I disturbi alimentari tra credenze e fatti
Cosa si pensa che siano i disturbi alimentari (d.a.)?
L’ «anoressica» non mangia … la «bulimica» vomita …..
Criteri Diagnostici D.S.M. IV - TR
Anoressia Nervosa
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Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per età,
sesso e statura.
Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva
influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di
ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.
Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali
consecutivi.
Specificare il sottotipo
Con restrizioni:
nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato
regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione.
Con abbuffate/Condotte di Eliminazione:
nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente
abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso
inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Criteri Diagnostici D.S.M. IV - TR
Bulimia Nervosa
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Ricorrenti abbuffate. Un’ abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti punti:
1. Mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. 2 ore), una quantità di cibo
significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone
mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili.
2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. Sensazione di non
riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quando si sta mangiando).
Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di
peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri
farmaci, digiuno o eccessivo esercizio fisico.
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.
Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 2
volte alla settimana, per 3 mesi.
L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia
Nervosa.
Specificare il sottotipo
Con condotte di eliminazione:
nell’episodio attuale è presente vomito autoindotto o uso inappropriato di
lassativi, diuretici o enteroclismi.
Senza condotte di eliminazione:
sono presenti altri comportamenti compensatori inappropriati quali il digiuno e
l’attività fisica praticata in maniera eccessiva.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Disturbi dell’alimentazione atipici
I disturbi dell’alimentazione atipici sono spesso severi e di lunga durata e in genere
ricalcano l’A.N. o la B.N.. In molti casi è presente una storia di AN o BN. Alcuni di disturbi
atipici sono virtualmente identici ai due disturbi dell’alimentazione maggiori, ma non
soddisfano con precisione i criteri diagnostici richiesti.
ESEMPI INCLUDONO:
Un individuo con tutte le caratteristiche dell’A.N., ma che nonostante un decremento
ponderale significativo, ha una peso che rientra nella norma. Un individuo con tutte le
caratteristiche dell’A.N., ma senza l’amenorrea. Un individuo con tutte le caratteristiche
della B.N., ma con abbuffate che non soddisfano i criteri richiesti. Un individuo che segue
una dieta ferrea, fa attività fisica, ha abbuffate occasionali, è lievemente sottopeso.
Una categoria che si distingue all’interno dei disturbi dell’alimentazione è il DISTURBO DA
ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (B.E.D.). Gli individui che soffrono di questa condizione
si abbuffano ma non usano regolarmente comportamenti di compenso; non seguono una
dieta e tendono a mangiare in eccesso anche al di fuori delle abbuffate (ciò spiega la
frequente condizione di sovrappeso o di obesità). Nella maggior parte dei casi è presente
una eccessiva importanza data al peso ed alle forme, ed una condizione di umore
depresso.
Continuità nei quadri clinici dei D.A.
A.N., B.N. e disturbi dell’alimentazione atipici condividono alcune caratteristiche cliniche
comuni e può verificarsi un movimento temporale da un disturbo all’altro.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Testimonianze: uno sguardo da dentro
Uno sguardo da dentro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
AGNESE 16 anni
“Frequentavo ancora la terza media quando ho iniziato a pensare che
dovevo essere perfetta, ancora oggi è difficile non pensarci. Il mio corpo
era cambiato, sicuramente non ero grassa, ma mi vedevo sgraziata,
diversa dalle mie compagne, orribile. Quando andai in prima superiore le
cose divennero ancora più difficili, mi sentivo disorientata. Sentivo che
dovevo essere assolutamente come gli altri si aspettavano che io fossi, nei
risultati scolastici e nel corpo. Iniziai una dieta e questo mi diede aiuto:
mi accorgevo che riuscivo a controllare il cibo, avevo eliminato i dolci e
gli Snake…mi sentivo brava, forte. Mi accorgevo di vedere in modo
inquietante cibi che fino a poco prima avevo mangiato tranquillamente:
il pane, la pasta; la carne mi sembrava piena di grasso, i condimenti mi
sembravano disgustosi. Non sentivo la fame, il che mi dava una grande
soddisfazione, mi faceva sentire più forte del mio corpo. Anche quando
mangiavo, mi bastava pochissimo e mi pareva di essere piena. Avevo
l’impressione che mi riempissero il piatto a dismisura. Un giorno ricordo
che ero arrabbiata con mia mamma perché riempiva troppo il mio
piatto…Mia mamma lo prese e lo sostituì con il suo. Ebbi l’impressione che
il piatto si ingigantisse man mano che si avvicinava a me. Questo mi fece
venire dei dubbi, forse ne avevo già, ma avevo tanta paura. Come sarei
diventata se avessi ricominciato a mangiare? Avevo l’impressione che
anche una briciola mi facesse ingrassare…e potesse rovinare tutto quello
che sino ad allora ero riuscita a fare.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Erica, 22 anni
“Quando ero alle superiori avevo in classe con me una ragazza
anoressica, eravamo amiche e cercavo di starle vicino, ma non riuscivo a
capire per quale motivo distruggesse il suo corpo in quel modo. Ho visto
tutto quello che le è accaduto, mi sembrava una pazzia. Quando ho visto
le stesse cose accadere a me pensavo che potessi rimediare in qualsiasi
momento, che mi sarei potuta fermare in tempo se avessi voluto: era come
se il problema non mi riguardasse … non avrei mai creduto che potesse
capitare a me di entrare nel tunnel della malattia. Pensavo che io avrei
saputo mantenere sempre il controllo”.
