EMERGENZA BATTERIOLOGICA 20/03/2002 Emergenza Batteriologica Manuale Pratico per le Patologie da Bioterrorismo Pharmacia e SIMG Bacillus Anthracis Clostridium Botulinum Aggressivi Chimici Febbri Emorragiche Orthopoxvirus Yersina Pestis Francisella Tularensis file:///A|/Bioter.htm [18/03/2002 8.27.14] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 BACILLUS ANTHRACIS SCHEDA AGENTE EZIOLOGICO ----------------Bastoncini gram-positivi disposti a catenelle, aerobio, capsulato e sporigeno. immobile, TRASMISSIONE -----------Il bacillus anthracis causa normalmente patologiatra gli erbivori, accidentalmente si trasmette all'uomo tramite il contatto con animali infetti o loro prodotti o per inalazionedi spore presenti nell'ambiente o per ingestione di carne poco cotta di animali infetti. La trasmissione interumana e' estremamente rara ed e' stata dimostrata solo per via cutanea tramite materiale infetto. MANIFESTAZIONI CLINICHE ----------------------LOCALIZZAZIONE CUTANEA (95%): papula pruriginosa localizzata piu' frequentemente agli arti o alle mani che aumenta progressivamente di dimensioni e si ulcera in superficie, circondata da vescicole. La lesione ha di solito un diametro di 2-3 cm, e' rotondeggiante e non dolorosa ed in 2-6 giorni evolve in escara che poi lascia una cicatrice permanente. La lesione puo' essere accompagnata da linfoadenopatia locale e da malessere generale, febbre e cefalea. LOCALIZZAZIONE POLMONARE: iniziale sintomatologia simil influenzale con astenia, febbricola, tosse. Comparsa dopo 1-2 giorni di dispnea, tosse secca, febbre elevata, talvolta accompagnate da ematemesi e melena. La radiografia del torace puo' documentare broncopolmonite a focolai disseminati, allargamento del mediastino e versamento pleurico. Tale patologia e' gravata da un'elevata letalita'. Il decorso puo' file:///A|/antracis.htm (1 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 essere rapidamente fatale in paziente con sensorio integro o decesso puo' sopraggiungere dopo insorgenza di shock settico eventuale disseminazione meningea del microrganismo. il ed LOCALIZZAZIONE INTESTINALE: l'ingestione di carne contaminata puo' portare dopo 3-7 giorni a due differenti forme cliniche: addominale e orofaringea. ANTRACE ADDOMINALE: insorgenza di nausea, vomito, anoressia, febbre seguiti da dolori addominali, ematemesi e diarrea sanguinolenta. Successivamente uno stato tossico con shock settico e cianosi portano al decesso nel 25-60% dei casi. Presenza di lesioni ulcerative soprattutto a livello del cieco e del colon. ANTRACE OROFARINGEA: faringodinia, disfagia, febbre, linfoadenopatia laterocervicale; presenza di edema e necrosi tissutale con formazioni di lesioni ulcerative della mucosa orofaringea, del palato duro e delle tonsille. MENINGITE: la localizzazione meningea puo' costituire una complicanza di una delle precedenti forme in circa il 5% dei casi. PREVENZIONE ----------Il vaccino disponibile per uso umano e' prodotto da BioPort Corporation, Lansing, Michigan, ed e' un vaccino costituito da un filtrato di colture di un ceppo di B. anthracis privo di capsula e non virulento che produce l'antigene protettivo (vaccino vivo attenuato). Esso viene somministrato per via sottocutanea in 6 dosi, rispettivamente a 0, 2, 4 settimane e dopo 6, 12 e 18 mesi con necessita' di un richiamo annuale. L'efficacia dimostrata e' del 92,5%. LA VACCINAZIONE E' RACCOMANDATA NEI SEGUENTI GRUPPI: personale di laboratorio a contatto con B. anthracis, persone a contatto con animali o con prodotti animali provenienti da aree ad elevata incidenza di antrace o dove le misure di controllo siano insufficienti, militari impiegati in aree ad alto rischio. Per essere efficace il ciclo vaccinale deve essere eseguito almeno 18 mesi prima del contatto a rischio. NON VI E' NECESSITA' DI ISOLAMENTO DEI PAZIENTI AFFETTI DA ANTRACE TERAPIA ------Dato il decorso estremamente rapido della FORMA INALATORIA dell'adulto, la somministrazione in fase precoce di antibiotici e' file:///A|/antracis.htm (2 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 ritenuta essenziale. Un ritardo di poche ore potrebbe compromettere le possibilita' di sopravvivenza. La maggior parte dei ceppi di B.anthracis e' sensibile alla penicillina e questo e' stato il trattamento storico di elezione. La FDA approva l'uso di penicillina o in alternativa di doxiciclina. La ciprofloxacina ed i fluorochinoloni non sono stati studiati sull'uomo, ma prove sull'animale ne suggeriscono una eccellente efficacia.(41.56.57) Si puo' assumere come verosimile che un uso a fini terroristici dell'antrace si avvarrebbe di ceppi resistenti e quindi esistono sufficienti consensi all'uso di ciprofloxacina nell'adulto con diagnosi sospetta di antrace da inalazione. Per quanto riguarda la via di somministrazione, nel caso di episodi sporadici, viene consigliata la via endovenosa. Nel caso di attentato di massa, per ragioni di reperibilita' del farmaco e di praticita' di somministrazione, viene data la preferenza alla via orale. La durata della terapia antibiotica deve essere almeno di 60 giorni (a causa della possibilita' di germinazioni ritardate di spore), sostituendo appena possibile alla somministrazione endovenosa quella orale. La contemporanea somministrazione di vaccino (tre dosi a 0-2-4 settimane) puo' consentire di ridurre la durata della terapia a 30-45 giorni. Il trattamento della forma cutanea si puo' avvalere della terapia orale con ciprofloxacina o doxiciclina o amoxicillina, cosi' come indicato nelle tabelle. Sebbene la durata della terapia nella forma cutanea sarebbe di 10 giorni, le raccomandazioni (per la forte probabilita' di aver anche inalato spore) sono per la prosecuzione della terapia a 60 giorni. La terapia topica non ha alcun effetto. Il B.anthracis e' sensibile in vitro a numerosi antibiotici quali cloramfenicolo, penicilline protette, macrolidi, vancomicina e cefalosporine di prima generazione. L'uso di tali antibiotici e' pero' raccomandabile solo in caso di indisponibilita' degli altri di prima scelta. (58,59,64) PAZIENTI SPECIALI BAMBINI. E' noto come l'uso dei fluorchinoloni non sia raccomandato al di sotto dei 18 anni. Ciononostante esistono raccomandazioni al loro impiego a causa della loro sicura efficacia, con eventuale sostituzione dopo la verifica della sensibilita in vitro del germe isolato. file:///A|/antracis.htm (3 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 Il vaccino non e' mai stato testato nei giovani sotto i 18 anni, ma l'esperienza con vaccini inattivati similari suggerisce una sua sicurezza ed efficacia. DONNE IN GRAVIDANZA. Medesimo ragionamento che per i bambini. In caso di sensibilita' accertata alla penicillina, se ne raccomanda l'uso endovena. GENERALITA' Il Bacillus anthracis e' tra i primi nella lista dei potenziali agenti patogeni utilizzabili nel bioterrorismo. E' stato isolato e caratterizzato da Robert Koch, che ha descritto le sue caratteristiche culturali e morfologiche nel 1867. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E COLTURALI il B. anthracis forma grossi bastoncini gram-positivi disposti a catenelle, e' aerobio, immobile, capsulato e sporigeno. Le spore, che si formano solo in presenza di ossigeno, sono ovali, subterminali, ma non rigonfiano lo sporangio. La resistenza delle spore del B. anthracis e' rimarchevole, in quanto possono sopravvivere nel terreno fino a 40 anni. I criteri di identificazione sono: le forme caratteristiche all'esame microscopico dopo colorazione con Gram, la morfologia delle colonie, la presenza di spore e l'immobilita'. PATOGENESI Il carbonchio e' una malattia che colpisce soprattutto gli erbovori (pecore, bovini ed equini), che si infettano ingerendo le spore presenti nel terreno. Le spore germinano quando entrano in un ambiente ricco di aminoacidi, nucleosidi e glucosio, ad esempio il sangue o i tessuti dell'ospite in prossimita' dei punti d'entrata. Diversamente, quando le sostanze nutritive si sono esaurite oppure quando i liquidi contenenti i bacilli del carbonchio sono esposti all'aria, si formano solo spore. I bacilli vegetativi si moltiplicano rapidamente con la formazione di un edema gelatinoso con congestione. Di raro la malattia colpisce l'uomo, quasi esclusivamente allevatori, conciatori e contadini, che vengono a contatto con pelli, lana ed altri prodotti degli animali. La massima virulenza del bacillo del carbonchio richiede la presenza sia della capsula (attivita' antifagocitaria) e sia della tossina multifattoriale carbonchiosa formata da tre proteine: fattore edematogeno (EF = edema factor), fattore letale (LF = lathal factor) e antigene proteggente (PA = protective antigen). file:///A|/antracis.htm (4 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 Anticorpi diretti verso l'antigene proteggente, che e' in grado di interagire con un recettore di membrana ubiquitario nelle cellule animali, provocano la neutralizzazione. I batteri vegetativi hanno una limitata sopravvivenza al di fuori dell'ospite, inferiore alle 24 ore, in netto contrasto alla pluridecennale resistenza nell'ambiente delle spore. DIAGNOSI Il bacillo del carbonchio puo' essere isolato da: liquido e pus raccolti dalle lesioni cutanee, campioni respiratori (espettorato), feci, liquor e sangue. Il test microbiologico di maggiore utilita' e' la classica emocoltura, che dovrebbe evidenziare una crescita in 6-24 ore. La conferma della crescita si ottiene isolando il batterio in coltura (in piastre di agar-sangue). Se il laboratorio e' stato allertato sulla possibile presenta del B. anthracis, le prove biochimiche e la morfologia delle colonie (aspetto a caput medusae) dovrebbero consentire una diagnosi presuntiva dopo 12-24 ore. La conferma della diagnosi deve essere fatta con test diretti del tipo ELISA per l'antigene proteggente e amplificazione genica (PCR), che sono disponibili sono in laboratori di riferimento e richiedono 1-2 giorni per il loro completamento. Questi test devono essere impiegati nei falsi casi di carbonchio e nelle analisi di materiale sospetto. Negli ultimi 4-5 anni sono stati descritti test molecolari di identificazione e tipizzazione. Sono state identificate sequenze specifiche e conservate (Ba8113 di 277 bp) e le prove di amplificazione genica hanno confermato una ottima specificita' e sensibilita' di circa 10 spore in 100 gr di terreno. Recentemente l'impiego di metodiche di PCR in tempo reale ha consentito l'identificazione di B. anthracis in campioni diversi (ad es. 100 litri di aria filtrati) in meno di 1 ora. Inoltre l'impiego di due sonde consente l'analisi delle temperature di annealing e di melting con una accurata tipizzazione. BIOSICUREZZA La manipolazione di alcuni agenti biologici utilizzabili nel Bioterrorismo (B. anthracis, Y. pestis, e i campioni contenenti tossine botuliniche) puo' essere fatta senza rischio per gli operatori applicando le procedure di BioSafety level 2 (BSL 2). Brevemente, i laboratori BSL 2 devono ovviamente applicare le procedure di BSL 1 (i protocolli di sicurezza generale quali il divieto di mangiare e bere in laboratorio e l'obbligo di lavarsi le mani prima di uscire dal laboratorio). Devono inoltre soddisfare alcuni requisiti specific1: laboratori BSL 2 diretti da ricercatori competenti, accesso controllato ai laboratori e file:///A|/antracis.htm (5 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 segnali visibili di rischio biologico. Il personale dei laboratori BSL2 deve essere stato specificatamente istruito nella manipolazione di agenti patogeni e nell'uso appropriato dell'equipaggiamento protettivo (camici, guanti e mascherine per il viso). Le procedure per lo smaltimento controllato di strumenti appuntiti e del materiale infetto devono essere attivate e documentate da un registro di biosicurezza. Tutte le procedure di laboratorio devono esser eseguite con l'obiettivo di minimizzare la produzione di aerosol. La vaccinazione non e' necessaria per un'attivita' limitata. La decontaminazione di superfici e strumentazione si esegue con ipoclorito di sodio (5%) che e' attivo alla diluizione 1:10. MODALITA' DI TRASMISSIONE Il Bacillus anthracis causa normalmente patologia tra gli erbovori; accidentalmente si trasmette all'uomo tramite il contatto con animali infetti o loro prodotti o per inalazione di spore presenti nell'ambiente o per ingestione di carne poco cotta di animali infetti. La trasmissione interumana e' estremamente rara ed e' stata dimostrata solo per via cutanea tramite materiale infetto. MANIFESTAZIONI CLINICHE LOCALIZZAZIONE CUTANEA (95%): papula pruriginosa localizzata piu' frequentemente agli arti o alle mani che aumenta progressivamente di dimensioni e si ulcera in superficie, circondata da vescicole. La lesione ha di solito un diametro di 2-3 cm, e' rotondeggiante e non dolorosa. Dopo 2-3 settimane evolve in escara che poi lascia una cicatrice permanente. La lesione puo' essere accompagnata da linfoadenopatia locale e da malessere generale, febbre e cefalea. LOCALIZZAZIONE POLMONARE: iniziale sintomatologia simil influenzale con astenia, febbricola, tosse. CDomparsa dopo 1-2 giorni di dispnea, tosse secca, febbre elevata, talvolta accompagnate da ematemesi e melena. La radiografia del torace puo' documentare broncopolmonite e focolai disseminati, allargamento del mediastino e versamento pleurico. Tale patologia e' gravata da un'elevata letalita'. Il decorso puo' essere rapidamente fatale in paziente con sensorio integro o il decesso puo' sopraggiungere dopo insorgenza di shock settico ed eventuale disseminazione meningea del microrganismo. file:///A|/antracis.htm (6 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 LOCALIZZAZIONE INTESTINALE: l'ingestione di carne contaminata puo' portare dopo 3-7 giorni a due differenti forme cliniche: addominale e orofaringea. ANTRACE ADDOMINALE: insorgenza di nausea, vomito, anoressia, febbre seguiti da dolori addominali, ematemesi e diarrea sanguinolenta. Successivamente uno stato