDIACA 1. 2. 3. 4. 5. Depressione o perdita di miociti: miocarditi, miocardiopatie, IMA, CAD Aumento del precarico:insuff. Delle valvole A-V e delle semilunari, cardiopatie congenite con shunt Sx-Dx, fistole A-V, ipertiroidismo, anemia. Aumento del postcarico: ipertensione arteriosa, stenosi aortica.Ambedue le condizioni inducono ipertrofia prev. concentrica con comparsa di ischemia. Ostacolo al riempimento diastolico ovvero DISFUNZIONE DIASTOLICA Fattori esterni che limitano il riempimento ventricolare (pericardite) DISFUNZIONE DIASTOLICA Incapacità del cuore di rimpirsi durante la diastole a basse pressioni di riempimento (< 12 mmHg). Fasi della diastole: PROTODIASTOLE= fase attiva che richiede consumo di ATP DIASTASI= fase influenzata dalle proprietà passive di rilassamento e di rigidità della parete ventricolare. TELEDIASTOLE= interessa la sistole atriale SITUAZIONI CLINICHE IN CUI E’ PRESENTE UNA DISFUNZIONE DIASTOLICA Ischemia cardiaca Ipertensione arteriosa Età avanzata Ipertrofia ventricolare sinistra Stenosi aortica con ipertrofia concentrica Cardiomiopatia diabetica Cardiomiopatia ipertensiva Cardiomiopatia restrittiva REGOLAZIONE RIFLESSA DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO BAROCETTORI ARTERIOSI sono situati a livello dei grossi vasi arteriosi della regione toracica e del collo (aorta, seno carotideo ecc.). Rispondono a stimolazione pressorie e esercitano una inibizione simpatica e una stimolazione vagale. RECETTORI CARDIOPOLMONARI situati negli atrii nei ventricoli e nei rami dell’arteria polmonare. Sensibili alla distensione volumetrica determinano un aumento della secrezioni di ANP e riduzione di ADH e renina REGOLAZIONE NEURO-ORMONALE IL SISTEMA SIMPATICO IL SISTEMA RENINA ANGIOTENSINA ADH PEPTIDE NATRIURETICO ATRIALE ENDOTELINA CITOCHINE SISTEMA SIMPATICO L’attivazione del sistema simpatico è un fenomeno molto precoce nello scompenso cardiaco, rilevabile già in paz. asintomatici. Elevati livelli di noradrenalina correlano con una prognosi rapidamente infausta, provocano un netto aumento delle resistenze periferiche, dell’increzione di renina e favoriscono l’insorgenza di aritmie ventricolari. Si accompagnano inoltre a una riduzione della densità dei recettori beta-1-adrenergici (DOWNREGULATION). L’iperattività simpatica nello scompenso è in parte dovuta alla sregolazione del sistema barorecettoriale arterioso e cardiopolmonare con conseguente mancata inibizione dei centri vasomotori. Tale sregolazione è ben correlata con una riduzione della FE e del consumo di O2 al test cardiopolmonare. SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA ANGIOTENSINOGENO RENINA ANGIOTENSINA I NON ACE ACE ANGIOTENSINA II AT 1 AT 2 ALDOSTERONE ADH :azione antidiuretica e vasocostrittrice ANP : fattore natriuretico stimolato dai meccanocettori atriali , la sua liberazione aumenta progressivamente nel corso dello scompenso, ma nelle fasi avanzate si riduce ed è più correlato con l’incremento del BNP. AZIONI DELL’ ANP 1 NATRIURESI 2 INIB. DEL SIST. RENINA –ANGIOTENSINA 3 MODULAZIONE DEL SIMPATICO 4 AUMENTO DELLA PERMEABILITA’ CAPILLARE 5 VASODILATAZIONE ARTERIOSA ENDOTELINA:peptide a potente azione vasocostrittrice e mitogena , è nettamente aumentata nello scompenso cardiaco. CITOCHINE : TNF nettamente aumentato nei paz. con ins. Cardiaca. DALLA FISIOPATOLOGIA ALLA CLINICA I NOSTRI PAZIENTI DEFINIZIONE CLINICA DI SCOMPENSO CARDIACO: 1- PRESENZA DI SINTOMI DI SCOMPENSO A RIPOSO O DA SFORZO 2- EVIDENZA OBIETTIVA DI DISFUNZIONE CARDIACA A RIPOSO 3- RISPOSTA POSITIVA AL TRATTAMENTO PER LO SCOMPENSO (nei casi in cui la diagnosi sia dubbia) ( i criteri 1 e 2 sono obbligatori per la diagnosi) CLASSIFICAZIONE NYHA 1. 2. 3. 