Alessandra 21 anni
“Ci pensavo /si riferisce al pranzo) già prima di arrivare a casa, ci avevo
pensato tutta la mattina. Sapevo che avrei avuto paura e che loro
avrebbero insistito. Non potevano capire che io non ce la facevo, adesso
me ne rendo conto, ma allora non riuscivo a comprendere perché i miei
genitori mi torturassero in quel modo. Continuavano a farmi domande e
a propormi ragionamenti logici, ma io non ce la facevo, stavo male, ora lo
so. Non sopportavo quel loro continuo osservarmi e studiarmi. I loro
discorsi si ripetevano nella mia mente e non riuscivo a fermarli, si
intrecciavano con le mie paure, le loro domande suscitavano in me
centinaia di altre domande che non potevo bloccare e a cui non sapevo
rispondere. Avevo paura di mille cose, di deluderli, di diventare una
botte di lardo, di cominciare a mangiare e non fermarmi più. Avevo lo
stomaco strozzato, non sapevo cosa fare e non facevo nulla. Mi sentivo
paralizzata, l’unica cosa che riuscivo a fare era stare ferma e questo li
irritava molto”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Federica, 15 anni
“Pensavo che mettendomi a dieta sarei diventata più magra, più snella,
senza rotolini di grasso, senza pancia, senza gambe grosse e quindi più
carina, attraente, meno criticata. Volevo sentirmi sicura, almeno del mio
aspetto, certa di non sentirmi derisa. Volevo poter andare al mare senza
imbarazzo, trovare con facilità i vestiti giusti, insomma, volevo una vita
migliore. Ora mi ritrovo triste, sola, senza forme nei punti giusti, confusa,
amorfa, impaurita, priva di vitalità, ossessionata da ogni minimo
cambiamento di peso, impaurita per tutto ciò che mangio, sto male con gli
altri, provo fastidio a rivolgere loro la parola. Mi sento sempre stanca, mi
abbatto maggiormente per gli insuccessi, ho paura di perdere il controllo
se mangio, ho paura di ingrassare, evito i parenti, non so proprio cosa
fare”.
Anna 19 anni
”La mia idea di guarigione era piuttosto vaga…aveva a che fare con
l’aumento di peso, la ripresa delle mestruazioni, cose che mi facevano
paura e che trovavo estranee a me stessa. Poi, con la terapia, ho capito
alcune cose, soprattutto che la mia paura era una difesa contro una vita
che mi pareva troppo difficile. Dovevo imparare a credere in me stessa,
ad aver più fiducia e a volermi bene. Sembrano cose così scontate, ma
nessuno si rende conto di quanto si stia male quando non ci sono. Ricordo
mio padre che mi diceva – Devi credere in te! – A lui sembrava semplice,
ma quando non si riesce è come se ti chiedessero di volare. Vedevo
davanti a me un muro invalicabile che tutti mi chiedevano di saltare:
tutti lo saltavano, io non ne ero capace. Piano piano mi sono resa conto
che un passo alla volta potevo riuscire a fare qualcosa. E’ stata una
conquista importante imparare che dovevo seguire i miei tempi e non
quelli stabiliti dagli altri. Ho imparato ad accettarmi, a gestire meglio le
relazioni, a essere me stessa. Ho capito che le emozioni hanno un senso e
sono uno strumento utile per capirsi e farsi capire.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Ho compreso che non è necessario sapere tutto da subito, che stare con gli
altri, gestire la propria vita, le proprie necessità, sono cose che si
imparano…ognuno con i suoi tempi”.
Giorgia 17 anni
“Mi sono sempre sentita molto limitata, mi è stato insegnato a essere
sempre adeguata e io pensavo di riuscire a farlo. Bastava stare attenti a
stare al proprio posto, comportarsi bene e non fare cose di cui ci si poteva
vergognare. Forse tante ragazze come me piano piano imparano ad
ascoltare se stesse. A me è servito più tempo. Non potevo vedere i miei
soffrire in quel modo, senza cercare di fare tutto ciò che mi era possibile
per dar loro la figlia che avrebbero voluto. A dire il vero, allora pensavo
a una figlia decente, ma per me era indecente tutto ciò che non era
perfetto. Anche dopo, con la malattia, l’atteggiamento era lo stesso. Come
potevo io essere una delusione così? Come avevo fatto a cascarci dentro?
