Politecnico di Milano Patologia e Diagnostica edile Prof. Enrico De Angelis A.A. 2012/2013 Perizia diagnostica Colonizzazione biologica su finitura chiusura verticale opaca Arioli Ferruccio Giovanni matr. 804847 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata 1.Caso di studio L’oggetto della perizia è l’anomalia di colonizzazione biologica riscontrata sulla chiusura esterna verticale di un edificio residenziale popolare di proprietà del comune di Milano. L’edificio, costruito nel 1982, si trova nella periferia ovest della città di Milano, in un complesso di case popolari in via Saint Bon 6. Il contesto urbano è caratterizzato dalla presenza di molte zone verdi (parco di Trenno, dei Fontanili) che alternano quartieri residenziali (San Siro, Baggio), non lontanissimi dalle zone rurali ai confini della città. Come visibile dalla foto a fianco, si riscontra un annerimento disuniforme (macchie) sulla finitura. Probabilmente l’estensione dell’anomalia è ancora contenuta grazie ad interventi di manutenzione che hanno previsto il rifacimento della finitura della facciata nord. 2.Localizzazione e cause dell’anomalia Metà superiore destra della facciata nord - ovest dell’edificio in linea del complesso. 1 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata Analizzando il problema si è cercato di creare un diagramma ad albero (allegato alla relazione) per arrivare alle possibili cause dell’anomalia. Si identifica quindi nella colonizzazione biologica data da presenza di alghe la causa delle visibili macchie verdi-nerastre. 3.Caratteristiche delle alghe1 Sul piano biologico le alghe sono organismi uni- o pluricellulari che si sviluppano assumendo struttura filiforme o mantenendo la forma di singole celle (per esempio sferica). Per crescere, le alghe non necessitano di nutrienti organici, in quanto vivono in forma autotrofa, producendo cioè autonomamente le sostanze organiche loro necessarie: avendo capacità di fotosintesi, esse riescono infatti ad estrarre dall’anidride carbonica presente nell’aria o nell'acqua il carbonio di cui hanno bisogno. Le alghe si sviluppano in un range di temperatura compreso tra circa -7°C e + 70°C (in condizioni estreme). Il loro sviluppo ottimale può variare in funzione della specie, ma indipendentemente da quest’ultima esse tollerano variazioni del pH comprese tra 1 e 11,5. Per vivere necessitano di una sufficiente umidità e di luce (per la fotosintesi). Tratto da informazione tecnica “Alghe e funghi su facciate” predisposta da associazioni e organizzazioni del settore artigianale dell’edilizia. Pubblicazione di Fachverband WDV-Systeme. 1 2 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata Normalmente si distingue tra le alghe azzurre (cianobatteri) e le alghe a vero nucleo cellulare; queste ultime a loro volta si suddividono in ulteriori gruppi, il più frequenti dei quali è - sulle facciate degli edifici - quello delle alghe verdi (cloroficee). Sulle pareti degli edifici le alghe sono spesso individuabili già ad occhio nudo quali superfici cromaticamente alterate, di colore verdastro o verde-nero a seconda della specie. La colorazione rossa che di tanto in tanto si osserva può essere anch’essa dovuta alla presenza di alghe (per esempio Trentepohlia). La specie può comunque individuarsi con sicurezza solo in laboratorio. Le alghe crescono esclusivamente sulla superficie delle pareti o nelle porosità superficiali. L’immagine rappresenta le condizioni ambientali esterne necessarie per la colonizzazione algale. Per la crescita delle alghe sono anche necessari nutrienti inorganici presenti nell’intonaco o nello sporco accumulatosi sulla superficie delle facciate. Prospetto delle condizioni ambientali di sviluppo delle alghe e dei funghi: Nota: l’attività dell’acqua (aw) è una misura della disponibilità di umidità per lo sviluppo biologico; su materiali umidi l’aw corrisponde all’unità atmosferica relativa presente sulla superficie. 4.Analisi delle cause dello sviluppo di alghe La presenza di colonie algali e il rischio di una colonizzazione delle facciate non possono in nessun caso ascriversi ad un’unica causa. Ogni edificio ed ogni facciata sono soggetti agli effetti di numerosi fattori, ciascuno dei quali può - da solo o in combinazione con altri - essere causa della colonizzazione. La crescita di alghe e altri biotipi sulla facciata dell’edificio è causata, tra le altre cose, principalmente dalla disponibilità di acqua sulla superficie interessata. Ciò si verifica dove l’acqua è assorbita in maggiore quantità e rilasciata lentamente nel tempo, ovvero dove la superficie rimane umida per lungo tempo; oppure dove vi è apporto frequente e continuo di acqua. 