L’ESSENZIALE E’… Veglia di preghiera La veglia, preparata in occasione di un campo diocesano di AC, si propone di mostrare ciò che essenziale nella vita di preghiera. Nel corso delle tre tappe si evidenza il passaggio da uno stile di preghiera suggestivo, caratterizzato dalla presenza di numerosi segni e cura dei particolari ad uno più sobrio in cui rimane solo l’essenziale, l’eucarestia 1° tappa Il luogo della celebrazione è arredato e illuminato; si canta con l’accompagnamento delle chitarre - Segno: pane, vino, cero pasquale, lumini per ciascun partecipante, incenso Canto: Alleluia lodate il Signore Mt.13, 18 - 23 Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l`uomo che ascolta la parola e subito l`accoglie con gioia, 21ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 22Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l`inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dá frutto. 23Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dá frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta» - Incenso nel braciere a indicare l’offerta di noi stessi a Dio Testimonianze di giovani sulla GMG: Sono arrivata a Tor Vergata, ho appoggiato lo zaino, mi sono guardata attorno. In un attimo ho capito cosa vuol dire essere figli dello stesso Padre (Laura) Grazie a voi ragazzi ho riscoperto la fede. Voi avete riacceso la fiamma nel mio cuore: Viva Cristo, presente e futuro della mia vita (Francesco) A tutti i giovani che, come me, partecipano alla Gmg: dimostriamo al mondo che siamo ancora ricchi di entusiasmo e crediamo nella vita! (Ilenia) Come è strano, non pensavo di poter scrivere mai queste parole. Dopo 18 anni passati lontano della chiesa, sempre in cerca di una verità più terrena che spirituale, oggi sono qui a testimoniare la grandezza di Cristo. Che gioia è stata per me la Gmg! Attraversare la Porta Santa insieme a tanti giovani più credenti di me, ascoltare le parole del Papa a Tor Vergata dopo la lunga marcia, mi ha dato una forza che non sapevo di possedere. Grazie “nonno”! Quando mi sei passato a fianco solo per un attimo, mi sono sentito vibrare dentro ed ho pianto davvero tanto e insieme a te mi sento pronto ad incendiare il mondo aiutando il mio prossimo. (Nicola) 2° tappa Il luogo è semplice e spoglio, al di fuori della cinta del camposcuola, si canta a canone - segno: pane, vino, cero pasquale canto: Iubilate Deo omnis terra servite Domino in laetitia 1 Re 19,9 –13 Elia entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». 10Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». 11Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 13Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all`ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». 14Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». L’Eucaristia domenicale – Dalla Lettera Apostolica Novo millennio ineunte 35. Il massimo impegno va posto dunque nella liturgia, “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù”. Nel secolo XX, specie dal Concilio in poi, molto è cresciuta la comunità cristiana nel modo di celebrare i Sacramenti e soprattutto l’Eucaristia. Occorre insistere in questa direzione, dando particolare rilievo all’Eucaristia domenicale e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della fede, giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito, vera Pasqua della settimana. Da duemila anni, il tempo cristiano è scandito dalla memoria di quel “primo giorno dopo il sabato” (Mc. 16,2.9, Lc. 24,1, Gv. 20,1), in cui Cristo risorto portò agli Apostoli il dono della pace e dello Spirito (cfr. Gv. 20,19-23). La verità della risurrezione di Cristo è il dato originario su cui poggia la fede cristiana (cfr. 1 Cor. 15,15) evento che si colloca al centro del mistero del tempo, e prefigura l’ultimo giorno, quando Cristo ritornerà glorioso. Non sappiamo quali eventi ci riserverà il millennio che sta iniziando, ma abbiamo la certezza che esso resterà saldamente nelle mani di Cristo, il “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,16), e proprio celebrando la sua Pasqua, non solo una volta all’anno, ma ogni domenica, la Chiesa continuerà ad additare ad ogni generazione “ciò che costituisce l’asse portante della storia , al quale si riconducono il mistero delle origini e quello del destino finale del mondo”. - 36. Vorrei pertanto insistere, nel solco della Dies Domini, perché la partecipazione all’Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica: un impegno irrinunciabile, da vivere non solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno di una vita cristiana veramente consapevole e coerente. Stiamo entrando n un millennio che si prefigura caratterizzato da un profondo intreccio di culture e religioni anche nei Paesi di antica cristianizzazione. In molte regioni i cristiani sono, o stanno diventando, un “piccolo gregge” (Lc. 12,32). Ciò li pone di fronte alla sfida di testimoniare con maggiore forza, spesso in condizione di solitudine e di difficoltà, gli aspetti specifici della propria identità. Il dovere della partecipazione eucaristica ogni domenica è uno di questi. L’Eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente i cristiani come famiglia di Dio intorno alla mensa della Parola e del Pane di vita, è anche l’antidoto più naturale alla dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la comunione è costantemente annunciata e coltivata. Proprio attraverso la partecipazione eucaristica, il giorno del Signore diventa anche il giorno della Chiesa, che può svolgere così in modo efficace il suo ruolo di sacramento di unità. 