Dovevo recuperare il peso, era questo che mi chiedevano. In effetti
aumentavo, e riuscivo a farlo in fretta, ma poi ricadevo e tornavo a
riperderlo. Odiavo questa cosa in me che mi faceva comportare così, ma,
devo ammetterlo, era l’unica cosa che mi faceva sentire viva. Cosa è
cambiato? Non saprei, a un certo punto ho pensato che non potevo essere
grande prima di crescere. Ho iniziato a pensare che anche io dovevo
essere soddisfatta di me stessa, e lentamente sono riuscita a comprendere
che potevo imparare a evitare di sentirmi in colpa quando non aderivo
alle aspettative degli altri. E’ andata così: ora papà e mamma sono
separati, ho capito che non potevo essere io a tenerli insieme. Adesso ho
un padre e una madre, loro hanno una figlia con cui alle volte sono
d’accordo e altre no. Tutti quanti abbiamo imparato ad accettare che le
cose non sono sempre come ci si aspetterebbe”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Sara 20 anni
“Cerco di tenere i pensieri separati, cerco di non pensare perché
altrimenti penso troppo. Ogni cosa che succede l’analizzo, poi arrivo al
limite e non ci riesco più, perché i pensieri fanno male. Non penso quando
mi abbuffo, mi sento un vaso pieno d’acqua, pieno di emozioni che non
controllo, di preoccupazioni che gli altri non hanno. Quando sono troppo
piena lo svuoto un po’, ma non lo svuoto mai del tutto, rimane sempre
abbastanza pieno, così so che dovrò ricominciare”.
Paola 37 anni
“Quando mangio tutto intorno a me scompare. Un po’ alla volta sento
riempirsi quel vuoto che quotidianamente mi tortura e non sento più
freddo. Il cibo arriva come un grande amore a scaldarti. Il pensiero
dell’abbuffata quando arriva è impetuoso come un fiume in piena,
fortissimo e straripante; non posso niente contro di lui. Mi travolge
completamente, non ha orari, arriva mentre lavoro, mentre guardo la tv,
mentre guido, ma soprattutto quando mi ritrovo sola. C’è qualcuno, una
presenza suprema e autorevole che ha un’ascendenza potentissima su di
me, pronta a punirmi se non sono perfetta, e sono tantissime le cose
vietate per una persona che vuole essere perfetta. Quell’autorità parla
anche e le sue parole preferite sono “fai schifo”, ”non meriti l’amore del
mondo”, “sforzati di più se vuoi che gli altri si accorgano che esisti”, “devi
fare qualcosa se vuoi meritarti l’amore e l’approvazione degli altri”; “se
sbaglierai, se fallirai, tornerai nel nulla dal quale sei venuta, sola nel buio
e nel freddo della solitudine che ben conosci, sempre pronta ad accoglierti
come la rete sotto la fune di un equilibrista. Ricordalo”.
Ma quando sono sola, vaffanculo, posso dar sfogo a tutta la mia
imperfezione; ore, giorni, mesi, anni di una vita di frustrazioni si
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
annullano davanti al frigorifero. Mi piace da morire perdere il controllo
e ingoiare bocconi giganteschi in modo sfrenato. Non do al cibo neanche il
tempo di cucinare, preferisco piatti e cibi già pronti da afferrare e
mordere. Amo il cibo per tutto ciò che è. L’appagamento che mi da, le
sensazioni di gioia, godimento, benessere, calore. Odio il cibo perché mi
rende vittima di questo brutale e barbaro massacro della mia vita, che mi
rende sua schiava, perché è così che sono finita”.
Maria 15 anni
“La prima volta è stata una esperienza terribile, continuavo a mangiare
e non riuscivo a fermarmi. Mi ritrovavo a ingurgitare proprio quelle cose
che ero riuscita a eliminare dalla mia vita. Era come se il cibo mangiasse
me … D’altra parte quello dell’abbuffata era l’unico momento in cui la
mia mente si svuotava da ogni tipo di ansia e rabbia … Mi sentivo presa
dentro una morsa, dopo ogni abbuffata mi trovavo a pensare quanto
tempo sarei dovuta stare senza mangiare o a quante volte avrei dovuto
fare le scale su e giù. Ero sfinita da questa lotta”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Diletta 35 anni
“Il mio problema inizia quando avevo 16 anni, qualsiasi cosa mangiassi il
sapore mi rinfacciava per tutta la giornata. Così, piano piano, ho iniziato
a mangiare solo pasta in bianco e pane. Mangiando così ho iniziato ad
ingrassare, anche perché, a casa, mi sentivo sempre controllata dai miei
genitori e quindi obbligata a mangiare; dopo pranzo, quando non mi
vedeva nessuno, mangiavo gran quantità di biscotti. Così si è innescato il
meccanismo delle abbuffate e dei digiuni. Ora ho una vita che gira tutta
intorno al cibo, mi peso più volte al giorno, ho il terrore di ingrassare. A
volte mi impongo di non mangiare, ma ci ricasco ogni giorno. Altre volte
poi capitano periodi in cui perdo completamente l’appetito e partono i
digiuni, dimagrisco tantissimo. La malattia mi ha portato a non sentirmi
come tutti gli altri, a pensare di essere inferiore, con poco carattere e
sempre nervosa. Mi sento terribilmente a disagio con gli altri. Evito di
andare a mangiare fuori perché tanto non riesco a buttare giù nulla e se
prendo qualcosa, dopo sto male per tutta la giornata. Così, piano piano, la
vita sociale si annulla. Emotivamente sono diventata molto fragile. Non
riesco a guardarmi allo specchio, vedo solo difetti e cerco di convincermi
che quel corpo non mi appartenga. Non mi faccio vedere da nessuno nuda
o svestita perché mi vergogno. Odio vestirmi, metto solo abiti grandi,
maglioni lunghi e larghi, in modo da nascondermi. Non mi trucco
neanche, tanto credo di non migliorare la situazione. Ogni piccolo
problema diventa insormontabile, credo di non essere all’altezza delle
situazioni. Quando vedo i problemi del mondo e di alcune persone che mi
circondano mi sento deficiente, ma basta poco tempo per ricadere nel
buio.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Romina , 14 anni
«E’ frustrante. So che il nemico reale non è il cibo, so che non è vero che
mi sentirò meglio se riuscirò a vincere la lotta contro il cibo, so che quel
piatto di pasta che ho davanti e che non riesco a buttare giù è solo il
riflesso di qualcosa di ben più profondo. Credo che nel cogliere la causa sia
la guarigione, ma non ce la faccio, da sola non ce la faccio, forse non ce la
voglio fare, visto che neppure ci provo”.