tossico con shock settico e cianosi portano al decesso nel 25-60% dei casi. Presenza di lesioni ulcerative soprattutto a livello del cieco e del colon. ANTRACE OROFARINGEA: faringodinia, disfagia, febbre, linfoadenopatia laterocervicale; presenza di edema e necrosi tissutale con formazione di lesioni ulcerative della mucosa orofaringea, del palato duro e delle tonsille. MENINGITE: la localizzazione meningea puo' costituire una complicanza di una delle precedenti forme in circa il 5% dei casi. PREVENZIONE Il vaccino disponibile per uso umano e' prodotto da ioPort Corporation, Lansing, Michigan, ed e' un vaccino costituito da un filtrato di colture di un ceppo di B. anthras privo di capsula e non virulento che produce l'antigene protettivo (vaccino vivo attenuato). Esso viene somministrato per via sottocutanea in 6 dosi, rispettivamente a 0, 2, 4 settimane e dopo 6, 12 e 18 mesi con necessita' di un richiamo annuale. L'efficacia dimostrata e' del 92.5%. La vaccinazione e' raccomandata nei seguenti gruppi: personale di laboratorio a contatto con B. anthracis, persone a contatto con animali o con prodotti animali provenienti da aree ad elevata incidenza di antrace o dove le misure di controllo siano insufficienti, militari impiegati in aree ad alto rischio. Per essere efficace il ciclo vaccinale deve essere eseguito almeno 18 mesi prima del contatto a rischio. Non vi e' necessita di isolamento dei pazienti affetti da antrace. LA TERAPIA Le raccomandazioni inerenti l'uso di antibiotici e vaccino nella eventualita' di un attentato di bioterrorismo sono condizionate da un numero limitato di esperimenti sugli animali e dalla mancanza di studi clinici sull'antrace da inalazione nell'uomo. Dato il decorso estremamente rapido della forma inalatoria dell'adulto, LA SOMMINISTRAZIONE IN FASE PRECOCE DI ANTIBIOTICI E' file:///A|/antracis.htm (7 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 RITENUTA ESSENZIALE. Un ritardo di poche ore potrebbe compromettere le possibilita' di sopravvivenza. La maggior parte dei ceppi di B. anthracis e' sensibile alla penicillina e questo e' stato il trattamento storico di elezione. La FDA approva l'uso di penicillina o in alternativa di doxiciclina. La ciprofloxacina ed i fluorchinoloni non sono stati studiati sull'uomo, ma prove sull'animale ne suggeriscono una eccellente efficacia. (41,56,57) SI PUO' ASSUMERE COME VEROSIMILE CHE UN USO A FINI TERRORISTICI DELL'ANTRACE SI AVVARREBBE DI CEPPI RESISTENTI E QUINDI ESISTONO SUFFICIENTI CONSENSI ALL'USO DI CIPROFLAXACINA NELL'ADULTO CON DIAGNOSI SOSPETTA DI ANTRACE DA INALAZIONE. Per quanto riguarda la via di somministrazione, nel caso di episodi sporadici, viene consigliata la via endovenosa. Nel caso di attentato di massa, per ragioni di reperibilita' del farmaco e di praticita' di somministrazione, viene data la preferenza alla via orale. La durata della terapia antibiotica deve essere almeno di 60 giorni (a causa della possibilita' di germinazioni ritardate di spore), sostituendo appena possibile alla somministrazione endovenosa quella orale. La contemporanea somministrazione di vaccino (tre dosi a 0-2-4 settimane) puo' consentire di ridurre la durata della terapia a 30-45 giorni. Il trattamento della forma cutanea si puo' avvalere della terapia orale con cirpofloxacina o doxiciclina o amoxicillina, cosi' come indicato nelle tabelle. Sebbene la durata della terapia nella forma cutanea sarebbe di 10 giorni, le raccomandazioni (per la forte probabilita' di aver anche inalato spore) sono per la prosecuzione della terapia a 60 giorni. La terapia topica non ha alcun effetto. il B. anthracis e' sensibile in vitro a numerosi antibiotici quali cloramfenicolo, penicilline protette, macrolidi, vancomicina e cefalosporine di prima generazione. L'uso di tali antibiotici e' pero raccomandabile solo in caso di indisponibilita' degli altri di prima scelta. (58,59,64). PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE La stessa terapia che per i casi clinici conclamati. PAZIENTI SPECIALI BAMBINI. E' noto come l'uso dei fluorchinoloni non sia raccomandato al di sotto dei 18 anni. Ciononostante esistono raccomandazioni al loro impiego a causa della loro sicura file:///A|/antracis.htm (8 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 efficacia, con eventuale sostituzione dopo la verifica della sensibilita' in vitro del germe isolato. Il vaccino non e' mai stato testato nei giovani sotto i 18 anni, ma l'esperienza con vaccini inattivati similari suggerisce una sua sicurezza ed efficacia. DONNE IN GRAVIDANZA. Medesimo ragionamento che per i bambini. In caso di sensibilita' accertata alla penicillina, se ne raccomanda l'uso endovena. WORKING GROUP RECOMMENDATIONS FOR MEDICAL THERAPY WITH CLINICALLY EVIDENT INHALATIONAL ANTHRAX INFECTION IN THE CONTAINED CASUALTY SETTING INITIAL THERAPY(1) Adults Ciprofloxacin, 400 mg intravenously every 12 h Children Ciprofloxacin, (4) 20-30 mg/kg per day intravenously divided into 2 daily doses, not to exceed 1 g/d Pregnant women Immunosuppressed persons OPTIMAL THERAPY IF STRAIN IS PROVEN SUSCEPTIBILE FOR PATIENTS DURATION,D(2) Penicillin G, 4 million U Intravenously every 4 H Doxycycline, 100 mg intravenously every 12h(3) Age minore 12Y: penicillin G, 50 000 U/kg intravenously every 6 h Age maggiore/uguale 12 y: penicillin G, 4 million U intravenously every 4 h 60 60 Same as for nonpregnant adults Same as for nonimmunosuppressed adults and children (1) Most recommendations are based on animal studies or in vitro studies and are not approved by the US Food and Drug Administration (FDA). These recommendations are not FDA approved but were reached by consensus of the working group. See text for explanations and alternatives. (2) In vitro studies suggest ofloxacin, 400 mg intravenously every 12 hours, or levofloxacin, 500 mg intravenously every 24 hours, could be substituted fro ciprofloxacin. file:///A|/antracis.htm (9 di 12) [18/03/2002 8.27.36] BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 (3) Oral antibiotics should be substituted for antibiotics as soon as clinical condition improves. intravenous (4) In vitro studies suggest tetracycline could be substituted for doxycycline. (5) Doxycycline could also be used. For children heavier than 45 kg, use adult dosage. For children 45 kg or lighter, use 2.5 mg/kg doxycycline intravenously every 12 hours. Refer to management of pediatric population in text for details. (6) refer to section on management of pregnanti women in text details. Tabella tratta 281:1735-1745 da ANTHRAX AS A BIOLOGICAL WEAPON, JAMA, for 1999; LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE COSA E' L'ANTRACE? E' una malattia infettiva sostenuta da una batterio, il Bacillus Anthracis, che, in condizioni normali, colpisce animali erbivori e da essi si trasmette per contatto diretto all'uomo. PERCHE' OGGI E' UN PROBLEMA? Perche', come sta avvenendo in modo dimostrato al momento solo negli Stati Uniti per casi sporadici, e' possibile usare questo batterio come arma di terrorismo contaminando con spore materiale vario (es. plichi o pacchi postali, lettere). COME SI TRASMETTE L'ANTRACE? Le spore sopravvivono nell'ambiente molti anni e ci si puo' infettare maneggiando o respirando materiale naturalmente o appositamente contaminato. SI PUO' TRASMETTERE DA PERSONA A PERSONA? E' un'evenienza rarissima, comunque non si trasmette mai normali contatti interpersonali. QUALI SONO I SINTOMI? Dopo un periodo di incubazione che dura al massimo sette file:///A|/antracis.htm (10 di 12) [18/03/2002 8.27.36] per i giorni, BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 si possono manifestare tre forme: cutanea, polmonare o intestinale. La forma cutanea si manifesta con papule che successivamente si ulcerano. Quella polmonare esordisce come una comune influenza ma evolve verso l'insufficienza respiratoria e lo shock. Questa intestinale si presenta con dolori addominali, nausea e vomito e diarrea sanguinolenta. QUINDI CHI HA I SINTOMI DELL'INFLUENZA DEVE TEMERE L'ANTRACE? Assolutamente No, perche nessun caso e' stato dimostrato in Italia e comunque non ha caratteristiche epidemiche. C'E' MODO DI PREVENIRE L'INFEZIONE? Esiste un vaccino efficace. Va somministrato sottocute settimane e richiamato a 6,12,18 mesi. CHI SI DEVE VACCINARE? Esclusivamente le persone ad alto rischio. Non indicazione, in nessuna parte del mondo, per un della vaccinazione. a 0,2,4 esiste alcuna uso estensivo CHI SONO QUESTE PERSONE? Chi lavora in laboratori che possiedono tale batterio. Chi ha contatto con animali che provengono da zone ad alta incidenza di questa malattia. I militari esposti ad operazioni ad altro rischio. IL VACCINO PUO' DARE REAZIONI AVVERSE? Reazioni gravi avvengono nello 0,2% dei casi. Nel punto iniezione sono frequenti reazioni infiammatorie localizzate. di CHI SOFFRE DI MALATTIE CRONICHE (BRONCHITE, CARDIOPATIA, DIABETE ECC.) HA MAGGIORI POSSIBILITA' DI CONTRARRE LA MALATTIA? Assolutamente no, perche' l'unica possibilita' di ammalarsi e' legata ad un contatto diretto con il batterio. COME SI PUO' FARE DIAGNOSI DI ANTRACE? Isolando il germe dal sangue, dalle lesioni cutanee dall'espettorato o dosando gli anticorpi specifici nel sangue. CI SI DEVE SOTTOPORRE PER PREVENZIONE A QUALCUNA TRA QUESTE O ALTRE ANALISI? No. C'E' UNA CURA PER L'ANTRACE? Molti antibiotici sono efficaci, pur rimanendo una file:///A|/antracis.htm (11 di 12) [18/03/2002 8.27.36] malattia o AD ad BACILLUS ANTHRACIS 20/03/2002 elevata mortalita' nella forma polmonare. E' UTILE USARE ANTIBIOTICI OD ALTRI FARMACI A SCOPO PREVENTIVO? E' assolutamente inutile. file:///A|/antracis.htm (12 di 12) [18/03/2002 8.27.36] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 CLOSTRIDIUM BOTULINUM SCHEDA AGENTE EZIOLOGICO Il Clostridiun Botulinum e' diffuso in tutto il mondo; si trova nel suolo e talvolta nelle feci degli animali. Le spore del microrganismo sono molto resistenti al calore: 100 gradi C per almeno 3-5 ore. Durante la crescita di C. botulinum e in corso di autolisi dei batteri, la tossina viene liberata nell'ambiente. Le tossine sono proteine neurotossiche (P.M. 150.000) composte da catene pesanti e leggere unite da legami disolfuro; le catene pesanti legano la tossina in maniera specifica e avidamente alla placca motrice nervosa con internalizzazione della stessa, mentre la catena leggera blocca il rilascio mediato del calcio della aceticolina. Le tossine del C. botulinum sono le piu' potenti che si conoscano; la dose letale per l'uomo e' di circa 1-2 mg. TRASMISSIONE Il botulismo e' piuttosto una intossicazione conseguente alla ingestione di cibi nei quali il C. botulinum si e' sviluppato e ha prodotto la tossina. I cibi piu' frequentemente incriminati sono quelli conservati con spezie, affumicati, confezionati sotto vuoto o chiusi in scatola in ambiente alcalino e che vengono mangiati senza essere cotti. 1. BOTULISMO ALIMENTARE: ingestione di cibi contaminati dalla tossina di C. botulinum. I cibi piu' facilmente contaminati sono vivande conservate artigianalmente, soprattutto vegetali. 2. BOTULISMO INFANTILE: ingestione di alimenti contaminati dalle spore di C. botulinum che, vegetando a livello intestinale, producono la tossina botulinica. Si manifesta pressoche' esclusivamente nei bambini di eta' inferiore ai 6 mesi; il veicolo piu' frequentemente coinvolto sembra essere il miele contaminato da spore di C. botulinum. 3. BOTULISMO DA FERITA: vegetazione di spore e produzione di file:///A|/botulinu.htm (1 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 tossina botulinica in corrispondenza di un focolaio anaerobio costituito da lesioni traumatiche imbrattate da terriccio e/o con tessuto necrotico. 4. BOTULISMO DA INALAZIONE: descritto come evento accidentale nell'uomo, secondario alla inalazione di tossina botulinica mediante aerosol. Dimostrato sperimentalmente tra i primati. MANIFESTAZIONI CLINICHE I sintomi neurologici dell'intossicazione compaiono in genere dopo 12-36 ore dall'ingestione, ma puo' arrivare ad 8 giorni: la durata del periodo d'incubazione e' dose-dipendente; la prognosi e' tanto piu' grave quanto piu' e' breve l'incubazione; la letalita', in assenza di trattamento, puo' arrivare al 70-80%. In caso di inalazione i sintomi compaiono dopo 12 ore. Il Botulismo si identifica per la presenza di una triade sintomatologica costituita da: * Paralisi flaccida ad evoluzione cranio-caudale, ad esordio acuto e a distrubizione simmetrica * Assenza di ipertermia * Sensorio integro Nel Botulismo alimentare l'esordio puo' essere caratterizzato da disturbi gastro-enterici (addominalgie, nausea, vomito, diarrea) cui seguono segni di coinvolgimento neurologico. I primi segni sono legati al coinvolgimento della muscolatura intrinseca ed estrinseca dell'occhio quali alterazioni del visus con associata ptosi palpebrale, diplopia, disturbi dell'accomodazione. Il coinvolgimento degli ultimi nervi cranici si manifesta con disfagia, disartria, disfonia e perdita del riflesso della deglutizione. L'estensione caudale della paralisi comporta ipotonia generalizzata; nei pazienti non trattati il coinvolgimento della muscolatura respiratoria puo' rendere necessaria l'intubazione e/o portare al decesso per insufficienza respiratoria acuta. PREVENZIONE Si basa sull'osservanza delle norme per la corretta preparazione e conservazione degli alimenti; la tossina botulinica viene rapidamente inattivata mediante l'esposizione ad una temperatura superiore agli 85 gradi C per un periodo di tempo di almeno 5 minuti. Tutti gli alimenti potenzialmente contaminati andrebbero immediatamente ritirati e l'autorita' competente informata. In caso di esposizione aerea accertata, utilizzare maschere o fazzoletti per ostacolare l'inalazione per via aerosolica della tossina. In caso di ferita cutanea imbrattata da terriccio, provvedere alla pulizia delle superifici cutanee con acqua e file:///A|/botulinu.htm (2 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 