A cura di Matteo Gianatti - www.meteopiateda.it
DICEMBRE 2009: FREDDO E MALTEMPO ECCEZIONALI AL NORD ITALIA.
La neve sul mare a Lerici (SP), sabato 19 dicembre 2009, preannuncia un fine settimana da annali meteo.
Per la sua breve durata, probabilmente questo episodio non sarà annoverato tra i grandi inverni
della storia meteorologica. Eppure, nella seconda decade dicembrina, tutta l'Europa è stata
coinvolta da un'eccezionale ondata di freddo come non succedeva da decenni. Dopo un inizio
mese piuttosto mite, le temperature si sono bruscamente abbassate, registrando alcuni valori tra i
più bassi degli ultimi 20 anni. A partire da domenica 13 dicembre, correnti artiche continentali
hanno investito principalmente l'Europa Centrale e il Nord Italia, comprese Umbria e Toscana,
mentre il Centro-Sud è rimasto protetto dai venti tiepidi richiamati dalle frequenti ciclogenesi
mediterranee, che hanno altresì provocato estese nevicate in pianura e sulle coste del CentroNord, e a quote basse sull'Appennino. Tutto ciò grazie alla spinta di un robusto anticiclone
atlantico fin sopra il Circolo Polare, che ha permesso alle masse d'aria gelida di invadere il
Continente. Molte città sono rimaste paralizzate dal ghiaccio e per le forti tempeste di neve, che
hanno creato notevoli disagi nei trasporti e nei collegamenti. Soltanto negli ultimi giorni le
temperature sono ulteriormente precipitate anche in Italia, battendo alcuni record di freddo al Nord,
risalenti al febbraio 1991 o addirittura al mitico gennaio 1985. In quasi tutta la Pianura Padana
sono state registrate diverse giornate di ghiaccio consecutive: un evento non più tanto comune
dalla fine degli anni Ottanta ad oggi.
1-9 dicembre 2009.
Dicembre si apre all'insegna del tempo atlantico. Dopo l'importante peggioramento d'inizio
settimana (→vedi), le Alpi lombarde appaiono ben imbiancate sopra i 1200 metri, con accumuli
compresi fra 100 e 150 cm di neve fresca oltre i 2000 metri. L'aria più fredda marittima che segue
la perturbazione consente un ulteriore calo delle temperature al suolo con l'arrivo di nuove
precipitazioni, tra la tarda serata di giovedì e il primo pomeriggio di venerdì, quando la Regione
Alpina è attraversata da un secondo sistema frontale. In questa fase, seppur temporaneamente, la
neve raggiunge per la prima volta le basse quote nelle Alpi e sull'Appennino Settentrionale.
Tra lunedì 7 e martedì 8 dicembre, una terza, debole perturbazione atlantica causa nuove
precipitazioni soprattutto sull'Est della Lombardia, ma con quota neve elevata (in calo a 1400 metri
martedì mattina). Mercoledì 9, dell'aria più secca comincia ad affluire da Nord, preludio di un
sensibile raffreddamento che culminerà nella seconda decade mensile. Correnti favoniche
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ricadono lungo il pendio Sud-alpino (raffiche fino a 60 km/h), spingendo i termometri verso i 15
gradi nell'angolo Nord-occidentale della regione.
10-13 dicembre 2009.
Giovedì
10
dicembre
l'assetto
meteorologico
è
governato
da
importanti manovre sullo scacchiere
europeo. Dietro al modesto vortice
depressionario in transito dal Mare del
Nord verso la Germania, collegato a
una più ampia saccatura Nordatlantica, l'anticiclone chiude la strada
al flusso oceanico, costretto a deviare
verso Nord-Est. In questo modo, l'Italia,
sul fianco orientale dell'alta pressione,
è investita da correnti Nord-orientali in
quota, a riprova dell'effetto favonico
lungo la fascia pedemontana lombarda,
mentre nelle valli riparate e sulle
pianure prevale l'inversione termica.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo, domenica 13 dicembre
2009, ore 00Z. L'anticiclone atlantico s'allunga verso la
Groenlandia. L'aria fredda che soffia dal Nord della Russia
s'invortica sul Tirreno, scavando una depressione mediterranea che
pompa tiepidi venti di Scirocco sulle regioni peninsulari italiane.
