RISO Nutrizione e concimazione Fertilizzazione La concimazione organica, sotto forma di letamazione e/o di sovescio, è stata in passato la principale forma di fertilizzazione della risaia, soprattutto nei terreni poveri di sostanza organica. La scomparsa degli allevamenti zootecnici dalle zone risicole ha fatto venir meno la disponibilità di letame, pertanto la fertilizzazione è basata prevalentemente sull'impiego dei concimi minerali e sulla reintegrazione nel terreno di tutti i residui colturali. La concimazione minerale è quindi la base indispensabile per assicurare le massime rese. La concimazione deve rispondere alle esigenze della coltura in modo da: - garantire le caratteristiche quanti-qualitative della produzione; - mantenere un’elevata fertilità del terreno; - ridurre o annullare le perdite in modo da migliorare l’efficienza d’uso di fertilizzanti; - eliminare inquinamenti ambientali e maggiori costi. • AZOTO: nelle fasi giovanili viene assorbito in forma ammoniacale e dalla differenziazione della pannocchia anche in forma nitrica. Favorisce l’accestimento, il n° di semi della pannocchia, l’altezza della pianta, il peso dei semi ed il contenuto proteico. Un eccesso aumenta il rischio di allettamento, di sterilità fiorale, la sensibilità alle basse temperature ed in generale verso tutti i patogeni, in particolare al brusone. La forma del concime azotato utilizzato per la risaia ha grandissima importanza. L’azoto sotto forma nitrica o nitroammoniacale è da escludere, perché troppo solubile, dilavabile e soggetto a denitrificarsi negli strati sottosuperficiali del suolo che si trovano allo stato ridotto. L’urea è il concime azotato ideale per la risaia. FOSFORO: favorisce la radicazione delle plantule, l’allungamento delle radici e l’accestimento. La carenza diminuisce la resistenza ai freddi tardivi e provoca un anormale ingrossamento delle cariossidi. Nel periodo riproduttivo favorisce la maturazione, specialmente in condizioni di temperature subottimale. POTASSIO: massimo assorbimento dall’accestimento alla botticella. Favorisce l’accestimento, le dimensioni del seme, la resistenza alle malattie, al freddo e all’allettamento, importante per la biosintesi e il trasporto degli zuccheri, migliora la resa alla lavorazione industriale. La carenza provoca ridotto accrescimento, decolorazione dei bordi fogliari, senescenza precoce, facile allettamento. Asportazioni 12-28 Concimazione Le condizioni di anaerobiosi rallentano la degradazione della s.o. regimando il flusso del N e aumentando la disponibilità del P. Interramento della paglia trinciata come unico apporto di s.o., oppure ricorso a concimi organici o a sovescio (colza, trifoglio incarnato) • CONCIMAZIONE FOSFATICA Solo se necessaria (Fosforo assimilabile < a 15 ppm) e nei terreni torbosi e organici (70-80 kg/ha da distribuire in presemina). Vengono utilizzati fosfati naturali, scorie Thomas, fosfato biammonico. Effetto favorevole sullo sviluppo di alghe. • CONCIMAZIONE POTASSICA Pratica comune, ne bastano 40-70 kg/ha. È consigliabile frazionare con il 60% in pre-semina ed il restante ad inizio levata. Normalmente si usa solfato potassico o cloruro potassico (meno costoso) Concimazione azotata Le dosi di azoto variano molto, secondo la varietà, la natura del terreno, la coltura precedente, etc. CONCIMAZIONE AZOTATA (omessa nei terreni organici e torbosi del delta Po) 100-150 kg/ha di N; 60-70% pre-semina 40-30% in copertura, fine accestimento-inizio levata in caso di scarso investimento intervenire alla 5° foglia per stimolare l’accestimento Effetti dell’N sulla produzione RISO Governo dell’acqua Governo dell'acqua La conduzione dell'irrigazione in risaia è di grandissima importanza per assicurare alla coltura nelle sue varie fasi le migliori condizioni di temperatura, di disponibilità di elementi nutritivi, di controllo delle alghe e delle erbe infestanti o di certi parassiti, e di conseguenza richiede grande perizia in chi deve regolare i flussi di alimentazione e di scarico delle camere o dei bacini. È importante intervenire, con innalzamenti della sommersione, per ridurre danni da abbassamenti termici durante la germinazione e la formazione del polline (8 gg prima della fioritura) e temporanei prosciugamenti (asciutte) per lo svolgimento di pratiche colturali. Una asciutta finale troppo anticipata può favorire un accestimento tardivo; tale pratica è tuttavia utile in caso di forte allettamento o forte attacco di brusone. Governo dell'acqua – Sistema vercellese Governo dell'acqua – Sistema vercellese La tecnica prevede le seguenti manovre. 