MGUS e Mieloma Multiplo
Update diagnostico terapeutico:
quando trattare
Riccardo Goretti
Medicina Interna
Ospedale Santa Corona
Criteri di diagnosi e di risposta
nel Mieloma Multiplo oggi
Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Criteri di risposta
3
JOURNAL OF CLINICAL ONCOLOGY
ORIGINAL REPORT
Revised International Staging System for
Multiple Myeloma:A Report From
International Myeloma Working Group
Antonio Palumbo, Hervé Avet-Loiseau, Stefania Oliva, Henk M. Lokhorst, Hartmut
Goldschmidt, Laura Rosinol, Paul Richardson, Simona Caltagirone, Juan José Lahuerta,
Thierry Facon, Sara Bringhen,Francesca Gay, Michel Attal, Roberto Passera, Andrew Spencer,
Massimo Offidani, Shaji Kumar,
Pellegrino Musto, Sagar Lonial, Maria T. Petrucci, Robert Z. Orlowski, Elena Zamagni, Gareth
Morgan, Meletios A. Dimopoulos, Brian G.M. Durie, Kenneth C. Anderson, Pieter Sonneveld,
Jésus San Miguel,Michele Cavo, S. Vincent Rajkumar, and Philippe MoreauPublished online
before print August 3, 2015, doi: 10.1200/JCO.2015.61.2267
JCO August 3, 2015 JCO.2015.61.2267
Criteri con quali veniva classificato il
mieloma dal 2003 al 2014

DIAGNOSTIC CRITERIA: ALL 3 REQUIRED
1) Monoclonal plasma cells in the bone marrow > 10% and/or
presence of a biopsy-proven plasmacytoma
2) Monoclonal protein present in the serum and/or urine *
3) Myeloma-related organ dysfunction** ( CRAB , 1 or more)

NOTE: THESE CRITERIA IDENTIFY STAGE IB and STAGES II and III
A/B MYELOMA BY DURIE/SALMON STAGE. Stage IA becomes
smoldering or indolent myeloma.

* If no monoclonal protein is detected (non-secretory disease), then
> 30% monoclonal bone marrow plasma cells and/or a biopsyproven plasmacytoma required.
** A variety of other types of end organ dysfunctions can
occasionally occur and lead to a need for therapy. Such dysfunction
is sufficient to support classification of myeloma if proven to be
myeloma related








CRAB: [C] Calcium elevation in the blood . Calcium >10.5
mg/l or upper limit of normal
[R] Renal insufficiency (Creatinine > 2 mg/dl)
[A] Anemia (Hemoglobin < 10 g/dl or 2 g < normal)
[B] Lytic bone lesions or osteoporosis ***
NOTE:* If no monoclonal protein is detected (non-secretory
disease), then > 30% monoclonal bone marrow plasma cells and/or
a biopsy-proven plasmacytoma required.
** A variety of other types of end organ dysfunctions can
occasionally occur and lead to a need for therapy. Such dysfunction
is sufficient to support classification of myeloma if proven to be
myeloma related.
*** If a solitary (biopsy-proven) plasmacytoma or osteoporosis alone
(without fractures) are the sole defining criteria, then > 30% plasma
cells are required in the bone marrow.
8
IMWG criteriaBritish Journal of Haematology, 2003, 121, 749–757
Table III. Asymptomatic myeloma
(smouldering myeloma)


M-protein in serum > 30 g/l and/or
Bone marrow clonal plasma cells >10%
No related organ or tissue impairment (no end
organ damage, including bone lesions) or
symptoms
Table I. Monoclonal gammopathy of
undetermined significance
(MGUS) or monoclonal gammopathy,
unattributed/unassociated