Neve fin sull'alta Val Padana per il rientro umido da Est, a quote
progressivamente più alte da Nord verso Sud lungo l'Appennino.
Venerdì 11 dicembre, il minimo
sull'Europa Orientale e la spinta
dell'alta pressione atlantica verso la
Scandinavia, fino a formare un ponte
con
l'anticiclone
termico
russosiberiano, favoriscono la discesa
sull'Europa di aria via via più fredda
continentale.
Sabato 12, l'anticiclone oceanico fa affluire verso l'Italia il primo impulso gelido da Est. Il tempo
peggiora a partire dalle regioni adriatiche, dove si segnalano nevicate fino a quote collinari
sull'Appennino, ed episodi di gragnola ai limiti della pianura. Il contrasto tra l'aria fredda
continentale e quella più umida in risalita dal Nord-Africa genera un'estesa fascia nuvolosa sul
Mediterraneo Centro-occidentale, associata ad episodi temporaleschi anche grandinigeni lungo la
Costa Azzurra, e nevicate frammiste a pioggia nell'immediato entroterra francese.
L'aria da Est si propaga alla Val Padana tra sabato sera e la notte su domenica 13 dicembre,
scavando un minimo di pressione ad Ovest della Sardegna, che nel contempo sospinge venti
umidi e tiepidi in direzione dell'Italia. La Penisola si trova quindi al margine delle gelide affluenze
continentali, perlopiù in scorrimento oltralpe. Le correnti artiche che accompagnano l'irruzione
sono associate a della nuvolosità e a qualche debole nevicata lungo le Alpi e la fascia
pedemontana, fino alle basse quote.
14-16 dicembre 2009.
Lunedì 14 dicembre, l'aria marittima in discesa dal Circolo Polare, e quella continentale
proveniente da Est sul fianco orientale dell'anticiclone Nord-atlantico, sono raccolte dalla vasta
area di bassa pressione sul Mediterraneo Centro-occidentale. Questa importante figura porta i
venti tiepidi a sovrascorrere il cuscinetto freddo padano, formatosi nel fine settimana, favorendo
deboli nevicate fino in pianura sull'Emilia (nevica a Bologna) e a basse quote sull'Appennino
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Centro-settentrionale, oltre i 1000 metri, invece, su quello meridionale, investito dallo Scirocco.
Il maltempo insiste al Centro-Sud nelle due giornate successive. Il vortice freddo mediterraneo, in
movimento verso Est, comporta ulteriori, deboli nevicate sull'Appennino fino a quote collinari, e
maltempo più accentuato sulle estreme regioni meridionali. Frattanto, il Nord Italia passa a
condizioni anticicloniche tipicamente invernali: forti gelate favorite dall'irraggiamento notturno, con
temperature minime generalmente fra -5 e -6 gradi (-9,1° alla Malpensa il 16/12), e massime fra 2
e 5 gradi sulle pianure. In Montagna, Livigno crolla a -27° mercoledì.
17-20 dicembre 2009 - Cadono record di freddo dal 1985.
Giovedì 17 dicembre, una depressione in discesa dalla Scandinavia fa affluire ulteriori impulsi artici
verso il Continente. Aria molto fredda in quota proveniente dalla Russia, dopo aver attraversato
l'Europa supera le Alpi e forma un secondo minimo sull'Alto Tirreno. In questo modo, dell'aria
nuovamente più umida e mite raggiunge il pendio Sud-alpino.