1) Sommersione con 20-30 mm d'acqua per eseguire il livellamento (indicativamente ai primi di aprile). 2) Aumento della lama d'acqua a 55 mm (massimo 70-80) per fare la semina e suo mantenimento per i 15-20 giorni successivi (germinazione); data indicativa: 10-30 aprile. 3) Breve asciutta o abbassamento del livello per favorire il radicamento delle plantule 4) Aumento della lama d'acqua a 120-130 mm per 10 giorni, in modo da sommergere completamente le plantule per fare il trattamento contro i giavoni (primi di maggio). 5) Riduzione della lama d'acqua a 80-100 mm per 30-35 giorni (cioè fin verso la metà di giugno). 6*) Asciutta di 2-3 giorni per fare il diserbo contro ciperacee, alismatacee e altre specie non graminacee. 7) Sommersione con 80-100 mm d'acqua per due settimane. 8*) Asciutta di una settimana per fare la concimazione in copertura all'inizio della levata (ultimi giorni di giugno). 9) Sommersione con 80-100 mm d'acqua fin verso la fine di agosto, all’inizio dello stadio di maturazione cerosa. 10) Sospensione dell'irrigazione in modo che le risaie siano agibili in settembre per le macchine da raccolta. * a volte vengono riunite Governo dell'acqua – Sistema ferrarese Nelle terre torbose del ferrarese il governo dell'acqua è un po' diverso. La lama d'acqua è sempre molto più alta: 20-25 cm È poi praticata un'asciutta di radicamento più lunga verso la metà di giugno per favorire lo sviluppo dell'apparato radicale, mentre non sempre si pratica l'asciutta di inizio levata, la quale sarebbe controproducente favorendo un eccessivo rilascio di azoto da parte del terreno che è molto ricco di sostanza organica. Semina Raccolta GOVERNO DELLE ACQUE (attuale) L’immissione dell’acqua nelle camere avviene da qualche giorno a un mese (nel caso della lotta al riso crodo con erbicidi antigerminello) prima della semina. Attualmente si ha un intervallo di 4-7 gg tra la sommersione e la semina per favorire la l’azione di erbicidi a base di oxadiazon, contro le Heteranthera. Quando il riso ha sviluppato una piumetta di 2-2,5 cm (8-10 gg dalla semina di aprile, 5-7 gg dalla semina in maggio) si procede all’asciutta di radicamento. Oltre all’effetto affrancamento piante, ha pure effetto di controllo alle alghe e di eliminare eventuali fermentazioni o fenomeni di tossicità da erbicidi pre-semina. Durata massima una settimana al fine di non favorire la germinazione di giavoni e del crodo e non creare indurimento del terreno Nella fase colturale successiva il livello dell’acqua segue progressivamente la crescita della coltura sino alla seconda asciutta programmata per l’esecuzione dei trattamenti erbicidi, a cui segue, solitamente, la concimazione azotata di copertura. La durata di tale asciutta è legata alla strategia di diserbo, da pochi giorni a due settimane. La concimazione azotata viene fatta prima della sommersione, normalmente dopo 5-7 gg dal diserbo. Nella fase di accestimento il livello dell’acqua viene mantenuto sui 5-10 cm. Livelli bassi favoriscono l’accestimento e l’irrobustimento dei culmi. Con il sopraggiungere del caldo risulta utile fare un riciclo delle acque, allo scopo di favorire una maggiore ossigenazione e di allontanare composti tossici provenienti da metabolismo anaerobico della risaia. All’inizio della fase di levata in molte situazioni colturali è vantaggioso ricorrere ad una terza asciutta. Tale pratica è legata alla funzione di eliminazione di composti ridotti, di impedire la formazione di accestimenti tardivi e migliorare la resistenza all’allettamento, favorendo una ripresa della crescita dell’apparato radicale e la lignificazione dei culmi. La durata varia dai 10-15 gg in