MGUS e Mieloma Multiplo Update diagnostico terapeutico: quando trattare Riccardo Goretti Medicina Interna Ospedale Santa Corona Criteri di diagnosi e di risposta nel Mieloma Multiplo oggi Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Criteri di risposta 3 JOURNAL OF CLINICAL ONCOLOGY ORIGINAL REPORT Revised International Staging System for Multiple Myeloma:A Report From International Myeloma Working Group Antonio Palumbo, Hervé Avet-Loiseau, Stefania Oliva, Henk M. Lokhorst, Hartmut Goldschmidt, Laura Rosinol, Paul Richardson, Simona Caltagirone, Juan José Lahuerta, Thierry Facon, Sara Bringhen,Francesca Gay, Michel Attal, Roberto Passera, Andrew Spencer, Massimo Offidani, Shaji Kumar, Pellegrino Musto, Sagar Lonial, Maria T. Petrucci, Robert Z. Orlowski, Elena Zamagni, Gareth Morgan, Meletios A. Dimopoulos, Brian G.M. Durie, Kenneth C. Anderson, Pieter Sonneveld, Jésus San Miguel,Michele Cavo, S. Vincent Rajkumar, and Philippe MoreauPublished online before print August 3, 2015, doi: 10.1200/JCO.2015.61.2267 JCO August 3, 2015 JCO.2015.61.2267 Criteri con quali veniva classificato il mieloma dal 2003 al 2014 DIAGNOSTIC CRITERIA: ALL 3 REQUIRED 1) Monoclonal plasma cells in the bone marrow > 10% and/or presence of a biopsy-proven plasmacytoma 2) Monoclonal protein present in the serum and/or urine * 3) Myeloma-related organ dysfunction** ( CRAB , 1 or more) NOTE: THESE CRITERIA IDENTIFY STAGE IB and STAGES II and III A/B MYELOMA BY DURIE/SALMON STAGE. Stage IA becomes smoldering or indolent myeloma. * If no monoclonal protein is detected (non-secretory disease), then > 30% monoclonal bone marrow plasma cells and/or a biopsyproven plasmacytoma required. ** A variety of other types of end organ dysfunctions can occasionally occur and lead to a need for therapy. Such dysfunction is sufficient to support classification of myeloma if proven to be myeloma related CRAB: [C] Calcium elevation in the blood . Calcium >10.5 mg/l or upper limit of normal [R] Renal insufficiency (Creatinine > 2 mg/dl) [A] Anemia (Hemoglobin < 10 g/dl or 2 g < normal) [B] Lytic bone lesions or osteoporosis *** NOTE:* If no monoclonal protein is detected (non-secretory disease), then > 30% monoclonal bone marrow plasma cells and/or a biopsy-proven plasmacytoma required. ** A variety of other types of end organ dysfunctions can occasionally occur and lead to a need for therapy. Such dysfunction is sufficient to support classification of myeloma if proven to be myeloma related. *** If a solitary (biopsy-proven) plasmacytoma or osteoporosis alone (without fractures) are the sole defining criteria, then > 30% plasma cells are required in the bone marrow. 8 IMWG criteriaBritish Journal of Haematology, 2003, 121, 749–757 Table III. Asymptomatic myeloma (smouldering myeloma) M-protein in serum > 30 g/l and/or Bone marrow clonal plasma cells >10% No related organ or tissue impairment (no end organ damage, including bone lesions) or symptoms Table I. Monoclonal gammopathy of undetermined significance (MGUS) or monoclonal gammopathy, unattributed/unassociated M-protein in serum <30 g/l Bone marrow clonal plasma cells <10% and low level of plasma cell infiltration in a trephine biopsy (if done) No evidence of other B-cell proliferative disorders *No related organ or tissue impairment (no end organ damage, including bone lesions) *AL amyloid and the IgM paraprotein–related neurological syndromes would be instances of ‘MG associated with…’ Perché aggiornare i criteri di diagnosi del MM stabiliti dall’IMWG nel 2003 III trattamenti sono migliorati molto nel tempo e i dati di alcuni studi clinici hanno evidenziato che un approccio precoce in pazienti asintomatici ad alto rischio potrebbe aumentarne la sopravvivenza Progressi nei test di laboratorio e nelle metodiche di diagnostica per immagini portano a rivalutare anche le variabili considerate nella valutazione del CRAB 11 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Criteri di diagnosi e