M-protein in serum <30 g/l
Bone marrow clonal plasma cells <10% and low level of
plasma cell infiltration in a trephine biopsy (if done)
No evidence of other B-cell proliferative disorders
*No related organ or tissue impairment (no end organ
damage, including bone lesions)
*AL amyloid and the IgM paraprotein–related neurological
syndromes would be instances of ‘MG associated with…’
Perché aggiornare i criteri di diagnosi del MM
stabiliti dall’IMWG nel 2003
 III trattamenti sono migliorati molto nel tempo e i dati di alcuni studi clinici hanno
evidenziato che un approccio precoce in pazienti asintomatici ad alto rischio
potrebbe aumentarne la sopravvivenza
 Progressi nei test di laboratorio e nelle metodiche di diagnostica per immagini portano
a rivalutare anche le variabili considerate nella valutazione del CRAB
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Criteri di diagnosi e di risposta
nel Mieloma Multiplo oggi
Quando fare diagnosi di MM secondo l’IMWG nel
2015
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Quando fare diagnosi di SMM secondo l’IMWG nel
2015
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
Plasmacellule nel midollo osseo (BMPC) ≥ 60%
Conferma da uno studio in 651 pts con sMM c/o Mayo Clinic: solo
3% dei pts con BMPC ≥ 60% e di questi, il 95% è progredito a MM
entro 2 aa dalla diagnosi (tempo mediano alla progressione 7 mesi,
95% IC 1 – 12.9)
Estrema plasmacitosi è infrequente nel sMM, perché a questo
valore i segni CRAB, soprattutto l’anemia, insorgono con
conseguente diagnosi di MM
Nonostante l’ assenza di CRAB, pts con BMPC ≥ 60%
dovrebbero essere valutati a breve termine per iniziare il
trattamento
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione
dei criteri
Plasmacellule nel midollo osseo (BMPC)
All’esame del midollo osseo, la presenza di plasmacellule clonali o
l’evidenza istopatologica di plasmacitoma è un preciso requisito per la
diagnosi di MM.
Nei pts con BMPC <10% per fare diagnosi di MM è necessario
ripetere la biopsia del midollo osseo che mostri BMPC ≥10%, o fare
una biopsia CT o MRI-guidata di una lesione ossea o extramidollare
(plasmacitoma)
Segni CRAB NON possono essere attribuiti alla proliferazione
clonale delle plasmacellule se BMPC < 10% e non c’è evidenza di
plasmacitoma da biopsia
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
Rapporto delle catene leggere libere nel siero ≥ 100
In condizioni normali il rapporto per FLC-  è 0.26 – 1.65.
Più del 90% dei pts con MM presentano rapporti alterati FLC,
ad indicare un’eccessiva produzione di FLC clonali
In 586 pts con sMM è stata determinata la soglia a cui il rapporto
FLC è associato all’80% di probabilità di progredire a MM entro 2 aa
Dai ricercatori questo rapporto di 100 è stato definito
essere un fattore predittivo di progressione in sMM, e che i
pts devono essere monitorati per iniziare trattamento a
breve termine
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
MRI con ≥ 1 lesione focale
Immagini MRI alterate in sMM comprendono lesioni sia
focali (osso e midollo osseo) sia anomalie del midollo osseo
diffuse, ad indicare un aumentato rischio di progressione
Da studi è emerso che la presenza di ≥ 1 lesione focale è associata
ad un incremento sostanziale del rischio di progressione (HR 4.05,
p<0.001). 70% dei pts è progredito entro 2 aa, con tempo mediano
alla progressione 13 mesi
Se le lesioni sono piccole (< 5 mm) o equivoche, sarebbero
opportune indagini addizionali del tipo CT o PET-CT prima di
considerale indicative di MM conclamato
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
Definizione di malattia ossea correlata al MM
Una chiara evidenza di una o più zone di lesione ossea (≥5
mm di diametro) osservate alla CT o alla PET-CT risponde ai
criteri di definizione di malattia ossea, anche se non vengono
visualizzate all’esame Rx
Fare una biopsia se le lesioni sono dubbie, oppure indagare ancora
le lesioni con tecniche di immagine ogni 3-6 mesi e monitorare i pts
ad intervalli di 1-3 mesi prima di iniziare la terapia
NON è più raccomandata la presenza di osteoporosi o
fratture da compressione vertebrale da sole in assenza di
lesioni litiche, come evidenza sufficiente per diagnosi di malattia
ossea
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
Utilità della definizione di MM sintomatico o NON
sintomatico
Il termine sintomatico viene usato per riferirsi a pts con
presenza di segni CRAB attribuibili al sottostante disordine
clonale delle plasmacellule, sebbene tali segni non si
associno necessariamente a sintomi rilevabili dal paziente,
ma siano spesso identificati mediante le indagini
diagnostiche
Considerato che la revisione dei criteri include anche
sottogruppi di pts asintomatici, definire il MM sintomatico
non è più rilevante ai fini dell’inizio del trattamento per cui
si preferisce usare il termine mieloma multiplo
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei
criteri
Danni d’organo o tissutali
Nel 2003 i criteri IMWG includevano altri segni di danno d’organo oltre ai
CRAB (iperviscosità, amiloidosi AL, infezioni batteriche ricorrenti)
Nel tempo solo i segni CRAB sono stati riconosciuti come eventi
caratterizzanti il mieloma
 Iperviscosità è dovuta a ↑ livelli di IgA (di solito > 30 g/L); questi livelli non sono quasi mai visti senza la presenza di altri segni CRAB (soprattutto l’anemia)
 Amiloidosi AL di tipo sistemico è una distinta patologia plasmacellulare e la sua presenza in un paziente con gammopatia monoclonale non comporta automaticamente la diagnosi di MM
 Le infezioni ricorrenti NON sono un criterio diagnostico specifico, piuttosto un segno di aggravamento della malattia. Considerata la prevalenza della MGUS nella popolazione anziana generale, le infezioni ricorrenti non possono essere considerate un evento «caratterizzante il mieloma»
validato o affidabile, in assenza di altri segni CRAB
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Altri criteri in corso di valutazione
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Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548
Criteri di risposta
Razionale per lo sviluppo dei criteri uniformi di risposta:
Facilitare confronti precisi tra l’efficacia delle nuove strategie di trattamento nei
clinical trials
- Criteri di valutazione rigorosi per la definizione della
“Complete Response” (CR)
23
Criteri di risposta