funzione del clima e del terreno. Ridotto rischio di nascita di nuove infestanti. La nuova sommersione ha lo scopo di prevenire danni da abbassamenti termici durante la fase di maturazione del polline. La gestione si conclude con l’asciutta pre-raccolta, generalmente allo stadio di maturazione cerosa. Asciutte anticipate provocano calo produttivo e abbassamento della resa in riso lavorato. Governo delle acque - Semina in asciutto VANTAGGI Minore uso di acqua Riduzione sviluppo di alghe Riduzione allettamento Minor perdita di s.o. Riduzione costi di produzione Governo delle acque - Semina in asciutto Con il metodo della semina interrata a file, il ciclo colturale viene allungato di qualche giorno, specialmente per le semine precoci (sconsigliate perché favoriscono le infestanti). Si utilizzano varietà a ciclo medio o medio-precoce. Maggiore sviluppo di riso crodo per nascita anche dei semi più profondi. Alla sommersione almeno un terzo della pianta deve essere sommerso per favorire il superamento della fase critica di transizione dall’asciutto al sommerso. Modifiche alla concimazione. Distribuire circa il 20% di N in più rispetto alla semina in sommersione (attenzione a varietà alte e suscettibili al brusone). Irrigazione turnata La tradizionale coltivazione per sommersione potrebbe diventare, in un futuro con sempre meno acqua, difficilmente sostenibile. La tecnica prevede: - semina a file su terreno asciutto - apporti idrici attraverso sommersione o aspersione in funzione dell’evapotraspirazione - fase critica: tra la formazione dell’abbozzo panicolare e la fioritura. Ricorrere a varietà resistenti allo stress idrico e al brusone. Adeguare la somministrazione dei fertilizzanti (concimi a lento effetto o di matrice organica, in presemina e frazionamento durante la coltura: accestimento e formazione pannocchia) Difficoltà con infestanti da asciutto, come giavoni ed alcune dicotiledoni. Diserbi fin dai primi stadi di sviluppo della coltura. RISO Semina SEMINA Scelta delle varietà La scelta delle varietà da seminare è subordinata alle condizioni climatiche, alla temperatura dell'acqua, alla precessione colturale. La scelta può avvenire tra varietà che differiscono tra loro per la durata del ciclo di sviluppo, per la tecnica colturale e, soprattutto, per le caratteristiche mercantili del prodotto. Varietà precoci per praticare la falsa semina. Varietà di tipo lungo B richieste dal mercato del Nord Europa. Varietà di tipo lungo A per la parboilizzazione. Varietà precoci sono da preferire quando si debba liberare presto il terreno per la successiva semina del frumento, quando occorra distribuire nel tempo i lavori e quando le acque siano fredde. In base alla precocità le varietà italiane sono distinte come segue: Molto Precoci: 140 gg (durata ciclo) Precoci: 141-150 gg Medie: 151-160 gg Di stagione: 161-170 gg Tardive: 171-175 gg In passato esistevano anche varietà precocissime (125 giorni), utilizzate per la coltura intercalare trapiantata, oggi scomparsa. C'è una relazione lineare che lega la produttività alla lunghezza del periodo vegetativo. Principali varietà (www.enterisi.it) Varietà maggiormente coltivate SEMINA Epoca La stagione di semina del riso varia a seconda della temperatura dell'acqua, (della coltura precedente), della precocità della varietà, etc. In genere è compresa tra la metà di aprile e la metà di maggio, ma con varietà molto precoci ci si può spingere fino alla fine di maggio. Con falsa semina: 2°-3° decade di maggio, per lotta al “riso crodo” Per avere un'emergenza soddisfacente occorre che la temperatura raggiunga i 12-14 °C. SEMINA Modalità La quantità di risone che comunemente si usa va dai 150 ai 220 kg per ha e talvolta anche di più; l'obiettivo è di realizzare un investimento di 250-300 piante/m2, pari a 350-450 pannocchie/m2 Dose di semina: vedi tabella Quantità seme SEMINA Modalità La semina in sommersione viene preceduta da due operazioni preparatorie della semente; l'ammollamento e la disinfezione. L'ammollamento consiste nell'immersione in acqua per almeno 24 ore dei sacchi contenenti la semente, onde facilitare l'affondamento