di risposta nel Mieloma Multiplo oggi Quando fare diagnosi di MM secondo l’IMWG nel 2015 13 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Quando fare diagnosi di SMM secondo l’IMWG nel 2015 14 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Plasmacellule nel midollo osseo (BMPC) ≥ 60% Conferma da uno studio in 651 pts con sMM c/o Mayo Clinic: solo 3% dei pts con BMPC ≥ 60% e di questi, il 95% è progredito a MM entro 2 aa dalla diagnosi (tempo mediano alla progressione 7 mesi, 95% IC 1 – 12.9) Estrema plasmacitosi è infrequente nel sMM, perché a questo valore i segni CRAB, soprattutto l’anemia, insorgono con conseguente diagnosi di MM Nonostante l’ assenza di CRAB, pts con BMPC ≥ 60% dovrebbero essere valutati a breve termine per iniziare il trattamento 15 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Plasmacellule nel midollo osseo (BMPC) All’esame del midollo osseo, la presenza di plasmacellule clonali o l’evidenza istopatologica di plasmacitoma è un preciso requisito per la diagnosi di MM. Nei pts con BMPC <10% per fare diagnosi di MM è necessario ripetere la biopsia del midollo osseo che mostri BMPC ≥10%, o fare una biopsia CT o MRI-guidata di una lesione ossea o extramidollare (plasmacitoma) Segni CRAB NON possono essere attribuiti alla proliferazione clonale delle plasmacellule se BMPC < 10% e non c’è evidenza di plasmacitoma da biopsia 16 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Rapporto delle catene leggere libere nel siero ≥ 100 In condizioni normali il rapporto per FLC- è 0.26 – 1.65. Più del 90% dei pts con MM presentano rapporti alterati FLC, ad indicare un’eccessiva produzione di FLC clonali In 586 pts con sMM è stata determinata la soglia a cui il rapporto FLC è associato all’80% di probabilità di progredire a MM entro 2 aa Dai ricercatori questo rapporto di 100 è stato definito essere un fattore predittivo di progressione in sMM, e che i pts devono essere monitorati per iniziare trattamento a breve termine 17 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri MRI con ≥ 1 lesione focale Immagini MRI alterate in sMM comprendono lesioni sia focali (osso e midollo osseo) sia anomalie del midollo osseo diffuse, ad indicare un aumentato rischio di progressione Da studi è emerso che la presenza di ≥ 1 lesione focale è associata ad un incremento sostanziale del rischio di progressione (HR 4.05, p<0.001). 70% dei pts è progredito entro 2 aa, con tempo mediano alla progressione 13 mesi Se le lesioni sono piccole (< 5 mm) o equivoche, sarebbero opportune indagini addizionali del tipo CT o PET-CT prima di considerale indicative di MM conclamato 18 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Definizione di malattia ossea correlata al MM Una chiara evidenza di una o più zone di lesione ossea (≥5 mm di diametro) osservate alla CT o alla PET-CT risponde ai criteri di definizione di malattia ossea, anche se non vengono visualizzate all’esame Rx Fare una biopsia se le lesioni sono dubbie, oppure indagare ancora le lesioni con tecniche di immagine ogni 3-6 mesi e monitorare i pts ad intervalli di 1-3 mesi prima di iniziare la terapia NON è più raccomandata la presenza di osteoporosi o fratture da compressione vertebrale da sole in assenza di lesioni litiche, come evidenza sufficiente per diagnosi di malattia ossea 19 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Utilità della definizione di MM sintomatico o NON sintomatico Il termine sintomatico viene usato per riferirsi a pts con presenza di segni CRAB attribuibili al sottostante disordine clonale delle plasmacellule, sebbene tali segni non si associno necessariamente a sintomi rilevabili dal paziente, ma siano spesso identificati mediante le indagini diagnostiche Considerato che la revisione dei criteri include anche sottogruppi di pts asintomatici, definire il MM sintomatico non è più rilevante ai fini dell’inizio del trattamento per cui si preferisce usare il termine mieloma multiplo 20 