Le prime precipitazioni interessano
gran parte della Val Padana e i rilievi
lombardi (eccetto la Valtellina) a partire
dalla tarda serata di mercoledì 16
dicembre. A causa delle basse
temperature, i fenomeni risultano
interamente nevosi dalla Lombardia
fino alle coste romagnole, con accumuli
più importanti sulla bassa pianura
(generalmente inferiori a 7/8 cm, con
punte di 12/13 cm nel Lodigiano e di 10
cm a Piacenza). Imbiancate anche
Milano, Brescia, Verona e Bologna.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo, venerdì 18 dicembre
2009, ore 00Z. Il fronte freddo sulla Francia è collegato a una
depressione al suolo proveniente dalla Scandinavia, che mantiene
l'Europa sotto il tiro delle correnti artiche. Contemporaneamente, il
vortice mediterraneo si allontana verso i Balcani. Venti gelidi fanno
il loro ingresso sull'Italia sia dalla porta del Rodano, sia da quella
della Bora, mentre una goccia di aria molto fredda in quota scivola
dalla Russia Settentrionale verso Sud-Ovest, guadagnando la
verticale alpina (tratteggio nero).
Tra venerdì 18 e sabato 19 dicembre, il
vortice siberiano prepara l'assalto
finale. Il minimo al suolo sulla Francia
pilota verso Sud una linea d'instabilità,
che precede l'arrivo della massa più
consistente dell'aria gelida sull'Europa
Centrale. Lo sprofondamento del fronte
dalla porta del Rodano innesca
l'ennesima
ciclogenesi
tirrenica
venerdì. Nuove nevicate raggiungono
la Pianura Padana nel pomeriggio, e,
questa volta, perfino le coste liguri e
quelle toscane.
Le temperature, che fino a questo momento si sono mantenute su valori invernali piuttosto comuni
in Lombardia, subiscono un'ulteriore flessione, tanto che quasi tutte le località registrano la prima
giornata di ghiaccio dell'inverno. A Livigno, la minima tocca i -29 gradi.
Ma la situazione sarebbe ulteriormente precipitata nelle ore successive, sia per l'ingresso diretto
sul Nord Italia del blocco gelido siberiano sull'Europa Centro-orientale, sia per l'intenso
raffreddamento prodotto dalle abbondanti nevicate incominciate nel pomeriggio di venerdì sull'Alto
Tirreno, in estensione a tutta la Pianura Padana in serata e nella notte su sabato.
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I fenomeni interessano l'intera regione, ad eccezione della Valtellina (salvo qualche fiocco
coreografico). Rispetto all'episodio nevoso di mercoledì 17, gli accumuli sono decisamente più
generosi, persino abbondanti tra la Bassa Lombardia (15/20 cm nelle province di Lodi, Pavia e
Mantova), l'Alessandrino e l'Emilia Romagna (25/30 cm nel Piacentino), generalmente inferiori a 8
cm, invece, sulle restanti province lombarde.
La neve ha raggiunto sia le coste
adriatiche di Friuli Venezia Giulia,
Veneto, Emilia Romagna e Nord delle
Marche, sia quelle tirreniche, dalla
Liguria alla Toscana Settentrionale.
Diversi centimetri sono caduti sulle città
di Venezia e Trieste (qui con Bora forte
e temperatura di -2°), e lungo il litorale
di Grado. Misurati fino a 30 cm di neve
fresca tra la pianura veneta e quella
emiliana,
60/70
cm
sui
rilievi
appenninici settentrionali. Fiocchi a più
riprese segnalati anche tra Rieti e
Viterbo, piogge e grandinate nelle
restanti aree laziali. Più di 20 gradi,
invece, nella Sicilia orientale.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo, sabato 19 dicembre
2009, ore 00Z. Il vortice freddo in quota piomba sul Nord Italia
sabato notte, scavando un profondo minimo al suolo sull'area
Centro-settentrionale del Paese. In appena 24 ore, circa il 40% del
territorio nazionale è investito da estese nevicate (Liguria, Piemonte,
Lombardia, Emilia Romagna, Venezie, Toscana e Umbria), che al
Centro-Nord hanno raggiunto anche le coste. Un gelo d'altri tempi
s'impossessa dell'Europa Centrale, con temperature massime
inferiori a -10°, e , in qualche caso, a -15° sulla Germania.
