Primavera 2016 Vol 16 Num 2 - International Myeloma Foundation

Volume 16 Numéro 2
Primavera 2016
L’IMF finanzia il primo
screening su larga scala
per l’identificazione e il
trattamento dei precursori dei
tumori del sangue prima che
la malattia si sviluppi
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Sempre in questo numero :
Sperimentazioni cliniche
promettenti per il 2016
Incontri con i pazienti
in Europa nel 2016
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myeloma.org
L’IMF finanzia il primo screening su larga scala per
l’identificazione e il trattamento dei precursori dei
tumori del sangue prima che la malattia si sviluppi
“ L’IMF è entusiasta di poter finanziare questo studio che getterà finalmente luce su come
fermare il mieloma nelle sue primissime fasi, prima che progredisca in un cancro conclamato.
– Susie Novis Durie, Presidente e cofondatrice dell’IMF
L’International Myeloma Foundation ha
annunciato con orgoglio ad aprile di aver
assunto il ruolo di principale finanziatore
del primo screening su larga scala a livello
mondiale per la prevenzione del mieloma
prima che si sviluppi.
Lo studio, lo iStopMM (Iceland
Screens Treats or Prevents Multiple
Myeloma), esaminerà i campioni di sangue di circa 140.000 islandesi
di età superiore ai 40 anni per individuarvi i primissimi segni del
mieloma. Il mieloma è un cancro delle plasmacellule che colpisce
approssimativamente 90.000 persone negli Stati Uniti e più di 200.000
nel mondo e che può rimanere non diagnosticato fino a quando la
malattia inizia a danneggiare seriamente la salute.
“Siamo incredibilmente lieti di poter sostenere il progetto iStopMM
perché crediamo con forza che le strategie di trattamento precoce
possano portare a una cura per il mieloma”, ha detto il Presidente e
cofondatrice dell’IMF, il Dott. Brian Durie.
Il Dr. Durie guida la Black Swan Research Initiative® dell’IMF, un
progetto di collaborazione che punta a trovare una strada verso la cura
del mieloma e che attualmente sostiene nel mondo più di 35 progetti di
ricerca dedicati a questa malattia, tra i quali questo studio in Islanda.
Poiché quasi tutta la popolazione islandese di più di 40 anni di età si
sottopone a esami del sangue di routine, il Paese è un contesto ideale
per tale ricerca. Dopo aver ottenuto il consenso informato dagli
interessati nei prossimi mesi, il leader del progetto, il Dr. Sigurdur
Kristinsson dell’Università di Islanda e il suo team esamineranno i
campioni di sangue di circa 140.000 persone per cercarvi i precursori
del mieloma – gammopatia monoclonale di incerto significato
(MGUS) e mieloma “smoldering”, o asintomatico.
Coloro a cui sarà diagnosticata le presenza di questi precursori
saranno quindi invitati a partecipare a una sperimentazione clinica
”
randomizzata che punterà
a identificare la migliore
strategia di trattamento e
creare un nuovo modello di
rischio per la progressione
della malattia.
“L’IMF è entusiasta di poter
finanziare questo studio che
getterà finalmente luce su
come fermare il mieloma
nelle sue primissime fasi,
prima che progredisca in un
cancro conclamato”, ha detto
il Presidente e cofondatrice
dell’IMF, il Dott. Brian Durie.
Sebbene la maggior parte dei
casi di MGUS non sia mai
diagnosticata, si stima che il
4% della popolazione oltre i 50
anni ne sia affetta.
Nell’autunno del 2016, il Dr. Sigurdur Kristinsson
dell’Università di Islanda e il suo team avvieranno lo
screening dei campioni di sangue di circa 140.000
islandesi alla ricerca dei precursori del mieloma.
Coloro a cui sarà diagnosticata le presenza di questi
precursori saranno quindi invitati a partecipare
a una sperimentazione clinica randomizzata che
punterà a identificare la migliore strategia di
trattamento e creare un nuovo modello di rischio
per la progressione della malattia.
“Lo studio dell’impatto
della diagnosi precoce su
un’intera popolazione è un
obiettivo molto ambizioso e
impegnativo”, ha detto il Dr. Kristinsson. “Grazie alla disponibilità di
terapie più potenti e dagli effetti collaterali minori, è molto probabile
che il trattamento delle condizioni precancerose si rivelerà in grado di
migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti affetti da
MGUS e mieloma smoldering”.
Binding Site, fornitore di test diagnostici con sede nel Regno
Unito, condurrà la fase di screening iniziale dello studio con il
test immunodiagnostico Freelite® e attrezzature per l’elettroforesi
automatica, ci ha spiegato il Dr. Stephen Harding, Direttore Ricerca e
Sviluppo dell’azienda.