3 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata L’acqua può provenire dalla condensazione della superficie che nelle ore notturne si raffredda sotto la temperatura di rugiada. Di seguito un riassunto dei fattori influenzanti lo sviluppo di alghe su facciate: 4 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata 4.1 Influenze di tipo costruttivo I criteri costruttivi, ossia la progettazione dei dettagli in funzione dei materiali utilizzati, rientrano nelle responsabilità del progettista. Di pari importanza è la manutenzione dell’edificio. La penetrazione di acqua nelle facciate (per esempio in seguito alla perdita di tenuta delle gronde o della copertura) rende indispensabile un intervento immediato per evitare che le pareti si impregnino. 4.2 Influenze ambientali e climatiche Questi fattori non possono venir modificati né dal progettista né dal produttore dei materiali né dall’esecutore dei lavori. L’umidità L’umidità può sopraggiungere sia sotto forma liquida con il bagnamento della facciata per pioggia, che sotto forma di vapor d’acqua presente nell’atmosfera, particolarmente abbondante nelle vicinanze di corsi d’acqua o in aree caratterizzate dalla presenza di banchi di nebbia. Quest’ultimo caso è quello che probabilmente influisce maggiormente nel verificarsi dell’anomalia in analisi. L’umidità, infatti, condensa sulla facciata soprattutto durante la notte quando la chiusura scambia calore con la volta celeste e raggiunge la temperatura di rugiada. Maggior quantità di condensa è presente nella zona più alta della facciata che si raffredda maggiormente rispetto alla parte inferiore che rimane più schermata. Sono comunque rilevanti le precipitazioni e in particolare la frequenza di periodi lunghi e ininterrotti di pioggia. L’eventuale presenza di pioggia battente sulle facciate in caso di particolare esposizione al vento può poi aumentare in maniera rilevante il tenore di umidità. In questo caso hanno un ruolo importante i venti prevalenti. La temperatura La temperatura superficiale di una facciata dipende da numerosi fattori ed influenza anch’essa il tenore di umidità della facciata stessa. In funzione della differenza tra la temperatura superficiale della parete e quella atmosferica può venire a formarsi condensa sulla facciata: similmente alla carrozzeria metallica di un’automobile, anche la temperatura superficiale della facciata può infatti abbassarsi di notte al di sotto di quella dell’aria. Se si scende al di sotto del punto di rugiada che satura l’aria di vapor d’acqua, sulla superficie raffreddata vengono a formarsi gocce di condensa. Quanto più rapidamente e quanto maggiormente la superficie si raffredda, tanto più si allunga il periodo di formazione della condensa. Forti spessori di intonaco presentano una maggiore capacità di accumulo termico, e di conseguenza non si raffreddano così rapidamente. D’altra parte, nel corso della giornata essi necessitano anche di più tempo per riscaldarsi e quindi per asciugarsi, mentre spessori di intonaco sottili si raffreddano e si riscaldano assai più rapidamente. Nei sistemi termoisolanti a cappotto, come quello in analisi, il periodo di formazione della condensa è ancora più breve che nel caso dei intonaco sottile, anche l’asciugatura quindi avviene in modo più veloce. 5 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata Il vento La presenza di vento e il conseguente maggior ricambio d’aria favoriscono di certo l’asciugatura delle pareti. Tuttavia il vento può anche aumentare l’umidità di una facciata, se in situazioni di particolare esposizione esso porta con sé pioggia battente. D’altra parte le correnti d’aria trasportano e depositano sulla facciata anche alghe e spore di funghi, in particolare nel periodo della fioritura, quando nell’aria vi sono grandi quantità di polline. Nelle aree extraurbane, nel periodo dell’aratura e del raccolto vengono a depositarsi sulle pareti notevoli quantitativi di spore, la cui presenza può tuttavia essere massiccia anche in altri periodi, per esempio in autunno. Pulizia dell’aria Quanto più pulita è l’aria, tanto più favorevoli sono le condizioni per lo sviluppo di alghe. Perciò l’aumentata presenza di alghe in questi ultimi anni può considerarsi anche una conseguenza degli interventi di tutela dell’ambiente: gli edifici situati in zone extraurbane scarsamente abitate si caratterizzano infatti per una maggior presenza di alghe sulle facciate rispetto a quelli prospicienti strade fortemente trafficate nei centri urbani. Questa circostanza è tuttavia dovuta anche al fatto che nelle città si crea un microclima generalmente più asciutto e più caldo che non in campagna. 