I fenomeni, in esaurimento al Nord
sabato mattina (19 dicembre), sono
seguiti dalla seconda giornata di
ghiaccio consecutiva della stagione in
pianura, favorita dall'albedo e dalle
nebbie. Nelle Alpi, invece, il maggiore
soleggiamento e la debole ricaduta
favonica consentono una timida ripresa
delle temperature, con valori massimi
poco superiori a zero gradi.
Sabato 19 dicembre 2009: mezza Italia imbiancata. La nevicata che ha interessato il Centro-Nord è la più estesa mai
avvenuta in dicembre almeno negli ultimi dieci anni. A sinistra: fiocchi copiosi in provincia di Pisa (oltre 20 cm a
Forcoli). A destra: in alto, una decina di centimetri a Pistoia; sotto, eccezionale nevicata a Venezia sull'acqua alta.
Foto di Giacomo Brunetti, Andrea e Giuliano Nardin.
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In serata, la forte dispersione di calore prodotta dai suoli recentemente innevati, provoca un
autentico crollo delle temperature, che in pianura scendono talora abbondantemente sotto la soglia
dei -10 gradi, sfiorando, in alcuni casi, i -15°.
Domenica 20 dicembre si rivela una giornata da annali meteo. La mattinata si apre all'insegna del
gelo intenso in Val Padana, con temperature minime in qualche caso da record per il mese di
dicembre e non solo. L'assenza di nebbia e il cielo sereno favoriscono condizioni di gelo
eccezionali nelle aree pianeggianti recentemente innevate, mentre in montagna, per contro, si
registra un primo incremento termico. Ma la vera sorpresa è rappresentata dalle massime diurne,
che, nelle aree nebbiose, sono rimaste ben al di sotto dello zero, anche di 7/8 gradi al Nord-Ovest
(fra tutte, spiccano i -8,5° di Momo, nel Novarese, ma anche i -6,9° di Torino-Caselle). Per il
Piemonte sì è trattata, in effetti, dell'ondata di freddo più intensa dal 1985, avendo ampiamente
battuto i recenti record del dicembre 1996 e del febbraio 1991. Il Generale non ha risparmiato
nemmeno la Toscana e il Nord-Est, dove si registrano dei primati assoluti. Anche qui, le
temperature massime sono rimaste sotto lo zero di alcuni gradi (-3,8° a Verona-Villafranca).
Temperature in Lombardia, domenica 20 dicembre 2009 (fonte ARPA). L'ondata di freddo siberiano ha raggiunto il
suo culmine. L'aria gelida affluita dopo le nevicate di venerdì e sabato si propaga nei bassi strati, facendo precipitare
le temperature al di sotto dei -10 gradi sulla bassa pianura e nel settore occidentale. Molto contenute anche le
massime, specie nelle aree nebbiose al confine con il Piemonte, e in generale comprese fra -2 e -8 gradi sulla fascia
centrale (-7,0° a Nosate-MI e Garlasco-PV).
In serata, le temperature tornano a scendere vistosamente, lasciando presagire nuovi record di
freddo. Ma la nuvolosità legata all'ennesima perturbazione da Nord-Ovest prende il sopravvento
sull'Arco Alpino, facendo sfumare quest'occasione.
Nel contempo, volgendo l'attenzione più a Ovest, dalla Spagna giungono i segnali di un imminente
cambiamento, atteso per la settimana di Natale. Le correnti si dispongono da Sud-Ovest,
preannunciando un peggioramento atlantico al Centro e al Nord nella giornata successiva.
Temperature minime 18-21 dicembre 2009
21-25 dicembre 2009 - Torna l'Atlantico: nevicate, gelicidio e inondazioni.