delle cariossidi al momento della semina e inoltre anticipare la germinazione e la nascita del riso. La semina segue immediatamente il passaggio dello spianone, di modo che la copertura del seme avviene per il depositarsi della torbida sollevata da questo. Disinfezione: concia del seme (ditiocarbammati, iprodione) Il sistema più usato è la semina a spaglio fatta a macchina; ora si vanno pure diffondendo le semine a righe, con seminatrici di tipo universale, appositamente adattate con profondità di semina: max 2 cm distanza file: 15-30 cm Semina in risaia asciutta. Una tecnica di semina che tende ad estendersi, perché può ridurre i consumi idrici. La semina si attua con seminatrici a fila e la sommersione si attua dopo 30 giorni circa, a riso già nato e con 3-4 foglie. Trapianto Il riso, oltre che direttamente in posto, può essere seminato in semenzaio (1/10-1/20 della superficie da coltivare) per essere poi trapiantato (alto 15 cm, disponendo 18-20 ciuffi, di 3-6 piante, per m2). Il trapianto in Italia è completamente scomparso; si praticava estesamente in passato per guadagnare tempo e poter fare il riso come coltura intercalare dopo frumento o dopo il primo taglio di un prato. Questo sistema è ancora molto seguito ai tropici perché fa guadagnare tempo, consentendo fino a 2-3 raccolti all'anno, e fa risparmiare semente. RISO Lotta alle malerbe INFESTANTI La risaia sommersa è un agroecosistema del tutto particolare nel quale la vegetazione infestante che vi si insedia ha caratteristiche altrettanto particolari, adattate all’habitat della risaia. La flora infestante delle risaie è caratteristica per avere come habitat ambienti palustri o comunque saturi d'acqua, per cui comprende specie diverse da quelle che si trovano negli agroecosistemi di terraferma: alghe, piante acquatiche vere e proprie (eterantera), piante palustri (ciperacee, butomacee, alismatacee); piante tolleranti gli ambienti umidi (tra le graminacee i giavoni e il riso selvatico), e con l’innovazione della tecnica colturale piante infestanti tipiche di colture asciutte. Danni produttivi fino all’80%. Alghe Le infestazioni di alghe sono dannose specialmente durante il primo sviluppo del riso per il feltro che esse formano con l'intreccio dei loro filamenti sul fondo della risaia o in superficie. Le alghe prevalenti nelle risaie sono quelle verdi (Chlorophyceae) e quelle azzurre (Cyanophyceae); in passato le prime erano prevalenti ma facilmente controllabili, mentre attualmente stanno aumentando le seconde. Le alghe verdi formano un feltro galleggiante che ostacola l'emergenza dall'acqua delle piantine di riso, le cui foglie restano invischiate nel feltro algale, trovando difficoltà ad uscire alla luce*. Le alghe azzurre formano il loro feltro prima sul fondo, dove le plantule di riso stanno compiendo il loro primo sviluppo, per poi sollevarsi diventando galleggianti: in questo modo le plantule di riso vengono sradicate e portate in superficie dove tra l'altro corrono il rischio di essere spinte alla deriva dal vento e dal moto ondoso, finendo ammassate nella parte sottovento del campo**. *concia seme (mancozeb), uso di carbammati o sali di Cu, riducendo l’altezza dell’acqua di sommersione **asciutta e basso livello dell’acqua Piante acquatiche Eterantera (Heteranthera limosa, H. reniformis, H. rotundifolia) È un'infestante nuova, introdotta dall'America centrale alcuni anni fa e che infesta ormai la quasi totalità delle risaie italiane. In diffusione. Piante palustri • Ciperacee: Scirpus maritimus, S. mucronatus, Cypersus esculentus (molto diffuse nel vercellese) • Alismatacee: Alisma plantago-aquatica • Butomacee: Butumus umbellulatus (difficile da controllare) FLORA INFESTANTE EMERGENTE Cyperus esculentus (bagiggi) specie perenne tipica delle semine in asciutto, si riproduce per mezzo di un numero elevatissimo di tubercoli, lotta con sulfoniluree eventualmente miscelate con propanile Cyperus serotinus (zigolo tardivo) specie perenne tipica di risaia sommersa, ma anche in asciutto, si riproduce per rizomi, taglia elevata (120130 cm), lotta con azimsulfuron Commelina communis (erba