Francesca 25 anni
Di certo la mia malattia crea problemi fisici molto gravi, e per quanto mi
riguarda, il primo sintomo negativo, a parte gli svenimenti, è stata
l’amenorrea. Da un punto di vista affettivo e sociale, l’anoressia pone una
barriera, un confine tra te e gli altri, un confine di cui sei gelosa e che
proprio a nessuno permetti di oltrepassare. Il cibo è il modo con cui ti
esprimi e rendi visibile questo confine che poi piano piano va
degenerando e ti allontana dalle persone”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Anna 31 anni
“Cinque anni fa cominciai a pensare di non essere bella, di non essere
intelligente, di non essere simpatica alla gente. Non mi piacevo, mi
confrontavo continuamente con le ragazze che incontravo, sentendomi
inferiore. Ho cominciato a pensare che se fossi stata più magra, almeno il
mio aspetto sarebbe migliorato. A poco a poco ho ridotto la quantità di
cibo, riuscivo a dimagrire. Avevo trovato un amica, la malattia, un modo
per assomigliare ai modelli che il mondo e l’ambiente ci inculcano nella
mente. Dopo aver perso 11 kg, il cibo, la bilancia, lo specchio, erano
diventati una vera e propria ossessione. Non mi sentivo libera, non avevo
una esistenza normale, non uscivo più con le mie amiche che mi
accusavano per come mi ero ridotta. Questa amica, per mezzo della quale
ero dimagrita, mi stava tradendo. I rapporti con le persone piano piano
si disgregavano e anche il mio corpo si stava danneggiando: avevo
continui giramenti di testa, il ciclo era scomparso … L’amica che avevo
cercato si era rivelata una malattia, ma non una come tutte le altre:
questa ti penetra nella mente, mettendoci pensieri che vanno contro se
stessi. Pur avendo preso coscienza di essere malata, non riuscivo a
liberarmi di certi modi di pensare e di considerare me stessa e il mio
rapporto con il cibo, con il corpo e con le persone che mi circondavano.
Andai da un dietologo e feci una dieta per prendere peso; ci riuscii ma
poco dopo sono caduta nuovamente nel baratro della malattia, perché
avevo curato solo l’apparenza, solo il sintomo, la causa era ancora dentro
me. I litigi con mia madre diventavano sempre più frequenti, mi
capitavano momenti di rabbia così forti che mi vergogno a descriverli: mi
buttavo a terra urlando, sbattendo ovunque, tentavo di farmi del male,
urlavo e piangevo, gridavo di voler morire. Ci sono stati dei momenti in
cui ho creduto di star bene, in cui ho creduto che la malattia mi avesse
abbandonato, ma in realtà ho capito che è latente dentro di me e che devo
fare qualcosa per sconfiggerla del tutto”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Roberta 28 anni
“Ho trascorso un anno intero a casa, senza voglia di uscire e vedere
gente, con addosso la vergogna di mostrarmi. L’unica cosa che riuscivo a
fare bene era stendermi nel divano, accedere la tv e mettermi a mangiare
qualsiasi cosa trovassi con una tale voracità e fretta da fare paura anche
a me stessa, per poi correre in bagno. Ricadevo in questo stato di apatia,
spaventata dalle sensazioni che provavo e con tanta voglia di piangere,
senza riuscire a farlo. Ho allontanato qualsiasi persona si avvicinasse a
me: avevo una pessima considerazione di me stessa dal punto di vista
caratteriale e fisico, non mi sembrava possibile che qualcuno potesse
avvicinarsi a me, uomo o donna che fosse. L’unica cosa che è cambiata è
che ora esco, ho una vita sociale, ma le mie crisi continuano con la stessa
frequenza. Anzi, l’estate è stata pressoché terribile, uscivo tutte le sere,
ma avevo il problema dell’abbigliamento: ogni volta la stessa storia,
trovare qualcosa che non mettesse troppo in mostra i miei difetti fisici e
soprattutto diverso ogni volta per evitare i commenti negativi degli altri.
