23 IL CAFFÈ 8 giugno 2014 tra parentesi La tendenza E vissero tutti nel disordine felici e contenti C hiamiamolo pure “creativo”, ma sempre disordine è. E per quanto le moderne tecnologie ci permettano di conservare tutto, persino nei pochi centimetri di spazio di uno smartphone, c’è chi non rinuncia a circondarsi di una marea d’oggetti (spesso inutili) come se vivesse in una sorta di capsula del tempo da tramandare ai posteri. Dopo anni di arredamento minimalista, di feng shui domestico, di stile sobrio, pratico ed essenziale come da filosofia Ikea, forse è venuto il momento di riabilitare il disordine. Il bello è che, a quanto pare ,questa fatica a separarci dalle cose che accumuliamo sulla scrivania, in salotto, in tutta la casa non è più considerata il risultato di un eccesso di consumismo (anche perché in tempi di crisi non è il caso), ma una sorta di elisir di eterna giovinezza. La confusione è giovane, è fresca, è il rinnovarsi di eterne illusioni adolescenziali, sostengono non pochi psicologi inclini a non penalizzare questa sorta di sindrome di Peter Pan. Poco importa se a volte le scrivanie e le camere di professionisti stimati assomigliano a quelle di un qualunque teenager. “Ma è così, anzi sono dell’idea che anche una scrivania sia un po’ la metafora della nostra vita”, è l'opinione divertita dell'antropologo Marino Niola che si schiera tra i “disordinati creativi”. Indipendentemen- I famosi SALVADOR DALI Chi ha visitato la casa museo di Dali a Port Lligat si è trovato nel regno del “trovarobato” DORIS LESSING La scrittrice britannica, Nobel 2007, esibiva il disordine casalingo come esercizio di stile te dal fatto che il disordine sia volontario o involontario, finisce per rappresentare una sorta di stratificazione ideologica di chi lo vive. “Fateci caso, nello strato superiore delle carte, inevitabilmente galleggiano le cose più importanti in quel momento- Niola: “Volontario o meno, il caos che ci circonda in fondo finisce per rappresentarci” FRANCIS BACON Lo studio del pittore irlandese, conservato com’era, è diventato addirittura un’opera d’arte osserva Niola -. Sotto, invece, finiscono quelle dimenticate. E nella maggior parte dei casi meritano di essere dimenticate". E senza scomodare grandi artisti del passato e del presente, da Salvador Dalì a Doris Lessing, dal pittore irlandese Francis Ba- L’intervista STEPHEN KING Lo scrittore americano parla di “disordine controllato”: appunti e libri sparsi ovunque con al re del brivido Stephen King, bisogna ammettere che il caos ha un suo fascino. Una sorta di dichiarazione d’indipendenza, di emancipazione dalle regole che vedono elevato l’ordine a virtù, un soffio di anarchia che ci spinge a circondarci anche di co- JOHN LASSETER Lo studio del genio dell’animazione Pixar sembra un negozio di giocattoli e souvenirs se magari inutili ma che amiamo o abbiamo amato. Cose che parlano di noi e di cui non ci vergogniamo affatto. Anzi, ci si sente un po’ come dei faraoni dell’antico Egitto, sepolti nelle loro piramidi con tutte le loro cose. Ma attenzione, avverte lo psicologo L’opposto della meticolosità vista dallo psicologo Luigi Gianini “Lasciarsi un po’andare è creativo” O rdine e disordine sono le due facce della stessa esigenza: ritrovarsi. A patto, secondo lo psicologo Luigi Gianini, specializzato in psicoterapia cognitivo-sociale, che non si trasformi in un disturbo. “Sia l’ordinato che il disordinato adottano un metodo per arrivare ad altri fini. Il primo si ritrova