miseria) (fam. Commelinacee) specie annuale, si riproduce per seme, si sviluppa su terreno non sommerso ma poi sopporta livelli di acqua non troppo elevati, molta diffusa sugli argini, lotta con bispiribac-sodium Murdannia keisak (fam. Commelinacee) specie annuale, si riproduce per seme, si sviluppa su terreno sommerso, diffusa sugli argini, nelle imboccature e capezzagne, lotta con bispiribac-sodium Graminacee • Echinocloa spp. • Leptocloa spp. • Leersia oryzoides • Sorghum halepense • Panicum dicothomiflorum • Riso crodo Giavoni I giavoni comprendono parecchie specie graminacee del genere Echinochloa e sono le infestanti del riso più frequenti e invadenti, contro le quali è quasi sempre necessario intervenire perché bastano pochissime piante per m2 (6-7) per causare perdite di produzione gravissime. • Giavone peloso: E. phyllopogon (in espansione) • Giavone meridionale: E. colonum • Giavone comune: E. crus-galli (il più diffuso, presente in ca 190.000 ha) • Giavone pendulo: E. crus-pavonis • Giavone cinese: E. erecta (in espansione) • Giavone maggiore: E. oryzoides (diffuso in Veneto e Emilia R.) Giavone peloso: E. phyllopogon Lotta ai giavoni • OXADIAZON con trattamenti in pre-semina o in post emergenza. Controlla anche le eterantere • TIOCARBAMMATI, molinate in particolare, con piante di giavone alla 2-3 foglia, in risaia allagata. Molto inquinanti. • AZIMSULFURON in post-emergenza, Erbicida con ampio spettro di azione verso le infestanti a foglia larga. Fitotossico con interventi tardivi e con alte temperature. • PROPANILE, il più usato; assorbimento fogliare. Trattamento da 2-3 foglie all’accestimento, meglio quelli precoci. Solitamente due passaggi. Con distanza di 5-7 giorni, in asciutta. • QUINCLORAC è assorbito per via fogliare e radicale. Di elevato costo. Leptochloa fascicularis specie annuale, si riproduce per seme, taglia elevata, grande capacità di accestimento e velocità di sviluppo notevole, lotta in preemergenza in semina asciutta (cialofop butile) in postemergenza in semina sommersa (tiobencarb) Leptochloa uninervia specie annuale, si riproduce per seme, simile alla precedente anche nella lotta Leersia oryzoides (riso selvatico, perenne) si riproduce per via vegetativa, pianta molto vivace Sorghum halepense Panicum dicothomiflorum RISO CRODO Oryza sativa var. sylvatica Riso crodo Il riso crodo è botanicamente classificato nella stessa specie del riso coltivato, del quale si considera una varietà botanica. Questa infestante, diffusa in buona parte di tutte le aree risicole mondiali, è conosciuta in Italia perlomeno dall'inizio del 1800. La sua presenza in Italia è però piuttosto limitata fino agli anni '80, durante i quali aumenta in modo drammatico a causa soprattutto della diffusione di varietà a granello lungo (tipo indica) nella cui semente erano presenti in abbondanza cariossidi della malerba. Il riso crodo manifesta un’ampia variabilità di caratteristiche anatomiche, biologiche e fisiologiche. È difficilmente distinguibile dal riso coltivato almeno fino allo stadio di accestimento. Generalmente, le piante di riso crodo sono più vigorose, più sviluppate in altezza e presentano un maggior numero di culmi di accestimento, rispetto alle varietà coltivate. Tra le caratteristiche più peculiari del riso crodo vi sono: - la colorazione del pericarpo (anche se vi sono numerosi biotipi a pericarpo bianco, in tutto simili al riso coltivato), - la capacità delle cariossidi di staccarsi dal rachide della pannocchia al raggiungimento della maturità (il fenomeno prende il nome di "crodatura"). I danni dovuti alla presenza della malerba sono rappresentati dal calo di produzione (-20/60%) dovuto agli effetti competitivi e dai maggiori costi di lavorazione del riso. La parte di cariossidi della malerba che non è ancora caduta a terra al momento della trebbiatura del riso, infatti, viene raccolta col riso stesso, inquinando le partite commerciali. La presenza di tali cariossidi nel risone richiede una lavorazione più energica per eliminare quelle a pericarpo colorato, che si traduce in un aumento dei tempi di lavorazione e della percentuale di