Io che adoro i vestiti, non riesco più neanche ad entrare in un negozio
senza cadere in depressione perché mi sento grossa. Non sto bene con me
stessa, non mi piaccio e di conseguenza vivo male anche i rapporti con
l’altro sesso. Ho il pensiero fisso del cibo, 24 ore su 24, non riesco a vivere
nessun tipo di situazione senza quel chiodo in testa. Soprattutto non
riesco a farne meno, mi sento come una drogata, sì, una drogata da cibo.
Mi nascondo, per evitare che gli altri possano accorgersi di quello che mi
sta succedendo; mi sento continuamente osservata e giudicata; evito di
espormi troppo, non mi sento libera … Riuscire a superare questo
problema vorrebbe dire finalmente non avere più il pensiero fisso del
cibo, non doversi più abbuffare all’infinito fino a scoppiare, non doversi
più nascondere da tutto e tutti, non avere più paura di me stessa.
Vorrebbe dire aprirsi e permettere agli altri di entrare nella mia vita,
vorrebbe dire conoscermi e scoprire tante cose di me che non so, riuscire
di nuovo a guardarmi allo specchio, non avere quei problemi fisici che la
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Sara 26 anni
“A quanto pare dicono che tu mi stai troppo attorcigliata, pronta a
strozzarmi quando meno me lo aspetto. Ma per quale motivo dovrei
separarmi da te? Per merito tuo ho buttato giù quelle oscene “maniglie
dell’amore”… pensa, ci siamo persi di vista per due annetti e cosa è
successo? Jeans stretti, bottoni che non si chiudevano a causa di quei
fastidiosissimi rotolini, che quando mi sedevo non riuscivano a contenersi
e strabordavano dall’orlo dei pantaloni. Ma ora eccoti qui, pancia piatta!
Quando vedo gli altri mangiare provo piacere, loro mettono su chili e io
no, e questo mi fa sentire forte. Tu mi fai sentire leggera come una piuma,
capace di seguire il vento. Spesso mi tocco la vita e provo un gran piacere
quando la sento così sottile, mi guardo allo specchio e vedo quelle gambine
così esili, motivo di trionfo. Ricordi quando avevo 15 anni? Adoravo
l’estate perché volevo sfoggiare i miei bikini e concedermi sfilate per la
passerella. Tutti i ragazzi mi guardavano e le ragazze parlavano male di
me solo per invidia. Così, ogni numero in meno sull’ago della bilancia era
motivo di contentezza. Sei ritornato a 21 anni e ti ho accolto a braccia
aperte. Mi hai detto che la bilancia era per bambini e che non la dovevo
più guardare e ascoltare. Allora l’ho considerata la mia peggiore nemica
e ho dato retta solo a te. Siamo rimasti uniti per tanto tempo e adesso
cosa succede? Gli altri vogliono che io mangi come una persona normale.
Solo ora mi sto rendendo conto che ho bisogno d’aiuto.
Ho cercato dei rinforzi per mandarti via. Tu sei invidiosa e gelosa dei
miei amici, non vuoi che stia con loro e che soprattutto mi diverta come
una ragazza qualsiasi. Sei un’abile incantatrice, mi hai ingabbiata nelle
tue tentazioni e ora non so più come uscirne. Sei una ladra, ti sei presa i
miei sentimenti, hai rubato le mie lacrime, mi hai totalmente prosciugato
rendendomi una scatola vuota. Per colpa tua sono diventata una persona
arida, cattiva e invidiosa, hai posto al vertice della piramide solo e
unicamente il cibo. Mi hai fatto rendere conto di quanto io sia una
persona fragile e incapace di affrontare qualsiasi difficoltà. Non ti è
bastato darmi fastidio a 15 anni?
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Credevi di rendermi bella con quelle costole in vista e quel corpo privo di
ogni sembianza femminile? Pensavi che tutti mi guardassero perché fossi
affascinante, che le ragazze fossero invidiose? Ti sbagli di grosso, quelli
erano sguardi di compassione, a volte quasi di disgusto.
Guardavano te e non me. Poi te ne sei andata, sei stato sommersa come
uno scoglio, per poi riemergere al momento della bassa marea. Mi ci sono
aggrappata di nuovo a quella roccia imponente e sicura e da allora non
vedo più neanche l’ombra della terraferma. Di tutti i mari tu lo squalo
pronto a cibarsi della mia carne fresca … lo hai fatto, mi hai portato via
anche il sangue, le mestruazioni. Di tutte le favole, tu sei la strega che ha
dato la mela a Biancaneve. Mi hai addormentato con il tuo fuso a cui io
ho offerto il mio dito. Ora sono caduta in un lungo sonno profondo. Penso
a quanto sarebbe bello riuscire a sciogliere questo incantesimo: mi
risveglierei col sorriso, suonerei, ballerei, correrei, riderei … scenderei da
quello scoglio e inizierei a nuotare per raggiungere i miei amici … la
terraferma”.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
TEORIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DEI D.A.