sapone. E' comunque fondamentale una costante osservazione clinica dei pazienti potenzialmente esposti alla tossina botulinica, per poter intervenire rapidamente mediante immunizzazione passiva (siero equino anti-botulinico; immunoglobuline umane iperimmuni) e sostegno delle funzioni vitali del soggetto. TERAPIA La terapia del botulismo e' legata alla immunizzazione passiva con antitossina equina e terapia di supporto. Gli antibiotici non hanno alcun effetto diretto sulla tossina botulinica. Tuttavia, le infezioni secondarie acquisite durante il botulismo richiedono un trattamento antibiotico. Gli aminoglucosidi e la clindamicina sono controindicati per il possibile potenziamento del blocco di placca neuromuscolare. Il Clostridium Botulinum provoca il botulismo ed e' diffuso in tutto il mondo; si trova nel suolo e talvolta nelle feci degli animali. Si distinguono diversi tipi di C. botulinum in base al tipo antigenico della tossina prodotta. Le spore del microrganismo sono molto resistenti al calore: 100 gradi C per almeno 3-5 ore. TOSSINA Durante la crescita di C. botulinum e in corso di autolisi dei batteri, la tossina viene liberata nell'ambiente. Sono note sette varieta' di tossina da A a G): i tipi A, B ed E (talvolta F) risultano piu' frequentemente associati con la malattia umana; i tipi A e B sono stati associati con una varieta' di alimenti; il tipo E prevalentemente con prodotti ittici; il tipo C provoca botulismo aviario; e il tipo D botulismo nei mammiferi. Le tossine sono proteine neurotossiche (P.M. 150.000) composte da catene pesanti e leggere unite da legami disolfuro; le catene pesanti legano la tossina in maniera specifica e avidamente alla placca motrice nervosa con internalizzazione della stessa, mentre la catena leggera blocca il rilascio mediato del calcio della aceticolina. Le tossine del C. botulinum sono le piu' potenti che si conoscano; la dose letale per l'uomo e' di circa 1-2 mg. PATOGENESI Sebbene ceppi di C. botulinum di tipo A e B siano stati implicati in rari casi di infezione di ferite e botulismo, la malattia non deve essere considerata un'infezione. Il botulismo e' piuttosto una intossicazione conseguente alla ingestione di cibi nei quali il C. botulinum si e' sviluppato e ha file:///A|/botulinu.htm (3 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 prodotto la tossina. I cibi piu' frequentemente incriminati sono quelli conservati con spezie, affumicati, confezionati sotto vuoto o chiusi in scatola in ambiente alcalino e che vengono mangiati senza essere cotti. In tali alimenti le spore di C. botulinum germinano, mentre in condizioni di anaerobiosi le forme vegetative si sviluppano e producono la tossina. La tossina agisce bloccando la liberazione acetilcolina a livello delle sinapsi e delle giunzioni neuromuscolari. Ne deriva una paralisi flaccida acuta che inizia nella testa e discende simmetricamente. DIAGNOSI La presenza di tossina puo' essere evidenziata nel siero dei pazienti e talvolta nei residui alimentari. I topolini inoculati per via intraperitoneale muoiono rapidamente. Il tipo antigenico della tossina viene identificato mediante neutralizzazione con siero antitossinico e usando il topo come animale rivelatore. La manipolazione dei campioni sospetti deve essere effettuata con cautela utilizzando cappe a flusso laminare, camici, guanti e mascherina e le procedure di BSL-2. TRASMISSIONE 1. BOTULISMO ALIMENTARE: ingestione di cibi contaminati dalla tossina di C. botulinum. I cibi piu' facilmente contaminati sono vivande conservate artigianalmente, soprattutto vegetali. 2. BOTULISMO INFANTILE: ingestione di alimenti contaminati dalle spore di C. botulinum che, vegetando a livello intestinale, producono la tossina botulinica. Si manifesta pressoche' esclusivamente nei bambini di eta' inferiore ai 6 mesi; il veicolo piu' frequentemente coinvolto sembra essere il miele contaminato da spore di C. botulinum. 3. BOTULISMO DA FERITA: vegetazione di spore e produzione di tossina botulinica in corrispondenza di un focolaio anaerobio costituito da lesioni traumatiche imbrattate da terriccio e/o con tessuto necrotico. 4. BOTULISMO DA INALAZIONE: descritto come evento accidentale nell'uomo, secondario alla inalazione di tossina botulinica mediante aerosol. Dimostrato sperimentalmente tra i primati. MANIFESTAZIONI CLINICHE I sintomi neurologici dell'intossicazione compaiono in genere dopo 12-36 ore dall'ingestione, ma puo' arrivare ad 8 giorni: la durata del periodo d'incubazione e' dose-dipendente; la prognosi e' tanto file:///A|/botulinu.htm (4 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 piu' grave quanto piu' e' breve l'incubazione; la letalita', in assenza di trattamento, puo' arrivare al 70-80%. In caso di inalazione i sintomi compaiono dopo 12 ore. Il Botulismo si identifica per la presenza di una triade sintomatologica costituita da: * Paralisi flaccida ad evoluzione cranio-caudale, ad esordio acuto e a distribuzione simmetrica * Assenza di ipertermia * Sensorio integro Nel Botulismo alimentare l'esordio puo' essere caratterizzato da disturbi gastro-enterici (addominalgie, nausea, vomito, diarrea) cui seguono segni di coinvolgimento neurologico. I primi segni sono legati al coinvolgimento della muscolatura intrinseca ed estrinseca dell'occhio quali alterazioni del visus con associata ptosi palpebrale, diplopia, disturbi dell'accomodazione. Il coinvolgimento degli ultimi nervi cranici si manifesta con disfagia, disartria, disfonia e perdita del riflesso della deglutizione. L'estensione caudale della paralisi comporta ipotonia generalizzata; nei pazienti non trattati il coinvolgimento della muscolatura respiratoria puo' rendere necessaria l'intubazione e/o portare al decesso per insufficienza respiratoria acuta. PREVENZIONE Si basa sull'osservanza delle norme per la corretta preparazione e conservazione degli alimenti; la tossina botulinica viene rapidamente inattivata mediante l'esposizione ad una temperatura superiore agli 85 gradi C per un periodo di tempo di almeno 5 minuti. Tutti gli alimenti potenzialmente contaminati andrebbero immediatamente ritirati e l'autorita' competente informata. In caso di esposizione aerea accertata, utilizzare maschere o fazzoletti per ostacolare l'inalazione per via aerosolica della tossina. In caso di ferita cutanea imbrattata da terriccio, provvedere alla pulizia delle superfici cutanee con acqua e sapone. E' comunque fondamentale una costante osservazione clinica dei pazienti potenzialmente esposti alla tossina botulinica, per poter intervenire rapidamente mediante immunizzazione passiva (siero equino anti-botulinico; immunoglobuline umane iperimmuni) e sostegno delle funzioni vitali del soggetto. LA TERAPIA La terapia del botulismo e' legata alla immunizzazione passiva con file:///A|/botulinu.htm (5 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 antitossina equina e terapia di supporto. Gli antibiotici non hanno alcun effetto diretto sulla tossina botulinica. Tuttavia, le infezioni secondarie acquisite durante il botulismo richiedono un trattamento antibiotico. Gli aminoglucosidi e la clindamicina sono controindicati per il possibile potenziamento del blocco di placca neromuscolare. (74,75). LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE COSA E' IL BOTULISMO? E' una intossicazione acuta, rara ma molto grave, causata dalla tossina prodotta da un batterio, detto Clostridium botulinum. COME SI PUO' CONTRARRE? Con l'ingestione di cibi contaminati (piu' frequente) o con ferite imbrattate da terriccio (meno frequente) o per inalazione di tossina botulinica (eccezionale). VOMITO O DIARREA POSSONO ESSERE DOVUTI AL BOTULINO? Si, ma vengono rapidamente seguiti dai sintomi neurologici. COME SI MANIFESTA? Con paralisi flaccide (cioe' senza rigidita') simmetricamente dal capo verso le gambe. che procedono E' UNA MALATTIA COMUNE? No, negli USA si registrano circa 100 casi all'anno. COME SI DIAGNOSTICA? Generalmente la sintomatologia e' molto chiara. comunque effettuare test specifici sul sangue o, sospetto e' reperibile, sul cibo stesso. Si se possono il cibo QUALI SONO I CIBI PIU' FREQUENTEMENTE CONTAMINATI? Molti alimenti, ma soprattutto pesce, carni in scatola, insaccati. COME SI PUO' PREVENIRE? Osservando scrupolosamente ogni regola igienica nelle procedure di preparazione, confezionamento e conservazione di qualsiasi cibo. SI PUO' CURARE? Se la diagnosi e' precoce, si puo' usare l'antitossina, rimuovendo file:///A|/botulinu.htm (6 di 7) [18/03/2002 8.27.37] CLOSTRIDIUM BOTULINUM 20/03/2002 il cibo rimasto nello stomaco. E' necessaria respiratoria. La mortalita' e' comunque elevata. file:///A|/botulinu.htm (7 di 7) [18/03/2002 8.27.37] l'assistenza AGGRESSIVI CHIMICI 20/03/2002 AGGRESSIVI CHIMICI CHE COSA SONO Gli aggressivi chimici sono sostanze altamente tossiche l'uomo, che sono stati sintetizzati nel corso del 1900 per militare. per uso I GRUPPI PRINCIPALI DI AGGRESSIVI CHIMICI SONO: I VESCICATORI: sotanze fortemente irritanti per la cute e per le mucose. Es.: Iprite, arsine, cloroarsine, lewisite, fosgene, ossime. Queste sostanze non sono state utilizzate ampiamente dopo la prima guerra mondiale, perche' relativamente poco maneggevoli. (123,124,125) L'unica protezione contro di loro sono indumenti impermeabili e maschere antigas. I CIANURI: derivati del cianuro, potenti tossici cellulari. Es. Acido cianidrico, alogenuri di cianuro, zyklon B. Sono stati usati nella prima guerra mondiale e dai tedeschi nelle camere a gas. (123,124) Sono tossici poco maneggevoli, anche se esiste la possibilita' di un loro impiego da parte dei terroristi (per esempio l'uso di sali idrosolubili del cianuro per la contaminazione di acquedotti). Dopo la seconda guerra mondiale non sono mai stati riportati casi di intossicazione di massa da cianuri. Dopo l'esposizione, in caso di sopravvivenza, esistono terapie mediche (induzione di metaemoglobinemia con nitriti, somministrazione e.v. di tiosolfati e blu di metilene), ma di effacia scarsa e di fatto improponibili per alti numeri di esposti. GLI INCAPACITANTI: sostanze file:///A|/chimici.htm (1 di 5) [18/03/2002 8.27.38] chimiche varie che mettono fuori AGGRESSIVI CHIMICI 20/03/2002 combattimento gli esposti per un periodo temporaneo, usati dalla polizia per tenere sotto controllo folle ostili. Esempi: CS, CN, DC. Non interessano i terroristi, data la loro non elevata tossicita'. PROTEZIONE: maschere antigas. I SOFFOCANTI: sono agenti fortemente irritanti per l'apparato respiratorio, che causano edema delle vie aeree superiori, edema polmonare ed asfissia. Es.: Fosgene, difosgene, cloropicrina, isocianato di metile. L'impiego a scopi terroristici e' poco probabile, data la relativamente bassa tossicita', il forte odore, che le rende facilmente indentificabili, e la possibilita' di neutralizzazione con maschere antigas. PROTEZIONE: maschere antigas. GLI AGENTI NERVINI Sono stati sviluppati prima e dopo la seconda guerra mondiale dai Tedeschi e dagli Inglesi, poi ulteriormente dagli Americani e dai Russi. (123,124) Non sono difficili da sintetizzare e sono stati prodotti da numerosi Stati potenzialmente coinvolti in attivita' terroristiche. Sono molto tossici e relativamente facili da utilizzare come armi chimiche. Furono usati nell'attentato della metropolitana di Tokyo del 1991. (123) I gas nervini sono i piu' probabili aggressivi chimici ad essere considerati "interessanti" per attivita' terroristiche, e saranno qui esaminati in dettaglio. CHE COSA SONO: sono sostanze chimiche di sintesi a basso PM capaci di inibire l'acetilcolinesterasi (AChE). STRUTTURA CHIMICA: sono di solito composti organofosforici. I piu' importanti sono il tabun, il sarin, il soman, il DFP ed VX. Sono relativamente facili da sintetizzare. POTENZA TOSSICA 2: la loro DL50 orale, in mg/kg, e' la seguente: VX: 0.1; soman: 1; sarin: 1-2; tabun: 5. la DL50 cutanea, in mg/kg, e' la seguente: VX: 0.1-2; soman: 10-20; sarin: 20-50; tabun: 50-70. file:///A|/chimici.htm (2 di 5) [18/03/2002 8.27.38] il AGGRESSIVI CHIMICI 20/03/2002 la DL50 respiratoria, in mg x min/m 3 e' la seguente: VX: 0.5-5; soman: 5-25; sarin: 5-55; tabun: 10-100. MECCANISMO DI AZIONE: inibizione della AChE, periferici e contrali. a livello dei neuroni colinergici VIE DI ESPOSIZIONE: La via di esposizione piu' comune e' la inalatoria, ma potrebbero essere usati anche per la contaminazione dell'acqua o di altri alimenti. Per utilizzare i prodotti nervini in guerra sono stati sviluppati dagli eserciti di varie nazioni del mondo proiettili chimici, missili e persino mine. (124) Possono essere dispersi nell'aria con aerei da turismo. La seconda via di esposizione e' la percutanea. Il VX in particolare ha una DL50 percutanea molto bassa. Tutti gli agenti nervini hanno una persistenza ambientale considerevole. SINTOMI DI ESPOSIZIONE Miosi serrata, disturbi dell'accomodazione, broncocostrizione, bradicardia, nausea, scialorrea, orinazione e defecazione involontaria, astenia, fascicolazioni muscolari e infine paralisi. A livello centrale: vertigini, cefalea, disturbi della coscienza, infine convulsioni e coma. PREVENZIONE Per la prevenzione della esposizione per via aerea sono efficaci le comuni maschere antigas. Tuttavia l'uso di maschere antigas ha provocato in Israele durante la guerra del golfo numerosi decessi in anziani e bambini. 