In meno di una settimana, lo scenario meteorologico europeo sarà prepotentemente stravolto dai
venti oceanici che accompagnano un treno di perturbazioni, abbinato a un repentino quanto
straordinario riscaldamento in quota. La seconda grande nevicata dell'anno in Pianura Padana
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(dopo quella di gennaio) è seguita da uno storico episodio di gelicidio, quindi, da forti piogge e
ingenti nevicate in alta montagna.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo. Lunedì 21 dicembre 2009 (a sinistra), l'Italia è raggiunta da correnti
più miti, che portano nuove copiose nevicate in Val Padana (inizialmente, anche sulle coste liguri e toscane). A destra,
nel giorno di Natale, una forte libecciata provoca pesanti piogge al Nord e sulle regioni tirreniche, con conseguente
disgelo e inondazioni, tempo variabile e clima molto mite al Centro-Sud.
Lunedì 21 dicembre, la prima perturbazione ha già raggiunto l'Italia. In Toscana, le nevicate della
notte (a Pisa, Pistoia, Livorno e Firenze) cedono il posto alla pioggia, che segna la fine del gelo. In
Liguria, nevica forte a Savona, ma piove a Genova, dove la temperatura è sotto lo zero. Lo stesso
avviene qualche ora dopo a Bologna (dove piove con -7°), mentre nevica copiosamente in alcune
aree della pianura emiliana (quasi 30 cm nel Piacentino). Sul resto del Nord, invece, incluse le
Alpi, si verificano nuove importanti nevicate da cuscinetto: 25/30 cm di accumulo tra il Milanese e
la Brianza, 20/25 cm tra Como e Bergamo e su Milano città, 10/15 cm fra Ticino, Ovest Milanese,
Lodigiano e Bresciano, 5/15 cm nelle restanti aree della regione. Le precipitazioni proseguono
durante la notte, cumulando mediamente dai 5 a 10 cm in tutte le province.
Martedì 22 giunge una seconda, più
intensa perturbazione, questa volta
accompagnata da forti venti Sudoccidentali. Dalla sera nevica di nuovo
fino in pianura sul Piemonte e nella
zona dei laghi, fra il Verbano e la
Lombardia. Frequenti episodi di
gelicidio (pioggia che gela al suolo con
temperatura dell'aria negativa) si
segnalano, invece, soprattutto tra le
province di Milano, Bergamo e Brescia,
e sulla pianura veneta occidentale. La
neve cade anche al Nord-Est, ma solo
sui rilievi, mentre al Centro-Sud piove
con temperature autunnali. A Pescara il
Dal pomeriggio di lunedì 21 alle prime ore di martedì 22 dicembre, termometro ha raggiunto i 20 gradi
Milano è investita da un'autentica bufera di neve, con una grazie ai venti di caduta appenninici,
temperatura che oscilla tra -4 e -5 gradi. A fine evento si misurano dopo una minima di -6,4° registrata
lunedì.
quasi 30 cm di neve secca e farinosa anche in pieno centro.
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Sondrio dopo la forte nevicata di mercoledì 23 dicembre 2009. La
sera prima, la Media Valtellina è sorpresa da un rarissimo episodio
di gelicidio, con temperature attorno allo zero (paradossalmente,
nevica da Colico a Lecco). Lievemente positive, invece, oltre i 1000
metri, per l'azione delle affluenze miti. La rotazione del vento a SudOvest provoca una debole flessione termica in quota, permettendo ai
fiocchi di raggiungere il fondovalle nella notte. Foto di M. Gianatti.
Nella notte su mercoledì 23 dicembre,
copiose nevicate interessano le Alpi
Centro-Orientali fino a fondovalle
(15/20 cm a Sondrio e Bolzano). Ma il
richiamo mite non conosce ostacoli, e
in serata, una terza perturbazione porta
piogge al Nord fino a 1500 metri sul
versante meridionale delle Alpi,
nonostante in pianura resistano
temperature di pochi gradi sopra lo
zero. Piogge torrenziali bagnano la
Liguria, la Toscana, l'Emilia Romagna
e il Nord-Est, accompagnate da un
incremento termico in montagna di
20/25 gradi in 48 ore. Il disgelo provoca
l'ingrossamento dei corsi d'acqua,
soprattutto tra il Levante ligure e la
Toscana. Dopo il grande freddo al
Nord, si sfiorano i record di caldo al
Centro-Sud (+24° a Messina e Catania,
+23° a Palermo e Reggio Calabria,
+22° a Pescara e Bari).