Stringent complete response (sCR)
– Immunofissazione negativa su siero e urine
– Plasmacellule <5% nel midollo osseo
– Normale rapporto delle catene leggere libere (FLC)
– Assenza di plasmacellule clonali nel midollo osseo con
immunoistochimica e immunofluorescenza
Complete response (CR)
– Immunofissazione negativa su siero e urine
– Plasmacellule <5% nel midollo osseo
Very good partial response (VGPR)
– Componente monoclonale sierica/urinaria riscontrabile alla
immunofissazione ma non all’elettroforesi o
– riduzione  90% della componente monoclonale sierica con escrezione
urinaria della componente monoclonale <100mg/24 h
24
Durie et al. Leukemia 2006;20:1467-73
Criteri di risposta


Partial response (PR)
– riduzione  50% della componente monoclonale sierica e riduzione 
90% della escrezione urinaria della componente monoclonale nelle 24-h
o a <200 mg/24 h
– Se la componente monoclonale sierica ed urinaria non era misurabile, è
richiesta una riduzione  50% tra i livelli di catene leggre libere
– Se anche le catene leggere libere non sono misurabili, è richiesta una
riduzione della percentuale delle plasmacellule midollari  50% a patto
che la percentuale di base fosse  30%
– In aggiunta a tali criteri è anche richiesto, se presente di base, una
riduzione  50% del volume dei plasmocitomi dei tessuti molli.
Stable disease (SD)
– Non risponde ai criteri di CR, VGPR, PR o progressione di malattia
25
Durie et al. Leukemia 2006;20:1467-73
Sottocategoria di
risposta
Criteri di risposta
Risposta completa
(CR)

Immunofissazione negativa su siero e urine, e

Scomparsa di qualsiasi plasmacitoma dei tessuti molli,
e
<5% plasmacellule nel midollo osseo

Risposta completa
stringente
(sCR)
CR come definita sopra più:
Rapporto normale delle catene leggere libere (FLC)*, e
Assenza
di
plasmacellule
(PC)
clonali
alla
immunoistochimica o alla citometria di flusso a 2-4 colori
*rapporto di FLC normale = 0,26-1,65
26
Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695
CATEGORIA
CRITERI
Risposta minima
(MR) in pazienti
con mieloma
recidivato
refrattario
adottata dai criteri
EBMT
• Riduzione ≥25% ma <49% di proteina M sierica e
riduzione nell’urina delle 24 h della proteina M del 5089% che ancora superi i 200 mg / 24 h
• In aggiunta ai criteri suddetti è richiesta anche la
riduzione del 25-49% delle dimensioni dei
plasmocitomi dei tessuti molli, se presenti al basale
• Nessun aumento delle dimensioni o del numero di
lesioni ossee litiche (lo sviluppo di fratture da
compressione non esclude la risposta)
EBMT, European Group for Blood and Marrow Transplantation
27
Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695
Sottocategoria di
risposta
Criteri di risposta
Malattia stabile (SD) 
Malattia progressiva
(PD)



