Creazione di mappe sociodemografiche e degli eventi e delle strutture ricettive per il turismo nella regione Lombardia Laboratorio di Cartografia a.a. 2008/09 Corso di Laurea in Scienza del Turismo e Comunità Locali - Nettuno Marianna d’Ovidio. Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università di Milano – Bicocca [email protected] Materiale ad uso esclusivo del Laboratorio di Cartografia. Si prega di non diffondere 1. Alle origini della cartografia sociale: Charles Booth Charles Booth, Labour and Life of the People, 1888 http://booth.lse.ac.uk/ 2. Alle origini della cartografia sociale:R.E. Park e E.Burgess Park e Burgess (1925) The Areal Distribution of Tax Delinquency in Chicago and Its Relationship to Certain Housing and Social Characteristics." In Ernest Burgess and Donald J. Bogue, eds. Contributions to Urban Sociology. Pp. 100-111. (Chicago: University of Chicago Press, 1964). http://www.lib.uchicago.edu/e/su/maps/ssrc/ 3. Il rinnovato interesse per l’analisi dello spazio e dei luoghi Ultimi 20 anni: l’analisi dello spazio è diventata un elemento centrale della ricerca nelle scienze sociali Ciò è dovuto ad alcuni processi che hanno trasformato profondamente lo spazio sociale: - Compressione spazio-temporale (dovuta alla rivoluzione nelle ICTs e nei trasporti) - Vasti spostamenti di popolazioni attraverso il globo (migrazioni) - Trasformazioni degli scenari politici (trasformazione di confini territoriali) … che hanno modificato “l’organizzazione spaziale degli assetti sociali, economici, politici e culturali” 4. Campi d’applicazione nelle Scienze Sociali - - La nuova geografia economica: approccio econometrico territoriale, analisi dei cluster, economie di agglomerazione Sociologia: negli studi che legano il comportamento individuale a quello di particolari contesti geografici, come nell’analisi del capitale sociale, senso di comunità, effetti di vicinato, ecc … Discipline diverse sollevano diversi interrogativi che richiedono una metodologia per integrare l’analisi spaziale 5. Lo sviluppo dei GIS - Nuove possibilità emergono grazie allo sviluppo tecnologico - Aumento molto rapido nella domanda di applicazioni scientifiche, politiche e sociali - Enormi quantità di dati disponibili, da archiviare e immagazzinare in modo rapido ed efficiente 6. Nuove tecnologie per la cartografia:i Geographic Information Systems - Definizione di GIS: una tecnologia per processare (acquisire, trasformare, modificare, analizzare, visualizzare, …)informazioni riferite allo spazio - Informazione geografica è definita quell’informazione che lega un luogo, e spesso un tempo, con alcune proprietà di quel luogo 7. Quali informazioni? - Il potenziale numero di proprietà è vasto - Nei GIS vengono chiamate attributi - Gli attributi possono essere fisici (p.e. elevazione), sociali (p.e. posizione professionale), economici (p.e. reddito), demografici (p.e. numero di nati), ambientali (p.e. inquinamento), … 8. Esempio: - Si possono integrare indicatori socio-demografici o economici, con informazioni di tipo geografico (strade, zone, comuni..) - es:la tabella delle sezioni di censimento 9. Potenzialità e innovazione dei GIS - - Analizza statisticamente i dati e mostra i risultati sotto forma di mappe (cartografia) La sua particolarità è che ci permette di “vedere”, letteralmente, la distribuzione di un fenomeno sul territorio, ma non solo …. .. È possibile, misurare, monitorare, modellare, gestire, analizzare, raccogliere, … dati geografici 10. Una varietà di applicazioni (I) - Rappresentazione di fenomeni territoriali (localizzazione, accuratezza, visualizzazione di relazioni spaziali …) - Analisi di dati spaziali (modelli spaziali, relazioni e correlazioni, predizione, esplorazione dei dati) - Visualizzazione e comunicazione di informazioni spaziali (comunicazione di dati complessi) 11. Una varietà di applicazioni (II) - - - Simulazione di sistemi sociali in contesti spazio-temporali (es: modelli della crescita urbana, comportamenti degli attori economici, ridistribuzione