Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 10 (4 ore) Forze elettriche, campi e potenziale elettrostatico Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] La carica elettrica E’ esperienza comune che la materia può contenere della carica elettrica e molti dei fenomeni associati ad essa sono già noti: fulmini, scariche, attrazione elettrostatica ecc. La materia ordinaria contiene enormi quantità di carica elettrica anche se risulta normalmente nascosta: infatti contiene un numero identico di cariche positive e negative, risultando così elettricamente neutra. E’ pero possibile, ad esempio per sfregamento, generare in un corpo un eccesso di carica di un dato segno, tale corpo avrà allora una carica netta. Esiste in natura una forza sensibile allo stato di carica di un corpo: cariche elettriche dello stesso segno si respingono, cariche di segno opposto si attraggono. Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Materia, conduttori ed isolanti La struttura stessa degli atomi è responsabile della natura elettrica della materia: – Protoni con carica positiva e neutroni, privi di carica, formano un nucleo centrale – Elettroni carichi negativamente orbitano intorno al nucleo – L’atomo ha una struttura complessivamente neutra, ma può perdere o acquisire carica per ionizzazione E’ possibile classificare le sostanze in funzione della facilità che hanno le cariche elettriche a muoversi attraverso di esse: – Conduttori: le cariche si muovono abbastanza liberamente, come nel rame o nei metalli in genere – Non conduttori o isolanti: le cariche non si muovono affatto, come la gomma, la plastica o il vetro. – Semiconduttori: sostanze dal comportamento intermedio, come il silicio o il germanio utilizzati nei circuiti integrati. – Superconduttori: sostanze perfettamente conduttrici in cui le cariche si spostano senza ostacolo alcuno, come il niobio al di sotto della temperatura di 9 K che viene utilizzato negli acceleratori di particelle. Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 La legge di Coulomb Due particelle con cariche elettriche di modulo q1 e q2, poste ad una distanza r, subiscono una forza elettrostatica data dalla legge di Coulomb: q1 q2 F k 2 r C.A. Coulomb, 1785 Ciascuna delle cariche esercita una forza F sull’altra, si tratta di una coppia di azione-reazione. La forza è sempre diretta lungo la direttrice tra le due particelle, nel verso di allontanamento se si respingono e nel verso di avvicinamento se si attraggono. E’ evidente l’analogia con la forza di gravitazione universale di Newton, k è detta costante elettrostatica. L’unità di misura SI per la carica è il coulomb (C) e la costante k è pari a: N m2 k 8.99 10 4 0 C2 1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 con 4 N kg m s 2 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Concetti e formule fondamentali Alcune concetti fondamentali: La quantità di carica elettrica Q in transito nell’intervallo di tempo t è detta corrente elettrica. L’unità SI della corrente è l’ampere [A]. i dQ Q lim dt t 0 t [ A] [C ] [ s] 1 C 1 A 1 s La costante elettrostatica è determinata dall’espressione: k 1 4 0 0 8.85 10 12 C2 costante dielettrica del vuoto 2 N m Diversamente da Coulomb o Franklin oggi sappiamo che la carica elettrica è quantizzata, ovvero che essa è sempre e solo multiplo di una carica elementare detta e. Per qualsiasi q vale che: q ne ; n 1, 2, ... ; e 1.602 10 19 C Ad ogni livello dell’indagine fisica, da quello atomico a quello macroscopico, è sempre verificato il principio di conservazione della carica elettrica formulato da B. Franklin. Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Tavola Periodica degli elementi Nella Tavola periodica gli elementi sono ordinati secondo il numero di cariche elementari positive (protoni) che sono contenute nei rispettivi nuclei. Intorno ai nuclei “ruotano” altrettante cariche elementari negative (elettroni) in modo che l’atomo sia elettricamente neutro. Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Campo elettrico e linee di forza L’azione a distanza caratteristica della forza elettrostatica viene spiegata in fisica grazie al concetto di campo elettrico: – Il campo elettrico è vettoriale, consiste in una distribuzione di vettori nello spazio intorno ad una particella carica. – Supponiamo di esplorare tale spazio tramite una particella con carica positiva di prova q0. Se F è la forza a cui la particella è soggetta in un dato punto P(x,y,z), il campo elettrico in P vale: Analogia con il campo gravitazionale Fel E con q0 1 C q0 ag Fg m0 con m0 1 kg E = forza per unità di carica ag = forza per unità di massa Il campo elettrico in un certo spazio può essere visualizzato attraverso le sue linee di forza: – In ogni punto la tangente alla linea indica la direzione del campo elettrico – La densità di linee per unità di superficie normale è proporzionale alla intensità del campo elettrico: le linee si addensano dove il campo è più intenso – Si consideri che la particella di prova è sempre positiva: le linee escono dalle cariche positive ed entrano in quelle negative Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Campo elettrico e linee di forza - 2 Le linee di forza tracciano sempre traiettorie chiuse; nel caso di cariche di un solo segno si suppongono chiuse su cariche lontane (all’infinito). Ecco qualche esempio di linee di forza e di vettore campo elettrico corrispondente per semplici distribuzioni di carica: Singola carica negativa. Carlo Pagani & Flavia Groppi Coppia di cariche positive 8 Coppia di cariche di segno opposto: dipolo elettrico Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Campo di una carica puntiforme Utilizziamo la carica di prova positiva q0 per descrivere il campo elettrico di una singola carica puntiforme q in funzione della distanza r: – L’intensità della forza è data dalla legge di Coulomb: 1 q q0 F 4 0 r 2 – L’intensità del vettore campo elettrico è allora data da: F 1 q E q0 4 0 r 2 – Vale il principio di sovrapposizione, dunque è possibile calcolare allo stesso modo il campo generato da più cariche puntiformi qi come: 1 qi q0 F1 F2 r r e r E E1 E2 ... ... con Fi 2 4 0 r q0 q0 r – Ciascun contributo Ei corrisponde al campo elettrico che sarebbe generato se la carica q i fosse l’unica presente! Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Esempio: Campo di un dipolo elettrico Utilizziamo il principio di sovrapposizione per esprimere il campo elettrico generato da un dipolo elettrico lungo il suo asse (asse z): E E E 1 q 4 0 r 2 1 q 4 0 r 2 1 q 2 4 0 d z 2 1 q 2 4 0 d z 2 Che può essere riscritta come: 2 2 d d E 1 1 2 4 0 z 2 z 2 z q Quando ci troviamo a grandi distanze dal dipolo possiamo approssimare il risultato considerando che z >> d. L’espressione risultante è: E q 2d 1 qd 1 p 4 0 z 2 z 2 0 z 3 2 0 z 3 ; p qd p = qd è il momento di dipolo elettrico, contiene le due grandezze intrinseche del dipolo. Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Moto di una carica in campo elettrico Per descrivere il moto di una particella carica q in un campo elettrico E(x,y,z) è sufficiente considerare che in ogni punto P la forza sulla particella è data da: F qE Considerazioni importanti: – Il campo è un campo esterno: esso non è quello generato dalla particella che in esso si muove. Corollario: un corpo carico non risente del proprio campo elettrico ! – Il campo elettrico ha lo stesso verso della forza se la particella ha carica positiva, ha il verso opposto se ha carica negativa. Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Flusso del campo elettrico Se in una data porzione di spazio è presente un campo vettoriale, ogni superficie arbitraria dà luogo ad un flusso di campo determinato dalle linee di campo che la superficie intercetta. Introduciamo il vettore areale, il cui modulo è pari all’area della superficie A e la cui direzione è normale al piano dell’area. In un campo elettrico costante Il flusso è definito come: E E A Se consideriamo una superficie chiusa, possiamo sommare il contributo di tutti i piccoli piani di area A che la compongono: – Il campo E può essere ritenuto costante su aree così piccole – Facendo tendere a zero l’area dei piani A: E E dA Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Legge di Gauss La legge di Gauss mette in relazione il flusso netto di campo elettrico attraverso una superficie chiusa (detta anche superficie gaussiana) con la carica netta qint che è racchiusa all’interno della superficie. Vale che: qint 0 E 0 E dA Legge di Gauss – Se la carica netta è positiva il flusso è uscente, se è negativa il flusso è entrante. – Forma e posizione delle cariche non hanno importanza! – Cariche esterne alla superficie danno un flusso netto pari a zero: tutte le linee di forza entrano ed escono. Ad esempio si considerino le superfici in figura: – S1: carica netta positiva, flusso positivo – S2: carica netta negativa, flusso negativo – S3: niente carica, flusso netto nullo – S4: carica netta nulla, flusso nullo Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Applicazione della legge di Gauss ai conduttori Campo elettrico all’interno dei conduttori: – In un conduttore le cariche in eccesso sono libere di muoversi e la repulsione elettrostatica le spinge tutte a disporsi sulla superficie esterna – Applicando la legge di Gauss ad una superficie chiusa tutta interna al conduttore osserviamo che essa non racchiude alcuna carica: • il campo elettrico è nullo all’interno dei conduttori! Campo elettrico sulla superficie dei conduttori: – Consideriamo una piccola superficie cilindrica “a cavallo” dello strato più esterno – Sia [C/m2] la densità superficiale di carica: – Non c’è flusso nella superficie interna poiché E = 0 – Non c’è flusso in quella laterale perché il campo è ortogonale al vettore areale – Il solo contributo al flusso è dato dalla faccia esterna qint 0 E A A E 0 Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Ancora sui conduttori … Alcune considerazioni ulteriori sui conduttori: – Su oggetti asimmetrici la carica elettrica in eccesso non si distribuisce necessariamente in modo omogeneo, la densità superficiale tende ad essere maggiore laddove il raggio di curvatura è minore (punte, spigoli etc.). • Il campo sulla superficie è sensibile alla sola densità superficiale di carica, ne segue quindi che il campo elettrico ha valori più alti in prossimità di spigoli vivi: è l’effetto punta. – Le cariche sui conduttori si dispongono sempre in modo da determinare campo elettrico nullo all’interno, anche se il conduttore non presenta cariche in eccesso. • Le linee di forza si arrestano alla superficie e sono ad essa perpendicolari – Si consideri il caso di un conduttore con una cavità che racchiuda una carica - q: • Sulle superfici interna ed esterna del conduttore cavo si formano delle cariche –q e +q tali che il campo all’interno del conduttore (in azzuzzo nella figura) sia nullo e il conduttore rimanga neutro. • Tali cariche sono dette cariche immagine. • La configurazione interna della carica è insondabile dall’esterno, così come la carica interna non risente in alcun modo di quelle esterne. Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Energia potenziale elettrica La forza elettrostatica è conservativa, possiamo allora definire per essa un’energia potenziale elettrica U tale che: U U f U i Lapp L Dove L è il lavoro compiuto dal campo elettrico nel passare da i a f, mentre Lapp= - L è il lavoro compiuto da una forza esterna per passare dalla configurazione iniziale a quella finale La configurazione di riferimento per un sistema di particelle cariche è quella in cui esse siano infinitamente distanti, a tale configurazione assegniamo una energia potenziale nulla. Se indichiamo con L∞ il lavoro compiuto dal campo elettrico per portare una carica dall’infinito alla configurazione finale, l’energia Uf = U sarà pari a: U L In perfetta analogia con la gravitazione, il lavoro compiuto non dipende dal percorso effettuato ma solo dalla scelta delle configurazioni iniziale e finale. Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Il potenziale elettrico L’energia potenziale di una carica dipende dal valore della carica stessa, invece l’energia potenziale per unità di carica ne è indipendente. Essa viene chiamata potenziale elettrico ed è dunque data da: U V q e Uf U i U L V V f Vi q q q q – Il potenziale V(x,y,z) è un campo scalare, la sua unità di misura SI è il volt [V] = [J]/[C] = [J]/[A·s], ricordando che 1C=1A·1s – Il campo elettrico E può dunque essere anche misurato in V/m: 1 V 1 J 1 C E N J / m V C C m Il luogo dei punti nello spazio aventi il medesimo potenziale è chiamato superficie equipotenziale: – Le linee di forza sono sempre ortogonali alle superfici equipotenziali – Un percorso i cui punti iniziale e finale giacciano su una superficie equipotenziale compie lavoro nullo. Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Calcolo del potenziale elettrico Ricaviamo un espressione per il calcolo del potenziale elettrico – dalla definizione stessa di lavoro e di campo elettrico: dL F ds q0 E ds – integrando lungo la traiettoria scelta: f L q0 E ds i – e dalla definizione di potenziale: f V V f Vi E ds i Il risultato è l’integrale di linea della grandezza E·ds lungo la traiettoria Se come punto iniziale assumiamo il punto di riferimento a cui associamo potenziale nullo, Vi = 0, si ha: f V E ds i Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Potenziale di carica puntiforme Utilizziamo l’espressione appena ricavata per calcolare il potenziale elettrico nello spazio intorno ad una carica puntiforme, rispetto al potenziale nullo. Dato che la traiettoria scelta non influenza il risultato, scegliamo quella più semplice, lungo la direzione radiale. Per la traiettoria scelta, con q>0, si ha : E ds E ds cos E ds inoltre ds diventa dr e i limiti di integrazione sono ri = ∞ ed rf = R. Dunque: R 1 q V V f Vi VR V E dr dr 2 4 0 r R 1 q 1 dr 2 4 0 R r 4 0 r q Quindi, in generale: R 1 q 4 0 R 1 q V (r ) 4 0 r E, per un insieme di n cariche puntiformi: n V (r ) Vi i 1 Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 n qi 4 0 i 1 ri 1 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Calcolo del campo elettrico dato il potenziale Percorrere il cammino inverso, ovvero determinare il campo elettrico E noto il potenziale V(x,y,z) nello spazio, richiede una derivazione. Vale sempre che il campo elettrico è perpendicolare alla superficie equipotenziale passante per P(x0,y0,z0). Dalle definizioni stesse di lavoro e potenziale: dL dU q0 dV q0 Eds cos q0 E cos ds E cos Es dV ds Es è proprio la componente di E lungo la direzione di ds. Dunque, in generale la componente di E in qualsiasi direzione è la derivata del potenziale elettrico, cambiata di segno, lungo quella direzione. Rispetto agli assi x, y e z: V ( x, y, z ) V ( x, y, z ) V ( x, y, z ) Ex ; Ey ; Ez x y z Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 E V Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Appendice: analogia con la forza gravitazionale Elettrostatica Grandezza Espressione Unità Forza Costante Gravitazione F k q1 q2 N r2 k 8.99 10 F qE 9 Grandezza kg m s2 Espressione Unità F G Forza N m2 C2 m1m2 r2 G 6.67 10 Costante 11 F ma N m 2 kg m 3 s 2 2 3 4 [k ] kg m s A ( A s) 2 C2 k 1 4 0 N kg m s2 N m2 kg 2 0 8.854 10 12 ( A s) 2 C2 1 3 4 2 [ 0 ] kg m s A N m 2 kg m 3 s 2 Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Esescizi Lezione 10 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 19.1: Verificare l’esattezza della seguente affermazione di R. Feynman: due persone di 70 kg distanti un metro che avessero un numero di elettroni maggiore dell’1% rispetto al numero di protoni, si respingerebbero con una forza pari alla forza peso associabile alla massa della terra. Si ricordi che l’unità di massa atomica u=1.66·10-27 kg. [70 kg ≈ 4·1028 u ⇒ Q ≈ 2 ·1026 e ≈ 3·107 C ⇒ F ≈ 1026 N ≈ Mt ·g = 6·1024 ·9.8] 19.2: Tre cariche puntiformi sono poste ai vertici di un triangolo equilatero di lato L = 0.500 m, e valgono rispettivamente: QA = 2 C, QB = -4 C, QC = 7 C. Determinare la forza agente sulla carica QC generata dai campi prodotti dalle cariche QA e QB. [ F1 = (0.252i + 0.436j) N ; F2 = (0.503 i - 0.872j) N ; F=F1+F2=(0.755i - 0.436j) N ; |F |=0.872 N, =-30°] 19.10: Due piccole sfere di massa M sono sospese a delle funicelle di lunghezza L collegate in un punto. Una sfera ha carica Q e l’altra 2 Q, mentre la loro distanza è r<<L. Assumendo che gli angoli siano piccoli in modo che si possa scrivere sin = tan = (in radianti) si dimostri: a) che 1 = 2 = r/(2L), b) che r = [(4kQ2L)/(Mg)]1/3 19.11: Una sfera isolante di raggio a ha una densità di carica uniforme e una carica totale Q. La sfera è concentrica ad una sfera cava conduttrice che la contiene e ha raggi interno e esterno rispettivamente b e c. Sapendo che la sfera esterna conduttrice non è carica, si determini: a) l’intensità del campo elettrico nelle regioni: r<a, a<r<b, b<r<c, r>c; b) la densità di carica indotta sulla superfici interna ed esterna della sfera cava. [ a) Er<a= (r)/(30), Ea<r<b= Q/(40 r2), Eb<r<c= 0, Er>c= Q/(40 r2), b) int=-Q/(4b2), ext=Q/(4c2) ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 22 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Esescizi Lezione 10 - continua 20.4: Dimostrare che la quantità di lavoro L necessario per mettere insieme quattro cariche puntiformi identiche di grandezza Q ai vertici di un quadrato di lato a è dato da: L = 5.41·k·Q2 / a. Calcolare il lavoro necessario nel caso in cui sia Q=1C e a=1m [ 4.9 · 10-2 J ] Date 2 cariche puntiformi Q1=1C e Q2 =-1C giacciono su un piano nelle posizioni P1 (1,2) e P2 (-1,-2). Sapendo che tutte le coordinate sono espresse in metri, calcolare: a) il vettore campo elettrico, b) il potenziale, prodotti dalle 2 cariche nel punto P(1,0). [E (1,0) = - (0.80 i + 3.05 j ) V/m ; V (1,0) = 1.30 ·103 V ] In una certa regione di spazio il potenziale elettrico è dato da V = 5x – 3x2y + 2yz2. Determinare: a) le espressioni delle componenti del campo elettrico E, in funzione di x, y, z, b) il modulo di E nel punto P(1, 0, -2). [ a) E = -V, Ex = -5 + 6xy, Ey = 3x2 – 2z2, Ez = -4yz ; b) E(1,0,-2) = 7.07 N/C ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 23 Fisica x Informatica - Lez. 10 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 11 (4 ore) Capacità, resistenza, legge di Ohm e circuiti RC Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] La capacità elettrica Una coppia di conduttori di forma arbitraria ed affacciati formano un condensatore: – La forma più usuale è però quella del condensatore piano: due piastre conduttrici parallele di area A (dette armature) e separate da una distanza d. (anche il simbolo del condensatore ricorda un condensatore piano) – Il condensatore è detto “carico” di una carica q se i suoi piatti posseggono una carica uguale ma di segno opposto, +q e –q. Attenzione: anche “carico” un condensatore è complessivamente neutro! – La carica q e la differenza di potenziale tra i piatti V (attenzione: non useremo più V ! ) sono tra loro proporzionali. Vale dunque la relazione: coulomb q q CV C capacità V Carlo Pagani & Flavia Groppi C C F farad capacità V volt 2 La costante di proporzionalità C è detta Capacità Elettrica e si misura in farad Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Il condensatore piano Il valore di capacità di ogni condensatore è funzione della sola geometria e del materiale racchiuso tra le armature. Nel caso del condensatore piano: – Scegliamo di trascurare l’effetto bordo: ipotizziamo che il campo E sia costante e normale all’area per tutta la superficie del condensatore. – Grazie alla legge di Gauss possiamo calcolare il campo elettrico E data la carica q secondo lo schema indicato in figura: q q E d A E 0 0 A – La differenza di potenziale (che qui chiameremo solo “potenziale”) è ottenuta integrando dall’armatura negativa (“-”) a quella positiva (“+”). Ottengo: def . V V V E ds E d q Carlo Pagani & Flavia Groppi 3 0 A d V C 0 A d Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Altri condensatori: cilindrico, sferico E’ possibile procedere allo stesso modo per condensatori di forma arbitraria. Il risultato si semplifica nel caso di condensatori dalla geometria definita. Condensatore cilindrico: – Cilindro di lunghezza L costituito da due cilindri coassiali di raggio a e b: C 2 0 L ln b a Condensatore sferico: – Due gusci sferici concentrici di raggio a e b, uno dentro l’altro: ab C 4 0 ba Sfera isolata: – Di raggio R, si assume che il piatto mancante sia all’infinito: Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 C 4 0 R Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Condensatori in serie ed in parallelo E’ utile poter sostituire una data combinazione di condensatori con un unico condensatore equivalente Ceq: Condensatori in parallelo: – Ciascun condensatore ha la stessa differenza di potenziale V – La carica totale q è la somma delle cariche di ciascuno q q1 q2 q3 C1 C2 C3 V n Ceq C j j 1 Condensatori in serie: – Ciascun condensatore ha la stessa carica q – La differenza di potenziale totale V è la somma 1 1 1 V V1 V2 V3 q C1 C2 C3 n 1 1 Ceq j 1 C j Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Esempio: carica, scarica, energia La carica di un condensatore richiede del lavoro: Un condensatore C scarico una volta connesso ad una batteria vede il suo potenziale crescere fino al valore della batteria V. Allora il trasferimento della carica q sulle armature sarà completo. In queste condizioni il condensatore possiede un’energia accumulata, ovvero un’energia potenziale, pari a: q dq C q q2 L dL dq 2C C dL Vdq 2 q 1 U CV 2 2C 2 Si assume che il condensatore mantenga invariata indefinitamente nel tempo sia la sua energia che il suo potenziale fino a che non venga connesso ad un circuito di scarica. Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 La corrente elettrica Passiamo dall’elettrostatica, in cui le cariche sono considerate in quiete, allo studio delle cariche in moto, cioè della corrente elettrica. Attenzione: – In un conduttore equipotenziale le cariche sono libere (sono gli elettroni di conduzione) e si spostano ad altissima velocità ed in modo casuale, in maniera che il loro numero per unità di volume sia approssimativamente costante (1022-1023 cm-3) – Un immaginario piano che divida il conduttore vedrebbe passare le cariche ugualmente in entrambi i sensi: il trasporto netto di carica è nullo ! – Quando però applichiamo una differenza di potenziale (es. batteria) questo moto casuale è leggermente influenzato e si genera un debole sbilanciamento della corrente netta. – Se in un lasso di tempo dt una carica dq netta varca il piano immaginario, si ha una corrente elettrica pari a: dq i dt C ; i A ampere s La corrente è una quantità scalare anche se ad essa si assegna un verso di scorrimento: si tratta della direzione nella quale si muoverebbero delle cariche positive sottoposte alla stessa differenza di potenziale: – Fisicamente nei conduttori le cariche mobili sono negative e dunque esse si muovono in effetti in verso contrario alla corrente ! Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Densità di corrente, velocità di deriva Dato un conduttore di sezione trasversale S, definiamo il modulo della densità di corrente j come: i A j S j m2 Microscopicamente possiamo immaginare che all’interno di un tratto di conduttore, di lunghezza L ed area S, n cariche (convenzionalmente positive) per unità di volume scorrano con una velocità vd . – vd è molto minore della reale velocità con cui si spostano le cariche nel loro moto casuale (10-4 contro 106 m/s!). – vd è detta velocità di deriva o di migrazione. Possiamo quindi ricavare: q n S L e tL – Tempo di transito: vd – Corrente: i q n S e vd t – Carica totale: S – Quindi il vettore densità di carica ha la direzione della velocità vd ed è dato da: i vd j n e vd S vd Carlo Pagani & Flavia Groppi 8 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Resistenza e resistività Applicando la medesima differenza di potenziale V a campioni geometricamente simili di materiale differente, otteniamo correnti i diverse Un semplice modello di questo comportamento è dato in funzione della resistenza def . elettrica. Essa è definita come: V V R i ; [ R] A ohm Un elemento conduttore la cui funzione sia quella di fornire un dato valore di resistenza elettrica è detto resistore ed è rappresentato con un simbolo circuitale: Le dimensioni del conduttore, sezione S e lunghezza L come in figura, sono spesso scorporate dal calcolo della resistenza. Vale infatti che: R L S la costante di proporzionalità è detta resistività: non dipende dalle dimensioni del resistore ma solo dal materiale di cui è composto. – La resistività di ogni materiale varie al variare della temperatura. Per quasi tutti i metalli si assume una dipendenza lineare del tipo: T T 0 0 coeff . termico di resistività Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Legge di Ohm Un resistore ideale è realizzato in un materiale che appartiene alla categoria dei conduttori ohmici. Tale categoria, che include tutti i metalli più comuni, è costituita dai materiali che soddisfano una legge, detta legge di Ohm: – La legge di Ohm asserisce che: “la corrente che scorre attraverso un dispositivo è sempre direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata”. – Essa implica anche che “la sua resistenza è indipendente dal valore e dalla polarità della differenza di potenziale applicata” Attenzione: non tutti i dispositivi elettronici ed i materiali soddisfano tale legge: – Si confrontino a titolo di esempio le relazioni V- i per un tipico conduttore ohmico (sinistra) ed per una generica giunzione p-n realizzata attraverso due tipi di materiale semiconduttore (destra). Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Potenza Finora abbiamo sempre fatto riferimento ad una ipotetica batteria capace di mantenere costante una differenza di potenziale V nel tempo e simultaneamente sostenere una corrente i (ad esempio per lo studio dei resistori …) : questo avviene al costo di una potenza elettrica! Il modo più generale di dedurne l’espressione è: – Dalla definizione stessa di energia potenziale: U qV dU dq V i dt V dU P iV dt [ P ] V A volt ampere W watt – Il prodotto i V è detto potenza trasferita. Nel caso specifico di un resistore caratterizzato da una resistenza R, Legge di Ohm vale che: 2 V Ri V Pi R R 2 – Quest’ultima relazione definisce invece la potenza resistiva Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 I circuiti elettrici Combinazioni arbitrarie degli elementi visti finora (batterie, resistori, capacitori) vengono danno luogo a circuiti elettrici: – Considereremo solo i circuiti detti DC (“Direct Current”) o in continua, sono quelli in cui la corrente elettrica è costante in intensità e verso. La più generale “pompa di cariche” di un circuito è il generatore di forza elettromotrice o f.e.m.. La f.e.m. corrisponde ad una differenza di potenziale e si misura in V (volt). Rientrano in questa categoria molti familiari dispositivi: – – – – – Batterie Generatore di corrente Cella fotovoltaica Cella a combustibile Termopile f .e.m. E V V La risoluzione di un circuito implica la determinazione della corrente i che vi circola, una volta assegnata la f.e.m. ed i dispositivi connessi (R,C etc.). – La corrente scorre da un potenziale alto ad uno basso, i portatori di carica negativi fanno il contrario. – Spesso si impone il potenziale pari a zero in un dato punto di un circuito tramite la “messa a terra” e l’utilizzo del simbolo: Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Composizione di resistori Come per i condensatori, è utile poter sostituire una data combinazione di resistori con un resistore equivalente dalla resistenza pari a Req: Resistori in serie: – Ciascun resistore vede la medesima corrente i – La differenza di potenziale è la somma delle differenze V V1 V2 V3 R1 R2 R3 i n Req R j j 1 Resistori in parallelo: – Ciascun resistore vede la medesima differenza di potenziale E – La corrente è data dalla somma delle correnti 1 1 1 i i1 i2 i3 E R1 R2 R3 n 1 1 Req j 1 R j Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Circuiti a più maglie Due semplici leggi, dette leggi di Kirchhoff, semplificano la risoluzione di ogni circuito elettrico sia esso composto da una o più maglie: I - Legge dei nodi: la somma delle correnti che entrano in un nodo deve essere pari alla somma delle correnti che escono dal nodo stesso. – è fondamentale mantenere sempre la stessa convenzione di segno tra correnti entranti ed uscenti dal nodo – Ad esempio, il circuito in figura: • è costituito da 3 maglie (badb,bcdb,badcb), 3 rami (bad,bcd,bd) e 2 nodi (b,d) • Vale che: nodo ij 0 ; i1 i 3 i 2 b(d ) II - Legge delle maglie: la somma algebrica delle differenze di potenziale rilevate su di un circuito chiuso in un giro completo è nulla. – I fili rappresentano elementi equipotenziali: Vfili = 0 – In tutti gli elementi “passivi” (R,C) la differenza di potenziale è si segno opposto al verso della corrente. – Già conosciamo i valori di differenza di potenziale per gli elementi principali: Vbatteria E Carlo Pagani & Flavia Groppi ; Vresistore i R ; Vcapacitore 14 Q C ; V 0 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Appendice Valori di resistività e del relativo coefficiente di temperatura per alcuni materiali comuni: Carlo Pagani & Flavia Groppi 15 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Esercizi Lezione 11 Due lampadine, che consumano 10 W ciascuna quando sono collegate in seria ad una pila da 20 V, vengono collegate in parallelo ad una pila da 5 V. Quanto vale la resistenza di ciascuna lampadina? Quanto consuma ciascuna lampadina nel secondo caso? [R = 10 , P = 2.5 W]. Un filo conduttore ha un diametro di 2.0 mm , una lunghezza di 3.0 m e una resistenza di 50 m. Qual’è la resistività del materiale? [ = 5.2·10-8 ] Dato il circuito in figura con: R1 = 4 , R2 = 2 R3 = 4 I = 3 A, determinare le correnti I2 e I3 e la differenza di potenziale VAB . [I2 = 2 A, I3 = 1 A, VAB = 16 V ] Dato il circuito in figura con: R1 = R2 = R6 = 4 R3 = 8 , R4 = R5 = 2 V = 24 V, determinare la resistenza equivalente dell’intero circuito e la corrente che la percorre [ Req = 12 I = 2 A ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 16 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Esercizi Lezione 11 - continua Dato il circuito in figura determinare la corrente I fornita dalla batteria [ 4.5 A ] Due resistenze R1 e R2, rispettivamente di 6 e 12 , vengono collegate in parallelo ad una batteria da 18 V, avente una resistenza interna di 2 . Calcolare il valore della corrente che fluisce in ciascuna delle due resistenze e la potenza in esse dissipata [ I1 = 2 A, I2 = 1 A, P1 = 24 W, P2 = 12 W] Un filo con resistenza pari a 5 viene stirato uniformemente fino a raggiungere una lungezza doppia di quella iniziale. Determinare la nuova resistenza del filo ipotizzando che la resistività e la densità del materiale restino inalterate [ R = 20 ] Dato il circuito in figura con: C1 = 1 F, C2 = 2 F C3 = 3 F e V = 12 V, determinare: a) il valore delle capacità equivalenti C12 e C123 b) il valore della tensione ai capi di C3 [ C12 = 3 FC123 = 1.5 F, VAB = 6 V ] Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica - Lez. 11 - 2011-12 Università degli Studi di Milano Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2011/12, Laurea Triennale, Edizione diurna FISICA Lezione n. 12 (4 ore) Campo magnetico e forza di Lorentz Induzione elettromagnetica Carlo Pagani (A-G) & Flavia Maria Groppi (H-Z) Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano) web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: [email protected] & [email protected] Forza magnetica Come la forza gravitazionale, che fa attrarre le masse, e quella elettrostatica, che fa attrarre o respingere tra loro le cariche elettriche, osserviamo che vi è un’altra forza che fa sì che alcune sostanze come la magnetite si attraggano o respingano tra loro. Questa è la forza magnetica Può essere attrattiva… Un metallo (la magnetite) attira a sé la limatura di ferro, acciaio e di altri (particolari) metalli … ma anche repulsiva Gli estremi di due pezzi di magnetite si attraggono o si respingono Può indurre una rotazione Un elemento di magnetite fa cambiare orientamento ad una sottile lamina di magnetite in equilibrio su una punta o sospesa con un filo Carlo Pagani & Flavia Groppi 2 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Un magnete si presenta come dipolo Per ottenere due magneti da un pezzo di magnete è sufficiente spezzarlo in due pezzi Frantumando, non importa quanto finemente, un magnete ottengo tanti piccoli magneti Non è possibile costruire un magnete che sia solo attratto o solo respinto da un altro magnete: nonostante lo si ricerchi tuttora, il monopolo magnetico non esiste L’elemento più semplice che genera un campo magnetico è quindi una sbarretta di dimensioni infinitesime (o in prima approssimazione un ago magnetizzato) Dipolo Magnetico Si definisce dipolo magnetico la sorgente più semplice di campo magnetico. Il dipolo magnetico è l’equivalente del dipolo elettrico + Dipolo Elettrico Carlo Pagani & Flavia Groppi Dipolo Magnetico 3 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Campo Magnetico, B In analogia a quello che si è fatto nel caso gravitazionale ed elettrostatico, si ipotizza quindi la presenza di un campo magnetico generato dalla terra o da una calamita responsabile delle forze e/o rotazioni osservate sperimentalmente Nota: diversamente che nel caso elettrico o gravitazionale, non partiamo neanche più dalla forza, ma direttamente dal campo. A partire dal campo verrà trovata la forza – Per misurare la presenza di un campo magnetico si utilizza un ago magnetizzato (una piccola bussola) con attrito trascurabile – La direzione del campo magnetico sarà quella in cui si orienta la bussola sonda. Ponendo la bussola in punti differenti sono in grado di disegnare le linee di campo magnetico Carlo Pagani & Flavia Groppi 4 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Campo magnetico generato da corrente • Un filo percorso da corrente fa cambiare orientamento ad una sottile lamina di magnetite in equilibrio su una punta o sospesa con un filo • Un pezzo di magnetite fa cambiare orientamento ad un circuito percorso di corrente • Due fili percorsi da corrente subiscono una forza attrattiva o repulsiva in dipendenza dalla direzione della corrente che vi circola Campo di un filo rettilineo percorso da corrente Campo di un filo circolare percorso da corrente Dipolo Magnetico Carlo Pagani & Flavia Groppi 5 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Il campo B è prodotto da cariche in moto Il campo creato da una sbarretta infinitesima o da un circuito di dimensioni infinitesime si dice campo di dipolo magnetico dipolo magnetico e dipolo elettrico campo elettrico e curve equipotenziali Il campo magnetico B è sempre generato da cariche in movimento Le cariche in movimento sono soggette alle forze generate dal campo B Nei magneti permanenti la somma di tutte le correnti elettriche dovute al moto degli elettroni non risulta nulla (come invece capita negli altri materiali). Queste correnti generano un campo magnetico Carlo Pagani & Flavia Groppi 6 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Forza magnetica e campo B Il campo del vettore B, detto vettore di induzione magnetica, si definisce attraverso la forza F che genera su una carica q in movimento, con velocità v. Questa forza è detta Forza F q vB di Lorentz e si ha: F q v B sin ovvero F q v B sin B F q v sin Note importanti: – la forza magnetica F è sempre ortogonale al piano formato dai vettori v e B – l’angolo è l’angolo formato, nell’ordine, dai vettori v e B – la direzione di F è conforme alla regola della mano destra propria del prodotto vettore: ponendo il pollice nella direzione di v e l’indice in quella di B, il medio sarà diretto nella direzione di F Dalle regole del calcolo vettoriale abbiamo le seguenti ovvie relazioni: i F q v B q vx j vy k v z q v y Bz v z B y i v z Bx v x Bz j v x B y v y Bx k Bx B y Bz F Fx i Fy j Fz k con Fx q v y Bz v z B y Fy q v z Bx v x Bz Fz q v x B y v y Bx Carlo Pagani & Flavia Groppi 7 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Unità di misura del vettore B L’unità di misura di B, nel sistema SI, è detta “tesla” e si indica con [T] F N q C v m s 1 B T sin 1 T B T F N q C v m s 1 sin 1 N 1 N T N m 1 A1 1 1 1 C 1 m s 1 A s 1 m s T N m 1 A1 kg m s 2 m 1 A1 kg s 2 A1 Considerazioni importanti: • La forza è ortogonale sia al filo (che determina la direzione della velocità di deriva, vd, delle cariche) che al campo B • Il verso della forza segue la regola della mano destra, essendo il risultato di un prodotto vettore • Il campo B non compie lavoro sulle particelle cariche che portano la corrente in quanto la forza da esso prodotta è sempre perpendicolare alla loro velocità Carlo Pagani & Flavia Groppi 8 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Esempi di campi magnetici in natura • Sulla superficie di un nucleo 1012 T • Sulla superficie di una Pulsar 108 T • In un Laboratorio Scientifico (per tempi brevi) 103 T • In un Laboratorio Scientifico (costante in piccoli volumi) 30 T • In LHC (acceleratore di particelle al CERN) 7T • In una macchia solare 2T • In prossimità di un magnete 10-2 T • In prossimità dell’impianto elettrico di casa 10-4 T • Sulla Terra (campo magnetico terrestre) 10-5 T • Nello spazio intergalattico 10-10 T • In una camera antimagnetica schermata 10-14 T Carlo Pagani & Flavia Groppi 9 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Carica in moto circolare uniforme - 1 Dalla meccanica (moto circolare uniforme) sappiamo