RISO
Nutrizione e concimazione
Fertilizzazione
La concimazione organica, sotto forma di
letamazione e/o di sovescio, è stata in passato la
principale forma di fertilizzazione della risaia,
soprattutto nei terreni poveri di sostanza organica.
La scomparsa degli allevamenti zootecnici dalle zone
risicole ha fatto venir meno la disponibilità di letame,
pertanto la fertilizzazione è basata prevalentemente
sull'impiego dei concimi minerali e sulla
reintegrazione nel terreno di tutti i residui colturali.
La concimazione minerale è quindi la base
indispensabile per assicurare le massime rese.
La concimazione deve rispondere alle esigenze della
coltura in modo da:
- garantire le caratteristiche quanti-qualitative della
produzione;
- mantenere un’elevata fertilità del terreno;
- ridurre o annullare le perdite in modo da migliorare
l’efficienza d’uso di fertilizzanti;
- eliminare inquinamenti ambientali e maggiori costi.
• AZOTO: nelle fasi giovanili viene assorbito in forma
ammoniacale e dalla differenziazione della pannocchia
anche in forma nitrica.
Favorisce l’accestimento, il n° di semi della pannocchia,
l’altezza della pianta, il peso dei semi ed il contenuto
proteico.
Un eccesso aumenta il rischio di allettamento, di sterilità
fiorale, la sensibilità alle basse temperature ed in generale
verso tutti i patogeni, in particolare al brusone.
La forma del concime azotato utilizzato per la risaia ha
grandissima importanza. L’azoto sotto forma nitrica o nitroammoniacale è da escludere, perché troppo solubile,
dilavabile e soggetto a denitrificarsi negli strati
sottosuperficiali del suolo che si trovano allo stato ridotto.
L’urea è il concime azotato ideale per la risaia.
FOSFORO: favorisce la radicazione delle plantule,
l’allungamento delle radici e l’accestimento.
La carenza diminuisce la resistenza ai freddi tardivi e
provoca un anormale ingrossamento delle cariossidi.
Nel periodo riproduttivo favorisce la maturazione,
specialmente in condizioni di temperature subottimale.
POTASSIO: massimo assorbimento dall’accestimento
alla botticella. Favorisce l’accestimento, le dimensioni del
seme, la resistenza alle malattie, al freddo e
all’allettamento, importante per la biosintesi e il trasporto
degli zuccheri, migliora la resa alla lavorazione industriale.
La carenza provoca ridotto accrescimento, decolorazione
dei bordi fogliari, senescenza precoce, facile allettamento.
Asportazioni
12-28
Concimazione
Le condizioni di anaerobiosi rallentano la degradazione della s.o.
regimando il flusso del N e aumentando la disponibilità del P.
Interramento della paglia trinciata come unico apporto di s.o.,
oppure ricorso a concimi organici o a sovescio (colza, trifoglio
incarnato)
• CONCIMAZIONE FOSFATICA
Solo se necessaria (Fosforo assimilabile < a 15 ppm) e nei
terreni torbosi e organici (70-80 kg/ha da distribuire in presemina). Vengono utilizzati fosfati naturali, scorie Thomas,
fosfato biammonico. Effetto favorevole sullo sviluppo di alghe.
• CONCIMAZIONE POTASSICA
Pratica comune, ne bastano 40-70 kg/ha. È consigliabile
frazionare con il 60% in pre-semina ed il restante ad inizio
levata. Normalmente si usa solfato potassico o cloruro potassico
(meno costoso)
Concimazione azotata
Le dosi di azoto variano molto, secondo la varietà, la natura del
terreno, la coltura precedente, etc.