4.3 Influenza dei materiali Le caratteristiche dei materiali possono venir influenzate dai produttori degli intonaci e delle pitture. Prodotti caratterizzati da un corretto bilancio igrometrico e/o additivati di biocidi creano un habitat poco favorevole allo sviluppo di alghe. La presenza di acqua nella parete esercita un peso non trascurabile sul rischio di colonizzazione: quanto più favorevole è il rapporto tra rilascio dell’acqua (asciugatura) e assorbimento dell’acqua (inumidimento), tanto più a lungo le superfici rimarranno asciutte. Il potere di diffusione delle pitture e degli intonaci è qui altrettanto importante delle loro caratteristiche idrofughe. Occorre quindi ponderare correttamente queste due caratteristiche per mantenere la superficie asciutta e priva di microrganismi. Le superfici che restano per lungo tempo umide indipendentemente dalla loro natura, costituiscono un habitat favorevole alla colonizzazione algale. Occorre quindi tenere razionalmente conto di tutte le cause possibili. Anche sul miglior intonaco o sulla miglior pittura possono per esempio venirsi a formare alghe se le superfici rimangono costantemente umide in seguito a carenze esecutive. Per contro, un prodotto poco sofisticato può rimanere a lungo privo di formazioni microorganiche se per esempio la sporgenza del tetto è tale da impedire che l’umidità rimanga in permanenza sulla parete. Le responsabilità e le competenze dei vari soggetti coinvolti si dovrebbero ripartire in modo che il progettista nella progettazione razionale della struttura e dei dettagli tenga conto delle influenze climatiche, costruttive e ambientali; il produttore dei materiali realizzi e fornisca prodotti adeguati resistenti alle alghe; l’esecutore si consulti nella scelta degli specifici materiali e loro corretta posa. 6 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata 5. Analisi dei materiali di finitura della facciata Elevata conducibilità termica e scarsa traspirabilità dei materiali di finitura della chiusura esterna verticale (intonaco e pittura) sono i difetti che possono condurre a problemi come la formazione di alghe sulla superficie esterna. Una delle principali caratteristiche dei materiali edilizi da tener presente per problemi di questo tipo è la porosità, cioè la capacità di assorbimento ed evaporazione e la reazione al contatto con l’acqua. Se l’intonaco e la verniciatura esterna sono troppo porosi permettono all’umidità di ristagnare nei pori. Questo fenomeno facilita la crescita di impurità come alghe, muffe e altri organismi biologici. 6.Misure preventive L’influenza di numerosi fattori, l’incalcolabilità delle interazioni e della propensione alla colonizzazione che di norma non si può valutare per la peculiare specificità di ciascuna ubicazione (orientamento, pendenza ecc.) non consentono di prevedere con sicurezza in che misura le facciate verranno aggredite dai microrganismi. Soltanto su superfici rimaste esposte agli agenti meteorici per tempi prolungati si può indicare con un certo margine di sicurezza la propensione delle stesse alla contaminazione, questo dato può venir trasferito ad altre situazioni solo se le superfici e le condizioni climatiche presentano caratteristiche assolutamente identiche. Siccome anche per motivi ecologici l’impiego preventivo di biocidi non può che essere limitato, per evitare lo sviluppo di microrganismi occorre prioritariamente ottimizzare le tecniche costruttive e la scelta dei materiali. Si raccomandano in generale regolari interventi di pulizia delle superfici. Progettazione Quando si costruisce e si ripristina occorre tener presenti anche i necessari interventi preventivi. Un particolare impegno è richiesto qui ai progettisti, che nei loro interventi devono prevedere: - sistemi efficienti di sgrondo delle acque - cimase di dimensioni adeguate - gocciolatoi efficienti. La causa principale dello sviluppo di colonie algali sulle facciate va ricercata nell’insufficiente cura dei dettagli. Vanno altresì tenuti in adeguata considerazione l’orientamento degli edifici (per esempio del lato esposto alle intemperie) e le porzioni di facciata esposte agli spruzzi d’acqua. Lo sviluppo di microrganismi viene favorito inoltre dalla presenza di vegetazione spontanea abbondante nelle vicinanze dell’edificio, in particolare per l’ombreggiamento da essa prodotto e per le spore generate. 