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Evidenze che hanno portato alla rivisitazione dei criteri Danni d’organo o tissutali Nel 2003 i criteri IMWG includevano altri segni di danno d’organo oltre ai CRAB (iperviscosità, amiloidosi AL, infezioni batteriche ricorrenti) Nel tempo solo i segni CRAB sono stati riconosciuti come eventi caratterizzanti il mieloma Iperviscosità è dovuta a ↑ livelli di IgA (di solito > 30 g/L); questi livelli non sono quasi mai visti senza la presenza di altri segni CRAB (soprattutto l’anemia) Amiloidosi AL di tipo sistemico è una distinta patologia plasmacellulare e la sua presenza in un paziente con gammopatia monoclonale non comporta automaticamente la diagnosi di MM Le infezioni ricorrenti NON sono un criterio diagnostico specifico, piuttosto un segno di aggravamento della malattia. Considerata la prevalenza della MGUS nella popolazione anziana generale, le infezioni ricorrenti non possono essere considerate un evento «caratterizzante il mieloma» validato o affidabile, in assenza di altri segni CRAB 21 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Altri criteri in corso di valutazione 22 Rajkumar SV et al. Lancet Oncol 2014;15:e538-e548 Criteri di risposta Razionale per lo sviluppo dei criteri uniformi di risposta: Facilitare confronti precisi tra l’efficacia delle nuove strategie di trattamento nei clinical trials - Criteri di valutazione rigorosi per la definizione della “Complete Response” (CR) 23 Criteri di risposta Stringent complete response (sCR) – Immunofissazione negativa su siero e urine – Plasmacellule <5% nel midollo osseo – Normale rapporto delle catene leggere libere (FLC) – Assenza di plasmacellule clonali nel midollo osseo con immunoistochimica e immunofluorescenza Complete response (CR) – Immunofissazione negativa su siero e urine – Plasmacellule <5% nel midollo osseo Very good partial response (VGPR) – Componente monoclonale sierica/urinaria riscontrabile alla immunofissazione ma non all’elettroforesi o – riduzione 90% della componente monoclonale sierica con escrezione urinaria della componente monoclonale <100mg/24 h 24 Durie et al. Leukemia 2006;20:1467-73 Criteri di risposta Partial response (PR) – riduzione 50% della componente monoclonale sierica e riduzione 90% della escrezione urinaria della componente monoclonale nelle 24-h o a <200 mg/24 h – Se la componente monoclonale sierica ed urinaria non era misurabile, è richiesta una riduzione 50% tra i livelli di catene leggre libere – Se anche le catene leggere libere non sono misurabili, è richiesta una riduzione della percentuale delle plasmacellule midollari 50% a patto che la percentuale di base fosse 30% – In aggiunta a tali criteri è anche richiesto, se presente di base, una riduzione 50% del volume dei plasmocitomi dei tessuti molli. Stable disease (SD) – Non risponde ai criteri di CR, VGPR, PR o progressione di malattia 25 Durie et al. Leukemia 2006;20:1467-73 Sottocategoria di risposta Criteri di risposta Risposta completa (CR) Immunofissazione negativa su siero e urine, e Scomparsa di qualsiasi plasmacitoma dei tessuti molli, e <5% plasmacellule nel midollo osseo Risposta completa stringente (sCR) CR come definita sopra più: Rapporto normale delle catene leggere libere (FLC)*, e Assenza di plasmacellule (PC) clonali alla immunoistochimica o alla citometria di flusso a 2-4 colori *rapporto di FLC normale = 0,26-1,65 26 Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695 CATEGORIA CRITERI Risposta minima (MR) in pazienti con mieloma recidivato refrattario adottata dai criteri EBMT • Riduzione ≥25% ma <49% di proteina M sierica e riduzione nell’urina delle 24 h della proteina M del 5089% che ancora superi i 200 mg / 24 h • In aggiunta ai criteri suddetti è richiesta anche la riduzione del 25-49% delle dimensioni dei plasmocitomi dei tessuti molli, se presenti al basale • Nessun aumento delle dimensioni o del numero di lesioni ossee litiche (lo sviluppo di fratture da compressione non esclude la