4. I CLASSE : nessuna limitazione, l’attività fisica abituale non provoca astenia, dispnea né palpitazioni; II CLASSE : benessere a riposo, lieve limitazione dell’attività fisica abituale con dispnea, affaticabilità e tachicardia o angor; III CLASSE : benessere a riposo ma attività fisiche inferiori a quelle quotidiane e usuali provocano sintomi con grave limitazione dell’attività fisica; IV CLASSE : sintomi di scompenso presenti a riposo con incremento anche per attività minime, incapacità a svolgere qualunque attività senza disturbi. Linee Guida ACC / AHA Stadio A : Alto rischio di SC in pazienti con ipertensione,farmaci citotossici , diabete, storia familiare di cardiomiopatia. Stadio B : Alterazioni strutturali cardiache in pazienti con pregresso IMA, disfunzione sistolica VS, valvulopatia asintomatica. Stadio C : Alterazioni strutturali cardiache note in pazienti sintomatici per dispnea da sforzo, affaticabilità, ridotta tolleranza all’esercizio fisico. Stadio D : Scompenso cardiaco cronico in pazienti con sintomi a riposo in terapia medica ottimale e massimale, frequenti ospedalizzazioni. ITER DIAGNOSTICO ECG ( Ecg holter) e ECO (ECOSTRESS) TEST DI LABORATORIO RX TORACE RMN SPECT PET TC coronarica CATETERISMO e BIOPSIA endomiocardica TEST DA SFORZO (consumo di O2) ECG ECOCARDIO Indice di performance cardiaca MPI o TEI index : indicatore di disfunzione combinata sisto diastolica Predittore di morbilità e mortalità in cardiopatie dilatative, amiloidosi, ipertensione polmonare, infarto miocardico acuto. Fornisce indicazioni prognostiche aggiuntive nello SCC in pazienti anziani e in quelli sottoposti a resincronizzazione miocardica Se è presente insufficenza mitralica è possibile valutare il dP/dt DISFUNZIONE DIASTOLICA Incapacità del cuore di rimpirsi durante la diastole a basse pressioni di riempimento (< 12 mmHg). Fasi della diastole: PROTODIASTOLE= fase attiva che richiede consumo di ATP DIASTASI= fase influenzata dalle proprietà passive di rilassamento e di rigidità della parete ventricolare. TELEDIASTOLE= interessa la sistole atriale MATRICE EXTRACELLULARE Rimodellamento miocardico dipende sia da patologia miocellulare che della matrice extracellulare Fibroblasti e rete di collagene possono: 1) ridursi per danno ischemico (IMA) 2) aumentare come a seguito dell’attivazione del sistema RAA Nel primo caso sarà un’evoluzione verso la dilatazione con prevalente disfunzione sistolica. Nel secondo caso un’evoluzione disfunzionale prevalentemente diastolica VALUTAZIONE CON DOPPLER PULSATO LABORATORIO NT-proBNP I peptidi natriuretici si elevano a seguito della dilatazione delle camere cardiache. Sono influenzati dall’età, IRC, embolie polmonari , obesità ecc. E’ utile per escludere una origine cardiaca della dispnea sia acuta che cronica. Nel primo caso valori< 300 pg/ml e nel secondo caso < 125 pg/ml escludono quadri di SCA e SSC. RX Torace : è ancora e/o sempre utile? Serve a documentare un quadro di congestione polmonare , versamenti pleurici, indice CT. Utile nel documentare una causa di instabilizzazione (focolaio BP ) in corso di scompenso cardiaco cronico. Una volta formulata la diagnosi occorre…. 1. 2. 3. 4. Valutare la necessità o meno di ospedalizzare il paziente per iniziare la terapia Se non richiede ospedalizzazione iniziare la terapia Informare adeguatamente il paziente circa la natura della malattia, l’effetto dei farmaci, la possibilità di instabilizzazione e come accorgersene Ricontrollare il paziente al fine di verificare la compliance terapeutica e i risultati della stessa terapia OSPEDALIZZAZIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Edema polmonare acuto o ortopnea obbligata Segni di congestione e/o ipoperfusione di recente insorgenza Ritmo