TEORIA TRANSDIAGNOSTICA (Dalle grave1999, Fairburn et al. 2003, Garner e Bemis 1982)
FATTORI DI RISCHIO GENERALI: condizioni non modificabili che aumentano in generale il rischio di
sviluppare il disturbo.
sesso femminile*
adolescenza o prima età adulta*
vivere nella società occidentale*
Caterina Fucili Psicologo Psicoterapeuta
a Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
I fattori che verranno contrassegnati dall’asterisco hanno un ruolo nello sviluppo dei D.A. evidenziato dalla
ricerca. I Fattori di Rischio e i Fattori Precipitanti sono stati ricavati dagli studi di Fairburn et al.(19971998).
NB: per essere considerati Fattori di rischio le condizioni elencate devono comparire almeno un anno
prima dell’insorgenza del disturbo. Per essere considerati Fattori Precipitanti le condizioni elencate
devono essere comparse nell’anno che precede l’insorgenza del disturbo.
Va sottolineato che alcune persone possono sviluppare un D.A. senza incontrare le condizioni descritte.
FATTORI DI RISCHIO SPECIFICI: presenti esclusivamente nei D.A..
1.Rischio di fare diete
 membro della famiglia a dieta per qualsiasi motivo*
 membro della famiglia a dieta per peso o forme corporee*
 critiche dei familiari su alimentazione, peso, forme corporee*
 commenti ripetuti di altri su alimentazione, peso, forme corporee*
 essere presi in giro per alimentazione, peso, forme corporee*
 obesità genitori*
 obesità personale nell’infanzia*
 frequentazione di ambienti che enfatizzano la magrezza (es. danza, moda, sport)*
2. Disturbi dell’alimentazione in famiglia
Disturbo dell’alimentazione dei genitori*
 disturbi dell’alimentazione in altri parenti*
3.Altri fattori di rischio
menarca precoce*
difficoltà alimentari precoci*
aborti
…
FATTORI DI RISCHIO GENERICI: presenti anche in altri disturbi mentali.
1.Caratteristiche dell’infanzia
bassa valutazione di sé*
timidezza
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
perfezionismo clinico*
accondiscendenza
assenza di veri amici
fobie (paure scolastiche)
1.Disturbi psichiatrici
depressione
disturbo d’ansia*
alcoolismo*
abuso di sostanze
1.Problematiche relazionali in famiglia
 scarso contatto con i genitori*
 separazione dai genitori
 litigi in famiglia*
ipercoinvolgimento dei genitori
 ipocoinvolgimento dei genitori
 criticismo dei genitori
alte aspettative dei genitori*
 scarse manifestazioni d’affetto
 bassa cura
 alta protettività
1.Eventi distruttivi
morte di un genitore
cambiamento di una figura genitoriale
malattia cronica di un genitore
gravi problemi personali di salute
frequenti traslochi
1.Canzonature e molestie
essere presi in giro (non per alimentazione, peso, forme corporee)
1.Abusi sessuali o fisici
abuso sessuale*
abusi gravi e ripetuti*
abuso fisico
abusi fisici gravi e ripetuti
…
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
FATTORI PRECIPITANTI
Si tratta di situazioni che si verificano nell’anno che precede l’esordio del D.A. e che agiscono attivando lo
schema di autovalutazione disfunzionale gradualmente formatosi per il concorso combinato di vari
FATTORI DI RISCHIO.
cambio di casa
 cambio di città o paese
 soffrire di una malattia importante
 gravidanza o aver avuto un bambino
 morte di una persona cara
 malattia grave di una persona cara
 una persona cara ha lasciato casa
 una nuova persona è venuta a vivere in casa
 inizio di una relazione sentimentale
 interruzione di una relazione sentimentale
abuso sessuale
 abuso fisico
 fallimenti scolastici, lavorativi o sportivi
 esami scolastici o un anno scolastico impegnativi
 impegno lavorativo intenso
 stress per svariate ragioni
 commenti critici per alimentazione, peso e forme corporee
…
FATTORI DI MANTENIMENTO AGGIUNTIVI
1.PERFEZIONISMO CLINICO
L’individuo giudica se stesso in modo esclusivo o predominante sul fatto di riuscire a raggiungere
standard elevati.
Quando il perfezionismo clinico coesiste con un D.A. si produce una interazione per cui gli standard
perfezionistici da un lato sono focalizzati a raggiungere il controllo di alimentazione, peso, forme
corporee, dall’altro a perseguire standard esigenti in altri domini (scuola, relazioni, lavoro, sport).
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Nei D.A., come in altre espressioni del perfezionismo, è presente la paura del fallimento (mangiare in
eccesso, ingrassare), l’attenzione selettiva alla prestazione (comportamenti di controllo
dell’alimentazione e del corpo) e l’autocritica se non si raggiungono gli standard imposti (trasgressioni alla
dieta ferrea) o l’evitamento del danno.