risposta) EBMT, European Group for Blood and Marrow Transplantation 27 Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695 Sottocategoria di risposta Criteri di risposta Malattia stabile (SD) Malattia progressiva (PD) Non soddisfatti i criteri per CR, VGPR, PR e malattia progressiva Incremento del 25% del valore di risposta più basso in uno o più dei seguenti parametri: Componente M nel siero (l’aumento assoluto deve essere ≥0,5 g/dL) e/o Componente M nell’urina (l’aumento assoluto deve essere ≥200 mg/24 h) e/o Solo in pazienti senza livelli misurabili di proteina M in siero e urina, la differenza tra livelli di FLC coinvolte e non (aumento assoluto) deve essere >10 mg/dL Solo in pazienti senza livelli misurabili di proteina M in siero e urina e senza malattia misurabile per mezzo delle FLC, percentuale di plasmacellule nel midollo osseo (% assoluta) deve essere >10% Sviluppo conclamato di nuove lesioni ossee o plasmocitomi dei tessuti molli, o aumento conclamato delle dimensioni di lesioni ossee o plasmocitomi dei tessuti molli pre-esistenti Sviluppo di ipercalcemia (calcio sierico corretto >11,5 mg/dL) che possa essere attribuito soltanto al disturbo proliferativo delle plasmacellule. Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695 Mieloma Refrattario Malattia non responsiva a una terapia, sia essa primaria o di salvataggio, o che progredisce entro 60 giorni dall’ultima terapia somministrata. La malattia non responsiva è definita come il mancato raggiungimento di una risposta minima o lo sviluppo di progressione di malattia durante la terapia. Ci sono due categorie di mieloma refrattario: il “mieloma recidivato-e-refrattario” e il “mieloma primariamente refrattario”. 29 Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695 Mieloma Recidivato e Refrattario Malattia non responsiva durante una terapia di salvataggio, o che progredisce entro 60 giorni dall’ultima terapia somministrata in pazienti che hanno raggiunto una risposta minima (MR) o superiore in un qualsiasi momento precedente alla progressione di malattia Mieloma Primariamente Refrattario Malattia non responsiva in pazienti che non hanno mai raggiunto una risposta minima o superiore con una qualunque terapia; include i pazienti che non hanno mai ottenuto una MR o superiore nei quali non si registrano variazioni significative di proteina M ed evidenze di progressione clinica 30 Rajkumar S et al. Blood 2011;117(18):4691-4695 JOURNAL OF CLINICAL ONCOLOGY ORIGINAL REPORT Revised International Staging System for Multiple Myeloma:A Report From International Myeloma Working Group Antonio Palumbo, Hervé Avet-Loiseau, Stefania Oliva, Henk M. Lokhorst, Hartmut Goldschmidt, Laura Rosinol, Paul Richardson, Simona Caltagirone, Juan José Lahuerta, Thierry Facon, Sara Bringhen,Francesca Gay, Michel Attal, Roberto Passera, Andrew Spencer, Massimo Offidani, Shaji Kumar, Pellegrino Musto, Sagar Lonial, Maria T. Petrucci, Robert Z. Orlowski, Elena Zamagni, Gareth Morgan, Meletios A. Dimopoulos, Brian G.M. Durie, Kenneth C. Anderson, Pieter Sonneveld, Jésus San Miguel,Michele Cavo, S. Vincent Rajkumar, and Philippe MoreauPublished online before print August 3, 2015, doi: 10.1200/JCO.2015.61.2267 JCO August 3, 2015 JCO.2015.61.2267 Revised International Staging System for Multiple Myeloma: A Report From International Myeloma Working Group Prognostic Factor ISS Criteria stage I g/dL II III by iFISH High risk Standard risk Serum 2-microglobulin 3.5 mg/L, albumin 3.5 Not ISS stage I or III Serum 2-microglobulin 5.5 mg/L CA Presence of del (17p) and/or translocation t(4;14) or t(14;16) No high-risk CA LDH Normal High Serum LDH the upper limit of normal Serum LDH the upper limit of normal Revised International Staging System for Multiple Myeloma:A Report From International Myeloma Working Group A new model for risk stratification for MM R-ISS stage I II III ISS stage I and standard-risk CA by iFISH and normal LDH Not R-ISS stage I or III ISS stage III and either