sinusale a riposo costantemente >120 b/m Pressione arteriosa =< 75mmHg Iposodiemia < 130 mEq/l Incremento della creatininemia > 3 mg/dl o raddoppio della creatininemia di base Angina instabile Aritmie ipo o ipercinetiche Sincope Persistenza di sintomi dopo terapia adeguata INFORMAZIONE ADEGUATA E CONSIGLI AL PAZIENTE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Informare il paziente e eventualmente i familiari circa la natura della malattia, la possibile evoluzione, i sintomi di allarme e alcune note di prescrizione anticipata. Sensibilizzarlo al controllo del peso corporeo (per incrementi di oltre 2 Kg in pochi gg informare il medico ). Avvertirlo della necessità di riposo assoluto nei periodi di instabilità clinica. Discutere ed esamire il tipo di attività lavorativa o fisica, gli hobbies. Affrontare con discrezione ma in modo chiaro ed adeguato al fine di tranquillizare eventuali eccessi di ansia il problema dell’atività sessuale possibile. Educazione dietetica ( dieta ipocalorica, iposodica , con restrizione idrica ed alcoolica ). Discutere lo schema farmacologico adeguandolo possibilmente a esigenze del paziente, per evitare scarsa compliance terapeutica, veramente dannosa. Vaccinazione antinfluenzale e antiepatitica B Perché informare adeguatamente il paziente e i familiari? Prima del 1999 a 5 anni dalla diagnosi di SC la mortalità era del 60-70% Il trattamento corretto e compliante ha prodotto una sensibile riduzione delle ospedalizzazioni (30-50%) e una piccola ma significativa riduzione della mortalità. Importanza decisa della comunicazione corretta al fine di non sottostimare l’importanza di una diagnosi che può corrispondere a una paucisintomaticità. I GRANDI TRIAL NEL TRATTAMENTO DELLO SCOMPENSO CARDIACO 1983-1992 CAPTOPRIL ( SAVE ) 1987-1992 ENALAPRIL ( CONSENSUS I , V-HeFT-II , SOLVD t , SOLVD p ) 1993 RAMIPRIL ( AIRE ) 1997-2000 LOSARTAN ( ELITE , ELITE II ) 1999 CANDESARTAN ( RESOLVD ) 2001 VALSARTAN ( VAL-HeFT ) 1997 DIGOSSINA ( DIG ) 1993-1999 METOPROLOLO ( MDC , MERIT-HF) 1996-2001 CARVEDILOLO (CARVEDILOL U.S Study ,COPERNICUS , CAPRICORN ) 1999 BISOPROLOLO (CIBIS II) 1999 SPIRONOLATTONE (RALES) APPROCCIO TERAPEUTICO IN PASSATO: controllo della ritenzione idrosalina con miglioramento dei sintomi(dispnea, astenia) e segni (edemi, vers. pleurico ecc.). OGGI: controlo della ritenzione e correzione o prevenzione delle alterazioni strutturali cardiovascolari (rimodellamento). Prevenzione della dilatazione VS nella disfunzione sistolica e della massa nella disfunzione diastolica,migliorando la contrattilità e la qualità di vita riducendo la mortalità per tutte le cause. Novità nelle LG ESC 2012 Estensione di classe NYHA nell’uso degli antialdosteronici Indicazione a un nuovo farmaco: IVABRADINA Estensione dell’indicazione all’impianto di CRT. Novità nell’indicazione alla rivascolarizzazione , all’uso di DEVICE e di intervento transcatetere delle valvulopatie TERAPIA FARMACOLOGICA DELLO SCOMPENSO CARDIACO CRONICO Il farmaco di primo impiego in caso di diagnosi di scompenso cardiaco con disfunzione sistolica è l’ACE inibitore. Se sono presenti segni o sintomi relativi alla congestione e ritenzione idrica il farmaco di elezione è il diuretico (quasi sempre associato all’ACE inibitore). Se esiste solo disfunzione contrattile ma non segni di congestione il diuretico non è indispensabile. Il diuretico migliora i sintomi nello SCC ma non riduce la mortalità mentre il betabloccante può temporaneamente peggiorare i sintomi ma riduce la mortalità Dopo stabilizzazione del quadro e a paziente “asciutto” si inizia una riduzione del diuretico, portando se possibile l’ACE a dosaggio target e solo a stabilizzazione avvenuta e mantenuta si può iniziare