CONCIMAZIONE AZOTATA (omessa nei terreni organici e torbosi
del delta Po)
100-150 kg/ha di N;
60-70% pre-semina
40-30% in copertura, fine accestimento-inizio levata
in caso di scarso investimento intervenire alla 5° foglia per stimolare
l’accestimento
Effetti dell’N
sulla
produzione
RISO
Governo dell’acqua
Governo dell'acqua
La conduzione dell'irrigazione in risaia è di grandissima importanza per
assicurare alla coltura nelle sue varie fasi le migliori condizioni di
temperatura, di disponibilità di elementi nutritivi, di controllo
delle alghe e delle erbe infestanti o di certi parassiti, e di
conseguenza richiede grande perizia in chi deve regolare i flussi di
alimentazione e di scarico delle camere o dei bacini.
È importante intervenire, con innalzamenti della sommersione, per
ridurre danni da abbassamenti termici durante la germinazione
e la formazione del polline (8 gg prima della fioritura) e temporanei
prosciugamenti (asciutte) per lo svolgimento di pratiche colturali.
Una asciutta finale troppo anticipata può favorire un accestimento
tardivo; tale pratica è tuttavia utile in caso di forte allettamento o
forte attacco di brusone.
Governo dell'acqua – Sistema vercellese
Governo dell'acqua – Sistema vercellese
La tecnica prevede le seguenti manovre.
1) Sommersione con 20-30 mm d'acqua per eseguire il livellamento
(indicativamente ai primi di aprile).
2) Aumento della lama d'acqua a 55 mm (massimo 70-80) per fare la semina e
suo mantenimento per i 15-20 giorni successivi (germinazione); data indicativa:
10-30 aprile.
3) Breve asciutta o abbassamento del livello per favorire il radicamento delle
plantule
4) Aumento della lama d'acqua a 120-130 mm per 10 giorni, in modo da
sommergere completamente le plantule per fare il trattamento contro i giavoni
(primi di maggio).
5) Riduzione della lama d'acqua a 80-100 mm per 30-35 giorni (cioè fin verso la
metà di giugno).
6*) Asciutta di 2-3 giorni per fare il diserbo contro ciperacee, alismatacee e altre
specie non graminacee.
7) Sommersione con 80-100 mm d'acqua per due settimane.
8*) Asciutta di una settimana per fare la concimazione in copertura all'inizio
della levata (ultimi giorni di giugno).
9) Sommersione con 80-100 mm d'acqua fin verso la fine di agosto, all’inizio
dello stadio di maturazione cerosa.
10) Sospensione dell'irrigazione in modo che le risaie siano agibili in settembre
per le macchine da raccolta.
* a volte vengono riunite
Governo dell'acqua – Sistema ferrarese
Nelle terre torbose del ferrarese il governo dell'acqua è un
po' diverso.
La lama d'acqua è sempre molto più alta: 20-25 cm
È poi praticata un'asciutta di radicamento più lunga verso
la metà di giugno per favorire lo sviluppo dell'apparato
radicale, mentre non sempre si pratica l'asciutta di
inizio levata, la quale sarebbe controproducente
favorendo un eccessivo rilascio di azoto da parte del
terreno che è molto ricco di sostanza organica.
Semina
Raccolta
GOVERNO DELLE ACQUE (attuale)
L’immissione dell’acqua nelle camere avviene da qualche giorno a un
mese (nel caso della lotta al riso crodo con erbicidi antigerminello)
prima della semina.
Attualmente si ha un intervallo di 4-7 gg tra la sommersione e la
semina per favorire la l’azione di erbicidi a base di oxadiazon, contro
le Heteranthera.
Quando il riso ha sviluppato una piumetta di 2-2,5 cm (8-10 gg dalla
semina di aprile, 5-7 gg dalla semina in maggio) si procede
all’asciutta di radicamento. Oltre all’effetto affrancamento piante,
ha pure effetto di controllo alle alghe e di eliminare eventuali
fermentazioni o fenomeni di tossicità da erbicidi pre-semina.
Durata massima una settimana al fine di non favorire la germinazione
di giavoni e del crodo e non creare indurimento del terreno
Nella fase colturale successiva il livello dell’acqua segue
progressivamente la crescita della coltura sino alla
seconda asciutta programmata per l’esecuzione dei
trattamenti erbicidi, a cui segue, solitamente, la
concimazione azotata di copertura.