che: se una particella si muove su un’orbita circolare a velocità costante (in modulo), vuol dire che è soggetta ad una accelerazione centripeta costante (in modulo), diretta verso il centro dell’orbita. Velocità e accelerazione sono sempre ortogonali tra loro, lungo tutta l’orbita y v(t) r = t = t P(t) r = r(t) = cost ac(t) t x x = x(t) = r cos( t) y = y(t) = r sin( t) v(t) = r = cost ac(t) = r = cost Definizioni importanti = pulsazione f = / 2 = frequenza T = 1/ f = periodo L’accelerazione è prodotta da una forza, secondo la legge di Newton: F = m a . I vettori F e a hanno la stessa direzione e verso • La forza di Lorentz prodotta da un campo costante B ha tutte le caratteristiche necessarie per generare, su una particella carica in moto (v≠ 0)e dotata di massa, l’accelerazione centripeta che determina un moto circolare uniforme • La forza di Lorentz prodotta dal campo B sulla particella sarà perpendicolare al piano formato da v e B, • Il piano formato da F e v sarà il piano dell’orbita circolare Carlo Pagani & Flavia Groppi 10 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Carica in moto circolare uniforme - 2 La legge del moto si ottiene imponendo che l’accelerazione prodotta dalla forza di Lorentz sia uguale all’accelerazione centripeta che determina il moto circolare della particella che ha velocità v Gli acceleratori di particelle usano la forza di Lorentz per mantenere le particelle su un orbita circolare Poiché, data un particella e una velocità, il valore della accelerazione centripeta dipende solo dalla componente del campo magnetico perpendicolare al piano dell’orbita (B sin), il campo magnetico utilizzato è fatto ortogonale all’orbita della particella. Il verso dell’accelerazione dipende dal segno della carica q Valgono le seguenti ovvie relazioni: F F Lorentz se B v sin θ 1 mv r qB 1 2 2 r 2 m v 2 m Tc fc qBv qB v q v B sin m r m 2 centripeta v2 r FLorentz Fcentripeta v2 q v B sin m r Carlo Pagani & Flavia Groppi 11 fc qB 1 frequenza di ciclotrone Tc 2 m ωc qB m Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Ciclotrone e sincrotrone Finché le particelle accelerate non sono molto relativistiche (velocità << della velocità della lice), all’aumentare della loro energia la massa rimane costante ed aumenta la loro velocità. Si ha quindi il ciclotrone, retto dalle relazioni: e s qB cost c m mv v r v q B c B cost Ciclotrone Quando la velocità delle particelle si approssima alla velocità della luce, che non può essere superata, l’aumento della loro energia avviene attraverso l’aumento della loro massa. Poiché l’energia è molto grande, e di conseguenza r deve essere molto grande, si utilizza il sincrotrone in cui le particelle sono mantenute a raggio costante e, all’aumentare della loro energia, si aumenta il valore del campo di guida B in modo che sia sempre proporzionale alla quantità di moto. Le relazioni di riferimento sono: mv r cost B m v qB Carlo Pagani & Flavia Groppi 12 Sincrotrone Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Forza su un filo percorso da corrente Se un filo percorso da corrente è immerso in un campo B ortogonale al filo, il filo è soggetto ad una forza di Lorentz che è diretta ortogonalmente al filo e al campo B. Il passaggio di corrente è schematizzato da n cariche elementari per unità di volume (positive e di carica e) che si muovono con velocità di deriva vd , nella direzione del filo. Le relazioni per un filo lungo L sono: i vd vd n e vd i J A A n e vd J vd A vd q n e A L q vd J ( A L) F ( A L) J B i L B F i B sin L Considerazioni: • L’angolo è, come sempre, l’angolo tra la velocità e il campo magnetico. • La direzione di vd è data dal filo, il suo verso è conforme con la corrente, supposta come sempre prodotta da cariche positive. Gli elettroni si muovono nel verso opposto. • La forza è proporzionale alla lunghezza del filo. Se un filo rettilineo (infinito) è percorso da una corrente di 1 ampere ed è posto in un campo di induzione magnetica B di 1 tesla, ad esso perpendicolare, ogni metro di filo è soggetto ad una forza di 1 newton. • La figura indica l’effetto al variare della direzione della corrente i. Carlo Pagani & Flavia Groppi 13 B ortogonale al foglio e uscente Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Forza su una spira rettangolare Si verifica facilmente che ogni lato di una spira rettangolare rigida percorsa da corrente, quando la spira è immersa in un campo magnetico costante è soggetta a delle forze. Consideriamo due casi: Piano della spira parallelo alle linee di forza del campo B: due lati non sono soggetti a forze ed gli altri due sono soggetti a forze uguali e contrarie che formano una coppia. Il modulo delle due forze in figura vale: F=iBL Piano della spira perpendicolare alle linee di forza del campo B: tutti e 4 i lati sono soggetti a forze dirette verso l’esterno della spira. Se la spira può ruotare si orienterà in modo da essere perpendicolare a B Nota: il verso di tutte le forze è conforme alla regola della mano destra Tutte le forze sono date dalla relazione F = i L x B Carlo Pagani & Flavia Groppi 14 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Induzione elettromagnetica Finora abbiamo visto come una corrente produca un campo magnetico Una nuova legge, quella di Faraday, mostra come un campo magnetico sotto date condizioni possa creare (o meglio, indurre) una corrente Un campo magnetico produce una corrente in un filo se sono verificate due condizioni: – Il filo forma una spira (o molte spire sovrapposte a formare un solenoide) – Il campo magnetico varia nel tempo La variazione del flusso del campo magnetico attraverso la spira genera una forza elettromotrice (misurata in volt) che fa girare una corrente, proporzionale alla forza elettromotrice. Poiché il flusso deve essere variabile, anche la corrente sarà in generale variabile. Questo è espresso attraverso la legge di Faraday-Neumann-Lenz, che si scrive: d f .e.m. dt Carlo Pagani & Flavia Groppi con B dA spira 15 spira ( B n ) dA Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Esempi di flusso del campo magnetico Nelle figure mostriamo casi semplici: n (B ) (B n) A A B B (B ) (B n ) A 0 n B n Carlo Pagani & Flavia Groppi B (B ) (B n ) A ( B ) A B cos 16 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Unità di misura di e B