l’introduzione del betabloccante. E ANCORA Occorre sempre trattare e a volte intensificare i trattamenti farmacologici delle condizioni di fondo che sono alla base della disfunzione miocardica (diabete, ipertensione arteriosa, coronaropatia) migliorando e affinando la diagnosi ( valvulopatie, ischemia silente, miocardio ibernato, ischemia reversibile ecc.). Ricordare che l’iperattività simpatica e la disattivazione parasimpatica sono presenti in fasi precoci e di pari passo alla disfunzione endoteliale concorrono a instaurare il rimodellamento cardiovascolare. DIURETICI TIZIDICI : DELL’ANSA : idroclorotizide , clortalidone furosemide , torasemide ac. Etacrinico, bumetanide METOLAZONE RISPARMIATORI DI K : amiloride , triamterene ANTIALDOSTERONICI : spironolattone , canrenoato di K ALCUNE PUNTUALIZZAZIONI NELL’USO DEI DIURETICI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. L’efficacia aumenta se dopo l’assunzione il paz. rimane supino per circa 1 ora. Evitare se possibile l’assunzione contemporanea all’ACE (soprattutto in paz. ipotesi ) Fino a 75 mg/die la furosemide va assunta in monosomministrazione , oltre frazionare le dosi. Si può sfruttare l’effetto additivo di tiazidici e diuretici dell’ansa La furosemide e.v. ha anche eff. di venodilatazione L’ipoK da diuretico non è correggibile facilmente con supplementazione orale mentre l’ipoMg si Se si impiegano dosi elevate di diuretici anche senza che si sia realizzata un’iperuricemia è meglio somministrare allopurinolo E ANCORA Meglio mantenere una potassiemia tra 4,5 e 5 al fine di migliorare la stabilità elettrica del cuore Il metalazone già a 2,5 mg/die è in grado di potenziare nettamente la diuresi da furosemide ma attenti alle gravi ipoK , mentre l’uso di risparmiatori di K e ACE se associati a FANS anche per brevi periodi può portare a gravi iperK L’associazione di dosi di 25 – 50 mg/die di spironolattone nei pazienti in III.IV classe NYHA è in grado di ridurre la mortalità e l’ospedalizzazione ( studio RALES ) ACE INIBITORI FARMACI ATTIVI : captopril 25-50 x 3 PROFARMACI : enalapril 10-20 x 2 ramipril 5 x 2 quinapril 10 x 2 fosinopril 20 benazepril 10 x 2 perindopril 4 zofenopril 30 IDROSOLUBILI : lisinopril 20 Sono utili indipendentemente dalla presenza della disfunzione sistolica in tutti i pazienti ad alto rischio cardiovascolare( miglioramento della funzione endoteliale, aumento della produzione di NO, riduzione dello stress ossidativo , del inibitore del plasminogeno e dell’IVS). In acuto riducono precarico e postcarico, in cronico si manifestano gli effetti dovuti al miglioramento della funzione endoteliale con miglioramento della FE e del EDV, aumento della natriuresi e della funzione renale Trovano quindi indicazione assoluta in tutti i gradi di scompenso a disfunzione sistolica. I dati in letteratura parlano di riduzione della mortalità e dell’ospedalizzazione, di miglioramento dello stato funzionale del ventricolo sx e della qualità di vita del paziente. Sono di primo impiego nello scompenso e vanno praticamente continuati per tutta la durata del trattamento. Sembra essere di grande importanza il raggiungimento dello dosaggio target poiché a dosaggi inferiori si riduce l’efficacia sugli endpoint esaminati. Probabilmente non esiste una sostanziale differenza clinica tra loro. INOLTRE Valori pressori anche di 90 mmHg purchè ben tollerati e senza segni di ipoperfusione d’organo non ne limitano l’impiego , come pure valori stabili di creatininemia <3 mg/dl con K < 5,5 mg/dl. SONO INVECE CONTROINDICATI - gravidanza - ipotensione sintomatica - creatininemia > 3 – 4 mg/dl - stenosi dell’arteria renale - angioedema - iperk persistente anche dopo sospensione di risparmiatori di K o