Il co-ricercatore principale del progetto, il Dr. Ola Landgren, Capo del
Myeloma Service del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New
York City e il suo team eseguiranno la caratterizzazione molecolare dei
casi di MGUS tramite sequenziamento del DNA delle plasmacellule
anomale del midollo osseo. MT
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Primavera 2016
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Sperimentazioni cliniche promettenti per il 2016
“ Le sperimentazioni cliniche più promettenti del 2016 coinvolgono nuovi farmaci, spesso in combinazioni con
farmaci già consolidati. Alla fine del 2015, tre nuovi farmaci sono stati approvati dalla Food and Drug Administration
(FDA) statunitense e sono quindi ora disponibili senza dover essere in sperimentazione clinica. Ma quali tra i farmaci in
fase di sviluppo meno avanzato sembrano maggiormente destinati a proseguire il loro cammino?
Tra i tanti farmaci disponibili, vi sono tre categorie che ritengo essere le più promettenti.
- Brian G.M. Durie, MD, Président de l’IMF
Pembrolizumab
Nel corso del meeting annuale 2015 della American Society of
Hematology (ASH), ha destato notevole interesse un farmaco (già
approvato dalla FDA, per il carcinoma polmonare non a piccole cellule
e per il melanoma, con il nome commerciale di Keytruda®) che è un
nuovo tipo di anticorpo monoclonale che agisce contro l’inibitore del
checkpoint chiamato PD-1. Gli inibitori del checkpoint sono parti del
nostro sistema immunitario preposte a leggere certi messaggi sulla
superficie delle cellule. Questi messaggi gli consentono di sapere se la
cellula è sana, malata o estranea all’organismo. Se la cellula è malata o
estranea, l’inibitore del checkpoint richiede l’intervento dei soldati del
sistema immunitario, le cellule T, che attaccano la cellula indesiderata.
Le cellule cancerogene si proteggono da questo attacco creando
proteine sulle superficie cellulare che dicono: “sono una cellula sana:
non mi distruggere!”. Pembrolizumab – spesso indicato come
“pembro” – scavalca l’inibitore del checkpoint, consentendo alle
cellule T di lanciare un robusto attacco contro le cellule cancerogene.
Come altri anticorpi monoclonali nella nuova categoria dei farmaci
“immuno-oncologici”, è possibile che pembrolizumab mostri una
maggiore efficace contro le cellule del mieloma quando combinato
con farmaci immunomodulatori (IMiD) come Revlimid® o Pomalyst®.
Associato a questi IMiD, pembro ha mostrato risultati iniziali
piuttosto incoraggianti. Vi sono al momento sette sperimentazioni
con pembrolizumab in fase di reclutamento attivo di pazienti affetti
da mieloma e altre tre che presto si aggiungeranno. Pembro viene
testato in combinazione con farmaci diversi da IMiD – di per sé agenti
sperimentali – e attraverso le fasi della malattia nel mieloma, incluso il
mieloma smoldering e la terapia post trapianto di cellule staminali.
Sperimentazioni cliniche:
Fase I pembro + Rd
Fase III pembro + RD vs. Rd
Fase III pembro + Pom/desametasone vs. Pom/desametasone
Fase I/II pembro + Pom/desametasone
Fase I pembro come agente singolo nei tumori ematologici
Fase II pembro + Revlimid post trapianto di cellule staminali
Fase I/II pembro + ACP-196 nei tumori ematologici
Fase I pembro + dinaciclib nei tumori ematologici
Ancora non in fase di reclutamento alla data del 15 aprile 2016:
Pembro per il mieloma smoldering
Fase II pembro in pazienti con mieloma con malattia residua
Selinexor è un tipo di farmaco completamente nuovo sottoposto
al momento a cinque nuove sperimentazioni cliniche. Nello studio
clinico STORM, Selinexor è combinato con desametasone per i
pazienti che sono QUAD-refrattari (refrattari cioè a Velcade, Revlimid,
Kyprolis e Pomalyst). Selinexor è inoltre sottoposto individualmente
a test in altre sperimentazioni cliniche con ognuno di questi farmaci
“backbone” per verificarne l’efficacia in pazienti con pretrattamento
meno pesante. Selinexor è attualmente coinvolto in corso cinque
sperimentazioni sul mieloma in fase di reclutamento attivo.
Sperimentazioni cliniche:
Fase II selinexor + desametasone per pazienti QUAD-refrattari
Fase I/II selinexor in combinazione con trattamenti backbone
Fase I selinexor + Kyprolis + desametasone
Fase II selinexor + Kyprolis + desametasone vs. placebo + Kyprolis +
desametasone:
Fase I/II selinexor + Doxil (doxorubicina liposomiale pegilata)
Cellule CAR-T
La terza, è potenzialmente la più promettente, categoria di
sperimentazioni cliniche in corso nel 2016 coinvolge le cosiddette
cellule CAR (chimeric antigen receptor - recettori chimerici
per l’antigene) T. Queste sono cellule T che vengono rimosse
dall’organismo, ingegnerizzate per attaccare il mieloma e reimpiantate
nel paziente.