8126) Una prevenzione farmacologica e' stata tentata sia per le truppe che per la popolazione israeliana nella guerra del golfo, mediante l'uso di prirdostigmina. La piridostigmina e' un inibitore reversibile della AChE, che a dose opportuna provoca un blocco parziale dell'enzima, impedendo cosi' l'attacco dei piu' potenti gas nervini. La prevenzione con piridostigmina e' stata fatta dagli israeliani con una dose di 60 mg/d in due somministrazioni, in modo da ottenere una inibizione di circa il 20-40% dell'attivita' dell'enzima. Si sono avute alcune centinaia di reazioni tossiche tra i militari e ancor piu' nella popolazione civile. (127) L'efficacia delle prevenzione con piridostigmina e' nota negli file:///A|/chimici.htm (3 di 5) [18/03/2002 8.27.38] AGGRESSIVI CHIMICI 20/03/2002 animali 1, ma non nella popolazione umana, perche' nel caso della guerra del Golfo, gli iracheni non usarono o non poterono usare i gas nervini su Israele. Non sono al momento disponibili in Italia scorte di piridostigmina sufficienti a trattare la popolazione civile, ne' il trattamento di massa sembra consigliabile dato l'elevato rischio intrinseco della molecola. LA TERAPIA Se l'esposizione e' percutanea, LAVARE LA CUTE CON UN SAPONE ALCALINO. La terapia generale e' basata sull'uso della atropina, che blocca le azioni periferiche e centrali della inibizione dell'AChE. Le dosi della terapia con atropina sono definite "eroiche" dai trattati farmacologia, cioe' molto piu' alte (2 mg) di quelle consigliate nel comune uso clinico. La dose puo' essere ripetuta a distanza di 5-10 minuti fino a completa atripinizzazione (comparsa di midriasi) fino ad un massimo di 100 mg nella 24 h. I Kit anti-gas nervini disponibili nell'esercito italiano contengono atropina (2 mg) e un riattivatore della AChE. Per la riattivazione della AChE puo' essere somministrata la Pralidoxima, un riattivatore delle AChE bloccate dai tossici nervini, alla dose di 1-2 g e.v., fino ad un massimo di 4 g/d. L'infusione deve essere fatta in non meno di 5 min. Come riattivatore della AChE si puo' usare anche l'Obidossima, alla dose di 3-5 mg/kg. Sia la Pralidoxima che l'Obidossima hanno una considerevole tossicita'. Scorte di pralidoxima + atropina sono disponibili presso l'esercito italiano, ma non in quantita' sufficienti per coprire l'intera popolazione. L'approvvigionamento di atropina nel mercato farmaceutico e' invece non problematico. La prevenzione con atropina ha rivelato una bassa tossicita' nella popolazione nel suo completto ed anche nei bambini in Israele durante la guerra del golfo. (128) CENTRI DI RIFERIMENTO: gli esistenti centri antiveleno hanno capacita' di trattare le intossicazioni da agenti nervini, necessario. file:///A|/chimici.htm (4 di 5) [18/03/2002 8.27.38] la se AGGRESSIVI CHIMICI 20/03/2002 file:///A|/chimici.htm (5 di 5) [18/03/2002 8.27.38] FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 FEBBRI EMORRAGICHE SCHEDA AGENTI EZIOLOGICI * Filoviridae (i virus di Ebola e Marburg); * Arenaviridae (i virus della febbre di Lassa, Machupo, Argentina, ecc.); * Bunyaviridae (hantavirus, virus della febbre emorragica della Rift Valley, ecc.); * Flaviviridae (virus della febbre gialla e dengue). Virus a RNA rivestiti da un envelope di natura lipidica. CARATTERISTICHE GENERALI * Serbatoio naturale in animali o insetti (principalmente roditori o artropodi). * Limitazione ad aree geografiche dove e' collocato il serbatoio naturale. * L'uomo si infetta tramite il contatto con l'ospite infetto. La trasmissione interumana puo' verificarsi occasionalmente a partire da soggetti affetti. Fenomeni epdiemici si verificano sporidicamente e senza regolarita' e pertanto non possono essere previsti. FATTA ECCEZIONE SPECIFICO. DI RARI CASI, NON ESISTE ALCUN TRATTAMENTO LA PATOLOGIA I VIRUS DELLE FEBBRI EMORRAGICHE Diversi virus sono in grado di causare le sindromi delle emorragiche; l'elenco comprende i seguenti virus ad RNA: file:///A|/febbri.htm (1 di 6) [18/03/2002 8.27.39] febbri FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 * Filoviridae (i virus di Ebola e Marburg); * Arenaviridae ( i virus della febbre di Lassa, Machupo, Argentina, ecc.); * Bunyaviridae (hantavirus, virus delle febbre emorragica della Rift Valley, ecc.); * Flaviviridae (virus della febbre gialla e dengue). L'uomo puo' essere infettato venendo a contatto con animali infetti o mediante vettori artropodi. Le infezioni sono caratterizzate da un danno vascolare e da una alterata permeabilita', mentre i sintomi comunemente comprendono febbre, mialgia, prostrazione, emorragie delle mucose e shock. La terapia e' principalmente di supporto e la morbilita' e la mortalita' sono molto elevate. Solo i centri di riferimento con livello di biosicurezza totale (BSL 4), attrezzati con laboratori a pressione negativa e di protezioni ermetiche per gli operatori, possono eseguire diagnosi mediante esami colturali, immunologici, istologici e molecolari. FEBBRI EMORRAGICHE AGENTI EZIOLOGICI Virus di 4 distinte famiglie (Arenavirus, Filovirus, Bunyavirus, Flavivirus) che condividono le seguenti caratteristiche: * Virus a RNA rivestiti da un envelope di natura lipidica. * Serbatoio naturale in animale o insetti (principalmente roditori o artropodi). * Limitazione ad aree geografiche dove e' collocato il serbatoio naturale. * L'uomo si infetta tramite il contatto con l'ospite infetto. La trasmissione interumana puo' verificarsi occasionalmente a partire da soggetti affetti. * Fenomeni epidemici si verificano sporadicamente e senza regolarita' e pertanto non possono essere previsti. FATTA ECCEZIONE SPECIFICO. DI RATI CASI, FEBBRI EMORRAGICHE DI CLASSE A: * Febbre di Lassa; * Malattia da virus Ebola; * Malattia da virus Marburg. FEBBRE DI LASSA file:///A|/febbri.htm (2 di 6) [18/03/2002 8.27.39] NON ESISTE ALCUN TRATTAMENTO FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia degli Arenavirus diffuso in alcuni paesi di West Africa (Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria). MODALITA' DI TRASMISSIONE: il serbatorio e' costituito da una specie di ratti africani (genere Mastomys) presso i quali il virus causa un'infezione inapparente. La trasmissione all'uomo avviene attraverso contatto diretto con urine o saliva del roditore infetto o con materiali contaminati. Puo' avvenire anche per ingestione di cibo contaminato o per inalazione di particelle contaminate da secrezioni dei roditori. E' possibile la trasmissione interumana per via aerea o con il contatto con sangue, tessuti, secrezioni e liquidi biologici di soggetti infetti. Il contagio puo' avvenire inoltre tramite materiale sanitario contaminato (aghi). Il contagio da contatto di cute integra non e' descritto. MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo 7-10 giorni l'esordio e' caratterizzato da febbre elevata, malessere generale e artralgie. In una minoranza dei casi, durante la seconda settimana di malattia, compaiono dolore retrosternale, dolore lombare, tosse, addominalgie, vomito, diarrea, congiuntivite, edema facciale, proteinuria, emorragie cutanee e mucose. L'evoluzione e' frequentemente infausta con decesso per shock ipovolemico ed insufficienza epatica acuta. Nei pazienti che sopravvivono puo' residuare sordita' o ipoacusia. PREVENZIONE: si basa principalmente sull'accortezza nell'evitare il contatto con i roditori serbatoio dell'infezione e quindi sull'igiene ambientale e sulla corretta eliminazione dei residui alimentari. Il paziente affetto da febbre di Lassa deve essere strettamente isolato e assistito osservando delle precise norme per evitare il contatto (uso di guanti, maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell'equipaggiamento). I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanita' hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in ambiente ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in the African Health Care Setting). Non esiste un vaccino efficace. MALATTIA DA VIRUS EBOLA AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia dei Filovirus, di cui sono file:///A|/febbri.htm (3 di 6) [18/03/2002 8.27.39] FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 state identificate quattro specie. MODALITA' DI TRASMISSIONE: il serbatoio naturale del virus e' sconosciuto e pertanto non sono note le modalita' di trasmissione all'inizio di un'epidemia. Si ipotizza che il caso indice origini dal contatto con animali infetti. Successivamente il virus si diffonde per contatto diretto con sangue o liquidi biologici dei soggetti affetti o per contatto con oggetti contaminati dalle secrezioni infette. MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo 3-18 giorni dal contagio compaiono febbre, cefalea, artromialgie, faringite, vomito, diarrea profusa ed esantema maculopapuloso. A distanza di una settimana si manifestano fenomeni emorragici viscerali che portano al decesso. PREVENZIONE: e' difficile applicare delle misure di prevenzione primaria poiche' il serbatoio del virus e' sconosciuto. Il paziente affetto da malattia da virus Ebola deve essere strettamente isolato e assistito osservando delle precise norme per evitare il contatto (uso di guanti, maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell'equipaggiamento). I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanita' hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in ambiente ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in the African Health Care Setting). Non esiste un vaccino efficace. MALATTIA DA VIRUS MARBURG AGENTE EZIOLOGICO: virus della famiglia dei Filovirus, diffuso Uganda, Kenya e Zimbawe. in MODALITA' DI TRASMISSIONE: la malattia e' stata per la prima volta identificata a Marburg (Germania) tra il personale di laboratorio addetto alla manutenzione di scimmie africane (Cercopithecus aethiops). Tuttavia il serbatoio animale del virus e' ad oggi sconosciuto. Il virus puo' diffondersi per contatto diretto con scimmie o persone infette, o con i loro liquidi biologici, o tramite oggetti contaminati da sangue o tessuti infetti. MANIFESTAZIONI CLINICHE: dopo un periodo di incubazione di 5-10 giorni, la malattia ha un esordio brusco con febbre, brividi, cefalea, mialgie, vomito e diarrea. Dopo circa 5 giorni compare un esantema maculopapuloso localizzato file:///A|/febbri.htm (4 di 6) [18/03/2002 8.27.39] FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 soprattutto al tronco. Nel 30 % dei casi circa si manifesta poi una sindrome emorragica con gengivorragia, melena, ematemesi. Si possono associare ittero, pancreatite, insufficienza epatica, delirio e insufficienza multiorgano. La mortalita' e' pari al 23-25%. PREVENZIONE: e' difficile applicare delle misure di prevenzione primaria poiche' il serbatoio del virus e' sconosciuto. Il paziente affetto da malattia da virus Marburg deve essere strettamente isolato e assistito osservando delle precise norme per evitare il contatto (uso di guanti, maschere, camici, stivali e sterilizzazione dell'equipaggiamento). I Centers for Disease Control and Prevention in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanita' hanno steso delle linee guida pratiche per la prevenzione della trasmissione dei virus emorragici in ambiente ospedaliero (Infection Control for Viral Haemorragic fevers in the African Health Care Setting). Non esiste un vaccino efficace. LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE COSA SONO I VIRUS DELLE FEBBRI EMORRAGICHE? Sono un eterogeneo gruppo di virus (il piu' noto e' il virus di Ebola), la maggior parte dei quali trasmessi all'uomo da animali vettori (roditori o artropodi) tramite morsicatura. COME SI MANIFESTANO? Con febbre elevata, dolori muscolari violenti gravi fenomeni emorragici in tutto il corpo. e successivamente E' POSSIBILE LA TRASMISSIONE DA UOMO A UOMO? Si, i soggetti ammalati sono altamente contagiosi ed il personale sanitario che ha contatti con malati o con materiale infetto deve adoperare misure di massima sicurezza (maschere, tute, guanti, ecc.). SONO MALATTIE MORTALI? Si, hanno una mortalita' elevatissima. C'E' MODO DI PREVENIRLE? Non esistono ad oggi vaccini. La prevenzione primaria consiste nel proteggersi dalle morsicature degli animali vettori nelle zone ad file:///A|/febbri.htm (5 di 6) [18/03/2002 8.27.39] FEBBRI EMORRAGICHE 20/03/2002 alta endemia (principalmente Africa). C'E' IL RISCHIO DI UN USO A FINI DI TERRORISMO? Nella classificazione CDC sono in classe A, ma l'estrema difficolta' e pericolosita' nel maneggiarle, oltre alle difficolta' di reperimento, rendono estremamente improbabile, quasi impossibile, un loro uso a questi fini. file:///A|/febbri.htm (6 di 6) [18/03/2002 8.27.39] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 ORTHOPOXVIRUS SCHEDA AGENTE EZIOLOGICO Virus a DNA, appartenente al genere degli orthopoxvirus. TRASMISSIONE DIFFUSO nell'ambiente tramite disseminazione, ad opera di velivoli che scaricano il virus sotto forma di aerosol, oppure per contaminazione di oggetti di uso comune. Tale uso a fini di bioterrorismo appare pero' al momento estremamente improbabile, a causa della particolare complessita' nel reperire, trasportare e diffondere tale virus. CONTAGIO da malato a sano tramite goccioline di saliva, secrezioni respiratorie o lesioni cutanee. Possibile anche una trasmissione indiretta mediante materiali contaminati da poco tempo. Il contagio e' piu' probabile durante la prima settimana di malattia, poiche' il virus e' maggiormente presente nella saliva. Il PERIODO DI INCUBAZIONE e' di circa 12 giorni (range: 7-17 giorni) dopo l'esposizione. SINTOMI D'ESORDIO Febbre elevata, malessere, prostrazione con cefalea e dolori alla schiena; in rari casi sono presenti importanti dolori addominali e delirio. MANIFESTAZIONI CLINICHE Dopo 2-3 giorni dall'esordio RASH MACULOPAPULARE formato da lesioni piane, rosse, tutte presenti nello stesso stadio evolutivo, sulla mucosa della bocca, del faringe, sul volto e agli file:///A|/ortho.htm (1 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 arti superiori, che successivamente diffondono al tronco e agli arti inferiori. In 1-2 giorni il rash diviene VESCICOLARE e poi PUSTOLOSO. Le pustole sono circolari, tese, e approfondite nel derma; all'ottavo-nono giorno dalla comparsa iniziano a formarsi le CROSTE, che cadono dopo 3-4 settimane. Altri organi e apparati sono coinvolti raramente. LA MORTALITA' e' del 30%, avviene entro due settimane dall'esordio, ed e' dovuta alla tossiemia associata ad immunocomplessi circolanti ed antigeni solubili. FORME RARE: emorragica, sempre fatale entro il quinto-sesto giorno dall'esordio del rash