del capitale globale,….) Accesso ai dati territoriali (ricerche basate sul territorio: meccanismi per trovare informazioni georeferenziate relative a certe località) Buone pratiche e politiche (fornire esempi per migliorare l’integrazione dell’analisi spaziale nelle scienze sociali) 12. Il Modello Dei Dati - - Il funzionamento di un GIS richiede un modello dei dati, ovvero: “Quell’insieme di entità e di relazioni che descrivono una realtà, un’organizzazione, dei processi, che richiede un modello formale e delle strutture informatiche per essere costruito e manipolato” (Boffi) Un database, contenente entità differenti (dati e indicatori del sistema viario, servizi, popolazione, ecc.) organizzato in base alle relazioni tra entità (utenti di un servizio, vie di un quartiere,..) cioè secondo un modello formale 13. Il Modello Dei Dati - La struttura logica e fisica su cui si basano i Sistemi Informativi Geografici è costituita, in primo luogo, da un sistema per la gestione dei dati, il database. Per database si intende un insieme di dati organizzati che contiene: - Tabelle Unità di osservazione Variabili o attributi Relazioni 14. Il Modello Dei Dati - Il modello spaziale - Database che contiene anche informazioni spaziali, quali prossimità, topologiche, morfologiche, rapporti di vicinanza e contiguità e così via. - L’integrazione di queste informazioni spaziali in un database è dunque l’elemento innovativo che sta alla base del Sistema Informativo Geografico. 15. Le unità di osservazione spaziali - Se si considera il GIS come un database che contiene anche informazioni spaziali, allora anche le unità di osservazione saranno spaziali. - In genere regioni, nazioni, continenti, strade, scuole, edifici di vario genere e così via, possono essere parte di un database GIS ed essere unità di osservazione. 16. Le unità di osservazione spaziali - E’ possibile classificare le unità di osservazione spaziale in tre tipi: - • Punti. Oggetto punto è un’entità adimensionale che specifica la localizzazione di un fenomeno nello spazio. NON possiede caratteristiche dimensionali. - • Linee. Oggetto unidimensionale che ha la capacità di rappresentare la posizione, la direzione e la lunghezza di entità del mondo reale. - • Aree. Oggetto bidimensionale che possiede come attributi impliciti sia la morfologia sia la superficie. Questo oggetto viene usato tipicamente per rappresentare strutture territoriali come comuni, quartieri, regioni e così via. 17. Le unità di osservazione spaziali: simbologia 18. La scala La scala è il rapporto tra le distanze sulla carta e la corrispondente distanza misurata nel mondo reale; espressa sotto forma di una frazione numerica: il numeratore (1) rappresenta la dimensione della mappa, e il denominatore rappresenta la corrispondente grandezza nel mondo reale. Il GIS è privo di scala, in quanto le carte possono essere allargate, ridotte e stampate a scale diverse da quelle di acquisizione. 19. Classificazione delle carte topografiche basata sulla scala E’ possibile classificare le carte in base alla scala che possiedono: 1) Cartografia locale a livello generalmente comunale, carte a grandissima scala: Piante o mappe < 1:10.000 (es.: catasto 1:2.000) 2) Cartografia nazionale, carte a grande scala: Carte topografiche 1:10.000 - 1:100.000 3) Carte a media scala: Carte corografiche 1:200.000 1:1.000.000 (coros = regione) 4) Carte a piccola scala: Carte generali o geografiche >1:1.000.000 20. La scala: esempi 21. I SISTEMI DI COORDINATE Una volta messo a punto un modello della Terra (datum), è possibile effettuare delle misurazioni con un sistema di coordinate, a condizione di definire un’origine e delle unità di misura Paralleli Meridiani 22. I SISTEMI DI COORDINATE Paralleli latitudine costante estese in senso est-ovest (equatore). seguono sempre la direzione E-O ed intersecano sempre i meridiani secondo angoli retti. Meridiani longitudine costante che va dal polo N al polo S. Tutti i meridiani seguono la direzione N-S si distanziano verso l'equatore e convergono verso i poli. Per comodità, si considerano solo 360 meridiani aventi distanza angolare di 1°. 