La durata di tale asciutta è legata alla strategia di diserbo,
da pochi giorni a due settimane.
La concimazione azotata viene fatta prima della
sommersione, normalmente dopo 5-7 gg dal diserbo.
Nella fase di accestimento il livello dell’acqua viene
mantenuto sui 5-10 cm. Livelli bassi favoriscono
l’accestimento e l’irrobustimento dei culmi.
Con il sopraggiungere del caldo risulta utile fare un riciclo
delle acque, allo scopo di favorire una maggiore
ossigenazione e di allontanare composti tossici
provenienti da metabolismo anaerobico della risaia.
All’inizio della fase di levata in molte situazioni colturali è vantaggioso
ricorrere ad una terza asciutta.
Tale pratica è legata alla funzione di eliminazione di composti ridotti, di
impedire la formazione di accestimenti tardivi e migliorare la
resistenza all’allettamento, favorendo una ripresa della crescita
dell’apparato radicale e la lignificazione dei culmi.
La durata varia dai 10-15 gg in funzione del clima e del terreno. Ridotto
rischio di nascita di nuove infestanti.
La nuova sommersione ha lo scopo di prevenire danni da
abbassamenti termici durante la fase di maturazione del polline.
La gestione si conclude con l’asciutta pre-raccolta, generalmente allo
stadio di maturazione cerosa.
Asciutte anticipate provocano calo produttivo e abbassamento della
resa in riso lavorato.
Governo delle acque - Semina in asciutto
VANTAGGI
Minore uso di acqua
Riduzione sviluppo di alghe
Riduzione allettamento
Minor perdita di s.o.
Riduzione costi di produzione
Governo delle acque - Semina in asciutto
Con il metodo della semina interrata a file, il ciclo
colturale viene allungato di qualche giorno,
specialmente per le semine precoci (sconsigliate perché
favoriscono le infestanti).
Si utilizzano varietà a ciclo medio o medio-precoce.
Maggiore sviluppo di riso crodo per nascita anche dei
semi più profondi.
Alla sommersione almeno un terzo della pianta deve essere
sommerso per favorire il superamento della fase critica
di transizione dall’asciutto al sommerso.
Modifiche alla concimazione. Distribuire circa il 20% di
N in più rispetto alla semina in sommersione (attenzione
a varietà alte e suscettibili al brusone).
Irrigazione turnata
La tradizionale coltivazione per sommersione potrebbe diventare,
in un futuro con sempre meno acqua, difficilmente sostenibile.
La tecnica prevede:
- semina a file su terreno asciutto
- apporti idrici attraverso sommersione o aspersione in
funzione dell’evapotraspirazione
- fase critica: tra la formazione dell’abbozzo
panicolare e la fioritura.
Ricorrere a varietà resistenti allo stress idrico e al brusone.
Adeguare la somministrazione dei fertilizzanti (concimi a lento
effetto o di matrice organica, in presemina e frazionamento
durante la coltura: accestimento e formazione pannocchia)
Difficoltà con infestanti da asciutto, come giavoni ed alcune
dicotiledoni. Diserbi fin dai primi stadi di sviluppo della
coltura.
RISO
Semina
SEMINA
Scelta delle varietà
La scelta delle varietà da seminare è subordinata alle condizioni
climatiche, alla temperatura dell'acqua, alla precessione
colturale.
La scelta può avvenire tra varietà che differiscono tra loro per la
durata del ciclo di sviluppo, per la tecnica colturale e,
soprattutto, per le caratteristiche mercantili del prodotto.
Varietà precoci per praticare la falsa semina.
Varietà di tipo lungo B richieste dal mercato del Nord
Europa.
Varietà di tipo lungo A per la parboilizzazione.
