L`essenziale è... - Parrocchia san Gabriele

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L’ESSENZIALE E’…
Veglia di preghiera
La veglia, preparata in occasione di un campo diocesano di AC, si propone di mostrare ciò che
essenziale nella vita di preghiera. Nel corso delle tre tappe si evidenza il passaggio da uno stile di
preghiera suggestivo, caratterizzato dalla presenza di numerosi segni e cura dei particolari ad uno
più sobrio in cui rimane solo l’essenziale, l’eucarestia
1° tappa
Il luogo della celebrazione è arredato e illuminato; si canta con l’accompagnamento delle chitarre
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Segno: pane, vino, cero pasquale, lumini per ciascun partecipante, incenso
Canto: Alleluia lodate il Signore
Mt.13, 18 - 23
Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19tutte le volte che uno ascolta la parola del
regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il
seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l`uomo che ascolta
la parola e subito l`accoglie con gioia, 21ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge
una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 22Quello seminato tra
le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l`inganno della ricchezza
soffocano la parola ed essa non dá frutto. 23Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la
parola e la comprende; questi dá frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta»
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Incenso nel braciere a indicare l’offerta di noi stessi a Dio
Testimonianze di giovani sulla GMG:
Sono arrivata a Tor Vergata, ho appoggiato lo zaino, mi sono guardata attorno. In
un attimo ho capito cosa vuol dire essere figli dello stesso Padre (Laura)
Grazie a voi ragazzi ho riscoperto la fede. Voi avete riacceso la fiamma nel mio
cuore: Viva Cristo, presente e futuro della mia vita (Francesco)
A tutti i giovani che, come me, partecipano alla Gmg: dimostriamo al mondo che
siamo ancora ricchi di entusiasmo e crediamo nella vita! (Ilenia)
Come è strano, non pensavo di poter scrivere mai queste parole. Dopo 18 anni
passati lontano della chiesa, sempre in cerca di una verità più terrena che spirituale, oggi
sono qui a testimoniare la grandezza di Cristo. Che gioia è stata per me la Gmg!
Attraversare la Porta Santa insieme a tanti giovani più credenti di me, ascoltare le parole
del Papa a Tor Vergata dopo la lunga marcia, mi ha dato una forza che non sapevo di
possedere. Grazie “nonno”! Quando mi sei passato a fianco solo per un attimo, mi sono
sentito vibrare dentro ed ho pianto davvero tanto e insieme a te mi sento pronto ad
incendiare il mondo aiutando il mio prossimo. (Nicola)
2° tappa
Il luogo è semplice e spoglio, al di fuori della cinta del camposcuola, si canta a canone
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segno: pane, vino, cero pasquale
canto: Iubilate Deo omnis terra servite Domino in laetitia
1 Re 19,9 –13
Elia entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?».
10Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato
la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed
essi tentano di togliermi la vita». 11Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore».
Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce
davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore
non era nel terremoto. 12Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il
fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 13Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e
si fermò all`ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». 14Egli
rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la
tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed
essi tentano di togliermi la vita».
L’Eucaristia domenicale – Dalla Lettera Apostolica Novo millennio ineunte
35. Il massimo impegno va posto dunque nella liturgia, “il culmine verso cui tende l’azione della
Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù”. Nel secolo XX, specie dal Concilio in
poi, molto è cresciuta la comunità cristiana nel modo di celebrare i Sacramenti e soprattutto
l’Eucaristia. Occorre insistere in questa direzione, dando particolare rilievo all’Eucaristia
domenicale e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della fede, giorno del Signore
risorto e del dono dello Spirito, vera Pasqua della settimana.
Da duemila anni, il tempo cristiano è scandito dalla memoria di quel “primo giorno dopo il sabato”
(Mc. 16,2.9, Lc. 24,1, Gv. 20,1), in cui Cristo risorto portò agli Apostoli il dono della pace e dello
Spirito (cfr. Gv. 20,19-23). La verità della risurrezione di Cristo è il dato originario su cui poggia la
fede cristiana (cfr. 1 Cor. 15,15) evento che si colloca al centro del mistero del tempo, e prefigura
l’ultimo giorno, quando Cristo ritornerà glorioso.
Non sappiamo quali eventi ci riserverà il millennio che sta iniziando, ma abbiamo la certezza che
esso resterà saldamente nelle mani di Cristo, il “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,16), e
proprio celebrando la sua Pasqua, non solo una volta all’anno, ma ogni domenica, la Chiesa
continuerà ad additare ad ogni generazione “ciò che costituisce l’asse portante della storia , al quale
si riconducono il mistero delle origini e quello del destino finale del mondo”.
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36. Vorrei pertanto insistere, nel solco della Dies Domini, perché la partecipazione
all’Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica: un impegno
irrinunciabile, da vivere non solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno di una vita cristiana
veramente consapevole e coerente.
Stiamo entrando n un millennio che si prefigura caratterizzato da un profondo intreccio di culture e
religioni anche nei Paesi di antica cristianizzazione. In molte regioni i cristiani sono, o stanno
diventando, un “piccolo gregge” (Lc. 12,32). Ciò li pone di fronte alla sfida di testimoniare con
maggiore forza, spesso in condizione di solitudine e di difficoltà, gli aspetti specifici della propria
identità.