Queste cellule T hanno come bersaglio specifici antigeni sulla
superficie del mieloma. Risultati, pubblicati sul The New England
Journal of Medicine (settembre 2015), sono stati conseguiti contro il
mieloma utilizzando cellule T ingegnerizzate aventi come bersaglio
l’antigene sulla superficie delle cellule CD19 (anti-CD19). Un recente
abstract dal meeting annuale della ASH dello scorso dicembre ha
presentato i dati sull’uso di cellule CAR-T indirizzate contro l’antigene
di maturazione delle cellule B (BCMA). Anche questi risultati
sembrano molto promettenti, nonostante la severa tossicità.
Sperimentazioni cliniche:
Fase I cellule T con bersaglio l’antigene di maturazione delle cellule B
(BCMA)
Fase II cellule T modificate CD-138
Fase I cellule CAR-T con bersaglio ligandi NKG2D
Fase I cellule CAR-T con bersaglio CD19 per le forme maligne dei
linfoidi
Selinexor
Selinexor induce le proteine di soppressione tumorale (conosciute
anche come anti-oncogeni) a rimanere nel nucleo delle cellule di
mieloma, negando alle cellule tumorali la capacità di liberarsi delle
proteine a loro dannose. Gli oncogeni attivano le cellule tumorali; gli
anti-oncogeni le spengono. Se una cellula non riesce a liberarsi degli
anti-oncogeni, questi possono causarne la morte.
myeloma.org
”
Per informazioni sui centri in cui queste sperimentazioni cliniche
sono condotte o per altre informazioni sui farmaci in sperimentazione
clinica, contattare l’IMF o visitare il Myeloma Matrix dell’IMF su
matrix.myeloma.org. MT
Primavera 2016
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Incontri con i pazienti in Europa nel 2016
Date e luoghi sono aggiornati alla data del 19 aprile 16
Maggio 19 – Roma, Italia
Giugno 4 – Padova, Italia
Giugno 18 – Parigi, Francia
Giugno 25 – Vienna, Austria
Settembre 9–10 – Láznĕ Bĕlhorad, Repubblica Ceca
Settembre 17-18 – Olsztyn, Polonia
Settembre 23-25 – Heidelberg, Germania
Settembre 24 – Napoli, Italia
Ottobre 7–8 – Liptovský Jan, Slovacchia
Ottobre 17 – Tromsø, Norvegia
Ottobre 18 – Trondheim, Norvegia
Ottobre 20 – Oslo, Norvegia
Ottobre 24 – Reykajavík, Islanda
Ottobre 27 – Korsør, Danimarca
Le date di ulteriori seminari organizzati da IMF e dai nostri partner in Europa saranno confermate a breve. Per maggiori informazioni,
contattare la direttrice europea dell’IMF Nadia Elkebir all’indirizzo [email protected].
Aggiornamento medico: i pazienti affetti da MM dovrebbero sottoporsi
alla vaccinazione antinfluenzale?
L’autunno sancisce l’inizio della stagione influenzale, in cui è talvolta necessario eseguire la
vaccinazione. Trattandosi di un metodo preventivo sicuro per i pazienti affetti da mieloma,
l’IMF raccomanda una somministrazione annuale. Il National Institutes of Health’s Center for
Disease Control (CDC) raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per i pazienti sottoposti
a trapianto di cellule staminali sei mesi dopo l’intervento. Il “vaccino antinfluenzale ad alto
dosaggio”, che può essere eseguito esclusivamente nei pazienti con un’età minima di 65 anni, è
stato realizzato partendo dal presupposto che le difese immunitarie dell’uomo tendono a indebolirsi col passare degli anni e che, di conseguenza, il rischio che gli anziani possano sviluppare
gravi effetti collaterali causati dall’influenza è destinato ad aumentare. La quantità di antigene
contenuto nel vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio, che corrisponde a quattro volte quella del vaccino normale, consente di rafforzare la
risposta immunitaria nella popolazione suscettibile. Tuttavia, non bisogna sottovalutare il fatto che l’aumento del dosaggio determina un aumento dell’entità degli effetti collaterali. La precedente somministrazione del vaccino antinfluenzale normale senza complicazioni nei pazienti
dai 65 anni in su aumenta le probabilità che la somministrazione del vaccino ad alto dosaggio non causi effetti collaterali. Inoltre, nei pazienti
appartenenti a questa fascia d’età, la primissima somministrazione del vaccino antinfluenzale deve prevedere un dosaggio normale. Come
sempre, in ogni caso, vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico di fiducia.
SCHEDA DELLA SPERIMENTAZIONE: DENOSUMAB
Identificatore ClinicalTrials.gov:NCT01345019
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