Varietà precoci sono da preferire quando si debba liberare presto il
terreno per la successiva semina del frumento, quando occorra
distribuire nel tempo i lavori e quando le acque siano fredde.
In base alla precocità le varietà italiane sono distinte come segue:
Molto Precoci: 140 gg (durata ciclo)
Precoci: 141-150 gg
Medie: 151-160 gg
Di stagione: 161-170 gg
Tardive: 171-175 gg
In passato esistevano anche varietà precocissime (125 giorni),
utilizzate per la coltura intercalare trapiantata, oggi scomparsa.
C'è una relazione lineare che lega la produttività alla lunghezza
del periodo vegetativo.
Principali varietà (www.enterisi.it)
Varietà maggiormente coltivate
SEMINA
Epoca
La stagione di semina del riso varia a seconda della
temperatura dell'acqua, (della coltura
precedente), della precocità della varietà, etc.
In genere è compresa tra la metà di aprile e la metà di
maggio, ma con varietà molto precoci ci si può
spingere fino alla fine di maggio.
Con falsa semina: 2°-3° decade di maggio, per lotta al
“riso crodo”
Per avere un'emergenza soddisfacente occorre che la
temperatura raggiunga i 12-14 °C.
SEMINA
Modalità
La quantità di risone che comunemente si usa va
dai 150 ai 220 kg per ha e talvolta anche di
più; l'obiettivo è di realizzare un investimento
di 250-300 piante/m2, pari a 350-450
pannocchie/m2
Dose di semina: vedi tabella
Quantità seme
SEMINA
Modalità
La semina in sommersione viene preceduta da due
operazioni preparatorie della semente; l'ammollamento
e la disinfezione.
L'ammollamento consiste nell'immersione in acqua per
almeno 24 ore dei sacchi contenenti la semente, onde
facilitare l'affondamento delle cariossidi al momento
della semina e inoltre anticipare la germinazione e la
nascita del riso.
La semina segue immediatamente il passaggio dello
spianone, di modo che la copertura del seme avviene
per il depositarsi della torbida sollevata da questo.
Disinfezione: concia del seme (ditiocarbammati, iprodione)
Il sistema più usato è la semina a spaglio fatta a
macchina; ora si vanno pure diffondendo le
semine a righe, con seminatrici di tipo
universale, appositamente adattate con
profondità di semina: max 2 cm
distanza file: 15-30 cm
Semina in risaia asciutta.
Una tecnica di semina che tende ad estendersi,
perché può ridurre i consumi idrici. La semina si
attua con seminatrici a fila e la sommersione si
attua dopo 30 giorni circa, a riso già nato e con
3-4 foglie.
Trapianto
Il riso, oltre che direttamente in posto, può essere
seminato in semenzaio (1/10-1/20 della superficie
da coltivare) per essere poi trapiantato (alto 15 cm,
disponendo 18-20 ciuffi, di 3-6 piante, per m2).
Il trapianto in Italia è completamente scomparso; si
praticava estesamente in passato per guadagnare
tempo e poter fare il riso come coltura intercalare
dopo frumento o dopo il primo taglio di un prato.
Questo sistema è ancora molto seguito ai tropici
perché fa guadagnare tempo, consentendo fino a
2-3 raccolti all'anno, e fa risparmiare semente.
RISO
Lotta alle malerbe
INFESTANTI
La risaia sommersa è un agroecosistema del tutto particolare nel
quale la vegetazione infestante che vi si insedia ha caratteristiche
altrettanto particolari, adattate all’habitat della risaia.
La flora infestante delle risaie è caratteristica per avere come habitat
ambienti palustri o comunque saturi d'acqua, per cui comprende
specie diverse da quelle che si trovano negli agroecosistemi di
terraferma:
alghe,
piante acquatiche vere e proprie (eterantera),
piante palustri (ciperacee, butomacee, alismatacee);
piante tolleranti gli ambienti umidi (tra le graminacee i giavoni
e il riso selvatico),
e con l’innovazione della tecnica colturale piante infestanti tipiche
di colture asciutte.