solo se tutto è al suo posto, il secondo spesso crea disordine intorno a sè per trovare l’habitat ideale, e a volte anche per porsi un risultato finale: rimettere tutto in ordine”. E quale vive meglio? “Entrambi, se raggiungono i loro scopi. Certo, il caos può essere un modo per concedersi alla creatività, il disordine nel momento che serve, per lasciarsi andare alla complessità delle cose”. Ma vivere nel disordine totale, circondati da tante cose, non è un sintomo pericoloso? “Solo nei casi estremi, quando diventa patologi- co, ai limiti della disposofobia, il bisogno ossessivo di non buttare via niente. Ma anche il troppo ordine, l’eccesso di meticolosità può provocare disturbi ossessivi”. Però è vero che molti accumulano oggetti e cose senza averne un’esigenza specifica. “È abbastanza tipico nel mondo occidentale, dove si ha una grossa difficoltà a ‘lasciare andare’ le cose. È un attaccamento materiale, che ha a che fare col potere, col possesso”. Se è comprensibile per le persone più anziane, che hanno vissuto privazioni, oggi come si spiega? “In fondo questa sorta di ‘collezionismo’ è un modo per esorcizzare una perdita, una parte di sè, qualcosa che è tuo. Paradossalmente anche chi butta tutto esorcizza, a modo suo, la paura di perderlo”. e.r.b. (vedi intervista sotto), il disordine va bene, ma a patto che non si trasformi in mania compulsiva. Una parola difficile, “disposofobia”, per descrivere un disturbo psichico, che ti porta a morire letteralmente sepolto da quanto accumulato. Come descrive benissimo lo scrittore americano Edgar Lawrence Doctorow nel suo romanzo “Homer & Langley”. Ispirata a un famoso fatto di cronaca della New York del primo Novecento, quando i ricchi fratelli Collyer, nel corso dei decenni, trasformarono il loro palazzo in un delirante ricettacolo di ciarpame, dove vivranno come reclusi fino a rimanere annientati dalla spazzatura da loro stessi accumulata. Se questi personaggi tragici ed emblematici - che hanno perfino dato il nome alla “sindrome di Collyer” - diventarono metafora di un mondo, e di un lungo periodo della storia americana, i nostri disordinati contemporanei si accontentano di vivere in un microcosmo caotico ma rassicurante. Forse è proprio sapere che tutte le loro foto, appunti, filmati e documenti starebbero comodamente in un tablet che li spinge a reagire, a ribellarsi ad uno stile di vita ormai definibile come “conformista”. Insomma, all’insegna del vissero tutti felici, disordinati, e contenti. Del resto come diceva qualcuno, il disordine non è altro che un ordine non compreso e.r.b. Nonostante la comodità della tecnologia non ci separiamo dagli oggetti, anzi %$D( >. 4::>5;5 %$D( 7CC/ ) A-)= -==/ /-8)&+)=/ 2/1/ @C)/- + A-=&&)/ ) 17CC/ B@8 7,)@,3 )-+5 %$D( ),1788)/- 2>$ +)=7) )7) 1@7 $ 1/7=3 9 DDD5 /==/ A-=&&)/ ) 17CC/ B@8 7,)@, 9DDD5 90 DDD55 = +8)-& ,-8)+ ::>5:D )-+5 /-8@,/ :> +;0DD *, ,)88)/-) ) ? 0%$ &;*, =&/7) 6")-C -7&=) 5 /++/ )++@8=7=/ %$D( 2>$ +)=7) )7) 1@7 $ 1/7=3 .$ DDD5 /==/ A-=&&)/ ) 17CC/ B@8 7,)@, 9DDD5 DDD55 = +8)-& ,-8)+ ?05?D5 /-=/ ?$ 4 + 17CC/ -==/5 % ,8) 0D DDD *,;--/5 88/ 6)-=788 --@/ !==)A/ >.9 45 @C)/- $ 4 ++6),1/7=/ + #--C),-=/5 +/7 78)@/ 8/-/ + )7==)A ) @+=)+8 5 8/ =/=+ /+)&=/7)5 /-88)/- + 7)=/ A)== 8 @8 @- 88)A/ )-)=,-=/ + /-8@,=/75 8)-& B@8 7,)@, A-=&&)/ ) 17CC/ B@8 7,)@, A+A/+) 17 /-=7==) 8=)1@+=) =7 )+ 05D$ )+ >D5D:5?D0% / #-/ 7A/5 /-8@,/ ) 7@7-= ,)8@7=/ 8/-/ + -/7, ++ )7==)A 90$;?DD9;5 ) ++ ,)88)/-) ) ? ) =@==) ) ,/++) ) A==@7 ),,=7)/+=) )- A)CC7 0%&;*,5