7 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata Scelta dei materiali Per minimizzare sul piano tecnico il rischio di una colonizzazione di alghe delle facciate o quando si riscontra l’effettiva esigenza di una maggiore resistenza a questi microrganismi, occorre selezionare in maniera accurata i materiali e i sistemi da utilizzare. Tutti i sistemi di intonaco presentano normalmente una certa resistenza, limitata nel tempo, alle alghe o ad altre colonizzazioni biologiche. Negli intonaci a base di resina sintetica (a dispersione) e in quelli a base di resina siliconica questa resistenza viene garantita in ogni caso grazie all’aggiunta di sostanze specifiche, mentre negli intonaci minerali essa si ottiene per effetto dell’alcalinità dei leganti (calce, cemento). Sono possibili anche interventi di tipo diverso, come ad esempio la successiva applicazione di pitture con particolari cariche biocide. Nei casi in cui si può prevedere un maggior rischio di formazione di colonie algali e fungine vanno preferibilmente impiegati sistemi che garantiscono una protezione massima. E' importante tuttavia tener presente che non si può assicurare una protezione permanente dai microrganismi con la sola scelta corretta dei materiali: occorre infatti prestare grande attenzione anche ai dettagli costruttivi. Intonaci e pitture Per migliorare la protezione delle facciate dalle alghe si possono utilizzare intonaci e pitture con cariche biocide. Per contrastare lo sviluppo delle alghe occorre ricorrere a cariche alghicide. All’atto pratico, per coprire l’intero spettro microbiologico occorre additivare il prodotto di entrambe le sostanze. In questo caso vengono utilizzati biocidi efficaci contro le specie più frequenti di alghe e funghi. I requisiti di formulazione di biocidi moderni ed efficaci sono assai elevati, e in parte anche contraddittori: si richiede infatti un’elevata efficacia contro i microrganismi e al contempo un profilo ecologico non nocivo. Così ad esempio le sostanze biocide devono da un canto rimanere stabili a lungo nell’intonaco o nella pittura, in tal modo sviluppando la loro funzione per un tempo prolungato, dall’altro invece potersi biodegradare una volta disperse nell’ambiente. Devono poi venir utilizzati principi attivi abbastanza concentrati da essere efficaci contro le alghe ma non pericolosi né per l’uomo né per l’ambiente. Di conseguenza bisogna tener presente che l’effetto delle cariche biocide non è permanente ma limitato nel tempo, perché altrimenti esse non potrebbero degradarsi una volta rilasciate nell’ambiente. La durata di questo effetto dipende dalle condizioni climatiche della località, come pure dagli altri fattori fisici specifici che agiscono sulla pittura o sull’intonaco. Dopo qualche tempo può quindi rendersi necessario ridipingere la parete per rinnovare la carica biocida. 8 Arioli Ferruccio - PED 2013 - Perizia diagnostica - Colonizzazione biologica di alghe su facciata 7.Interventi di ripristino Le superfici colonizzate vanno esaminate accuratamente. Se accanto alla presenza di microrganismi si riscontrano anche carenze progettuali o di esecuzione, queste ultime vanno se possibile ovviate prima di iniziare il risanamento, ossia il trattamento delle superfici interessate. Nel trattamento delle superfici colonizzate da microrganismi le varie fasi di intervento possono diversificarsi. Di norma la sequenza da seguire è questa: - pulizia delle superfici - asciugatura completa - trattamento con un biocida adeguato - applicazione di due mani di pittura con carica biocida (che non deve essere necessariamente presente se si è riusciti ad ovviare in maniera permanente alla causa della colonizzazione). Nel trattamento occorre anche tener conto degli aspetti ambientali, in particolare per quanto riguarda le misure da adottarsi per la captazione e lo smaltimento dell’acqua utilizzata per la pulizia: non è infatti ammessa la dispersione nel terreno di sostanze biocide o di residui di trattamento pericolosi per l’ambiente. Vanno comunque rispettate le normative localmente vigenti in materia. Per evitare l’apporto eccessivo di acqua meteorica è necessario il montaggio o riposizionamento in modo corretto di scossaline e grondaie che proteggono maggiormente la facciata dalle piogge. Per finiture esterne usare materiali meno permeabili all’umidità, stando attenti a non creare problemi di condensa interstiziale, come intonaci o pitture silossaniche (evitano la permeabilità dell’acqua dall’esterno ma favoriscono la permeabilità del vapore verso l’esterno). Una minor porosità della superficie esterna renderebbe meno evidente l’alterazione cromatica. 9