Danni produttivi fino all’80%.
Alghe
Le infestazioni di alghe sono dannose specialmente durante il primo sviluppo del
riso per il feltro che esse formano con l'intreccio dei loro filamenti sul fondo della
risaia o in superficie.
Le alghe prevalenti nelle risaie sono quelle verdi (Chlorophyceae) e quelle azzurre
(Cyanophyceae); in passato le prime erano prevalenti ma facilmente controllabili,
mentre attualmente stanno aumentando le seconde.
Le alghe verdi formano un feltro galleggiante che ostacola l'emergenza dall'acqua delle
piantine di riso, le cui foglie restano invischiate nel feltro algale, trovando difficoltà
ad uscire alla luce*.
Le alghe azzurre formano il loro feltro prima sul fondo, dove le plantule di riso stanno
compiendo il loro primo sviluppo, per poi sollevarsi diventando galleggianti: in
questo modo le plantule di riso vengono sradicate e portate in superficie dove tra
l'altro corrono il rischio di essere spinte alla deriva dal vento e dal moto ondoso,
finendo ammassate nella parte sottovento del campo**.
*concia seme (mancozeb), uso di carbammati o sali di Cu, riducendo l’altezza
dell’acqua di sommersione
**asciutta e basso livello dell’acqua
Piante acquatiche
Eterantera (Heteranthera limosa, H. reniformis, H.
rotundifolia)
È un'infestante nuova, introdotta dall'America centrale alcuni
anni fa e che infesta ormai la quasi totalità delle risaie italiane.
In diffusione.
Piante palustri
• Ciperacee: Scirpus
maritimus, S.
mucronatus, Cypersus
esculentus (molto
diffuse nel vercellese)
• Alismatacee: Alisma
plantago-aquatica
• Butomacee: Butumus
umbellulatus (difficile
da controllare)
FLORA INFESTANTE EMERGENTE
Cyperus esculentus (bagiggi)
specie perenne tipica delle
semine in asciutto, si
riproduce per mezzo di un
numero elevatissimo di
tubercoli, lotta con
sulfoniluree eventualmente
miscelate con propanile
Cyperus serotinus (zigolo
tardivo)
specie perenne tipica di risaia
sommersa, ma anche in
asciutto, si riproduce per
rizomi, taglia elevata (120130 cm), lotta con
azimsulfuron
Commelina communis (erba
miseria) (fam. Commelinacee)
specie annuale, si riproduce per
seme, si sviluppa su terreno non
sommerso ma poi sopporta livelli
di acqua non troppo elevati,
molta diffusa sugli argini, lotta
con bispiribac-sodium
Murdannia keisak (fam.
Commelinacee)
specie annuale, si riproduce per
seme, si sviluppa su terreno
sommerso, diffusa sugli argini,
nelle imboccature e capezzagne,
lotta con bispiribac-sodium
Graminacee
• Echinocloa spp.
• Leptocloa spp.
• Leersia oryzoides
• Sorghum halepense
• Panicum dicothomiflorum
• Riso crodo
Giavoni
I giavoni comprendono parecchie specie graminacee del
genere Echinochloa e sono le infestanti del riso più
frequenti e invadenti, contro le quali è quasi sempre
necessario intervenire perché bastano pochissime piante
per m2 (6-7) per causare perdite di produzione gravissime.
• Giavone peloso: E. phyllopogon (in espansione)
• Giavone meridionale: E. colonum
• Giavone comune: E. crus-galli (il più diffuso, presente in ca 190.000
ha)
• Giavone pendulo: E. crus-pavonis
• Giavone cinese: E. erecta (in espansione)
• Giavone maggiore: E. oryzoides (diffuso in Veneto e Emilia R.)
Giavone peloso: E. phyllopogon
Lotta ai giavoni
• OXADIAZON con trattamenti in pre-semina o in post
emergenza. Controlla anche le eterantere
• TIOCARBAMMATI, molinate in particolare, con piante di
giavone alla 2-3 foglia, in risaia allagata. Molto inquinanti.