23. I SISTEMI DI COORDINATE LONGITUDINE: arco di parallelo (distanza angolare) misurato in gradi (°) e frazioni di grado (minuti:' e secondi:") compreso tra il punto considerato e il meridiano fondamentale. LATITUDINE: l'arco di meridiano (distanza angolare) misurato in gradi e frazioni di grado, compreso tra il punto considerato e l'equatore. Tutti i punti lungo un meridiano hanno la stessa longitudine. La lunghezza (in km) di 1° di longitudine dipende dal parallelo sul quale si misura. La latitudine varia tra 0° e 90° in corrispondenza dei poli N e S. Esempio: 45° 12' 15" N Tutti i punti lungo un parallelo hanno la stessa longitudine. La lunghezza (in km) di 1° di latitudine dovrebbe essere identica, ma aumenta verso i poli a causa dello schiacciamento polare. Il RETICOLO è una griglia di paralleli e meridiani rappresentati come linee sulle carte 24. Le proiezioni DEF: trasformazioni della superficie terrestre (forma sferica o ellissoidale) in un piano. Basate su formule matematiche che permettono la conversione del sistema geografico di riferimento sulla sfera in un sistema piano. Non possono esistere trasformazioni completamente prive di errori, perchè una sfera non può essere sviluppata su una superficie piana. Distorsioni: Distanze, direzione, forme, scala, superfici. I tipi di proiezione in uso sono molto numerosi 25. Classificazione delle proiezioni 1. le proprietà che meglio vengono conservate: • • • 2. conformi o isogone; ad aree equivalenti; equidistanti. il metodo geometrico utilizzato • • • cilindriche, che risultano dalla proiezione di una superficie sferica su un cilindro; coniche, che derivano dalla proiezione di una superficie sferica su un cono; azimutali, in cui la superficie sferica viene proiettata direttamente su un piano. 26. Le proiezioni Proiezioni cilindriche, coniche, azimutali 27. Esempi di proiezioni 28. Esempi di proiezioni 29. I “fogli” della proiezione UTM 30. Mappe Vettoriali e Mappe Raster In generale esistono due metodi di base per rappresentare dati nello spazio, che rispondono a due punti di vista molto diversi, ma complementari: Il modello vettoriale e il modello raster 31. Modello Vettoriale:esempi 32. Modello Vettoriale:esempi Ogni oggetto della mappa (i comuni) ha un valore unico. Se faccio un ingrandimento, continuerò a vedere che ogni comune ha un valore unico La mappa dei comuni che rappresenta la densità di popolazione per ciascun comune è un esempio di mappa vettoriale: ogni comune (rappresentato in mappa in base ai suoi confini) è caratterizzato da un valore di densità, che in questa mappa viene rappresentato in base a colori diversi. Sulla tabella di dati collegati alla mappa ogni riga corrisponderà ad un oggetto sulla mappa che corrisponde ad un comune. 33. Modello Raster E’ un modello continuo. La rappresentazione delle informazioni è gestita su una griglia regolare di cellette che coprono interamente lo spazio in quel punto. 34. Modello Raster: esempio Celle di dimensioni fisse Legend Mixed conifer Douglas fir Oak savannah Grassland - Rappresentazione raster. Ogni colore simboleggia un valore di una scala nominale che denota una classe di copertura del suolo. 35. Analisi delle tabelle e dei dati geografici Per l’analisi territoriale servono, come è ovvio, due tipi di dati. L’analisi territoriale di un fenomeno attraverso le mappe è utile quando vogliamo studiare un fenomeno che varia (o che supponiamo variare) nello spazio e di cui abbiamo informazioni territoriali. 36. Fonti (Istituzionali, enti scientifici, enti pubblici, enti privati) Istituzionali Istat Ministeri Regioni Province Comuni ASL Enti pubblici Cnel Enel Rai Aci Eni Enit Enti scientifici Cnr Università Censis Fondazioni Ist. di ricerca Enti privati Telecom Camere di commercio Associazioni Consorzi Uffici studi privati Organizzazioni sindacali 37. Mappa delle sezioni di censimento di Milano e ingrandimento di una zona