2.BASSA AUTOSTIMA NUCLEARE
La maggior parte delle persone con un D.A. è autocritica se non riesce a raggiungere i suoi obiettivi.
Un sottogruppo di pazienti ha una visione negativa di sé più globale, incondizionalta e pervasiva. La
valutazione di sé è autonoma dalla prestazione, quindi è meno influenzata dallo stato del D.A.
Ostacola il cambiamento attraverso due meccanismi
► Crea senso di impotenza e sfiducia sulla possibilità di cambiare.
► Spinge la persona ad inseguire il raggiungimento del successo in altri domini (es. controllo
alimentazione, peso) rendendo i cambiamenti in queste aree ancora più difficili.
3.INTOLLERANZA ALLE EMOZIONI
Incapacità di tollerare certi stati emotivi (rabbia, ansia, tristezza, ma anche eccitamento, gioia …).
Determina l’adozione di comportamenti disfunzionali di modulazione dell’umore che riducano la
consapevolezza dello stato emotivo e delle rappresentazioni associate.
Alcuni comportamenti disfunzionali di modulazione dell’umore:
•autolesionismo (tagliarsi, bruciarsi)
• assunzione di sostanze psicoattive (alcool, tranquillanti …)
• abbuffate
• vomito autoindotto
• eccessivo esercizio fisico
•…
4.PROBLEMI INTERPERSONALI
Un sottogruppo di pazienti con D.A. ha problematiche interpersonali che possono contribuire in modo
predominante a mantenere il disturbo. I problemi interpersonali favoriscono lo sviluppo di stati emotivi
negativi e minano l’autostima.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
CIRCOLO VIZIOSO DI AUTOMANTENIMENTO DI A.N. E B.N
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
L’INSIDIA DEI D.A.
Il confine normalità/patologia all’inizio è indistinto e indefinibile.
Il passaggio alla patologia è lento, sfumato e progressivo.
Tutti iniziano per perdere 2-3 Kg di peso.
Le persone con anoressia riferiscono di non avere bisogno di aiuto.
Tutti dicono che ce la fanno da soli, che smettono quando vogliono.
Si può passare, anche a distanza di tempo, da una forma all’altra.
Frequenti sono le recidive.
L’accesso al trattamento, in genere, è in funzione della motivazione.
L’esito del trattamento, in genere, è in funzione della motivazione.
SONO MALATTIE, NON SONO CATTIVE ABITUDINI O CAPRICCI
I DANNI SOMATICI
Sono un effetto della malnutrizione sia qualitativa che quantitativa per eccesso e per difetto
e delle condotte di compensazione (vomito, diuretici, lassativi, attività fisica …).
COME RICONOSCERE I SEGNALI
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Viso fortemente emaciato, spento
Atteggiamento triste, depresso, stanco
Magrezza evidente
Dimagrimento rapido
Tendenza a vestirsi con abiti pesanti anche in piena estate
Macchie nei denti
Callosità nelle mani
Frequenti congiuntiviti
Atteggiamento irrequieto,agitato
Impulsività
Rapide oscillazioni di peso
…
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
CAMPANELLI D’ALLARME
Iniziare a seguire una dieta eliminando zuccheri, grassi, pasta, pane;
 Rapida perdita di peso
 Condire con aceto e limone;
 Mangiare solo carote e finocchi;
 Dare eccessiva importanza al peso ed alle forme corporee;
 Indugiare davanti allo specchio;
 Pesarsi ripetutamente;
Iniziare a fare attività fisica spropositata;
Improvviso cambiamento d’umore e di interessi;
Particolari odori nel bagno ( vomito o deodorante);
Andare in bagno subito dopo aver mangiato;
Cercare di mangiare da soli;
Scorte alimentari nascoste o svuotamenti del frigo non giustificati;
Bere grandi quantità di liquidi soprattutto durante i pasti.
I MOTIVI PIÙ FREQUENTI PER CUI SI RIFIUTA IL TRATTAMENTO
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“Non mi sento malata”
“Ce la faccio da sola”
“Mi basta seguire la dieta”
“Devo fare il corso da estetista”
“Sono troppo impegnata con lo studio”
“Anche se sto male devo fare la stagione”
“ Adesso non sono grave, mi curo fra due mesi”
…
Testimonianze: uno sguardo da dentro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
RESISTERE ALLE BBUFFATE
Non ho mai avuto il pensiero delle abbuffate!!
Sono stata molto bene. Ho riacquistato fiducia in me
stessa. Ho capito che non ho più bisogno del cibo
per tirare avanti e appena ho qualche dubbio penso
che l’abbuffata potrebbe farmi riperdere tutta la
fiducia e quindi mi passa subito!!
TOGLIERE LE EMOZIONI AL CIBO
Nonostante le tentazioni, sono abbastanza
tranquilla….
Beh dopo 10 anni è come se mi mancasse una parte
del corpo!