• AZIMSULFURON in post-emergenza, Erbicida con ampio
spettro di azione verso le infestanti a foglia larga. Fitotossico
con interventi tardivi e con alte temperature.
• PROPANILE, il più usato; assorbimento fogliare. Trattamento
da 2-3 foglie all’accestimento, meglio quelli precoci.
Solitamente due passaggi. Con distanza di 5-7 giorni, in
asciutta.
• QUINCLORAC è assorbito per via fogliare e radicale. Di
elevato costo.
Leptochloa fascicularis
specie annuale, si riproduce
per seme, taglia elevata,
grande capacità di
accestimento e velocità di
sviluppo notevole, lotta in preemergenza in semina asciutta
(cialofop butile) in postemergenza in semina
sommersa (tiobencarb)
Leptochloa uninervia
specie annuale, si riproduce
per seme, simile alla
precedente anche nella lotta
Leersia oryzoides (riso selvatico, perenne) si
riproduce per via vegetativa, pianta molto vivace
Sorghum halepense
Panicum dicothomiflorum
RISO CRODO
Oryza sativa var. sylvatica
Riso crodo
Il riso crodo è botanicamente classificato nella stessa specie del
riso coltivato, del quale si considera una varietà botanica.
Questa infestante, diffusa in buona parte di tutte le aree risicole
mondiali, è conosciuta in Italia perlomeno dall'inizio del 1800.
La sua presenza in Italia è però piuttosto limitata fino agli anni
'80, durante i quali aumenta in modo drammatico a causa
soprattutto della diffusione di varietà a granello lungo (tipo
indica) nella cui semente erano presenti in abbondanza
cariossidi della malerba.
Il riso crodo manifesta un’ampia variabilità di caratteristiche
anatomiche, biologiche e fisiologiche. È difficilmente
distinguibile dal riso coltivato almeno fino allo stadio di
accestimento.
Generalmente, le piante di riso crodo sono più vigorose, più
sviluppate in altezza e presentano un maggior numero di
culmi di accestimento, rispetto alle varietà coltivate.
Tra le caratteristiche più peculiari del riso crodo vi sono:
- la colorazione del pericarpo (anche se vi sono numerosi
biotipi a pericarpo bianco, in tutto simili al riso coltivato),
- la capacità delle cariossidi di staccarsi dal rachide della
pannocchia al raggiungimento della maturità (il fenomeno
prende il nome di "crodatura").
I danni dovuti alla presenza della malerba sono rappresentati dal
calo di produzione (-20/60%) dovuto agli effetti competitivi e
dai maggiori costi di lavorazione del riso. La parte di
cariossidi della malerba che non è ancora caduta a terra al
momento della trebbiatura del riso, infatti, viene raccolta col
riso stesso, inquinando le partite commerciali. La presenza di
tali cariossidi nel risone richiede una lavorazione più energica
per eliminare quelle a pericarpo colorato, che si traduce in un
aumento dei tempi di lavorazione e della percentuale di scarto.
La difficoltà maggiore nella gestione del riso crodo è
rappresentata dal fatto che, fisiologicamente, è una pianta
estremamente affine al riso coltivato.
Caratteristiche biologiche del riso crodo
Acquisizione della capacità germinativa dopo la fioritura e
crodatura: i semi di riso crodo sono potenzialmente in grado di
germinare già nove giorni dopo la fioritura.
Dormienza dei semi: a differenza della maggior parte dei risi
coltivati della sottospecie japonica, i semi della sottospecie
indica, delle altre specie spontanee e del riso crodo presentano
comunemente un più o meno elevato grado di dormienza.
Questo fenomeno si traduce in una scalarità delle emergenze,
che permette al riso crodo con germinazione ritardata di sfuggire
agli interventi di lotta chimica o meccanica. La forte pressione
selettiva esercitata dagli interventi di lotta praticati per più anni,
può favorire, inoltre, la selezione e la diffusione di tipi con
emergenza tardiva.