scarto. La difficoltà maggiore nella gestione del riso crodo è rappresentata dal fatto che, fisiologicamente, è una pianta estremamente affine al riso coltivato. Caratteristiche biologiche del riso crodo Acquisizione della capacità germinativa dopo la fioritura e crodatura: i semi di riso crodo sono potenzialmente in grado di germinare già nove giorni dopo la fioritura. Dormienza dei semi: a differenza della maggior parte dei risi coltivati della sottospecie japonica, i semi della sottospecie indica, delle altre specie spontanee e del riso crodo presentano comunemente un più o meno elevato grado di dormienza. Questo fenomeno si traduce in una scalarità delle emergenze, che permette al riso crodo con germinazione ritardata di sfuggire agli interventi di lotta chimica o meccanica. La forte pressione selettiva esercitata dagli interventi di lotta praticati per più anni, può favorire, inoltre, la selezione e la diffusione di tipi con emergenza tardiva. Longevità dei semi (persistenza della vitalità): secondo alcune sperimentazioni può arrivare fino a 12 anni. Capacità di emergenza: in alcuni ecotipi, è stata osservata solo una modesta riduzione della percentuale di emergenza fino a 25 cm di profondità. Taglia più elevata Lotta al riso crodo Le strategie si basano sulla combinazione di tecniche colturali e di interventi chimici. • Lavorazioni del terreno In un programma di lotta integrata al riso crodo, la scelta del tipo di lavorazione va fatta in funzione della consistenza della ‘banca dei semi’ (totale e alle diverse profondità) e degli altri mezzi di lotta che si vogliono adottare. Con l’aratura ordinaria, ad esempio, i semi delle infestanti vengono in genere ridistribuiti in modo omogeneo lungo tutto il profilo interessato, mentre con la minima lavorazione i semi rimangono concentrati nei primi 6-8 centimetri. Le lavorazioni superficiali tendono a stimolare le emergenze, per cui bene si adattano all’adozione di tecniche come la falsa semina, finalizzate alla rapida riduzione della banca dei semi. • Gestione dell’acqua La presenza di uno strato d’acqua sulla superficie del terreno ha in generale un’influenza notevole sulle emergenze e sullo sviluppo delle infestanti del riso. Similmente ad altre poacee infestanti come i giavoni (Echinochloa spp.), il riso crodo viene favorito quando lo strato d’acqua è molto sottile. Nel caso della falsa semina, proprio per stimolare le emergenze, si tende ad inondare la risaia solo all’inizio del trattamento, lasciando poi che il livello si abbassi gradualmente per effetto della percolazione e dell’evaporazione. Nel caso di impiego di diserbanti antigerminativi di pre-semina, al contrario, viene mantenuto un livello d’acqua molto elevato, per contribuire a limitare il più possibile le emergenze Falsa semina È la tecnica di lotta più diffusa nelle risaie italiane. Scopo della falsa semina è quello di indurre una emergenza abbondante e il più possibile uniforme dell’infestante prima della semina del riso. Determina un drastico contenimento dell’infestazione nel corso della stagione in cui viene adottata; il suo impiego ripetuto negli anni consente una progressiva riduzione della banca dei semi. Alcuni fattori sono determinanti nella riuscita della tecnica: minima lavorazione o lavorazione superficiale gestione dell’acqua durante la falsa semina durata della falsa semina: normalmente è necessario attendere circa un mese. Al termine della falsa semina le plantule di crodo (3-4 foglie) vengono eliminate generalmente con un trattamento chimico. In alternativa al trattamento chimico, si può effettuare un trattamento meccanico, che normalmente presenta un’efficacia inferiore. • Impiego di varietà precoci L’adozione della tecnica della falsa semina, ritardando di circa 30 giorni la semina rispetto all’epoca ordinaria, impone l’impiego di varietà precoci. In passato venivano impiegate varietà molto precoci (Titanio, Silla, Rosa Marchetti) che consentivano di limitare notevolmente la disseminazione dell’infestante, in quanto raccolte normalmente prima della crodatura della stessa. Queste cultivar sono state sostituite da