Ieri sera con i miei amici sono riuscita a resistere al
dolce: ma questa volta non è stato faticoso : ho solo
tolto ogni emozione al cibo, constatando pure che
non mi andava per niente. Quel dolce mi era
completamente indifferente.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
COMBATTERE LA FOBIA DELL’OLIO
Nell’insalata ho messo un cucchiaino di olio,
risultato: mi sono sentita bene, fiera di ciò che avevo
fatto.
GUARDARSI CON OCCHI NUOVI
Io credo di iniziare a piacermi fisicamente ed anche
se non mi sento ancora perfetta penso che presto
quel giorno arriverà!
Comunque questo è il primo viaggio che è cambiato
qualcosa.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
STARE BENE
Una persona mi ha detto: “ Stai bene ora, vero ? Guarda
che bel viso che hai messo su!!”. La ME bulimica se la
sarebbe presa tantissima perché tra le righe di questa
frase avrebbe interpretato il messaggio “ Ora stai bene
perché sei INGRASSATA!”
Ma la ME guarita ha fatto un bel sorriso, ha ringraziato
per il complimento ed è corsa a specchiarsi. Con tono
compiaciuto e orgoglioso ho esclamato: “ SI’, STAI
BENE ORA!!”
RITROVARSI
Fa piacere sentirsi dire dalla gente che sei dimagrita, ma
io rispondo sempre con questa frase: “ Sì adesso mi sento
molto meglio”. Perché è questo che in realtà conta di più
per me: sentirmi meglio, volermi bene. Quest’inverno
quando mi guardavo allo specchio provavo quasi una
malevole soddisfazione nel vedermi così appesantita.
Una specie di ritratto di Dorian Gray. Solo che gli effetti
erano reali su di me e non solo nello specchio. Ora
assaporo con piacere il progressivo miglioramento del
mio aspetto. Ho ancora paura. La strada è lunga ancora,
ma credo pienamente che quello che sto facendo è la via
giusta per venirne fuori.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
ACCOGLIERE IL RITORNO DEL CICLO
Oggi mi è tornato il ciclo, non so ben capire se sono
contenta o no, questo significa che almeno
fisicamente sono guarita e penso che ciò mi da
fastidio, non so spiegare il motivo … sono di nuovo
una ragazza come le altre e questo mi spaventa, ma
non so il perché!
COMINCIARE A STIMARSI
Mi sono guardata diritta negli occhi davanti allo
specchio … io non sono solo un corpo! Un libro
non si giudica dalla copertina; essa può solo
valorizzare il contenuto, ma quello che conta sta
dentro! E io sono un libro con la copertina un po’
“sgualcita” ma in grado di dare tanto a chi vuole
leggermi!!
Sono una ragazza stupenda, me ne rendo conto!
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
USCIRE DAL TUNNEL
E così si sta concludendo il 25esimo giorno senza bulimia!
A volte mi sembra quasi un sogno quello che sto vivendo …
io, la ragazza che temeva i pomeriggi vuoti e li riempiva col
cibo … io, che mi creavo una corazza di ciccia x
ammortizzare le delusioni … io, che ho sempre pensato che
la bulimia sarebbe stata la mia inseparabile amica x il resto
della mia vita …Si, sono proprio io, la ragazza che ha
ritrovato la via d’uscita di un tunnel che mi ha imprigionata
x anni !! …mi sto innamorando di me e il mio amore mi
salverà … PER SEMPRE!! Sto piangendo mentre scrivo
queste righe, ma sono lacrime di gioia, come quelle che si
piangono a “Carramba” … si xchè dopo quasi 12 anni, la
xxx-è QUI!!!!!
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro
FAR PACE CON IL CORPO
Mi è successa una cosa veramente importante!! … Per la
prima volta mi sono fatta una doccia CON AMORE,
insaponandomi con dolcezza anche le zone del mio corpo
che ritenevo intoccabili xchè mai accettate da me!! E come
“x magia”, appena uscita dalla doccia, lui ha finalmente
preso “l’iniziativa” (come faceva tempo fa!!).
È stato tutto molto bello!!
RICOMINCIARE A VOLARE
Spero che le mie ali possano volare distese, aperte, grandi
per voli che saranno quello che saranno, poco conta per
luoghi diversi o uguali, poco conta quello o questo; perché
quello che conta è il mio volo, sono io che ne godo, io che
lo vivo e lo porto insieme al vento e a tanta tanta speranza.
Ho scoperto la stravaganza della normalità e l’inutilità
degli eccessi. La vastità della prima e la piccineria della
seconda. Allora la farfalla apre le ali e vive da farfalla non
da lucertola o coniglio o verme. E questa è la sua
dimensione reale e naturale. E la farfalla ne prende
coscienza e si meraviglia , è una novità e fatica a crederci,
fatica ad adattarsi. Nessuno prima glielo aveva detto che le
farfalle hanno il diritto e il dovere di comportarsi come tali
e che saranno felici solo così e che potranno amare solo
quando accetteranno e ameranno la propria natura di
animale variopinto sui fiori e nell’aria.
Dott.ssa Caterina Fucili
Psicologo Psicoterapeuta
Fano e Pesaro