Non soddisfatti i criteri per CR, VGPR, PR e malattia progressiva
Incremento del 25% del valore di risposta più basso in uno o più dei seguenti
parametri:
Componente M nel siero (l’aumento assoluto deve essere ≥0,5 g/dL) e/o
Componente M nell’urina (l’aumento assoluto deve essere ≥200 mg/24 h) e/o
Solo in pazienti senza livelli misurabili di proteina M in siero e urina, la
differenza tra livelli di FLC coinvolte e non (aumento assoluto) deve essere
>10 mg/dL
Solo in pazienti senza livelli misurabili di proteina M in siero e urina e senza
malattia misurabile per mezzo delle FLC, percentuale di plasmacellule nel
midollo osseo (% assoluta) deve essere >10%
Sviluppo conclamato di nuove lesioni ossee o plasmocitomi dei tessuti molli, o
aumento conclamato delle dimensioni di lesioni ossee o plasmocitomi dei
tessuti molli pre-esistenti
Sviluppo di ipercalcemia (calcio sierico corretto >11,5 mg/dL) che possa essere
attribuito soltanto al disturbo proliferativo delle plasmacellule.
Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695
Mieloma Refrattario
Malattia non responsiva a una terapia, sia essa primaria o di
salvataggio, o che progredisce entro 60 giorni dall’ultima terapia
somministrata.
La malattia non responsiva è definita come il mancato
raggiungimento di una risposta minima o lo sviluppo di
progressione di malattia durante la terapia.
Ci sono due categorie di mieloma refrattario: il “mieloma
recidivato-e-refrattario” e il “mieloma primariamente refrattario”.
29
Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695
Mieloma Recidivato e Refrattario
Malattia non responsiva durante una terapia di salvataggio, o
che progredisce entro 60 giorni dall’ultima terapia somministrata
in pazienti che hanno raggiunto una risposta minima (MR) o
superiore in un qualsiasi momento precedente alla progressione
di malattia
Mieloma Primariamente Refrattario
Malattia non responsiva in pazienti che non hanno mai raggiunto
una risposta minima o superiore con una qualunque terapia;
include i pazienti che non hanno mai ottenuto una MR o
superiore nei quali non si registrano variazioni significative di
proteina M ed evidenze di progressione clinica
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Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695
JOURNAL OF CLINICAL ONCOLOGY
ORIGINAL REPORT
Revised International Staging System for
Multiple Myeloma:A Report From
International Myeloma Working Group
Antonio Palumbo, Hervé Avet-Loiseau, Stefania Oliva, Henk M. Lokhorst, Hartmut
Goldschmidt, Laura Rosinol, Paul Richardson, Simona Caltagirone, Juan José Lahuerta,
Thierry Facon, Sara Bringhen,Francesca Gay, Michel Attal, Roberto Passera, Andrew Spencer,
Massimo Offidani, Shaji Kumar,
Pellegrino Musto, Sagar Lonial, Maria T. Petrucci, Robert Z. Orlowski, Elena Zamagni, Gareth
Morgan, Meletios A. Dimopoulos, Brian G.M. Durie, Kenneth C. Anderson, Pieter Sonneveld,
Jésus San Miguel,Michele Cavo, S. Vincent Rajkumar, and Philippe MoreauPublished online
before print August 3, 2015, doi: 10.1200/JCO.2015.61.2267
JCO August 3, 2015 JCO.2015.61.2267
Revised International Staging System
for Multiple Myeloma: A Report From
International Myeloma Working Group
Prognostic Factor
ISS
Criteria
stage
I
g/dL
II
III
by iFISH
High risk
Standard risk
Serum
2-microglobulin
3.5 mg/L, albumin
3.5
Not ISS stage I or III
Serum 2-microglobulin
5.5 mg/L
CA
Presence of del (17p) and/or translocation t(4;14) or t(14;16)
No high-risk CA
LDH
Normal
High
Serum LDH
the upper limit of normal
Serum LDH
the upper limit of normal
Revised International Staging System
for Multiple Myeloma:A Report From
International Myeloma Working Group

A new model for risk stratification for MM
R-ISS stage

I

II

III
ISS stage I and standard-risk CA by iFISH
and normal LDH
Not R-ISS stage I or III
ISS stage III and either high-risk CA by iFISH
or high LDH
Abbreviations: CA, chromosomal abnormalities; iFISH, interphase fluorescent in situ hybridization;
ISS, International Staging System; LDH, lactate dehydrogenase; MM, multiple myeloma; RR-ISS, revised
International Staging System.