Longevità dei semi (persistenza della vitalità): secondo alcune
sperimentazioni può arrivare fino a 12 anni.
Capacità di emergenza: in alcuni ecotipi, è stata osservata solo una
modesta riduzione della percentuale di emergenza fino a 25 cm di
profondità.
Taglia più elevata
Lotta al riso crodo
Le strategie si basano sulla combinazione di tecniche colturali e
di interventi chimici.
• Lavorazioni del terreno
In un programma di lotta integrata al riso crodo, la scelta del
tipo di lavorazione va fatta in funzione della consistenza
della ‘banca dei semi’ (totale e alle diverse profondità) e
degli altri mezzi di lotta che si vogliono adottare.
Con l’aratura ordinaria, ad esempio, i semi delle infestanti
vengono in genere ridistribuiti in modo omogeneo lungo
tutto il profilo interessato, mentre con la minima
lavorazione i semi rimangono concentrati nei primi 6-8
centimetri.
Le lavorazioni superficiali tendono a stimolare le emergenze,
per cui bene si adattano all’adozione di tecniche come la
falsa semina, finalizzate alla rapida riduzione della banca
dei semi.
• Gestione dell’acqua
La presenza di uno strato d’acqua sulla superficie del
terreno ha in generale un’influenza notevole sulle
emergenze e sullo sviluppo delle infestanti del riso.
Similmente ad altre poacee infestanti come i giavoni
(Echinochloa spp.), il riso crodo viene favorito quando
lo strato d’acqua è molto sottile.
Nel caso della falsa semina, proprio per stimolare le
emergenze, si tende ad inondare la risaia solo all’inizio
del trattamento, lasciando poi che il livello si abbassi
gradualmente per effetto della percolazione e
dell’evaporazione.
Nel caso di impiego di diserbanti antigerminativi di
pre-semina, al contrario, viene mantenuto un livello
d’acqua molto elevato, per contribuire a limitare il più
possibile le emergenze
Falsa semina
È la tecnica di lotta più diffusa nelle risaie italiane. Scopo della
falsa semina è quello di indurre una emergenza abbondante e il
più possibile uniforme dell’infestante prima della semina del
riso.
Determina un drastico contenimento dell’infestazione nel corso
della stagione in cui viene adottata; il suo impiego ripetuto
negli anni consente una progressiva riduzione della banca dei
semi.
Alcuni fattori sono determinanti nella riuscita della
tecnica:
minima lavorazione o lavorazione superficiale
gestione dell’acqua durante la falsa semina
durata della falsa semina: normalmente è necessario
attendere circa un mese.
Al termine della falsa semina le plantule di crodo (3-4 foglie)
vengono eliminate generalmente con un trattamento chimico.
In alternativa al trattamento chimico, si può effettuare un
trattamento meccanico, che normalmente presenta un’efficacia
inferiore.
• Impiego di varietà precoci
L’adozione della tecnica della falsa semina,
ritardando di circa 30 giorni la semina rispetto
all’epoca ordinaria, impone l’impiego di varietà
precoci.
In passato venivano impiegate varietà molto precoci
(Titanio, Silla, Rosa Marchetti) che consentivano di
limitare notevolmente la disseminazione
dell’infestante, in quanto raccolte normalmente
prima della crodatura della stessa. Queste cultivar
sono state sostituite da altre molto più produttive e
con migliori caratteristiche agronomiche (in
particolare maggiore resistenza all’allettamento).
Tra queste sono da ricordare le cv Loto, Cripto,
Selenio e Savio
• Rotazione e avvicendamento
Una delle principali ragioni della drammatica
diffusione del riso crodo risiede nella quasi totale
assenza di rotazioni che caratterizza le principali aree
risicole italiane. In casi di infestazione particolarmente
abbondante, il ricorso alla rotazione diventa l’unica
strada percorribile.