maligna, caratterizzata da lesioni confluenti che non evolvono mai in pustole ma rimangono soffici, piane e vellutate al tatto. TERAPIA Si puo' offrire al paziente infetto una copertura antibiotica come prevenzione di eventuali sovrainfezioni batteriche ed eventuale terapia sintomatica. PREVENZIONE * Vaccinazione in Italia non piu' obbligatoria dalla fine degli anni '70 in quanto l'OMS nel 1977 ha dichiarato il vaiolo eradicato. * Lo sviluppo di colture cellulari tissutali produrre nuovi vaccini richiede almeno 36 mesi. * Attualmente un programma di vaccinazione proteggere ogni individuo non e' attuabile. * Nessun farmaco antivirale trattamento del vaiolo. e' di provata necessario preventiva efficacia per per per il * Ogni individuo infetto va isolato e tutti i contatti stretti (definiti come coloro i quali convivono con il soggetto o sono stati in diretto contatto con lo stesso dopo l'inizio della febbre) vanno vaccinati e posti in osservazione. Gli indumenti dei soggetti infetti vanno sterilizzati in autoclave oppure lavati con acqua calda con l'aggiunta di candeggina. I disinfettanti comunemente utilizzati, come l'ipoclorito e i derivati dell'ammonio quaternario sono efficaci per la disinfezione delle superfici contaminate. file:///A|/ortho.htm (2 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 * La vaccinazione somministrata entro 4 giorni dall'esposizione puo' prevenire l'infezione o attenuare significativamente i sintomi della successiva malattia. Un programma vaccinale d'emergenza dovrebbe includere tutti gli operatori sanitari ed il personale impiegato nell'evenienza di un'epidemia di vaiolo, come forze dell'ordine, vigili del fuoco, etc. Sono ad elevato rischio di contrarre complicanze post-vaccinali le seguenti categorie: persone con eczema o altre dermatiti esfoliative; pazienti con leucemia, linfoma o altre neoplasie in trattamento con agenti alchilanti, antimetabolici, radioterapia o alte dosi di steroidi; pazienti con infezione da HIV; persone con deficit immunitari congeniti; donne in gravidanza. A tali individui, se venuti in stretto contatto con soggetti infetti, si raccomanda comunque la somministrazione del vaccino associato ad immunoglobuline specifiche (VIG). LA PATOLOGIA I poxvirus sono i piu' grandi virus animali e comprendono un vasto gruppo di agenti simili che causano una eruzione cutanea. A questo gruppo appartiene IL VIRUS DEL VAIOLO UMANO, la cui eradicazione e' stata proclamata nel 1977. Morfologicamente il virione contiene un DNA a doppio filamento ed ha una struttura complessa. Il virus del vaiolo e' altamente contagioso e molto virulento con una mortalita' del 30% nei soggetti non vaccinati. Il virus del vaiolo esisteva in due ceppi ANTIGENICAMENTE identici: il maggiore, che causava il vaiolo grave, mentre il vaiolo minor causava IL VAIOLO LEGGERO O ALASTRIM. La vaccinazione e' stata fatta con il virus vaccinico, che molti antigeni in comune con il virus del vaiolo. IL VIRUS VACCINICO non esiste in natura ed e' considerato un prodotto di laboratorio. La sua origine rimane sconosciuta, poiche' e' diverso dal virus del vaiolo bovino di JENNER e potrebbe essere un mutante del virus del vaiolo o dell'alastrim. E' stato sottoposto a numerose ricerche per essere utilizzato come vettore per l'introduzione di geni (terapia genica). Il virus del vaiolo e' un microrganismo da BSL 4, quindi la diagnosi definitiva puo' essere effettuata solo nei laboratori di riferimento nazionale. I laboratori di Microbiologia Clinica possono intervenire per raccogliere e conservare eventuali campioni sospetti oppure in caso di attacchi di BIOTERRORISMO. Il virus del vaiolo e' molto stabile e i campioni di sangue, di lesioni cutanee, saliva, liquidi di pustole e croste possono essere trasportati e file:///A|/ortho.htm (3 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 conservate per brevi periodi senza refrigerazione. TRASMISSIONE Le principali vie di trasmissione per il personale di laboratorio che manipola tali campioni, sono: ingestione, esposizione all'aerosol delle membrane mucose e inoculazione parenterale, che devono essere evitate con la massima cura. Il materiale da pazienti con vaiolo (liquidi essiccati e croste), contenenti virus, rimane infettivo a temperatura ambiente per oltre un anno. L'infettivita' del virus si mantiene a 4 gradi C per diversi mesi, e a -20 gradi o a -79 gradi per anni. E' importante la DECONTAMINAZIONE degli indumenti e dei mobili del paziente: il fenolo e molti comuni disinfettanti sono poco efficienti. Si puo' inattivare usando il cloroformio o composti di ammonio quaternario. Il riscaldamento per 10 min a 60 gradi C o l'autolavaggio distruggono l'infettivita' dei virus del vaiolo e vaccinico. Nei laboratori attrezzati per la manipolazione del virus del vaiolo, una diagnosi presuntiva puo' essere fatta mediante esame microscopico dopo colorazione con Giemsa di materiale di lesioni cutanee, nelle quali si evidenziano i corpi di inclusione del Guarneri. In alcune fasi della malattia, i liquidi corporei possono contenere un antigene solubile, che puo' essere identificato con prove di fissazione del complemento o di immuno-fluorescenza. La diagnosi sierologica puo' essere fatta in presenza di un aumento di 4 volte del titolo anticorpale. E' stata messa a punto una PCR per una diagnosi rapida di infezione. PATOGENESI La piu' comune via di infezione era l'inalazione di goccioline contenenti particelle virali infettive. Il virus entra attraverso le vie aeree superiori, si moltiplica nelle cellule delle mucose e nei linfonodi regionali. Una viremia transitoria diffonde il virus in vari organi (fegato, milza, polmoni, ecc.). Una successiva moltiplicazione con quantita' elevate di virus determina una seconda viremia, che segna la fine del periodo di incubazione e l'inizio della fase tossica. Dopo un'infezione naturale, gli anticorpi neutralizzanti persistono per almeno 20 anni. Mentre l'immunita' umorale puo' proteggere dall'infezione, file:///A|/ortho.htm (4 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 l'immunita' cellulo-mediata e' critica per la guarigione. L'uomo e' l'unico ospite naturale del vaiolo. La variolazione e' stata applicata empiricamente in Cina, Persia e Turchia impiegando materiale ottenuto da croste. Il vaccino attuale ha diverse sedi di produzione: e' calcolato che esistano da 50 a 100.000.000 di dosi. Nel 1999 l'ONU ha chiesto di eliminare tutti i ceppi di virus del vaiolo entro il 1999. Il Presidente ha proposto di posporre tale azione. Il virus del vaiolo rappresenta pertanto UNA TEMIBILE ARMA BIOLOGICA, che PERO' RICHIEDE UNA SOFISTICATA STRUTTURA PER LA PREPARAZIONE DELL'ARMA. Inoltre dal punto di vista terroristico, IL TRASPORTO E LA DISTRIBUZIONE DEL VIRUS DEL VAIOLO SONO COMPLESSI. CLASSE A: VAIOLO AGENTE EZIOLOGICO Virus a DNA, appartenente al genere degli orthopoxvirus. TRASMISSIONE Puo' essere diffuso nell'ambiente tramite disseminazione, ad opera di velivoli che scaricano il virus sotto forma di aerosol, oppure per contaminazione di oggetti di uso comune. Tale uso a fini di bioterrorismo appare pero' al momento estremamente improbabile, a causa della particolare complessita' nel reperire, trasportare e diffondere tale virus. Il contagio da individuo malato ad individuo sano avviene tramite goccioline di saliva, secrezioni respiratorie o lesioni cutanee, ma e' possibile anche una trasmissione indiretta mediante materiali contaminati da poco tempo. Il contagio e' piu' probabile durante la prima settimana di malattia, poiche' il virus e' maggiormente presente nella saliva. Il periodo di incubazione e' di circa 12 giorni (range: 7-17 giorni) dopo l'esposizione. SINTOMI D'ESORDIO Febbre elevata, malessere, prostrazione con cefalea e dolori alla schiena; in rari casi sono presenti importanti dolori addominali e delirio. MANIFESTAZIONI CLINICHE file:///A|/ortho.htm (5 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 Dopo 2-3 giorni dall'esordio segue un rash maculopapulare formato da lesioni piane rosse, tutte presenti nello stesso stadio evolutivo, sulla mucosa della bocca, del faringe, sul volto e agli arti superiori, che successivamente diffondono al tronco e agli arti inferiori. In 1-2 giorni il rash diviene vescicolare e poi pustoloso. Le pustole sono circolari, tese, e approfondite nel derma; all'ottavo-nono giorno dalla comparsa iniziano a formarsi le croste, che cadono dopo 3-4 settimane. Altri organi e apparati sono coinvolti raramente. La mortalita' e' del 30%, avviene entro due settimane dall'esordio, ed e' dovuta alla tossiemia associata ad immunocomplessi circolanti ed antigeni solubili. rare sono la forma emorragica, sempre fatale entro il quinto-sesto giorno dall'esordio del rash, e la forma maligna, caratterizzata da lesioni confluenti che non evolvono mai in pustole ma rimangono soffici, piane e vellutate al tatto. PREVENZIONE La vaccinazione in Italia non e' obbligatoria dalla fine degli anni '70 in quanto l'OMS nel 1977 ha dichiarato il vaiolo eradicato. Lo sviluppo di colture cellulari tissutali necessario per produrre nuovi vaccini richiede almeno 36 mesi. Attualmente un programma di vaccinazione preventiva per proteggere ogni individuo non e' attuabile. Cio' che puo' essere offerto al pazienti infetto e' una copertura antibiotica come prevenzione di eventuali sovrainfezioni batteriche ed eventuale terapia sintomatica. Nessun farmaco antivirale e' di provata efficacia per il trattamento del vaiolo. Ogni invidivuo infetto va isolato e tutti i contatti stretti (definiti come coloro i quali convivono con il soggetto o sono stati in diretto contatto con lo stesso dopo l'inizio della febbre) vanno vaccinati e posti in osservazione. Gli indumenti dei soggetti infetti vanno sterilizzati in autoclave oppure lavati con acqua calda con l'aggiunta di candeggina. I disinfettanti comunemente utilizzati, come l'ipoclorito e i derivati dell'ammonio quaternaro sono efficaci per la disinfezione delle superfici contaminate. La vaccinazione somministrata entro 4 giorni dall'esposizione puo' prevenire l'infezione o attenuare significativamente i sintomi della successiva malattia. Un programma vaccinale d'emergenza dovrebbe includere tutti gli operatori sanitari ed il personale impiegato nell'evenienza di un'epidemia di vaiolo, come forze dell'ordine, vigili del fuoco, file:///A|/ortho.htm (6 di 8) [18/03/2002 8.27.41] ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 etc. Sono ad elevato rischio di contrarre complicanze post-vaccinali le sequenti categorie: persone con eczema o altre dermatiti esfoliative; pazienti con leucemia, linfoma o altre neoplasie in trattamento con agenti alchilanti, antimetabolici, radioterapia o alte dosi di steroidi; pazienti con infezione da HIV; persone con deficit immunitari congeniti; donne in gravidanza. A tali individui, se venuti in stretto contatto con soggetti infetti, si raccomanda comunque somministrazione del vaccino associato ad immunoglobuline specifiche (VIG). LA TERAPIA Al momento, la migliore terapia da garantire al paziente infettato con virus del vaiolo e' quella di supporto con l'aggiunta di antibiotici per il trattamento di eventuali sovrainfezioni batteriche. Non esistono farmaci antivirali attualmente a disposizione per il trattamento dell'infezione da vaiolo. Studi recenti suggeriscono che il cidofovir, un analogo nucleosidico inibitore della DNA-polimerasi, potrebbe essere utile nel prevenire l'infezione, se somministrato 1 o 2 giorni dopo l'esposizione. Al momento pero' non esiste nessuna evidenza che il cidofovir possa essere piu' efficace del vaccino nella profilassi post esposizione. Inoltre, il farmaco possiede una notevole nefrotossicita'.(37) I conviventi dei soggetti malati e chi ha avuto contatti diretti devono essere sottoposti a vaccinazione. Il vaccino somministrato al massimo entro 4 giorni dopo l'esposizione presunta puo' prevenire o migliorare significativamente la susseguente malattia.