antialdosteronici EFFETTI COLLATERALI - tosse - angioedema - iperK - ipotensione - neutropenia e agranulocitosi INFORMAZIONI UTILI DEL MEDICO AL PAZIENTE - informarlo della possibile tosse da ACE - in caso di ipotensione in corso di terapia assieme a diuretici ridurre prima il diuretico poi eventualmente sospenderlo e solo allora ridurre l’ACE ma se possibile non sospenderlo - attenzione all’uso concomitante di FANS INIBITORI DELL’ANGIOTENSINA II Losartan , valsartan , candesartan sono i farmaci studiati nello scompenso cardiaco sia usati singolarmente che in associazione all’ACE per migliorare il blocco degli effetti sui recettori AT1 della quota di angiotensinaII circolante nei soggetti in trattamento con ACE. E’ stata dimostrata la capacità di ridurre la pressione capillare polmonare , le resistenze periferiche, migliorare la tolleranza allo sforzo. In associazione con ACE sembra che migliorino i livelli di angiotensinaII per blocco cronico del recettore , venga inibito completamente il sistema renina-angiotensinaaldosterone e si mantengano gli effetti favorevoli mediati da chinine, prostaglandine e NO. ATTUALE INDICAZIONE DEI SARTANI NELLO SCOMPENSO CARDIACO Tosse o angioedema da ACE inibitore, più dubbio l’uso in caso di insufficenza renale o iperk da ACE inibitore Controllo dell’ACE escape ( in associazione all’ACE ) in pazienti ad alto rischio o con riduzione degli effetti attesi sul rimodellamento e performance cardiaca. Uso associato all’ACE in pazienti che non tollerano il betabloccante. BETA-BLOCCANTI La maggior parte degli studi verso placebo ( US HF con carvedilolo, CIBIS II con bisoprololo e MERIT-HF con metoprololo ) hanno inequivocabilmente dimostrato che l’uso del beta-bloccante nello scompenso porta a: - riduzione della mortalità totale - più spiccata riduzione della morte improvvisa - riduzione della ospedalizzazione - efficacia sul rimodellamento VS con miglioramento della funzione sistolica ( FE ) e della funzione diastolica - effetto sinergico con ACE inibitore sul miglioramento contrattile ( CARMEN ) Nello scompenso la iperattività adrenergica porta a una riduzione (down regulation) dei recettori BETA 1 rispetto a BETA 2 e aumento degli ALFA 1( up regulation ). METOPROLOLO e BISOPROLOLO sono beta 1 selettivi CARVEDILOLO provoca un blocco dei rettori alfa e beta. Occorre ricordare che sia il blocco dovuto a simpaticoliti centrali che ad alfa bloccanti non porta alcun beneficio nello scompenso. Effetto farmacologico : è quello che si osserva all’inizio del trattamento cioè una riduzione dell’inotropismo e della frequenza cardiaca. Effetto biologico si osserva dopo mesi di trattamento con gli effetti sul rimodellamento e sulla funzione contrattile Sono candidati al trattamento con beta-bloccante tutti i pazienti con scompenso cardiaco cronico da disfunzione sistolica, già in trattamento con ACE e clinicamente stabili. PAZIENTI IDEALI : classe NYHA II e III con ipertensione arteriosa , frequenza cardiaca > 100 e sintomi di scompenso da meno di 24 mesi. PAZIENTI CON MINORE PROBABILITA’ di risultato quelli con lunga storia di malattia pressione < 100 e frequenza cardiaca < 70 PAZIENTI DA VALUTARE coloro che presentano comorbilità come diabete , broncopneumopatia cronica, insufficenza renale avanzata e fibrillazione atriale cronica. CONTROINDICAZIONI Blocco A-V di I grado > 240 ms Blocco A-V di II grado Severa broncopneumopatia cronica Frequenza cardiaca inferiore a 50 b/m Pressione arteriosa inferiore a 90 mmH DOSE INIZIALE: DOSE MASSIMA METOPROLOLO 5 X 2 BISOPROLOLO 1,25 CARVEDILOLO 3,125 X 2 METOPROLOLO 150 BISOPROLOLO 10 CARVEDILOLO 50-100 COME CONDURRE IL TRATTAMENTO CON BETABLOCCANTE ( up-titration )? I pazienti in IV classe devono essere