Le colture che più frequentemente sono inserite in
rotazione a riso sono mais e soia. In queste colture, il
riso crodo può essere controllato con diserbo chimico
in pre- o post-emergenza, oppure con interventi
meccanici.
• Utilizzo di semente certificata
Mezzi chimici di lotta
Nella lotta al riso crodo, a causa della elevata affinità tra
infestante e coltura, è possibile effettuare trattamenti
diserbanti quasi esclusivamente in pre-semina.
I trattamenti eseguibili in pre-semina sono sostanzialmente
di due tipi:
pre-emergenza del riso crodo (con alta lama d’acqua);
post-emergenza del riso crodo (in abbinamento
alla falsa semina).
L’impiego di prodotti chimici dopo la semina del riso è
limitata esclusivamente a trattamenti di soccorso con barra
umettante.
• Pre-emergenza del riso crodo
Sebbene sia nota l’efficacia di vari principi attivi nel controllo in pre-emergenza del
riso crodo, in Italia il pretilachlor è il più usato. Il prodotto viene utilizzato con
risaia sommersa (alto livello acqua) e il trattamento va eseguito almeno 25-30 giorni
prima della semina, per evitare effetti fitotossici sulla coltura, alla dose di 2,5 kg/ha
di formulato commerciale.
• Post-emergenza del riso crodo
Al termine delle falsa semina. Rispetto a tutti gli altri mezzi di lotta, questa tecnica
fornisce generalmente i risultati migliori. I p.a. disponibili sono il dalapon,
impiegato già da molti anni e il cycloxydim, autorizzato su riso in pre-semina dal
1999.
L’impiego di altri diserbanti a largo spettro, come ad esempio glifosate hanno
mostrato livelli di efficacia piuttosto ridotti. Questo comportamento è probabilmente
da porre in relazione alla limitata superficie di assorbimento delle plantule di riso
crodo nel momento in cui si effettuano i trattamenti (stadio 2-3 foglie).
Interventi di soccorso: per evitare arricchimento semi nel terreno, con barra falciante
(due inteventi distanziati di 15 gg) o con barra umettante (Glifosate)
Lotta genetica
Le biotecnologie sono state applicate ampiamente sul riso, in particolare per
conferire tolleranza a condizioni climatiche avverse (es. siccità), insetti e resistenza
ad erbicidi.
Le ricerche hanno riguardato soprattutto la trasformazione per la resistenza a
glufosinate-ammonio, un diserbante a largo spettro normalmente non selettivo per il
riso e potente inibitore della glutamina sintetasi. L’inibizione di questo enzima
provoca un accumulo di ammoniaca, che determina la morte della pianta.
La resistenza viene ottenuta attraverso l’introduzione nel genoma della pianta del
gene bar di Streptomyces hygroscopicus.
L’applicazione di questa tecnica ha già portato a delle applicazioni commerciali da
parte della società che detiene il brevetto della molecola erbicida (Aventis),
attraverso lo sviluppo di varietà caratterizzate dalla denominazione “Liberty-link”.
La valutazione agronomica di varietà transgeniche è stata effettuata soprattutto negli
USA. La possibilità di controllare efficacemente il riso crodo in varietà transgeniche
è stata ampiamente dimostrata, ma presenta alcuni rischi potenziali, primo fra tutti il
possibile passaggio del gene di resistenza dalla coltura al riso crodo.
In situazioni di incrocio controllato fra varietà trasformato e riso crodo è stata di
fatto osservata la comparsa di progenie resistente a glufosinate-ammonio, mentre
resta da verificare la reale probabilità che questo fenomeno ha di verificarsi nelle
comuni condizioni di campo.
Diffusione della Varietà Libero ClearfieldR in italia nel
2007 (Totale ha coltivati in Italia 16.234)
193 Altre regioni
Lombardia 8 899
7 124 Piemonte
Fonte Ente Nazionale Risi