Natale 2009 all'insegna del maltempo. In alto: la piena del Reno a
Casalecchio (BO), mercoledì 23 dicembre. Il giorno prima, una
perturbazione africana, accompagnata da venti fino a 70/80 nodi,
portava piogge e temperature miti in montagna, sciogliendo gran
parte del metro di neve caduto poche ore prima. Torrenti ingrossati
anche nelle Prealpi: sopra, Gandellino (BG), venerdì 25 dicembre.
Durante le festività, l'atlantico domina
la scena. L'ennesima perturbazione
raggiunge l'Italia giovedì 24 dicembre,
accompagnata da piogge d'intensità
inconsueta per il periodo sul CentroNord. In Toscana, l'esondazione del
Serchio ha provocato danni ingenti nel
Pisano e in Lucchesia nel giorno di
Natale.
A
causa
dello
stau,
sull'Appennino sono caduti fino a 220
mm in dieci ore (200/300 mm in totale),
con lo zero termico prossimo ai
2800/3000 metri di quota. Il maltempo
non ha risparmiato la Liguria,
provocando, anche qui, esondazioni e
smottamenti. Nel settore orientale gli
accumuli hanno superato i 100 mm in
24 ore (570 mm in 60 ore alle Cabanne
di Rezzoaglio). In Lombardia, i
quantitativi oscillano fra i 50 e i 70 mm
sull'alta pianura. Ad eccezione della
Valle d'Aosta, nelle Alpi ha nevicato, in
genere, solamente al di sopra dei 2000
metri. A causa del suo microclima
particolare, spiccano i 54 cm di
Madesimo, a circa 1500 metri (SO).
Rovesci, schiarite, tanto vento e
temperature
primaverili
hanno
condizionato il tempo al Centro-Sud, in
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attesa della perturbazione di S. Stefano. Nel Cagliaritano, segnalate raffiche di 150 km/h, sino a 80
km/h sulla Capitale, mentre il vento di caduta appenninico ha fatto registrare una temperatura
massima di 25 gradi a Pescara. Molto mite anche Trieste, dove il termometro ha raggiunto i 15
gradi giovedì.
Geopotenziali e temperature a 850 hPa. Nel giro di una settimana, il gelo sull'Europa è spazzato via dal forte Libeccio
innescato dal flusso atlantico, che provoca un rialzo termico fino a 30 gradi in libera atmosfera. Tra venerdì 18 e
domenica 20 dicembre 2009 (a sinistra e al centro), il freddo raggiunge la massima intensità, con isoterme a circa
1300 metri inferiori a -20° nel settore Centro-orientale del Continente, e fino a -15° sulle Alpi italiane. Venerdì 25
dicembre, le stesse raggiungono i +10° sul Mediterraneo, mentre oscillano tra +5° e +10° sulla Mitteleuropa.
Analisi statistica - Europa e Italia.
Come si è visto, l'ondata di gelo fra il 13 e il 23
dicembre 2009 è, complessivamente, risultata
la più intensa degli ultimi due decenni sul
Centro-Nord Italia, dove sono caduti alcuni
record storici di temperatura. In particolare, cieli
sereni e suoli innevati hanno favorito valori
minimi molto bassi in pianura, mentre le nebbie
inibivano il riscaldamento diurno. A MilanoBrera, dal 1985 non si registravano tre giornate
di ghiaccio consecutive. Sabato 19 la massima
si è fermata a -4,0°, eguagliando l'8 gennaio
1985 e il 16 febbraio 1956 (record assoluto di
-6,0° il 10 febbraio).