Induzione magnetica, B, unità di misura “tesla”, [T] 1 F N q C v m s B T sin 1 T F N B T q C v m s 1 sin 1 N 1 N 1 1 T N m A 1 C 1 m s 1 1 A 1 m T N m 1 A1 kg m s 2 m 1 A1 kg s 2 A1 Flusso magnetico, , unità di misura “weber”, [Wb] N 2 N 2 1 1 1 Wb B m d A m Wb A m A m spira N m Wb kg m 2 s 2 A1 A Carlo Pagani & Flavia Groppi 17 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Esempi di flusso attraverso una spira Tirando la spira in figura con velocità costante v, il flusso di B varia in modo lineare. Trascurando il segno meno che sistemiamo poi, si ha: BA BLx f .e.m. d d ( BLx) BLv dt dt Se R è la resistenza del filo, la forza F1, la corrente che circola nella spira e la potenza dissipata saranno date rispettivamente da: BLv B 2 L2 v 2 2 i Pel i R R R B 2 L2 v B 2 L2 v 2 F1 i L B i L B Pmec F1 v Pel R R La potenza meccanica utilizzata per muovere la spira è pari alla potenza elettrica dissipata, come potenza termica, nel circuito elettrico formato dalla spira La variazione del flusso genera una corrente che dissipa potenza. La potenza che viene dissipata dalla spira è uguale alla potenza necessaria per muovere la spira Se muoviamo la spira avanti e indietro alternativamente, nella spira scorrerà una corrente che cambia alternativamente il verso: corrente alternata Carlo Pagani & Flavia Groppi 18 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Generatori e motori Il verso della corrente è determinato dalla legge di Faraday-Neumann. In particolare abbiamo i casi indicati in figura Ci sono molti modi per variare il flusso di B e generare una corrente: – Variare l’intensità del campo B, per esempio ciclicamente – Ruotare una spira in un campo costante – Variare ciclicamente l’area della bobina che vede il flusso Nell’esempio visto per generare una corrente abbiamo dovuto fornire una potenza meccanica. Questo è il caso dei generatori che sono tipicamente alternati Possiamo in modo analogo far variare la corrente in una bobina e trasferire della potenza meccanica ad un magnete (o a un’altra bobina). Questa considerazione è alla base del funzionamento dei motori elettrici Carlo Pagani & Flavia Groppi 19 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Esempio ( B) B n da A B cos A B cos 0 t Sup f .e.m. d d ( B) A B cos 0 t dt dt f .e.m. A B sin 0 t Nella figura di sinistra si mostra una possibile generazione di corrente alternata, ottenuta facendo ruotare una spira in un campo magnetico costante. La corrente ha il grafico mostrato nella figura di destra Carlo Pagani & Flavia Groppi 20 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 Esercizi Lezione 12 Esercizi da: John R. Gordon, Ralph V. McGrew, Raymond A. Serway, John W. Jewett Jr. Esercizi di Fisica. Guida ragionata alla soluzione (EdiSES). 22-11 - Una carica positiva q = 3.2 x 10-19 C si muove con velocità v = (2 i + 3 j – k) m/s attraverso una regione dove esistono sia un campo magnetico uniforme B = (2 i + 4 j + k) T, che un campo elettrico uniforme E = (4 i – j – 2 k) V/m. Determinare: a) la forza totale che agisce sulla carica in moto; b) l’angolo che forma il vettore forza con l’asse x positivo. [ a): F = (3.52 i – 1.6 j) x 10-18 N , b): F • i = F cos = Fx ⇒ = 24.4° ]. In un certo istante di tempo una particella con carica Q = 10-10 C e massa M = 1 g, si muove con velocità v sotto l’azione di un campo magnetico B. Sapendo che v = (4 i + 3 j) m/s e B = (2 i + 1.5 j + 2.5 k ) T, determinate in forma vettoriale: [ 10-10 ( 7.5 i – 10 j ) N ] – a) la forza che agisce sulla particella; – b) l’accelerazione alla quale è soggetta la particella. – c) dalle proprietà del prodotto vettore ricavare l’angolo tra i due vettori [ 10-7 ( 7.5 i – 10 j ) m s-2 ] [ 45°] Scrivere, in forma vettoriale, l’equazione che definisce la forza magnetica in funzione della carica e della velocità di una particella, oltre che del campo magnetico B in cui essa è immersa. Se ne deduca una definizione delle unità di misura di B (Tesla) in funzione delle altre unità del sistema internazionale [T = kg s-2 A-1] . Se Weber (Wb) è l’unità del flusso del campo magnetico, qual è la relazione fra Tesla e Weber [Wb = T m2 = kg m2 s-2 A-1] ? E qual è l’equazione dimensionale che lega Tesla e Volt [T = m-2 s V ; V = m2 s-1 T] ? 23-2 – Dati due cavi paralleli, distanti 1.20 m, collegati perpendicolarmente da una resistenza R=6.00 e immersi in un campo magnetico B = 2.50 T perpendicolare alla spira, calcolare la forza da applicare ad una barretta conduttrice che li collega perché si muova ad una velocità costante v = 2.00 m/s. Calcolare inoltre la potenza dissipata dalla resistenza [ F = 3 N, P = 6 W] Carlo Pagani & Flavia Groppi 21 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12 23-4 - Un avvolgimento (bobina) di area 0.100 m2 ruota a 60 giri/s con l’asse di rotazione perpendicolare a un campo magnetico uniforme di 0.200 T. Sapendo che la bobina ha 1000 spire si determini: a) la tensione (f.e.m.) massima che viene indotta nell’avvolgimento, b) l’orientammento dell’avvolgimento rispetto al campo magnetico nel momento in cui la f.e.m. indotta ha il valore massimo. [a) f.e.m. = 7540 V, b) il piano della bobina è parallelo a B ] Una bobina quadrata di lato l = 10 cm ruota a 50 giri/s con l’asse di rotazione centrato su due lati opposti e perpendicolare a un campo magnetico uniforme di 0.200 T. Sapendo che la bobina ha 1000 spire e che la sua resistenza è R = 100 , si determini: a) la forza elettromotrice (f.e.m.) che viene indotta nell’avvolgimento, b) la potenza meccanica di picco (cioè il valore massimo) necessaria per far ruotare la bobila, trascurando gli attriti. [a) f.e.m. = 628 sin t V, = 314 s-1 , b) Pmec = Pel = 3.94 kW ] Un filo percorso dalla corrente i = 10 A, è immerso in un campo magnetico uniforme B = (1.2 j) T per la lunghezza l = 1.5 m. Sapendo che la corrente è diretta come l’asse x determinare, in forma vettoriale la forza che agisce sul filo percorso da corrente. [ F = (18 k) N] . Un filo percorso dalla corrente i = 10 A, è immerso in un campo magnetico uniforme B = (-0.5 i + 1.2 j) T per la lunghezza L = 1.5 m. Sapendo che la corrente è diretta come l’asse x determinare, in forma vettoriale la forza che agisce sul filo percorso da corrente. [ F = (18 k) N] . Carlo Pagani & Flavia Groppi 22 Fisica x Informatica – Lez. 12 - 2011-12