Scheda informativa: esempi di biodisponibilità

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pazienti sull'innovazione
terapeutica
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Scheda informativa: esempi di biodisponibilità
Esempio 1: Penicillina
Attualmente, un certo tipo di penicillina è disponibile solo per via endovenosa (IV,
intravenous). Tuttavia, tale terapia IV deve essere somministrata in ospedale. Per rendere
più semplice e praticabile trattare i pazienti a domicilio, un'azienda ha sviluppato adesso una
compressa contenente penicillina. L'azienda vorrebbe mettere la compressa a disposizione
dei pazienti. Prima di fare ciò, le autorità di regolamentazione richiedono che l'azienda
confronti l'effetto della compressa con l'iniezione comunemente in uso. Desiderano studiare
la biodisponibilità del composto nella nuova formulazione.
Se si desidera conoscere la biodisponibilità assoluta di un principio attivo si confronta
l'assorbimento di un farmaco orale con quello di un'iniezione endovenosa. La
biodisponibilità endovenosa viene utilizzata come riferimento, poiché la somministrazione
endovenosa dà come risultato il 100% di biodisponibilità. In contrasto, quando si assume una
compressa, solo parte del principio attivo verrà assorbita e sarà disponibile nel flusso
sanguigno. Per confrontare la biodisponibilità di un'iniezione endovenosa e di una
compressa, esiste un'equazione matematica che calcola la biodisponibilità assoluta.
Esempio 2: Asma
Mario quando gioca a calcio soffre di problemi respiratori. Il medico vorrebbe che Mario
fosse in grado di trattare i futuri attacchi d'asma da solo e valuta di dare a Mario delle
compresse o uno spray contro l'asma (tramite un inalatore), entrambi contenenti lo stesso
principio attivo. Quali parametri si pensa che incideranno sulla biodisponibilità relativa?
Quello che bisogna considerare è che Mario ha problemi di respirazione, quindi necessita di
un principio attivo che raggiunga il sito bersaglio nell'organismo il più velocemente possibile.
Il sito bersaglio per il farmaco contro l'asma sono i polmoni.1 Lasciamo da parte per un
momento tutto quello che concerne gli effetti collaterali e la preferenza personale riguardante
l'iniezione o la compressa (vale a dire, la via di somministrazione) e concentriamoci
esclusivamente sulla biodisponibilità. Abbiamo già parlato di biodisponibilità assoluta quando
abbiamo confrontato l'AUC (area under curve, area sotto la curva) di un'iniezione rispetto a
quella di una compressa. Adesso desideriamo confrontare due formulazioni contenenti lo
stesso principio attivo, ma somministrato tramite vie differenti: un inalatore contro una
compressa
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La biodisponibilità assoluta di un'inalazione rispetto a una compressa è del 167%. È
possibile quindi concludere che in questo esempio una maggiore quantità di principio attivo
raggiunge il sito bersaglio con un inalatore spray se confrontato con la compressa. Molto
probabilmente, ciò è dovuto a un alto livello di metabolismo di primo passaggio della
sostanza a seguito della somministrazione orale. Di conseguenza, a Mario dovrebbe essere
consigliato l'utilizzo dell'inalatore. Un altro vantaggio dell'uso di quest'ultimo mezzo in tale
situazione, in cui il sito bersaglio sono i polmoni, è che l'inalatore somministra il principio
attivo in modo locale sul sito dell'azione. Una compressa deve invece dissolversi
nell'apparato gastrointestinale prima che possa verificarsi l'assorbimento. Ciò porterebbe alla
presenza della sostanza nella circolazione generale: di conseguenza, aumenterebbe il
rischio di effetti collaterali sistemici. Quando un principio attivo viene somministrato
localmente, la frazione di questo che raggiunge la circolazione sistemica è ridotta al minimo,
così come il rischio di effetti collaterali sistemici.
Riferimenti bibliografici
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Labiris, N.R. and Dolovich, M.B. (2003). Pulmonary drug delivery. Part I: Physiological
factors affecting therapeutic effectiveness of aerosolized medications. British Journal of
Clinical Pharmacology, 56, 588-599. Scaricato il 23 giugno 2015 da
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1884307/pdf/bcp0056-0588.pdf
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