L'evento gelido sulle regioni settentrionali
italiane ha rappresentato il culmine della più
cruenta irruzione siberiana che ha colpito
l'Europa Centro-orientale. Subito dopo, la
ripresa del flusso oceanico ha inaugurato
un'importante fase piovosa, inizialmente nevosa
al Centro-Nord.
Anomalie termiche in Europa, 13-19 dicembre 2009.
Il periodo dal 13 al 19 dicembre registra delle anomalie termiche negative più o meno marcate
sulla maggior parte dell'Europa: generalmente fra -5 e -7 gradi su quella Centro-occidentale, dalla
Spagna Settentrionale alla Polonia passando per le Alpi, fra -7 e -11 tra le Repubbliche Baltiche, la
Bielorussia e la Finlandia, tra -1 e -5 gradi nell'area mediterranea fino ai Balcani, e sull'Europa
Settentrionale, dalle Isole Britanniche alla Scandinavia. Soltanto in Grecia, Turchia e nella zona
centrale della Sicilia si osservano moderati scarti positivi. Le precipitazioni sono state molto scarse
quasi dappertutto, ad eccezione della fascia mediterranea.
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La settimana successiva vede ancora delle anomalie negative piuttosto estese sulla parte Centrosettentrionale del continente europeo, seppur in decisa attenuazione (tranne che su Irlanda,
Inghilterra Settentrionale, Svezia e Norvegia, dove, contrariamente, si verifica una recrudescenza
del freddo). La tenuta del cuscinetto padano mantiene i valori termici più bassi del normale di
alcuni gradi sul Nord Italia, mentre l'intenso flusso meridionale genera una situazione
diametralmente opposta sulle regioni centrali e meridionali, nonché sul Mediterraneo in generale,
dove le anomalie positive oscillano tra 1 e 5 gradi, con scarti più evidenti nei Balcani. Questa volta
le precipitazioni bagnano la Penisola Iberica, nonché gran parte del Centro-Nord italiano, dove,
inizialmente, si registrano delle abbondanti nevicate fino in pianura. In questa fase, le correnti in
quota e l'orografia favoriscono i massimi accumuli principalmente lungo le Alpi Centro-orientali e
sulle regioni alto-tirreniche.
Osservando la carta europea riferita al mese di
dicembre, si noti come il gelo abbia prevalso
sulla parte Centro-settentrionale del Continente,
dalla Russia alle Isole Britanniche. Al contrario,
temperature superiori alla media si registrano
fra Italia Centro-meridionale e Balcani. Una
persistente anomalia positiva sia barica che di
geopotenziale tra il Nord Atlantico e la
Groenlandia mette in rotta le masse d'aria artica
verso le basse latitudini europee, favorendo, nel
contempo, delle risposte anticicloniche subtropicali, che hanno consegnato alle regioni
meridionali un'ondata di caldo epocale proprio
negli ultimi giorni dell'anno.
La scaldata dell'ultima decade sull'Italia ha così
guastato il mese di dicembre, che, alla fine, ha
registrato un'anomalia termica di +0,5° rispetto
alla media 1961-1990. Ha fatto più fresco del
normale al Nord-Ovest (-0,7° a Torino e
Anomalie termiche, dicembre 2009. Malgrado una prima Genova), decisamente caldo al Centro-Sud
parte molto mite, il gelo della seconda quindicina del mese (+1,5°), soprattutto in Sicilia (+1,7°, con una
ha causato anomalie di -1°/-3° su una vasta fetta europea. punta estrema di +3° a Pantelleria).
Analisi statistica - Sondrio.
Vista l'assenza di neve sul fondovalle per tutta la prima parte dell'evento (e quindi a causa di
un'albedo inferiore), in Valtellina non vi è stato alcun nuovo record di freddo.
I -11,5° registrati a Sondrio domenica 20 rappresentano la terza temperatura minima più bassa
mensile (in realtà nuovo record per la seconda decade), e la nona assoluta dal 1988. In testa
troviamo il 2005, con -14,9° il 30 dicembre.