Palumbo et al 2 © 2015 by American Society of Clinical Oncology JOURNAL

UPDTATES: NCCN Guidelines® and NCCN
Compendium . These NCCN Guidelines are
currently available as Version 2.2014.

«
•Smoldering (asymptomatic) myeloma (MYEL-3):
A relatively small randomized prospective study has shown
benefit of early treatment with lenalidomide and
dexamethasone for a subset of patients with smoldering
myeloma with certain high-risk features predictive for early
clinical progression (Mateos MV, Hernandez M, Giraldo P, et
al. Lenalidomide plus dexamethasone for high-risk smoldering
multiple myeloma. N Engl J Med 2013;369:438-447)….
However, the high-risk criteria specified in the study are not in
common use. The NCCN panel strongly recommends enrolling
eligible smoldering myeloma patients with high-risk criteria in
clinical trials."
Terapia di prima linea
Paziente eleggibile
all’autotrapianto di midollo
Criteri di eleggibilità al
«Nuovo» autotrapianto



A tutt’oggi la prima opz
Età inferiore –uguale a 70 anni e
assenza di gravi comorbilità cardiache,
polmonari e psichiatriche
L’insufficienza renale anche severa non
è un criterio di esclusione
UPDTATES: NCCN Guidelines® and NCCN
Compendium . These NCCN Guidelines
are currently available as Version
2.2014.

Myeloma Therapy (MYEL-D, page 1 of
2)
– Added the following maintenance therapy
options under "other regimens:"
Bortezomib + prednisone (category 2B)
 Bortezomib + thalidomide (category 2B)

I «Nuovi farmaci»

Per decenni il trattamento del mieloma si è basato sulla
combinazione di agenti alchilanti, in particolare il melfalan, e
steroidi (MP). All’inizio del nuovo millennio tuttavia, con
l’introduzione della Talidomide, farmaco immunomodulante,
e del Bortezomib, inibitore del proteasoma (PI), per il
trattamento del MM, è iniziata una nuova era, quella dei
cosiddetti “novel agent”. Due le classi principali protagoniste
di questa rivoluzione: quella dei farmaci immunomodulanti
(IMiDs) e quella degli inibitori del proteasoma (PI). La
Talidomide ed i suoi analoghi, i cosiddetti immunomodulanti
di nuova generazione, sono stati sperimentati nel trattamento
dei pazienti affetti da MM, sia in fase di recidiva che alla
diagnosi (Fayers PM, 2011)
La Lenalidomide, farmaco approvato sia in Europa
che negli Stati Uniti d’America per il trattamento dei
pazienti recidivati, deve la sua approvazione a due
studi di fase 3 (MM009 e MM010)
La Pomalidomide, IMiD di terza generazione, è stato
sperimentato in pazienti recidivati dopo trattamento
con lenalidomide e bortezomib, dimostrando
un’elevata efficacia anche in pazienti esposti ai novel
agent e rappresentando quindi una risorsa terapeutica
importante per pazienti la cui malattia recidiva dopo
l’utilizzo di nuovi farmaci (San Miguel J, 2013)

Il primo farmaco appartenente alla classe dei PIs impiegato
nel trattamento di pazienti affetti da MM è il bortezomib,
molecola attualmente utilizzata alla diagnosi, sia in pazienti
candidati al trapianto autologo di cellule staminali sia in
pazienti anziani, ed alla recidiva (San Miguel J, 2008). I
meccanismi d’azione dei PIs sono molteplici: essi determinano
l’accumulo di molecole inibitorie nei confronti del ciclo
cellulare, l’inibizione dei meccanismi di clearance di proteine
intracellulari anomale il cui eccesso determina l’attivazione di
meccanismi di danno cellulare e l’inattivazione del pathway di
NF-Kb. Tuttavia, nonostante l’elevata efficacia del
bortezomib, la somministrazione per via parenterale e il profilo
di tossicità, in particolare la neurotossicità, sia di tipo motoria
che sensoriale, hanno promosso la ricerca di nuove molecole
appartenenti alla classe dei PIs.
,