(39) LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE DOPO L'ANTRACE, C'E' IL RISCHIO DI ATTENTATI TERRORISTICI ANCHE CON IL VIRUS DEL VAIOLO? I rischi che questo possa avvenire sono di gran lunga inferiori, quasi vicino allo zero, vista la estrema difficolta' di reperire e poi di conservare e diffondere il virus. ESISTE ANCORA IL VAIOLO? Il vaiolo e' stato dichiarato eradicato dall'OMS nel 1977 allora non si sono registrati piu' casi nel mondo. file:///A|/ortho.htm (7 di 8) [18/03/2002 8.27.41] e da ORTHOPOXVIRUS 20/03/2002 Dai primi Italia. anni '70 la vaccinazione non e' piu' obbligatoria in ESISTE UN VACCINO PER IL VAIOLO? Esistono scorte di vaccino in numerosi Paesi. QUINDI, PER PRECAUZIONE, CONVIENE VACCINARSI? La vaccinazione non sono non e' attuabile, per il numero insufficiente di dosi di vaccino rispetto alle persone non immuni, ma non e' nemmeno raccomandabile, vista l'elevata probabilita' di gravi effetti collaterali (es. encefalite). CI SONO ANALISI PREVENTIVE DA FARE? No. SI POSSONO PRENDERE ANTIBIOTICI? Il virus del vaiolo, come tutti i virus, non e' antibiotici e non e' comunque indicata alcuna antibiotici. file:///A|/ortho.htm (8 di 8) [18/03/2002 8.27.41] sensibile agli profilassi con YERSINIA PESTIS 20/03/2002 YERSINIA PESTIS SCHEDA TRASMISSIONE E' trasmesso da animale ad animale (coinvolti particolarmente roditori domestici e selvatici) e da animale all'uomo tramite la puntura di pulci infette. Meno frequentemente, i batteri penetrano attraverso lesioni cutanee mediante contatto diretto con tessuti o fluidi corporei d un animale infetto. La peste e' inoltre trasmessa tramite l'inalazione di secrezioni respiratorie infette espulse tramite tosse, da uomini o animali affetti da peste polmonare. La trasmissione da persona a persona non e' comune, ma riveste tuttora un ruolo importante durante le epidemie. Va attuato l'isolamento ospedaliero stretto per pazienti affetti da peste polmonare per almeno 48 ore dall'inizio di adeguata terapia antibiotica. MANIFESTAZIONI CLINICHE PESTE BUBBONICA: dopo un perido di incubazione di 2-8 giorni dalla puntura di una pulce infetta, insorgono febbre improvvisa, brividi, cefalea e malessere generale, seguiti nella stessa giornata dalla comparsa di intenso dolore in una delle sedi di repere linfonodale (soprattutto inguine, ma anche ascella o collo); in detta sede si sviluppa in breve una tumefazione fissa, non fluttuante e talmente soffice che non impedisce alcun movimento o crea disturbi al paziente, di dimensioni variabili da 1 a 10 cm di diametro (bubbone); la cute sottostante e' calda ed eritematosa, la zona circostante si presenta edematosa. Non si associano tipicamente linfangite ascendente ne' lesioni cutanee riconoscibili nella zona circostante (raramente e' presente propora, indice di malattia sistemica, che puo' evolvere sottoforma di lesioni necrotiche che portano a gangrena delle file:///A|/pestis.htm (1 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 estremita' distali). I pazienti sono letargici e presentano agitazione, fino al delirio; le convulsioni sono comuni nei bambini. La morte puo' avvenire entro 2-4 giorni dall'esordio dei sintomi. PESTE SETTICEMICA: si caratterizza per la massiva crescita ematica di batteri senza la produzione del classico bubbone. La mortalita' e' tre volte maggiore rispetto alla peste bubbonica a causa del ritardo diagnostico e terapeutico. PESTE POLMONARE: polmonite secondaria alla diffusione ematogena dei batteri dal bubbone. E' altamente contagiosa tramite trasmissione aerogena. Si manifesta con tosse, dolore toracico, a volte emottisi. L'escreato e' solitamente purulento e contiene numerosi bacilli. Una polmonite come esordio di malattia e' rara ma puo' avvenire dopo esposizione a pazienti infetti che presentino tosse. La peste polmonare e' sempre fatale se la terapia viene instaurata dopo piu' di una settimana dall'esordio. ALTRE SINDROMI La meningite e' una rara complicanza che avviene dopo piu' di una settimana di trattamento inadeguato di manifestazione bubbonica (piu' frequente se il bubbone e' localizzato in sede ascellare). Puo' insorgere una faringite che simula una tonsille acuta. A volte si manifestano sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. PREVENZIONE La prevenzione si basa principalmente sul controllo dei roditori nelle aree urbane e rurali; dove questo non fosse possibile, e' consigliata la stretta sorveglianza dei casi infetti e l'utilizzo di insetticidi contro le pulci dei roditori. Inoltre nelle zone endemiche sono consigliati una raccolta dei residui del cibo e la distruzione delle tane dei roditori, l'utilizzo di specifici veleni ed il trattamento antipulci degli animali domestici da effettuarsi una volta alla settimana. La profilassi antibiotica, a base di tetracicline, cloramfenicolo o sulfamidici puo' essere utilizzata, per un periodo di sette giorni, in caso di esposizione a punture di pulci o a tessuti o fluidi di animali potenzialmente infetti durante un'evenienza epidemica o in caso di esposizione ad un soggetto o ad un animale domestico con sospetta peste polmonare. E' disponibile negli USA un vaccino prodotto dai Greer file:///A|/pestis.htm (2 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 Laboratories; la vaccinazione e' indicata per laboratoristi addetti alla manipolazione della Y. Pestis e per personale che lavora in aree sicuramente o potenzialmente infette dove non vi sia un adeguato controllo dei roditori. Tale vaccino non e' efficace contro la forma polmonare. LA PATOLOGIA La peste e' un'infezione dei roditori selvatici, trasmessa da un roditore all'altro e talvolta dai roditori all'uomo mediante la morsicatura di pulci infette. Spesso ne conseguono infezioni gravi, che nei secoli hanno provocato le pandemie della morte nera con milioni di morti. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E COLTURALI La Y. pestis e' un aerobio facoltativo, ossidasi negativa, del genere Yersiniae, cresce ad una temperatura di 25-28 gradi C, e' immobile, e' un coccobacillo Gram-positivo con una caratteristica colorazione bipolare. La Y. pestis cresce su Agar Sangue e Agar MacConkey formando delle piccole colonie dopo 24 ore di incubazione. DIAGNOSI In caso di peste, la Y. pestis potrebbe essere isolata dal sangue, dalla saliva, o da aspirati di linfonodi. Si devono eseguire emocolture multiple poiche' la batteriemia e' caratteristicamente intermittente. Gli esami colturali per la Y. pestis devono essere eseguiti con procedure di biosicurezza di secondo livello (BSL-2) con particolare attenzione alla formazione di aerosol. L'identificazione definitiva della Y. pestis dovrebbe essere eseguita in un laboratorio di riferimento poiche' i test commerciali di identificazione non sono stati standardizzati. La terapia con streptomicina o tetraciclina nelle prime fasi della malattia e' molto efficace e puo' ridurre la mortalita' da 50 a 5%. L'identificazione nel 1990 nel Madagascar di un ceppo multiresistenti (streptomicina, tetraciclina, cloramfenicolo e sulfonomide) enfatizza il possibile ruolo di questo microrganismo quale arma biologica. Il vaccino per la peste non rientra piu' nella produzione dell'unica ditta statunitenze da cui veniva commercializzato. LA TERAPIA Le raccomandazioni inerenti l'uso di antibiotici a seguiti di file:///A|/pestis.htm (3 di 10) [18/03/2002 8.27.43] un YERSINIA PESTIS 20/03/2002 attentato biologico con Yersinia pestis, un bacillo Gram-negativo appartenente alle Enterobatteriacee, sono condizionate dalla mancanza di studi clinici nell'uomo, da un numero limitato di studi nell'animale e dalla possibile necessita' di dover trattare un numero elevato di soggetti. Diversi possibili schemi di trattamento per la peste necessiterebbero di una valutazione adeguata e pertanto le raccomandazioni, basate sulla migliore evidenza disponibile, non rappresentano necessariamente usi correntemente approvati dal FDA. Storicamente l'antibiotico di scelta per la terapia della peste e' la streptomicina (78,84,85): moderatamente si tende comunque ad usare sempre meno questo aminoglucoside, che puo' essere sostituito dalla gentamicina, usata con successo anche se non approvata ufficialmente dall'FDA per la terapia della peste. (80,85,86-90) Anche la tetraciclina e' la doxiciclina sono state usate per la terapia e la profilassi della peste ed entrambe sono approvate dall'FDA per tale indicazione; gli studi in vitro dimostrano che la sensibilita' della Y. Pestis alle tetracicline e' sovrapponibile a quella per gli aminoglucosidi. (91,93,94). Sebbene non vi siano studi clinici controllati di paragone tra tetracicline ed aminoglucosidi, una serie di casi aneddotici e numerose autorita' mediche ne suggeriscono l'uso in profilassi ed in terapia nei casi in cui non sia possibile usare gli aminoglucosidi. (80,81,88-90,96-98) Studi nell'animale da esperimento hanno dimostrato per i fluorochinoloni (ciprofloxacina) una efficacia sovrapponibile a quella delle tetracicline e' degli aminoglucosidi, ed in vitro questi antibiotici sono risultati in alcuni casi addirittura piu' efficaci, anche se non esistono studi controllati nell'uomo ne' vi e' l'approvazione dell'FDA. (91,93,94,95,99) Il cloramfenicolo e' stato usato nella terapia della peste, in particolare delle forme meningitiche, per la sua capacita' di attraversare la barriera ematoencefalica, anche se non esistono lavori clinici che ne dimostrino la superiorita' rispetto ai trattamenti sovraindicati. (/78,84) Alcuni sulfamidici ed il cotrimoxazolo sono stati impiegati con successo in terapia, anche se sono da considerare farmaci di seconda scelta perche' caratterizzati da una efficacia inferiore rispetto alle tetracicline ed agli aminoglucosidi. (78,79,80,84,100,101,102) Per quanto concerne la resistenza, si considera rara quella naturale alle tetracicline, anche se recentemente e' stata scoperta una forma di resistenza multipla plasmide-mediata. (76,104) file:///A|/pestis.htm (4 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 Alcuni ricercatori russi hanno evidenziato una resistenza ai chinoloni. (106) Nel caso di un numero contenuto di pazienti da trattare, si raccomanda la terapia parenterale con streptomicina o gentamicina. Tuttavia, qualora il numero dei soggetti sia molto elevato, anche in funzione della possibile carenza di farmaco e di problemi logistici, si raccomanda la terapia orale, preferibilmente con doxiciclina (o tetraciclina) o ciprofloxacina. I pazienti con polmonite richiederanno terapie mediche di supporto oltre agli antibiotici. Si puo' avere la comparsa di una serie di complicazioni riconducibili alla sepsi da Gram-negativi, compresa la sindrome da dispnea acuta nell'adulto, coagulazione intravascolare disseminata, shock ed insufficienza multi-organo. (80) Qualora vi sia il forte sospetto o si sia a conoscenza della presenza di casi di peste polmonare, e' necessario TRATTARE SUBITO CON ANTIBIOTICI tutti i soggetti con febbre e tosse nella presunta area di esposizione, perche' un ritardo nella terapia, in attesa della conferma di laboratorio, puo' compromettere seriamente la sopravvivenza dei soggetti colpiti. (103) Un peggioramento delle condizioni cliniche in corso di terapia deve orientare per una possibile resistenza e deve essere valutato con tempestivita'. POPOLAZIONI SPECIALI Gli aminoglucosidi (streptomicina e gentamicina) rappresentano il trattamento di scelta nei bambini. (78,90) In caso di impossibilita' all'uso degli aminoglucosidi si puo' ricorrere alle tetracicline per i bambini con eta' uguale o superiore ad 8 anni. (85,90) Nei bambini di eta' inferiore ad 8 anni e superiore a 2 (per il rischio di sindrome grigia) si puo' usare il cloramfenicolo. (85,90) L'uso dei fluorochinoloni e' discutibile, per il possibile rischio di artropatie, anche se sono usati con successo nelle forme gravi nelle infezioni gravi. (85,106) Non esistono studi comparativi sulla efficacia e sicurezza di trattamenti alternativi nel bambino e pertanto, si raccomanda l'uso degli aminoglucosidi. Nei trattamenti di massa o per la profilassi post-esposizione si raccomanda l'uso della doxiciclina: si ritiene infatti che il potenziale beneficio dell'uso di tali antibiotici superi il rischio di effetti collaterali. file:///A|/pestis.htm (5 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 GRAVIDANZA Viene raccomandato l'uso della gentamicina anche in gravidanza, mentre si consiglia di evitare l'impiego della streptomicina per i possibili danni uditivi al feto. (85) Nel caso in cui non sia disponibile la gentamicina, si raccomanda l'uso della doxiciclina, nonostante il rischio di tossicita' fetale, incluso il ritardo della crescita scheletrica, ed il rischio di tossicita' epatica. (85,107) In caso di impossibilita' all'uso della doxiciclina (in terapia od in profilassi post-esposizione) si raccomanda l'uso della ciprofloxacina. SOGGETTI IMMUNODEPRESSI Non esistono studi specifici per il trattamento o la profilassi post-esposizione della peste polmonare in pazienti immunodepressi e si raccomanda percio' la somministrazione di antibiotici in accordo alle linee guida per i soggetti adulti o pediatrici immunocompetenti. PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE Si raccomanda che in una comunita' con peste polmonare epidemica tutti i soggetti con febbre di 38,5 gradi C od insorgenza od intensificazione della tosse inizino tempestivamente la terapia antibiotica parenterale o, nell'impossibilita', la terapia antibiotica orale raccomandata per il trattamento di massa. Nel neonato la tachipnea rappresenta un ulteriore indicazione al trattamento immediato. (82) I soggetti asintomatici a stretto contatto (meno di 2 metri) con pazienti affetti da peste polmonare non trattata, devono ricevere una profilassi antibiotica per 7 giorni con tetraciclina, doxiciclina, sulfamidici o cloramfenicolo. (77,79,82,83,103) Sulla base degli studi nell'animale, si possono usare anche i fluorochinoloni. (94) La doxiciclina rappresenta il farmaco di scelta per la profilassi post-esposizione. Altri antibiotici raccomandati sono riportati in tabella. Soggetti a contatto che sviluppino febbre o tosse durante la profilassi antibiotica devono essere prontamente trattati come descritto in tabella. WORKING GROUP RECOMMENDATIONS FOR TREATMENT OF PATIENTS WITH PNEUMONIC PLAGUE IN THE CONTAINED AND MASS CASUALTY SETTINGS AND FOR POSTEXPOSURE PROPHYLAXIS* file:///A|/pestis.htm (6 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 PATIENTS CATEGORY RECOMMENDED THERAPY CONTAINED CASUALTY SETTING ADULTS CHILDREN(*) PREGNANT WOMEN(**) Preferred choices Streptomycin, 1 g IM twice daily Gentamicin, 5 mg/kg IM or IV once daily or 2 mg/kg loading dose followed by 1.7 mg/kg IM or IV 3 times daily(1) Alternative choices Doxycycline, 100 mg IV twice daily or 200 mg IV once daily Ciprofloxacin, 400 mg IV twice daily (2) Chloramphenicol, 25 mg/kg IV 4 times daily (3) Preferred choices Streptomycin 1 mg/kg IM twice daily (maximum daily dose, 2 g) Gentamicin, 2.5 mg/kg IM or IV 3 times daily(1) Alternative choices Doxycycline, if maggiore/uguale 54 kg, give adult dosage if minore 45 kg, give 2.2 mg.kg IV twice daily (maxi mum, 200 mg/d) Ciprofloxacin, 15 mg/kg IV twice daily(2) Chloramphenicol, 25 mg/kg IV 4 times daily(3) Preferred choice Gentamicin, 5 mg/kg IM or IV once daily or 2 mg/kg loading dose followed by 1.7 mg/kg IM or IV 3 times daily(1) Alternative choice Doxycycline, 100 mg IV twice daily or 200 mg IV once daily Ciprofloxacin, 400 mg IV twice daily(2) MASS CASUALTY SETTING AND POSTEXPOSURE PROPHYLAXIS(***) file:///A|/pestis.htm (7 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 ADULTS Preferred choices Doxycycline, 100 mg orally daily (4) Ciprofloxacin, 500 mg orally daily(3) twice twice MASS CASUALTY SETTING AND POSTEXPOSURE PROPHYLAXIS (***) ADULTS Preferred choices Doxycycline, 100 mg orally twice daily (4) Ciprofloxacin, 500 mg orally twice daily(3) Alternative choices Chloramphenicol, 25 mg/kg