trattati in regime di ricovero. Tutti i pazienti devono essere in fase di stabilità clinica senza segni di congestione da almeno 3 settimane. Si inizia con la dose iniziale controllando il paz. quotidianamente i primi 3 gg , sorvegliando la PA, HR , e segni di congestione, peso corporeo; a tal scopo andrà informato il paziente su eventuali sintomi che potrà avvertire e di cui dovrà informare il medico. Dopo 14-21 gg si passa alla dose successiva L’ipotensione andrà trattata prima riducendo diuretici o Ca-antagonisti. La congestione aumentando i diuretici. Si dovrà eventualmente ritornare al dosaggio precedente ma possibilmente mai sospendere bruscamente il betabloccante. Il 5-10% dei soggetti trattati mostrano intolleranza dai primi giorni altri successivamente ma ciò non impedisce di riprovare in seguito un nuovo trattamento. La dose massima tollerata si stima con valori di frequenza cardiaca attorno a 50 b/m e valori pressori di 90- 100 mmHg senza segni di scompenso. Ricordare a se stessi e al paziente che i benefici reali si conseguono non prima di 3-6 mesi di trattamento ( aumento della FE e riduzione dell’EDV) Attenzione particolare andrà posta a sintomi tipo capogiri o vertigini che possono sottintedere aritmie ipocinetiche. L’ACE inibitore migliora soprattutto i fenomeni di disfunzione vascolare Il Betabloccante migliora o inverte il processo di rimodellamento del ventricolo sinistro GLICOSIDI CARDIACI : DIGOSSINA, METILDIGOSSINA, ACETILDIGOSSINA Vanno introdotti in terapia dopo diuretico e ACE in pazienti con disfunzione sistolica sintomatica. Il loro effetto positivo nella scompenso sulla tolleranza allo sforzo, sulla riduzione di ospedalizzazione e peggioramento clinico è più dovuto all’effetto modulatore dell’attività simpatica che all’effetto inotropo positivo. Nelle disfunzioni asintomatiche associate a fibrillazione atriale vi è indicazione per il controllo della frequenza ventricolare (anche per amiodarone e betabloccanti ). Rari sono i fenomeni di tossicità se vengono rispettati i livelli ematici terapeutici ( 0,8 – 2 ) CONTROINDICAZIONI O MOTIVI DI SOSPENSIONE : - Bradicardia < 60 b/m - Blocco A-V di II e III grado - W-P-W - SSS ( sick sinus syndrome ) - sindrome del seno carotideo - ipok , ipercalcemia , insufficenza renale > 2,5 ESEGUIRE LA DIGOSSINEMIA : paz. anziani, insufficenza renale, in sovradosaggio, se si sospetta scarsa aderenza terapeutica, in terapia con amiodarone, chinidina, verapamil, spironolattone, amiloride, triamterene, antiacidi. NITRATI (sublinguali, orali , transdermici ) Migliorano FE ventricolare sx, la tolleranza allo sforzo, riducono la pressione di riempimento ventricolare, aumentano la gittata cardiaca e riducono i rigurgiti valvolari. TACHIFILASSI : si instaura per alte dosi e somministrazioni ravvicinate, occorre la finestra terapeutica scelta nel periodo del giorno meno sintomatico per il paziente. CEFALEA : spesso scompare dopo alcuni giorni. IPOTENSIONE POSTURALE : si evita evitando di somministrare contemporaneamente ACE , betabloccante e nitrato ( intervallo di almeno 1 ora tra i 3 farmaci) CALCIOANTAGONISTI DILTIAZEM e NIFEDIPINA non sono indicati nel trattamento dello scompenso cardiaco da disfunzione sistolica. AMLODIPINA e FELODIPINA non hanno effetto peggiorativo sullo scompenso ma devono essere impiegati per controllare un’ipertensione mal controllata o una cardiopatia ischemica mal controllata da nitrati e betabloccanti. ANTIARITMICI Gli eventi aritmici sono frequenti e gravi nei pazienti con scompenso cardiaco cronico. I Farmaci Antiaritmici hanno mostrato di aumentare il rischio di morte nei paz. con cardiopatia ischemica e disfunzione ventricolare sinistra. Il solo antiaritmico che nei