Il dovere della partecipazione eucaristica ogni domenica è uno di questi. L’Eucaristia domenicale,
raccogliendo settimanalmente i cristiani come famiglia di Dio intorno alla mensa della Parola e del
Pane di vita, è anche l’antidoto più naturale alla dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la
comunione è costantemente annunciata e coltivata.
Proprio attraverso la partecipazione eucaristica, il giorno del Signore diventa anche il giorno della
Chiesa, che può svolgere così in modo efficace il suo ruolo di sacramento di unità.
3° tappa
Non ci sono canti
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segno: pane, vino
Mt. 26, 26 - 28
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai
discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice e, dopo aver reso
grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell`alleanza, versato per
molti, in remissione dei peccati.
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Da Francois Xavier Nguyen van Thuan, Cinque pani e due pesci, Dalla sofferenza del
carcere una gioiosa testimonianza di fede, Ed. S. Paolo1997, p. 39 – 44.
“ Lei ha potuto celebrare la Messa in prigione’”, è la domanda che molti mi hanno posto più volte.
E hanno ragione: l’eucarestia è la più bella preghiera , è il culmine della vita di Gesù. Quando
rispondo “si”, conosco già la domanda seguente: “ come ha potuto procurarsi il pane e il vino’”.
Quando fui arrestato, dovetti andarmene subito a mani vuote. L’indomani, mi è permesso di
scrivere per chiedere le cose più necessarie. Vestiti, dentifricio... Ho scritto al mio destinatario.” Per
favore, mi mandi un po’ di vino, coem medicina contro il mal di stomaco”. I fedeli capiscono subito
cosa significa; mi mandano una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l’etichetta contro il mal
di stomaco, e delle ostie celate in una fiaccola contro l’umidità. La polizia mi ha domandato. – Lei
ha male di stomaco –Si - Ecco un po’ di medicina per lei.
Non potrò mai esprimere la mia grande gioia:ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia
d’acqua nel palmo della mano, celebro la mia Messa.
Sulla nave che ci portava verso nord, ho celebrato nella notte e comunicato i prigionieri intorno a
me. Talvolta devo celebrare quando tutti vanno al bagno dopo la ginnastica. Nel campo di
rieducazione siamo divisi in gruppi di 50 persone; dormiamo su un letto comune, ciascuno ha diritto
a 50 cm. Ci siamo arrangiati in modo che ci siano cinque cattolici con me. Alle 21 e 30 bisogna
spegnere la luce e tutti devono dormire. Mi curvo sul letto per celebrare la Messa, a memoria, e
distribuisco la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Fabbrichiamo pacchettini con la
carta die pacchetti di sigarette, per conservare il Santissimo Sacramento: Gesù eucaristico è sempre
con me nella tasca della camicia.
Come la manna nutrì gli Israeliti nel loro viaggio verso la Terra Promessa, così l’Eucarestia mi
nutrisce nel cammino della speranza.
Ogni settimana, ha luogo una sessione di indottrinamento, a cui deve partecipare tutto il campo. Al
momento della pausa, con i miei compagni cattolici, approfittiamo per passare un pacchettino a
ciascuno degli altri gruppi di prigionieri: tutti sanno che Gesù è in mezzo a loro, è lui che cura tutte
le sofferenze fisiche e mentali. La notte, i prigionieri si alternano in turni di adorazione; Gesù
eucaristico aiuta in modo tremendo con la sua presenza silenziosa. Molti cristiani ritornano al
fervore della fede; anche buddisti e altri non cristiani si convertono. La forza dell’amore di Gesù è
irresistibile. L’oscurità del carcere diventa luce, il seme è germinato sotto terra durante la tempesta.
Ogni volta che offro la messa ho l’opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce di
Gesù, di bere con lui il calice amaro
Gesù sulla croce iniziò una rivoluzione. La vostra rivoluzione deve cominciare dalla mensa
eucaristica. Così potrete rinnovare l’umanità.
Ho trascorso nove anni in isolamento. Durante questo periodo celebro la Messa ogni giorno verso le
3 del pomeriggio: l’ora di Gesù agonizzante. Sono solo, posso cantare la mia Messa come voglio, in
latino, francese, vietnamita…Porto sempre con me il sacchettino che contiene il Santissimo
Sacramento: “Tu in me ed io in te.”.
Sono le più belle Messe della mia vita.
Nell’Eucarestia annunciamo la morte di Gesù e proclamiamo la sua risurrezione.Vi sono momenti
di tristezza infinita, come faccio? Guardare a Gesù crocifisso e abbandonato sulla croce. Ad occhi
umani la vita di Gesù è fallita, ma agli occhi di Dio , sulla croce Gesù ha compiuto l’azione più
importante della sua vita, perché ha versato il suo sangue per salvare il mondo.
Carissimi giovani, ascoltate il Papa: “Gesù vive in mezzo a noi nell’eucarestia…fra le incertezze e
le distrazioni della vita quotidiana, imitate i discepoli in cammino verso Emmaus…Invocate Gesù,
perché lungo le strade delle tante Emmaus dei nostri tempi rimanga sempre con voi. Sia lui il vostro
punto di riferimento, Lui la vostra speranza”. (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XII GMG, 1977,
n.7)
Conclusione
L’eucarestia è il luogo dell’incontro: essenziale è volerlo incontrare
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benedizione con il pane
consegna a ciascuno di un pezzo di pane
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