La più lunga serie consecutiva di temperature minime uguali o inferiori a -10 gradi risale al febbraio
1991, quella con il maggior numero di giornate di ghiaccio consecutive al dicembre 1996.
Lo stesso anno, fra il 13 e il 19 dicembre la temperatura media è stata di -4,4°, e di -4,8° tra il 20 e
il 26 dicembre. Quest'anno, si è passati da -4,0° a -1,6° rispettivamente. Tuttavia, la settimana
15-21 dicembre ha rilevato una media di -5,6°: la più bassa dell'ultimo decennio.
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2009
2008
2007
2006
2005
2004
0
9
-2
8
-4
7
5
-8
4
-10
n° giorni
6
-6
°C
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
Sondrio - Temperature minime e giorni con T min uguali o inferiori a -10°
3
-12
2
-14
1
-16
0
anni
giorni con T
min ≤ -10°
temperature
minime
assolute
Il grafico illustra una frequenza crescente di giornate con temperatura minima uguale o inferiore a -10 gradi dal 1988
ad oggi. Si notino i picchi di freddo contenuti che hanno caratterizzato la seconda metà degli anni Novanta.
In base alla media aritmetica delle temperature minime e massime, il periodo 13-23 dicembre 2009
risulta il più freddo dal 1990 (-2,7° contro -3,2°), mentre il relativo valore reale di -3,7° è preceduto,
negli ultimi nove anni, dai -4,3° del 2001.
Prima decade
Se conda de cade
Pluvio
Pluvio
T min T max mm
T min T max mm
-1,5
7,4
19,6
-2,7
6,4
9,3
-1,6
6,8
29,8
-6,8
2,8
1,4
-0,1
-0,6
10,2
-4,1
-3,6
-7,9
-2,71 6,18 46,21
-4,02 4,10 155,80
-1,32 -2,08 109,60
Mese
Dicembre
2009
Scarto
Totali
Totali 2009
Scarto
Te rza de cade
Pluvio gg di gg T Prog.
T min T max mm
gelo ≥ 33° pluvio
-3,8
4,9
17,3
-3,5
3,1
124,6
0,3
-1,8
107,3
24
0
940,61
29
0
891,20
5
0
-49,41
Dicembre ha registrato un valore medio di -1,1°, preceduto da altri quattro più freddi negli ultimi
ventidue anni. In testa troviamo il 2005, con -3,1° (-4,8° nell'ultima decade). La seconda più fredda
risale, invece, al 2001 (-3,8° contro i -3,5° del 2009).
La terza settimana è stata segnata dalla
pressoché totale assenza di precipitazioni. Al
contrario, in quella successiva, il forte Libeccio
che accompagna una serie di perturbazioni
favorisce accumuli inconsueti per la stagione,
inizialmente sotto forma di neve fino a
fondovalle. Il trend atlantico proseguirà anche
nei giorni seguenti, unitamente ad un graduale
rialzo delle temperature.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-8
-9
-10
-11
-12
-13
60
55
50
45
35
30
25
mm cumulati
40
20
15
10
5
giorni
31-dic
29-dic
27-dic
25-dic
23-dic
21-dic
19-dic
17-dic
15-dic
13-dic
11-dic
09-dic
07-dic
05-dic
03-dic
0
01-dic
°C
Sondrio - Temperature e precipitazioni dicembre 2009
pioggia
T medie
T minime
T massime
L'ultima decade è risultata, così, la seconda più
piovosa in questo mese dal 1988, mentre
dicembre 2009, il più piovoso dal 1954
(+237%), nonché il terzo dal 1926.
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A cura di Matteo Gianatti - www.meteopiateda.it
Fonti consultate:
dati: MeteoGiornale, Centro Meteorologico Lombardo, ARPA Lombardia, MeteoSvizzera, Servizio
Meteorologico Nazionale
carte meteorologiche: www.wetterzentrale.de, www.arpalombardia.it, www.cpc.ncep.noaa.gov
Articolo e rielaborazione grafica di Matteo Gianatti
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