altre molto più produttive e con migliori caratteristiche agronomiche (in particolare maggiore resistenza all’allettamento). Tra queste sono da ricordare le cv Loto, Cripto, Selenio e Savio • Rotazione e avvicendamento Una delle principali ragioni della drammatica diffusione del riso crodo risiede nella quasi totale assenza di rotazioni che caratterizza le principali aree risicole italiane. In casi di infestazione particolarmente abbondante, il ricorso alla rotazione diventa l’unica strada percorribile. Le colture che più frequentemente sono inserite in rotazione a riso sono mais e soia. In queste colture, il riso crodo può essere controllato con diserbo chimico in pre- o post-emergenza, oppure con interventi meccanici. • Utilizzo di semente certificata Mezzi chimici di lotta Nella lotta al riso crodo, a causa della elevata affinità tra infestante e coltura, è possibile effettuare trattamenti diserbanti quasi esclusivamente in pre-semina. I trattamenti eseguibili in pre-semina sono sostanzialmente di due tipi: pre-emergenza del riso crodo (con alta lama d’acqua); post-emergenza del riso crodo (in abbinamento alla falsa semina). L’impiego di prodotti chimici dopo la semina del riso è limitata esclusivamente a trattamenti di soccorso con barra umettante. • Pre-emergenza del riso crodo Sebbene sia nota l’efficacia di vari principi attivi nel controllo in pre-emergenza del riso crodo, in Italia il pretilachlor è il più usato. Il prodotto viene utilizzato con risaia sommersa (alto livello acqua) e il trattamento va eseguito almeno 25-30 giorni prima della semina, per evitare effetti fitotossici sulla coltura, alla dose di 2,5 kg/ha di formulato commerciale. • Post-emergenza del riso crodo Al termine delle falsa semina. Rispetto a tutti gli altri mezzi di lotta, questa tecnica fornisce generalmente i risultati migliori. I p.a. disponibili sono il dalapon, impiegato già da molti anni e il cycloxydim, autorizzato su riso in pre-semina dal 1999. L’impiego di altri diserbanti a largo spettro, come ad esempio glifosate hanno mostrato livelli di efficacia piuttosto ridotti. Questo comportamento è probabilmente da porre in relazione alla limitata superficie di assorbimento delle plantule di riso crodo nel momento in cui si effettuano i trattamenti (stadio 2-3 foglie). Interventi di soccorso: per evitare arricchimento semi nel terreno, con barra falciante (due inteventi distanziati di 15 gg) o con barra umettante (Glifosate) Lotta genetica Le biotecnologie sono state applicate ampiamente sul riso, in particolare per conferire tolleranza a condizioni climatiche avverse (es. siccità), insetti e resistenza ad erbicidi. Le ricerche hanno riguardato soprattutto la trasformazione per la resistenza a glufosinate-ammonio, un diserbante a largo spettro normalmente non selettivo per il riso e potente inibitore della glutamina sintetasi. L’inibizione di questo enzima provoca un accumulo di ammoniaca, che determina la morte della pianta. La resistenza viene ottenuta attraverso l’introduzione nel genoma della pianta del gene bar di Streptomyces hygroscopicus. L’applicazione di questa tecnica ha già portato a delle applicazioni commerciali da parte della società che detiene il brevetto della molecola erbicida (Aventis), attraverso lo sviluppo di varietà caratterizzate dalla denominazione “Liberty-link”. La valutazione agronomica di varietà transgeniche è stata effettuata soprattutto negli USA. La possibilità di controllare efficacemente il riso crodo in varietà transgeniche è stata ampiamente dimostrata, ma presenta alcuni rischi potenziali, primo fra tutti il possibile passaggio del gene di resistenza dalla coltura al riso crodo. In situazioni di incrocio controllato fra varietà trasformato e riso crodo è stata di fatto osservata la comparsa di progenie resistente a glufosinate-ammonio, mentre resta da verificare la reale probabilità che questo fenomeno ha di verificarsi nelle comuni condizioni di campo. Diffusione della Varietà Libero ClearfieldR in italia nel 2007 (Totale ha coltivati in Italia 16.234) 193 Altre regioni Lombardia 8 899 7 124 Piemonte Fonte Ente Nazionale Risi