trial clinici non ha mostrato di aumentare la mortalità nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra è l’AMIODARONE. Efficace nelle aritmie sopraventricolari e ventricolari e in grado di risinusalizzare una fibrillazione atriale o di facilitarne la cardioversione elettrica, ha scarso effetto inotropo negativo. EFFETTI COLLATERALI: iper-ipotiroidismo, epatite, fibrosi polmonare e neuropatia. TSH < 0,35 FT3 alto FT4 alto TIREOTOSSICOSI FT3 e FT4 normali TIREOTOSSICOSI SUBLICICA (si ripete il TSH dopo 40 gg.) TSH 0,35 – 4,5 TSH > 4,5 TSH > 20 FT3 normale o basso FT4 normale o alto EFFETTO DA AMIODARONE FT4 normale o alto IPOSUBCLINICO FT4 basso IPOTIROIDISMO FIBRILLAZIONE ATRIALE Frequenza fino al 30% soprattutto nei paz. Anziani. Può essere parossistica (durata< 7 gg) o cronica. Spesso è causa di instabilizzazione se parossistica o in duce un deterioramento della funzione contrattile se cronica. Importante situazione di rischio tromboembolico per cui richiede terapia anticoagulante orale. Occorre sempre eseguire tentativi, farmacologici o elettrici di cardioversione anche per f.a. datanti da meno di 1 anno e senza trombi in atrio o auricola. E’ comumque importante controllare con farmaci o ablzioni transcatetere la frequenza ventricolare che è un elemento di instabilizzazione. In alcuni casi selezionati si può ricorrere a un PM. Fibrillazione atriale e scompenso Profilassi del tromboembolismo Rischio emorragico ANTIAGGREGANTI E ANTICOAGULANTI ASPIRINA: viene impiegata nella cardiopatia ischemica per ridurre la progressione della m. coronarica che è la causa più frequente di scompenso. Dopo pareri controversi sulla utilità nello scompenso in associazione ad ACEi. si può affermare che va sospesa solo se si sviluppa una IRC. ANTICOAGULANTI : sono indicati per ridurre il rischio tromboembolico nello scompenso: - fibrillazione atriale - pregresso embolismo - presenza di trombo endocavitario CONTROINDICAZIONI : gravidanza , recente grave emorragia COMPORTAMENTO IN CASO DI SOVRADOSAGGIO DI ANTICOAGULANTI INR > 5 : sospendere l’anticoagulante per 1-3-gg INR > 5 con emorragie : sospendere e controllare emocromo e somministrare vitamina K INR 2-3- con emorragie non gravi : ricercare una causa locale EMORRAGIE GRAVI : sospendere l’anticoagulante SCOMPENSO CON FUNZIONE SISTOLICA NORMALE Si tratta di un gruppo di pazienti che a secondo della casistiche varia da 10 a 70 % con una media del 35% che presenta una FE > 45% e che hanno una mortalità inferiore a quelli con funzione sistolica alterata. Occorre distinguere i falsi positivi : inaccurata FE o diagnosi(BPCO), mixomi atriali, false FE da ins. mitralica, temporanea disfunzione VS. DISFUNZIONE DIASTOLICA : si riscontra in persone anziane soprattutto donne, ipertesi di lunga data, cardiopatia ischemica, cardiopatia ipertrofica, stenosi aortica. In questi casi è compromessa la fase attiva della diastole. TERAPIA DELLO SCOMPENSO DA DISFUNZIONE DIASTOLICA 1. 2. 3. 4. Terapia della patologia di base accurata (ipertensione, CAD, valvulopatia) Uso cauto di diuretici al fine di non ridurre eccessivamente il preload Nitrati per ridurre le pressioni di riempimento Mantenere una frequenza cardiaca bassa facendo ricorso anche a farmaci potenzialmente inotropi negativi come betabloccanti, verapamil , al fine di migliorare il riempimento diastolico. DOBUTAMINA INTERMITTENTE Farmaco inotropo positivo da somministrazione endovenosa che induce aumento della portata cardia riduzione delle pressioni di riempimento ventricolare e delle resistenze periferiche. L’uso domiciliare o ambulatoriale in pazienti selezionati si è dimostrato efficace per somministrazioni settimanali di 48-72 ore. Si preferisce in questi pazienti