orally 4 times daily (3**) CHILDREN(*) Preferred choices Doxycycline, (4) if maggiore/uguale 45 kg, give adult dosage if minore 45 kg, then give 2.2 mg/kg orally twice daily Ciprofloxacin, 20 mg/kg orally twice daily Alternative choices Chloramphenicol, 25 mg/kg orally 4 times daily (3**) PREGNANT WOMEN(**) Preferred choice Doxycycline, 100 mg orally twice daily(4) Ciprofloxacin, 500 mg orally twice daily Alternative choice Chloramphenicol, 25 mg/kg orally 4 times daily (3**) * These are consensus recommendations of the Working Group on Civillian Biodefense an are not necessarily approved the Food and Drug Administration. See "Therapy" section for explanations. One antimicrobial agent should be selected. Therapy should be continued for 10 days. Oral therapy should be substituted when patient's condition improves. IM indicates intramuscularly; IV, intravenously. file:///A|/pestis.htm (8 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 (1) Aminoglycosides must be adjusted according to renal function. Evidence suggests that gentamicin, 5 mg/kg IM or IV once daily, would be efficacious in children, although this is not yet widely accepted in clinical practice. Neonates up to 1 week of age and premature unfants should receive gentamicin, 2.5 mg/kg IV/twice daily. (2) Other fluoroquinolones can be substituted at doses appropriate for age. Ciprofloxacin dosage should not exceed 1 g/d in children. (3) Concentration should be maintained between 5 and 20 microg/ml. Concentrations greater than 25 microg/ml can cause reversible bone marrow suppression. (*) Refer to "Management of Special Groups" for details. In children, cirpofloxacin dose should not exceed 1 g/d, chloramphenicol should not exceed 4 g/dl. Children younger than 2 yaers should not receive chloramphenicol. (**) Refer to "Management of Special Gropups" for details and for discussion of breatfeeding women. In neonates, gentamicin loading dose of 4 mg/kg should be given initially. (***) Duration of treatment of plague in mess casuality setting in 10 days. Duration of postexposure prophylaxis to prevent plague infection is 7 days. (3**) Children chloramphenicol. United States. younger than 2 Oral formulation years should not receive available only outside the (4) Tetracycline could be substitudet for doxycycline. LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE COSA E' LA PESTE? E' una malattia infettiva causata dal germe Yersinia pestis, trasmessa da roditori infetti ed eccezionalmente da uomo a uomo. COME SI MANIFESTA? Esiste una forma cutanea (la "vecchia peste bubbonica), che si manifesta con grossi bubboni su tutto il corpo ed una forma polmonare e setticemia (con polmonite e febbre alta), ad elevata mortalita'. file:///A|/pestis.htm (9 di 10) [18/03/2002 8.27.43] YERSINIA PESTIS 20/03/2002 E' SCOMPARSA COME IL VAIOLO? No, ne esistono alcuni rari dell'Europa. casi sporadici al di fuori E' UNA MALATTIA CURABILE? Si, se interviene precocemente con una terapia antibiotica. C'E' IL RISCHIO DI UN ATTENTATO CON I GERMI DELLA PESTE? Il CDC americano ha inserito questa malattia in classe A, insieme ad antrace, vaiolo ed altre malattie. In pratica il rischio e' vicino a zero, per la difficolta' di reperimento del germe. file:///A|/pestis.htm (10 di 10) [18/03/2002 8.27.43] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 FRANCISELLA TULARENSIS SCHEDA AGENTE EZIOLOGICO La F. tularensis e' un piccolo negativo, immobile, aerobio. coccobacillo batterio gram- TRASMISSIONE Mediante la morsicatura di artropodi, il contatto diretto con tessuti animali infetti, l'inalazione di areosol o l'ingestione di cibo o acqua inquinata, i batteri diffondono ai linfonodi regionali con successiva disseminazione per via ematogena a polmoni, pleura, milza, fegato e reni. Dopo un'esposizione per via inalatoria si sviluppa una precoce infiammazione emorragica delle vie aeree con successiva evoluzione in broncopolmonite. SINTOMI D'ESORDI Il periodo di incubazione e' in media di 1-3 giorni, ma puo' variare da 1 a 21 giorni. L'esordio e' caratterizzato da febbre, brividi, cefalea, malessere, anoressia, affaticamento. A volte insorgono tosse, mialgie, disturbi toracici, vomito, ulcere faringee, dolore addominale, diarrea. La febbre si mantiene elevata per alcuni giorni; segue un breve periodo di defervescenza, con successiva recrudescenza febbrile senza altri sintomi. In assenza di trattamento la febbre permane per circa 30 giorni, e si associano calo ponderale, debilitazione cronica, adenopatia persistente per alcuni mesi. MANIFESTAZIONI CLINICHE file:///A|/tularens.htm (1 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 FORMA ULCEROGHIANDOLARE: 21-87% dei casi; abitulamente dovuta al contatto con animali infetti o punture di zecca. Segno iniziale e' una tumefazione linfonodale di consistenza soffice, accompagnata o seguita anche dopo alcuni giorni dalla comparsa di una papula rossa e dolente in sede di drenaggio dei linfonodi coinvolti. Tale lesione successivamente va incontro a necrosi, lasciando un'ulcera dal bordo sollevato. La localizzazione delle ulcere e' conseguenza della modalita' di trasmissione (mani e braccia se contatto con animali; tronco, perineo, estremita' inferiori, testa e collo se puntura di zecca). L'adenopatia e' piu' frequentemente localizzata in sede cervicale ed occipitale nei bambini, in sede inguinale negli adulti. FORMA GHIANDOLARE: 3-20% dei casi; linfoadenopatia senza presenza di ulcere cutanee. In entrambe queste forme i linfonodi possono suppurare. FORMA OCULOGHIANDOLARE: 0-5% dei casi; i batteri penetrano attraverso la congiuntiva abitualmente per contatto con dita contaminate, schizzi o aerosol di materiale infetto. La malattia e' bilaterale in meno del 12% dei casi. Sintomi prodromici sono la fotofobia ed una eccessiva lacrimazione. Si sviluppa poi una congiuntivite franca, con iniezione congiuntivale, chemosi e in alcuni casi di formazione di piccole papole o ulcere congiuntivali giallastre. Si associa una linfoadenopatia preauricolare, sottomandibolare e cervicale. FORMA FARINGEA: 0-12% dei casi; dipende dall'invasione primaria dell'orofaringe da parte di cibo, acqua o goccioline infette. I bambini sono maggiormente colpiti degli adulti, e piu' componenti della stessa famiglia possono essere infettati simultaneamente. Sintomo cardine e' una grave faringodinia, dovuta a faringite o tonsillite essudativa; possono essere presenti una o piu' ulcere. Sono abitualmente coinvolti i linfonodi cervicali, della loggia parotidea e retrofaringei, occasionalmente con formazione di ascessi in questa sede. FORMA TIFOIDEA: 5-30% dei casi: malattia febbrile non associata a linfoadenopatia e non ascrivibile ad alcuno dei quadri precedentemente descritti. Puo' essere la conseguenza di una qualsiasi modalita' di esposizione. I sintomi prodromici sono costituiti da febbre, brividi, cefalea, mialgie, faringodinia, anoressia, nausea, file:///A|/tularens.htm (2 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 vomito, diarrea, dolore addominale, tosse. Obiettivamente si possono rilevare disidratazione, ipotensione, modica faringite ed adenopatia cervicale, meningismo; epatomegalia e splenomegalia, non comuni all'esordio, possono insorgere con il protrarsi della malattia. La diarrea, sintomo quasi sempre presente, e' acquosa e solo raramente ematica. FORMA POLMONARE: 7-20% dei casi; la presentazione iniziale e' dominata dal quadro polmonare ed e' conseguenza dell'inalazione diretta o della disseminazione ematica dei microrganismi. Sintomi comuni includono febbre, tosse, costrizione retrosternale, dolore toracico. L'esame obiettivo non e' patognomico, perci' tale forma e' facilmente confondibile con una polmonite di comunita' che non risponde alle comuni terapie antibiotiche. TERAPIA CONTAGIO LIMITATO ADULTI Si raccomanda la terapia parenterale della tularemia con streptomicina come farmaco di scelta. La gentamicina, piu' facilmente reperibile ed impiegabile anche per via endovenosa, costituisce una valida alternativa: il trattamento con aminoglucosidi dovrebbe essere continuato per 10 giorni. Anche le tetracicline ed il cloramfenicolo sono utilizzati per la terapia della tularemia, sebbene si possano avere recidive e fallimenti, e dovrebbero essere impiegati per almeno 14 giorni. La ciprofloxacina, benche' non sia registrata con questa indicazione, si e' dimostrata attiva in vitro e nei modelli animali ed e' stata impiegata con successo nell'adulto ed in pediatria. Il trattamento deve essere continuato per 10 giorni. Nei soggetti che abbiano iniziato una terapia parenterale con doxiciclina, ciprofloxacina o cloramfenicolo si puo' atturare una terapia sequenziale passando alla via orale non appena clinicamente possibile. Le betalattamine ed i macrolidi glucosidici sono scarsamente efficaci e non sono raccomandati per tale impiego. BAMBINI Anche nel bambino si raccomanda l'uso degli aminoglucosidi (streptomicina o gentamicina) come trattamento di scelta. In alternativa si puo' usare la doxiciclina, la ciprofloxacina file:///A|/tularens.htm (3 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 (minore 1 g/die) od il cloramfenicolo. L'uso dei fluorochinoloni potrebbe essere controindicato in pediratria per il rischio di alterazioni cartilaginee, dimostrate nell'annimale immaturo, tuttavia trattamenti relativamente brevi con tali antibiotici non sono stati associati ad artropatie nei pazienti pediatrici e si dovrebbe tener conto del rischio potenziale in rapporto al beneficio ottenibile nella terapia delle infezioni gravi. CONTAGIO DI MASSA La doxiciclina e la ciprofloxacina sono i trattamenti di scelta nel contagio di massa sia nell'adulto che in pediatria. La terapia con ciprofloxacina non deve superare 1 g/die nel bambino. Inoltre si ritiene i benefici derivanti da un trattamento a breve termine con doxiciclina o ciprofloxacina nel bambino siano superiori ai rischi correlati al loro uso. Dato che non e' possibile sapere se vengano impiegati a scopo terroristico ceppi resistenti, si dovrebbe procedere con celerita' al test di sensibilita' dei ceppi isolati e la scelta terapeutica dovrebbe essere modificata in base ai risultati del test ed alla risposta clinica. POPOLAZIONI SPECIALI GRAVIDANZA In caso di contagio limitato l'impiego in gravidanza di una terapia di breve durata con gentamicina dovrebbe comportare una basso rischio di tossicita' fetale. In caso di contagio di massa la ciprofloxacina orale e' considerata la migliore alternativa alla gentamicina. SOGGETTI IMMUNODEPRESSI Vi sono scarse esperienze relative alla terapia della tularemia in soggetti immunocompromessi. Tuttavia, al fine di ridurre il rischio di fallimenti o recidive in questi soggetti, si raccomanda l'uso degli aminoglicosidi sia in caso di contagio limitato che di massa. PREVENZIONE La miglior prevenzione e' l'accortezza nell'evitare l'esposizione, l'utilizzo di un corretto abbigliamento per evitare le punture di zecca, l'adeguata protezione nel maneggiare animali o materiali di provenienza animale potenzialmente infetti. Le superfici contaminate vengono sterilizzate con l'uso di candeggina al 10%, seguita dopo 10 minuti da soluzione alcolica al 70%. file:///A|/tularens.htm (4 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 I pazienti ospedalizzati non necessitano di isolamento perche' non esiste la trasmissione interumana. I vaccini preparati con batteri uccisi sono inefficaci. Viene consigliato un vaccino a base di batteri vivi ed attenuati per personale di laboratorio a contatto con ceppi di F. tularensis e per persone che siano sottoposte ad esposizioni professionali; la vaccinazione non garantisce comunque una completa protezione, ma e' dimostrata un'attenuazione dei sintomi correlati allo sviluppo della malattia. La vaccinazione non e' inoltre consigliata come profilassi postesposizione, data la non completa protezione e il breve periodo di incubazione della malattia. La profilassi antibiotica condotta con streptomicina, gentamicina, doxiciclina o ciprofloxacina condotta per 14 giorni e' di provata efficacia nel proteggere dall'infezione sintomatica. La profilassi dopo potenziale esposizione da rischio non noto (come le punture di zecca) e la profilassi dei contatti stretti dei pazienti infetti non e' raccomandata. LA PATOLOGIA La Francisella tularensis e' molto diffusa nei serbatoi animali ed e' trasmissibile all'uomo mediante la morsicatura di artropodi, il contatto diretto con tessuti animali infetti, l'inalazione di aerosol o l'ingestione di cibo o acqua inquinata. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE La F. tularensis e' un piccolo coccobacillo batterio gramnegativo, pleiomorfo con particolari esigenze di crescita: cresce in agar sangue glucosio cisteina dopo 2-3 giorni di incubazione a 37 gradi C in aerobiosi e in presenza di CO2. L'identificazione e' eseguita mediante immunofluorescenza o agglutinazione con sieri specifici. Tutte le operazioni devono essere eseguite sotto cappa a flusso laminare verticale in laboratori osservanti le procedure di sicurezza biologica di secondo livello (BSL 2). L'identificazione definitiva potrebbe essere problematica e pertanto dovrebbe essere eseguita da laboratori di riferimento sia per l'assenza di esperienza specifica sia per il rischio biologico. PATOGENESI La F. tularensis e' molto infettante e la penetrazione nella cute o nelle mucose oppure l'inalazione di soli 50 microrganismi file:///A|/tularens.htm (5 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 provocano l'infezione. In soli 2-6 giorni si sviluppa una papula infiammatoria che successivamente si ulcera. L'inalazione provoca una infiammazione peribronchiale e una polmonite a focolaio. DIAGNOSI Di solito la diagnosi si basa su esamni sierologici agglutinazione effettuati in due campioni di sangue raccolti a intervello di tempo di 2 settimane. Un aumento del titolo agglutinante di almeno 4 volte oppure titolo superiore a 1:160 suggeriscono la diagnosi di tularemia presenza di una anamnesi e di un esame obiettivo compatibili. di un un in CLASSE A: TULAREMIA AGENTE EZIOLOGICO Francisella tularensis, piccolo coccobacillo Gram-negativo, immobile, aerobio; tramite test di virulenza, reazioni biochimiche e caratteristiche epidemiologiche si possono suddividere due sottospecie maggiori (tipo A e B). TRASMISSIONE La trasmissione avviene tramite: cute, membrane mucose, tratto gastrointestinale e polmoni. I batteri, dalla cute o dalle membrane mucose, diffondono ai linfonodi regionali con successiva disseminazione per via ematogena a polmoni, pleura, milza, fegato e reni. Dopo un'esposizione per via inalatoria si sviluppa una precoce infiammazione emorragica delle vie aeree con successiva evoluzione in broncopolmonite. SINTOMI D'ESORDIO Il periodo di incubazione e' in media di 1-3 giorni, ma puo' variare da 1 a 21 giorni. L'esordio e' caratterizzato da febbre, brividi, cefalea, malessere, anoressia, affaticamento. A volte insorgono tosse, mialgie, disturbi toracici, vomito, ulcere faringee, dolore addominale, diarrea. La febbre si mantiene elevata per alcuni giorni; segue un breve periodo di defervescenza, con successiva recrudescenza febbrile senza altri sintomi. In assenza di trattamento la febbre permane per circa 30 giorni, e si associano calo ponderale, debilitazione cronica, adenopatia persistente per alcuni mesi. MANIFESTAZIONI CLINICHE file:///A|/tularens.htm (6 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 FORMA ULCEROGHIANDOLARE: 21-87% dei casi; abitulamente dovuta al contatto con animali infetti o punture di zecca. Segno iniziale e' una tumefazione linfonodale di consistenza soffice, accompagnata o seguita anche dopo alcuni giorni dalla comparsa di una papula rossa e dolente in sede di drenaggio dei linfonodi coinvolti. Tale lesione successivamente va incontro a necrosi, lasciando un'ulcera dal bordo sollevato. La localizzazione delle ulcere e' conseguenza della modalita' di trasmissione (mani e braccia se contatto con animali; tronco, perineo, estremita' inferiori, testa e collo se puntura di zecca). L'adenopatia e' piu' frequentemente localizzata in sede cervicale ed occipitale nei bambini, in sede inguinale negli adulti. FORMA GHIANDOLARE: 3-20% dei casi; linfoadenopatia senza di ulcere cutanee. In entrambe queste forme i linfonodi possono suppurare. presenza FORMA OCULOGHIANDOLARE: 0-5% dei casi; i batteri penetrano attraverso la congiuntiva abitualmente per contatto con dita contaminate, schizzi o aerosol di materiale infetto. La malattia e' bilaterale in meno del 12% dei casi. Sintomi prodromici sono la fotofobia ed una eccessiva lacrimazione. Si sviluppa poi una congiuntiva franca, con iniezione congiuntivale, chemosi, e in alcuni casi formazione di piccole papule o ulcere congiuntivali giallastre. Si associa una linfoadenopatia preauricolare, sottomandibolare e cervicale. FORMA FARINGEA: 0-12% dei casi; dipende dall'invasione primaria dell'orofaringe da parte di cibo, acqua o goccioline infette. I bambino sono maggiormente colpiti degli adulti, e piu' componenti della stessa famiglia possono essere infettati simultaneamente. Sintomo cardine e' una grave faringodinia, dovuta a faringite o tonsillite essudativa; possono essere presenti una o piu' ulcere. Sono abitualmente coinvolti i linfonodi cervicali, della loggia parotidea e retrofaringei, occasionalmente con formazione di ascessi in questa sede. FORMA TIFOIDEA: 5-30% dei casi: malattia febbrile non associata a linfoadenopatia e non ascrivibile ad alcuno dei quadri precedentemente descritti. Puo' essere la conseguenza di una qualsiasi modalita' di esposizione. I sintomi prodromici sono costituiti da febbre, brividi, cefalea, mialgie, faringodinia, anoressia, nausea, vomito, diarrea, dolore file:///A|/tularens.htm (7 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 addominale, tosse. Obiettivamente si possono rilevare disidratazione, ipotensione, modifca faringite ed adenopatia cervicale meningismo; epatomegalia e splenomegalia, non comuni all'esordio, possono insorgere con il protrarsi della malattia. La diarrea, sintomo quasi sempre presente, e' acquosa e solo raramente ematica. FORMA POLMONARE: 7-20% dei casi; la presentazione iniziale e' dominata dal quadro polmonare ed e' conseguenza dell'inalazione diretta o della disseminazione ematica dei microrganismi. Sintomi comuni includono febbbre, tosse, costrizione retrosternale, dolore toracico. L'esame obiettivo non e' patognomonico, percio' tale forma e' facilmente confondibile con una polmonite di comunita' che non risponde alle comuni terapie antibiotiche. PREVENZIONE La miglior prevenzione e' l'accortezza nell'evitare l'esposizione, l'utilizzo di un corretto abbigliamento per evitare le punture di zecca, l'adeguata protezione nel maneggiare animali o materiali di provenienza animale potenzialmente infetti. Le superfici contaminate vengono sterilizzate con l'uso di candeggina al 10%, seguita dopo 10 minuti da soluzione alcolica al 70%. I pazienti ospedalizzati non necessitano di isolamento perche' non esiste la trasmissione interumana. I vaccini preparati con batteri uccisi sono inefficaci. Viene consigliato un vaccino a base di batteri vivi ed attenutati per personale di laboratorio a contatto con ceppi di F. tularensis e per persone che siano sottoposte ad esposizioni professionali; la vaccinazione non garantisce comunque una completa protezione, ma e' dimostrata un'attenuazione dei sintomi correlati allo sviluppo della malattia. La vaccinazione non e' inoltre consigliata come profilassi postesposizione, data la non completa protezione e il breve periodo di incubazione della malattia. La profilassi antibiotica condotta con streptomicina, gentamicina, doxiciclina o ciprofloxacina condotta per 14 giorni e' di provata efficacia nel proteggere dall'infezione sintomatica. La profilassi dopo potenziale esposizione da rischio non noto (come le punture di zecca) e la profilassi dei contatti stretti dei pazienti infetti non e' raccomandata. LA TERAPIA Le raccomandazioni inerenti l'uso di antibiotici a seguito di file:///A|/tularens.htm (8 di 13) [18/03/2002 8.27.45] un FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 attentato biologico con Francisella tularensis, un piccolo coccobacillo Gram-negativo aerobio, conosciuto come uno dei patogeni piu' infettivi, prevedono la terapia parenterale od orale in funzione del numero dei soggetti contaminati. CONTAGIO LIMITATO ADULTI Si raccomanda la terapia parenterale della tularemia con streptomicina come farmaco di scelta. (112,113,114,115) La gentamicina, piu' facilmente reperibile ed impiegabile anche per via endovenosa, costituisce una valida alternativa (112,113,114,116): il trattamento con aminoglucosidi dovrebbe essere continuato per 10 giorni. Anche le tetracicline ed il cloramfenicolo sono utilizzati per la terapia della tularemia, sebbene si possano avere recidive e fallimenti, e dovrebbero essere impiegati per almeno 14 giorni. (110,112,113,114). La ciprofloxacina, benche' non sia registrata con questa indicazione, si e' dimostrata attiva in vitro e nei modelli animali ed e' stata impiegata con successo nell'adulto ed in pediatria (114,117,119,120) Il trattamento deve essere continuato per 10 giorni. Nei soggetti che abbiano iniziato una terapia parenterale con doxiciclina, ciprofloxacina o cloramfenicolo si puo' attuare una terapia sequenziale passando alla via orale non appena clinicamente possibile. Le betalattamine ed i macrolidi glucosidici sono scarsamente efficaci e non sono raccomandati per tale impiego. BAMBINI Anche nel bambino si raccomanda l'uso degli aminoglucosidi (streptomicina o gentamicina) come trattamento di scelta. In alternativa si puo' usare la doxiciclina, la ciprofloxacina (minore 1 g/die) od il cloramfenicolo. L'uso dei fluorochinoloni potrebbe essere controindicato in pediatria per il rischio di alterazioni cartilaginee, dimostrate nell'animale immaturo, tuttavia trattamenti relativamente brevi con tali antibiotici non sono stati associati ad artropatie nei pazienti pediatrici e si dovrebbe tener conto del rischio potenziale in rapporto al beneficio ottenibile nella terapia delle infezioni gravi. (119,121,122) CONTAGIO DI MASSA La doxaciclina e la ciprofloxacina sono i trattamenti di nel contagio di massa sia nell'adulto che in pediatria. file:///A|/tularens.htm (9 di 13) [18/03/2002 8.27.45] scelta FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 La terapia con ciprofloxacina non deve superare 1 g/die nel bambino. Inoltre si ritiene i benefici derivanti da un trattamento a breve termine con doxiciclina o ciprofloxacina nel bambino siano superiori ai rischi correlati al loro uso. Dato che non e' possibile sapere se vengano impiegati a scopo terroristico ceppi resistenti, si dovrebbe procedere con celerita' al test di sensibilita' dei ceppi isolati e la scelta terapeutica dovrebbe essere modificata in base ai risultati del test ed alla risposta clinica. POPOLAZIONI SPECIALI GRAVIDANZA In caso di contagio limitato l'impiego in gravidanza di una terapia di breve durata con gentamicina dovrebbe comportare un basso rischio di tossicita' fetale. In caso di contagio di massa la ciprofloxacina orale e' considerata la migliore alternativa alla gentamicina. SOGGETTI IMMUNODEPRESSI Vi sono scarse esperienze relative alla terapia della tularemia in soggetti immunocompromessi. Tuttavia, al fine di ridurre il rischio di fallimenti o recidive in questi soggetti, si raccomanda l'uso degli aminoglucosidi sia in caso di contagio limitato che di massa. PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE I soggetti esposti devono essere trattati profilatticamente per 14 giorni con doxiciclina o ciprofloxacina per os. Non si raccomanda la profilassi nel caso di contatto stretto con pazienti con tularemia, dato che non si conosce la possibilita' di trasmissione interumana. VACCINO Dato il breve periodo di incubazione della tularemia l'incompleta protezione dei vaccini disponibili non se raccomanda l'uso in profilassi post-esposizione. (108,109) WORKING GROUP CONSENSUS RECOMMENDATIONS FOR TRATMENT CONTAINED CASUALTY SETTING* OF PATIENTS WITH TULAREMIA CONTAINED CASUALTY RECIMMENDED THERAPY ADULTS file:///A|/tularens.htm (10 di 13) [18/03/2002 8.27.45] IN e ne A FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 Preferred choices Alternative choices Streptomycin, 1 g IM twice daily Gentamicin, 5 mg/kg IM or IV daily(1) once Doxycycline, 100 mg IV twice daily Chloramphenicol, 15 mg/kg IV 4 times daily (1) Ciprofloxacin, 400 mg IV twice daily(1) CHILDREN Preferred choices Streptomycin, 15 mg/kg IM twice daily (should not exceed 2 g/d) Gentamicin, 2.5 mg/kg IM or IV 3 times daily (1) Alternative choices Doxycycline: if weight maggiore/uguale 45 kg, 100 mg IV twice daily; if weight minore 45 kg, give 2.2 mg/kg IV twice daily Chloramphenicol, 15 mg/kg IV 4 times daily(1) Ciprofloxacin, 15 mg/kg IV twice daily (2) PREGNANT WOMEN Preferred choices Alternative choices Gentamicin 5 mg/kg IM or IV once daily(1) Streptomycin, 1 mg IM twice daily Doxycycline, 100 mg IV twice daily Ciprofloxacin, 400 mg IV twice daily(1) * Treatment with streptomycin, gentamicin, or ciprofloxacin should be continued for 10 days; treatment with doxycycline or chloramphenicol should be continued for 14-21 days. Persons beginning treatment with intramuscular (IM) or intravenous IV) doxycycline, ciprofloxacin, or chloramphenicol can switch to oral antibiotic administration when clinically indicated. (1) Not a US Food and Drug Administration-approved use. file:///A|/tularens.htm (11 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 (2) Cirpofloxacin dosage should not exceed 1 g/d in children. WORKING GROUP CONSENSUS RECOMMENDATIONS FOR TREATMENT OF PATIENTS WITH TULAREMIA IN A MASS CASUALTY SETTING AND FOR POSTEXPOSURE PROPHYLAXIS * MASS CASUALTY RECOMMENDED THERAPY ADULTS Preferred choices Doxycycline, 100 mg orally twice daily Ciprofloxacin, 500 mg orally twice daily(1) CHILDREN Preferred choices Doxycycline; if weight maggiore/uguale 45 kg, give 100 mg orally twice daily; if weight minore 45 kg, give 2.2 mg/kg orally twice daily Ciprofloxacin, 15 mg/(kg orally twice daily (2) PREGNANT WOMEN Preferred choices Ciprofloxacin, 500 mg orally twice daily(1) Doxycycline, 100 mg orally twice daily * One antibiotic, appropriate for patient age, should be chosen from among alternatives. The duration of all recommended therapie in Table is 14 days. (1) Not a US Food and Drug Administration-approved use. (2) Ciprofloxacin dosage should not exceed 1 g/d in children. LE DOMANDE PIU' FREQUENTI E LE RISPOSTE DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE CHE COSA E' LA TULAREMIA? E' una malattia infettiva causata da un germe (la Francisella tularensis) presente in molti animali e che si puo' trasmettere all'uomo per contatto diretto o tramite la morsicatura di zecche o file:///A|/tularens.htm (12 di 13) [18/03/2002 8.27.45] FRANCISELLA TULARENSIS 20/03/2002 altri artropodi. COME SI MANIFESTA? Con una ulcerazione nel punto di inoculo, cui segue dei linfonodi ed una grave forma di polmonite. infiammazione CI SONO ANCORA CASI DI TULAREMIA NEL MONDO? Si, ci sono casi sporadici in molti Paesi extraeuropei. Stati Uniti se ne registrano mediamente 200 casi all'anno. Negli CHI E' A RISCHIO DI QUESTA MALATTIA? Chi e' a contatto con materiale infetto (personale dei laboratori che trattano questi germi, veterinari di zone endemiche) o viene morsicato da animali in zone endemiche (es. cacciatori in alcune zone degli Stati Uniti). E' UNA MALATTIA CURABILE? Si', con molti antibiotici. Anche nei casi curata tardivamente letalita' non e' molto elevata. C'E' IL RISCHIO DI UN ATTENTATO CON I GERMI DELLA TULAREMIA? Il CDC americano ha classificato questa infezione in classe A. file:///A|/tularens.htm (13 di 13) [18/03/2002 8.27.45] la GIOFIL Banca Dati Sanitaria Farmaceutica http://www.giofil.it/ [18/03/2002 8.27.48]