high-risk CA by iFISH or high LDH Abbreviations: CA, chromosomal abnormalities; iFISH, interphase fluorescent in situ hybridization; ISS, International Staging System; LDH, lactate dehydrogenase; MM, multiple myeloma; RR-ISS, revised International Staging System. Palumbo et al 2 © 2015 by American Society of Clinical Oncology JOURNAL UPDTATES: NCCN Guidelines® and NCCN Compendium . These NCCN Guidelines are currently available as Version 2.2014. « •Smoldering (asymptomatic) myeloma (MYEL-3): A relatively small randomized prospective study has shown benefit of early treatment with lenalidomide and dexamethasone for a subset of patients with smoldering myeloma with certain high-risk features predictive for early clinical progression (Mateos MV, Hernandez M, Giraldo P, et al. Lenalidomide plus dexamethasone for high-risk smoldering multiple myeloma. N Engl J Med 2013;369:438-447)…. However, the high-risk criteria specified in the study are not in common use. The NCCN panel strongly recommends enrolling eligible smoldering myeloma patients with high-risk criteria in clinical trials." Terapia di prima linea Paziente eleggibile all’autotrapianto di midollo Criteri di eleggibilità al «Nuovo» autotrapianto A tutt’oggi la prima opz Età inferiore –uguale a 70 anni e assenza di gravi comorbilità cardiache, polmonari e psichiatriche L’insufficienza renale anche severa non è un criterio di esclusione UPDTATES: NCCN Guidelines® and NCCN Compendium . These NCCN Guidelines are currently available as Version 2.2014. Myeloma Therapy (MYEL-D, page 1 of 2) – Added the following maintenance therapy options under "other regimens:" Bortezomib + prednisone (category 2B) Bortezomib + thalidomide (category 2B) I «Nuovi farmaci» Per decenni il trattamento del mieloma si è basato sulla combinazione di agenti alchilanti, in particolare il melfalan, e steroidi (MP). All’inizio del nuovo millennio tuttavia, con l’introduzione della Talidomide, farmaco immunomodulante, e del Bortezomib, inibitore del proteasoma (PI), per il trattamento del MM, è iniziata una nuova era, quella dei cosiddetti “novel agent”. Due le classi principali protagoniste di questa rivoluzione: quella dei farmaci immunomodulanti (IMiDs) e quella degli inibitori del proteasoma (PI). La Talidomide ed i suoi analoghi, i cosiddetti immunomodulanti di nuova generazione, sono stati sperimentati nel trattamento dei pazienti affetti da MM, sia in fase di recidiva che alla diagnosi (Fayers PM, 2011) La Lenalidomide, farmaco approvato sia in Europa che negli Stati Uniti d’America per il trattamento dei pazienti recidivati, deve la sua approvazione a due studi di fase 3 (MM009 e MM010) La Pomalidomide, IMiD di terza generazione, è stato sperimentato in pazienti recidivati dopo trattamento con lenalidomide e bortezomib, dimostrando un’elevata efficacia anche in pazienti esposti ai novel agent e rappresentando quindi una risorsa terapeutica importante per pazienti la cui malattia recidiva dopo l’utilizzo di nuovi farmaci (San Miguel J, 2013) Il primo farmaco appartenente alla classe dei PIs impiegato nel trattamento di pazienti affetti da MM è il bortezomib, molecola attualmente utilizzata alla diagnosi, sia in pazienti candidati al trapianto autologo di cellule staminali sia in pazienti anziani, ed alla recidiva (San Miguel J, 2008). I meccanismi d’azione dei PIs sono molteplici: essi determinano l’accumulo di molecole inibitorie nei confronti del ciclo cellulare, l’inibizione dei meccanismi di clearance di proteine intracellulari anomale il cui eccesso determina l’attivazione di meccanismi di danno cellulare e l’inattivazione del pathway di NF-Kb. Tuttavia, nonostante l’elevata efficacia del bortezomib, la somministrazione per via parenterale e il profilo di tossicità, in particolare la neurotossicità, sia di tipo motoria che sensoriale, hanno promosso la ricerca di nuove molecole appartenenti alla classe dei PIs. , Recentemente il Carfilzomib, PI di seconda generazione, è