3° tappa Non ci sono canti - segno: pane, vino Mt. 26, 26 - 28 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell`alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. - Da Francois Xavier Nguyen van Thuan, Cinque pani e due pesci, Dalla sofferenza del carcere una gioiosa testimonianza di fede, Ed. S. Paolo1997, p. 39 – 44. “ Lei ha potuto celebrare la Messa in prigione’”, è la domanda che molti mi hanno posto più volte. E hanno ragione: l’eucarestia è la più bella preghiera , è il culmine della vita di Gesù. Quando rispondo “si”, conosco già la domanda seguente: “ come ha potuto procurarsi il pane e il vino’”. Quando fui arrestato, dovetti andarmene subito a mani vuote. L’indomani, mi è permesso di scrivere per chiedere le cose più necessarie. Vestiti, dentifricio... Ho scritto al mio destinatario.” Per favore, mi mandi un po’ di vino, coem medicina contro il mal di stomaco”. I fedeli capiscono subito cosa significa; mi mandano una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l’etichetta contro il mal di stomaco, e delle ostie celate in una fiaccola contro l’umidità. La polizia mi ha domandato. – Lei ha male di stomaco –Si - Ecco un po’ di medicina per lei. Non potrò mai esprimere la mia grande gioia:ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d’acqua nel palmo della mano, celebro la mia Messa. Sulla nave che ci portava verso nord, ho celebrato nella notte e comunicato i prigionieri intorno a me. Talvolta devo celebrare quando tutti vanno al bagno dopo la ginnastica. Nel campo di rieducazione siamo divisi in gruppi di 50 persone; dormiamo su un letto comune, ciascuno ha diritto a 50 cm. Ci siamo arrangiati in modo che ci siano cinque cattolici con me. Alle 21 e 30 bisogna spegnere la luce e tutti devono dormire. Mi curvo sul letto per celebrare la Messa, a memoria, e distribuisco la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Fabbrichiamo pacchettini con la carta die pacchetti di sigarette, per conservare il Santissimo Sacramento: Gesù eucaristico è sempre con me nella tasca della camicia. Come la manna nutrì gli Israeliti nel loro viaggio verso la Terra Promessa, così l’Eucarestia mi nutrisce nel cammino della speranza. Ogni settimana, ha luogo una sessione di indottrinamento, a cui deve partecipare tutto il campo. Al momento della pausa, con i miei compagni cattolici, approfittiamo per passare un pacchettino a ciascuno degli altri gruppi di prigionieri: tutti sanno che Gesù è in mezzo a loro, è lui che cura tutte le sofferenze fisiche e mentali. La notte, i prigionieri si alternano in turni di adorazione; Gesù eucaristico aiuta in modo tremendo con la sua presenza silenziosa. Molti cristiani ritornano al fervore della fede; anche buddisti e altri non cristiani si convertono. La forza dell’amore di Gesù è irresistibile. L’oscurità del carcere diventa luce, il seme è germinato sotto terra durante la tempesta. Ogni volta che offro la messa ho l’opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce di Gesù, di bere con lui il calice amaro Gesù sulla croce iniziò una rivoluzione. La vostra rivoluzione deve cominciare dalla mensa eucaristica. Così potrete rinnovare l’umanità. Ho trascorso nove anni in isolamento. Durante questo periodo celebro la Messa ogni giorno verso le 3 del pomeriggio: l’ora di Gesù agonizzante. Sono solo, posso cantare la mia Messa come voglio, in latino, francese, vietnamita…Porto sempre con me il sacchettino che contiene il Santissimo Sacramento: “Tu in me ed io in te.”. Sono le più belle Messe della mia vita. Nell’Eucarestia annunciamo la morte di Gesù e proclamiamo la sua risurrezione.Vi sono momenti di tristezza infinita, come faccio? Guardare a Gesù crocifisso e abbandonato sulla croce. Ad occhi umani la vita di Gesù è fallita, ma agli occhi di Dio , sulla croce Gesù ha compiuto l’azione più importante della sua vita, perché ha versato il suo sangue per salvare il mondo. Carissimi giovani, ascoltate il Papa: “Gesù vive in mezzo a noi nell’eucarestia…fra le incertezze e le distrazioni della vita quotidiana, imitate i discepoli in cammino verso Emmaus…Invocate Gesù, perché lungo le strade delle tante Emmaus dei nostri tempi rimanga sempre con voi. Sia lui il vostro punto di riferimento, Lui la vostra speranza”. (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XII GMG, 1977, n.7) Conclusione L’eucarestia è il luogo dell’incontro: essenziale è volerlo incontrare - benedizione con il pane consegna a ciascuno di un pezzo di pane