impiantare un port-a-cath. Si tratta generalmente di pazienti in III IV classe NYHA con frequenti periodi di instabilità clinica in terapia farmacologica piena tollerata. ARITMIE MAGGIORI Le aritmie sia ventricolari che sopraventricolari sono una evenienza frequentissima nello scompenso cardiaco e spesso sono causa di instabilizzazione del quadro clinico e anche del decesso del malato. Le aritmie ventricolari (tachicardie ventricolare o fibrillazione ventricolare) sono spesso la causa di morte improvvisa, evento percentualmente più frequente in classi funzionali II e III rispetto alle altre cause di morte. In IV classe sono frequenti le forme bradiaritmiche ( blocco senoatriale e atrioventricolare e la dissociazione elettromeccanica). Occorre sospettarne l’esistenza ogni volta che il paziente riferisce palpitazioni, dispnea improvvisa, capogiri, lipotimie. Il solo antiaritmico utilizzabile è l’Amiodarone DEFIBRILLATORE IMPIANTABILE (AICD) Poiché la morte improvvisa è l’evento più drammatico atteso ma non sempre prevedibile nello scompenso cardiaco in classe funzionale II e III e spesso in soggetti giovani è possibile utilizzare un defibrillatore impiantabile nei soggetti a più alto rischio visto che gli studi hanno dimostrato migliori risultati rispetto ad amiodarone. Indicazioni : Quando pensare alla CRT sulla base delle LG 2013 ? e… Scarsa COMPLIANCE e ADERENZA terapeutica costituiscono più del 60% delle sistuazioni di instabilizzazione. Pertanto occorre instaurare una buona aderenza terapeutica per evitare questi insuccessi terapeutici. FATTORI IATROGENI : uso non corretto di farmaci cardiovascolari (diuretici, antiaritmici, inotropi negativi) non cardiovascolari (FANS, corticosteroidi,triciclici) , situazioni cliniche indotte da farmaci (distiroidismo da amiodarone, ins. renale, diabete). TOLERANCE ai farmaci (nitroderivati) ISCHEMIA CARDIACA Ma anche un controllo non ottimale delle comorbilità Anemia e Sideropenia Angina Asma bronchiale , BPCO , OSAS Diabete Mellito Cachessia o Obesità Depressione Disfunzione erettile Dislipidemia e Gotta Ipertensione arteriosa IRC IPB Angina Rivascolarizzazione ? Ipertensione arteriosa Cause di instabilizzazione Scompenso Cardiaco Acuto Terapia SCA INDICATORI NELLO SCOMPENSO CARDIACO INDICATORI DESCRITTORI : semplici indici che definiscono la situazione clinica ma non consentono valutazioni prognostiche o modifiche terapeutiche. INDICATORI PROGNOSTICI : permettono valutazioni prognostiche . INDICATORI DECISIONALI : inducono modificazioni di strtegia terapeutica e comportamentale. Occorre sottolineare come in ogni caso l’indicatore più importante sia il livello di gravità clinica e come lo stesso indicatore a secondo della classe funzionale possa perdere di validità e significato. INDICATORI PROGNOSTICO – DECISIONALI NELLO SCOMPENSO ASINTOMATICO O PAUCISINTOMATICO PROGNOSTICI DECISIONALI : -FE -volumi teledistolici e telesistolici -non trattamento con ACE -assetto neuro-ormonale ANP BNP : -età -eziologia -progressivo incremento dei volumi INDICATORI PROGNOSTICO-DECISIONALI NEL PAZIENTE CON SCOMPENSO MODERATO PROGNOSTICI DECISIONALI : gli stessi di prima + - presenza di alterazioni diastoliche - consumo di O2 da sforzo ( test cardiopolmonare ) : oltre l’età e l‘eziologia e consumo di O2 - presenza di fattori o patologie aggravanti lo SC - comorbidità - la terapia in atto INDICATORI PROGNOSTICO-DECISIONALI NELLO SCOMPENSO SEVERO PROGNOSTICI DECISIONALI : - consumo di O2 : - ipoNa - danno d’organo - intolleranza all’ACE - V O2 < 10 ml/Kg/min - esaurita risposta terapeutica - cachessia - età - durata della malattia - indicatori emodinamici - resistenze polmonari - disfunzione ventricolare DX - V O2 Trapianto Attività fisica