stato approvato dalla Food & Drug Administration (FDA) per il trattamento di pazienti sottoposti ad almeno due linee di terapia, compresi un IMiD e il bortezomib. Il carfilzomib, disponibile per la somministrazione endovenosa, a differenza di quanto accade con il bortezomib, si lega al proprio bersaglio in maniera irreversibile e non presenta una rilevante tossicità di tipo neurologico. L’efficacia dimostrata nei pazienti alla recidiva ha permesso la sperimentazione del carfilzomib anche in pazienti di nuova diagnosi, sia giovani che anziani, per la definizione di nuovi standard terapeutici. Inibitori del proteasoma di ultima generazione, in fase più o meno precoce della sperimentazione, sono molecole come l’oprozomib, l’ixazomib e il marizomib. Ad oggi tuttavia, il MM è una patologia impossibile da eradicare e per quanto profonda e duratura sia la risposta ad un trattamento, la recidiva è un’evenienza inesorabile. Per questo motivo è fondamentale la ricerca di nuove molecole in grado di vincere le resistenze create dai farmaci attualmente in uso. Nuove e promettenti molecole in corso di sperimentazione sono gli anticorpi monoclonali (MoAbs), i cui target sono per lo più molecole di superficie come CS1 (Elotuzumab) o CD38 (Daratumumab e SAR650984) e gli inibitori dell’istonedeacetilase (Panobinostat e Vorinostat), che vengono testati sia come agenti singoli sia, soprattutto, in combinazione con i farmaci già approvati al fine di determinare il sinergismo tra molecole con diverso meccanismo d’azione. ELOTUZUMAB: studio di fase III ELOQUENT Elotuzumab è un anticorpo monoclonale sperimentale appartenente al gruppo dei farmaci immuno-oncologici (definito più propriamente immuno-stimolante) che ha come bersaglio SLAMF7 (Signaling Lymphocyte Activation Molecule), una glicoproteina di superficie altamente e uniformemente espressa nelle cellule di mieloma e sulle cellule Natural Killer (NK), ma non nei tessuti normali o nelle cellule staminali ematopoietiche. Elotuzumab è attualmente in sperimentazione per valutare se la molecola possa selettivamente colpire le cellule di mieloma. Si pensa che elotuzumab agisca attraverso un duplice meccanismo d’azione: legandosi a SLAMF7 sulle cellule NK, attivandole direttamente, e legandosi a SLAMF7 sulle cellule di mieloma, rendendole visibili al riconoscimento e alla distruzione da parte delle cellule NK. A maggio 2014, la FDA ha concesso ad elotuzumab la designazione di ‘Breakthrough Therapy’ per l’utilizzo in combinazione con uno dei trattamenti chemioterapici per il mieloma multiplo (lenalidomide, usato in combinazione con desametasone) nei pazienti che avevano ricevuto uno o più trattamenti precedenti. Elotuzumab è una molecola sperimentale e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate dalla FDA o da altra autorità regolatoria sanitaria. 1.Benboubker L, Dimopoulos MA, Dispenzieri A. Lenalidomide and dexamethasone in transplant-ineligible patients with myeloma. N Engl J Med. 2014 Sep ;371(10):906-17. 2.Dimopoulos M, Spencer A, Attal M, et al. Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed or refractory multiple myeloma. N Engl J Med 2007;357:2123-2132. 3.Fayers PM, Palumbo A, Hulin C. Thalidomide for previously untreated elderly patients with multiple myeloma: meta-analysis of 1685 individual patient data from 6 randomized clinical trials. Blood. 2011 Aug 4;118(5):1239-47. 4.San Miguel JF, Schlag R, Khuageva NK, et al. Bortezomib plus melphalan and prednisone for initial treatment of multiple myeloma. N Engl J Med 2008;359: 906-17. 5.San Miguel J, Weisel K, Moreau P. Pomalidomide plus low-dose dexamethasone versus high-dose dexamethasone alone for patients with relapsed and refractory multiple myeloma (MM-003): a randomised, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncol. 2013 Oct;14(11):1055-66. 6.Weber DM, Chen C, Niesvizky R, et al. Lenalidomide plus dexamethasone for relapsed multiple myeloma in North America. N Engl J Med 2007;357:2133-2142.