Recentemente il Carfilzomib, PI di seconda generazione, è
stato approvato dalla Food & Drug Administration (FDA) per il
trattamento di pazienti sottoposti ad almeno due linee di
terapia, compresi un IMiD e il bortezomib. Il carfilzomib,
disponibile per la somministrazione endovenosa, a differenza
di quanto accade con il bortezomib, si lega al proprio
bersaglio in maniera irreversibile e non presenta una rilevante
tossicità di tipo neurologico. L’efficacia dimostrata nei pazienti
alla recidiva ha permesso la sperimentazione del carfilzomib
anche in pazienti di nuova diagnosi, sia giovani che anziani,
per la definizione di nuovi standard terapeutici.
Inibitori del proteasoma di ultima generazione, in fase più o
meno precoce della sperimentazione, sono molecole come
l’oprozomib, l’ixazomib e il marizomib.



Ad oggi tuttavia, il MM è una patologia impossibile da
eradicare e per quanto profonda e duratura sia la risposta ad
un trattamento, la recidiva è un’evenienza inesorabile. Per
questo motivo è fondamentale la ricerca di nuove molecole in
grado di vincere le resistenze create dai farmaci attualmente
in uso.
Nuove e promettenti molecole in corso di sperimentazione
sono gli anticorpi monoclonali (MoAbs), i cui target sono per
lo più molecole di superficie come CS1 (Elotuzumab) o CD38
(Daratumumab e SAR650984) e gli inibitori dell’istonedeacetilase (Panobinostat e Vorinostat), che vengono
testati sia come agenti singoli sia, soprattutto, in
combinazione con i farmaci già approvati al fine di
determinare il sinergismo tra molecole con diverso
meccanismo d’azione.
ELOTUZUMAB:
studio di fase III ELOQUENT


Elotuzumab è un anticorpo monoclonale sperimentale appartenente al gruppo
dei farmaci immuno-oncologici (definito più propriamente immuno-stimolante)
che ha come bersaglio SLAMF7 (Signaling Lymphocyte Activation Molecule),
una glicoproteina di superficie altamente e uniformemente espressa nelle
cellule di mieloma e sulle cellule Natural Killer (NK), ma non nei tessuti
normali o nelle cellule staminali ematopoietiche.
Elotuzumab è attualmente in sperimentazione per valutare se la molecola
possa selettivamente colpire le cellule di mieloma. Si pensa che elotuzumab
agisca attraverso un duplice meccanismo d’azione: legandosi a SLAMF7 sulle
cellule NK, attivandole direttamente, e legandosi a SLAMF7 sulle cellule di
mieloma, rendendole visibili al riconoscimento e alla distruzione da parte delle
cellule NK.
A maggio 2014, la FDA ha concesso ad elotuzumab la designazione di
‘Breakthrough Therapy’ per l’utilizzo in combinazione con uno dei trattamenti
chemioterapici per il mieloma multiplo (lenalidomide, usato in combinazione
con desametasone) nei pazienti che avevano ricevuto uno o più trattamenti
precedenti. Elotuzumab è una molecola sperimentale e la sua sicurezza ed
efficacia non sono state valutate dalla FDA o da altra autorità regolatoria
sanitaria.






1.Benboubker L, Dimopoulos MA, Dispenzieri A. Lenalidomide and dexamethasone in
transplant-ineligible patients with myeloma. N Engl J Med. 2014 Sep ;371(10):906-17.
2.Dimopoulos M, Spencer A, Attal M, et al. Lenalidomide plus dexamethasone for
relapsed or refractory multiple myeloma. N Engl J Med 2007;357:2123-2132.
3.Fayers PM, Palumbo A, Hulin C. Thalidomide for previously untreated elderly patients
with multiple myeloma: meta-analysis of 1685 individual patient data from 6 randomized
clinical trials. Blood. 2011 Aug 4;118(5):1239-47.
4.San Miguel JF, Schlag R, Khuageva NK, et al. Bortezomib plus melphalan and
prednisone for initial treatment of multiple myeloma. N Engl J Med 2008;359: 906-17.
5.San Miguel J, Weisel K, Moreau P. Pomalidomide plus low-dose dexamethasone versus
high-dose dexamethasone alone for patients with relapsed and refractory multiple
myeloma (MM-003): a randomised, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncol. 2013
Oct;14(11):1055-66.
6.Weber DM, Chen C, Niesvizky R, et al. Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed
multiple myeloma in North America. N Engl J Med 2007;357:2133-2142.