BARDELLI «Porto la Mitteleuropa Orchestra al Città Fiera, perché la musica classica dev’essere di tutti» MUSEO ETNOGRAFICO I presepi di Ida Sello, tuffo nel Natale anni ‘50 RIFORMA PROTESTANTE Un convegno per ritrovare le ragioni dell’ecumenismo 21 3 DICEMBRE Associazione Corale Udine GENNAIO «Vi canto Rossini che piace ai giovani» I l mezzosoprano Daniela Barcellona, nata e residente a Trieste, è una tra le cantanti liriche della nostra regione più note a livello internazionale. Spesso presente alla Scala, si esibisce prevalentemente all’estero. Giovedì 22 dicembre, però, «giocherà in casa». Al Teatro Modena di Palmanova (ore 20.45), assieme alla Mitteleuropa Orchestra concluderà il cartellone della stagione «Contrasti». A dirigerla il suo maestro e marito, Alessandro Vitiello, in un programma che spazierà dal prediletto Rossini a Verdi. «Io lavoro in tutto il mondo – afferma Barcellona intervistata dalla Vita Cattolica – e mi trovo, purtroppo, molto raramente a casa. Per questo cantare nella mia regione è per me un grande piacere». Lei è lavora più all’estero che in Italia. Come mai? «Sì, in Italia lavoro al Teatro di Torino, alla Scala, però al di là di questi due teatri la mia carriera ormai si è spostata al di fuori del’lItalia. Il motivo? In Italia, i contratti sono fatti sempre all’ultimo momento. All’estero invece vengono firmati con molto anticipo, sono più sicuri e le agenzie artistiche preferiscono prendere quelli. Infatti, ho impegni già programmati all’estero fino al 2019». Il 22 dicembre a Palmanova lei sarà diretta da Alessandro Vitiello, suo marito oltre che suo maestro. È grazie a lui che si è avvicinata al canto? «Sì. Mio padre e mia madre hanno sempre avuto la passione per la lirica: andavamo al Verdi di Trieste a vedere le operette. Così, da bambina ho iniziato a suonare il pianoforte. Successivamente ho incontrato un insegnante, Alessandro Vitiello, direttore d’orchestra, che mi ha orientato verso il canto e che poi è diventato mio marito oltre che mio maestro. Il rapporto con un maestro-marito aiuta molto. La carriera è difficile, a volte sono io che seguo lui, a volte lui che segue me. Sempre mi sostiene, e continua ad essere mio insegnante dal punto di vista musicale e tecnico vocale». La musica quindi vi ha uniti? «Assolutamente sì». Si dice che tra marito e moglie sia difficile lavorare insieme.. «Basta separare le due cose, non portarsi il lavoro nella vita privata e viceversa. Nei momenti di studio il rapporto è tra maestro e allieva. Fuori dallo studio siamo marito e moglie». Fare musica insieme crea intesa? «Sì, perché non serve parlare. Siamo in simbiosi sia dal punto di vista delle vita che dell’intesa musicale e di qualsiasi cosa che riguardi il feeling in palcoscenico. Abbiamo fatto anche tante opere insieme, in scena, lui direttore d’orchestra, io interpretando il ruolo. Lavoriamo molto bene insieme». La famiglia cosa rappresenta per lei? «Un punto fermo. La carriera è molto importante, ma quando si chiudono le porte del palcoscenico, o del camerino, quello che rimane alla fine è la famiglia. I miei genitori e mio marito sono le basi solide della mia vita». Nel concerto di Palmanova ci sarà molto spazio per brani di Rossini, il suo autore d’elezione. «Sì, è quello con cui ho iniziato tutto. Da quel “Tancredi” del 1999 a Pesaro è nata tutta la mia carriera. Con mio marito-maestro ho iniziato a studiare questo compositore proprio perché è un buonissimo punto di partenza: non rovina la voce, sviluppa la tecnica e quindi è adatto a cantanti giovani. Per me è stato fonte di grandi soddisfazioni e rimane il mio compositore principale, anche se adesso sto un po’ cambiando repertorio». Verdi richiede tutta un’altra vocalità. È difficile passare da un repertorio all’altro? «No, anche se, certamente, nella programmazione degli impegni di un anno si cerca di non mettere Rossini e Verdi uno dietro l’altro. Per quanto mi riguarda, ritengo che la mia tecnica rossiniana mi abbia reso più facile cantare Verdi. La scrittura di Rossini obbliga il cantante a prendere decisioni molto rapide duran- Associazione Corale Udine te l’esecuzione, per l’agilità che richiede. Quindi velocizza il cervello, il che aiuta quando si passa ad altri repertori». Che rapporto ha con Riccardo Muti, che spesso la dirige? «Sì, abbiamo lavorato spesso insieme, anche in Friuli: nel 2014 ho cantato diretta da lui a Redipuglia il Requiem di Verdi. Ricordo, poi, l’inaugurazione della Scala rinnovata, nel 2004, con l’”Europa riconosciuta”. Quest’anno mi ha diretta a Chicago. C’è un progetto con lui per il 2017 o 2018. Tra noi c’è una grande intesa. È un grandissimo musicista». Che impegni avrà il prossimo anno? «Dal 1° gennaio sarò a Monaco di Baviera per le prove della “Semiramide” di Rossini. Nel frattempo, durante le prove, andrò a Berlino per un Requiem di Verdi con il maestro Chailly e i Berliner Philarmoniker; a marzo di nuovo a Monaco per “Falstaff”, poi a Pechino. Ad ottobre canterò alla Scala con mio marito Alessandro al pianoforte. Questa, purtroppo, per il momento, è l’unica cosa che farò in Italia, ahimè». Anche all’estero ci sono pochi giovani nei teatri d’opera? «All’estero ci sono da anni le rappresentazioni di opere, magari più leggere, per i ragazzi delle scuole, che riscuotono grande entusiasmo. Vedo che ora ciò sta prendendo piede anche in Italia. In generale, la presenza dei giovani dipende molto dal repertorio. Ad esempio Rossini è un autore che piace molto ai giovani, così come certa musica barocca. E importante è anche l’allestimento. Nel 2014, alla Scala, ero nel cast delle “Troien” di Berlioz, con una scenografia veramente spettacolare e, nonostante le cinque e ore e mezzo di durata, c’erano moltissimi ragazzi». STEFANO DAMIANI Il programma Va da Rossini a Mascagni, Donizetti e Verdi il programma del concerto che giovedì 22 dicembre, alle ore 20.45, vedrà esibirsi al Teatro Modena di Palmanova la Mitteleuropa Orchestra, diretta da Alessandro Vitiello, con la mezzosoprano Daniela Barcellona. Di Rossini saranno eseguite le Sinfonie da «La gazza ladra» e «Semiramide», le arie «Cruda sorte» («L’Italiana in Algeri»), «Eccomi alfine in Babilonia» («Semiramide»). Di Verdi l’aria «Condotta ell’era in ceppi» («Trovatore») e l’ouverture dal «Nabucco». Di Mascagni l’intermezzo di «Cavalleria rusticana» e dalla stessa opera l’aria «Voi lo sapete o mamma». Di Donizetti «O mon Fernand» da «La Favorite». Festeggiamo i nostri Vent’anni di Musica Insieme Con la partecipazione della Afroritmo Band www.spiritualensemble.it MERCOLEDÌ 28 dicembre 2016 ORE 20.45 Auditorium delle Grazie UDINE INGRESSO LIBERO